Ashampoo_Snap_venerdì 15 novembre 2024_23h0m33s_006_ChatGPT - DALL�E - Google Chrome

Le motivazioni profonde del voto dei cattolici oggi

Sotto lo pseudonimo del “Credente” si cela un operatore cattolico che vuole far giungere messaggi chiari in un ambiente non sempre trasparente e fedele al messaggio evangelico. Questo articolo prende spunto dai due recenti convegni dei “cattolici democratici” di area PD, per riflettere sui valori in gioco.

Nei giorni scorsi è stata registrata in Italia la cronaca di due convegni di “cattolici democratici”, cioè vicini al PD: il primo promosso a Milano da “Comunità Democratica” con Romano Prodi, Graziano Delrio, Pierluigi Castagnetti e Ernesto Maria Ruffini (new-entry in politica ex direttore generale delle Entrate dimessosi in polemica col governo Meloni) sostenuta da componenti associative e pacifiste; il secondo organizzato a Orvieto da “Libertà Eguale” con Enrico Morando, Giorgio Tonini, Stefano Ceccanti e – protagonista d’onore – Paolo Gentiloni, ex-commissario UE, più orientato alla presenza della componente cattolica all’interno del PD, su posizioni di sostegno all’Ucraina e pro-armamenti.

Ci occupiamo di questi due eventi non per analizzarne i contenuti, che riguardano dall’interno la gestione del Partito Democratico da parte di Elly Schlein, che come noto ha spostato nettamente a sinistra l’asse dei “dem”. Lo scopo di questo articolo è invece di riflettere sul senso di un voto cattolico oggi, quando sembra che stiano saltando tutti i bastioni etici sui quali si è sin qui caratterizzata l’adesione alla dottrina sociale della Chiesa.

Dopo il crollo della DC – come si sa – il voto dei credenti è stato molto ricercato e coccolato da parte dei partiti rimasti sul campo. Il dato di realtà è che, volente o nolente, l’Italia resta un paese a maggioranza cattolica, anche se la frequenza alle messe e l’adesione ai valori religiosi sta lentamente declinando. Davanti al progressivo distacco dei cittadini dalla politica, evidente con l’astensionismo che tocca ormai oltre il 50 per cento degli aventi diritto, il voto “centrista” dei cattolici che prima sostenevano la DC si è fatto sempre più prezioso per conquistare la maggioranza e poter governare.

Prova ne sia il ruolo giocato dai vari Renzi, Calenda, Rotondi e affini che teorizzano che si vince soltanto conquistando quel 3-5 per cento dei votanti di centro, percentuale capace di far spostare l’asse della maggioranza dalla destra attualmente al governo, verso la sinistra.

Ma se i cattolici sono così ricercati e preziosi, gli stessi sono consapevoli di quanto “valga” il proprio voto e soprattutto hanno una chiara idea di cosa possono e non possono votare, stante il messaggio del Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa?

Perché molti cattolici oggi votano a destra

Cominciamo dal voto dato dai cattolici a destra (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati ecc.): in questo caso, pur con sfumature molto sottili, a volte quasi impercettibili, si vota comunque per partiti che sostengono la laicità dello Stato insieme alla dignità della religione cattolica e al dovere di tutelare la libertà di culto. Si vota a destra anche per la difesa della famiglia naturale, fondata sul matrimonio e sull’unione di un uomo e una donna (e non sulle unioni omosessuali, come invece propone la sinistra). Si vota a destra, pur con qualche distinguo, per la difesa della vita, considerando l’aborto un male che sarebbe meglio evitare, benché codificato nella nostra legislazione dopo il referendum che una quarantina di anni fa ha visto la maggioranza degli italiani scegliere per l’interruzione volontaria della gravidanza. Si vota a destra per il sostegno della libera iniziativa economica e delle imprese, a partire da quelle più piccole, che non sono da spremere con tasse e balzelli inutili e vessatori, ma da favorire in ogni modo quali “creatori di lavoro e di ricchezza”. Ancora si vota a destra per una chiara collocazione nello scacchiere occidentale dei paesi democratici, tra Europa, Stati Uniti d’America e Giappone-Taiwan, in una alleanza di fatto dei paesi liberi contro le dittature più o meno aperte o camuffate, dalla Cina, alla Russia, all’India, fino ai paesi islamici e ai capipopolo africani o sudamericani.

