Bossing verso pubblici dipendenti

In redazione è arrivata una segnalazione rispetto ad un comportamento di bossing verso un dirigente pubblico veramente grave e concatenata ad altre indagini che stiamo svolgendo.

Questi atteggiamenti non possono essere trascurati e meritano il più attento approfondimento possibile, che questa redazione farà, ampliando il più possibile il livello di comunicazione mediatica sull’argomento.

In questo specifico caso poi sembra che anche una certa parte politica voglia l’esclusione del dirigente dalla regione perché lo stesso ha “visto cose che non doveva vedere”.

Come Betapress affronteremo il tema cercando di approfondire tutti i dettagli.

Intanto per capire meglio occupiamoci del fenomeno del “bossing“.

Il fenomeno è una forma di comportamento ostile o umiliante da parte di un superiore nei confronti di un subordinato in un contesto lavorativo.

Il Bossing, quindi, è una forma di molestia psicologica attuata, in ambito lavorativo, da un superiore nei confronti di un suo sottoposto.

Lo scopo è umiliarlo o penalizzarlo, creando un ambiente lavorativo insostenibile per il dipendente, che spesso difatti lo porta alle dimissioni a causa della pressione e dello stress subiti.

È una variante del più ampio fenomeno del “mobbing“, che può avvenire sia in orizzontale (tra colleghi) che in verticale (da un superiore a un subordinato o viceversa).

Nel caso specifico in cui il bersaglio è un dirigente pubblico, diversi fattori aggiuntivi entrano in gioco, come il contesto burocratico, le implicazioni legali e l’attenzione mediatica che potrebbe derivare da un caso di questo tipo.

Nelle organizzazioni pubbliche, la struttura gerarchica e burocratica può talvolta complicare la questione.

A differenza delle aziende private, dove spesso è più facile per la gestione prendere decisioni rapide in merito al personale, nel settore pubblico ci sono spesso più livelli di verifica e approvazione.

Ciò può rendere più difficile sia identificare che affrontare il bossing.

Dal punto di vista legale, il bossing nei confronti di un dirigente pubblico potrebbe avere ripercussioni significative.

Le leggi sulla discriminazione sul luogo di lavoro e sull’abuso psicologico variano da Paese a Paese, ma molte giurisdizioni prendono molto seriamente queste questioni.

In alcuni Paesi, il bossing potrebbe essere considerato una violazione dei diritti umani o dei diritti dei lavoratori.

Un altro aspetto da considerare è l’attenzione mediatica.

I dirigenti pubblici sono spesso sotto il microscopio pubblico, e un caso di bossing potrebbe attirare l’attenzione dei media.

Questo può avere un impatto sia sulla vittima che sull’autore del bossing, con conseguenze che vanno oltre il contesto immediato del luogo di lavoro.

Generalmente, i metodi per affrontare il bossing in un contesto di lavoro pubblico non sono molto diversi da quelli del settore privato.

Questi possono includere:

1. Mediazione: Un tentativo di risolvere la situazione attraverso un terzo imparziale.
2. Formazione: Programmi educativi per prevenire o affrontare il comportamento ostile sul posto di lavoro.
3. Procedure Disciplinari: Nel caso in cui il bossing persista, potrebbero essere necessarie azioni disciplinari.

Nel contesto pubblico, l’approccio alla risoluzione sarà inevitabilmente più complesso a causa della struttura burocratica e delle possibili implicazioni legali e politiche.

A causa di questi fattori aggiuntivi, la risoluzione del problema potrebbe richiedere l’approvazione o l’interferenza di più organi o dipartimenti, come commissioni di etica sul posto di lavoro, consigli di amministrazione o anche entità governative.

È fondamentale notare che la responsabilità del bossing non è solo del singolo individuo che esercita tale comportamento, ma spesso è un indicatore di una cultura organizzativa problematica che permette, o addirittura promuove, tale comportamento.

Pertanto, qualsiasi tentativo di risoluzione dovrebbe essere sistemico oltre che individuale.

Dal punto di vista psicologico, il bossing può avere un impatto negativo non solo sul benessere del dirigente pubblico bersagliato, ma anche sul morale dell’intera organizzazione.

