Riccardo Friede parla del fundraising

Riccardo Friede ci parla del fundraising

Per la prima puntata della trasmissione “il fundraising per le scuole” Chiara Sparacio (la sottoscritta) e Francesca Donati  hanno ospitato  Riccardo Friede che ha parlato delle regole base del fundraising.

Riccardo ha spiegato cosa è il fundraising e che per fare fundraising bisogna:

  • individuare una buona causa

  • creare un gruppo di persone che si impegni nel fundraising

  • individuare i donatori (e conservarne i contatti sotto forma di lista)

  • chiedere

  • portare a termine i progetti

 

Di seguito il video

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=dCgPptEPTtk?start=41&w=640&h=360]

 

Il Fundraising per la Scuola

Aiutiamo le scuole col fundraising

BetapressTV




Il ministero alla disabilità e i costruttori di futuro

Ministero delle disabilità sì o no?

Nei giorni scorsi, prima ancora della misurazione dell’operato, c’è stata molta polemica sul nome del ministero ritenuto da alcuni offensivo e discriminatorio come hanno riportato alcuni post sui social.

Non volendo in questa sede entrare nel merito della nomenclatura abbiamo chiesto a Vincenzo Falabella, direttore di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)  una opinione sullo stato delle cose e sulle prossime azioni di Governo.

Vincenzo Falabella direttore di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap)
Vincenzo Falabella direttore di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)

Presidente, ci sono state molto polemiche relative al nome  “ministero della disabilità”, lei che ne pensa? 

Noi siamo molto rispettosi della scelte del presidente della repubblica. Se loro hanno deciso in questo modo, ne prendiamo atto e ci concentriamo sull’obiettivo di costruttori di politiche sociali così come ci sentiamo.

Al di là del nome, le nostre priorità e i nostri punti saldo sono altri: noi non negozieremo sui diritti dei cittadini con disabilità e ci impegneremo a sollecitare politiche mirate.

Quello che vogliamo sono i pari diritti e incisivo dialogo tra i dicasteri.

Il problema non è il nome, il nome va bene, la cosa importante è che non sia una realtà isolata ma si relazioni e mobiliti tutto quanto ad esso connesso.

E, se mi permette, non importa neppure l’orientamento politico del ministro le politiche perché le disabilità, così come l’impegno che servirà, sono trasversali.

 

Quali si aspetta che siano le azioni di questo ministero? Che caratteristiche si aspetta che abbia?

Ci aspettiamo che sia un dicastero forte e trasversale.

Un ministero come questo, per poter davvero fare la differenza, deve coinvolgere tutti gli altri dicasteri:famiglia, lavoro, pari opportunità, salute…

Non può essere una realtà isolata, dee incidere in maniera chiara sugli altri ministeri.

 

Alla luce delle polemiche pubblicate in questi giorni, pensa che in politica il tema della disabilità sia strumentalizzato?

La disabilità e noi disabili siamo strumentalizzati da diverso tempo e da più parti.

Noi dobbiamo concentrarci su quello che possiamo fare adesso: ora bisogna mettere da parte strumentalizzazioni e slogan e agire.

 

C’è una priorità che avete particolarmente a cuore?

Le priorità sono tante: i vaccini, per esempio; nel nostro caso è importantissimo capire quando, come e dove: molte persone non possono muoversi ed è di fondamentale importanza capire come si intenderà agire in tal senso.

Ma non è tutto perché il problema della salute non è legato solo al covid, bisogna assicurarsi che siano garantite tutte le cure.

Poi ci sono la scuola, il lavoro, la gestione dei fondi dedicati a tematiche sulla disabilità e, non per ultimo, il diritto alla parità di genere.

Come vede i temi sono tanti e tutti di estrema urgenza.

 

Il 23 febbraio 2021, il ministro Erika Stefani ha incontrato una delegazione della FISH: in questo articolo è possibile vedere il piano concordato.

Chiara Sparacio

 

 

Sensuability – la prima volta siamo tutti disabili

 

L’arte come compensazione della disabilità fisica

 




Il TAR è con le estetiste!

Grande vittoria per il settore dell’estetica: i centri estetici in zona rossa possono rimanere aperti.
Il TAR riconosce i centri estetici come erogatori di beni essenziali.

 

È del 16 febbraio 2021 con esecuzione immediata la sentenza del TAR Lazio che sancisce l’illegittimità delle voci del DPCM 3 novembre 2020 e il DPCM 3 dicembre 2020 e i rispettivi “allegato 24” nella parte in cui non annoverano, tra i “Servizi per la persona” erogabili in “zona rossa” i servizi dei centri estetici.

