Coronavirus: l’Italietta, come al solito…

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Complimenti all’italiano medio deficiente!

Vorrei non dedicare tempo ed attenzione a chi testimonia ai suoi connazionali ed al mondo intero la sua vergognosa stupidità. Ma, giuro, non ci riesco!

Perché, nonostante la pressante informazione sulle modalità di contagio, sulle misure di sicurezza per la propria e l’altrui salute, ci sono in giro così tanti irresponsabili, demenziali nei gesti ed ignoranti nei post sui social?!?

Prima, l’assalto ai supermercati, ora, l’assalto ai treni.

Due settimane fa, il contagio viaggiava tra i carrelli e gli scaffali, stanotte, tra i binari e sui treni.

Nel frattempo, in questi quindici giorni, tutti insieme ad accalcarci allo ski-pass delle maggiori località sciistiche, (perché, tanto, già che sono chiuse le scuole, andiamo a sciare!).

Tutti insieme a farci un aperitivo sui navigli o in piazza, (ma, sì, dai siamo all’aria aperta!).

Tutti insieme in un centro commerciale, a Montesilvano, ad applaudire Elettra Lamborghini (ma vuoi, mettere? Per una gnocca così, val la pena di rischiare!)

Per non parlare di chi, ha invaso le località marittime della Liguria, facendo registrare un record di presenze tipico del periodo pasquale pur di passare una giornata al mare (mica possiamo murarci vivi!).

E come se non bastasse, mi vergogno per chi, ieri sera, ha veicolato la bozza del decreto.

Mi vergogno per chi, allarmato dall’ imminente firma dello stesso, è scappato dalla Lombardia, accalcandosi sugli ultimi treni della notte, portando con sé il virus verso sud.

Questi sono comportamenti che, se consapevolmente messi in atto pur conoscendo i rischi, dimostrano infantilismo, mancanza di senso civico, disprezzo della società in cui si vive.

Sono espressione di puro menefreghismo che finge di essere certo delle sue azioni e trasuda sicurezza da tutti i pori.

Infatti, per questi italiani deficienti, sono gli altri i paranoici, gli ipocondriaci, i troppo ligi alle regole.

Questi italiani irresponsabili pensano: Evitare in modo assoluto, non vuol dire vietare!”

E se il decreto entra in vigore alle 2 dell’otto marzo, dai che sul filo del tempo, faccio il furbo, prendo l’intercity della notte!

Perché per l’italiano medio, la deroga alla norma e la trasgressione alla legge è un dato di fatto, un marchio di fabbrica.

Chi davvero vuole bene a sé stesso, ai propri cari e al proprio Paese cerca di fare tutto il possibile per proteggersi, proteggere gli altri e proteggere la salute pubblica.

Il senso di responsabilità civica lo dobbiamo mettere in pratica per rispetto di tutti i medici e del personale sanitario che si batte per aiutare tutti coloro che soffrono, per contribuire alla prevenzione e al contenimento del Coronavirus.

In questo frangente il governo sta agendo bene, riconoscendo che la tutela della salute pubblica è prioritaria rispetto alla libertà di movimento.

Sono gli italiani che non seguono le regole.

Gli italiani si vantano di essere un popolo nazionalista…Sostengono di essere a favore della sicurezza e dell’ordine e poi, alla prima regola imposta per una questione di interesse pubblico, se ne fregano di semplicissime misure di contenimento di un’epidemia che rischia di devastare sanitariamente, economicamente e socialmente il Paese intero.

Ma perché non abbiamo da sempre a cuore il bene comune, dal lavoro alla salute?

Perché non pensiamo a tutte le fasce sociali, soprattutto ai deboli della popolazione?!?

Proprio a chi è maggiormente esposto al contagio, per evidenti ragioni di salute, deve essere riservata la nostra attenzione.

Nel riflettere sul ruolo del cittadino nel contesto sociale, va messa al primo posto la tutela di tutti coloro che non sono in grado da soli di provvedere a sé stessi e che rischiano, loro malgrado, di finire nella tela del ragno.

Sono proprio i più emarginati quelli che rischiano di più: chi è già sofferente per qualche patologia grave edoggi avrebbe bisogno anche soltanto di cure ambulatoriali.

Cure che vengono sospese perché viene data la precedenza all’organizzazione dell’emergenza attuale.

Chi si deve sottoporre a chemioterapie cicliche, a dialisi, a cure necessarie per lenire il dolore e ad altri interventi non ritenuti primari e rischia di rimanere indietro, a causa di un indebolimento del sistema sanitario.

Il SISTEMA ITALIA, più volte definito dal presidente Conte, è forte nella risposta medica, ma è debole in quella strutturale, perché per troppo tempo ha trascurato il potenziamento del pubblico, privilegiando le privatizzazioni.

Il sistema Italia ha da tempo boicottato sé stesso, settorializzando ambiti di tutela sociale come la sanità, spezzettandola regionalmente e creando così quella confusione, sia organizzativa sia comunicativa, che è venuta prepotentemente avanti nei giorni di esplosione del contagio da Codogno alla zona del lodigiano, per poi estendersi nel resto del nord.

Un nord da cui precipitosamente si tenta di fuggire dirigendosi verso le stazioni ferroviarie, per poter prendere l’ultimo Intercity della notte e andare verso Sud, dove si hanno forse dei parenti, ma dove l’epidemia sembra, per ora, non essere arrivata massicciamente, solo grazie al contenimento istituito nelle regioni settentrionali e che tanto sta costando in termini di sacrifici e modifiche dello stile di vita a milioni di cittadini del nord!

Complimenti a questi italiani di merda, che convinti di fuggire dal NORD impestato, hanno fatto una corsa ai binari dettata dal “si salvi chi può, beatamente infischiandosene di poter essere quei portatori sani del virus magari proprio nel loro caro SUD che al momento sembra ancora privo di focolai epidemici.

Ci voleva proprio il coranavirus per fare saltare la storia dei confini.

Siamo passati dal nazionalismo sovranista al municipalismo dell’Italia dei Comuni.

Dal “PRIMA GLI ITALIANI” al “FATEMI TORNARE A CASA”.


Uno spettacolo penoso, così tanto lontano dai princìpi costituzionali dell’unità nazionale che si forma invece proprio nel momento in cui deve emergere la solidarietà sociale e civile.

 

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