Il viaggio di Ramses II a Parigi



La mostra dedicata a Rmses II (XIII secolo a.C.) comprende 181 reperti di notevole valore provenienti per la maggior parte dal Museo Egizio del Cairo. Il regno di Ramses II, durato più di 66 anni, è considerato come la massima espressione della potenza e della gloria dell’Egitto. 

Il viaggio di Ramses II a Parigi
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Dagli Stati Uniti a Parigi

Dopo le tappe americane di Houston e San Francisco, il 7 aprile è arrivata a Parigi la mostra itinerante «Ramses e l’oro dei faraoni».

Ci sarà tempo fino al 6 settembre per ammirare la mostra realizzata dalla World Heritage Exhibitions con sede in Florida.

Dopo quella data la mostra si trasferirà a Londra per poi approdare in Australia.

Da Tutankhamon a Ramses II

L’esposizione dedicata a Ramses II (XIII secolo a.C.) comprende 181 reperti di notevole valore provenienti per la maggior parte dal Museo Egizio del Cairo.

Molti di questi oggetti non avevano mai oltrepassato i confini egiziani prima di questa tournée.

L’evento si tiene nella Grande Halle de la Villette e intende replicare il successo ottenuto da Tutankhamon che, nel 2019, richiamò più di un milione e mezzo di visitatori. 

Il leggendario Ramses II

L’esibizione ha lo scopo di condurci per mano attraverso l’età d’oro dell’Egitto e il lunghissimo regno del grande faraone.

Nasce nel 1303 a.C. – e muore a Pi-Ramses, luglio/agosto 1213 o 1212 a.C.) è stato, il terzo faraone della XIX dinastia. Regnò dal 31 maggio 1279 a.C. al luglio o agosto del 1213 (o 1212) a.C.

Ramses II fu amato dalla sua famiglia, acclamato dal suo esercito e venerato dal suo popolo.

Regnò più a lungo di qualsiasi altro faraone ed ebbe più figli di qualsiasi altro sovrano egizio.

La sua leggenda ha attraversato i millenni.

Statua di Ramses II raffigurato come una sfinge che offre un vaso con la forma di una testa di ariete. Foto di Vittoria Bacchi Ramses II raffigurato come una sfinge che offre un vaso con la forma di una testa di ariete

Ramses grande costruttore

Fece costruire numerosissimi monumenti in tutto il Paese e incidere i propri nomi su altrettante opere dei suoi predecessori.

Una quantità enorme di oggetti d’arte, colossi, iscrizioni ed elementi architettonici si ricollegano a lui.

Ramses II è attestato in ogni collezione di antichità egizie nel mondo.

Anche per questo, è il più conosciuto dei faraoni. 

Un regno durato oltre 66 anni

Ramses regnò per sessantasei anni, lasciando un’eredità ben documentata.

Il suo regno è considerato come la massima espressione della potenza e della gloria dell’Egitto.

È infatti spesso ricordato come il più grande, potente e celebrato faraone dell’impero egizio, anche per la durata eccezionale del suo regno.

Infatti, considerando la sua associazione al trono quando il padre era ancora in vita, giunse a 75 anni di governo effettivo del Paese. 

Epoca ramesside e il parallelo con la regina Vittoria

È noto anche come Ramesse II, Ramsete II e Ramses il Grande e in greco come Osimandia (in greco antico: Ὀσυμανδύας, Ozymandias, Osymandias).

Nell’egittologia è invalsa la tradizione di assegnare il suo nome all’intero periodo della sua dinastia (“epoca/periodo/stile ramesside”).

L’egittologo britannico Kenneth Kitchen ha paragonato il suo a quello della regina Vittoria del Regno Unito.

Le tappe del percorso espositivo

La mostra ci conduce attraverso la cosiddetta epoca ramesside.

Il percorso espositivo è suddiviso in tre tappe principali: il regno di Ramses II, la morte di Ramses II e la sua straordinaria posterità, e l’oro dei faraoni.