Ciò vuol dire che a partire dal 16 febbraio ai centri estetici è consentita la riapertura immediata anche se si trovano in zona rossa.

Il TAR Lazio non ha riconosciuto la validità delle motivazioni presentate dalla Presidenza del Consiglio in merito alla chiusura dei centri estetici nelle zone rosse ne ha riconosciuto che non esiste coerenza logica nella decisione di lasciare aperti i parrucchieri e chiusi i centri estetici.

Il ricorso a nome collettivo è stato portato avanti da Confestetica, l’associazione di categoria maggiormente rappresentativa nel campo dell’Estetica.

Questo vuol dire che a far data dal 17 febbraio 2021 tutti i centri estetici possono rimanere aperti anche se sono in zona rossa.

La Storia

Confestetica ha fatto notare come a partire dal DPCM dell’11 marzo 2020, le attività di estetista e di parrucchiere erano state chiuse e considerate facenti parte della stessa categoria.

Estetiste e parrucchieri procedono di pari passo e riaprono col DPCM del 17 maggio 2020.

Il 3 novembre 2020 qualcosa cambia.

Il DPCM separa le attività delle estetiste e dei parrucchieri: le prime chiudono le seconde no.

Lo stesso nel DPCM del 3 dicembre 2020.

Eppure estetiste e parrucchieri rispondono allo stesso codice ATECO (S.96.02).

Le estetiste quindi si trovano penalizzate rispetto ai parrucchieri e subiscono una penalizzazione finanziaria, imprenditoriale e discriminatoria.

Finanziaria per il mancato guadagno, imprenditoriale per il rischio di sottrazione della clientela che può trovare trattamenti estetici nei saloni di parrucchieri e discriminatoria in quanto poiché il 98% delle estetiste è di genere femminile, si incorre nella discriminazione di genere.

Con questi motivi viene impugnato anche il DPCM 14 gennaio 2021 e il relativo allegato 24 ove vengono nuovamente esclusi dalla categoria dei “Servizi per la persona” erogabili in zona rossa i centri estetici.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri si costituisce però in giudizio per resistere al ricorso di Confestetica.

Il 31 dicembre 2020, l’associazione Confestetica ha presentato ricorso al TAR che ha rilevato che

  1. sebbene non si tratti di attività identiche, le attività di estetista e di parrucchiere, nell’ambito dei “servizi alla persona”, sono del tutto equiparabili in termini di essenzialità ovvero in termini di idoneità a corrispondere “ad un bisogno e ad una esigenza di cura, anche igienica, della persona”
  2. come era già stato fatto per alcune attività commerciali, anche alle estetiste poteva esser imposto di effettuare i trattamenti alla persona autorizzati e non quelli pericolosi.
  3. come da documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive del contagio da SARS CoV2 nel settore della cura della persona: servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici” i centri estetici sono più sicuri dei saloni di parrucchieri.

Ciò ha portato il TAR a riconoscere la sicurezza dei centri estetici (quelle che si attengono alle normative sanitarie) che, pertanto posso restare aperti e operare in zona rossa.

I centri estetici sono luoghi sicuri, ribadisce la sentenza, citando anche le linee guida stabilite da INAIL e dal CTS lo scorso 13 maggio nelle quali, di contro alle scelte poi attuate nei DPCM, si stabiliva che

“l’estetista lavora in ambienti generalmente singoli e separati (cabine) e le prestazioni tipiche comprendono già misure di prevenzione del rischio da agenti biologici alle quali ci si deve attenere rigorosamente nello svolgimento della normale attività professionale”.

E così, dopo 46 giorni dalla prima azione,  il Tribunale, con sentenza di merito n. 01862/2021, ha dichiarato nullo il DPCM in vigore nella parte in cui discrimina i centri estetici e le estetiste e consente loro l’apertura.

 

Perché Confestetica e non altri?

In Italia non esiste un solo ente che rappresenti tutte le estetiste.

Oltre a Confestetica ci sono Confartigianato e il CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato) che svolgono ottimamente le loro attività con numerose iniziative di grande valore.

Come mai però il ricorso è stato fatto da Confestetica e non dagli altri Enti?

Il motivo si ritrova nell’etorogenità della categoria rappresentata.

Secondo il diritto italiano, per fare ricorso serve un contro interessato, in questo caso, un salone di parrucchieri.

Le associazioni di artigianato raccolgono al loro interno più categorie, nello specifico, sia estetiste sia parrucchieri questo vuol dire che nel momento in cui si muovessero contro l’una o l’altra categoria andrebbero in conflitto di interessi e il ricorso non potrebbe così neppure partire.

