Magheggi di Valditara: oggi i genitori decidono i docenti di sostegno, domani tutti i docenti?

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DALL·E 2024-04-05 11.23.38 - A whimsical scene set in a fantasy classroom. In the foreground, a cartoonish, middle-aged wizard teacher, dressed in an exaggeratedly long robe adorn

Il ministro Valditara esce con l’idea di dare in mano ai genitori la possibilità della riconferma del docente di sostegno.

La proposta avanzata dal Ministro Valditara, che prevede una maggiore discrezionalità dei genitori nella scelta dei docenti di sostegno per i propri figli con disabilità, solleva questioni fondamentali circa l’evoluzione del sistema educativo e il ruolo dei genitori nelle decisioni scolastiche.

Questa mossa potrebbe essere interpretata come un preludio a una trasformazione più ampia della modalità di selezione e assegnazione del personale docente, suggerendo la possibilità che, in un prossimo futuro, i genitori possano avere un ruolo ancora più significativo nella scelta di tutti i docenti.

Da un lato, l’idea di coinvolgere maggiormente i genitori nel processo educativo dei propri figli è radicata in una concezione dell’educazione come collaborazione tra scuola e famiglia.

Questo approccio, in teoria, potrebbe portare a un maggior grado di personalizzazione dell’istruzione, con la scelta di docenti che si adattino meglio alle esigenze specifiche e agli stili di apprendimento degli studenti.

Tuttavia, tale modello solleva importantissimi interrogativi relativamente all’equità, alla professionalità docente e all’autonomia scolastica.

In termini di equità, la possibilità per i genitori di scegliere i docenti potrebbe accentuare le disuguaglianze esistenti nel sistema educativo.

Famiglie con maggiori risorse o informazioni potrebbero essere in grado di influenzare maggiormente il processo di selezione, potenzialmente a discapito di studenti provenienti da contesti meno privilegiati.

Inoltre, tale sistema potrebbe mettere sotto pressione i docenti, i quali potrebbero sentirsi obbligati a compiacere i genitori per garantirsi una posizione, piuttosto che concentrarsi sulle esigenze educative degli studenti.

Dal punto di vista della professionalità docente, il rischio è che la selezione basata sulle preferenze dei genitori possa non riflettere necessariamente la competenza o l’esperienza degli insegnanti.

I criteri di scelta potrebbero basarsi su percezioni soggettive o su preferenze che non corrispondono alle migliori pratiche pedagogiche.

Ciò potrebbe erodere l’autonomia professionale degli insegnanti e la loro capacità di adottare approcci didattici innovativi o sfidanti.

Infine, l’assegnazione dei docenti basata sulle preferenze dei genitori potrebbe limitare l’autonomia delle istituzioni scolastiche nella gestione del personale e nell’organizzazione curricolare.

Le scuole potrebbero trovarsi a dover bilanciare le richieste dei genitori con le esigenze organizzative e le priorità educative, potenzialmente compromettendo la coerenza e la qualità dell’offerta formativa.

In conclusione, mentre l’intenzione di coinvolgere maggiormente i genitori nel processo educativo è comprensibile e in alcuni aspetti encomiabile, la prospettiva di estendere questo principio alla scelta dei docenti solleva questioni complesse.

È fondamentale considerare attentamente le implicazioni di tale modello, ponderando gli effetti sulla qualità dell’istruzione, sull’equità e sulla professionalità docente.

Il dibattito su queste questioni è essenziale per garantire che ogni evoluzione del sistema scolastico sia guidata da un impegno verso l’istruzione di alta qualità, accessibile ed equa per tutti gli studenti.

Viene spontaneo chiedersi se queste uscite sono parte di un piano complessivo rivolto a cambiare (in peggio) il mondo della scuola o se sono sparate fatte sull’onda di percezioni mal raccolte, o se sono uscite per raccogliere voti alle prossime elezioni.

In tutti i casi il risultato è un disastro.

La scuola ha bisogno di un nuovo piano, organico, che tenga conto delle nuove sfide pedagogiche, della fragilità dei giovani di oggi e della loro accresciuta sensibilità, delle loro paure, delle necessità sempre maggiori dei docenti, del ruolo dei docenti, del ruolo della Scuola nell’impianto sociale dello stato.

Caro ministro se io fossi un docente alle prossime elezioni non voterei certo il suo partito, e forse nemmeno la coalizione di governo se queste sono le indicazioni per il futuro.

MA LA VOLETE FARE UNA RIFORMA SERIA DELLA SCUOLA O CONTINUIAMO A FARE MAGHEGGI???!!!

CI VOGLIONO ANNI, DIRETE VOI, APPUNTO INIZIATE CHE FORSE E’ GIA’ TROPPO TARDI!!!.

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