Punti chiave del futuro

L’industria dell’Information and Communication Technology (ICT) è in continuo sviluppo, caratterizzata da un’evoluzione rapida e dinamica che riflette sia i cambiamenti tecnologici che quelli socio-economici.

Oggi, le tendenze emergenti nel settore dell’ICT non solo delineano il futuro immediato della tecnologia ma anche quello a lungo termine, influenzando profondamente vari aspetti della vita quotidiana, il mondo del lavoro, l’educazione e oltre.

 

Intelligenza Artificiale (AI) e Machine Learning (ML)

L’AI e il ML continuano a dominare le tendenze tecnologiche, con applicazioni che vanno dall’automazione dei processi aziendali all’assistenza sanitaria personalizzata.

La capacità di queste tecnologie di apprendere dai dati, migliorare le prestazioni nel tempo e automatizzare compiti complessi è fondamentale per il loro successo.

Inoltre, l’integrazione dell’AI in dispositivi IoT (Internet of Things) sta portando a sviluppi significativi nell’ambito delle smart cities, della gestione energetica e della produzione industriale.

Edge Computing

L’edge computing emerge come complemento e, in alcuni casi, come alternativa al cloud computing.

Questa tecnologia prevede l’elaborazione dei dati vicino alla fonte di generazione piuttosto che in un data center centralizzato, riducendo la latenza e migliorando la velocità di elaborazione.

L’edge computing trova applicazione in settori critici come il manufacturing, l’automotive e l’healthcare, dove i tempi di risposta rapidi sono essenziali.

 Blockchain e Sicurezza dei Dati

La blockchain continua a guadagnare terreno oltre il settore finanziario, offrendo soluzioni innovative per la sicurezza, la trasparenza e l’integrità dei dati.

Le sue applicazioni si stanno espandendo in campi come la supply chain, la gestione dei diritti digitali e la sicurezza delle identità digitali, promettendo di rivoluzionare il modo in cui vengono gestiti e protetti i dati.

Realtà Aumentata (AR) e Realtà Virtuale (VR)

Le tecnologie AR e VR stanno trasformando l’esperienza utente, offrendo nuove modalità immersive di apprendimento, intrattenimento e lavoro a distanza.

Mentre la VR crea un ambiente completamente artificiale, l’AR sovrappone elementi digitali al mondo reale, ampliando le possibilità di interazione con l’ambiente circostante.

Queste tecnologie trovano applicazione in settori come l’educazione, il retail e il turismo.

5G e Oltre

L’implementazione della tecnologia 5G promette di accelerare notevolmente la velocità di trasmissione dei dati, ridurre la latenza e aumentare la connettività.

Questo avrà un impatto significativo su IoT, veicoli autonomi, telemedicina e streaming di contenuti ad alta definizione.

Allo stesso tempo, si guarda già oltre il 5G, con la ricerca che inizia a esplorare le potenzialità del 6G.

Sfide e Implicazioni

Le tendenze sopra descritte offrono immense opportunità ma presentano anche sfide significative.

La privacy e la sicurezza dei dati rimangono preoccupazioni primarie, specialmente con l’aumento dell’uso di AI, ML e IoT.

La necessità di competenze tecnologiche avanzate solleva questioni relative alla formazione e all’istruzione, mentre l’accessibilità e la digital divide continuano a essere temi cruciali per garantire che i benefici delle innovazioni ICT siano equamente distribuiti.

 

Le ultime tendenze del mondo dell’ICT stanno plasmando un futuro in cui la tecnologia è sempre più intrecciata con ogni aspetto della vita umana.

Mentre ci avventuriamo in questo futuro, è fondamentale affrontare proattivamente le sfide che emergono, garantendo che lo sviluppo tecnologico proceda in modo etico, sicuro e inclusivo.

La comprensione e l’adattamento a queste tendenze richiederanno un impegno congiunto da parte di governi, industrie e comunità, sottolineando l’importanza della collaborazione interdisciplinare nel mondo sempre più connesso dell’ICT.

 

 

STRATEGIA GLOBALE E LA CRESCITA DIGITALE

Le professioni più richieste dall’industria 4.0

I Rischi del 5G, cosa può fa paura agli Stati.




Il Bandecchismo

Le dimissioni di Stefano Bandecchi dalla carica di Sindaco di Terni, la città una nota come città dell’acciaio e dell’amore per aver dato sepoltura a San Valentino, rappresentano un fenomeno politico che deve essere guardato con attenzione e preoccupazione.

In primo luogo occorre guardare alla salita al potere del manager Stefano Bandecchi …(costruita sull’acquisizione della squadra di calcio locale con le immancabili promesse di successi crescenti e sul progetto di realizzare una clinica convenzionata  all’interno del complesso edilizio che avrebbe ospitato il nuovo stadio di calcio…) come  un fenomeno nuovo che pone al centro del dibattito l’anti-politica, la muscolarità  e la rudezza degli atti d’intervento.

L’anti politica non è un fenomeno nuovo. Il Movimento 5 Stelle ne aveva già fatto dal 2012 un costume della competizione elettorale e della gestione del potere.