Si vota a destra (e forse questo è uno dei motivi principali del successo delle destre oggi) anche per avere una immigrazione ordinata e controllata, evitando l’accoglienza indiscriminata difesa dai partiti progressisti che tanti danni sta facendo ai paesi occidentali, tra i quali non ultimo la ricomparsa di eventi terroristici che stanno preoccupando non poco l’opinione pubblica.

Da ultimo si vota a destra quando si sostiene la libertà di parola contro i tentativi continui della sinistra italiana ed europea di imporre forme di censura, col pretesto di bloccare le “fake news”, cioè tutti gli interventi che la stessa sinistra non gradisce.

Invece perché diversi cattolici votano a sinistra, e dove sbagliano?

I cattolici che votano a sinistra sono affascinati dal mito dell’“uguaglianza” vagheggiata da Marx e dai suoi epigoni, che però non si è mai realizzata negli stati del comunismo reale (vedere Cina, ex-Urss, Venezuela, Cuba ecc.). Votano a sinistra perché considerano il mondo imprenditoriale una congrega di egoisti profittatori della manodopera e di evasori fiscali, e vorrebbero che a regolare l’economia ci fosse solo lo Stato con le proprie aziende controllate centralmente. Votano a sinistra perché, pur godendo spesso di posizioni lavorative di prestigio e ben pagate, spesso ottenute nei ranghi pubblici a seguito della loro adesione a partiti progressisti, si lavano la coscienza e giustificano i propri privilegi sostenendo l’immigrazione incontrollata dimostrandosi così “buoni” e “accoglienti”, e non “razzisti” come invece considerano i “fascisti” che e votano a destra.

I cattolici che votano a sinistra sbagliano poi, e di grosso, perché non si rendono conto che con il loro voto sostengono una visione della vita, dell’amore, della famiglia, della tutela del più debole totalmente contraria all’ etica cattolica, la quale come è noto dice “no” all’aborto, “no” alle unioni omosessuali, “no” alle teorie gender che vogliono indottrinare i più piccoli su aberrazioni quali l’ “identità di genere” e il cambio di sesso (pratica che riduce il corpo di chi vi si sottopone a una parodia della vera mascolinità o della vera femminilità, senza alterare il patrimonio genetico che resta quello di maschi o di femmine cui sono stati modificati chirurgicamente gli attributi genitali).

I cattolici che votano a sinistra si schierano inoltre con coloro che oggi vogliono mettere a tacere chi la pensa diversamente da loro sui “social” o sui giornali, come hanno tentato con la legge Zan sulla omofobia, allo stesso modo che le dittature russa o cinese mettevano (e ancora mettono) nei lager i dissidenti fino a farli morire.

A nostro avviso da veri e buoni cattolici non si può votare a sinistra per tutte queste ragioni, che sono più forti di qualunque elemento critico possa esserci nella proposta politica dei partiti della cosiddetta “destra”, anche in caso di qualche contro-testimonianza personale di qualche leader non propriamente “esemplare”. Nella peggiore delle ipotesi, nessun partito governativo attuale farebbe mettere in galera per un presunto “reato di opinione”, come invece voleva fare la sinistra con la suddetta legge Zan. Nessun partito della destra sostiene la parità tra i matrimoni eterosessuali, che sono nell’ordine della natura, con i cosiddetti “matrimoni omosessuali” che sono invece semplicemente il frutto di un capriccio: quello di volere a tutti i costi sembrare normali quando invece servono a coprire un comportamento vizioso e – per i cattolici – un grave peccato contro il sesto comandamento che dice: “non commettere atti impuri”.

Per concludere, i cattolici che votano a sinistra di fatto si comportano, forse senza saperlo, come dei cripto-comunisti, per giunta atei e nemici di Dio, che vogliono ridurre a tacere chi la pensa diversamente da loro e con la scusa di essere “inclusivi” (cioè di accettare acriticamente tutte le visioni del mondo) arrivano al punto di rinnegare le ragioni profonde del loro stesso essere cattolici. Meglio dirlo chiaramente. So che qualcuno mi fischierà e forse mi insulterà. Ma io la penso così.

Il Credente

WP to LinkedIn Auto Publish Powered By : XYZScripts.com