Una cultura tossica sul posto di lavoro può portare a una diminuzione della produttività, un aumento dell’assenteismo e una elevata rotazione del personale, tutti fattori che sono particolarmente problematici in un contesto pubblico, dove la continuità e l’efficienza sono spesso cruciali.

In sintesi, il bossing di un dirigente pubblico è un problema complesso che va ben oltre la semplice dinamica tra due individui.

Ha implicazioni che spaziano dall’etica alla legge, dalla psicologia organizzativa all’immagine pubblica dell’ente interessato.

Affrontare questo problema richiede un approccio multidisciplinare e una volontà di cambiare non solo comportamenti individuali, ma spesso la cultura dell’organizzazione nel suo insieme.




… studenti indisciplinati a zappare la terra???

Il Disegno Di Legge per la revisione della valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti sostituisce la sanzione disciplinare dell’allontanamento da scuola con attività aggiuntive decise dal consiglio di classe o svolte presso strutture convenzionate.

Molte scuole, a tutte le latitudini, stanno anticipando la conversione in legge prevedendo “… a zappare la terra” per gli studenti indisciplinati.

Tale soluzione può sollevare plurimi dubbi di forma e di sostanza o, come dicono i giuristi, di merito e legittimità.

Intanto, a mente dell’art.2048 Codice Civile, i precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.

Quindi lo studente sanzionato durante la “pena” non può essere lasciato solo, ma sottoposto alla prescritta vigilanza di un docente, che di fatto viene distratto dalla sua funzione di attività didattica nelle classi assegnate.

Inoltre perché vedere il lavoro della terra come una punizione?

Classiche le frasi del tipo “se non studi, sei bocciato o ti comporti male vai a zappare; vai a lavorare nei campi”.

Importante è considerare invece l’agricoltura come il mezzo per sfamare un mondo sempre più affollato, per tutelare la biodiversità, per preservare l’ambiente naturale il più possibile se vogliamo che la Terra abbia ancora un futuro.

Forse occorre intervenire a livello culturale pensando che il lavoro della terra, il sapere coltivare, far crescere una pianta, produrre cibo è un dono, un premio a livello personale e sociale, non certamente una punizione.

Allora proverei a premiare chi va bene a scuola e i giovani meritevoli, mandandoli a “zappare”, a coltivare l’orto o curare un giardino, abbandonando stereotipi superati del lavoro in campagna sinonimo di penitenza o espiazione di una bocciatura e come forma di rieducazione.

Pio Mirra – DS IISS Pavoncelli, Cerignola (FG)




Ebrei, storia senza fine…

La nostra generazione, quella dei boomer, è cresciuta con la narrazione dell’Olocausto come il peggiore atto di violenza dell’uomo sull’uomo.

Molti della nostra generazione avrebbero pensato che la persecuzione di uomini da parte di altri uomini, per uno stigma religioso, non sarebbe stata più attuale.

Abbiamo guardato nella direzione sbagliata.

 La strage di innocenti da parte dei terroristi di Hamas, la rivendicazione statutaria della stessa organizzazione  che esalta una “nuova soluzione finale” della questione ebraica, non possono non essere oggetto di un profondo sdegno ed una decisa condanna.

Nel Mein Kampf e nelle esternazioni successive Adolph Hitler addossa alla genia d’Israele la combinazione di due accuse elevate a rango di misura razziale: la connessione con il comunismo bolscevico, da un lato, e con il Capitalismo oligarchico, dall’altro.

Cancellare la stirpe ebraica avrebbe contribuito alla affermazione di un Reich puro e populista.

A distanza di oltre ottant’anni la persecuzione degli ebrei si ripropone in nome di un’intolleranza razziale verso l’occidente sollevata in nome di Hallah.

È facile, in questa situazione, scivolare nella legge coranica de ‘l’occhio per occhio, dente per dente”.

Il punto è che il Mondo ha bisogno di Pace ed i conflitti convivono a fatica con una dimensione locale.

La Guerra è globale nei suoi morti, nella sua dimensione mediatica e nella sua maledetta ampiezza globale.

