Mattarella: Why?
PRESIDENTE, ABBIAMO UNA DOMANDA DA PORRE, MA PRIMA VEDIAMO UN ATTIMO DI COSA PARLIAMO.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha recentemente dichiarato di aver promulgato leggi che non condivideva pienamente, sottolineando tuttavia il suo dovere istituzionale di procedere alla promulgazione in assenza di evidenti profili di incostituzionalità.
Questa affermazione evidenzia il ruolo del Presidente come garante della Costituzione, distinto dalle dinamiche politiche e legislative.
In particolare, Mattarella ha affermato: “Ho adottato decisioni che non condividevo”, riferendosi alla promulgazione di leggi approvate dal Parlamento che, pur non rispecchiando le sue convinzioni personali, non presentavano evidenti violazioni costituzionali
Questa posizione sottolinea l’importanza della separazione dei poteri e del rispetto delle procedure democratiche, soprattutto nella comunicazione.
Queste dichiarazioni e azioni di Mattarella mettono in luce la complessità del ruolo presidenziale in Italia, dove il Capo dello Stato deve bilanciare le proprie convinzioni personali con il dovere istituzionale di garantire il rispetto della Costituzione e delle decisioni parlamentari.
Questo equilibrio, necessario anche nelle comunicazioni appunto, è fondamentale per il funzionamento armonioso delle istituzioni democratiche e per la salvaguardia dello Stato di diritto.
Le funzioni del Presidente della Repubblica italiana sono definite principalmente dalla Costituzione italiana, in particolare nella Parte II, Titolo II. Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale. Le sue funzioni sono principalmente di tipo rappresentativo, di garanzia e di equilibrio tra i poteri dello Stato.
Funzioni principali e norme di riferimento
1. Rappresentanza dell’unità nazionale
- Art. 87, co. 1: “Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale”.
2. Promulgazione delle leggi
- Art. 87, co. 5: Il Presidente promulga le leggi approvate dal Parlamento.
- Art. 74, co. 1: Può, prima della promulgazione, rinviare una legge alle Camere con un messaggio motivato, chiedendo un riesame.
3. Nomina del Presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri
- Art. 92, co. 2: Nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.
4. Scioglimento delle Camere
- Art. 88: Può sciogliere una o entrambe le Camere, previa consultazione dei rispettivi presidenti, salvo che negli ultimi sei mesi del suo mandato (cosiddetta “prorogatio”).
- Limite: Non può sciogliere le Camere durante un procedimento di messa in stato di accusa.
5. Ruolo nella formazione delle leggi
- Art. 87, co. 4: Può inviare messaggi alle Camere.
- Art. 73: Promulga i decreti-legge e i decreti legislativi.
6. Ruolo di controllo
- Art. 74: Può rinviare una legge alle Camere per un riesame, ma deve comunque promulgarla se viene nuovamente approvata.
7. Nomina di alte cariche dello Stato
- Art. 87, co. 3: Nomina alcuni alti funzionari dello Stato, come i cinque giudici della Corte costituzionale e i senatori a vita.
- Art. 135: Nomina un terzo dei giudici della Corte costituzionale.
8. Comando delle Forze Armate
- Art. 87, co. 9: È il comandante supremo delle Forze Armate.
- Art. 87, co. 10: Presiede il Consiglio Supremo di Difesa.
9. Funzioni in materia di trattati internazionali
- Art. 87, co. 8: Ratifica i trattati internazionali, previa, quando necessaria, autorizzazione delle Camere.
10. Concessione di grazie e commutazione di pene
- Art. 87, co. 11: Ha il potere di concedere la grazia e commutare le pene.
11. Messa in stato di accusa
- Art. 90: Può essere messo in stato di accusa per alto tradimento o attentato alla Costituzione, su decisione del Parlamento in seduta comune.
12. Ruolo di garanzia durante le crisi politiche
- Il Presidente può svolgere un ruolo cruciale in caso di crisi istituzionali o politiche, ad esempio nella gestione delle dimissioni del governo o nel conferimento dell’incarico per formare un nuovo governo (art. 92).
- Art. 85: Il mandato dura sette anni. La rielezione è possibile, anche se si tratta di un evento eccezionale (ad esempio, come avvenuto per Giorgio Napolitano).
- Art. 89: Gli atti del Presidente sono validi solo se controfirmati dal Presidente del Consiglio dei ministri o dal ministro competente, che se ne assumono la responsabilità (principio di controfirma ministeriale).
- Art. 90: Il Presidente non è responsabile per gli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o attentato alla Costituzione.
