BADFLOWER: STRAPPO O CONTINUITA’?

Mi sono svegliato con una domanda stamani: come si è evoluta la musica negli ultimi anni? Ho pensato poi: per un discografico ha maggior valore scovare nuove tendenze oppure nuove “continuità”?

Un amico mi ha proposto il nuovo singolo dei BADFLOWER: F*ck the world ed ho avuto la risposta.

Già da tempo sostengo che la Musica in generale ed il Rock in particolare siano attenti a non perdere “posizioni” rispetto agli ultimi due decenni.

Seguendo Band come DIRTY HONEY, GRETA VAN FLEET e BADFLOWER ho la matematica certezza che si può emulare in modo innovativo senza per forza inventarsi uno strappo con il passato.

I BADFLOWER, combo californiano nato all’ombra degli Angeli formato da Josh Katz (voce e chitarra), Joey Morrow (chitarra), Alex Espiritu (basso) ed Anthony Sonetti (batteria), stanno solcando l’alveo dell’Alternative Rock e del Post Grunge con una personalità disarmante.

Attivi dal 2013 i BADFLOWER sono considerati dalla critica una delle più interessanti band emergenti degli ultimi anni, hanno raggiunto il successo nel 2019 con OK, I’m sick, album che ho conosciuto per i “passaggi” in Radio.

Mi aveva colpito molto la splendida ballata Ghost che ha conquistato posti di rilievo nelle Top Ten di importanti classifiche quali Mediabase Active Rock Radio, Mainstream Rock Song, Billboard etc.

I temi trattati dalla Band sono attuali e si riferiscono al complicato universo adolescenziale. Le Tracks di OK, I’m sick  trattano di suicidio, di depressione e molti altri temi, quali ansia e attacchi di panico, che riguardano proprio il frontman Josh Katz.

I BADFLOWER dal vivo sprigionano una carica che affascina, il sottofondo musicale alle tematiche trattate nei testi è duro e crepuscolare: forse sono vivo perché non volevo davvero morire (…), passaggio della sopracitata Ghost, è un grido incessante.

L’ansia della vita ed il vuoto imperante non sfociano in un edonismo tipicamente italiano (vedi trap nostrana), ma nell’invocazione di una Bellezza, anche se solo accennata!

Non avendo il dilemma dei “soldi” per dirla alla MAHAMOOD, i BADFLOWER cercano una risposta vera alla fragilità del nostro tempo. “(…) perseguiterò tutte le vite che si sono prese cura di me”, citano i BADFLOWER… che domanda!

Io non la so la risposta!

Ma sicuramente capisco che è un tentativo! Quasi un manifesto, un appello di aiuto, che noi “adulti” dovremmo accogliere!

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PERTH

 

 

 

MA DAI! IL ROCK E’ MORTO?




Giovanna Boda: sbatti il mostro in prima pagina!

E ci risiamo!

Girolimoni, ancora non ha insegnato nulla!

Diritto di cronaca? Tutela del cittadino? Libertà di stampa?

E’ ormai notizia passata il caso di Giovanna Boda, dirigente del Ministero dell’Istruzione, stimata e rispettata, che in seguito di indagini della magistratura sul suo operato, ha tentato di togliersi la vita con un salto nel vuoto.

Noi di Betapress lo sapevamo già, avevamo avuto già la cosiddetta soffiata, ma non ne abbiamo parlato subito perché il nostro giornale non fa del sensazionalismo il suo stile, ne cerca a tutti i costi di sollecitare pruriginosi interessi sulle notizie, ma piuttosto ama fare delle riflessioni che servano ai lettori per vedere o trarre spunti dai fatti, e soprattutto noi non scriviamo mai se non abbiamo le prove di quello che scriviamo.

I fatti: Giovanna Boda è un alto dirigente del Ministero dell’Istruzione, stimato e rispettato, io stesso lo posso dire visto che nel passato ormai remoto ho avuto modo di conoscerla.

I fatti: un’indagine della magistratura la coinvolge per un sospetto caso di corruzione che la vedrebbe parte di un pericoloso liaison tra lei e Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta, rappresentante legale dell’istituto italiano di ortofonologia ed amministratore della Come – Comunicazione & editori, ossia l’agenzia Dire, che avrebbe corrotto la Boda.

I fatti: la finanza ha perquisito la casa e gli uffici della dirigente, che non reggendo ha poi tentato il suicidio gettandosi dal terrazzo del palazzo del suo avvocato.

I fatti: siamo ancora in fase di indagini, non c’è stata nessuna condanna nemmeno in primo grado.

Eppure la stampa ha scritto la notizia con nome e cognome, foto e tutta la sua vita privata marito compreso.

Ecco la nostra riflessione: cui prodest?

per i lettori dove poteva essere l’interesse vero nella notizia?

A nostro avviso l’unico interesse che ci poteva essere in questa notizia era che la magistratura stava indagando e che il cittadino poteva stare tranquillo proprio perché gli organi di giustizia funzionano.

quindi il titolo che avevamo predisposto noi era:

Ministero dell’Istruzione: la magistratura indaga su casi di corruzione.

all’interno di indagini della magistratura sembra trovare spazio l’ipotesi che un alto funzionario del Ministero possa essere implicato in una rete di favori incrociati con delle ditte per la fornitura di servizi e la partecipazione a bandi pilotati. La finanza continua nella sua opera di analisi e verifiche anche con ispezioni presso gli stessi uffici del ministero.

Notizia data, cittadino tranquillo, nessuno accusato prima di essere colpevole.

Certo, forse in questo modo le migliaia di click che invece gli altri articoli hanno ricevuto non ci sarebbero stati, certo, forse gli inserzionisti del giornale sarebbero stati meno contenti, ma la nostra linea è questa.

Ma forse ora Giovanna avrebbe avuto il tempo ed il diritto di difendersi.

Il giustizialismo mediatico è a nostro avviso un atto criminoso, vile ed indegno di una società civile, così come l’utilizzo della magistratura ad orologeria.

Ma poi dove sono finiti i vecchi nome punto cognome punto? e perché mettere la foto, a che serve?

Ci siamo passati anche noi, ed infatti ci rimane un sottofondo di dubbio, un amaro presentimento che tutta questa faccenda in realtà nasconda giri politici al ministero, intrighi nelle nomine e nei poteri, intrallazzi bassi e spregevoli così caratteristici di quei palazzi dove la politica diventa una strisciante linea di pensiero del sotterfugio e del più bieco utilitarismo personale.

Noi sappiamo per certo di un Dirigente miur che con i suoi progetti fece guadagnare oltre 80 milioni di euro alle scuole e fu invece trattato come la povera Giovanna.

Il Linciaggio, anche mediatico, è per sua stessa definizione un atto illecito.