Bandecchi è andato oltre creando il “bandecchismo”, un approccio cioè che non si limita ad introdurre nel gioco democratico iniezioni crescenti di politica immediata e umorale ma che svuota consapevolmente e premeditamene    l’azione politica  relegando ogni azione al mantenimento di un sistema improduttivo di opzioni o di atti di indirizzo politico il cui unico fine è la ribalta mediatica del suo fondatore e la copertura dei suoi interessi economici ed imprenditoriali.

Un ‘anti-politica, quindi, che ha  come unico scopo quello di servire sé stessa.

Un ricerca di consenso che schiva avvisi di garanzia, esposti per incompatibilità, sequestri della Guardia di Finanza fino agli insulti della gente comune.

Disarmante, a tal proposito, la risposta data ad un cittadino in occasione dell’ultima convocazione del Consiglio Comunale: 《Bandecchi Lei non è il mio Sindaco…!》, 《bene, Lei non è un mio cittadino!》, la replica del Sindaco dimissionario.

Una risposta che tradisce il vuoto che riempie la gestione del potere che il bandecchismo ha posto in essere e che frantuma l’idea di Stato, di appartenenza, di Polis, di comunità civile e sociale dove il Sindaco non è più un “Primus inter Pares” ma un “Padre Padrone” di lembi di civiltà strappati alla democrazia nei quali il dissenso esclude, emargina, travolge e rende opachi i conflitti d’interesse e le pratiche a filo di illegalità, come quando a ridosso del Natale scorso il Sindaco ha inviato in qualità ovviamente non di primo cittadino ma di imprenditore, 600 pacchi di Natale, di adeguato valore (si parla di oltre 200 euro) a “tutti” i dipendenti pubblici, ponendo in essere la più grande operazione di acquisizione del consenso posta in essere nel settore pubblico.

In secondo luogo non può sfuggire che il bandecchismo è un modello di conquista e gestione del potere pubblico attraverso leve e strumenti fortemente mediatici (l’acquisto delle squadre locali di calcio, la gestione di scuole e centri di formazione, l’utilizzo di numerose liste civiche associate ai candidato alle elezioni…) che è esportabile.

Bandecchi, attraverso il Partito, Alternativa Popolare di cui è Segretario nazionale e animatore, ha esportato e conta di esportare il suo modello in tutte le competizioni elettorali, in Umbria ma anche fuori regione.

Certo finora non sempre il nuovo baraccone della politica politicante ha mostrato di funzionare .

Nel distretto di Reggio Calabria, dove probabilmente Bandecchi cercherà di ottenere l’elezione a parlamentare europeo, il suo tentativo di comprare simpatia e consensi attraverso l’acquisto della squadra di calcio locale, la Reggina, non è riuscito nel suo scopo ed è stato anche rinviato al mittente l’assegno di centomila euro che il manager aveva deciso di regalare alla squadra nel corso di una sua convention in presenza del suo  partner locale Massimo Ripepi.

In terzo e ultimo luogo deve essere considerata la struttura di interessi conflittuali a cui il bandecchismo offre un riparo confortevole.

L’affarismo in Italia dai tempi di tangentopoli è sempre presente.

Oggi la gestione di interessi privati coltivati all’interno di procedure e risorse pubbliche rischia di trovare una cornice di legittimità che passa inosservata anche agli occhi delle Istituzioni locali e della magistratura.

Un cancro per la democrazia e lo Stato Liberale.

Il 7 febbraio scorso, probabilmente per far decadere gli esposti ad iniziativa popolare relativi alla incompatibilità di Bandecchi alla carica di Sindaco (già confermati da un Parere del Ministero dell’Interno datato 3 Agosto 2023) presentati il 7 e 8 agosto 2023 dai cittadini di Terni, rispetto ai quali il Prefetto, decorsi i 180 giorni previsti dalla legge 241/90, non avrebbe potuto diluire ulteriormente una risoluzione formale, il Sindaco Bandecchi si è dimesso dando vita ad un balletto di posizioni che talora confermano le dimissioni talora sembrano volerle smentire.

Mancano 14 giorni ai termini oltre i quali le dimissioni diventeranno effettive.

La Comunità di Terni che ha un dissesto finanziario di oltre 49 milioni di euro dovrà tornare a votare con costi importanti per il deficit pubblico.

Bandecchi cadrà sui stessi errori o forse travolto dalle indagini di Guardia di Finanza e magistratura o sulla diffusione dei “Cipro Papers”  relativi alle attività off shore del Gruppo industriale del manager che ormai in molti pensano siano prossimi alla pubblicazione.

 

 

 




Betapress e Ettore Lembo, matrimonio di idee.

Il comitato di redazione di Betapress.it è lieto di avviare una nuova collaborazione tra le testate Betapress.it ed Ettore Lembo News.

La collaborazione tra Corrado Faletti ed Ettore Lembo rappresenta un esempio significativo di sinergia professionale nel campo del giornalismo d’inchiesta, un ambito in cui la dedizione alla verità e l’impegno civile si fondono per dar voce a storie spesso trascurate o celate.

Entrambi i giornalisti, pur avendo percorsi professionali distinti, hanno trovato un terreno comune nelle loro visioni del giornalismo come strumento di denuncia sociale e politica, portando alla luce scandali, ingiustizie e malversazioni che altrimenti sarebbero rimasti nell’ombra.

