Italiano ne occorre di più!
Aumentiamo le ore di italiano!?!
La lingua italiana è la disciplina primaria per l’edificazione delle conoscenze in tutte le aree del sapere, oltre a strumento di gestione e consolidamento di ogni processo di apprendimento.
Nella sua funzione di mediazione per l’accesso agli altri linguaggi specifici l’italiano è dunque fondamentale per la comprensione, lo studio e la fruizione delle conoscenze delle varie discipline.
In ragione di tali considerazioni, le finalità dello studio dell’italiano sono anzitutto transdisciplinari e molte delle attività svolte sono pensate, esplicitamente o implicitamente, in funzione dell’elaborazione di un metodo di studio efficace e consapevole.
Ciò non toglie, ovviamente, che la lingua italiana diventi essa stessa oggetto di analisi linguistica, sia sul versante della grammatica sia sul versante della fruizione e della produzione di generi e tipologie di testi diversi, fino a “disciplinarsi”, negli ultimi anni della scuola secondaria di secondo grado, nella “storia della letteratura”.
Si può affermare che il nucleo disciplinare sia è costituito dal testo: in sintesi estrema, la finalità specifica dello studio dell’italiano consiste nel comprendere e interpretare i testi più svariati e nel realizzare testi corretti, appropriati e significativi.
Detto questo, quali le conseguenze di mancate competenze in “literacy”?
Il recente rapporto OCSE-PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies), pubblicato il 10 dicembre 2024, fotografa una situazione allarmante per il nostro paese nella popolazione tra i 16 e 65 anni.
Nella “literacy” il 35% degli italiani (media Ocse 26%) ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al livello 1 e rientra quindi nella categoria degli analfabeti funzionali. Nel senso che sanno leggere e scrivere, ma hanno difficoltà grandi nel comprendere, assimilare o utilizzare le informazioni che leggono.
Nella definizione Ocse, al livello 1 (25% del campione in Italia) riescono a capire testi brevi ed elenchi organizzati quando le informazioni sono chiaramente indicate.
Al di sotto del livello 1 (10%) possono al massimo capire frasi brevi e semplici.
Solo il 5% degli adulti italiani (contro il 12% medio Ocse) ha ottenuto i risultati più elevati (livelli 4-5) in quanto possono comprendere e valutare testi densi su più pagine, cogliere significati complessi o nascosti e portare a termine compiti.
Le carenza di competenze linguistiche incidono non solo sulla capacità di interpretare testi complessi, ma anche sull’apprendimento logico e numerico.
E allora che si fa?
Allora in attesa di future riforme ordinamentali, bene hanno fatto alcune scuole “pioniere” ad aumentare le ore settimanali dell’insegnamento dell’italiano: cinque ore settimanali anziché le attuali quattro.
L’aumento delle ore di insegnamento è pensato per rafforzare le competenze linguistiche e morfosintattiche degli studenti, riconoscendo l’importanza di una solida padronanza della lingua italiana come base per ogni apprendimento e in particolare come strumento imprescindibile per lo studio delle tanto oggi decantate discipline STEM.
Pio Mirra
DS IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)