E non dite, ma anche voi adesso avete messo nome e cognome, si vero ma lo abbiamo fatto apposta adesso, proprio per cercare di essere a sostegno di una persona che anche ammesso che risultasse colpevole, non meritava certo questo modo di fare giornalismo.

E continueremo a farlo, anche se nessuno ci inviterà mai in televisione a dire la nostra, anche se nessuno comprerà mai pubblicità sul nostro giornale, continueremo a difendere il diritto dei lettori di sapere la verità ed il diritto degli innocenti di essere tutelati dalla liberta di stampa.

Giovanna Girolimoni Boda, anche se tra qualche anno dovessi essere condannata per quanto adesso ti stanno scaricando addosso, la tua condanna l’hai già scontata in questi ultimi cinque giorni, e comunque per noi e per tutti quelli che ti hanno conosciuto resterai la persona gentile e premurosa che eri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La libertà di stampa

 




Mitologia e complessi

Affrontiamo il tema dei complessi, argomento particolarmente significativo nell’ambito della riflessione psicoanalitica.

I complessi in alcune persone sono espressione di preoccupazioni molto forti che creano uno stato di angoscia.

Esiste una vasta gamma di complessi che ci riportano a temi della mitologia classica come ad esempio il complesso di Narciso, il complesso di Giocasta, il complesso di Edipo ed il complesso di Elettra.

Il complesso di Narciso ci trasporta in un mondo idilliaco in cui un giovane di bellissimo aspetto girovaga per i boschi alla ricerca della sua interiorità. Narciso riesce ad innamorarsi solo della sua persona e la sua fine sarà tragica.

Oggi questa immagine ci ricorda molti soggetti, sia maschi sia femmine, che non riescono ad instaurare relazioni affettive costruttive in quanto proiettati su di sé e – come si suole dire – “innamorati solo di se stessi”.

Anche il complesso di Giocasta e quello di Edipo sono degni di attenzione.

Giocasta, madre attaccata in modo morboso ai propri figli, è un esempio attuale.

La mitologia narra che Laio, re di Tebe, sarà ucciso dal figlio Edipo che sposerà poi la madre Giocasta.

Questo complesso è ascrivibile a tutte quelle madri che esprimono un amore morboso per i propri figli viziandoli e rendendoli poco autonomi.

Lo psicologo Reik vede Giocasta come una donna adulta, insoddisfatta della propria vita affettiva e iperprotettiva nei confronti del figlio. Ella è considerata dall’autore una fonte primaria generatrice di comportamenti nevrotici.

Nel complesso di Edipo invece si assiste all’identificazione del bambino col genitore del proprio sesso e al desiderio del bambino stesso nei confronti del genitore del sesso opposto.

Possiamo ritenere che l’interpretazione freudiana di Edipo sia da considerarsi oggi non più attuale e privilegiamo l’interpretazione di Lacan che vede nel complesso di Edipo una modalità del bambino per accedere al processo di socializzazione.

Da ultimo, il complesso di Elettra ci rammenta una storia che mescola insieme i temi dell’amore, dell’odio e della vendetta.

Agamennone, capo supremo dei Greci, viene ucciso da Egisto, amante della moglie Clitennestra.

Elettra, figlia di Agamennone, esprimerà tutto il suo odio contro la madre e insieme al fratello Oreste si vendicherà contro quest’ultima che verrà uccisa.

Questo complesso è interpretabile come il desiderio di una bambina di possedere il padre e di competere con la propria madre per il possesso del genitore.

Vengono dunque analizzati i rapporti tra figlia e padre evidenziando l’attaccamento esagerato alla figura genitoriale maschile.

Il mito, permettendo l’analisi delle dinamiche sottese ai complessi, diviene modalità per comprendere meglio la realtà disfunzionale che crea disagi ad un soggetto.

Si tratta di problemi principalmente relazionali dove prevalgono emozioni quali la solitudine nel complesso di Narciso, la possessività nel complesso di Giocasta ed in quello di Edipo, la vendetta nel complesso di Elettra.

Chi è portatore di tali complessi incontrerà difficoltà nella costruzione di un futuro appagante in quanto non riuscirà a vivere in modo armonico con se stesso e con gli altri.

Non essere portatori di questi complessi o essere in grado di superarli significa invece abbracciare uno stile di vita armonico e proiettato allo sviluppo del sentimento sociale.

 




MA VAFFAN DAD …

Dad fallimento o insegnamento?

Da domani, tutti in classe, almeno per le medie.

Bene, riprendendo gli spunti di riflessione di Paolo Crepet, sul coraggio e sulla fatica di educare, sia come genitori che come docenti, dopo un anno di Dad a singhiozzo, traiamo qualche indicazione di percorso efficace.

Perché, non so voi, ma io ne posso più di perder tempo.

Se, come diceva Dante “Perder tempo, a chi più sa, più spiace”, è evidente, visto che di tempo ne abbiamo sprecato parecchio, almeno adesso, diamoci una mossa.

Dunque, proviamo a fare il punto, post Dad o Did che dir si voglia.

Primo.

L’educazione non è democratica.

I figli non contano quanto i genitori e gli studenti non sono al pari dei professori.

Genitori ed insegnanti devono svolgere il proprio ruolo, autorevole, di capitano, non sottomettersi ai ricatti dei figli e degli allievi, pensando di farli felici.

Secondo.

Nel pieno dell’epoca della digitalizzazione bisogna porsi il tema di come tenere insieme innovazione ed educazione.

Bisogna discernere ciò che rende la tecnologia e il digitale noioso e tenere ciò che è creativo e gioioso, tipo Google.

Per insegnare ad essere donne e uomini del futuro bisogna spiegare che Google è un bosco incantato, una meraviglia.

Dentro c’è tutto, molto più dell’insegnamento del maestro.

E’ un rimando alla realtà del mondo e del pianeta che ti permette di fare ricerca attraverso la tecnologia del digitale.

Ma Google non deve essere usato per fare un copia incolla dei dati, senza né selezione, né rielaborazione.

L’overdose di dati presenti nei motori di ricerca, implica analisi degli stessi, capacità di sintesi, atteggiamento critico e spirito riflessivo.

Inoltre, bisogna far capire ai minori, ai nativi digitali del terzo millennio, che Google non sono i social, i social sono una selva oscura, un pericolo per coloro che li confondono con il bosco incantato di cui parlavamo prima.

Terzo.

Uso ed abuso dei social = noia.

I social fanno vivere tutti i ragazzi in una bolla psicologica nella quale non esistono né il tempo, né lo spazio.

Ma, sono le coordinate spazio temporali, l’hic e il nunc, i parametri esistenziali.