La collaborazione tra Faletti e Lembo è caratterizzata da un approccio meticoloso alla ricerca della verità, che si manifesta attraverso un’indagine rigorosa e approfondita.

La loro metodologia di lavoro si basa su un’accurata verifica delle fonti, l’incrocio di dati e testimonianze, e un’immersione totale nei contesti investigati.

Questo approccio scrupoloso non solo conferisce credibilità alle loro inchieste, ma permette anche di tessere narrazioni complesse che riflettono la multidimensionalità delle realtà esaminate.

Un elemento distintivo della loro collaborazione è l’interdisciplinarità, che permette di affrontare le tematiche indagate da molteplici prospettive.

Lembo, con la sua profonda conoscenza del tessuto socio-politico, e Faletti, con la sua abilità nel narrare storie umane vere e disincantate, combinano le loro competenze per creare reportage che sono al tempo stesso informativi e coinvolgenti.

Questa fusione di stili e approcci non solo arricchisce il contenuto delle loro inchieste, ma rende anche il loro lavoro accessibile a un pubblico più ampio, facilitando la comprensione di questioni complesse e promuovendo una maggiore consapevolezza sociale.

La loro visione comune del giornalismo come strumento di cambiamento sociale è un altro pilastro fondamentale della loro collaborazione.

Entrambi credono fermamente che il giornalismo debba svolgere un ruolo attivo nella società, non limitandosi a documentare la realtà, ma aspirando a trasformarla.

Attraverso le loro inchieste, Faletti e Lembo cercano di stimolare il dibattito pubblico, incoraggiare la riflessione critica e, in ultima analisi, influenzare le politiche e le pratiche in modo da promuovere la giustizia e l’equità.

Tuttavia, la loro collaborazione non è esente da sfide.

Operare nel campo del giornalismo d’inchiesta comporta rischi significativi, tra cui la possibilità di ritorsioni legali e personali.

Inoltre, la crescente polarizzazione mediatica e la diffusione delle fake news rappresentano ostacoli ulteriori alla diffusione di un giornalismo basato su fatti accuratamente verificati.

Nonostante queste difficoltà, Faletti e Lembo rimangono impegnati nel loro percorso, sostenuti dalla convinzione che la loro opera possa contribuire a una società più informata e giusta.

In conclusione, la collaborazione tra Corrado Faletti ed Ettore Lembo simboleggia il potere del giornalismo d’inchiesta condotto con integrità, passione e impegno civile.

Attraverso il loro lavoro congiunto, essi non solo portano alla luce verità nascoste, ma dimostrano anche come il giornalismo possa agire come forza motrice per il cambiamento sociale, ispirando altri professionisti del settore e il pubblico a ricercare la verità e ad agire in difesa della giustizia e della trasparenza.




Modigliani in mostra a Parigi

Importante mostra a Parigi su Modigliani presso il Museo de l’Orangerie

La mostra percorre il rapporto tra Amedeo Modigliani e il mercante d’arte Paul Guillaume, il suo maggiore sponsor.

Il percorso espositivo riunisce diverse opere emblematiche volte ad evidenziare il ruolo importante del mercante d’arte Paul Guillaume nella diffusione dell’opera di Modigliani sul mercato dell’arte negli anni ’20, sia in Francia che negli Stati Uniti.

Modigliani e Guillaume

È attraverso lo speciale rapporto con il giovane gallerista, divenuto suo mercante durante la Grande Guerra, che la mostra affronta il genio di Modigliani.

Sono più di cento le tele famose che sono passate per le mani di Guillaume oltre ad una cinquantina di disegni e una dozzina di sculture.

Questo numero indica sia il coinvolgimento del commerciante nella promozione dell’artista sia il suo gusto personale nella scelta delle sue opere.

Modigliani a Parigi

Amedeo Modigliani, detto Modì, (Livorno, Italia, 1884 – Parigi, Francia, 1920), pittore italiano di origine ebraica, arrivò a Parigi nel 1906.

Dopo un periodo dedicato alla scultura tra il 1909 e il 1914, tornò alla pittura e si dedicò principalmente alla rappresentazione della figura umana.

Il gallerista e collezionista Paul Guillaume scoprì Amedeo Modigliani ne l1914 attraverso il poeta Max Jacob.

Egli divenne suo mercante l’anno seguente.

Fu uno dei primi sostenitori dell’artista.

Il mercante affittò per lui un atelier in rue Ravignan à Paris.

L’atelier è rimasto famoso per gli scatti fotografici in cui i due uomini posano accanto alle opere dell’artista appese al muro.

I ritratti di Guillaume alla mostra

In una delle prime stanze della esposizione sono riuniti tre ritratti ad olio di Paul Guillaume e due disegni.

Vi sono inoltre esposte fotografie che mostrano l’appartamento – galleria di Paul Guillaume in avenue de Villiers nonchè l’atelier de la rue Ravignan.

Modigliani ha immortalato il suo gallerista in una serie di ritratti dipinti e disegni.

Guillaume dal canto suo, condivide con Modì la passione artistica e letteraria.

