Quando un ministro mente sapendo di mentire…

… ovvero, meglio, può un ministro mentire?

Vogliamo anticipare alcune note di un servizio che stiamo predisponendo perché Betapress è venuta in possesso di prove che dimostrano palesemente che uno degli attuali ministri mente sapendo di mentire.

Betapress è venuta in possesso, appunto, di mail che dimostrerebbero in modo inconfutabile che uno dei ministri del nostro governo non dice tutte le cose nel modo giusto.

Stiamo ancora facendo approfondimenti e cercando di contattare tutte le parti coinvolte, ma ci sembrava importante iniziare ad avvisarvi: rimanete in contatto per leggere cosa succede e cosa è successo.

Magari la cosa di cui siamo venuti a conoscenza poi vi sembrerà piccola o troppo enorme, ma di certo si basa sulla distruzione della fiducia, sul fatto che chi istruisce (magari proprio chi è ministro) dovrebbe essere sempre lineare, ed anche, vedrete sulla mancata considerazione della lealtà degli italiani.

a tra poco…




Ragione e Spirito, se ne parla a Palermo

PALERMO | A Palazzo dei Normanni “Il significato della vita: Ragione e spirito”

 

Si svolgerà nella più antica residenza reale d’Europa, a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, la II Edizione del Convegno Nazionale di studi su “Il significato della vita: Ragione e spirito”

 

Sabato 24/06/2023, dalle nove sino alle tredici, alla presenza di importanti rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali, nella prestigiosissima Sala Gialla di Palazzo dei Normanni a Palermo, è in programma l’attesissima II Edizione del Convegno nazionale di studi su  “Il significato della vita_Ragione e spirito”.

 

A darne l’annuncio è l’ufficio stampa del critico d’arte e saggista dott. Paolo Battaglia La Terra Borgese che figura tra i relatori insieme al dott. Michele d’Ajello del Gruppo Oncologico Multidisciplinare di Perugia, alla prof.ssa Giuseppa Graceffa dell’Università degli studi di Palermo, al prof. Michele Lepore dell’Università di Chieti – Pescara, al dott. Giuseppe Mogavero della Fondazione GAL Hassin di Isnello, al prof. Luca Matteo Rapallino dell’Università Genova, alla dott.ssa Lucia Rogato esperta in Scienze Sociali e al dott. Lodovico Rosato dell’ASL di Torino.

 

A presiedere il seminario sarà il dott. Amedeo Rogato, coadiuvato da due moderatori: la dott.ssa Maria Lupo e il dott. Pietro Di Miceli.

 

L’importante seminario sarà impreziosito da uditori provenienti da tutta Italia e da un Recital della bravissima e grande Maya Palermo, già primo flauto presso Concertgebouw Young e Blaricum Music Festival – Olanda, musiche di C.P.E. Bach, Betta, Debussy, Honegger, Palermo, Telemann.

 

La nota del Critico d’Arte non rende noti alla stampa i nomi degli unici due giornalisti accreditati.

 

Chiarissimi invece i temi della struttura del convegno: Il mondo? Uno schizzo venuto male a Dio (Paolo Battaglia La Terra Borgese); Per un approccio più umano alla medicina (Michele d’Ajello); Empatia e chirurgia rapporto che non si può scindere. Esperienza di donna (Giuseppa Graceffa); Natura e Architettura (Michele Lepore); La storia di una grande passione (Giuseppe Mogavero); La montagna madre e ispiratrice (Luca Matteo Rapallino); Riflessioni di una donna madre, credente (Lucia Rogato); Il rapporto chirurgo e paziente: una storia vecchia come la vita (Lodovico Rosato).

Le finalità

Il seminario intende suggerire alcune risposte a dei quesiti sotto la guida dei Relatori.

Il primo obiettivo è di acquisire la nozione corretta di parole giuste per allargare le conoscenze e fare la differenza tra quello che si sa e quello che c’è da sapere con un apprendimento attivo capace di mettere ordine nei modelli caotici di cui è pervasa la società e i rapporti umani.

Ancora: il significato della vita è spesso discusso in termini filosofici, ma può, volendo, essere ridotto a un singolo fatto; la vita è fatta per essere vissuta.

Se esiste, qual è la differenza tra le associazioni di culto in generale (in Italia) e quelle cosiddette atee o delle laicità?