Ebrei e Palestinesi devono poter vivere in Pace in due Stati per due Popoli.

Israele dovrebbe riconsiderare l’occupazione di alcuni territori contesi e favorire un processo di pacificazione.

Ora, però, è ancora il momento di piangere gli innocenti.




Vaccini e dintorni: Conferenza on-line del Prof. Giulio Tarro il 9 Ottobre 2023

 

Accademia di Alta Cultura

Nell’ambito delle iniziative culturali svolte dall’Accademia Templare-Templar Academy, anche finalizzate ad una maggiore conoscenza e approfondimento degli eventi che stiamo vivendo, l’Illustre Ing. Filippo Grammauta, Ecc.mo Rettore della stessa ha avuto la gentilezza di informarci che l’Accademia da lui presieduta terrà una Conferenza on-line, dal titolo: “Dialoghi sulla recente pandemia da Covid-19” il cui Relatore sarà l’Ill.mo Prof. Giulio Tarro – Primario Emerito dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno” di Napoli; Chairman della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, WABT, Parigi; Rector of the University Thomas More U.P.T.M., Rome: Presidente della Fondazione de Beaumont-Bonelli per le ricerche sul cancro, Napoli -.

La Conferenza on-line del Prof. Giulio Tarro si terrà il 9 Ottobre 2023, a partire dalle ore 19,00, sulla piattaforma ZOOM                                        (coordinate:https://us06web.zoom.us/j/9991211210?pwd=TFJWeWNKUHM2dVl Nb2cwOGptU1dxQT09 – ID riunione: 999 121 1210 – Codice d’accesso:12345)

I temi prevalenti sui quali verterà la Conferenza saranno:

•        Esiti della campagna vaccinale attuata in occasione della recente pandemia da Covid-19 ed eventuale effettiva immunizzazione raggiunta dalla popolazione;

•        Effetti collaterali eventualmente registrati;

•        Eventuali cure alternative che potevano essere adottate in luogo della “tachipirina e vigile attesa”;

•        Eventuali cure oggi applicabili, anche dopo l’esperienza della passata pandemia, al posto di ulteriori campagne vaccinali;

•        Era ed è proprio necessario vaccinare le donne gravide e i bambini?

Per il rispetto e l’Amicizia che ci accomuna – personalmente e come Associazione – tanto all’Ing. Filippo Grammauta che all’Accademia Templare – Templar Academy, le cui iniziative sono molto note e apprezzate per la loro qualità, auguriamo ogni migliore riuscita del significativo evento, ricco di un Relatore tanto Illustre quanto qualificato.

Per quanto sopra, invitiamo i nostri Soci come pure i nostri estimatori a collegarsi all’evento, mentre nel contempo porgiamo voti similmente fausti anche per conto della Presidenza dell’Accademia Progetto Uomo (A.P.U.) con la quale stiamo perfezionando gli ultimi dettagli nella creazione di una ‘piattaforma’ comune nella cultura, nell’arte, nelle scienze e nell’istruzione. Auspicando in un prossimo evento che ci possa vedere impegnati in uno alla Spett.le Accademia Templare, porgiamo i nostri migliori saluti.

Roma, 29 Settembre 2023          

Accademia di Alta Cultura                             

Il Presidente (f.to Giuseppe Bellantonio)

 

 

 Accademia di Alta Cultura – Associazione Culturale – Via Marino Mazzacurati, 767 – 00148 Roma (RM) || C.F.: 96024880583 || Registrata AA.EE. di Roma ||  http://accademiadialtacultura.blogspot.com  || Facebook: Accademia di Alta Cultura – Italia 1948 ||Contatti e corrispondenza, e-mail: accademiadialtacultura@gmail.com




Banche ed ingiusti profitti

L’ipotesi di una tassa sugli extraprofitti delle Imprese bancarie , con la conversione in legge del Decreto Omnibus, è diventata norma (legge n. 136/2023).

La misura si applicherà sul 40 per cento dell’apprezzamento del margine di interesse degli Istituti del credito nell’esercizio 2023 e non potrà essere superiore allo 0,26% dell’attivo dello Stato Patrimoniale.