Senza la durata del tempo trascorso insieme e lo spazio condiviso in presenza, resta la noia.

Quarto.

La Dad ha fallito perché ha scimmiottato la didattica in presenza, ma senza tensione, né novità.

Ma l’elemento della noia, si sa, porta alla nausea.

Ed ecco che la didattica a distanza ha fatto la fine che ha fatto, producendo danni in termini cognitivi comportamentali, perché si è nutrita di noia.

Quinto.

Ricordiamoci la lezione dei giovani non ascoltati dalle istituzioni.

Con i ragazzi che sono scesi in piazza per manifestare a favore di un ritorno a scuola.

Ma ci rendiamo conto? Una cosa mai vista.

Un tempo, far stare un ragazzo in casa con i genitori, era una punizione esemplare, viceversa, perdere scuola era una piacevole novità.

Adesso, per i geni della politica, abbinare queste due cose è stata una condizione necessaria e a tratti auspicabile.

Ma per i giovani non è stato così.

Passata l’euforia dei primi tempi, stare sempre a casa, senza amici, a perdere tempo, facendo una finta scuola, svuotata di senso, relazione ed umanità, è stata una punizione ad oltranza, altro che festa.

Traiamone la morale: qualsiasi cosa che viene trasformata in quotidianità, diventa evidente, ma al tempo stesso diventa scontata, perdente.

E, generalmente, quando le cose si fanno per lungo tempo, senza rinnovamento e si ripetono monotone, ne emerge sempre il loro difetto, raramente il loro pregio.

Le ripetizioni portano all’annientamento del tempo e alla perdita di senso.

Sesto.

Finale a sorpresa.

I geni della politica, non l’avevano calcolato, ma sono riusciti in un capolavoro: allontanare i giovani dagli strumenti digitali, dimostrando che la scuola di persona è un grande allenamento sensoriale.

Un ragazzo ha bisogno di socialità, di essere lodato, sgridato.

E, soprattutto i più piccoli imparano sviluppando tutti i cinque sensi, non solo le abilità visive o uditive.

Bisogna soprattutto insegnare a riabilitare i bambini alla manualità.

Perché, sempre secondo Crepet,” un bambino con il pongo é di gran lunga più fortunato di un bambino con l’iPad”.

Dunque, speriamo che la Dad, non sia stata solo un fallimento, ma che sia anche una fonte di insegnamento.

Io, da eterna adolescente e da inguaribile romantica, ci spero ancora dopo 55 anni di vita (di cui 49 passati a scuola, prima come discente e poi come docente), che l’esperienza è maestra di vita.

E, mai come questa volta, mi auguro di tornare in classe, in presenza, mettendo a frutto la lezione della Dad, perché, spesso, nella vita come nella scuola, si impara dagli errori compiuti, sempre che non li si ripetano all’infinito!…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Disastro DAD: docenti e personale ATA fanno ricorso

 




DRAGHI ED I DITTATORI …

Erdoğan è davvero un dittatore?

Tecnicamente no, la Turchia ha un’opposizione politica, come esistono anche organi di stampa non in linea con le idee del governo.

In effetti è anche vero che spesso tra presidenti autoritari e dittatori la differenza è millimetrica.

In Turchia il potere delle opposizioni viene costantemente ridotto, gli oppositori e i giornalisti vengono osteggiati anche in modo violento, in pratica al limite della dittatura.

Quindi Draghi, che è uomo d’onore, ha detto il vero?

Formalmente No, ed in diplomazia conta il formalmente.

Ma Draghi, che è un uomo d’onore, stava mandando un messaggio forte sull’affronto fatto alla rappresentante europea a cui non è stata messa a disposizione un sedia, ma solo un divano di sette metri, con l’evidente intento di dimostrare la superiorità del padrone di casa.

Di questo piccolo scandalo si è imbestialito tutto il mondo dimenticando le oppressioni che in quei paesi la donna subisce da secoli, e sulle quali il forte senso di giustizia europeo ha ben poco fatto negli anni passati.

Addirittura noi siamo riusciti a coprire le statue dei musei capitolini durante la visita del presidente iraniano per non offenderlo con la loro nudità (ancora adesso a pensarci mi viene da morire dal ridere), eppure allora sembrava normale, non a tutti per fortuna, che il rispetto di credenze altrui dovesse passare sopra le nostre.

Ma Draghi, che è uomo d’onore, in questo caso ha tirato fuori gli attributi ed ha difeso l’onore della presidente della Commissione Europea von der Leyen, per dare un messaggio a Erdoğan di forza e di potenza europea.

Peccato che gli ambasciatori richiamati siano stati quelli italiani e basta, peccato che le aziende che perderanno contratti saranno solo quelle italiane, peccato che, come sempre,  ci smeneremo solo Noi.

Ma allora siamo contenti che Draghi, che è uomo d’onore, ha detto che Erdoğan “è nudo”?

Si, io sono contento che Draghi, che è uomo d’onore, abbia fatto vedere cha ha le palle, ma mi convinco sempre di più che non andrebbe messo un tecnico al posto di un politico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Governo Draghi, il costume di Arlecchin Batocio.

Draghi, perché durerà poco…

IPSE DIXIT

 




DAD, GENITORI, STATO, EDUCAZIONE, DOCENTI, ULTIMO ATTO.

Paolo Crepet e le sue parole profetiche sulla fatica ed il coraggio di educare.

Domani si torna in classe.

Ma, per favore non torniamo a fare la scuola di prima!

Che almeno covid, lockdown, ma soprattutto Dad, ci abbiano insegnato qualcosa!

Prendo spunto dalle indicazioni di Paolo Crepet, che parlando dei giovani dice: “Basta con i soldi di papà. Esiste anche l’orgoglio”.

E, a proposito della scuola, aggiunge: “Non possiamo volere una scuola che promuove il 99% dei giovani, in quanto un’istituzione di questo tipo è tecnicamente fallita.

Bisogna ricominciare a vedere i 4 in pagella, perché con le lacrime si cresce.

E per questo servono insegnanti che sorridono, non con l’unico obiettivo di andare in pensione”.

Riguardo alle famose competenze, aggiunge: “Autonomia, creatività e autostima dovrebbero essere valutate al pari delle materie tradizionali”.

E, sul ruolo degli insegnanti, sottolinea: “Gli insegnanti, poi, vanno rispettati, nel loro ruolo e nelle loro valutazioni, non aspettati fuori da scuola”.

Queste erano le parole dello psichiatra e sociologo italiano intervenuto all’Istituto Canova di Vicenza sul tema “Il coraggio di educare” in un incontro con i genitori organizzato dalle Acli Vicenza, il 15 maggio 2018.

Sono passati quasi tre anni, ma quanto sono attuali e pertinenti i suoi consigli!

