Maggio 20, 2025
Lo scrittore Pierpaolo Rospo, in arte Pierferré

Nell’epoca dei libri un tanto al chilo e dell’I.A., tanto che alcuni Editori tengono ad apporre la scritta “made by human” in calce alla pagina delle informazioni, si accendono qui e lì delle luci: scrittori in erba, autori emergenti o di fama consolidata, con un tratto in comune: il desiderio di fare del mondo un posto migliore, con le loro parole. 

In occasione di un evento letterario, “Autori Ticinesi nel Mondo” – ideato e organizzato dall’Autrice Maria Grazia Scorza allo scopo di valorizzare Scrittori che stanno conquistando fama e onori in altre Nazioni – ho avuto il piacere di scambiare due parole con Pierpaolo Rospo, in arte Pierferrè. 

Pierpaolo scrive per passione da una vita e per anni lavora come ghost writer. Ma il suo destino bussa alla porta e nel 2022, convinto da un’amica addetta ai lavori, decide di pubblicare il suo primo romanzo “Le Ragioni del Tempo”. Da Autore alla sua prima esperienza, ancora sconosciuto, decide di servirsi di Amazon e Apple book.

“Nulla è meraviglioso quanto la libertà di scrivere quando si sente che è il momento, e, soprattutto, ciò che si desidera scrivere.” Confessa.

Il libro riscuote un successo a dir poco strepitoso e, a un anno dalla sua pubblicazione, diventa sceneggiatura nelle sapienti mani di Monica Carpanese.  

Quindi vola al primo posto della classifica dei romanzi più venduti su Amazon per la sua categoria, e continua a regalare all’Autore e alla Sceneggiatrice bellissime soddisfazioni.

Nel 2023 Pierferrè si aggiudica un premio speciale in qualità di scrittore residente all’estero in occasione del Premio Internazionale degli Scrittori Italiani Prima Edizione, e una menzione speciale della Critica a Opere meritevoli in occasione della 17ma Edizione del Premio Letterario Internazionale “Massa, città fiabesca di mare e di marmo”.

L’anno successivo la sceneggiatura tratta da “Le Ragioni del Tempo” riceve una nomination allo Swiss Alpenglow International Film Festival; il primo premio come “best original screenplay” al Rome International Movie Awards; una honorable mention conferita dal “Cinescreen Int. Film & Screenplay”; il premio per il “Best Original Screenplay” dal Madrid International Movie Award; il premio “Best Feature Script” dal Maff International Film Festival.

Ah… Mentre ne scrivo, il libro è giunto alla sua terza edizione.

È una persona perbene, Pierpaolo. Un ragazzo umile, gentile e dal cuore generoso.

JL: Ti saresti mai aspettato tanto successo e in così poco tempo?

PR: “Assolutamente no, non mi aspettavo il successo che stanno avendo i miei libri. Ho iniziato a scrivere perché mi piace, mi fa sentire libero. Certo, vedere le mie storie viaggiare, toccare le vite dei miei lettori, ricevere premi e recensioni, mi apre il cuore ogni volta e mi commuovo.”

JL: Qual è stato il tuo percorso per arrivare fino a qui?

PR: “Sicuramente è stato un percorso ricco di strade dritte, in discesa, poi salite, ostacoli, dubbi, meraviglia… Ho preso anche sentieri che non conoscevo. Alcuni mi hanno portato da qualche parte, altri li ho abbandonati a metà perché non mi portavano da nessuna parte. È il fascino di chi scrive: il libro non è mai il risultato di un percorso ‘liscio’ in cui scegli di scriverlo e in capo a una settimana l’hai fatto. Il libro è un continuo cambiare: scrivi un capitolo e sei contento, tre giorni dopo lo rileggi e non ha senso. Ma questa è la meraviglia di chi scrive. E questa è la fortuna, di chi scrive. Chi legge si gode l’opera, ma si perde la meraviglia del lavoro che ha fatto lo scrittore per portarla alla luce. Poi ogni Autore ha il suo metodo. Il mio consiste nello scrivere almeno due libri di diverso argomento insieme. Questo mi permette di non incastrarmi, perché capita che si arrivi a un certo punto e ci si blocchi, è il blocco dello scrittore che io chiamo la noia dello scrittore. Capita quando su un certo argomento hai esaurito la tua vena. Così, per non rimanere fermo sul primo, vado avanti con il secondo.”

JL: Quali sono le sfide, se ci sono state, che hai dovuto affrontare?

PR: “Di sfide chi scrive ne ha tante. La prima è la classica paura da prestazione. Dopo il successo del primo libro ‘Le Ragioni del Tempo’, doveva uscire il secondo ed ero spaventato. Ci ho lavorato, ho buttato e rifatto capitoli… Non avevo paura che qualcuno potesse dire che era brutto, ma di deludere chi fosse andato sul sicuro dopo aver letto il primo. L’altra grande sfida è restare te stesso, restare autentico, mantenere quello che è il tuo Scopo nella scrittura. Sentirti bene, sentirti felice.” 