Queste manifestano solo credi culturali? o fatti anche sociali? o talvolta anche politici?

Il significato della vita? domanda senza tempo, è trovare la bellezza nelle cose? sia grandi che piccole?

Quale approccio gli addetti ai lavori devono avere per spiegarsi al meglio?

Come la scienza e la fede possono parlare di associazionismo?

Come indicare le varie forme di società iniziatiche svolgendo un ruolo nella notizia corretta?

Ebbene: le nuove dialettiche acquisite lungo l’evento saranno strumenti utili per affrontare meglio la propria professione e le relazioni sociali.

 




Perché puntare su una didattica per competenze?

Ho iniziato a insegnare nel 1986, ho visto generazioni di studenti formarsi sui banchi di scuola e diventare affermati professionisti.

Ho dedicato tempo e passione, ricerca, metodo e innovazione e ritengo non sia possibile mettere a bando le conoscenze dichiarative per puntare solo sulle competenze.

La “didattica per competenze” non ha alcun fondamento teorico, scientifico, epistemologico e allora perché tanta enfasi sulle competenze?

Perché anche in campo educativo la globalizzazione ha condotto ad una omologazione dei processi della formazione per farli diventare funzionali ai processi della produzione.

Non è importante formare “cittadini”, ma “lavoratori”.

E allora la “didattica per competenze” si muove lungo la direttrice di processi orientati al mercato del lavoro.

In quest’ottica le prove standardizzate internazionali OCSE-PISA, puntando sulle competenze, impongono solo processi addestrativi dettati dal mondo dell’economia e non a caso l’OCSE è l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.

Ma l’attenzione esasperata al mondo del lavoro, non è tra l’altro giustificata dalla repentinità dei suoi cambiamenti, che proprio per questo richiederebbe, al contrario, una formazione più tarata sulle conoscenze dichiarative e logico-critiche.

Inoltre spostare il baricentro delle attività didattiche sul concetto di “competenza” mette profondamente in discussione la scuola basata su presupposti per alcuni superati, come la lezione frontale, la classe, l’aula.

E a questo considerato vecchiume da rottamare si contrappongono una serie di misure moderne, spacciate come più efficaci: la flipped classroom, la scomposizione del gruppo classe, la Lim, il notebook e in generale le nuove tecnologie informatiche.

Si disprezza tanto la lezione frontale, solo trasmissiva, ma per esperienza, può essere molto coinvolgente, se il docente è capace di sviluppare empatia, consentendo a tutti gli studenti, bravi e turbolenti, di partecipare con successo al dialogo educativo.

Così facendo, la lezione frontale, che molti pedagogisti vorrebbero abolire, è invece essenziale, perchè è essenziale prima presentare l’argomento e poi eventualmente approfondirlo con uno studio-ricerca da parte degli studenti anche autonomo.

Chi può negare questa riflessione?

Non è vero che la lezione frontale è noiosa.

Non è la didattica frontale che non appassiona, bensì la modalità e la finalità con le quali viene proposta.
Ma ritorniamo alle “competenze”.

La “marcia sulle competenze” parte da molto lontano, dal mondo anglosassone nel campo dell’organizzazione del lavoro con mansioni e compiti predefiniti in senso fordista e taylorista e poi sfocia nel capitalismo contemporaneo, di quella che viene definita la quarta rivoluzione industriale o industria 4.0, che ha trasformato la scuola in una fetta di mercato e con l’autonomia scolastica in un’azienda e il preside nel suo amministratore delegato.

Quindi non bisogna perdere tempo con la cultura, con la letteratura, con la scienza o con l’arte, ma promuovere competenze.

Non è il “saper fare” che ciascuno di noi deve perseguire quotidianamente con i propri studenti.

Non è il “sapere procedurale” che accompagna nelle nostre attività didattiche l’approccio teorico, fondamento induttivo o deduttivo di ogni esperienza culturale, laboratoriale e non, cognitiva e metacognitiva.

È, piuttosto, il “saper essere” esecutori, lavoratori “ammaestrati” a competenze elementari, come le 8 competenze chiave di cittadinanza prescritte dall’UE. Così si vuole garantire il life long learning?

Non si educa più alla convivenza, alla condivisione, alla solidarietà, al rispetto attraverso percorsi di conoscenza di ampio respiro, bensì si “addestrano” giovani a compiti specifici, basati sulla performance, sul risultato, sul traguardo, sull’affermazione di sé sull’altro.