Per intenderci, Confartigianato e CNA sono rappresentativi e validissimi aiuti per portare avanti diritti relativi, per esempio, ai Per essere rappresentativi i sede di diritto è indispensabile dono raccogliere categorie in conflitto di interessi.

Roberto Papa
Roberto Papa – Segretario nazionale confestetica

Le battaglie di Confestetica

Abbiamo intervistato Roberto Papa, segretario nazionale di Confestetica e gli abbiamo chiesto quali sono i punti che discuterà nel corso dell’audizione col governo che avrà luogo a fine mese e per la quale pubblicheremo ulteriore articolo.

Nel piano per le estetiste voluto da Confestetica ci sono dei punti molto delicati che hanno a che fare con la “Nuova visione della professione”

Formazione

“Nella riforma vogliamo che il titolo d’accesso al corso di estetista sia la maturità.

L’estetista non può essere un lavoro di ripiego consigliato dagli assistenti sociali a minorenni che non sanno cosa vorranno fare da grandi.

La scelta di fare l’estetista deve essere cosciente perché viene trattato il corpo umano”.

 

Professionalità

Per diventare estetiste bisogna avere accesso a un corso unico professionalizzante, non si può diventare estetista semplicemente lavorando né possono essere ritenute valide collazioni di piccole specializzazioni:

“non accade per i medici, non accade per gli avvocati, non può accadere per le estetiste”

Non deve essere ammesso In più questo andrebbe a colpire il “mercato” delle scuole di specializzazione che lucrano sulla categoria.

 

Identità

Il 98% delle estetiste è donna.

Il’86% delle estetiste non vuole essere considerata artigiana ma professionista con legge ad hoc.

La figura professionale dell’estetista ha bisogno di una serie di leggi ad hoc che rispondano con precisione alle loro specifiche esigenze

“Il mondo dell’estetica è composto da 80.000 donne questo vuol dire che è una categoria che ha esigenze peculiari, per esempio, è fondamentale riconoscere la maternità al titolare d’impresa, diritto che nessuna altra categoria ha interesse di portare avanti”.

Conclusioni

Confestetica ha portato avanti e vinto un ricorso a nome collettivo con sentenza immediatamente esecutiva.

Un enorme risultato per la categoria delle estetiste che finalmente possono aprire nel pieno rispetto delle norme di sicurezza anche in zona rossa.

Buon lavoro allora a tutte le estetiste.

Crediti

 

 




Viaggiare con il Covid – Giro in Campania

La pandemia attraverso un viaggio

Da quando l’orientamento è stato quello di muoversi il meno possibile e spostarsi solo per le necessità, i viaggi sono cambiati radicalmente e, a ruota, i paesaggi ad essi legati.

A Settembre il sole24ore segnalava un incremento di vendita di immatricolazione di nuovi camper superiore al 100% rispetto l’anno precedente.

Il motivo ragionevole sta nella sicurezza percepita in tempi di paura da contagio.

Abbiamo anche noi voluto fare un esperimento e deciso di guardare l’Italia dal lunotto panoramico così, piano piano, racconteremo i nostri viaggi tra le regioni che si aprono e si chiudono.

Trovandoci in Campania al momento della partenza, abbiamo approfittato del primo fine settimana che concedesse lo spostamento all’interno della regione e siamo usciti.

Itinerario

Il venerdì siamo partiti da Napoli in direzione Padula dove abbiamo visitato la Certosa.

Abbiamo sostato in un’area vicino la Certosa, abbiamo fatto rifornimento di acqua al B&B le querce e il mattino dopo siamo partiti alla volta dell’Oasi cascate capelli di Venere (a Casaletto Spartano).

Dopo uno spuntino nell’area di sosta lì vicino siamo ripartiti per Acciaroli (SA) dove abbiamo fatto una passeggiata lungo il porto e nel paese, dove abbiamo comprato un pacco di fichi secchi tipici della zona, siamo poi tornati all’area di sosta e lì abbiamo cenato dentro il camper.

Il mattino dopo abbiamo fatto colazione al muretto e abbiamo mangiato le loro buonissime graffe, fatto un’altra passeggiata nel paese, scaricato presso l’area Giù Gio’ e ripartiti alla ricerca di un agriturismo in cui pranzare.

Siamo così arrivati a Cava de’ Tirreni a la Selva, posto consigliassimo dove si mangia benissimo ma da affrontare con cautela se si decide di andare in camper.

I luoghi

I luoghi che abbiamo visitato sono bellissimi.

La Certosa di Padula è un capolavoro di organizzazione e valorizzazione… peccato che sia tutto, se non perso, in sospeso: i pochissimi visitatori non possono valorizzare al meglio tutto il lavoro ben fatto dall’Assessore al turismo.

