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Lungi da me puntare il dito contro il ministro Sangiuliano, chiunque può avere debolezze o lati personali oscuri, ci mancherebbe, ma indipendentemente da questo è invece il caso di fare alcune riflessioni sui ruoli e su chi li assegna.

Anche la sua apparsa in TV sputtanandosi davanti al paese è encomiabile, pochi lo avrebbero fatto.

Certamente è stata una richiesta del leader che ora può dimostrare il suo potere sui suoi ministri, ma quale risultato è stato ottenuto?

Certamente quello di deviare il colpo, mettendo sul ministro un’ombra di macchietta comica già messa da lui stesso con le sue innumerevoli Gaffes agite in precedenza.

Eppure ieri sera mentre sentivo questa vicenda in televisione ed ascoltavo la patetica confessione del ministro davanti ad un giornalista che evidentemente non voleva fare quell’intervista, mi è rimasto un tarlo in fondo al cervello.

Sono andato a dormire, per così dire visto che negli ultimi mesi dormo due ore per notte, e di colpo ho avuto una specie di visione mistica, un boato che ha interrotto la mia pur breve notte.

Sangiuliano Boccia, Mussolini Petacci.

No, no, cari lettori, non sono uguali, non mi permetto di paragonarli ne come caratura ne come spessore, però, però …

Il confronto tra il caso del ministro Gennaro Sangiuliano e quello di Alessandra Boccia con la relazione tra Benito Mussolini e Claretta Petacci offre un interessante parallelo, anche se i due episodi si inseriscono in contesti storici e politici molto diversi.

Benito Mussolini, dittatore fascista italiano, instaurò una relazione con Claretta Petacci durante gli anni ’30 e ’40, un periodo in cui Mussolini deteneva un potere quasi assoluto in Italia. Petacci era una figura privata, senza alcun ruolo politico ufficiale, ma la sua vicinanza al Duce la rendeva una presenza significativa nella vita di Mussolini.

Questa relazione si svolse in un clima di repressione, censura e segretezza, tipico dei regimi autoritari.

Claretta Petacci non aveva un ruolo ufficiale nel governo fascista, ma la sua relazione con Mussolini le permetteva di esercitare un’influenza personale sul dittatore, anche se questa è difficile da quantificare. La sua vicinanza a Mussolini sollevava sospetti e critiche, ma il contesto autoritario limitava la diffusione di tali sentimenti. Petacci, pur essendo un’amante privata, era simbolicamente legata al regime e alla sua decadenza.

La relazione tra Mussolini e Petacci terminò in modo tragico: entrambi furono catturati e giustiziati dai partigiani nel 1945, e i loro corpi furono esposti pubblicamente. Questo episodio segnò non solo la fine della loro relazione ma anche la caduta del regime fascista. La relazione è stata simbolicamente legata alla caduta di Mussolini, rappresentando la sua vulnerabilità e la fine del suo potere.

Claretta Petacci, pur non avendo un ruolo ufficiale nel governo fascista, esercitò un’influenza su Benito Mussolini che, in alcuni casi, si tradusse in effetti politici. La natura di questa influenza è stata oggetto di dibattito tra gli storici, ma ci sono diversi episodi e circostanze che suggeriscono come la vicinanza della Petacci al Duce potesse essere sfruttata per influenzare decisioni politiche o per favorire interessi personali e di terzi.

Claretta Petacci aveva un accesso quasi costante a Mussolini, anche in momenti di grande importanza politica. Questo accesso le consentiva di discutere con lui di questioni personali, ma anche di affari di stato. L’influenza che esercitava non era tanto diretta quanto sottile e personale, basata sul legame emotivo che aveva con il Duce.

Mussolini, noto per il suo carattere autoritario e spesso distante dagli altri, trovava in Claretta una confidente con cui condivideva le sue ansie e insicurezze. Questo legame intimo poteva tradursi in una sorta di influenza sottile sulle sue decisioni.

Uno degli aspetti in cui l’influenza della Petacci si manifestò maggiormente fu il favoritismo. Era risaputo che Claretta utilizzasse la sua posizione per intercedere a favore di amici e parenti. Attraverso le sue pressioni su Mussolini, riuscì a ottenere favori per persone a lei vicine, come incarichi o concessioni.

Un esempio emblematico fu la sua insistenza affinché Mussolini concedesse protezione e privilegi alla sua famiglia, come l’assegnazione di posizioni di rilievo o l’intercessione in questioni legali.