Quanto sono state profetiche le sue parole!

Vediamo almeno di mettere in pratica, i suoi consigli, adesso, al ritorno in classe, in presenza, soprattutto se vogliamo imparare qualcosa dal fallimento della Dad.

“Coraggio ed educazione sono due termini di cui dobbiamo riappropriarci”.

A mio avviso, purtroppo, così non è stato, mai come in quest’ultimo anno, abbiamo rinunciato a compier scelte coraggiose in nome dell’educazione dei giovani.

A livello politico, si è preferito lasciarli chiusi in casa, con i genitori, togliendo loro il diritto di una scuola in presenza.

Ed i risultati sono stati evidenti e pessimi.

E, se, adesso che si rientra in classe, almeno per le medie, non torneremo a lavorare sull’educazione, continuerà la pericolosa involuzione vissuta con la Dad, involuzione che inciderà sul futuro della nostra comunità.

Perché, non dimentichiamolo, il futuro non sono più i nostri figli, ma i nostri nipoti.

Però, a livello educativo, prima di criticare le istituzioni, o di prendercela con i “giovani dello spritz”, facciamo un bel esame di coscienza, noi genitori!

Spesso, lo abbiamo misurato in quest’ultimo anno, siamo noi genitori che sbagliamo.

Dobbiamo far mancare qualcosa ai figli, per far maturare in loro il desiderio di andare in cerca di questo qualcosa.

Coraggio e passione hanno un effetto terapeutico, perché facendo le cose con passione non si avverte più la fatica.

Ancora una volta, secondo Crepet, la formazione sarà al centro del futuro.

“Studiare è un lavoro, quindi bisogna farlo con dedizione e profitto. I genitori non sono sponsor e neppure bancomat.

Tra i giovani di oggi – aggiunge lo psichiatra – sono sempre di più coloro che hanno solo pretese e non fanno nulla.

Noi genitori dobbiamo cominciare a non dare più tutto.

Solo così possiamo sperare che nasca in loro il desiderio, che è il motore della vita, produce le passioni, quindi un progetto di vita.

Il coraggio di educare non è dare, dare e dare, ma togliere.

Non dobbiamo avere come obiettivo un figlio fotocopia”.

Ce ne è per tutti.

Famiglia, scuola, società e politica.

Speriamo che ognuno abbia ad imparare dai propri errori, per non ripetere all’infinito gli stessi sbagli, soprattutto quelli compiuti in

nome del covid, a causa del lockdown, sotto la maschera della Dad.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DAD e DDI, il danno per i docenti

Educatori o Dis-educatori: Genitori o Dis-genitori?

“Vulnerabili” con Paolo Crepet

 




SCRIPTA MANENT …

PAROLE, PAROLE, PAROLE …

La comunicazione, nell’era dei social e della pandemia, è cambiata.

Gli indizi, in questi ultimi mesi, sono stati ripetuti e sono sotto gli occhi di tutti.

Un riferimento evidente è nella comunicazione politica, sempre più ostaggio delle dinamiche dei consensi del web e per questo, sempre meno libera e riconoscibile come strumento fondamentale di funzionamento dei sistemi democratici.

Una considerazione che non risparmia le cifre della comunicazione istituzionale, nella vicenda pandemica, purtroppo, ancora attuale.

Alla informazione si è andata contrapponendo la contro-informazione.

Il problema è che, entrambi gli archetipi, sono stati scavalcati dall’industria del “fake”, del falso.

Una montagna di articoli e informazioni riversate prevalentemente sul web, che propongono ai lettori contenuti, più o meno consapevolmente, non autentici.

Il fenomeno ha assunto dimensioni tali che è in corso una campagna di comunicazione istituzionale, finanziata dal Gruppo Mediaset, dal titolo “Io non la bevo” che prende di mira le “fake news” insegnandoci a  smascherarne i caratteri ed i contenuti.

Il fatto deve far riflettere perché, quando si parla di informazione scritta, si entra all’interno del sacro perimetro delle fondamenta costituzionali di uno Stato democratico.

La parola scritta è il cemento che lega la storia delle civiltà.

“Verba volant, scripta manent” è l’asse portante di una tradizione millenaria che confida alla parola scritta un rango unico e fondante.

La libertà di stampa trova posto in tutte le costituzioni democratiche degli Stati moderni e l’accezione di falso, ci riporta alla struttura comunicativa dei regimi totalitari volti all’affermazione di un’unica verità ideologica.

Negli ultimi mesi, abbiamo vissuto una privazione verticale e orizzontale delle nostre libertà fondamentali in nome di uno stato d’emergenza che ha ridotto gli ambiti di confronto democratico.

Non piace l’idea che il mondo, che si prepara ad uscire dall’evento pandemico globale, debba convivere con una diluizione permanente di ogni certezza propria dello stato di diritto.

Pensare ad un mondo dominato dalla precarietà e dalla manipolazione, anche nel linguaggio scritto, avrebbe conseguenze, nel medio termine, disastrose.

L’auspicio è che le fake news restino un danno collaterale contenuto, conseguenza di un sistema sociale che comunica con modalità sempre più connesse e veloci.

La sfida alla quale l’intera comunità politica e sociale è chiamata non deve essere quella di smascherare le notizie false.

L’obiettivo deve restare la riforma dello Stato democratico in un contesto non soltanto nazionale ma europeo e mondiale.

Un impegno che, ci auspichiamo, assuma ben presto, il senso di un valore universale condiviso.

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS

 

L’Ipocrisia del tutto




Un incredibile Pass … Over.

Alla vigilia di Pasqua, all’improvviso …

“Passover” è l’Inglese per “Pasqua” e sta per “passaggio”.

Mentre gli Ebrei la celebrano per ricordare l’attraversamento del Mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla libertà, i Cristiani festeggiano il passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.

Alla vigilia di un weekend così significativo, simbolo e metafora di luce, rinascita e libertà, mentre gli Italiani si accingono a trascorrere l’ennesimo weekend tra le mura domestiche, accontentandosi di guardare il cielo dalle finestre, arriva un’improvvisa ventata d’aria fresca e pura.

 

… per colpa di Clubhouse!

Stavo piacevolmente chiacchierando con la mia cara amica Laura Merli Lavagna, doppiatrice e psicoterapeuta, al termine di un’intervista sul mio Canale YouTube. O forse era un live reading, ma poco importa. A un certo punto mi offre un invito per entrare su Clubhouse. “È l’app che va tanto di moda adesso: si aprono delle ‘room’, ogni ‘room’ un argomento di conversazione, e tu entri ed esci a piacimento: puoi parlare o ascoltare”. “No, grazie!” rispondo. “Ho già il mio daffare, ci manca solo questa…”

Le ultime parole famose. Nei giorni successivi, altre due persone mi fanno lo stesso invito. “L’Universo mi sta parlando!” mi dico. Entro.