Tutte le botteghe e le attività all’interno della Certosa erano chiuse.l

Le aree di sosta erano deserte e non servite.

L’Oasi i capelli di Venere bellissima.

Un luogo magico con un percorso di passeggiata lungo ma agevole.
Anche qui, purtroppo, tutti i servizi erano chiusi.

Ad Acciaroli abbiamo avuto la vera percezione di quanto la chiusura dovuta alla pandemia abbia colpito la società.

Un intero paese turistico, semi vuoto e chiuso. Un dolore enorme che fotografa lo stato delle attività nel nostro paese.

 

Considerazioni

Al di là della bellezza del viaggio e dei luoghi, quello che ci è rimasto addosso è il colpo che l’economia e la società sta subendo in questo momento.

Chi scrive non ha la formazione specifica per mettere in dubbio il rischio per la salute e né contesta le scelte fatte alle quali si è adeguato e si adeguerà.

Chi scrive, però, aggiunge al senso civico il dolore umano e imprenditoriale di un’economia sgretolata e di attività lavorative piegate e sole.

Speriamo che questo primo viaggio attraverso le regioni colorate possa mostraci in futuro scenari migliori.

 




Terza Missione, la nuova trasmissione di Betapress

Martedì 19 Gennaio 2021 alle h 15,00, andrà in onda la prima puntata della trasmissione betapress terza missione.

In ambito accademico si indica come terza missione l’attività di restituzione alla società civile dei risultati della ricerca scientifica attuata dall’università.

Betapress.it, ha sempre creduto nel ruolo della ricerca e della sua trasmissione e, nella sua programmazione per il 2021, ha deciso di dare voce ai ricercatori universitari attraverso una trasmissione dedicata chiamata appunto Terza Missione.

 

La trasmissione andrà in onda ogni mese sui canali social di betapress e resterà a disposizione della rete.

 

Caporedattore cronaca di BetaPress.it

La trasmissione sarà condotta da Chiara Sparacio, capo redattore di betapress.it e direttore della collana scientifica Unilibris dedicata alla pubblicazione dei lavori accademici di Currenti Calamo.

Ogni mese verrà ospitato un ricercatore che parlerà dei risultati della sua ricerca in modo colloquiale e leggero.

Archeologia, astrofisica, scienza, medicina, architettura, filosofia, storia, ingegneria sono solo alcuni dei settori che verranno trattati nel corso dei 12 appuntamenti stabiliti per il 2021.

 

 

Dott. Armando Bramanti

La prima puntata ospiterà Armando Bramanti, Dottore di Ricerca in Assiriologia presso Sapienza – Università di Roma e la Friedrich-Schiller-Universität Jena. 

Il dott. Bramanti è attualmente ricercatore presso il Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (CSIC) a Madrid. 

Ha condotto lunghi periodi di ricerca in Italia, Germania, Spagna, Svizzera e Stati Uniti e da anni è impegnato nell’insegnamento della lingua sumerica e della storia del Vicino Oriente antico in varie università e centri di ricerca. 

È co-autore di una grammatica di sumerico (La lingua dei sumeri, Hoepli, 2019) e di numerosi articoli scientifici e di divulgazione. 

Tra i suoi principali interessi figurano l’economia e l’amministrazione sumerica, la paleografia cuneiforme e la vita quotidiana nell’antica Mesopotamia.

 

Ecco il link per seguire le puntate

YouTube

Se si desidera segnalare uno studio particolarmente notevole da ospitare in trasmissione scrivere a chiara.sparacio@betapress.it

 

per vedere tutte le trasmissioni di betapress.it visita la sessione betapress TV 




Le parole di Tim Crook sulla triste rivoluzione americana

Le rivoluzioni non sono nemiche dell’informazione.

Riportiamo in questo articolo la dichiarazione de prof. Tim Crook, presidente del Chartered Institute of Journalists (CIoJ) il più antico ordine dei giornalisti del mondo. 

La missione del CIoJ

Il Chartered Institute of Journalists, è il più antico organismo professionale di giornalisti al mondo e ha sede a Londra.

Ha membri in più di 30 paesi in tutto il mondo e  sostiene i principi dell’Istituto di giornalismo onesto, indipendente e apolitico.

È stato fondato come Associazione Nazionale dei Giornalisti nel 1884 e sei anni dopo è stato riconosciuto dalla Regina Vittoria nella sua Carta Reale, come organismo volto a proteggere e servire coloro che lavorano nel campo del giornalismo.

