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Betapress: Buongiorno, Dott. Faletti. Grazie per aver accettato questa intervista. Il vostro, suo e dell’avvocato Migliaccio, libro “Fascismo: Nessuno è Perfetto” suscita molto interesse e anche qualche dibattito. Cominciamo con una domanda diretta: qual è stata la sua motivazione principale nel voler affrontare un tema così delicato come il fascismo con un approccio revisionista ed esegetico?
Corrado Faletti: Buongiorno, e grazie a voi per l’opportunità. La motivazione principale è stata la volontà di contribuire a una comprensione più completa e sfumata della storia italiana. Il fascismo è stato troppo spesso trattato in modo unilaterale, sia come una condanna totale sia, in rari casi, come una glorificazione fuori luogo. Ho sentito la necessità di analizzare il fascismo in modo più equilibrato, riconoscendone i difetti, certamente, ma anche quegli aspetti positivi che hanno avuto un impatto sulla società italiana. Questo non per giustificare il regime, ma per offrirne una valutazione storica oggettiva.
Betapress: Nel vostro libro, lei esplora i successi infrastrutturali e sociali del regime fascista, ma senza tralasciare le sue colpe. Come è riuscito a mantenere questo equilibrio nel trattare un argomento così controverso?
Corrado Faletti: Mantenere l’equilibrio è stato uno degli aspetti più impegnativi del nostro lavoro. Ho approcciato il fascismo come un fenomeno storico complesso, che va compreso nel suo contesto. Ho cercato di adottare un metodo esegetico, analizzando i testi, i discorsi e le politiche del tempo, per distillare i fatti dalle ideologie. Era importante per me non cadere né nella demonizzazione totale né in una pericolosa apologia. L’obiettivo era offrire ai lettori gli strumenti per comprendere il fascismo in tutte le sue sfaccettature, lasciando a loro il compito di trarre le conclusioni.
Betapress: Il termine “revisionista” spesso porta con sé connotazioni negative. In che modo il vostro lavoro si inserisce in questo contesto e come difende la necessità di una revisione storica?
Corrado Faletti: È vero, il termine “revisionista” può avere connotazioni controverse, ma nel campo della storia, la revisione è essenziale. La storia non è mai statica; le nostre interpretazioni cambiano man mano che emergono nuove fonti o quando la società evolve. Il mio lavoro si colloca in questo contesto di revisione critica. Non si tratta di riscrivere la storia, ma di riesaminarla alla luce di nuove prospettive e, soprattutto, di promuovere una discussione aperta e informata. La revisione storica è fondamentale per evitare che la storia venga ridotta a un semplice strumento politico.
Betapress: Il titolo del libro, “Fascismo: Nessuno è Perfetto”, è piuttosto provocatorio. Qual è il messaggio che vuole trasmettere attraverso questo titolo?
Corrado Faletti: Il titolo vuole sottolineare l’idea che nessun movimento o ideologia sia esente da difetti, ma allo stesso tempo, nessuno è privo di qualche merito o almeno di elementi degni di analisi. “Nessuno è Perfetto” è un invito a guardare il fascismo non come un monolite di male assoluto, ma come un fenomeno che, pur con tutte le sue colpe, ha lasciato un segno nella storia che deve essere compreso e studiato. È un richiamo alla complessità della storia umana.
Betapress: Nel libro, lei affronta anche il tema della memoria storica e dell’uso politico del passato. Come vede la situazione attuale in Italia riguardo al fascismo?
Corrado Faletti: La memoria storica del fascismo in Italia è ancora un campo di battaglia ideologico. Da un lato, c’è un giusto rifiuto delle ideologie autoritarie e delle loro tragiche conseguenze, dall’altro, c’è un rischio di semplificazione e di utilizzo strumentale della storia per fini politici. Il mio auspicio è che si possa giungere a una maggiore maturità nel trattare il fascismo, riconoscendo che la storia va studiata, non solo condannata o esaltata. La comprensione profonda del passato è essenziale per evitare di ripeterne gli errori.
Betapress: Buongiorno, Avv. Migliaccio. Lei ha curato gli aspetti giuridici del libro “Fascismo: Nessuno è Perfetto”, in particolare la parte relativa alla legge sull’apologia del fascismo. Può spiegare ai lettori come si inserisce questa legge nel contesto della libertà di espressione in Italia e quali sono le sue implicazioni?
Lupo Migliaccio: Buongiorno. La legge sull’apologia del fascismo, introdotta nel 1952 con la cosiddetta “Legge Scelba,” è stata creata per impedire la ricostituzione di un partito fascista e per contrastare ogni forma di propaganda o esaltazione delle ideologie fasciste. Come abbiamo ben illustrato nel libro la norma n.645 del 1952 detta, appunto, “legge Scelba” riporta nel titolo che essa rappresenta il regolamento di attuazione della xii disposizione transitoria della Costituzione. Questa recita: ” È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma. del disciolto partito fascista”, con ciò indicando che quello che si intende proibire è la ricostituzione di un partito che abbia gli stessi propositi del Partito Nazionale Fascista che fu sciolto il 2 agosto del 1943 con il decreto n.704 dal 1° Governo Badoglio. Il Partito Nazionale Fascista aveva come finalità quelle indicate nell’art.3 del suo statuto, cioè “La difesa ed il potenziamento della rivoluzione fascista; l’educazione politica degli italiani”.