Il ragazzo che cambiava foto profilo ogni cinque minuti.

Finché una notte, durante la mia room “Il Giardino Incantato degli Eroi”, non si presenta Fabio.

Ogni volta che apre il microfono per dire la sua, c’è un sottofondo musicale di quelli adatti alla meditazione.

Il tono di voce calmo e l’eloquio lento, ispirano tranquillità e pace. Ogni tanto lo perdo di vista: poi scopro che cambia la foto profilo adattandola, di volta in volta, al fluire delle nostre parole. Bene. Dovrò aguzzare la vista.

Nel frattempo vado a visitare la sua bio e … sorpresa, scopro che è un cantante di professione: “Fabio Gómez”.

In un nanosecondo sono su YouTube ad ascoltare “Over” nella versione newyorkese (la prima delle tre).

Ok. Questo “Soul Talk” s’ha da fare. Azzardo l’invito. Accetta. Si va.

 

Una chiacchierata tra anime.

Il “Soul Talk”, l’appuntamento del venerdì incastonato nel Progetto di Ondina, è un incontro fra anime.

L’anima di Fabio ha l’iridescenza dell’opale: a seconda di come la guardi, ti rivela di sé un colore diverso, una diversa emozione.

Ha solamente otto anni, quando il cielo notturno gli regala una stella cadente: occasione preziosa, per il piccolo Fabio, per pronunciare il desiderio del suo cuore: “Io voglio fare questo!”. Il cielo lo accontenta.

Il suo Viaggio dell’Eroe inizia a Lugano nel coro gospel “Amazing Grace”. Prosegue quindi i suoi studi in Germania, in Svizzera e a Chicago (U.S.A.).

Il resto è storia. Una storia costellata di momenti gloriosi, raccolti nella bio del suo sito.

Ma torniamo all’anima bellissima di questo Artista che ha scelto di cantare Se Stesso, i suoi Valori e la Fiducia nella Vita.

 

Over, Oltre, Siempre: Un inno alla Rinascita e alla Libertà emotiva.

Il suo ultimo successo, “Over” (“Oltre”), è uscito in tre versioni nell’arco del 2020: l’anno più “incredibile” che il mondo abbia vissuto nei decenni successivi ai due “eventi” mondiali (mi diverto a usare sinonimi High Vibes).

La prima versione, quella newyorchese, è dedicata alla chiamata dell’Eroe alla scoperta di Se Stesso e del suo vero Scopo.

Oltre il perbenismo di facciata, oltre la maschera sociale, oltre al quotidiano correr dietro a falsi valori …

Oltre alla paura, all’insicurezza, alla frustrazione, c’è la libertà emotiva di chi impara a dirigere le proprie emozioni come strumenti musicali di una grande orchestra. Ed ecco che l’anima può brillare, in tutto il suo splendore.

…Una canzone che è un inno alla rinascita, un messaggio di positività, un brano che vuole motivare l’ascoltatore a riprendere in mano la propria vita, spingendolo ad andare OLTRE …  soprattutto ad avere fiducia in se stessi, in questo duro momento storico, abbattendo le paure interiori e le catene che ci ancorano nel preservare la vita … (F. Gómez)

La seconda versione si ispira all'”Arcobaleno” come ponte fra terra e cielo; soprattutto, in questo particolare momento, simbolo di pace e di speranza dopo gli inevitabili temporali che la vita ci riserva.

Per questa versione Fabio si è ispirato all’immagine mistica dell’arcobaleno che simboleggia vita, speranza, trasformazione, e collegandosi a concetti come la coesione spirituale, rappresenta l’unione tra terra e cielo.

“L’arcobaleno funge infatti da ponte tra due dimensioni: quella materiale e quella spirituale. Al suo stadio metafisico è una combinazione di colori in armonia perfetta che produce un simbolo naturale di straordinaria bellezza, una promessa di pace e illuminazione.”  (F. Gómez)

La terza versione è “Montecarlo” che, nel suo mood elegante, acquista la potenza di un sogno che ciascuno di noi è chiamato a realizzare.
“Un messaggio motivazionale pieno d’amore puro … che simboleggia l’amore come un bellissimo fiore, una rosa. Con gli occhi pieni di immenso splendore, cerchiamo tutti i momenti passati e condivisi: attimi tristi, di stupore, di felicità, con la sola consapevolezza che nulla ci può accadere se ci aggrappiamo a questo sentimento, amore puro, che ci insegna a essere migliori.
Vorremmo non svegliarci da questo sogno che ci regala l’eternità mentre i colori si fondono per crearne di nuovi.
Noi persone comuni continuiamo ad amarci per scoprirne i contenuti, per creare un nuovo “Over”, oltre. (Fabio Gómez)
… ora voglio che sia Fabio a raccontarsi, portandoci  con lui tra giochi d’acqua, fiori di loto, profumo d’incenso, musica e candele accese qui e lì. Perlomeno, questo è ciò che “vedo” mentre continua a parlare di Sé, ‘sto ragazzone dal cuore grande!

 

Fabio ama Ondina!

Una cosa è certa: Fabio ama il Progetto ed è proprio la piccola Ondina ad averlo attratto nella sua prima room su Clubhouse: “Il Giardino incantato degli Eroi”!

Ogni lunedì, mercoledì e venerdì alle 23:00, il Giardino della Buonanotte apre i suoi cancelli a visitatori occasionali e, soprattutto, a Eroi dei nostri giorni che, consapevoli del potere creativo delle loro Parole, condividono le loro storie dando vita a nuovi mondi.

Per approfondimenti sul suo curriculum artistico, vi rimando sempre al sito.

Ed ecco, per la vostra gioia, le clip delle tre versioni di “Over”:

la prima interamente girata a New York e dedicata al Cambiamento come Rinascita interiore;

la seconda, “Rainbow”, girata all’interno dell’affascinante Palazzo Malacrida di Morbegno, in Valtellina;

la terza, “Monte Carlo Mix”, realizzata nelle ville settecentesche tra l’esclusiva location di Villa Geno sul Lago di Como e Palazzo Malacrida a Morbegno.

L’intervista – “Soul Talk” – è qui.

Per concludere in Bellezza questa Pagina di Diario ho scelto un aforisma coniato dal papà di Fabio: “L’amore non si cerca: ti trova”.

… e due frasi di Fabio: “È necessario far tesoro di questo particolare periodo storico per concentrarci sui nostri sogni e creare un circolo virtuoso di persone alle quali vogliamo bene.”