La misura sembrerebbe minare la fiducia delle imprese verso il Governo ed  indebolire i presupposti dello Stato Liberale.

 In realtà l’aumento dei tassi d’interesse in atto ha rafforzato i Prodotti Netti Bancari agendo direttamente sui Mark Up/Mark down e conseguentemente sul Margine da Intermediazione: la relazione per la quale gli Istituti di credito hanno guadagnato di più sulla raccolta (Mark Down), remunerandola meno del tasso interbancario, e di più sui Prestiti e Finanziamenti (Mark Up), praticando tassi più elevati dei tassi di provvista.

È questa l’asimmetria che porta grandi utili alle aziende bancarie che incassano interessi attivi suo finanziamenti ad imprese e famiglie e remunerano la raccolta bancaria con tassi passivi.

Nelle fasi di rialzi dei tassi durature,  come è avvenuto negli ultimi mesi, gli Istituti di credito adeguano gli interessi sui mutui alle famiglie ed alle imprese ma potrebbero essere refrattari all’adeguamento della remunerazione dei depositi bancari.

Ciò crea un’asimmetria che è giusto che venga tassata e non tanto in quanto “extra-profitto” ma proprio perché “profitto – ingiusto” .

 

Il grafico anno su anno del #FTSE settoriale Banche  (acronimo di Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa, il FTSE MIB è l’indice azionario di riferimento in Italia.

È formato da un paniere di 40 titoli dei mercati Euronext Milan ed Euronext MIV Milan, selezionati in base alla capitalizzazione, al volume di scambi e al settore – Fonte Wikipedia) la progressione del settore. Nell’infografica si nota chiaramente la progressione dell’Indice rappresentativo delle Banche  anno su anno e a 24 mesi.

 

Risulta agevole notare come il rialzo dei tassi deciso per ben 7 volte negli 10 mesi abbia gonfiato, senza dubbio, la dinamica virtuosa del conto economico del sistema bancario.

Ovviamente la misura, in futuro, dovrebbe essere applicata con una progressività tanto più rilevante quanto maggiore è stato la reattività del settore creditizio agli adattamenti sul costo del credito e sugli interessi per i risparmiatori.

Le banche che non hanno allineato prontamente i movimenti dei tassi alle linee di bilanci aumentano quindi i crediti finanziari ma anche i tassi sui depositi a vista ed a termine dovrebbero pagare una tassa non solo equa ma anche giusta nei riguardi della collettività.

La legge ha lasciato, tuttavia, una via d’uscita agli Istituti di credito per non pagare il dovuto.

L’escamotage riposa sull’opzione di destinare a riserva due volte e mezza l’imposta dovuta, un’opzione che consentirà il rafforzamento dei bilanci bancari.  

Sarebbe auspicabile che la misura venga estesa anche ad altri settori che hanno registrato risultati di mercato non caratteristici ed il pensiero va , ovviamente, al settore farmaceutico.

 

 

 

 

 




La storia deve essere raccontata in modo neutrale, altrimenti non è storia.

In questi giorni è sorta la discussione sull’insegnamento della storia, discussione originatasi dalle parole del ministro Valditara sul rinnovo dell’accordo con ANPI, associazione partigiani.

Ben rappresenta il giornale la situazione in questo articolo https://www.ilgiornale.it/news/ha-ragione-valditara-raccontare-storia-ben-diverso-fare-2213308.html

Come dare torto a chi finalmente sostiene che la storia debba essere raccontata in modo neutrale, rappresentando tutte le realtà coinvolte e le loro motivazioni.

Lo stesso Barbero, grande divulgatore storico, afferma la necessità che la storia sia raccontata dai documenti e dalla verità, dai fatti insomma, e non dai sentimenti, giusti o sbagliati che siano.

https://allaenne.sns.it/video/alessandro-barbero-unintervista/.

https://youtu.be/ccXct8YxEGc?si=ZAzq7kQPvRnnIlYS.

In effetti dare il racconto della storia in mano a chi della storia ne estremizza i significati per un proprio personale interesse non è la cosa più opportuna per il bene degli studenti in particolare ma di tutti in generale.