Alla centralità del pensare, viene sostituita la centralità dell’agire.

Le competenze diventano allora un insieme di esecuzioni, di prestazioni, pratiche, individuali e sociali, tutte orientate al lavoro e all’occupabilità, intese come finalità fondamentali dell’istruzione.

Ma la scuola, a dispetto di un mondo che sempre più privilegia istintività, immediatezza, disintermediazione, spontaneità acritica, superficialità (e che ha trovato nei social network la perfetta espressione di questa nuova, pervasiva dimensione dell’esistenza), deve mantenere il valore della conoscenza, della cultura, del pensiero, della ricerca, dell’indagine, della comprensione della complessità.

E si continua a parlare con eccessiva enfasi di competenze, anche nel primo ciclo di istruzione, senza che i nostri ragazzi apprendano conoscenze certe.

Si dimenticano le quattro abilità di base linguistiche (saper ascoltare, saper parlare, saper leggere e saper scrivere) insieme alle quattro operazioni della matematica, quando invece occorrerebbe tornare allo studio dei contenuti disciplinari e forse riusciremo a raggiungere adeguati risultati anche nelle tanto criticate prove INVALSI.

 

[Pio Mirra, ds IISS Pavoncelli, Cerignola – FG]




La DC smentisce la DC

Riceviamo e pubblichiamo:

DEMOCRAZIA CRISTIANA

IL SEGRETARIO NAZIONALE

PROF. NINO LUCIANI

Oggetto: Notizia in merito a LUPO MIGLIACCIO di San Felice, residente in Roms, via di Roccencia 315

Leggo “notizia” da voi pubblicata oggi ( di nomina LUPO MIGLIACCIO Segretario Nazionale DEMOCRAZIA CRISTIANA).

Congresso XXesimo mai convocato, in base allo Statuto.

La notizia, se riferita alla DC storica di cui sono Segretario, è totalmente falsa.
Non so nulla di convocazione del congresso per nomina degli Organi.
Inoltre Migliaccio non è socio, dal 1 gen 2023, per non avere rinnovato la iscrizione nel 2022 come da statuto allegato, entro i termini di statut..

Anche decaduto da membro cooptatp del CN per non avervi partecipato per tre volte consecutive senza giustificazione.<

Allego statuto, art. 4.
Saluti. Luciani




Lupo Migliaccio Segretario nazionale della Democrazia Cristiana

Si è appena concluso il XX congresso della Democrazia Cristiana, l’unica legalmente valida, che ha visto l’avvicendamento del vecchio segretario, il Professore Nino Luciani, che è stato sostituito dall’Avvocato Lupo Migliaccio di San Felice, che da oggi guiderà il partito già di Zaccagnini, Moro, Andreotti e compagni (forse compagni non è molto adatto).

Alla Presidenza riconfermato Gabriele Pazienza, che è stato il motore di questo cambiamento.

Un DC rediviva, che negli ultimi anni non ha certo brillato per chiarezza e messaggi, basti pensare che ci sono ancora sette DC, o che almeno si dichiarano tali, in Italia.

Quella del Segretario Migliaccio sembra però l’unica che legalmente può dire di essere la discendente o la continuazione della Democrazia Cristiana scudo crociato.

“Il nostro programma non è complicato, perché questo paese non ha bisogno di cose roboanti, ha bisogno di ritrovare se stesso e di costruire un futuro più a misura di cittadino; dobbiamo tornare indietro per andare avanti” così esordisce il nuovo Segretario “scuola, lavoro, tasse, queste cose le dicono sempre tutti, ma poi nessuno fa nulla. Noi vogliamo rimettere al centro dell’azione politica i diritti del cittadino, così come li sancisce la costituzione, senza ma e senza se. Vediamo chi sarà capace di ostacolarci, vediamo chi vorrà rimboccarsi le maniche”

Betapress: come vede il futuro di questo paese?

Migliaccio: “Oggi questo paese non ha un futuro, ha solo un presente tenuto insieme dal fil di ferro! Non è questione di destra o sinistra, ma nemmeno di centro se vogliamo, è questione di cuore e passione.”

Betapress: Quindi non è questione di soldi o di potere?