Ritratto di Paul Guillaume 1916 A. Modigliani

Il Museo de l’Orangerie e Modigliani

Amedeo Modigliani è uno degli artisti più amati delle collezioni dell’Orangerie.

Il museo conserva cinque delle sue opere.

Oltre ai dipinti conservati al Museo dell’Orangerie, il corpus di opere che passarono per le mani di Paul Guillaume comprende un centinaio di tele, una cinquantina di disegni e una decina di sculture.

I lavori esposti in mostra evidenziano il coinvolgimento del gallerista nella promozione dell’artista.
Grande era l’apprezzamento di Paul Guillaume per le opere di Modigliani.

Molte arredavano i suoi numerosi appartamenti.

In mostra vengono esposti alcuni modelli in scala delle sale dei suoi appartamenti con la collezione dei quadri.

Spiccano nella esposizione i ritratti degli intellettuali che animavano la Ville Lumière dell’epoca, come il poeta Max Jacob, André Rouveyre, Jean Cocteau, Moise Kisling.

Le figure femminili di Modigliani

Colpisce anche una serie di ritratti di donne che hanno condiviso la vita con il pittore.
Tra queste la scrittrice Béatrice Hastings e la giovane pittrice Jeanne Hébuterne.
Quest’ultima fu la sua ultima compagna nonché madre della sua unica figlia. Lei lo seguirà, suicida, il giorno dopo la sua morte.

Lo scopo della mostra

La mostra curata da Cécile Girardeau e Simonetta Fraquelli segue le tracce della relazione tra Modigliani e il suo gallerista Guillaume attraverso una scelta di opere emblematiche.
Vengono esplorati i legami del pittore e del suo mercante nel contesto artistico e letterario parigino nei primi anni del Novecento.
Ed anche il ruolo di Paul Guillaume nella diffusione delle opere di Modigliani sul mercato dell’arte sia in Francia sia negli Stati Uniti.

Gli occhi senza pupille

Dipingere gli occhi senza pupille è una scelta stilistica estremamente simbolica.

Sull’onda del detto per cui gli occhi sono lo specchio dell’anima Modigliani decide di rappresentare i suoi soggetti come privi di pupille.

Come nel dipinto “Donna con nastro di velluto” o “La bella farmacista”, entrambi esposti in mostra.

Donna con nastro di velluto-1915, A.-Modigliani

Non potendo conoscere l’anima degli uomini e delle donne che ritraeva l’artista lascia gli occhi vuoti.

Gli occhi sono lo specchio dell’anima ed è difficile guardare nell’anima delle persone.

Solo di una donna dipinse le pupille, quella della sua amata Jeanne Hébuterne, perchè la sua anima l’aveva conosciuta.

La bella farmacista, A. Modigliani, 1918.

Volti stilizzati e colli affusolati

I ritratti femminili sono caratterizzati da volti stilizzati, colli affusolati e sguardi spesso assenti.

Esposto in mostra Lola di Valencia, il cui volto stilizzato di profilo ricorda le statue africane.

Lola di Valencia, A. Modigliani, 1915

 

Colpisce inoltre il collo affusolato di “Madame de Pompadour”

Madame Pompadour, A. Modigliani, 1915

E affascina anche  il collo affusolato della ragazza col corpetto a righe.

Ragazza con corpetto a righe 1917 A.. Modigliani

La mostra ben evidenzia lo stile di Modigliani, il disegno schematico che richiama linee geometriche e forme arcaiche, animato da colori decisi e intensi, talora brillanti e talora cupi.

Decisamente si tratta di una esposizione ben riuscita in grado di evidenziare i tratti salienti dello stile personalissimo di Modì e di offrire uno spaccato di quel vivace e prolifico periodo parigino della prima parte del 1900.

Dopo la sua fine prematura Guillaume continuò a promuovere e a diffondere le opere di Modigliani in Francia ed oltre l’Atlantico, fino alla sua morte avvenuta nel 1934.

 




Foibe, oltre la retorica

 

 

CONVEGNO IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DELLA SOLENNITA’ CIVILE DEL GIORNO DEL RICORDO IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLE FOIBE, DELL‘ESODO GIULIANO-DALMATA, DELLE VICENDE DEL CONFINE ORIENTALE.

Oggi, nei locali del MCP-Museo Città di Pomezia | Laboratorio del Novecento, si terrà un importante e solenne Convegno dall’eloquente titolo 10 FEBBRAIO OLTRE LA RETORICA.

Molti e qualificati gli intervenuti che si avvicenderanno nell’esporre ricordi e pensieri: nel segno del RICORDO e non certo dell’ACREDINE, o dell’ASTIO, o dell’ODIO, fini a se stessi.

Certamente, aleggia ancora con energia il desiderio di vedere riconosciuta una GIUSTIZIA piena, solenne e scevra di quei capziosi distinguo che ancora suonano da comodo alibi per coloro che – in quei periodi  tragici – si distinsero per crudeltà ed efferatezza. 

Il dramma fu atroce e crudele, separando intere famiglie, uccidendo, violando cose e persone, violentando, gettando nelle cavità carsiche persone ancora vive o agonizzanti… Uno scempio umano praticato in nome di non si sa bene quale beluina ideologia: becera, malata e sanguinaria.