Riceviamo molte segnalazioni sul tema è ne pubblichiamo una rappresentativa anche per l’autorevolezza di chi la scrive:

spett.le Betapress, con riferimento all’articolo odierno pubblicato da LA VERITA’ “fate scendere l’Anpi dalla cattedra” in merito all’accordo MIM / Anpi per l’insegnamento della storia nelle scuole, che il ministro Valditara ha comunicato di voler rinnovare allargandolo a tutte le associazioni partigiane , osservo che un analogo accordo è già stato perfezionato il 3 luglio scorso dal MIM con gli istituti per la storia della resistenza (il cui presidente Pezzino è coordinatore di un comitato scientifico promosso da Anpi), prevedente , tra l’altro, l’impiego dei docenti esentati dal servizio presso gli istituti per la storia della resistenza (art.3 ACCORDO 3.07.23) . Valditara CONFERMA che la “cattedra” della storia nella scuola sia comunque monopolio dei “partigiani”. Resta l’interrogativo sul perché il Ministero dell’istruzione (del governo Meloni come dei Governi di centrosinistra) debba appaltare (con assegnazione di risorse pubbliche) l’insegnamento della storia agli studenti a terzi ed altresì solo se appartenenti ad una determinata area politica.

Marco Filisetti già dirigente generale Ministero Istruzione mfilisetti@lanostragorle.org.




L’EROICA apre la cerimonia di inizio anno scolastico.

L’inizio dell’anno scolastico 23/24 è stato celebrato il 18 settembre 2023 a Forlì presso il plesso scolastico Allende.

La cerimonia è stata trasmessa da rai uno nell’ambito del programma Tutti a Scuola condotto da Flavio Insinna e Malika Ayane. (vedi la cerimonia). eroica eroica eroica

Il Maestro Leonardo De Amicis ha diretto l’Orchestra Sinfonica delle Scuole Marchigiane, L’EROICA, progetto nato dalla volontà dell’Ufficio Scolastico per le Marche nella persona dell’ex direttore generale Marco Ugo Filisetti e del maestro Luca Testa, Dirigente scolastico del Liceo Marconi di Pesaro.

Un progetto nato nel lontano 2019 e portato alla sua realizzazione con il concerto inaugurale del 23 ottobre 2022 in favore delle popolazioni alluvionate delle Marche, di cui la nostra testata si è già occupata.

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[youtube https://www.youtube.com/watch?v=nDP7MGfUTjk&w=640&h=360]

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=dQskhYXsiuY&w=640&h=360]

 

Riportiamo con piacere il messaggio che il Dott. Marco Ugo Filisetti ha inviato ai componenti dell’orchestra dopo la performance davanti al Capo dello Stato.

Carissimo Maestro Luca Testa e carissimi componenti de l’orchestra EROICA, complimenti per la vostra magistrale esibizione a Forlì il 18 settembre in occasione dell’inaugurazione nazionale dell’a.s. 2023/24. EROICA non è solo un insieme di strumentisti che collaborano ad un’esecuzione musicale e migliorano la propria formazione artistica, ma con la propria azione interpreta lo spirito comunitario, identitario ed “eroico” che, con l’esempio, cerca di trasmettere ai giovani marchigiani, ribadendo loro il messaggio: “Siate sempre uniti, pur nelle diverse idee, siate Comunità, siate amicizia, strumento di amicizia, non lasciate che odi, rancori vi dividano rompendo l’armonia della comunità giovanile alla quale naturalmente appartenete, esercitando in questo tempo il dovere dell’autocoscienza che si interroga a partire dalla propria identità per orientarsi: chi sono io, i miei padri, le mie radici, da dove vengo per sapere dove andare.
Siate coraggiosi e determinati per vincere tutte le difficoltà che si frappongono nel percorso che al suo solstizio consentirà a ciascuno di voi di entrare nella Comunità portando ciascuno la pietra al Cantiere, come è stato per chi vi ha preceduto e per questo sentiamo con riconoscenza presente.
Continuate ad intraprendere anche quando sembra non esserci speranza e perseverare anche se vi sembra di non riuscire.
Conservate sempre il dominio di se stessi, la chiarezza di giudizio, la libertà interiore rifuggendo da ogni tipo di droga che inevitabilmente offusca la mente e semina nell’ anima stanchezza ed impotenza, neutralizzando la corretta capacità di azione .
La vostra vita sia sana, naturale, equilibrata, lontana da tutto ciò che è frivolo, superfluo, artefatto, come i bisogni artificiali creati dalla società consumistica, sia attenta a non alterare gli equilibri ambientali e naturali, sia rispettosa degli altri con sincera comprensione verso le loro inclinazioni, convinzioni o vocazioni. In sintesi: abbiate una concezione eroica della vita, dove per eroe non si intende la persona dal comportamento eccezionale ma colui che, sveglio alla vita, non spegne la luce di cui ciascuno è portatore e, padrone di se stesso, compie il proprio dovere senza aspettarsi ricompense o temere punizioni, avendo nella propria coscienza un giudice ben più acuto e inesorabile.”