Migliaccio: “I soldi servono ed il potere è necessario per avviare i cambiamenti, chi dice il contrario è uno sprovveduto, quello che conta è chi deve esercitare la gestione di entrambi. Abbiamo lasciato in mano il paese prima a coloro che ormai erano in politica da 40 anni, poi ai ragazzini sprovveduti, adesso a chi è stato all’opposizione da sempre. Ora non servono dei professionisti, servono dei veri Italiani che agiscano come il buon padre di famiglia, quindi con competenza e con cuore.”

Betapress: Ma la DC non è stata quella che ha, in fondo, generato questi mostri che Lei cita?

Migliaccio: “In parte, nessuno è senza colpa, a partire da chi ha votato sempre con una mano sugli occhi. La DC infatti è stata nella sua tana a leccarsi le ferite per molti anni, ha lasciato (sbagliando) che i suoi spazi venissero presi da forze politiche che non avevano nel loro midollo la stessa spina dorsale che ha avuto la DC, anche quando poi si è polverizzata davanti ai propri errori.”

Betapress: ed oggi cosa ci sarebbe di differente dagli altri?

Migliaccio: “Una grande consapevolezza dei bisogni del Paese, la capacità di riconoscere i propri errori, l’umiltà di non pensare di avere tutte le ricette in tasca, ma soprattutto la certezza di non aver bisogno di ricoprire posti politici. Nelle nostre fila ci sono personaggi di alta levatura professionale, accademica, umana, etica, di ogni età, accomunati da una fede incrollabile nel paese. In questo momento non ci interessa acquisire poltrone, ci interessa molto di più fare opinione, risvegliare la coscienza degli italiani, in modo che nel voto ritrovino la propria parola e la propria capacità di dare un futuro alla nazione.”

Betapress: In pratica state “tornando” per essere la coscienza del paese?

Migliaccio: “Non speriamo tanto. Vorremmo solo poter essere quella vocina che riesce a dire le cose che gli italiani solo pensano.”

Betapress: ultima domanda, ma come la mettiamo con le sette DC?

Migliaccio: “Non esistono sette DC, ne esiste solo una, che sarà ben lieta di accogliere tutti quelli che oggi dicono di essere, sbagliando, la DC. Se chi lo dice ci crede è ben accetto, altrimenti partiremo a difendere l’unità che ci contraddistingue, al fine di far capire chi siamo.”

 

 




Voce ai sindacati delle scuole

Il nuovo spazio di Betapress per i sindacati delle scuole

Coerenti con la linea di condotta seguita in questi anni, convinti che il libero dibattito e il confronto onesto siano la base di una comunicazione veritiera e proficua, Betapress mette a disposizione sulla propria testata uno spazio per tutti i sindacati della scuola che desiderano informare la comunità scolastica ed extrascolastica dei propri progressi e delle proprie conquiste.

Betapress, grazie al canale YouTube BetapressTV, offre ai sindacati la possibilità di essere ospitati in una trasmissione a loro dedicata per un confronto fatto di crescita e possibilità di contraddittorio su tematiche sensibili del mondo della scuola.

Per partecipare all’iniziativa basta compilare il modulo di interesse e inviare il materiale secondo le norme editoriali a chiara.sparacio@betapress.it

 

Visita la pagine dello spazio dedicato ai sindacati della scuola

 

I comunicati dei sindacati




Più relazioni più precauzioni: lo studio dell’Università di Firenze

Firenze, 22 marzo 2023

Comunicato stampa

 

Covid-19, il ruolo cruciale dei partner e dei figli nella prevenzione delle pandemia

Pubblicati su PNAS i risultati di uno studio del coordinato dall’Ateneo fiorentino, frutto di due indagini condotte in 27 paesi europei

Avere figli e, in misura ancora maggiore, avere un partner porta le persone più anziane ad adottare maggiori precauzioni contro il Covid-19, a partire dalla scelta di vaccinarsi.

La conferma, arriva dallo studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista scientifica PNAS, che è stato coordinato da Bruno Arpino, docente dell’Università di Firenze, e svolto in collaborazione con i colleghi Valeria Bordone, dell’Università di Vienna, e Giorgio Di Gessa, dello University College London.

Professore Associato - Dipartimento di Statistica, Informatica, Applicazioni 'G. Parenti' (DiSIA)
Prof. Bruno Arpino, professore Associato Dipartimento di Statistica, Informatica, Applicazioni ‘G. Parenti’ (DiSIA)

Le analisi

Le analisi si sono basate sui dati raccolti nel corso di due indagini condotte in 27 paesi europei, Italia compresa, su soggetti di 50 anni e oltre realizzate nell’ambito dell’indagine Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe (SHARE).