Crudeltà, assistite dalla violenza dei conflitti, che ci auguravamo di non dover mai più vedere, posto che si riteneva che gli insegnamenti – ancorchè tragici – della Storia, ma che invece si ripropongono con cruda violenza: incuranti del sangue che spargono, delle vite che spengono, della miseria che spandono, dei lutti che diffondono…

…incuranti del suono del pianto che accomuna le vittime e i loro cari… un suono che è sempre lo stesso, a tutte le latitudini.

‘Mai più guerra’, dicono i popoli, ‘mai più violenza’ sostengono compunti i politici e chi ci amministra … gli stessi che, con motivazioni spesso risibili e pretestuose, sono coloro che le guerre le dichiarano e le gestiscono, mandando i popoli al macello!

Vi prego… rendete onore alla Memoria di questi nostri morti, non diversi da altri morti, da altri Esseri Umani tragicamente immolati: foibe, camere a gas, campi di concentramento, lanci di bombe, scariche di armi automatiche… a mutare sono solo luoghi e particolari delle uccisioni e delle efferatezze che possono averli contraddistinti …

… ma i Morti sono Morti … non diamo loro colore, targhette distintive… nomi diversi con il profumo pungente delle vernici fresche del ricordo rinnovato per l’occasione… 

I Morti devono essere un perenne monito!

I Morti dobbiamo onorarli sempre, anche perché non ne esistono di ‘serie A’ o ‘B’ o ‘C’: specie se a ucciderli è stato l’odio etnico, sociale, politico o religioso ! 

Perché solo onorandoli, sottolineiamo l’importanza della Memoria, del Ricordo – che non può certo durare la sola solennità di un paio di giorni! – : e solo sottolineando e vivendo consapevolmente tutto ciò, potremo evitare nuove stragi, nuove uccisioni, nuovi morti, nuove tragedie …

Eleviamo oggi il nostro memore pensiero a tutti questi nostri Fratelli immolati tragicamente sull’altare dell’odio etnico e politico, e ci stringiamo al perenne dolore delle loro Famiglie e dei Sopravvissuti tutti.  

Abbiamo personalmente delegato il Dott. Antonio Ballarin  –  Presidente Emerito di FederEsuli – di farsi portavoce presso gli intervenuti di questi nostri sentimenti, personali quanto condivisi da quanti amano la Libertà e quell’Amore Fraterno che è il vero cemento che unisce le Persone, i Popoli.

 




Intervista a Putin, ma qualcuno ascolta quello che dice?

da la notizia.net un articolo che riteniamo importantissimo da leggere per capire le attuali situazioni.

Buona lettura

 

Tucker Carlson intervista Putin, Trump ha un avversario con cui costruire la pace

Tucker Carlson

Tucker Carlson intervista Putin, Trump ha un avversario con cui costruire la pace – Il 9 novembre 1905 il Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt visitò Panama per porre una “ prima pietra” nel costruendo famoso canale, era la prima volta che un presidente americano in carica usciva dai confini della sua nazione.

Quel giorno prendeva forma la “commercial diplomacy”, quella che ebbe un momento altissimo con il famoso Piano Marshall in europa.

In data 9 febbraio 2024, anche questa è una prima volta, l’intervista rilasciata dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin al giornalista statunitense Tucker Carlson è andata in onda.

Una intervista che farà storia per i contenuti, per i messaggi.

Molti di questi assai ostici per la grande messe di sostenitori della guerra alla Russia, ovviamente in terra di Ucraina, ad ogni costo.

Quella che potremmo chiamare “Journalist Diplomacy” non nasce con questa intervista, come dimenticare il ruolo di quel immenso giornalista che fu Igor Man nei rapporti fra l’Italia e la Libia di Gheddafi o il ruolo di quella altrettanta immensa donna e giornalista che fu Oriana Fallaci nelle relazioni italiane con il leader libanese Walid Jumblad?

Certamente, però, l’intervista di Carlson al leader russo ha permesso ai cittadini occidentali di farsi una opinione non mediata su quanto stia avvenendo sullo scenario ucraino e, più in generale, europeo.

Immediatamente gran parte della “libera stampa” italiana ha ritenuto di svilire l’intervista sottolineando come il loro collega statunitense sia un “filo trumpiano”. 

Sono gli stessi giornalisti che se additati come “di destra” o “di sinistra” replicano piccati “io sono un giornalista, faccio domande, non ho nessuna tessera di partito”.

In realtà, nella nostra Italia, sentiamo dagli stessi molto più delle opinioni che delle domande, al contrario da Carlson abbiamo potuto sentire solo domande.

Domande che hanno permesso a noi occidentali di sentire il punto di vista del cosiddetto “nemico”.

“Propaganda”, così sono state immediatamente tacciate le parole del leader russo, mentre quelle degli altri sono “parole pure”.

In guerra non ci sono “verità”, ci sono esclusivamente “punti di vista”.

Cosa ha risposto il Presidente Putin in questa che, piaccia o no, è una storica intervista?

Il primo, ed assai sgradevole per il nostro benessere, messaggio lanciato da Putin è che già diciotto mesi fa era stata raggiunta la pace fra la Federazione Russa e l’Ucraina davanti al leader turco Erdogan ma un intervento a gamba tesa dell’allora Premier britannico Boris Johnson su Zelensky ha fermato tutto.