Marco Ugo Filisetti

Ex Direttore Generale USR marche ed ideatore del progetto orchestra sinfonica delle scuole marchigiane

 




GRAFFI: E SE L’ITALIA?

Immigrazione clandestina.

La Germania non accetterà più immigrati clandestini provenienti dall’Italia.

La Francia blinda i propri confini.

E l’Italia?

Possibile che la malavita organizzata sfrutti i drammi di Marocco e Libia per favorire sbarchi in massa sulle coste italiane?

E l’Italia?

Le crisi non partono mai da lontano e ignorarne i segnali, fare finta di non ascoltare i campanelli d’allarme o di non vedere le anomalie, non porta lontano.

Il governo Meloni ha avuto in lascito un’eredità pesantissima, per amministrare la quale era chiaro fin da subito che non sarebbe stato sufficiente l’esercizio della pur massima “buona volontà”.

Le situazioni geopolitiche, le dinamiche particolari – globali e particolari – dell’economia e della finanza (estremamente fluide e imprevedibili, in quanto ricchissime di variabili), il modificarsi del conflitto instaurato nell’area ukraina da ‘bellico’ a ‘economico’ (per la non soccombenza del dollaro nel primato di “valuta di riferimento”), hanno determinato disallineamenti importantissimi.

Ossia, la situazione che il subentrato governo Meloni Ha ereditato, è ora profondamente mutata: e per affrontarla non sono sufficienti alleanze strumentali.

Occorre avviare radicali misure strutturali.

A un claudicante non basta unirsi a un gruppo di zoppi, per sperare di non zoppicare più.

A queste variabili si sommano imprevisti in alcune aree del mondo, tali da suscitare ripercussioni dagli sviluppi non prevedibili.

In modo imprevisto, si sta assistendo a fenomeni di portata straordinaria che – i solerti cronisti di una storia malata e corrotta – attribuiscono a presunti mutamenti climatici innescati base da inquinamenti vari.

Terremoti devastanti, inondazioni straordinarie, tempeste violentissime, incendi diffusi e irrefrenabili, piogge e grandinate eccezionali, persino la minaccia di possibili eruzioni vulcaniche, scuotono la superficie terrestre provocando migliaia e migliaia di morti oltre che danni inimmaginabili e incalcolabili.

Tali fatti, sommati al perdurare di anomale epidemie, scuotono il mondo dalle fondamenta.

Ma hanno certamente un risvolto immediato: la malavita organizzata entra subito in azione.

Prevedere che dalla Libia e dal Marocco ci possano essere masse imponenti di potenziali clandestini verso l’Europa, verso l’Italia in primis, prevedere quindi l’acuirsi di una crisi già pesantissima, è esercizio agevole.

Meno , le misure per fronteggiare la situazione.

E l’Italia?

Blocco terrestre e navale, quindi?

Forse sarà inevitabile, o saremo invasi da una massa ingovernabile di “clandestini” e forsanche “finti profughi”.

In situazioni di emergenza, non si deve e non si può ragionare in termini “normali”.

Ma l’Italia, saprà reagire e quindi agire?




