Le dimissioni di Stefano Bandecchi dalla carica di Sindaco di Terni, la città una nota come città dell’acciaio e dell’amore per aver dato sepoltura a San Valentino, rappresentano un fenomeno politico che deve essere guardato con attenzione e preoccupazione.

In primo luogo occorre guardare alla salita al potere del manager Stefano Bandecchi …(costruita sull’acquisizione della squadra di calcio locale con le immancabili promesse di successi crescenti e sul progetto di realizzare una clinica convenzionata  all’interno del complesso edilizio che avrebbe ospitato il nuovo stadio di calcio…) come  un fenomeno nuovo che pone al centro del dibattito l’anti-politica, la muscolarità  e la rudezza degli atti d’intervento.

L’anti politica non è un fenomeno nuovo. Il Movimento 5 Stelle ne aveva già fatto dal 2012 un costume della competizione elettorale e della gestione del potere.

Bandecchi è andato oltre creando il “bandecchismo”, un approccio cioè che non si limita ad introdurre nel gioco democratico iniezioni crescenti di politica immediata e umorale ma che svuota consapevolmente e premeditamene    l’azione politica  relegando ogni azione al mantenimento di un sistema improduttivo di opzioni o di atti di indirizzo politico il cui unico fine è la ribalta mediatica del suo fondatore e la copertura dei suoi interessi economici ed imprenditoriali.

Un ‘anti-politica, quindi, che ha  come unico scopo quello di servire sé stessa.

Un ricerca di consenso che schiva avvisi di garanzia, esposti per incompatibilità, sequestri della Guardia di Finanza fino agli insulti della gente comune.

Disarmante, a tal proposito, la risposta data ad un cittadino in occasione dell’ultima convocazione del Consiglio Comunale: 《Bandecchi Lei non è il mio Sindaco…!》, 《bene, Lei non è un mio cittadino!》, la replica del Sindaco dimissionario.

Una risposta che tradisce il vuoto che riempie la gestione del potere che il bandecchismo ha posto in essere e che frantuma l’idea di Stato, di appartenenza, di Polis, di comunità civile e sociale dove il Sindaco non è più un “Primus inter Pares” ma un “Padre Padrone” di lembi di civiltà strappati alla democrazia nei quali il dissenso esclude, emargina, travolge e rende opachi i conflitti d’interesse e le pratiche a filo di illegalità, come quando a ridosso del Natale scorso il Sindaco ha inviato in qualità ovviamente non di primo cittadino ma di imprenditore, 600 pacchi di Natale, di adeguato valore (si parla di oltre 200 euro) a “tutti” i dipendenti pubblici, ponendo in essere la più grande operazione di acquisizione del consenso posta in essere nel settore pubblico.

In secondo luogo non può sfuggire che il bandecchismo è un modello di conquista e gestione del potere pubblico attraverso leve e strumenti fortemente mediatici (l’acquisto delle squadre locali di calcio, la gestione di scuole e centri di formazione, l’utilizzo di numerose liste civiche associate ai candidato alle elezioni…) che è esportabile.

Bandecchi, attraverso il Partito, Alternativa Popolare di cui è Segretario nazionale e animatore, ha esportato e conta di esportare il suo modello in tutte le competizioni elettorali, in Umbria ma anche fuori regione.

Certo finora non sempre il nuovo baraccone della politica politicante ha mostrato di funzionare .

Nel distretto di Reggio Calabria, dove probabilmente Bandecchi cercherà di ottenere l’elezione a parlamentare europeo, il suo tentativo di comprare simpatia e consensi attraverso l’acquisto della squadra di calcio locale, la Reggina, non è riuscito nel suo scopo ed è stato anche rinviato al mittente l’assegno di centomila euro che il manager aveva deciso di regalare alla squadra nel corso di una sua convention in presenza del suo  partner locale Massimo Ripepi.

In terzo e ultimo luogo deve essere considerata la struttura di interessi conflittuali a cui il bandecchismo offre un riparo confortevole.

L’affarismo in Italia dai tempi di tangentopoli è sempre presente.

Oggi la gestione di interessi privati coltivati all’interno di procedure e risorse pubbliche rischia di trovare una cornice di legittimità che passa inosservata anche agli occhi delle Istituzioni locali e della magistratura.

Un cancro per la democrazia e lo Stato Liberale.

Il 7 febbraio scorso, probabilmente per far decadere gli esposti ad iniziativa popolare relativi alla incompatibilità di Bandecchi alla carica di Sindaco (già confermati da un Parere del Ministero dell’Interno datato 3 Agosto 2023) presentati il 7 e 8 agosto 2023 dai cittadini di Terni, rispetto ai quali il Prefetto, decorsi i 180 giorni previsti dalla legge 241/90, non avrebbe potuto diluire ulteriormente una risoluzione formale, il Sindaco Bandecchi si è dimesso dando vita ad un balletto di posizioni che talora confermano le dimissioni talora sembrano volerle smentire.

Mancano 14 giorni ai termini oltre i quali le dimissioni diventeranno effettive.

La Comunità di Terni che ha un dissesto finanziario di oltre 49 milioni di euro dovrà tornare a votare con costi importanti per il deficit pubblico.

Bandecchi cadrà sui stessi errori o forse travolto dalle indagini di Guardia di Finanza e magistratura o sulla diffusione dei “Cipro Papers”  relativi alle attività off shore del Gruppo industriale del manager che ormai in molti pensano siano prossimi alla pubblicazione.

 

 

 

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