Emblematica ed esposta in mostra la parte superiore della statua di Ramses II in granodiorite che tiene lo scettro heqa che in geroglifico significa “principe” e che ha la forma di una pastorale.

[Parte superiore della statua di Ramses II che tiene lo scettro heqa in granodiorite nuovo impero 19 dinastia. Foto di Vittoria Bacchi

Parte superiore della statua di Ramses II che tiene lo scettro heqa in granodiorite nuovo impero 19 dinastia.

La fondazione di nuova capitale

Fondò una nuova capitale, Pi-Ramses (“Dimora di Ramses”), nel delta del Nilo. Combatté a nord contro gli Ittiti e quindi a sud contro i Nubiani, assicurando il predominio dell’Egitto sulla Nubia e i suoi giacimenti auriferi.

Fece inoltre costruire numerosi templi, tra cui i celeberrimi quelli di Abu Simbel, di Karnak, di Luxor, il Ramesseum (tempio funerario) a Tebe, nei pressi del fiume Nilo, a poca distanza dalla moderna Luxor.

Ramses e Mosè

Alcuni considerarono Ramses II come il faraone che si sarebbe opposto a Mosè nei fatti narrati dal Libro dell’Esodo; da altri invece è ritenuto il “Faraone dell’oppressione”, ossia il padre di quel faraone con cui Mosè si sarebbe scontrato, e che quindi sarebbe il successore Merenptah.

Non esiste tuttavia alcuna prova archeologica che Ramses II sia stato l’uno o l’altro faraone, né il suo nome viene menzionato nella Torah 

La madre Tuya

Non fu figlio di Ra (cioè del dio Sole, come dice il suo nome), ma della figlia di un comandante della guardia, Tuya  e del faraone Seti I, Ramses II.

Ramses II adorava sua madre.

Essa appare vicino a lui nel tempio di Abu Simbel, ha un suo tempio dedicato nel Ramesseum.

Ramses II costruì inoltre per lei una grande e sontuosa tomba nella valle delle regine.

Statua della regina Tuya granodiorite nuovo impero 19 dinastia;

Statua della regina Tuya, granodiorite nuovo impero 19 dinastia

L’ascesa di Ramses II

Circa nel 1280 B.C., alla morte di suo padre Seti I, Ramses II, a 25 anni divenne il terzo faraone della 19 dinastia.

Fu davvero il sovrano più potente, nonché più megalomane, dell’Egitto classico, che guidò il Paese all’apice della potenza e collezionò vari record. 

La moglie Nefertari

È Nefertari la più importante delle sue spose, per più di venti anni una delle figure preminenti della politica egizia.

Per lei Ramses II costruì un tempio vicino al suo ad Abu Simbel.

La ritroviamo nella facciata colossale del Tempio maggiore di Abu Simbel. 

Ramses guerriero 

Fu un formidabile guerriero e prese parte personalmente a numerose battaglie.

Esposto in mostra blocchi di pietra che ritraggono Ramses II nell’intento ad abbattere un nemico e calpestare i corpi di altri nemici.

Da un rilievo nel Tempio maggiore di Abu Simbel.Ramses II, ascia alla mano, si appresta a colpire i tre nemici dell’Egitto: un siriano, un nubiano e un libico.

Il contrasto tra l’alta statura di Ramses e quella dei prigionieri pone l’accento sul suo status di faraone piuttosto che sulla sua forza e sul dominio sui prigionieri stranieri.

Esposti in mostra, inoltre, vi sono rilievi di una scena della battaglia di Qadeš nel Ramesseum.

Rilievo nel Tempio maggiore di Abu Simbel; Da un rilievo nel Tempio maggiore di Abu Simbel (Foto n. 4) Ramses II, ascia alla mano, si appresta a colpire i tre nemici dell’Egitto: un siriano, un nubiano e un libico.

La minaccia dell’impero ittita

L’impero ittita, in Anatolia (nella Turchia attuale), rivaleggia con l’Egitto per controllare il litorale nord della Siria all’epoca di Toutänkhamon.

La espansione dell’impero ittita rappresenta una minaccia sempre più forte per la sicurezza dell’impero egiziano.