I leaders occidentali, primo fra tutti il Presidente statunitense Biden, riteneva di poter distruggere la Federazione Russa attraverso la guerra in Ucraina.

I risultati, oramai di pubblico dominio mediatico, ci dicono che l’idea occidentale era assai mal ponderata.

Indimenticabili le dichiarazioni dell’allora Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi che declinava la disfatta russa.

Oggi, fu dichiarato moribondo per un tumore e già sostituito dal potere russo pronto a firmare la pace per limitare la invincibile armata Ucraina appoggiata dalle potenze occidentali, il Presidente russo è lì e sembra in buona salute sia personale che politica, oggettivamente migliore di quella della stragrande maggioranza dei leaders occidentali, Biden in testa.

Putin ha rassicurato che non invaderà Polonia e Paesi Baltici ed ha dichiarato che gli attentati ai due oleodotti Nord Stream sono stati compiuti dalla CIA.

Propaganda, forse, quest’ultima, certamente non era interesse russo distruggerli.

Carlson, ex anchorman di Fox News licenziato su richiesta di Dominion System come elemento della transazione economica con l’editore per le posizioni del giornalista statunitense sui brogli che il giornalista ha sempre ritenuto fossero avvenuti nelle elezioni presidenziali in Stati Uniti del 2020, ha dichiarato di aver condotto l’intervista perché i “media in lingua inglese sono corrotti e mentono ai loro lettori e spettatori”. 

Opinione personale, ovviamente, ma altrettanto dignitosa di attenzione rispetto a quella che ritiene il giornalista statunitense “non credibile perché filo trumpiano”.

Più interessante, anzi assai interessante, il messaggio nella bottiglia con cui il Presidente Putin chiude l’intervista, apparentemente riguarda la liberazione del giornalista americano recluso in Russia perché ritenuto una spia, in realtà è facile una lettura a più ampio spettro, “noi siamo pronti, ma l’occidente che cosa ci da in cambio?”.

“Dare in cambio” significa “sedersi e trattare”.

In fondo la pace in occidente vi è stata per settanta anni grazie a Yalta ove quattro leaders occidentali firmarono un accordo.

In quel caso gli europei erano tre, il francese De Gaule ed il britannico Churchil, geograficamente e non geopoliticamente il Sovietico Stalin.

La prossima “Yalta”, è ovvio che si dovrà arrivare a firmare un nuovo accordo per la pace in occidente dopo la guerra in Ucraina, mi sembra sempre più palese, sarà firmato a due.

Uno sarà certamente Putin, l’altro, a sentire questa intervista di Carlson, sarà il prossimo Presidente statunitense, quello che verrà eletto attraverso le elezioni del novembre 2024.

A vedere anche i Caucus repubblicani in Nevada ed i sondaggi quel presidente sarà Trump, magistratura americana permettendo.

Da oggi a quel giorno potrebbe esserci qualcuno che potrebbe far di tutto per far scoppiare un conflitto mondiale.

Un missile russo pochi giorni fa ha tenuto una strana traiettoria.

Questo, partito dalla Federazione Russa, è andato dritto verso il confine polacco per poi “sterzare” e tornare indietro.

Il missile era “programmato” in tal senso, lo dicono gli esperti di armi strategiche, il messaggio politico era chiaro.

Messaggio politico che Putin ha declinato ulteriormente nell’intervista a Carlson.

Nell’osservare tutto questo sembrerebbe che la pace la stiano cercando i due “cattivoni”, Trump e Putin, mentre tutti I “buoni”, secondo molti media ed opinionisti, Biden e leaders europei in testa, pensino che la soluzione sia la distruzione della Russia Putiniana.

Peccato che i fatti ci dicono che non stia accadendo e, al contrario, sempre i fatti, ci dicono che la qualità della vita del 91% degli italiani, a causa di questa drammatica guerra che parrebbe sia continuata per volontà del britannico Johnson, vivono assai peggio.

Ignoto Uno

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Grazie

La redazione di Betapress vuole ringraziare Paolo Battaglia La Terra Borgese per il suo interessante articolo e per le parole di sostegno alla nostra testata.

GRAZIE

 

ringraziamo tutte le testate che hanno riportato fin ora la notizia ed il collega Ettore Lembo per il suo sostegno.

informazione.it

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Sicilia oggi Notizie

Sardegna Reporter

Ettore Lembo news

Tele Radio News

Positano News

La Notizia . net

 

 

 

 




Agenzia delle Entrate nuovo DIO.

Ieri abbiamo scritto della scure fiscale nei prossimi stipendi dei lavoratori della scuola, vedi nostro articolo https://betapress.it/scure-fiscale-sugli-stipendi-ma-usiamola-noi-per-tagliare-le-teste-di-questa-classe-politica/, oggi la risposta dell’agenzia delle entrate alle innumerevoli proteste che si stanno sollevando rispetto ad una azione che evidentemente metterà in ginocchio migliaia di famiglie italiane.

Questa è la risposta:

La informiamo che non è possibile rateizzare i debiti per conguaglio fiscale. Questi devono essere recuperati in unica soluzione su disposizione dell’agenzia delle entrate.