Esistono testimonianze secondo le quali Claretta Petacci interveniva anche su questioni più ampie. Uno degli episodi più noti è quello relativo al suo tentativo di influenzare Mussolini riguardo ai rapporti con la Germania nazista.

Claretta, come molti italiani dell’epoca, era affascinata dal carisma di Hitler e dal successo del Terzo Reich, e non nascose mai a Mussolini la sua ammirazione per il Führer.

Alcuni storici sostengono che, pur non essendo determinante, l’insistenza di Petacci sulla forza della Germania potrebbe aver contribuito a rafforzare in Mussolini la convinzione che l’alleanza con Hitler fosse strategicamente vantaggiosa per l’Italia, specialmente nel periodo iniziale della guerra.

Un altro tema controverso è quello dell’influenza di Petacci sulle politiche razziali del regime fascista.

Sebbene Mussolini fosse il principale artefice delle leggi razziali del 1938, vi sono documenti che suggeriscono come Petacci, proveniente da una famiglia borghese benestante, avesse opinioni fortemente antisemite e potesse aver contribuito, almeno in parte, a rafforzare l’orientamento razzista del regime.

Tuttavia, è importante sottolineare che la decisione di adottare politiche razziali fu principalmente il risultato di pressioni internazionali e della volontà di Mussolini di allinearsi con la Germania nazista, piuttosto che un’influenza diretta di Claretta Petacci.

L’influenza di Claretta Petacci su Mussolini rappresenta un esempio di come, in un regime autoritario, le dinamiche personali possano intersecarsi con le decisioni politiche. Sebbene Claretta non avesse un ruolo ufficiale, il suo rapporto stretto con il Duce le permise di esercitare una certa influenza, soprattutto in termini di favoritismi e pressioni personali.

Tuttavia, la sua influenza su decisioni politiche di ampio respiro, come l’alleanza con la Germania o le politiche razziali, rimane un tema controverso e non privo di ambiguità, dove la sua azione si inserisce in un contesto più ampio di dinamiche politiche e internazionali.

Gennaro Sangiuliano è un ministro della Repubblica Italiana, mentre Alessandra Boccia è una figura privata legata a Sangiuliano. La loro relazione si svolge in un contesto di trasparenza e pluralismo politico, dove la vita privata delle figure pubbliche è spesso oggetto di attenzione mediatica (vedasi le varie foto pubblicate insieme sui social), ma in un ambiente che garantisce diritti e libertà civili, molto diverso dal clima autoritario dell’epoca fascista.

Non ci sono fotografie che rappresentano il duce insieme a Claretta eccetto quella in cui sono appesi insieme a piazzale Loreto, questo la dice lunga su come questo tipo di relazioni vanno intelligentemente gestite soprattutto da parte di chi ha incarichi di rappresentanza del paese.

In un contesto democratico, l’influenza di Alessandra Boccia su Gennaro Sangiuliano sarebbe, se esistente, molto più limitata. La trasparenza e la vigilanza mediatica nelle democrazie moderne riducono la possibilità di influenze occulte, sebbene la vicinanza personale possa ancora suscitare speculazioni.

Ed inoltre, me ne scusi il ministro Sangiuliano, poco conta la sua figura rispetto a quella di Mussolini di allora in termini di potere politico.

Tuttavia, in assenza di un contesto dittatoriale, il loro legame è meno significativo dal punto di vista politico e più personale.

Le conseguenze pubbliche della relazione tra Sangiuliano e Boccia sono molto meno drammatiche. In un contesto moderno, una relazione tra un politico e una persona privata può generare attenzione mediatica, ma difficilmente avrà ripercussioni così gravi come nel caso di Mussolini e Petacci.

Tuttavia, la percezione pubblica di tali relazioni può influenzare la reputazione del politico coinvolto, soprattutto se emergono questioni di conflitto di interesse o altre controversie.

Ma la problematica più grave è quella che nel paese suddetti accadimenti minano la fiducia nell’esecutivo e nel suo leader, e questo esecutivo ne ha di problematiche del genere.

Meraviglia che questo esecutivo sottovaluti come il suo comportamento possa generare danni.

Cerchiamo qui brevemente di spiegarglielo.

L’attenzione spasmodica al chiacchiericcio e al gossip in Italia può essere spiegata attraverso una combinazione di fattori culturali, sociali e mediatici che hanno radici profonde nella storia e nella società italiana.