La prima, con un campione di 35.786 individui, tra giugno e settembre 2020, la seconda, con un campione di 29.349 individui, tra giugno e agosto 2021.

Le indagini hanno fatto riferimento alla propensione delle persone a prendere precauzioni – quali lavarsi le mani, usare disinfettante, coprire tosse e starnuti, ridurre le uscite di casa per fare la spesa – e ad accettare un vaccino anti Covid.

Le dichiarazioni

“I nostri risultati mostrano che avere un partner o figli è un elemento complessivamente associato in maniera positiva alla probabilità degli individui in età matura e anziana di adottare comportamenti precauzionali e di vaccinarsi – spiega Arpino, docente di Statistica dell’Ateneo fiorentino-. In particolare la presenza di un partner aumenta di circa di 5 punti percentuali la probabilità di assumere tali decisioni”.

I risultati non sono sostanzialmente influenzati dall’essere o meno conviventi con il partner o con i figli, né sono guidati da particolari gruppi di età, sesso o gruppi di paesi specifici.

E, analogamente a quanto era già stato documentato da altri studi pre-Covid, confermano che il controllo sociale familiare ha effetti postivi sui comportamenti salutari.

“Nel contesto di una pandemia – commenta il docente, sulla base dei dati raccolti –, partner e figli possono fornire assistenza e informazioni utili per comprendere l’importanza dei comportamenti precauzionali e della vaccinazione. Un partner, in particolare, assicura un supporto emotivo e pratico che viene garantito in modo più consistente”.

E sempre per quel che riguarda l’aiuto pratico, i ricercatori hanno rilevato che avere figli è particolarmente importante per uno specifico aspetto: limitare lo shopping di persona e dunque la frequentazione di spazi chiusi e affollati dove il rischio di infezione è maggiore.

“Se da un lato dunque i contatti familiari possono essere fonte di contagio, il nostro studio mostra che i legami familiari stretti possono avere un’influenza positiva nella prevenzione e, di contro, che le persone più anziane che ne sono prive sono più vulnerabili da questo punto di vista – conclude Arpino –. Un’indicazione che potrà essere utile ai fini della progettazione di interventi e raccomandazioni per la prevenzione del Covid o di future pandemie”.

 

Ufficio stampa
Università degli Studi di Firenze

 




LA SCUOLA DI MASSA … OCCORRONO CORRETTIVI

 

La “scuola di massa” è stato l’epilogo finale del ‘68, da cui abbiamo ereditato una scuola aperta a tutti, grande conquista per l’istruzione democratica, ma oggi forse sono necessari correttivi.

Le responsabilità sono da ricercarsi ancor prima del ‘68 con l’istituzione della scuola media unica (1962), l’eliminazione del latino e il costante depauperamento dei contenuti di studio e l’approccio del donmilanismo, ideologia che avrebbe avuto un senso negli anni ’50, ma che alla fine dei ’60, quando si diffuse, era divenuta largamente anacronistica.

Probabilmente la scuola media unica, col tentativo di realizzare un’uguaglianza formale e non certo sostanziale ha segnato l’inizio del declino del nostro
sistema scolastico, aprendo poi la via a quella che sarà dagli anni ‘90 la diffusa licealizzazione con danni irreparabili soprattutto all’istruzione tecnica e professionale.

Prima del 1962 al termine della scuola elementare si poteva accedere alla “vecchia” scuola media (quella con il latino), ma solo dopo aver superato un esame di ammissione.

Per chi non andava alle medie c’erano tre scuole di avviamento (industriale, professionale e commerciale) e anche la scuola d’arte.

Con l’avviamento industriale si poteva accedere agli istituti tecnici industriali e con quello commerciale si poteva passare agli istituti di ragioneria mentre con l’avviamento professionale si andava negli istituti professionali.
Con la scuola d’arte, infine, ci si poteva iscrivere al liceo artistico.

È vero in pratica che a 11 anni, si decideva (all’80%) il futuro scolastico dei ragazzi che, quindi, veniva determinato più dalla appartenenza al ceto sociale che alle capacità, ma i percorsi proseguivano in continuità e la scuola riusciva a programmare un’offerta di qualità e di settore, sfornando professionalità compiute come periti agrari, commerciali, geometri, periti industriali e periti meccanici, pronti per il lavoro.