Il Presidente della Repubblica svolge dunque un ruolo di arbitro imparziale, chiamato a garantire il funzionamento regolare delle istituzioni democratiche, mantenendo un equilibrio tra i poteri dello Stato.
Detto tutto quanto sopra e rispettando il ruolo istituzionale, appunto, viene però spontanea una domanda rispetto alle sue ultime dichiarazioni: “cui prodest?”.
Eh già, considerando che Lei Presidente non è solito a fare esternazioni un cui si libera dei suoi mal di pancia, questa ultima ci ha lasciato molto stupiti ed attoniti.
Il suo discorso è stato ineccepibile, ovviamente, ma perché mettere quell’affermazione ho firmato cose su cui non ero d’accordo, bastava dire il Presidente della Repubblica deve essere strumento imparziale della costituzione, la sua figura è quella l’ho accettata e la svolgo.
Invece si è sentito in dovere di dire che, negli ultimi 10 anni (quindi ha tirato dentro tutti gli schieramenti), ne ha firmate di cose che ” … è capitato più volte … di promulgare leggi … che non condivido, che ritengo sbagliate, anche inopportune …“.
Alla faccia del te lo dico, non te lo dico, te lo accenno!
E poi da notare che le è capitato con tutti, ultimi dieci anni ha detto Lei, però lo dice solo adesso!
Sarà un caso che con Conte, Gentiloni, Draghi, etc. (ricordiamo che durante il Covid si è andati avanti con decreti di presidenza ai limiti della legalità) non le è mai venuto questo rigurgito?
Vero è che la serata era una pizzata fra amici, quindi nulla di istituzionale (l’evento era organizzato per i 25 anni dell’Osservatorio Permanente Giovani – Editori), ma la tempistica ci sembra “sospetta”.
E’ vero, A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina! (frase detta da papa Pio XI, al secolo Achille Ratti)
Ma ci scusi Presidente, Lei non è anche Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ( questa duplice funzione è sancita dall’articolo 104 della Costituzione italiana, che stabilisce: “Il Presidente della Repubblica ne è presidente”)?
Ma in questo momento in cui arrivano segnali forti da gestire, Musk and company, rispetto al conflitto tra poteri ed al prossimo ruolo del nostro paese, che senso può avere la sua esternazione?
Non è che visto che Lei ha citato leggi “inopportune” a qualcuno non venga in mente di andare contro chi ha fatto queste leggi?
Non è che tra poco ci arriva l’ennesimo presidente del consiglio Tecnico amato da alcune parti del mondo e che opera non certo a favore degli italiani, per salvare questo paese da leggi inopportune? come abbiamo peraltro già visto?
In effetti sentendola ci è sembrato che questo paese sia stato in mano, da sempre, ad incapaci, ma oggi di più, tanto che Le è venuta la necessità di esplicitarlo in un importante consesso pubblico.
Non Le sembra che aver detto in modo così esplicito eh si beh io sono il garante ma per lavoro, ma se era per me col cappero che le avrei fatte ste leggi, sia stato un poco come chiamare a raccolta gli avvoltoi?
Ci permetta questo simpatico dialogo tra lei M ed un ipotetico primo ministro M1:
M: “Tu sei il primo ministro italiano?”
M1: “Dici questo da te, oppure altri te l’hanno detto sul mio conto?”
M: “Dunque, tu sei Primo Ministro?”
M1: “Tu lo dici: io sono primo ministro. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce.”
M: “Che cos’è la verità?”
M1: silenzio
M:“Non mi parli? Non sai che ho il potere di liberarti e il potere di destituirti o di obbligarti a farlo?”
M1: “Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Perciò chi mi ha consegnato a te ha una colpa più grande.”
M: “Sono forse io un fratello d’Italia? La tua gente e i capi dei partiti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?”
M1: “Il mio partito non è di questo mondo; se il mio partito fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato; ma il mio regno non è di quaggiù.”
M verso i Parlamenti: “Non trovo in lui nessuna colpa.”
M: “Che farò dunque di Primo Ministro?”
Parlamenti: “Sia destituito!”
M: “Ma che male ha fatto?”
Parlamenti: “Sia destituito!”
M: “Io sono innocente del sangue di questo giusto; voi ne risponderete.”
Parlamenti: “I suoi Voti ricadano su di noi e sui nostri figli.”
A volte anche non dire può essere una grave colpa, dire e non dire pure, ma dire senza far vedere di averlo detto ancora di più.
E come sicuramente ha pensato Lei, intanto che diceva la succitata esternazione, A buon intenditore poche parole.