L’Italia ha una lunga tradizione di vita comunitaria, dove le interazioni sociali giocano un ruolo centrale nella vita quotidiana. Nei piccoli paesi e nei quartieri delle città, il chiacchiericcio e il gossip sono stati per secoli strumenti di coesione sociale, attraverso cui le persone condividevano informazioni, rafforzavano i legami comunitari e mantenevano una certa forma di controllo sociale.

Questo tipo di interazione sociale si è mantenuto vivo anche nelle grandi città e nell’epoca moderna, dove il gossip continua a fungere da collante sociale, permettendo alle persone di sentirsi parte di una comunità più ampia.

I media italiani hanno contribuito notevolmente alla diffusione del gossip, trasformandolo in un vero e proprio settore dell’informazione. Programmi televisivi, riviste e giornali dedicati interamente al gossip e alla cronaca rosa hanno avuto un successo enorme in Italia.

Questa attenzione è alimentata da un sistema mediatico che spesso favorisce notizie leggere e sensazionalistiche rispetto a quelle più serie o approfondite, perché queste tendono a catturare l’attenzione di un pubblico ampio e variegato. La spettacolarizzazione della vita privata di personaggi pubblici ha reso il gossip un elemento centrale dell’intrattenimento.

L’influenza della cultura popolare italiana, con una lunga tradizione di commedia, teatro e letteratura che si concentrano spesso sui vizi e le virtù della società, ha contribuito a rafforzare l’interesse per le storie personali e il gossip.

Dalle opere di autori come Boccaccio, con il suo “Decameron”, fino alla commedia dell’arte e ai film italiani del dopoguerra, c’è sempre stato un interesse per le storie intime, per le relazioni personali e per i pettegolezzi. Questo interesse è stato ulteriormente amplificato dai media moderni.

La società italiana è caratterizzata da una forte attenzione all’immagine e alla reputazione.

In questo contesto, il gossip funge da strumento attraverso il quale le persone monitorano la reputazione altrui e proteggono la propria.

L’importanza attribuita all’apparenza e al “bel vivere” rende il gossip una forma di vigilanza sociale, dove la reputazione è costantemente sotto esame. Inoltre, la dimensione familiare e la rete di relazioni personali sono particolarmente importanti in Italia, e il gossip può influire su queste dinamiche, rafforzandole o, in alcuni casi, minandole.

In un paese come l’Italia, che ha vissuto e continua a vivere momenti di crisi politica, economica e sociale, il gossip offre un’evasione dalla realtà quotidiana.

Le storie di celebrità, scandali e pettegolezzi offrono una forma di intrattenimento che permette di distrarsi dai problemi più gravi.

Questo meccanismo di evasione non è unico dell’Italia, ma nel contesto italiano assume una particolare rilevanza a causa dell’intensità e della pervasività con cui il gossip è consumato e discusso.

Con l’avvento dei social media e della globalizzazione delle informazioni, il gossip è diventato ancora più accessibile e diffuso. Le piattaforme digitali hanno amplificato la portata del gossip, permettendo una diffusione immediata e su vasta scala di notizie, vere o presunte, riguardanti personaggi pubblici e non solo.

In Italia, l’uso estensivo dei social media ha ulteriormente alimentato questa tendenza, rendendo il gossip una parte ancora più integrante della vita quotidiana.

L’attenzione spasmodica al gossip in Italia è il risultato di una combinazione di tradizioni culturali, strutture sociali e dinamiche mediatiche. Il gossip, in questo contesto, non è solo un passatempo leggero, ma una componente radicata nella cultura e nella società italiana, che riflette e rafforza i valori della comunità, l’importanza della reputazione e la necessità di evasione.

Anche se spesso criticato per la sua superficialità, il gossip continua a svolgere un ruolo significativo nel tessuto sociale italiano.

Forse questo esecutivo ha bisogno di consulenti migliori!!

Come ultima cosa, che poi mi ha permesso stanotte di tornare a dormire la mia oretta, è questa considerazione:

Claretta con il suo Ben è andata dritta alla fucilazione, Maria Rosaria con il suo Gennaro dritta in tv!

O tempora, o mores

 

noi lo avevamo già detto!!!

Brava Giorgia, adesso occhio allo spoils system!

 

2 thoughts on “La storia si ripete?? eheheh …

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