Quando un ministro mente sapendo di mentire…

… ovvero, meglio, può un ministro mentire?

Vogliamo anticipare alcune note di un servizio che stiamo predisponendo perché Betapress è venuta in possesso di prove che dimostrano palesemente che uno degli attuali ministri mente sapendo di mentire.

Betapress è venuta in possesso, appunto, di mail che dimostrerebbero in modo inconfutabile che uno dei ministri del nostro governo non dice tutte le cose nel modo giusto.

Stiamo ancora facendo approfondimenti e cercando di contattare tutte le parti coinvolte, ma ci sembrava importante iniziare ad avvisarvi: rimanete in contatto per leggere cosa succede e cosa è successo.

Magari la cosa di cui siamo venuti a conoscenza poi vi sembrerà piccola o troppo enorme, ma di certo si basa sulla distruzione della fiducia, sul fatto che chi istruisce (magari proprio chi è ministro) dovrebbe essere sempre lineare, ed anche, vedrete sulla mancata considerazione della lealtà degli italiani.

a tra poco…




Partiti sfiduciati dal 60% degli Italiani.

Questo il vero dato significativo di queste elezioni: il 60% degli Italiani ha dichiarato di non credere più nel sistema dei partiti.

Il crollo dei votanti deve essere letto e non deve essere trascurato dai nostri governanti: ma come è possibile sostenere di essere alla guida del paese quando si ha il consenso di nemmeno il 25% dei cittadini, è probabilmente delirio di onnipotenza.

Così come è immorale, nonché da incoscienti, pensare di andare avanti con un piano di governo quando più della metà del paese ha dichiarato di non credere nel sistema che lo regge.

Esagerato direte voi, sono poi solo due regioni!

Vero ma sono le due regioni che in assoluto sono le più significative del paese.

In queste ore si sente parlare invece di consolidamento della posizione, di tenuta della maggioranza, di perdita di consenso ma perché i cittadini non capiscono…

Tutte grandi fesserie, figlie di una cecità politica ormai arrivata al paradosso di auto convincersi di essere, invece, la vista di Dio.

Il sistema dei partiti con la sua ottusità sta creando una maggioranza al di fuori di se stesso, maggioranza che non accetterà ancora a lungo di essere governata da uno sparuto 20% della popolazione.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a vari fenomeni politici, sempre piccoli e, se vogliamo, insignificanti nel percorso della storia, me che dovevano far riflettere il sistema dei partiti e chi lo governa per avviare un nuovo modello di governo del paese che fosse più in linea con le aspirazioni del popolo.

In primis gioca l’obbligo di interpretare lo spirito italiano, così come modellato da secoli della sua storia, un popolo profondamente non razionale, venendo da secoli di profonda credenza religiosa che facilmente scade nel soprannaturale e nel gigionesco mondo degli aruspici.

Un popolo che ha forti legami famigliari e comunque tribali, radicati come non mai in uno spirito di necessaria appartenenza a qualcosa o a qualcuno, fino a smontare il credo politico e sociale a favore del primo fabulatore arrivista.

Una massa sociale che ha radicato geneticamente il ricordo della sua grandezza passata e che oggi rivive come ispirazione sociologica, come ricerca di una dimensione che nel primeggiare possa trovare una sua ragione, ma che spesso si arrocca, quasi come un topolino da labirinto impazzito, in falsi miti ed illusioni di successo, dallo sport a personaggi di indubbia cialtroneria, soprattutto politici, sportivi ma anche mondani, presi ad esempio da generazioni immature e favolistiche, poco inclini alla fatica della riflessione e della ragione, ma più succubi di facili esplosioni di effimero successo.

Questo popolo è stato allevato dal sistema dei partiti con una progressiva serie di iniezioni di droghe post moderne, dalla televisione spazzatura ad una scuola trasformata a babysitteraggio costoso e poco formativo.

Su questo popolo il sistema dei partiti ha continuato a vivere lucrando l’anima della sua stessa fiamma di sopravvivenza.

