San Filippo Neri: proteggi tu la scuola…
Quando meno te l’aspetti …
Quando meno te l’aspetti, guardi il calendario e scopri che c’è pure un santo protettore degli insegnanti, precisamente San Filippo Neri, un nobile originario di Firenze vissuto tra il 1515 ed il 1595 che, dopo essersi trasferito a Roma, era diventato sacerdote, ma soprattutto insegnante.
L’iconografia classica ci rimanda il profilo di un uomo benevolo, sempre disposto a schierarsi dalla parte dei deboli, caritatevole verso i poveri e solidale con gli indifesi, ma, soprattutto, consigliere e MAESTRO dei più giovani.
Un tipo talmente in gamba, che, già allora, aveva tanto a cuore i problemi dei ragazzi da impiegare gran parte della sua giornata all’ascolto delle loro preoccupazioni, sempre pronto a dispensare motti pieni di sapienza e pioniere nella gestione dei conflitti. Famosa la sua frase “State buoni, se potete” con la quale invitava i suoi alunni alla bontà ed alla gioia. Un tipo concretamente impegnato nell’educazione, promotore d’incontri con i giovani e creatore dell’Oratorio.
Per questo attaccamento agli adolescenti, per il senso di sacrificio che lo portava a non stancarsi mai, e per la coerenza di vita, San Filippo Neri è stato eletto protettore dei bambini, dei giovani, ma soprattutto degli insegnanti.
Bene, il 26 maggio, la chiesa cattolica l’ha ricordato ed il presidente nazionale dell’ Anief, ( Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, una neonata associazione ONLUS con sede a Palermo ) precisamente il professore Marcello Pacifico, in un comunicato si è rivolto ai colleghi cattolici dediti alla formazione degli alunni e degli studenti ed ha dedicato loro alcune riflessioni: “In questo giorno, in cui ogni insegnante festeggia il proprio protettore, il pensiero va a tutte le persone che prestano servizio presso le nostre scuole. Il lavoro del Maestro e quello del Professore denotano un grande senso di responsabilità, di attaccamento ai valori della famiglia”.
E già, qui, entro in crisi, perché, non so voi, ma la famiglia della nostra epoca non condivide più i valori di sacrificio, di merito e di onestà che dovrebbero essere alla base di ogni educazione scolastica.
“La Scuola – continua Pacifico – è una grande famiglia e i docenti spesso sacrificano tempo prezioso per le attività, per portare avanti la missione dell’insegnante. Un sacrificio che vale, ovviamente, anche per i docenti non cristiani.
Perché certamente, chi decide di dedicare la propria carriera all’ammaestramento dei giovani sente questo compito dal più profondo e lo porta avanti con dedizione e serietà. Ognuno di noi, nella propria formazione scolastica, ha dei ricordi che si ricollegano a specifici momenti di formazione e crescita legati a un insegnante. Il loro ruolo è basilare e molti insegnamenti, anche di vita, non lasciano mai la memoria degli studenti”.
Ringrazio profondamente questo professore per le sue parole d’incoraggiamento ed anche dopo trent’anni d’insegnamento mi rivedo sui banchi di scuola intenta a” bere” la cultura, la libertà, l’impegno sociale dei miei insegnanti…
Ma, sinceramente, faccio più fatica a riconoscere la missione attuale degli insegnanti…
O meglio, per dirla come i miei alunni è più una candidatura al martirio.
Lo so, per l’opinione pubblica siamo una manica d’incompetenti, in balia dei genitori e ricattati dagli studenti…
Però vorrei ricordare che, dal punto di vista costituzionale, la nostra scuola, o meglio la BUONA SCUOLA del nostro ultimo governo, propone un nuovo contratto che non tutela docenti e Ata.
La nostra scuola è proprio quella in cui, con una manovra anticostituzionale vengono cancellati i diritti pregressi degli insegnanti, per esempio il titolo abilitante delle maestre elementari che sono arrivate a fare lo sciopero della fame per salvare il loro posto di lavoro.
La nostra scuola è quella dell’incremento costante del burnout, cioè quella in cui i nostri insegnanti soffrono di patologie una forte esposizione allo stress.
La nostra scuola è quella in cui lo stesso sistema che ha partorito gli INVALSI, lo ha poi definito un aborto, inadeguato per verificare le competenze tanto osannate nell’ultima versione degli esami di terza media.
La nostra scuola è quella in cui gli aumenti in arrivo nel mese di giugno saranno irrisori.
Per non parlare poi delle “mance”, qualche centinaio di euro, che, da oggi saranno in busta paga, come arretrati di un rinnovo di contratto congelato da anni…
Mi piace però la posizione di questo sindacalista autonomo che insiste: “Noi ci battiamo – continua Marcello Pacifico – dalla fondazione di Anief affinché gli insegnanti possano vedere riconosciuti i sacrifici e i meriti […] Noi sogniamo una scuola che ridia rispetto e dignità al lavoro dell’insegnante, che parta dal riconoscimento del fatto che un docente è stato, prima di tutto, uno studente che ha voluto emulare i propri maestri, seguendone le orme e divenendone omologo”. Ecco, appunto, vorrei insistere sull’impellente necessità di realizzare un sistema scolastico dove venga riconosciuta l’importanza del formatore, come educatore dei discenti, dove le famiglie riconoscano che i loro figli, sono i nostri alunni, ma anche i cittadini di domani…Vorrei davvero che finalmente passasse il messaggio che, a casa, come a scuola, l’obiettivo è comune, cioè la costruzione di una società civile e civilizzata… Per questo, l’augurio di Pacifico che” nel futuro prossimo le nostre aule siano piene di studenti felici, prepararti, guidati da docenti soddisfatti del proprio ruolo” mi riempie di gioia, ma mi fa tremare d’illusione…” Noi lottiamo da sempre perché ciò possa divenire realtà e la nostra raggiunta rappresentatività non fa che spingerci più avanti rispetto alla sua realizzazione”, così conclude il presidente, e così ci affidiamo fiduciosi al nostro santo protettore, perché, grazie alla sua intercessione, avvenga il miracolo, perché di questo si tratta…