Il ministero alla disabilità e i costruttori di futuro
Ministero delle disabilità sì o no?
Nei giorni scorsi, prima ancora della misurazione dell’operato, c’è stata molta polemica sul nome del ministero ritenuto da alcuni offensivo e discriminatorio come hanno riportato alcuni post sui social.
Non volendo in questa sede entrare nel merito della nomenclatura abbiamo chiesto a Vincenzo Falabella, direttore di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) una opinione sullo stato delle cose e sulle prossime azioni di Governo.
Presidente, ci sono state molto polemiche relative al nome “ministero della disabilità”, lei che ne pensa?
Noi siamo molto rispettosi della scelte del presidente della repubblica. Se loro hanno deciso in questo modo, ne prendiamo atto e ci concentriamo sull’obiettivo di costruttori di politiche sociali così come ci sentiamo.
Al di là del nome, le nostre priorità e i nostri punti saldo sono altri: noi non negozieremo sui diritti dei cittadini con disabilità e ci impegneremo a sollecitare politiche mirate.
Quello che vogliamo sono i pari diritti e incisivo dialogo tra i dicasteri.
Il problema non è il nome, il nome va bene, la cosa importante è che non sia una realtà isolata ma si relazioni e mobiliti tutto quanto ad esso connesso.
E, se mi permette, non importa neppure l’orientamento politico del ministro le politiche perché le disabilità, così come l’impegno che servirà, sono trasversali.
Quali si aspetta che siano le azioni di questo ministero? Che caratteristiche si aspetta che abbia?
Ci aspettiamo che sia un dicastero forte e trasversale.
Un ministero come questo, per poter davvero fare la differenza, deve coinvolgere tutti gli altri dicasteri:famiglia, lavoro, pari opportunità, salute…
Non può essere una realtà isolata, dee incidere in maniera chiara sugli altri ministeri.
Alla luce delle polemiche pubblicate in questi giorni, pensa che in politica il tema della disabilità sia strumentalizzato?
La disabilità e noi disabili siamo strumentalizzati da diverso tempo e da più parti.
Noi dobbiamo concentrarci su quello che possiamo fare adesso: ora bisogna mettere da parte strumentalizzazioni e slogan e agire.
C’è una priorità che avete particolarmente a cuore?
Le priorità sono tante: i vaccini, per esempio; nel nostro caso è importantissimo capire quando, come e dove: molte persone non possono muoversi ed è di fondamentale importanza capire come si intenderà agire in tal senso.
Ma non è tutto perché il problema della salute non è legato solo al covid, bisogna assicurarsi che siano garantite tutte le cure.
Poi ci sono la scuola, il lavoro, la gestione dei fondi dedicati a tematiche sulla disabilità e, non per ultimo, il diritto alla parità di genere.
Come vede i temi sono tanti e tutti di estrema urgenza.
Il 23 febbraio 2021, il ministro Erika Stefani ha incontrato una delegazione della FISH: in questo articolo è possibile vedere il piano concordato.