veo giurista

Sulla esimia figura di Vittorio Emanuele Orlando ci risponde il Prof.  Avv. Salvatore Sfrecola, Patrocinante in Cassazione, già Presidente di Sezione della Corte dei conti, Presidente dell’Associazione Italiana Giuristi di Amministrazione.

 

Venerdì 15 Dicembre, nei saloni dell’Hotel Mediterraneo, un pubblico attento e preparato ha seguito la presentazione del ‘Centro Studi storici, politici e giuridici’, che ha ricordato la figura prestigiosa dello statista Vittorio Emanuele Orlando; ha gestito la riunione il Presidente del centro studi, il Prof. Avv. Salvatore Sfrecola, Illustre Giurista e Studioso, giornalista e prolifico scrittore. 

 

 

Prof. Sfrecola come mai questo desiderio di riferirsi all’importante figura di Vittorio Emanuele Orlando?

Il grande statista Vittorio Emanuele Orlando – che ha vissuto in un arco di tempo molto importante – ha partecipato attivamente a gran parte della vita politica e sociale d’Italia.  Fu Primo Ministro dall’ottobre 1917 al giugno 1919, ed è passato alla Storia anche per aver rappresentato l’Italia – questa era tra i quattro protagonisti – alla Conferenza di Pace di Parigi del 1919, a Versailles, unitamente al suo Ministro degli Esteri Sidney Sonnino. La sua era un’attività quasi febbrile, preso com’era a fare di tutto per curare gli interessi dell’Italia e dei suoi Cittadini, tra l’altro fu anche professore di Diritto e membro di quell’Assemblea Costituente che trasformò la forma di governo italiana in Repubblica. Per molti analisti, la sua figura fu anche controversa, in particolare proprio alla Conferenza di Pace di Parigi del 1919 e per il sostegno da lui inizialmente dato a Benito Mussolini; sostegno ritirato immediatamente dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti.             

La carriera politica di Orlando si concluse a causa dei suoi disaccordi con altri leader mondiali alla Conferenza di Pace di Versailles: una Conferenza che lasciò in molti la forte percezione di aver perso la Prima Guerra Mondiale, nonostante che l’Italia fosse stata ritenuta parte ‘vincitrice’ del sanguinoso conflitto.                    

Annotiamo che a quella particolare Conferenza presero parte David Lloyd George – Primo Ministro Britannico -, il Premier George Clemençau – in rappresentanza della Francia –, Woodrow Wilson – Presidente degli Stati Uniti –

 

Come arrivò a ricoprire l’incarico di Primo Ministro, Orlando?

Orlando – che fu un liberale convinto e coerente – diventò Primo Ministro nel 1917 in seguito all’umiliante sconfitta patita dell’esercito italiano nella battaglia di Caporetto. Guidò con successo un governo di fronte nazionale patriottico e riorganizzò l’esercito, spingendo il paese a un rinnovato impegno nella guerra. Orlando fu un forte sostenitore dell’entrata in guerra dell’Italia e fu incoraggiato dagli incentivi segreti offerti all’Italia nel Patto di Londra del 1915, che prometteva significative conquiste territoriali.

In verità, in quella Guerra l’Italia pagò un altissimo costo, e la disfatta di Caporetto impose un cambio di passo in seno al Governo.  Avvenne così la nomina di Orlando.

Il suo sforzo fu quello di portare alla Conferenza di Parigi del 1919, mentre era in atto un elevato sforzo bellico, così da avere un ‘peso’ maggiore nelle intense trattative intercorse.

 

Come mai l’Italia non raccolse le promesse fatte dalle altre Nazioni firmatarie del Trattato di Londra?

Nel corso dei colloqui di Versailles, un forte scoglio fu rappresentato dal Presidente americano Woodrow Wilson che si mise di traverso sulle richieste Italiane relative alla riconquista dei territori a Est, in particolare dell’importante città di Fiume.  Il contrasto con Wilson comportò un irrigidimento anche delle altre Nazioni partecipanti, che si unirono agli americani nel non fare alcuna concessione all’Italia, così indebolendo il profilo e la stessa forza contrattuale di Orlando che nel Giugno del 1919, con amarezza, dovette rassegnare le dimissioni dall’incarico di Primo Ministro.

Quali collegamenti quindi nel lancio di questa nuova Associazione e il retaggio di Vittorio Emanuele Orlando?

Gli organizzatori del Convegno hanno ritenuto di riferirsi a V.E. Orlando, nella consapevolezza che sarebbe stato utile collegarsi a una figura di alto profilo, tanto per trattare tematiche d’ordine generale che per meglio affrontare quelle attuali. Per noi studiosi, Vittorio Emanuele Orlando è una figura forte, in quanto fondatore della Scuola Italiana di Diritto Pubblico, con la contestuale adozione di un importante e fondamentale Archivio. A Orlando va riconosciuto il merito di essere stato un profondo studioso delle Leggi elettorali; per lui il modello ottimale era quello britannico, e si batté affinché questo fosse ripreso dall’Italia, al fine di garantire rappresentatività e concretezza nel dare forma e sostanza alla volontà dell’elettorato. Ma va ricordato che Orlando – forte della sua veste di insigne e coerente giurista con all’attivo grandi responsabilità politiche e sociali – fu anche uno tra i protagonisti degli incontri con la Santa Sede finalizzati a raggiungere un’intesa che mettesse fine ai contrasti tra Italia e Santa Sede e conclusisi nel 1929 con i famosi Patti Lateranensi.

Il Vostro obiettivo, Prof. Sfrecola?

Insieme agli altri partecipanti a questa iniziativa, contiamo di mettere a disposizione dei Cittadini, degli studiosi e degli storici, la rilevantissima, comune esperienza maturata da ciascuno nell’espletamento di funzioni e incarichi di tutto rilievo.

Ringrazio S.E. il Prof. Avv. Salvatore Sfrecola per averci concesso questa intervista, ripromettendoci di seguire gli sviluppi della nuova Associazione, nella certezza che i contenuti e le proposte saranno certamente di tutto rilievo.

 

 

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