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Pubblichiamo un intervento, che auspichiamo primo di molti, del Dott. Marco Filisetti, esperto di scuola, di istruzione, di contabilità pubblica e di normativa.

 

Giorgia Meloni già nel comizio ad Ancona del 22 agosto 2022 per l’avvio della  campagna delle ultime elezioni politiche (al quale ho avuto occasione di assistere),  aveva annunciato l’istituzione del nuovo indirizzo liceale Made in Italy   quale elemento rilevante del programma elettorale di Fratelli d’Italia in materia d’Istruzione.

Assunta la Presidenza del Consiglio dava coerentemente seguito all’impegno elettorale, ribadendone l’importanza ed affidando la declinazione attuativa per l’a.s. 2024/25 con la Legge 206/2023 al neo Ministro per l’Istruzione e per il Merito Giuseppe Valditara, espresso dalla Lega, con un esito diverso dalle aspettative.

Il ridotto numero (92) di licei made in Italy autorizzati per l’a.s. 2024/25  a richiedere l’attivazione delle classi prime risulta determinato (anche)  da una errata interpretazione restrittiva ministeriale del combinato disposto dai commi 4 e 5 dell’art. 18 della citata legge 206 del 27 dicembre 2023.  

ll comma 4 dell’art. 18 della legge   dispone   l’attivazione dei percorsi liceali del made in Italy , a partire dalle classi prime,  nell’ambito  della programmazione regionale , senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica .

Ricordo che La L.n.59/1997 e il D.lgs. n. 112/1998 attribuiscono infatti alle Regioni la competenza per la programmazione dell’offerta formativa integrata istruzione e formazione professionale, fermo restando che lo Stato assegna alle istituzioni scolastiche statali il personale scolastico nei limiti della disponibilità del bilancio statale.

Il successivo comma 5  prevede in via transitoria per l’a.s. 2024/25, che  le istituzioni scolastiche che erogano l’opzione economico sociale del liceo scienze umane  possono chiedere l’istituzione delle classi prime del liceo made in Italy, subordinatamente alla disponibilità di risorse umane, strumentali e finanziarie nel limite della legislazione vigente  nonché senza creare esuberi di personale (statale) e comunque maggiori oneri alla finanza pubblica ed in accordo con la Regione, fermo restando la programmazione regionale come  previsto al comma 4.

La limitazione  di cui al comma 5  risulta rivolta   alle istituzioni scolastiche pubbliche statali individuando, in ragione dell’esigenza di evitare aggravi d’organico, nei licei con opzione economico sociale gli ammissibili alla richiesta, senza  limitare (né potrebbe) la facoltà programmatica di esclusiva competenza regionale (purché non determini ulteriori oneri a carico dello Stato) .

Le scuole paritarie,  la cui offerta formativa è  finanziariamente irrilevante per la finanza pubblica, atteso che le loro risorse principali non sono costituite da prelevamenti obbligatori (elemento che contraddistingue le Istituzioni -scolastiche- Pubbliche),   non sono destinatarie della limitazione transitoria di cui al predetto comma 5 e pertanto possono richiedere l’attivazione  delle classi prime del liceo made in Italy nell’ambito della programmazione regionale.

E’ pertanto erronea l’interpretazione data alla norma in argomento da una nota del Ministero ( DGOSV 41318 del 28 dicembre 2023 ) con la quale si indicano nelle scuole paritarie che erogano l’opzione economico sociale le sole ammissibili alla richiesta di attivazione di prime classi del Liceo del made in Italy per l’anno scolastico 2024/2025 e ciò  “A garanzia del rispetto delle clausole di invarianza finanziaria previste dalla legge” (?).

Tale nota  Ministeriale pertanto poteva, doveva, essere disattesa dalle Regioni, favorendo, nell’esercizio della propria competenza programmatica, il diverso esito auspicato dalla Legge, pregiudicato (anche) dalla predetta iniziativa burocratica  .

 

Marco Filisetti

ex Direttore Generale USR Marche

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