In questo momento storico delicato, davanti al panorama internazionale così surreale, per noi di Betapress, unica testata in Italia la cui redazione è in toto iscritta al CIoJ, è doveroso dare voce alla dichiarazione del nostro presidente professor Tim Crook che ha inviato a tutti i membri la seguente email.

La dichiarazione del presidente del CIoJ

Tim Crook Presidente CIoJ
Tim Crook Presidente CIoJ

Il Chartered Institute of Journalists condanna la violenza nei confronti di giornalisti e operatori dei media che coprono l’assalto al Congresso degli Stati Uniti da parte dei sostenitori di Donald Trump.

Il presidente dell’Istituto, il professor Tim Crook, ha dichiarato:

“I rivoltosi hanno inseguito giornalisti e distrutto attrezzature professionali per i media in scene spaventose condannate ampiamente come attacco e macchia alla democrazia.

Vogliamo lodare e rispettare il coraggio e la professionalità dei giornalisti che hanno riportato gli eventi a Washington DC e hanno consentito un dibattito aperto sulle implicazioni di quanto è accaduto”.

Le troupe dei media sono state costrette ad abbandonare l’area e fuggire mentre i manifestanti hanno fracassato le loro attrezzature.

 

Il professor Crook ha dichiarato:

“Trovo agghiacciante e terribile il filmato degli aggressori che fanno un cappio con il cavo di una telecamera e lo appendono a un albero”.

Questo fa parte di un modello spaventoso di attacchi e intimidazioni nei confronti di giornalisti che si occupano della politica statunitense e degli eventi pubblici negli ultimi tempi.

 

“Tutti i nostri membri sperano che questo finisca e gli Stati Uniti in futuro saranno un paese che rispetta la democrazia e il diritto dei giornalisti di riferire liberamente e in sicurezza”.

 

Betapress sposa l’etica del CIoJ

La linea editoriale di Betapress è sempre stata quella della ricerca della verità a prescindere dalla corrente politica che vuole governarla.

Abbiamo sempre agito nella perfetta etica giornalistica e questo è il motivo per il quale ci siamo trovati subito in linea con l’etica del Chartered Institute of Journalists.

Condividiamo pertanto le parole e allo stato d’animo del prof. Crook e diamo loro massima divulgazione parafrasando il suo messaggio

Tutti noi  speriamo che tutto questo finisca e tutti i paesi in futuro saranno in grado di rispettare la democrazia e il diritto dei giornalisti di riferire liberamente e in sicurezza

Grazie Presidente.

 

Sito dell’CIoJ 

 




Orientiamo il nostro animo al bello

Ogni tanto, per igiene spirituale, orientiamo il nostro animo al bello.

Solleviamo gli occhi e le orecchie dal guscio autoprodotto di ciò che non osserviamo e non ascoltiamo e leggiamo una poesia, ascoltiamo una sinfonia o immergiamoci in un quadro.

Sottraiamoci per qualche minuto alle fragorosa urla dei nullatenenti spirituali che si autoincoronano eroi tenendo in mano scettri dalla chiara forma di scopini.

Non c’è paura a sottrarcisi per qualche minuto dal caos che ci siamo costruiti attorno.

Non c’è horror vacui nell’affrontare l’arte.

Il senso di silenzio e di solitudine, di inadeguatezza e di incertezza che si prova quando pensiamo di aver finito di leggere una poesia, di vedere un quadro o di sentire una sinfonia… è solo l’inizio dell’estasi.

Dedichiamoci all’arte ogni tanto, all’arte vera e scavalchiamo dentro noi oltre il primo silenzio della superficie.

Nessuno ci osserva, nessuno ci interroga, siamo noi che socializziamo con noi stessi e, chissà, potremmo anche innamorarci.




Premi dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2020

Il teatro Mercadante di Napoli ospita la cerimonia di assegnazione dei Premi dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2020

La diretta facebook

Anche se il teatro si è dovuto organizzare con le dirette streaming e anche se una enorme fetta di recite è stata rimandata o annullata, l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro ha ritenuto opportuno e doveroso non sospendere la propria attività e  ha trovato il modo di assegnare comunque i premi Anct (Associazione Nazionale Critici di Teatro).

Lo strumento utilizzato è stato l’unico disponibile al momento in grado di coinvolgere una ampia platea di appassionati: una diretta Facebook.

Questa scelta ragionata e valutata a lungo è il simbolo di un desiderio di sopravvivenza.

“Con l’attribuzione dei Premi Anct 2020 l’Associazione ha voluto esprimere tutto l’incoraggiamento e l’apprezzamento al lavoro delle produzioni teatrali, di attrici, attori, registi, drammaturghi e di quanti concorrono con il loro lavoro alla realizzazione degli spettacoli teatrali.”