Un vaffanculo faceva meno male, qui leggiamo supponenza, menefreghismo, ignoranza, miopia politica, stupidità ed incapacità di capire le esigenze del popolo oggi in forte difficoltà.

Ma i dipendenti dell’Agenzia hanno il conguaglio fiscale?

Siamo al livello di Maria Antonietta: il popolo si lamenta perché ha fame, dategli le brioche.

In realtà la frase non era proprio di Maria Antonietta, ma ormai l’immaginario collettivo la vede così.

Quindi alla frase: Agenzia le famiglie non reggeranno a questa tua operazione, la risposta è stata e chi se ne frega noi facciamo così!!!

Ma Noi chi?? ma tu sei mica Dio, sei un ente al servizio del popolo, e se affami il popolo che ti mantiene sei sicura che tu stia facendo il bene del paese??

Ma cacciamoli via tutti, questi sono degli incompetenti!!

Ma quando gli Italiani faranno come i Francesi che per un anno in più di età pensionabile gli hanno devastato le strade?

Basta Italiani facciamoci sentire, smettiamo di fare la rana bollita.

 

 

 




Nuova filiera 4 + 2, deragliamento?

Rispetto alla nuova filiera 4 + 2, fiore all’occhiello del ministro Valditara, sorgono perplessità che andrebbero stigmatizzate in modo coerente con quella che è la programmazione della rete scolastica.

Abbiamo Posto una domanda al Dott. Marco Ugo Filisetti DG di Ok School.

 

Direttore, cosa ne pensa del nuovo ddl 924?

 

Filisetti: Ho avuto occasione di seguire nell’aula del Senato mercoledì scorso il dibattito sul DDL S 924 istituzione filiera formativa tecnologica professionale tecnica professionale.

Al riguardo consentimi un sintetico contributo: l’alto tasso di occupabilità dei percorsi ITS con il conseguente loro successo, come frequentemente riportato sui media, è determinato dalla coerenza del n. di figure professionali (addirittura in difetto) in uscita e loro competenze, con la richiesta del mercato del lavoro.

In realtà tutte le figure professionali in uscita dai percorsi liceali, tecnici, professionali dovrebbero avere un analogo tasso di occupabilità, attesa comunque per tutte la formazione dello studente come persona integrale.

Così sarebbe se la programmazione dell’offerta formativa integrata fosse coerente (quantomeno tendenzialmente) nei numeri e contenuti con le richieste del mercato del lavoro anziché subordinata all’esigenze autoreferenziali del sistema d’istruzione, che influiscono altresì sull’orientamento scolastico.

Fermo restando che l’orientamento scolastico deve essere traguardato sulla programmazione dell’offerta formativa e non il contrario.

Il problema sta’ quindi nel processo programmatico dell’offerta formativa, declinato da una pluralità di centri decisionali (istituzioni scolastiche, Uffici Scolastici Regionali USR-Uffici d’ambito territoriale UAT, MIM-MEF, Regione, Provincie, Comuni, OO.SS.) disorganici oltreché ciascuno portatore d’interessi particolari confliggenti tra loro.

Al riguardo in via operativa ricordo l’opportunità di definire prima possibile la declinazione operativa della programmazione della rete scolastica come riportato nell’ apposito WBS (disponibile per ogni eventuale approfondimento) con l’indicazione:

  •  delle macro-attività previste;
  •  dei principali esiti attesi da ciascuna macro-attività – sono descritti in forma sintetica;
  •  degli gli archi temporali di riferimento – con previsione realistica, considerando anche i vincoli previsti a livello normativo;
  •  dei soggetti responsabili dello svolgimento delle macro-attività, oppure del loro recepimento



Betapress sotto ATTACCO!!! Acqua in redazione.

Comunicato Stampa: Difesa dell’Indipendenza Editoriale e della Libertà di Stampa

 

La difesa della libertà di stampa e dell’indipendenza editoriale dei giornali assume un ruolo cruciale nelle società democratiche, in quanto garantisce il pluralismo delle opinioni e il controllo democratico sul potere.

La situazione odierna in cui Betapress viene attaccato dalla politica perché rifiuta di cambiare la sua linea editoriale apertamente critica nei confronti dell’attuale governo solleva questioni fondamentali riguardo la libertà di espressione, il diritto all’informazione e la relazione tra i media ed il potere politico.

Sappiate tutti che se cercate di affondare la nostra nave, noi ci trasformeremo in sottomarino!!!

In data odierna, ci troviamo di fronte a un attacco senza precedenti contro l’integrità della nostra testata giornalistica, un attacco che non solo mette in discussione la nostra indipendenza editoriale ma che minaccia i fondamenti stessi della libertà di stampa, pilastro insostituibile di ogni società democratica.

La nostra redazione ha ricevuto pressioni crescenti affinché cambiasse la sua attuale linea editoriale apertamente critica nei confronti dell’attuale governo e di alcune figure della politica locale.

Tali pressioni, provenienti da alcuni settori politici, non solo ignorano, ma cercano deliberatamente di sovvertire il principio fondamentale su cui si basa la nostra professione: l’imparzialità e l’oggettività dell’informazione.

