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Gentile e Croce vs Schlein e Conte

Nel parlamento europeo si è formato un nuovo gruppo denominato “patrioti”.

Interessante notare l’immediato attacco da parte dei media italiani, una vera e propria azione di “Killeraggio” quella che alcune testate hanno intrapreso nei confronti di questa nuova e numericamente rilevante compagine politica.

“Camerati” sono stati definiti i suoi membri.

Questo atteggiamento mediatico porta chi scrive ad attuare una semplice azione di sillogismo.

Il ragionamento deduttivo della logica aristotelica è, di questo sono certo, un utile impegno della mente, peccato che sia sempre più sconosciuto sia ai cosiddetti intellettuali che a molti, quasi tutti, i leaders politici italiani.

La premessa è che i parlamentari appartenenti a questo gruppo sono stati eletti attraverso libere elezioni nelle loro nazioni. Certamente questo vale per i leghisti, partito che ha aderito ai Patrioti nel parlamento europeo.

L’affermazione maggiore, o “a contrasto”, di chi è ostile alle idee proposte da detto gruppo può essere ridotta a sintesi in queste parole: “sono camerati”.

Affermazione ad effetto e, almeno per chi scrive, calunniosa.

Solo per rispetto del lettore affermo di aver votato il generale, ora onorevole, Vannacci e di essere graniticamente antifascista.

Anzi di sentirmi fortemente calunniato se accostato al concetto di “camerata”.

Essere cristiano liberale, per i palati più fini direi Crociano, è assai vicino a molte delle posizioni dei Patrioti nel parlamento europeo ed assai lontano dai fascisti, neo o ante litteram che siano.

In fondo sono proprio dei membri della gioventù vicina al partito della Premier ad essere stati notati per atteggiamenti richiamanti il famoso ventennio è la Meloni parrebbe voler appoggiare la candidatura tanto amata dai ben pensanti della Von der Leyen. Fatto che rende la Premier poco attaccabile da molti.

Tornando, però, al sillogismo presente in questo mio ragionamento, la conclusione che ne deriva necessariamente è che gli elettori che hanno votato per i partiti che hanno aderito a questo gruppo, in Italia la Lega, sono dei “camerati”, cioè dei fascisti.

Fatto che nelle righe precedenti ho escluso per buona parte di coloro che si sentono rappresentati da chi propone quelle idee. Idee Crociane per l’appunto.

Furono Benedetto Croce e Giovanni Gentile, infatti, i principali filosofi dell’idealismo italiano.

Impossibile non notare, almeno per chi ha la passione per Giovan Battista Vico e la sua teoria sui corsi e ricorsi storici, le similitudini fra il periodo in cui i due filosofi formarono il loro pensiero contrapposto al positivismo e quanto vediamo accadere oggi nel nostro occidente.

L’idealismo, infatti, si formò come reazione al positivismo agli inizi del ventesimo secolo esattamente per merito di Giovanni Gentile e Benedetto Croce.

Confronto che i due scienziati del sapere affrontavano anche pubblicamente attraverso i loro scritti sulla rivista La Critica.

Entrambi ritenevano che le teorie dominanti, al tempo il positivismo, fossero pericolose e deteriori.

Oggi per molti le ideologie gender e green causano la stessa reazione.

Proprio quel costruttivo confronto permise il formarsi di una teoria contrapposta a quella allora dominante.

Pensiero che, da follower direbbe gli esperti di marketing di oggi, divenne maggioritario e che i ben pensanti del tempo cercarono di reprimere.

Di nuovo chiare le analogie con l’oggi.

Il pensiero idealista di Gentile e Croce trovava origine nelle teorie filosofiche di Hegel, sarebbe stato saggio al tempo confrontarsi con le stesse e non cercare di minimizzarle, reprimerle.

Detto percorso intellettuale voleva contrapporsi al marxismo ed al materialismo, ne aveva lo spessore, la qualità intellettuale.

Ridurlo a “barzelletta da reprimere” ha permesso ai più esaltati di prendere il sopravvento sui più moderati, lo conseguenze le abbiamo subite tutti.

Croce e Gentile, proprio per questo elemento denigratorio, presero strade diverse.

Il primo fu mentore del pensiero liberale e conservatore, il secondo divenne parte del partito fascista pur se più orientato ad una idea di liberismo quasi mazziniano.

Ne scrivo oggi perché il tanto parlare a vanvera, si usa definirli slogan, oltre ad essere spesso calunnioso è, anche, assai privo di spessore . Inoltre assai pericoloso per la tenuta democratica di molti Stati occidentali.

Le parole vengono usate come “clave” da chi detiene il cosiddetto potere.

Essi ritengono le stesse strumento di denigrazione e di annichilamento di colui che è portatore di un pensiero opposto.

In fondo hanno solo paura di perdere i benefici del potere.

Tutto questo, ovviamente, facilitato da un sistema mediatico oramai più propenso a fare propaganda per la propria parte che a mantenere un ruolo “terzo” utile al confronto fra idee opposte e, così facendo, porsi come garante del libero scambio di opinioni. Elemento questo cardine della tenuta democratica.

Facile, infatti, dare del “camerata” o del “cospirazionista” in assenza di contraddittorio. Facile ma assai pericoloso nel medio periodo.

Oggi i vari esponenti della sinistra italiana ed europea ritengono, esattamente come al tempo, che l’arte del denigrare garantirà loro il mantenimento del potere.

Io, cultore del confronto democratico, vivo questo loro espediente come la ripetizione di un errore storico.

Ignoto Uno

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