Ecco perché Ramses li combatte sconfiggendoli nella famosa battaglia di Qadesh.

La battaglia di Qadesh contro gli Ittiti

Una sezione della mostra è dedicata alla Battaglia di Qadesh (1274 a.C.), che vide scontrarsi Ramses II e il re ittita Muwatalli II (1310-1272 a.C.).

Le armate del faraone cercarono di riconquistare gli stati settentrionali di Oadesh e Amurru finiti sotto il controllo dell’Impero ittita.

La battaglia tra Ramses II e il re ittita Muwatalli II (1310-1272 a.C.), nella quale il re egiziano rischiò persino di essere ucciso, si concluse con uno stallo.

Entrambi i sovrani si attribuirono la vittoria.

Dopo la battaglia di Qades combattuta presso l’Oronte nel 5º anno del suo regno contro l’esercito del sovrano Ittita Muwatalli II,  la frontiera dell’Egitto venne ivi definitivamente stabilita.

Una grande fabbrica bellica

Esposti in mostra le modanature in pietra calcarea per fabbricare gli scudi

Gli artigiani egiziani utilizzavano modanatura in pietra calcarea per fabbricare gli scudi (Foto n. 5).

Spesso nei modelli concepiti dagli Ittiti, gli scudi erano rinforzati da delle bande in bronzo che erano assemblate e fissate sulle flange.

Modanatura in pietra calcarea per fabbricare gli scudi; Modanatura in pietra calcarea per fabbricare gli scudi

Il primo trattato di pace della storia

Il grande faraone ha firmato con gli Ittiti il primo trattato di pace conosciuto nella storia, registrato sulle pareti dei templi di Karnak.

Ha registrato su numerosi monumenti la sua battaglia di Qadesh, che ha combattuto contro gli Ittiti nel quinto anno del suo governo.

Ramses e il lungo periodo di pace

Dopo la battaglia tra egiziani ed ittiti iniziò una nuova era di pace.

La pace instaurata tra gli egiziani e gli ittiti dona la nascita ad une nuova era.

Ramses la suggella anche con il matrimonio con due principesse ittite.

Il suo lungo regno diventa un periodo di transizione tranquillo e prospero.

La propaganda della statuaria regale

Esposto in mostra un colosso in pietra calcarea che raffigura Ramses in piedi con in mano il mekes, un cilindro utilizzato come contenitore per papiri.

La statuaria regale è di mera propaganda, destinata a raffigurare il re, sempre giovane, come sovrano benevolo, guerriero possente o dio vivente.

Colosso in pietra calcarea che raffigura Ramses;
Colosso in pietra calcarea che raffigura Ramses

Il vero volto di Ramses II

Ramses II è anche uno dei faraoni dei quali conosciamo il vero volto, perché ne è stato ritrovato il corpo mummificato.

Unica testimone dell’aspetto fisico del re, al di là delle canoniche idealizzazioni dell’arte egizia, è la sua mummia.

La mummia è conservata oggi al Museo egizio del Cairo.

È stata sbendata da Gaston Maspero il 1º giugno 1886[43] e studiata approfonditamente da un’équipe interdisciplinare al Musée de l’Homme di Parigi nel 1976.

La mostra attraverso un filmato mostra il vero volto di Ramses.

Elaborazione grafica del viso di Ramses II sulla base della mummia
Elaborazione grafica del viso di Ramses II

Fisionomia di Ramses II

Il naso di Ramses II era aquilino, lungo e sottile, le labbra carnose, il volto dalla forma ovale, occhi quasi a mandorla leggermente sporgenti, alti zigomi, mascella possente e piccolo mento quadrato. Sembra avesse i capelli rossi.

Nelle rappresentazioni artistiche, Ramses II presenta spesso un lieve sorriso che il poeta romantico inglese Percy Bysshe Shelley (1792–1822), nella poesia “Ozymandias”, definì «sogghigno di fredda autorità» (P. B. Shelley, Ozymandias).