È dovere di un organo di stampa fornire ai cittadini una narrazione equilibrata e multi sfaccettata della realtà, consentendo loro di formarsi un’opinione informata su base di fatti accuratamente verificati e non di pregiudizi o di agende politiche.

La nostra redazione si impegna quotidianamente a garantire che ogni articolo, reportage o editoriale rispetti questo sacrosanto principio, guidati unicamente dalla ricerca della verità e dall’interesse pubblico.

L’attacco che stiamo subendo rappresenta un tentativo di intimidazione che mira a minare la nostra autonomia, costringendoci a diventare strumento di propaganda politica, anche tramite il nostro silenzio.

Questo non solo è inaccettabile ma rappresenta un pericoloso precedente che, se non fermato, potrebbe compromettere l’intero ecosistema informativo, riducendo la pluralità di voci e la ricchezza del dibattito pubblico, fondamentali in uno stato democratico.

Ribadiamo con fermezza che non cederemo a tali pressioni.

La nostra missione è quella di servire il pubblico con informazioni oneste e non filtrate, contribuendo così alla salute della nostra democrazia.

La libertà di stampa è un diritto inalienabile che resiste non solo come fondamento della nostra professione ma come baluardo contro ogni forma di autoritarismo.

Invitiamo l’opinione pubblica, le istituzioni democratiche, le organizzazioni nazionali e internazionali a sostenerci in questa battaglia non solo per la nostra testata, ma per la salvaguardia della libertà di informazione ovunque.

È solo attraverso una stampa libera e indipendente che una società può aspirare a essere veramente libera e democratica.

In ogni caso, mentre continueremo a svolgere il nostro dovere giornalistico con integrità e dedizione, richiamiamo tutti i soggetti coinvolti a riflettere sull’importanza cruciale di mantenere uno spazio pubblico in cui la diversità di opinioni possa prosperare senza timore di ritorsioni o censure.

La democrazia si nutre di dibattito e critica; soffocarle significherebbe compromettere l’essenza stessa della libertà per cui tanto abbiamo lottato.

Betapress non accetta di essere minacciato con nessun mezzo, anche se non abbiamo risorse adeguate per una difesa ad oltranza, ma dalle barricate non scenderemo.

Meglio chiudere che cedere alle pressioni che ci vogliono zittire.

Hanno attaccato il nostro direttore ed alcuni di noi usando sia mezzi espliciti che mezzucci da fascisti da pane e salame, una volta si devastavano le direzioni dei giornali e si picchiavano i direttori, oggi si applicano sistemi di pressione e di attacchi personali, anche arrivando a fare velate minacce  sul tipo “ma ti conviene continuare a collaborare con quel giornaletto?”.

Sappiamo benissimo che tutti negheranno di aver attaccato Betapress, ma alcune evidenze anche eziologiche sono innegabili: gli attacchi sono iniziati in modo veemente da quando abbiamo pubblicato l’articolo “quando un ministro mente sapendo di mentire …” dedicato al ministro Valditara, e l’articolo “sindaco incompatibile che fare “ in cui davamo evidenza di documenti riservati che esplicavano un piano “criminogeno”, e sono cresciute con il crescere degli articoli sugli stessi temi.

Sappiano tutti che la redazione di Betapress non cederà, non daremo la nostra integrità in cambio di una comodità personale.

 

“Una stampa libera può essere buona o cattiva, ma senza libertà, la stampa non potrà mai essere altro che cattiva.”
Albert Camus.

 

Questo comunicato riflette un nostro impegno profondo alla libertà di stampa e all’indipendenza editoriale, concetti che vanno difesi strenuamente in qualsiasi circostanza.

Di contralto alla libertà di stampa, la stampa deve garantire l’assoluta imparzialità, e questo apre molti altri temi su cui cercheremo di aprire ulteriori riflessioni.

La difesa di tali principi non solo è cruciale per la professione giornalistica ma rappresenta anche un imperativo democratico, essenziale per il mantenimento di una società aperta, informata e libera.

Chiediamo a tutti di aiutarci, continueremo a pubblicare i nostri articoli e soprattutto i prossimi due sul ministro e su Bandecchi, finché ne avremo modo; diffondete il più possibile il nostro appello, ricordate che l’informazione libera è l’unica salvezza contro un abisso di tenebre.

 

Ombre di Autorità: l’Impatto del Bossing sulla Cultura e l’Integrità della Pubblica Amministrazione

 

 

Politici e Bugie: responsabilità etica.

Le nomine di Valditara

Se esercito il potere per il potere…

Bossing verso pubblici dipendenti

 

“La Sicilia non è Italia e nemmeno meridione …”

 

 

Rampelli vs Cineca – scontro di civiltà?

Siamo in Europa ma il MIUR non è d’accordo

Nuovo concorso DS, il MIUR dimentica precari, vicari e ricorrenti, l’ennesima ingiustizia!

Caro Ministro, ma mi faccia il piacere…

Concorso DSGA: note di malcostume italiano

PON – intervista ad un ex ispettore dei fondi europei del MIUR

 

 

 

 

 

Bandecchi, Terni, giunta comunale, incompatibilità… che fare???