Giovanna Boda: sbatti il mostro in prima pagina!
Giovanna Boda, linciaggio mediatico indegno di una società civile.
E ci risiamo!
Girolimoni, ancora non ha insegnato nulla!
Diritto di cronaca? Tutela del cittadino? Libertà di stampa?
E’ ormai notizia passata il caso di Giovanna Boda, dirigente del Ministero dell’Istruzione, stimata e rispettata, che in seguito di indagini della magistratura sul suo operato, ha tentato di togliersi la vita con un salto nel vuoto.
Noi di Betapress lo sapevamo già, avevamo avuto già la cosiddetta soffiata, ma non ne abbiamo parlato subito perché il nostro giornale non fa del sensazionalismo il suo stile, ne cerca a tutti i costi di sollecitare pruriginosi interessi sulle notizie, ma piuttosto ama fare delle riflessioni che servano ai lettori per vedere o trarre spunti dai fatti, e soprattutto noi non scriviamo mai se non abbiamo le prove di quello che scriviamo.
I fatti: Giovanna Boda è un alto dirigente del Ministero dell’Istruzione, stimato e rispettato, io stesso lo posso dire visto che nel passato ormai remoto ho avuto modo di conoscerla.
I fatti: un’indagine della magistratura la coinvolge per un sospetto caso di corruzione che la vedrebbe parte di un pericoloso liaison tra lei e Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta, rappresentante legale dell’istituto italiano di ortofonologia ed amministratore della Come – Comunicazione & editori, ossia l’agenzia Dire, che avrebbe corrotto la Boda.
I fatti: la finanza ha perquisito la casa e gli uffici della dirigente, che non reggendo ha poi tentato il suicidio gettandosi dal terrazzo del palazzo del suo avvocato.
I fatti: siamo ancora in fase di indagini, non c’è stata nessuna condanna nemmeno in primo grado.
Eppure la stampa ha scritto la notizia con nome e cognome, foto e tutta la sua vita privata marito compreso.
Ecco la nostra riflessione: cui prodest?
per i lettori dove poteva essere l’interesse vero nella notizia?
A nostro avviso l’unico interesse che ci poteva essere in questa notizia era che la magistratura stava indagando e che il cittadino poteva stare tranquillo proprio perché gli organi di giustizia funzionano.
quindi il titolo che avevamo predisposto noi era:
Ministero dell’Istruzione: la magistratura indaga su casi di corruzione.
all’interno di indagini della magistratura sembra trovare spazio l’ipotesi che un alto funzionario del Ministero possa essere implicato in una rete di favori incrociati con delle ditte per la fornitura di servizi e la partecipazione a bandi pilotati. La finanza continua nella sua opera di analisi e verifiche anche con ispezioni presso gli stessi uffici del ministero.
Notizia data, cittadino tranquillo, nessuno accusato prima di essere colpevole.
Certo, forse in questo modo le migliaia di click che invece gli altri articoli hanno ricevuto non ci sarebbero stati, certo, forse gli inserzionisti del giornale sarebbero stati meno contenti, ma la nostra linea è questa.
Ma forse ora Giovanna avrebbe avuto il tempo ed il diritto di difendersi.
Il giustizialismo mediatico è a nostro avviso un atto criminoso, vile ed indegno di una società civile, così come l’utilizzo della magistratura ad orologeria.
Ma poi dove sono finiti i vecchi nome punto cognome punto? e perché mettere la foto, a che serve?
Ci siamo passati anche noi, ed infatti ci rimane un sottofondo di dubbio, un amaro presentimento che tutta questa faccenda in realtà nasconda giri politici al ministero, intrighi nelle nomine e nei poteri, intrallazzi bassi e spregevoli così caratteristici di quei palazzi dove la politica diventa una strisciante linea di pensiero del sotterfugio e del più bieco utilitarismo personale.
Noi sappiamo per certo di un Dirigente miur che con i suoi progetti fece guadagnare oltre 80 milioni di euro alle scuole e fu invece trattato come la povera Giovanna.
Il Linciaggio, anche mediatico, è per sua stessa definizione un atto illecito.
E non dite, ma anche voi adesso avete messo nome e cognome, si vero ma lo abbiamo fatto apposta adesso, proprio per cercare di essere a sostegno di una persona che anche ammesso che risultasse colpevole, non meritava certo questo modo di fare giornalismo.
E continueremo a farlo, anche se nessuno ci inviterà mai in televisione a dire la nostra, anche se nessuno comprerà mai pubblicità sul nostro giornale, continueremo a difendere il diritto dei lettori di sapere la verità ed il diritto degli innocenti di essere tutelati dalla liberta di stampa.
Giovanna Girolimoni Boda, anche se tra qualche anno dovessi essere condannata per quanto adesso ti stanno scaricando addosso, la tua condanna l’hai già scontata in questi ultimi cinque giorni, e comunque per noi e per tutti quelli che ti hanno conosciuto resterai la persona gentile e premurosa che eri.
Grazie. Davvero. Grazie mille per come lavorate. Voglio un mondo fatto di persone come voi e non di gente spregiudicata.
Stima e rispetto infiniti.
Elena
Grazie a Te Elena. Il tuo sostegno è importante.