Fu così che, già dopo la prima guerra mondiale, il popolo italiano decise di scrollarsi di dosso il sistema dei partiti lasciando ampio a spazio a quello che per un ventennio fu esperienza nuova, corporativa ma situata in un periodo storico che ben poco spazio lasciava ad una costruzione sociale prospettica e soprattutto gestita da personaggi usciti da un periodo come la prima guerra mondiale dove la bassezza dell’uomo era stato imprinting tragico sulle coscienze.

Dopo la seconda guerra mondiale il sistema corporativo del ventennio venne sostituito ancora una volta dal sistema partitico, forse per troppa fretta, per incapacità, o forse perché il momento richiedeva un sistema che nuovamente abbindolasse il popolo per riuscire a gestire, con una ristretta cerchia di oligarchi politicizzati, il Paese.

In 75 anni della repubblica abbiamo avuto 68 governi gestiti da 31 presidenti del consiglio, l’instabilità fatta persona, un paese che nella ingovernabilità pone la sua ragione di vita, che peraltro gli viene proprio imposta dal sistema partitico che lo regge.

Infatti un sistema partitico come quello italiano trae la sua linfa vitale proprio dal continuo avvicendarsi delle situazioni di governo, perché la stabilità richiede spesso decisioni scomode che il sistema dei partiti non può prendere, specificatamente per la sua natura effimera alimentata da un consenso becero e legato ad una ignoranza diffusa nella sua massa elettiva.

Nel 1994 il popolo italiano vede in un poliziotto di borgata con le manie da sceriffo il salvatore della patria e gli permette di affondare un transatlantico sicuramente da tirare in secco per le riparazioni, ma non certo da affondare in toto.

Eppure in quel momento quel poliziotto era visto come il William Wallace dè noi altri, il salvatore della patria e, nell’ebrezza della distruzione, nessuno si è accorto che il tutto fu una mossa astuta per sostituire un gruppo di potere con altro gruppo di potere.

Meglio? Peggio?

il dato da leggere è l’aumento del debito pubblico oggi 2700 miliardi, nel 1990 667 miliardi di euro, ovviamente.

Insomma pur di abbattere quelli che il popolino riteneva, forse anche a ragione, dei “delinquenti affamatori” siamo rimasti a “muoia Sansone e tutti i Filistei…”

Anche in questo caso occorreva leggere nell’insurrezione di popolo che osannava la caduta, l’odio nei confronti di un modello di governo che il popolo non amava e rispettava più.

In questo percorso di evidente disamoramento del cittadino verso il sistema dei partiti, arriviamo alla nascita dei partiti dal nulla e del nulla, sull’onda della contestazione al secondo gruppo di potere, che approfittando del bulletto giudiziario ha scardinato solo le poltrone e non il sistema.

Qui la reazione del popolo è stata un grande messaggio, ancora non capito dai detentori del sistema partitico: pur di farti capire quanto non mi piace il sistema dei partiti voto il primo incapace che si presenta pur di non votare voi.

La cosa ancor più divertente che lo slogan dei partiti “protestanti” era proprio vota noi perché siamo incompetenti di politica e quindi non potremmo fare i danni che hanno fatto quelli prima… niente di più sbagliato perché in realtà il mix che venne fuori tra competenti ed incompetenti fu ancora più deleterio che ciò che avvenne nella prima repubblica.

Dopo questa carrellata veniamo a Noi oggi e vediamo che il 60% degli aventi diritto al voto non lo esercita più: questa è la tragedia di questo paese, che non permette più l’esercizio della democrazia, al punto da obbligare i suoi cittadini, per farsi sentire, a rinunciare ad un loro diritto costituzionale.

Nonostante questo atto violento da parte del popolo sembra che nessuno abbia intenzione di fermarsi e leggere correttamente il messaggio degli Italiani.

Pericoloso atteggiamento di chi ancora esercita il potere, pericoloso perché non andare a votare è un segno di disaffezione del cittadino ancora più pericoloso del rogo mediatico del 94, e chi oggi si culla nella sensazione di stabilità e di vittoria, dovrebbe invece notare che dalla sua parte ha solo il 25% del popolo e contro ha il 75%.

E Verrà un Giorno … che quel 75%  non sarà più controllabile perché non avrà più niente da perdere.