Eleonora Lucchese

“Ballando, cantando e sfilando con le stelle”

In “Suor Soubrette”, la mia autobiografia, racconto di come sia riuscita, nonostante e grazie agli impedimenti di varia natura, a realizzarmi nelle mie sacrosante aspirazioni.

Ad alcune di queste ho dovuto rinunciare perché meno “urgenti”, ma non per questo meno importanti. E comunque, finché c’è vita, c’è speranza. 

Il mio messaggio ai ragazzi di ogni età è “Fregatene e risplendi!”: un incoraggiamento ad affrontare e vincere le sfide che la vita ci offre – sotto forma di pareri non richiesti, per quanto autorevoli, tutt’altro che costruttivi – sul non sempre facile sentiero dell’auto realizzazione. 

“Campioni si nasce o si diventa? O tutte e due?”

 In che misura l’ambiente familiare è determinante, affinché un figlio possa realizzarsi pienamente nelle proprie aspirazioni? Esiste un’isola felice, una famiglia ideale, naturalmente imperfetta, dove si respiri un clima di rispetto reciproco e i figli vengano educati all’amore per l’Arte e la Bellezza? 

Per rispondere a questa e ad altre domande ho raggiunto Pinuccia Matta e Raffaello Lucchese, titolari di una prestigiosa realtà dell’antiquariato luxury giunta ormai alla quarta generazione e soprattutto genitori di due splendidi virgulti di diciotto e tredici anni rispettivamente: Simone ed Eleonora. 

 “Un vivaio di stelle”

Al loro arrivo sul pianeta, i due fratellini hanno trovato ad accoglierli il clima ideale per poter fiorire in accordo con la loro natura. Mamma e papà, infatti, li hanno sempre lasciati liberi di seguire le loro inclinazioni e, si sa, un fiume scorre sempre in direzione della propria foce. Così, giorno dopo giorno, i due ragazzi lavorano in vista della realizzazione dei loro sogni, desideri e aspirazioni. 

La famiglia Matta Lucchese, a quanto pare, ha adottato un approccio educativo dal quale prendere ispirazione, come genitori, per educare i propri figli alla consapevolezza del loro intrinseco valore. Raggiungo quindi la mamma e i ragazzi per un’intervista che ha per tema il “come” incoraggiare giovani visionari a fregarsene delle nubi grigie – leggi: critiche non costruttive, profezie non felici, opinioni non richieste all’insegna di un’incredula prudenza –  e a risplendere come stelle, costi quello che costi.

“Intervista a mamma Pinuccia”

J: “Pinuccia, come siete riusciti a riconoscere i doni e i talenti dei vostri ragazzi?” 

P: “Per quanto riguarda nostro figlio Simone l’abbiamo capito subito: aveva solo sei mesi quando durante i nostri viaggi in auto, nel suo seggiolino, si muoveva a ritmo di musica per tutto il tempo. Era così divertente guardarlo. Mio marito e io ci dicevamo che sarebbe diventato un ballerino. Stupendo! Eleonora invece cantava con la sua vocina sottile, da usignolo. E poi, si muoveva con una tale grazia… Poi, a cinque anni, Simone ci fece capire in modo inequivocabile che il ballo avrebbe avuto il primo posto nella sua vita. La sua trasmissione preferita era ‘Ballando con le stelle’. Caso vuole che Alessandra Mason e Dima Pakhomov, entrambi formatori degli ospiti del programma, avessero aperto la loro scuola a Chivasso, a due passi da noi. Portammo nostro figlio a incontrarli e da lì, sarebbe cominciato tutto. Comunque, è una gioia per noi genitori scoprire e assecondare i talenti dei nostri figli!”

J: “La danza e il canto sono talenti già presenti nella vostra famiglia, o prerogativa dei vostri ragazzi?”