JL: Com’è ti è venuta l’ispirazione di scrivere “Le Ragioni del Tempo”? 

PR: “Il libro è nato perché andavo ad allenarmi correndo sul lungolago di Lugano e un pomeriggio, ho notato una signora anziana seduta su una panchina. Ebbene, ho immaginato che quella panchina fosse un portale, e che quella signora fosse lì in attesa del momento giusto, della congiunzione corretta per passare dall’altra parte e incontrare non so chi. Da qui è nata la storia di Caterina e ‘Le Ragioni del Tempo’”.

JL: Chi è Caterina?

PR: “È ogni donna che ha saputo soffrire, lottare, guarire… È ogni anima che riesce a trovare l’equilibrio fra la tranquillità e la ribellione. La maggior parte delle persone che hanno acquistato e recensito il libro sono donne. Molte di loro si sono ritrovate in Caterina. Questo può farmi piacere come scrittore, come essere umano assolutamente no, perché è triste che molte donne si ritrovino nella storia di Caterina, nelle sue ferite… D’altra parte si identificano nella sua forza, nel suo coraggio di cambiare, di avere paura e di ribellarsi.”  

JL: Quali sono, a tuo avviso, gli ingredienti a rendere il tuo primo romanzo così speciale?

PR: “È una storia che non smette di emozionare… Un viaggio indimenticabile, una narrazione che ha conquistato il cuore dei lettori e ottenuto riconoscimenti che parlano da soli… Un libro che continua a sorprendere e a incantare. Una storia che vibra di emozioni. Un’avventura che sa come catturare l’immaginazione del lettore…”

JL: Poi c’è “Schegge”, la raccolta di racconti che continua a conquistare recensioni lusinghiere da parte di pubblico e critica…

PR: “Dei tre è il libro al quale sono particolarmente legato. Contiene otto racconti auto conclusivi che accompagnano il lettore sull’orlo del baratro, e poi… Mi fermo qui. Sono storie che ti prendono, ti appassionano, restano con te nel tempo. Quella di Ulani ad esempio, che trova riscatto in un momento drammatico della sua vita, o quella di Ares, il cecchino che si mette in gioco per distruggere una tratta di donne, o ancora la tenera storia di Cheriè e della forza dell’amore… E poi c’è l’incredibile avventura di Oliver, un cucciolo di Bovaro che scoprirà un mondo che non conosceva. … Anche il racconto dedicato all’anima di Jack, che si è dimenticato, in vita, di essere un marito e un padre… E altre storie.”

JL: Il terzo in ordine di uscita è “La libreria delle Risposte”…

PR: “È una libreria davvero speciale perché non ha un indirizzo preciso. Si sposta da un luogo all’altro nel cuore di Roma. Appare solo a chi, consapevolmente o meno, la cerca sperando di trovarvi risposte e verità. Agli altri è invisibile. È un luogo magico, dove reale e immaginario si fondono. Certamente chi ci entra, ne esce trasformato.”

A un anno dalla sua pubblicazione, “La Libreria delle Risposte” riceve il Premio della critica al salone del libro di Torino e il Diploma di merito conferito dal “Premio letterario internazionale Autori Italiani” 2024. È inoltre finalista al concorso “Una storia per il cinema 2024” e finalista al Premio Letterario Internazionale “Massa, Città fiabesca di Mare e di Marmo” (ndr)

JL: Qual è il fil rouge che unisce le tue opere?

PR: “C’è sempre un filo sottile, quasi impercettibile, che attraversa le mie storie. Il desiderio di riscatto, il bisogno di ritrovarsi, di comprendersi. È un po’ come dare un senso al caos che spesso ognuno di noi ha e che io credo sia utile avere, perché ti permette di trovare soluzioni e migliorare. Ogni racconto, ogni storia che scrivo è come una mappa che scorre lungo queste linee, per cui è innegabile che tutti i miei libri abbiano un legame tra di loro.”

JL: Cosa c’è di te in ognuna delle tue opere e quali sono, rispettivamente, i messaggi lanciati al lettore?

PR: “In ogni libro che scrivo c’è necessariamente qualcosa di me. Può essere un ricordo, una ferita, una speranza. Ogni personaggio che creo porta in sé qualcosa che ho immaginato, se non l’ho vissuto. Credo sia lo stesso personaggio a guidare lo scrittore, come se sapesse già dove condurre la storia. Ecco perché credo sia di grande importanza la creazione del personaggio, la sua collocazione e identificazione… Evitando di inserire troppe informazioni, perché credo sia bello lasciare al lettore la possibilità di tracciare il contorno del personaggio stesso. I messaggi che cerco di dare ai miei lettori sono sempre fondamentalmente umani, anche se inseriti in storie non necessariamente all’insegna del ‘tutto è bello’ e ‘ce la puoi fare’. In ‘Ares’, ad esempio, ho narrato la storia di un cecchino che deve portare a termine il suo lavoro… I messaggi sono quelli di ascoltarsi, di avere il coraggio soprattutto di accettare le proprie ombre, che credo sia uno dei passi più importanti verso la felicità. E poi credere, credere fortemente nel cambiamento.”

