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La raccolta per il referendum sul diritto ad una morte assistita ha superato le 700.000 firme.

La soglia prevista dalla Costituzione per le iniziative referendarie è già stata traguardata.

Un successo per l’Associazione Coscioni e per il suo Presidente Marco Cappato fautori della campagna.

Il referendum, se non verrà bloccato dalla Consulta (non rientrerebbe nei casi censurabili …), porterebbe gli italiani a decidere sull’abrogazione delle legge (Art.579 cp) che regola “l’omicidio del consenziente”, punibile con l’arresto da 6 a 15 anni, dando il via alla necessaria riforma legislativa su questo importante asse del vivere civile.

L’eutanasia e l’assistenza al suicidio, in determinate circostanze, rappresentano una delle libertà civili al centro delle campagne radicali e riformiste che hanno già sdoganato con successo, il diritto al Divorzio ed all’Aborto negli anni ’70.

Con una legislazione condivisa sul fine vita si potrebbe finalmente completare il carnet dei diritti civili e rendere lo Stato più liberale e moderno.

Purtroppo, quello che ancora colpisce è tutto racchiuso nella strana rappresentazione morfologica della politica e della classe dirigente del nostro paese.

La prima, infatti, sembra unicamente intenta a combattere la pandemia con un unica regia: quella dell’obbligo vaccinale e delle costrizioni liberticide.

La seconda, tra sfondoni e gaffe dei suoi beniamini, cerca soltanto di restare a galla, magari assicurandosi, per il futuro, un posticino piccolo, piccolo, in qualche consiglio comunale (comunque ben pagato…).

In questo contesto distopico stride la dialettica che ha come protagonista Marco Cappato e l’eco governativo che giunge dall’attuazione dei limiti imposti dal Green pass.

Come conciliare la volontà popolare dei sostenitori dei diritti sul fine vita con la politica che vieta, non informa, nega e assume misure da apartheid sul tema della salute pubblica?

Le risposte sono complesse e forse, non facili.

Al centro della questione permane la necessità di una riforma dello Stato, della Politica e delle istituzioni democratiche.

Certo, la gaffe di Grillo, l’implosione del Movimento 5Stelle e delle Sardine (ormai organiche del PD) hanno tradito l’idea che un’auto riforma della politica sia percorribile.

Occorre, dare spazio ad una nuova coscienza collettiva in grado di far decollare una nuova stagione di riforme.

E, a questo punto, non ci resta che sperare …

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS

 

 

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