P: “Credo abbiano preso da me. Avevo doti canore ed ero brava anche nella danza. E poi, nella mia famiglia c’è chi suona la tromba, chi la chitarra, chi la fisarmonica: insomma, la vena musicale è sempre stata presente. Ora che ci penso, anche la mia nonna amava danzare. Decisamente, i miei figli hanno preso dalla mamma.” 

J: “Simone ed Eleonora hanno entrambi intrapreso carriere nel mondo dello spettacolo. Simone come ballerino, Eleonora come cantante e indossatrice. Come vi sentite rispetto alla scelta dei vostri figli di non seguire le vostre orme?”

P: “Crediamo che la felicità sia nell’essere se stessi e amare ciò che si fa a prescindere da quello che un genitore  fa. Devono scegliere liberamente.”

J: “C’è qualcosa a cui avete dovuto rinunciare, per amore del successo dei vostri figli?”

P: “Certo, ci sono sacrifici da fare, ma si fanno insieme e se si fanno, comunque, è sempre per amore.”

J: “Come vi ponete rispetto alla concreta possibilità che debbano viaggiare e magari, un giorno, trasferirsi altrove, per potersi realizzare appieno nelle rispettive professioni?”

P: “Ne saremmo ben felici. Magari li seguiamo.”

J: “Il mondo dello spettacolo è tutt’altro che semplice. La concorrenza è molta e a volte, il talento da solo non basta. Sono necessarie preparazione e perseveranza, per essere pronti a cogliere l’Occasione buona. Quali sono, a vostro parere, le sfide che i vostri ragazzi dovranno affrontare?”

P: “Le sfide nella vita ci sono sempre, in ogni ambiente lavorativo. L’importante è che i nostri  figli imparino a riconoscerle e ad affrontarle.”

J: “Eleonora, a soli tredici anni, sta ottenendo attenzione e riconoscimenti bellissimi…”

P: “Eleonora ha ricevuto dei premi prestigiosi, uno dei quali dal Maestro Meozzi – già mentore di Andrea Bocelli – che l’ha notata a Sanremo durante il talent. Anche il Maestro Vincenzo Capasso, autore di canzoni per Mina, l’ha premiata con un brano scritto appositamente per lei, che uscirà a breve. Comunque, ha già pubblicato il suo primo inedito, scritto da Alex De Vito e Claudio David.”

J: “Quale consiglio dareste, tu e tuo marito, ai genitori che desiderassero riconoscere, valorizzare e assecondare i talenti dei loro figli, accompagnandoli a trasformare le loro passioni in carriere vere e proprie?”

P: “Direi loro: ‘Assecondate le passioni dei vostri figli, date loro sempre forza e coraggio; fate loro capire che con la fede si vola in alto.'”

 

“Un usignolo in passerella”

Raggiungo quindi Eleonora, che sta facendo le sue prove di portamento davanti allo specchio. Ha indossato un vestito della sua mamma e ora sta sfilando come se indossasse una corona regale. 

Prima di intervistarla, vi racconto un po’ della sua storia. Breve, vista la sua tenera età.

Ad appena dodici anni, interpretando “Le tasche piene di sassi” di Giorgia, Eleonora si è aggiudicata due prestigiose vittorie: la Finalissima del Talent Vision 2024, Speciale Sanremo, del Patron Domenico Trotta e il Premio Battiato Sezione Junior, del Patron Daniele Morelli. 

In vetta alle classifiche degli eventi collaterali al Festival della Canzone Italiana a Sanremo, Eleonora ha ricevuto, come già anticipatoci dalla mamma, attestazioni di stima e incoraggiamento da illustri personaggi della musica leggera italiana.

Nel frattempo sfila, sicura di sé, sulle passerelle, confermandosi promessa non solo della musica, ma anche della moda italiana.

“Intervista ad Eleonora”

J: “Eleonora, come ci si sente ad aver vinto tanti premi e riconoscimenti a soli tredici anni?”