“Ciascuno deve rimanere in ascolto del proprio cuore, della propria anima, e così facendo rimanere sintonizzato sui propri sogni.”

I Valori che riemergono con lui, alla fine della storia, sono: l’Amore, la Fede e la Libertà di sognare.

Alla prossima, Eroi!

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)




Il Sesso Minato.

Incredibile, ma vero!

Con il sesso, non si scherza, soprattutto a scuola.

L’educazione sessuale proposta in classe, a dei minori, può diventare un terreno minato, difficile, problematico, contraddittorio, in una parola pericoloso.

Talmente pericoloso che, sempre più insegnanti di scienze, si limitano a dare delle fredde informazioni scientifiche sugli organi genitali o sul funzionamento dell’apparato riproduttore, demandando, a delle figure esperte, psicologi e sessuologi, gli argomenti più spinosi.

Purtroppo, non è andata così nella scuola media paritaria La Traccia di Calcinate, dove il corso di educazione sessuale si è trasformato in una bomba.

Infatti, il corso, o meglio il modo in cui è stato condotto, ha scatenato un esposto con oltre 25 mila firme raccolte fra i cittadini, a cui si aggiungono le sottoscrizioni di 65 associazioni ed enti e 30 esponenti politici, tra cui il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

L’esposto è indirizzato al Provveditore di Bergamo, Patrizia Graziani, ma anche al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Al centro delle polemiche le lezioni e le schede distribuite dal professor Armando Baldissin.

 

La sua colpa?

L’utilizzo del materiale, cioè gli insegnamenti tratti dal libro, da lui stesso pubblicato, Educare all’affettività, edito nel 2011 ed ormai fuori catalogo.

Ma andiamo con ordine.

L’esposto

Nel testo della petizione, lanciata anche sulla piattaforma Change.org, si legge che “La Traccia, da più di dieci anni, propone a centinaia di adolescenti un’educazione sessuale che rafforza gli stereotipi di genere e un rigido binarismo dei ruoli di genere. Inoltre, il corso di educazione sessuale demonizza la pornografia, l’autoerotismo; mette sullo stesso piano omosessualità, bisessualità e pedofilia; afferma che l’omosessualità sarebbe un ‘disturbo psicologico’, un ‘vizio’ simile all’alcolismo, derivante dal sentirsi dei ‘maschi falliti’ o delle ‘femmine mancate’; precisa che può essere curata con le terapie riparative ricorrendo ad uno psicologo; asserisce che i genitori omosessuali avrebbero una maggiore propensione a compiere atti di pedofilia sui propri figli (!)”.

Con l’esposto-petizione si chiede alla dirigente del Provveditorato, Patrizia Graziani, di “adoperarsi al più presto per attivare i controlli necessari sull’offerta educativa della scuola paritaria La Traccia di Calcinate, adottando tutte le misure idonee ad assicurare la tempestiva sostituzione dell’attuale insegnamento dell’educazione all’affettività offerto dalla scuola (di carattere antiscientifico e discriminatorio) con un insegnamento condotto da personale qualificato e rispettoso delle pari opportunità tra uomini e donne, nonché dell’identità sessuale degli adolescenti Lgbti, in ossequio ai princìpi della Carta costituzionale”.

La replica

L’esposto è stato definito “vile” dal Popolo della Famiglia, “in un momento delicato per la vita delle scuole”.

Mentre a qualche giorno di distanza è arrivata anche la risposta della scuola: “La Traccia da sempre si propone come scuola della persona, tesa a promuovere il valore di ogni singolo individuo nella sua originalità secondo i principi costituzionali – si legge in una nota -. Il percorso di educazione all’affettività non adopera le pagine e i materiali menzionati; pertanto l’oggetto dell’esposto non sussiste, e la scuola è disponibile a darne documentazione alle autorità preposte qualora lo richiedessero.

Si precisa inoltre che il volume ‘Educare all’affettività’, editato nel 2011, è da anni fuori commercio e non è utilizzato come sussidio fornito né agli alunni né ai docenti.

Il nostro istituto, estraneo da sempre a scontri ideologici, in questi tempi di emergenza educativa aggravata dalla pandemia, intende proseguire il suo percorso formativo quotidiano, che si svolge nel rispetto del valore di ogni persona, delle normative vigenti, dell’autonomia scolastica e si fonda sul patto stipulato con le famiglie che da 36 anni condividono e sostengono il nostro impegno educativo”.

Il commento

In attesa che la verità venga a galla senza strumentalizzazioni di parte, come redazione di betapress, ci limitiamo a sottolineare che, qualora fosse davvero accaduto di «Insegnare a ragazzi di 14 anni che l’omosessualità è un dis-orientamento sessuale, una malformazione psicologica, un vizio simile all’alcolismo che può essere curato mediante apposite terapie — come dice la lettera — costituisce un’attività antiscientifica, altamente lesiva della dignità, dell’identità personale e sessuale degli adolescenti e pericolosa per il loro sviluppo ed equilibrio psicologico», il fatto andrebbe certamente stigmatizzato, ma prima di giudicare occorre sapere esattamente come sono andati i fatti e restiamo comunque convinti che il diritto delle opinioni prevalga su qualsiasi altro elemento.

 

Chi ha sottoscritto l’esposto

AGEDO – Punto di ascolto di Bergamo
AGEDO Milano
AGEDO Nazionale
Alfi Lesbiche XX Bergamo
Arcigay Bergamo Cives
Associazione Culturale Immaginare Orlando
Bergamo Possibile – comitato “Stefano Rodotà”
Bergamo Pride
Comune di Curno
Conferenza Democratiche PD Bergamo
Consultorio AIED Bergamo
Coordinamento provinciale bergamasco degli enti locali per la Pace e i Diritti Umani
Giovani Democratici – Bergamo
NonUnaDiMeno Bergamo
Patto per Bergamo
Students for Equality
Tavolo permanente contro l’omolesbobitransfobia del Comune di Bergamo
Uni+

E tra gli esponenti delle istituzioni:

Giacomo Angeloni – Assessore all’innovazione, semplificazione, servizi demografici, partecipazione e reti sociali del Comune di Bergamo
Niccolò Carretta – Consigliere regionale
Davide Casati
Sonia Coter – Consigliera comunale del Comune di Bergamo
Roberto Cremaschi – Consigliere comunale del Comune di Bergamo
Alessandro De Bernardis – Consigliere comunale del Comune di Bergamo
Ezio Deligios – Consigliere comunale del Comune di Bergamo e Consigliere provinciale
Luisa Gamba – Sindaco di Curno (BG)
Sergio Gandi – Vice Sindaco del Comune di Bergamo
Nadia Ghisalberti – Assessora alla cultura del Comune di Bergamo
Pia Locatelli – ex Deputata ed Europarlamentare
Marzia Marchesi – Assessora agli affari generali, all’educazione alla cittadinanza, alla pace, alla legalità e alle pari opportunità del Comune di Bergamo
Marcella Messina – Assessore alle politiche sociali del Comune di Bergamo
Denise Nespoli – Consigliera comunale del Comune di Bergamo
Loredana Poli – Assessora all’istruzione, all’università, alla formazione, allo sport e alle politiche giovanili del Comune di Bergamo
Ivana Rota – Assessore alla pubblica istruzione e alle politiche sociali del Comune di Curno
Dario Violi – Consigliere regionale

 




Fisica Virtuale

Tonino Filardi un divulgatore fisico virale.