Quindi solo a questi due aspetti avrebbe dovuto limitarsi la legge Scelba, che però prevede di perseguirne anche altri pur se non indicati dalla xii Disposizione.
Questi sono: l’apologia di fascismo e tutti i comportamenti tendenti ad esaltare i capi politici che ebbero ad operare nel Ventennio. Come si vede pure e semplici opinioni che però sono tutelate dagli artt. 3 e 21 della Costituzione. Questo comprova che la legge Scelba poggia su delle basi non del tutto legittime almeno nei suoi aspetti formali.
Nel contesto della libertà di espressione, questa legge rappresenta un delicato equilibrio. Da un lato, l’Italia, come democrazia, protegge la libertà di espressione, ma dall’altro, riconosce che vi sono limiti quando tale espressione minaccia i valori fondamentali della Costituzione, nata dalla Resistenza antifascista. Le implicazioni della legge sono quindi significative: essa non solo punisce atti di esaltazione del fascismo, ma serve anche come monito che la democrazia italiana deve essere difesa da ideologie che ne minerebbero i fondamenti. Tuttavia, l’applicazione di questa legge richiede sempre un’attenta valutazione per evitare che sia usata in modo sproporzionato o, ceme sempre più spesso accade, per scopi politici.
Betapress: Nel libro, si discute dell’importanza di una revisione storica obiettiva. Come si concilia questa necessità con la legge sull’apologia del fascismo? Esiste un rischio che l’applicazione di questa legge possa ostacolare un dibattito storico critico e accademico sul fascismo?
Lupo Migliaccio: Questa è una questione cruciale. La revisione storica è un pilastro fondamentale della ricerca accademica e del progresso della conoscenza. Il rischio che l’applicazione della legge sull’apologia del fascismo possa ostacolare un dibattito storico critico è molto reale, ma deve essere mitigato attraverso un’interpretazione equilibrata e responsabile della legge. È importante che le autorità giudiziarie distinguano chiaramente tra un’analisi storica critica e un tentativo di riabilitazione o glorificazione del regime fascista. In altre parole, la legge non dovrebbe essere usata per censurare o reprimere studi storici che, pur trattando del fascismo, non ne promuovono l’ideologia. Dobbiamo garantire che la ricerca accademica resti libera di esplorare anche i capitoli più oscuri della nostra storia, mantenendo però sempre un chiaro confine tra analisi critica e apologia.
Betapress: Avv. Migliaccio, nel libro “Fascismo: Nessuno è Perfetto,” la prefazione è stata scritta da Orsola Mussolini. Può spiegare ai lettori il significato di questa prefazione e come Orsola Mussolini abbia cercato di bilanciare la realtà storica con la storia della sua famiglia, navigando tra luci e ombre sempre più confuse? In che modo questo libro le ha permesso di trovare una chiave di lettura che consenta un corretto bilanciamento tra storia e cattive interpretazioni?
Lupo Migliaccio: La prefazione di Orsola Mussolini è un elemento di grande importanza nel contesto del libro. Orsola ha sempre dovuto affrontare il difficile compito di conciliare la complessa eredità storica del fascismo con la sua appartenenza alla famiglia Mussolini. Questa sfida si è sempre svolta in un contesto dove le luci e le ombre del passato si intrecciano in modo spesso confuso e conflittuale. Nella sua prefazione, Orsola riesce a esprimere questa tensione personale e storica, ma lo fa con una lucidità che emerge chiaramente nel suo tentativo di offrire una lettura equilibrata del fascismo.
Orsola sottolinea come sia stato difficile per lei crescere con il peso di un nome così carico di significato storico e come abbia sempre cercato di evitare le semplici categorizzazioni, sia in senso positivo che negativo. Tuttavia, è proprio attraverso il lavoro svolto in questo libro che ha trovato una chiave di lettura che le permette di bilanciare la realtà storica con la necessità di non cadere in cattive interpretazioni o revisionismi superficiali. In altre parole, il libro le ha offerto un quadro interpretativo che riconosce gli aspetti complessi e contraddittori del fascismo, senza sminuirne né esaltarne i contenuti.
Questa prefazione è quindi più di un semplice prologo al testo; è una riflessione personale e storica che accompagna il lettore in un percorso di comprensione più profondo, dove la storia è trattata con il rigore che merita, senza però dimenticare l’umanità e la complessità di chi l’ha vissuta.
Corrado Faletti: Spero che i lettori possano avvicinarsi alla storia con maggiore curiosità e spirito critico. Il mio libro non vuole offrire risposte definitive, ma piuttosto sollevare domande e promuovere una riflessione più approfondita. Il fascismo è stato un capitolo doloroso e complesso della nostra storia, e solo affrontandolo in tutta la sua complessità possiamo veramente imparare da esso. Mi auguro che i lettori comprendano che la storia è fatta di luci e ombre, e che è nostro dovere esplorarle entrambe con onestà intellettuale.
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