Riporta l’Associazione.

Non fermarsi

Non fermarsi in questo momento, continuare a parlare di teatro mentre l’informazione sembra essersi focalizzata su un imbuto più stretto di argomenti, vuol dire continuare a imporsi perché un settore così importante come quello della cultura non venga dimenticato e utilizzato come svago per i tempi migliori.

Il teatro non è svago e divertimento, non è un lusso per chi non ha altri pensieri.

Il teatro, fin dalle sue origini, ha un valore sociale fondamentale tanto che anche chi non aveva la libertà sociale aveva il diritto di andare.

Perché il teatro e l’arte tutta curano l’uomo.

Il teatro non deve essere messo da parte in attesa di tempi migliori ma deve accompagnare proprio nei tempi difficili il nostro cammino perché senza di lui, senza la cultura, senza l’arte, senza la musica… rischiamo di non farcela.

Possiamo forse uscire dalla contingenza dell’evento ma, senza arte e senza cultura, rischiamo di uscire privi di identità e questo non vuol dire “farcela”.

Il 2020 a causa dell’emergenza covid-19 ha penalizzato moltissimo e ragionevolmente il comparto teatrale che, in particolare modo per la cultura italiana, è di  importanza strategica.

I fatti però non vogliono dire che si possa fare a meno del teatro.

Oggi più che mai serve un orientamento simbolico alle nostre esistenze o vivremo senza accorgerci di come questo avvenga.

Sopravviveremo ma non ci riconosceremo come essere umani.

E la prova ne è il cavalcante nichilismo che permea le dichiarazioni politiche e imprenditoriali.

E così, se pensiamo che il teatro possa essere un comparto che può essere sospeso in attesa di tempi miglior, non è così.

E l’Associazione Nazionale Critici del Teatro ha voluto dichiararlo con un gesto forte: assegnato comunque i suoi premi.

I riconoscimenti

attorno a un tavolo
attorno a un tavolo

I riconoscimenti assegnati sono il  frutto del confronto tra gli iscritti all’Associazione.

Non si tratta solo di  segnalazioni delle “eccellenze” delle varie categorie del teatro italiano ma segnalazioni di episodi e realtà culturali e di lavoro significativi dell’ultima stagione teatrale.

Chi ha votato ha voluto mettere in evidenza percorsi e progetti di artisti, compagnie, festival e altre forme d’arte.

Il Presidente dell’Anct, Giulio Baffi ha comunicato i riconoscimenti:

Leonardo Lidi
Leonardo Lidi, regista

  • Premio Paolo Emilio Poesio alla carriera all’attrice Milena Vukotic
  • Allo spettacolo ‘A cirimonia messo in scena ed interpretato da Enzo Vetrano e Stefano Randisi lavorando (su testo di Rosario Palazzolo) ad una struggente verità nascosta tra i frammenti della memoria dei loro personaggi che s’interrogano crudeli e spaventati.
  • A Roberta Caronia attrice dal talento sempre più in vista nel panorama teatrale, d’indiscutibile qualità e matura affidabilità
  • A Giovanni Franzoni come riconoscimento ad un intero percorso artistico e professionale che lo colloca tra gli attori più sensibili e preparati del teatro italiano
  • Al regista Jacopo Gassmann per il suo attento lavoro di proposte e messe in scena attente alla drammaturgia contemporanea
  • A Mariangela Granelli, attrice poliedrica, intensa, che ha raggiunto una maturità espressiva invidiabile
  • A Antonio Latella per la forte identità progettuale con cui ha diretto la Biennale Teatro di Venezia dal 2017 al 2020
  • A Leonardo Lidi regista piacentino innamorato dei classici che smonta e rimonta, riscrivendoli mescolando sapientemente cultura pop, gioco, follia e musica
  • A Misericordia di Emma Dante, congegno teatrale perfetto per densità concettuale e sguardo pietoso sulle fragilità umane
  • Allo scenografo Antonio Panzuto, artigiano e raffinato poeta della scena, pittore, scultore artefice di drammaturgie pittoriche create con materiali semplici
  • A Puteca Celidonia, Compagnia teatrale creata da sei giovani attori formati alla Scuola del Teatro Stabile di Napoli, gruppo compatto radicato nel territorio urbano del popolare Quartiere Sanità di Napoli ed esempio nazionale di originali progetti di spettacolo
  • Al regista Benedetto Sicca, per la versatilità del suo lavoro e del suo impegno in territori e poetiche legate ad urgenze civili
  • Al coreografo Luca Silvestrini co-fondatore e direttore artistico dal 1997 della Compagnia londinese Protein, in cui esprime una rinnovata sensibilità rispetto al disagio, alla disabilità, alla diversità, alla solitudine
  • Al Teatro delle Ariette, gruppo storico ed eroico di teatranti e contadini che fondano nella concretezza materiale dell’esperienza e delle tradizioni della loro terra la loro voce teatrale
  • Al gruppo Teatro dei Gordi, per una sua poetica fondata su una grammatica scenica non verbale che si unisce a una dirompente fisicità e a un uso misurato delle maschere
  • Al Festival Tutti matti per Colorno, festival di circo contemporaneo e di teatro di strada che ha sempre saputo offrire spettacoli di alta qualità tra produzioni italiane e internazionali e in spazi diversi del paese dimostrando di essere straordinari ideatori e organizzatori di festival.