Questa è la storia di un professore che insegna fisica su you tube.

Detta così sembra una provocazione, e forse, in fondo, lo è.

Perché, siamo sinceri, come si fa ad abbinare una materia così  seria come la fisica con un canale you tube, libero e leggero di per sé?!?

Il professore Tonino Filardi, questo è il suo nome, ha dimostrato che si può spiegare la fisica in modo accattivante e virale.

In parole semplici, con esempi efficaci, coinvolgendo gli utenti/studenti fino a condurli alla scoperta della verità scientifica.

I suoi interventi hanno una matrice filosofica, ma diventano rapidi, intuitivi, divulgativi.

Conoscenze scientifiche, competenze professionali ed abilità didattiche creano dei cocktails virali.

Non ci credete?

Ecco un assaggio dei commenti postati sotto i suoi video.

Francesco Toscano, professore d’Informatica di Torino, sotto uno degli ultimi video, scrive:

 ”Un integrale ante litteram! Hai approssimato il trapezio ad un rettangolo con pazienza certosina poiché non si tratta affatto di un passaggio scontato. Il resto è pura eleganza”.

Ma attenzione, non sono solo gli addetti ai lavori a complimentarsi

Giacomo Vicentini, un ragazzo di 15 anni che si cimenta pure lui a fare video su you tube, parlando del prof. Filardi dice:

“Trovo ottimo quest’idea di familiarizzare i ragazzi di 3a con i vari concetti dell’analisi, molto ispirante: se fossi io nei panni di un avventuriero nelle magnifiche terre dell’analisi, sarei subito accorso a carta e penna per continuare questa serie di esempi da te presentati e perché no, magari esplorando nei panni dei padri fondatori.

Questa è Matematica, Libertà!

Di certo il concetto di integrale non è così complicato spiegandolo in questo modo e non vedo perché sia necessario un primo approccio rigorosissimo solito della 5a liceo, che allontana gli studenti dalla bellezza della disciplina.

Un grande pollice in su come al solito e saluti, Giacomo”

 

Ed allora, noi di betapress, abbiamo voluto capire chi è questo prof. Filardi e scoprire come sia possibile che un suo video sulla fisica stia raggiungendo le 32.000 visualizzazioni.

Betapress- Buongiorno, Professor Filardi, partiamo dai sui studi, maturità classica seguita da laurea in Fisica a pieni voti, all’Università di Messina, siamo incuriositi dalla sua tesi di laurea…

Filardi- La mia tesi di Laurea, un’indagine sulle preconoscenze degli studenti in merito alla Struttura della Materia, è stata pubblicata nel 1995 dalla rivista AIF, una delle più autorevoli in Europa nel campo della Didattica della Fisica, ottenendo subito il riconoscimento del Prof. Violino, Ordinario di Fisica generale all’Università di Torino, ed autorità riconosciuta in campo europeo nel campo della Didattica della Fisica.

Betapress- “Schema mentale in fisica”, per noi poveri mortali, che significa?

Filardi- Se proprio devo essere sincero, tra i primi ad aver parlato del concetto di “schema mentale” in Fisica sono io, con la mia tesi che, appunto, data del 1988.

Ne riparlo, ovviamente, nel mio libro PERCORSI DI DIDATTICA DELLA FISICA, pubblicato nel 2015, ma ne avevo già parlato nel 1988 e nel 1995.

Una scoperta in merito viene fatto su un libro di Didattica della Fisica e addirittura su un articolo in Micromega ma, nonostante io non venga mai citato, si tratta di date molto successive a quelle appena citate.

La mia esperienza in campo di Didattica credo sia particolare, perché, oltre ad aver fatto studi specifici in merito, ho tenuto ben tre tornate di corsi abilitanti per conto del Provveditorato di Modena, in cui ero più piccolo d’età di tutti i corsisti che vi partecipavano, essendo uno dei pochissimi ad aver vinto relativamente giovane (27 anni) il Concorso ordinario per la Cattedra di Elettronica.

Sia il mio libro, che tutte quelle video lezioni del mio canale, in effetti sono piuttosto “uniche”, perché nascono da una profonda conoscenza non solo della Disciplina in cui sono Laureato, ma anche dell’insegnamento di Elettronica e Telecomunicazioni, condotto per 15 anni prima di fare il passaggio di cattedra.

Betapress- Ha tenuto delle conferenze su questo argomento?

Filardi- Sì, ho tenuto tre conferenze pubbliche, molto frequentate e che mi hanno portato grandi soddisfazioni 

Betapress- Professore, nei suoi video compare sempre una matrice filosofica, perché?

 Filardi- La matrice filosofica dei miei interventi viene attinta, oltre che dai miei studi classici, in particolare dalle competenze specifiche in Didattica.

Infatti, come dico nel mio libro PERCORSI DI DIDATTICA DELLA FISICA, il pilastro epistemologico è uno dei pilastri fondamentali su cui si basa la Didattica, e ciò vale, ovviamente, sia per Matematica che per Fisica.

La Laurea in Fisica, con una Tesi di Didattica della Fisica, ipso facto comporta delle conoscenze, anche importanti, sia di Storia della singola Disciplina, che della Filosofia.

D’altronde sono molti i Filosofi importanti, come Newton, Hume e Kant, che hanno fornito grandissimi contributi all’epistemologia, che chi insegna Fisica non può non conoscere.

Famosissimi sono gli scritti non solo di Einstein al riguardo, ma anche Heisemberg, Planck, Born, …

 

Betapress- Quali sono le esigenze specifiche dei suoi alunni?

 

Filardi- Sono sempre stato attentissimo alle esigenze specifiche di ogni mio alunno, poiché la mia particolare carriera mi ha portato ad insegnare in molti ordini di scuola, anche molto diversi fra loro. 

Ho cominciato infatti a insegnare Matematica in un Professionale di Pavullo, paesino in montagna in Provincia di Modena.

Ricordo ancora con piacere i primi commenti di mamme che vedevano per la prima volta i figli entusiasti della Matematica,  figli di gestori di aziende agricole, che nel pomeriggio svolgevano dei lavori manuali.  