Oggi la dispersione scolastica aumenta, soprattutto quella implicita, fenomeno piuttosto diffuso che spesso sfugge alle statistiche. Ci si riferisce a quella quota non trascurabile di studenti che conseguono il diploma e non raggiungono nemmeno lontanamente i livelli di competenza che ci si dovrebbe aspettare dopo tredici anni di scuola.

E si continua a parlare con eccessiva enfasi di competenze, senza che i nostri ragazzi apprendano conoscenze certe.

Si programma per competenze anche nel primo ciclo e si dimentica il leggere, scrivere e far di conto, conoscenze e abilità essenziali sulle quali costruire nel secondo ciclo competenze certe e durevoli.

Adesso ognuno decida se davvero la scuola di allora fosse peggiore o migliore di quella attuale, ma non c’è dubbio che occorrono correttivi urgenti se vogliamo puntare su una società basata sulla conoscenza.

 

Pio Mirra
DS – IISS Pavoncelli Cerignola (FG)




OPEN DAYS, ATTIVITÀ DI (DIS)ORIENTAMENTO

Iniziati a novembre, sembrano ormai alla fine anche se qualcuno userà anche l’ultimo giorno, il 30 gennaio, per … “un alunno in più “.

Povera scuola!

Comunque l’incubo sembra ormai finito.

Un tempo non esistevano, forse solo nelle scuole private per questioni di sopravvivenza, questioni che oggi sembrano interessare anche la scuola pubblica.

Una maratona nella quale genitori e ragazzi “saltano” da una scuola all’ altra, ascoltando noiosissimi discorsi autoreferenziali, belle promesse, inutili visite a laboratori imbellettati per l’occasione, tentando di intuire, dietro tanta retorica, la nuda realtà.

Ma la scuola non deve essere solo un luogo accogliente e non dovrebbe mai perdere di vista il suo ruolo principe di trasmettere “virtute e canoscenza”.

Purtroppo si dimentica che la scuola richiede anche impegno, fatica e sacrificio e non mille progetti e attività per intrattenere in modo ludico gli studenti, perché ciò contribuirebbe ad alimentare le derive di una società sempre più fluida che sta creando confusione e incertezza.

Allora?

Allora palese è il disorientamento tra tanti indirizzi di studio, corti e lunghi e anche duplicati e le tante e creative offerte formative proposte per “un alunno in più “.

Il 30 gennaio sta arrivando, si avvicina il momento della scelta.

In bocca al lupo ragazzi.

Pio Mirra
DS IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)




PNRR o PRRRRRRRRR… ??

Parte la progettazione per il Piano Scuola 4.0 sulla piattaforma dedicata che resterà aperta dalle ore 15.00 del giorno 28 dicembre 2022 alle ore 15.00 del giorno 28 febbraio 2023.

L’investimento prevede due azioni specifiche: Next Generation Classrooms e Next Generazione Labs.

L’azione “Next Generation Classrooms” ha l’obiettivo di trasformare almeno 100.000 aule delle scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado, in ambienti innovativi di apprendimento.

L’azione “Next Generation Labs” ha la finalità di realizzare laboratori per le professioni digitali del futuro nelle scuole secondarie di secondo grado, dotandole di spazi e di attrezzature digitali avanzate.

La parola d’ordine per rinnovare la scuola è “digitale” per tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Che dire? Il digitale è sicuramente un bene se aggiunto alle abilità analogiche, un disastro se in sostituzione ad esso!

Ma sembra che si vada in questa direzione.

Si legge che il Piano Scuola 4.0 sarà l’occasione per innovare la scuola!?!

Certamente, ma l’innovazione didattica sarà possibile senza però rinunciare ad insegnare le quattro abilità di base linguistiche (saper ascoltare, saper parlare, saper leggere e saper scrivere) insieme alle quattro operazioni della matematica.

Occorre insegnare l’analisi grammaticale, logica della frase e del periodo entro la scuola media, studiare storia e geografia, abolire nei licei l’alternanza scuola-lavoro, oggi rinominata PCTO.

In breve occorre tornare allo studio dei contenuti disciplinari e forse riusciremo a raggiungere adeguati risultati anche nelle tanto criticate prove INVALSI.

Pio Mirra