Antonio Latella
Antonio Latella – direttore del settore teatro della Biennale Teatro di Venezia

Il Premio Hystrio-Anct 2020 è stato assegnato a La Corte Ospitale di Rubiera, luogo magico dove molti artisti e giovani compagnie hanno trovato casa grazie a un sistema virtuoso di residenze e di produzione attento alla drammaturgia contemporanea e ai nuovi linguaggi della scena.

Il Premio Catarsi- I teatri delle diversità – Anct 2020 è stato assegnato a Lech Maria Raczak regista, drammaturgo, sceneggiatore e studioso di teatro e Co-fondatore del Teatr Osmego Dnia nel 1964 a Poznan (Polonia) scomparso a gennaio scorso, e allo spettacolo Ulisse o i colori della mente del Teatro Popolare d’arte nel carcere di Gorgona in un tutt’uno per lo spettacolo, i protagonisti, il maestro guida/regista Gianfranco Pedullà, e il direttore del carcere, Carlo Mazzerbo che ha reso possibile questa attività.

La locandiera, proxim res

La consegna

Fatta la celebrazione, considerato che il luogo del teatro non è la rete, la consegna dei Premi Anct 2020 avverrà in presenza, nel corso di una cerimonia che noi tutti ci auguriamo possa  essere programmata nella prossima primavera a Roma all’interno della Rassegna nazionale di teatro in carcere “Destini Incrociati”.

 




Aiutiamo le scuole col fundraising

Concluso il ciclo di 4 incontri sul fundraising per le scuole prodotto da Betapress.it

A partire dalla fine di Novembre Betapress.it è cresciuto e  dal solo spazio scritto è passata all’integrazione con la parte video.

Le dirette di Betapress.it

Sono nate così le Dirette di Betapress.it, una serie di trasmissioni tematiche incentrate sulla Scuola, la Politica, lo Sport e Costume che integrano già da ora e integreranno i nostri articoli.

Nelle dirette di Betapress.it incontreremo autori e protagonisti dei nostri articoli, daremo spazio ai nostri lettori di interfacciarsi con noi e avremo modo di affrontare in modo molto più diretto tematiche delicate.

Per inaugurare in bellezza il ciclo di programmazione dedicato alle scuole, abbiamo deciso di proporre un argomento molto utile alle scuole: il fundraising.

Le dirette di betparess.it – la Scuola

Questo primo ciclo di puntate è stato condotto da Chiara Sparacio, capo redattore di Betapress.it,  e Francesca Donati, consulente di fundraising per il gruppo editoriale Currenti Calamo.

Nel corso delle quattro puntate, pianificate secondo un criterio graduale di inserimento nel tema, presentazione dello spirito, teoria ed esempi concreti, abbiamo intervistato

Riccardo Friede, consulente per le piccole associazioni, Luciano Zanin, notissimo consulente di fundraising e fondatore di fundraising per passione, Massimo Coen Cagli, direttore della scuola di fundraising di Roma e simbolo vivente del fundraising per le scuole, Mariangela Leonetti consulente di fundraising per una cooperativa di scuole paritarie.

Contenuti

I contenuti prodotti sono stati di enorme valore, gli ospiti hanno dato consigli pratici e concreti alle scuole che desiderano fare fundraising.

Riccardo Friede ci ha raccontato di come alla base di ogni richiesta di contributo economico o umano serva la condizione della buona causa

Come ha raccontato Massimo Coen Cagli, in Italia, a differenza che nel mondo anglosassone, c’è una fortissima e immotivata resistenza all’idea di fare fundraising, di coinvolgere le famiglie nei progetti delle scuole.

Come segnalato da Luciano Zanin, spesso si pensa che le scuole ottengano già “abbastanza” dallo stato o dalle rette, in realtà, a pensarlo, spesso sono solo le scuole perché, di contro, le faglie e la comunità sarebbero ben felici di partecipare a un progetto che va a vantaggio delle nuove generazioni e dell’intera comunità.