Ho insegnato poi Elettronica generale e telecomunicazioni negli Istituti tecnici, anche qui avendo soddisfazioni e complimenti di studenti con i quali, ancora, rimango in contatto.

In particolare, un ex studente, tale Corrado Borsari, Ingegnere alla Lamborghini, proprio in occasione del mio trasferimento d’ufficio, mi disse (MESSAGGIO CONSERVATO) che deve solo a me la voglia di studiare e il fatto che adesso lavora alla Lamborghini.

Nel Liceo scientifico dove insegno adesso, che ha anche lo “sportivo”, non ho avuto alcuna difficoltà a venire incontro alle esigenze dei ragazzi, che in questo caso sono atleti e non sempre possono studiare a casa.

Spesso devono assentarsi per delle competizioni, e uno dei tantissimi motivi per cui ho creato un canale youtube è proprio per loro.

Sì, un po’ immodestamente, credo proprio che, in fatto di venire incontro alle esigenze degli alunni, nessuno possa battermi.

 

Betapress- Parliamo ora della nascita del suo canale youtube…

 

Filardi- Ad onor del vero, devo proprio dire che il mio canale youtube è nato da una sollecitazione proprio della dirigente con cui purtroppo in seguito si sono rallentati i rapporti.

Una volta, in un Collegio, ella ebbe a invitare tutti a fare delle video lezioni poiché internet è il mezzo del futuro per quanto attiene all’apprendimento.

Io fui l’unico della scuola a prenderla in parola…

Era il lontano 2013, quando pubblicai la mia prima video lezione, sul concetto di seno e coseno, che ora vanta 31557 visualizzazioni fino al momento in cui scrivo.

Naturalmente, con la pandemia e la chiusura della scuola, ho deciso, in effetti da nemmeno un anno, di incrementare notevolmente le video lezioni, passando da una al mese ad una al giorno.

Anche youtube mi ha regalato grandissime soddisfazioni, poiché, in pochi mesi, con l’aumento delle video lezioni, gli iscritti al mio canale da nemmeno 100 sono ormai passati, ad oggi, a 1090, ed aumentano con una certa rapidità.

Innumerevoli sono i complimenti che ho ricevuto da tutt’Italia per le video lezioni.

ll più affettuoso è senz’altro stato Francesco Toscano, professore d’Informatica in quel di Torino.

Da gustare poi, quel che dice Giacomo Vicentini, un bravissimo ragazzo che pure lui si cimenta a fare video lezioni su you tube .

Ed allora andiamo a sbirciare tra i commenti sotto i video e vediamo che non mancano giudizi entusiastici di altri che fanno video lezioni, che senza la minima invidia o gelosia si profondono in parole di lode verso il prof. Filardi

 

Ciaoidea poche settimane fa ha postato un lungo commento entusiasta sul legame trasversale ed interdisciplinare tra scienza e filosofia

“L’introduzione del concetto di integrale definito per via fisica è molto interessante professore ed ha radici indiscutibilmente profonde ed importanti.

Una domanda si materializza qui tra noi da sempre: la matematica è un prodotto dell’ingegno umano o è una scoperta?

La mia mi creda non è una provocazione ma una profonda e sincera ammirazione sul tema trattato e verso chi osa trattarlo anche solo per metterne le basi nelle giovani menti.

Grazie.

Per chi pensa che la matematica sia un’invenzione dell’uomo, non c’è correlazione alcuna tra l’evento fisico e la legge matematica che lo descrive.

Per chi pensa invece che la matematica sia una scoperta, matematica e fisica sono due facce della stessa medaglia.

O forse come nella saggezza latina “In medio stat virtus”: che la matematica sia dunque un’invenzione parziale?

La mente cerca un ordine evidente là dove già c’è in forma nascosta… il caos (o caso) apparente è già ordine intrinseco?

Ordine e caos sono quindi stati sovrapposti di una realtà osservabile? Chi dunque o cosa determina davvero questa dicotomìa?

Dobbiamo ammettere un principio naturale di consapevolezza della realtà?

Dobbiamo ammettere che non siamo osservatori univoci ma noi stessi oggetti osservabili?

Complimenti e ancora grazie”

 

Ma tra i followers del prof. Filardi non mancano persone comuni, magari pensionate, entusiaste:

 Roberto Parolin, scrive “Sono sinceramente entusiasta di riscoprire (o forse scoprire) questi argomenti.

Di certo, l’entusiasmo con cui lei espone gli argomenti, induce a seguire fino alla fine i suoi video.

Continuo a seguirla anche se, per taluni argomenti, non ho le basi necessarie per comprendere appieno quanto espone

 Stefano Febei aggiunge” Lezioni piacevolissime anche per chi come me si interessa della materia per diletto. E poi quando arriva quel “CHIARO?” i miei neuroni fremono di gioia”

 

Stefano Cardile, non più di un mese fa ha scritto

“Complimenti! Ottima spiegazione e veramente interessante interpretazione e esposizione. Per caso ha intenzione di discutere su questioni: spazi vettoriali, applicazioni lineari, vettori e matrici, in sostanza Algebra Lineare?”

 

Antonio Concas aggiunge

“Grazie professore!

Il titolo di questa video lezione lascerebbe intuire una trattazione generalizzata, invece grande sorpresa: molto densa di importanti riferimenti allo studio delle funzioni, più comprensibili e molto più concettuali.

Si ha una chiarificazione anticipata rispetto al linguaggio adoperato facendo uso dell’insiemistica, la tensione di esprimerla nuoce gravemente alla comprensione finale, non escludo che non si possa, ma, meglio, utilizzabile in un secondo momento, come specializzazione (a me non piace)”

Beh, che dire, è proprio bello constatare quanto e come il prof. Filardi riesce a coinvolgere i suoi adepti nel “magico” mondo della fisica.

E poi aggiunge “Ovviamente, di commenti entusiastici, ce ne sono tantissimi! Ah, dimenticavo. E’ proprio di ieri un messaggio di un mio ex studente, Giuseppe Postorino, che si trovava proprio in una classe del “Da Vinci” ed ora studia Ingegneria all’Università, al 3° anno:

Salve professore, non so se si ricorda mi me, adesso frequento il terzo anno di ingegneria e mentre studiavo il calcolo della trasformata di laplace mi è uscito su YouTube il vostro video con la spiegazione…

 

E da lì una raffica di messaggi scambiati tra l’ex- alunno, ora studente di ingegneria ed il prof. Filardi, che si ricorda tutto di lui (classe 3F, anno 2015/2016), a conferma della grande umanità oltre che professionalità del professore in questione.

Ed allora, ad Maiora, caro PROF.FILARDI!