JL: … E i valori fondanti delle tue storie?

PR: “Sono quelli della mia vita, l’empatia, la libertà… Credo molto nel potere della gentilezza, nell’energia delle proprie scelte. Credo molto anche nella forza, nella potenza del dubbio. Solo il dubbio ti permette di migliorare, nella vita come nella scrittura di un romanzo, quando ti chiedi se ciò che scrivi corrisponde davvero a ciò che vuoi raccontare. Sotto un certo punto di vista scrivere è quasi un atto politico, nel senso che ogni parola può generare consapevolezza, ogni storia può cambiare un punto di vista, un destino… Ogni parola può essere interpretata e questa è una grande responsabilità di chi scrive, parlando a un pubblico vasto e sconosciuto. Per questo è necessario adottare un modo di comunicare potenzialmente valido per tutti.”

JL: In che modo ritieni che, attraverso le parole, uno Scrittore possa dare il proprio contributo alla costruzione di un mondo migliore?

PR: “Le parole sono importanti e chi scrive ha una grande responsabilità. Le parole hanno il potere di risvegliare le persone, le coscienze, ci permettono di vedere ciò che avevamo smesso di guardare… Quante volte capita che qualcuno, leggendo qualcosa, si ricordi di un evento del proprio passato. È questo il contributo dello Scrittore che, più che raccontare storie, semina forse domande, aprendo degli spazi in cui il lettore può fermarsi e riflettere. E lì, a volte, scocca la scintilla del cambiamento.”

JL: Oltre alle parole servono anche azioni concrete. E tu ne stai dando piena dimostrazione.

PR: “Sì… Per un anno intero dalla pubblicazione del mio primo romanzo ho fatto un accordo con l’Associazione ‘La casa delle donne’ di Lugano, che aiuta le donne vittime di violenza, donando loro il totale degli incassi derivante dalle vendite. Per correttezza postavo sui social sia le mail di ringraziamento, sia le ricevute dei versamenti.”

JL: Facciamo un gioco. Ti va di scegliere, per ciascuno dei tuoi tre libri, un destinatario speciale? E quale sarebbe il messaggio contenuto in ogni dedica?

PR: “Mi piace questo gioco! Comincerei rispettando l’ordine di uscita. ‘Le Ragioni del Tempo’ lo dedicherei a un’insegnante donna che lavora in scuole di periferia, in classi con alunni che non siano poi così disponibili. Lo dedicherei a lei perché, al di là della fondamentale importanza del suo lavoro che dovrebbe essere valorizzato molto di più, ogni sua parola potrebbe diventare almeno per qualcuno dei ragazzi un’ala per fargli spiccare il volo. Gli insegnanti sono persone che danno tanto, che fanno tanto, e portano sulle loro spalle una responsabilità incredibile di cui né i ragazzi, né soprattutto i genitori, si rendono conto. Il secondo libro, ‘Schegge’, la raccolta dei racconti, lo dedicherei a un politico. Se leggesse i racconti con il cuore, si potrebbe rendere conto che il potere più grande è di chi ascolta, non di chi parla. E i politici non ascoltano, purtroppo, e anche se lo fanno, fingono. Il terzo, ‘La Libreria delle Risposte’, lo dedicherei a tutte le persone che hanno smesso di credere in loro stessi. A una persona che, nonostante le avversità, decide di rialzarsi. Perché è rialzarsi il vero traguardo.”

JL: Stai lavorando a un nuovo libro o a più di uno in questo momento?

PR: “Proprio la scorsa settimana ho mandato in revisione un libro di genere allegro, comico, un saltimbanco delle parole. È una delle cose più divertenti che abbia fatto come scrittore: apri lo scrigno delle parole e dici loro: ‘Uscite e andate dove volete, unitevi tra di voi, formate nuovi termini, fate quello che volete.’ Scriverlo, per me, è stato divertentissimo. Il titolo è ‘Quando il surreale incontra il sotto falso’. Nel contempo, sto rivedendo gli ultimi due capitoli di un altro libro di racconti il cui titolo è “Ombre di carta”. Uno di questi racconti è dedicato a un clochard che ritroverà, per caso, se stesso in un bambino. L’incontro gli permetterà di ricordare chi è stato e di comprendere che può, a dispetto della sua invisibilità ai più, fare ancora molto. Non indugio nel pietismo in un racconto strappalacrime: dapprima creo il dramma che si basa sulla realtà, poi chiudo offrendo un gesto di Speranza.”  

In questo momento, sulla mia scrivania, fra gli altri ci sono anche i tre libri di Pierferrè. Ogni giorno, al ritmo di tre pagine per ogni libro, mi immergo nelle sue storie e ritorno alla vita “reale” più ricca di emozioni, messaggi preziosi e profondi spunti di riflessione. Sono proprio contenta di aver incontrato Pierpaolo e spero tanto, con questa intervista, di aver ispirato i nostri lettori a comprendere che il vero successo è il premio di chi fa della propria Passione un contributo di valore al mondo.  

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