Ma la comunità ha la piena percezione del fatto che la scuola è un nucleo fondamentale della nostra società e, di fronte a una richiesta di coinvolgimento attivo, è sempre ben felice di dare il suo contributo e questo ce lo ha raccontato benissimo e con enorme coinvolgimento Mariangela Leonetti.

Quello che abbiamo imparato è che oggi, anche se non lo si fa abbastanza, le scuole possono fare fundraising.

I primi passi

Ognuno realtà scolastica ha il proprio percorso e un proprio ambiente sociale; questo vuol dire che le modalità di azione non possono essere universali.

Detto questo, però, nel corso delle trasmissioni sono stati evidenziati dei punti comuni e delle azioni che è possibile fare fin da subito.

Andiamo a vederle

  • individuare una persona che si occupi del fundraising
  • fare una lista delle persone che orbitano attorno alla scuola (docenti, studenti, genitori, comunità…)
  • fare una lista delle relazioni legate a queste persone (mestieri, competenze, amicizie…)
  • individuare dei grandi progetti importanti per la scuola e dividerli in tanti piccoli progetti (rifare la Palestra, acquistare le attrezzature…)
  • coinvolgere la comunità (presentare i progetti alla comunità spiegandone l’importanza ma anche i vantaggi umani ed economici che ci sono nel fare fundraising)
  • aprire la scuola alla comunità (fare giornate a porte aperte laddove il periodo lo permetterà…=
  • coinvolgere l’associazione dei genitori
  • organizzare le attività e condividerle

Nelle puntate troverete altri importanti stimoli.

Il Fundraiser prefetto

Abbiamo chiesto ai nostri ospiti di descrivere il fundraiser perfetto affinché il dirigente scolastico potesse individuare la persona più adatta il più facilmente possibile.

Proprio perché le esperienze di ciascuno sono differenti, anche le risposte sono state assortite.

Alcuni hanno detto che il fundraiser deve essere una persona della scuola, altri hanno detto che deve essere una persona esterna assunta apposta.

Tutti sono stati d’accordo col fatto che il fundraiser deve conoscere bene la comunità e la scuola e debba essere radicata in essa e si debba dedicare solo al fundraising.

per quanto riguarda la figura da cercare, tutti sono stati d’accordo sull’importanza della capacità relazionale, della capacità di saper chiedere e del costante desiderio di formarsi.

Come ha detto Mariangela Leonetti, che il fundraiser sia interno o esterno alla scuola. la cosa fondamentale è che sia formato, perché non è possibile improvvisarsi fundraiser e sperare di ottenere risultati.

Seguito

La trasmissione ha avuto un buon riscontro e in redazione abbiamo avuto delle richieste che ci hanno fatto decidere di continuare a portare avanti il filone di incontri sul fundraising e affrontare anche altri temi ad esso collegati come il crowdfunding o l’europrogettazione.

Le puntate

Riportiamo qui il link del canale YouTube di Betapress al quale vi invitiamo ad iscrivervi

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=videoseries?list=PLT_pnnqU-nBfnNr1c_WdA0vkAzNabaAn3&w=640&h=360]

 

Buon Natale

Intanto il gruppo delle puntate sul fundraisingper le scuole vi augura un sereno e santo Natale

Buon Natale

 

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Il borsellino vuoto

Dov’è il nostro cuore?

Dov’è la nostra anima?

Da quando nei soprabiti c’è la tasca interna all’altezza del petto, ci siamo abituati a pensare che per toccarci il cuore sia indispensabile accarezzare il portafoglio;

tanto che, nella moderna abitudine di prendere in fretta la prima cosa che capita, pare che abbiamo finito per confondere le emozioni con le monete.

Ma non è nel borsellino la nostra morale, non si trovano tra gli scontrini le nostre emozioni, non bastano le banconote ad asciugare le lacrime di chi amiamo.

Verrà la stagione calda e dovremo togliere il cappotto e a quel punto il nostro cuore sarà un’unica cosa esposta al soleE se non ci siamo confusi prima, sapremo dove si trova la nostra anima e saremo felici di non avere freddo né bisogno di nulla.

E di poter dare, dare infinitamente.

Se però avremo dimenticato dove sta il cuore, avremo perso ogni metro di giudizio e ci sentiremo poveri e vorremo coprirci anche se fa caldoPerché non ricorderemo la nostra essenza ancora ancorati all’apparenza.

Non è nel borsellino la nostra morale, non si trovano tra gli scontrini le nostre emozioni.

[dipinto: colazione sull’erba – Éduard Manet ]