E: “Mi sento molto orgogliosa di me stessa e ovviamente molto felice.” 

J: “Indossatrice e cantante. Sono due carriere bellissime! Erano questi i tuoi sogni da bambina? O ne hai altri da realizzare?”

E: “Fin da bambina mi è sempre piaciuto cantare e sfilare, indossando i vestiti di mamma. Quando canto e sfilo, mi sento bene con me stessa. Oltre a questo amo recitare e quindi, vorrei fare anche l’attrice.” 

J: “Quale delle due passioni hai scoperto per prima? La canzone o la moda?”

E: “Fin da quando avevo quattro anni amavo sfilare, poi è venuto il canto. All’inizio, riguardando i video che giravo, non mi sembravo molto portata. Poi però, col tempo, sono migliorata sempre di più. Infine si è aggiunta la recitazione.” 

J: “Capita a volte di seguire le orme del nostro personaggio famoso preferito. Nell’ambito della canzone italiana, chi è l’artista che ti piace di più, al punto da ispirarti a intraprendere la stessa carriera?”

E: “Non ho personaggi preferiti in assoluto. Mi piacciono e mi ispirano Giorgia e Mina. Delle cantanti più recenti scelgo invece Annalisa, Elodie e Gaia. Mi piacerebbe diventare come la Carrà. So che è difficile, perché è un mito.” 

J: “Qual è il tuo messaggio per le ragazze della tua età che vogliano realizzare il sogno della loro vita?” 

E: “Non mollare mai e non avere paura degli ostacoli. A volte si cade nella vita, ma è proprio questo a insegnarci a rialzarci più forti di prima, così da poterli superare.” 

J: “… E un consiglio che daresti loro?”

E: “Di non dare retta a chiunque cerchi di scoraggiarli dicendo che non ce la possono fare. Anzi. Di considerare questi ‘attacchi’ come spinte per fare ancora di più e raggiungere i loro traguardi.”

“Galeotto fu Ballando con le stelle” 

Come già anticipato Simone, che ha appena raggiunto la maggiore età, è campione di danza sportiva assieme all’inseparabile partner Isabel Rossotto. La coppia ha trionfato ai Campionati mondiali che si sono tenuti a Malmedy, in Belgio, a novembre dello scorso anno, laureandosi vicecampione mondiale di danza latinoamericana nella categoria “Latin Youth”. Un plauso è dovuto ai maestri che li hanno accompagnati a conseguire la prestigiosa vittoria: i già citati Alessandra Mason e Dima Pakhomov, reduci entrambi dall’esperienza televisiva “Ballando con le stelle”.

“Intervista a Simone”

J: “Ad appena diciotto anni, sei vicecampione del mondo di danza sportiva. Com’è cambiata la tua vita, se è cambiata, dopo la conquista di un premio così ambito?”  

S: “Nella mia vita non è avvenuto un grandissimo cambiamento. Più che altro, successo dopo successo, gara dopo gara, piano piano ho sempre ottenuto risultati migliori. In tredici anni di ballo, gli sforzi e i sacrifici fatti mi hanno permesso di ottenere questo bellissimo risultato.” 

J: “Com’è iniziato il tuo amore per la danza?”

S: “Il mio amore per la danza è iniziato all’età di cinque anni. La mia famiglia era solita guardare il programma televisivo ‘Ballando con le stelle’. A me piaceva tantissimo! Fortuna vuole che due insegnanti di ‘Ballando con le stelle’ abbiano aperto una scuola di ballo vicino a casa mia. Hanno quindi fatto un’esibizione a Verolengo, dove abitiamo, e siamo andati a vederli. Il giorno stesso abbiamo chiesto informazioni per poter iniziare.” 

J: “Quali sfide hai dovuto affrontare e quali sacrifici hai dovuto fare, per arrivare a essere vicecampione mondiale di danza sportiva latinoamericana?”

S: “Il mio sacrificio è stato non arrendermi mai. Rinunciare, a volte, a partire per le vacanze… Allenarmi tutti i giorni con un unico pensiero: raggiungere il risultato.” 

J: “A cosa hai dovuto rinunciare, rispetto ai tuoi compagni di classe?”

S: “Un ragazzo che non abbia intrapreso una carriera agonistica o comunque sportiva avrà sicuramente più tempo libero nel pomeriggio. Non solo, secondo me una persona che non ha intrapreso una carriera del genere può essere meno organizzata. Io per gestire quello che faccio devo farmi un piano, organizzare le mie giornate in modo da conciliare gli allenamenti con lo studio… Sento comunque di non aver perso nulla. Anzi. Mi sento fortunato, in quello che ho fatto.  Sarei forse uscito qualche volta in più con i miei amici, ma non cambierei le mie scelte.” 

J: “Di tutte le discipline in cui eccelli, qual è quella che ti appassiona di più? Jive, Samba, Cha cha cha…?”

S: “Il mio preferito è il cha cha cha. Di questo ballo mi piace il ritmo, e poi è allegro.”

J: “Tu e Isabel siete una coppia affiatatissima. Come vi siete conosciuti e com’è nata l’idea di danzare insieme?”

S: “Il primo anno ballavo con un’altra ballerina, con cui ho fatto una competizione. Poi, nella mia scuola di ballo, è arrivata Isabel. I miei maestri hanno subito notato la sua bravura e ci hanno proposto di fare una prova. Ci siamo trovati bene e abbiamo subito avuto successo. Dopo meno di un anno abbiamo vinto i campionati italiani insieme. Abbiamo continuato e balliamo insieme ormai da dodici anni.” 

J: “Recentemente hai vissuto una bella avventura newyorchese. Ce ne vuoi parlare?” 

S: “Fuori dall’ambito del ballo ho avuto la fortuna di accedere a un bando scolastico: una simulazione diplomatica per studenti universitari alla quale ho potuto accedere nonostante io sia  ancora uno studente liceale. Mi sono divertito tantissimo! Ho avuto modo di capire come funziona l’ambiente diplomatico e come si comporta un ambasciatore… Mi è stata data una nazione, avevo un compagno di delegazione che ho conosciuto lì, un ragazzo fiorentino molto simpatico.  Insieme abbiamo fatto amicizia anche con altri ragazzi italiani, americani e di altre nazionalità. Sono certo che saremo amici per lungo tempo.”

J: “Cos’è per te il successo?” 

S: “Per me è qualcosa di soggettivo. Può essere il raggiungimento di un obiettivo giornaliero, come ad esempio riuscire a fare qualcosa che non si riusciva a fare… O di un obiettivo il cui raggiungimento richiede più tempo… Il risultato di una gara di ballo, nel mio caso, o il successo con una ragazza, un buon voto a scuola. Dipende da tanti fattori. Secondo me, il successo può essere raggiunto da chiunque, in ogni momento.” 

J: “Che consiglio daresti ai ragazzi che, come te, abbiano un sogno da realizzare?” 

S: “Il consiglio che posso dare è di credere in se stessi, non arrendersi mai, e soprattutto non farsi influenzare dagli altri. Ciò che più mi ha dato forza è proprio il credere in me stesso. Più credi in te stesso, più riesci a ‘vedere’ il raggiungimento del tuo Obiettivo.” 

Morale…

Per concludere, lascerei la parola finale alla mamma delle due stelle.

“Crescere i figli non è facile. Penso che sia il mestiere più difficile del mondo.” Ammette Pinuccia. E prosegue: “Vederli esprimersi in questo modo, è bello. Ti fa sentire contenta di ciò che hai fatto finora, anche se con tanti sacrifici, che sono stati comunque ripagati con la loro dolcezza, il loro affetto, la loro tenacia, il loro modo di affrontare la vita.”

 

 

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