Gli oggetti esposti in mostra

Nell’evento espositivo parigino alla Villette la figura del celeberrimo sovrano offre l’occasione per presentare una serie di reperti di indubbio valore qualitativo.

Straordinari sono gli oggetti risalenti al periodo ramesside nonché varie opere d’arte alcune delle quali provenienti da Tanis la Tebe del nord.

Ad esempio, la bara del re Chechong II della dinastia XXII, meticolosamente restaurata  e una colossale testa di granito rosa scoperta nel 1888 a Memphis nel Tempio di Ptah.

Oppure la statua raffigurante Ramses II in posizione di offerta, un busto in granodiorite di Ramses II scoperto nel tempio di Amon a Tanis.

Ed ancora mummie di animali, sarcofagi, la maschera in legno dorato sulla bara di Amenofi 3 periodo intermedio, XXI dinastia.

Particolare della bara esterna di Sennedjem con coperchio su una slitta di legno
Particolare della bara esterna di Sennedjem con coperchio su una slitta di legno.

E per finire, addirittura uno specchio appartenuto alla pricipessa Sathoriounet.

Maschera in legno dorato sulla bara di Amenofi 3 periodo intermedio, XXI dinastia;
Maschera in legno dorato sulla bara di Amenofi 3 periodo intermedio, XXI dinastia.

Emblematico il blocco di pietra calcarea proveniente dalla tomba del generale dell’arma Iwrtv.

La scena mostra il generale che attraversa un canale infestato dai coccodrilli.

Maschera in legno dorato sulla bara di Amenofi 3 periodo intermedio, XXI dinastia;
Maschera in legno dorato sulla bara di Amenofi 3 periodo intermedio, XXI dinastia.

I gioielli esposti in mostra

Il re portava collane, pettorali e bracciali indossava sandali o camminava scalzo.

La mostra presenta abbondanza oltre che di statue, di maschere e gioielli dell’antico Egitto.

Esposta in mostra la collana della principessa Khnoumit in oro e turchese.

La collana è ornata da pendenti di conchiglia e due stelle di oro granulato.

I visitatori possono ammirare anche una incredibile collana di oro e gemme intarsiate del peso di 8 kg, una maschera del generale Oundebaounded al servizio di Psusennes I nella dinastia XXI, la parure pettorale della principessa Sithathor, i sandali d’oro di Chechong II, il cartiglio di Sésostris II.

Ed ancora gioielli collane in oro cornalina e lapislazzuli, ciondoli bracciali maschere reali, amuleti statue e altri oggetti che rendono omaggio alle notevoli capacità orafe degli egizi.

Collana della principessa Khnoumit;
Collana della principessa Khnoumit.

La sepoltura di Ramses II

Morì all’età, sorprendente per la sua epoca, di 90 o 91 anni e fu sepolto in una grande tomba della Valle dei Re.

Il suo corpo fu traslato nel nascondiglio di mummie regali di Deir el-Bahari, a ovest di Luxor, dove fu scoperto nel 1881.

Oggi si trova al Museo egizio del Cairo.

Esposto in mostra figura anche il pezzo forte della mostra: il sarcofago in legno di cedro dipinto utilizzato per il riseppellimento delle spoglie mortali di Ramesse II.

La bara viene prestata alla Francia per la prima volta dopo 45 anni.

Sarcofago di Ramses II. Particolare
Sarcofago di Rmases II.

La memorabile mostra parigina del 1976

Lo straordinario reperto del sarcofago ligneo era già stato esposto a Parigi nel 1976 in «Ramesse il grande».

La mostra all’epoca era organizzata in concomitanza con il restauro della mummia del sovrano, resosi necessario a causa del suo improvviso deterioramento ed eseguito proprio nella capitale francese.

Nel 1976 l’accento era però posto sulla figura di Ramesse II e sul modo in cui il suo regno aveva determinato la storia successiva dell’antico Egitto.

Gli organizzatori dell’esposizione odierna affermano in modo esplicito di richiamarsi all’edizione di quarantasette anni fa.

Gli effetti speciali dell’attuale mostra parigina

La mostra prevede anche un’esperienza immersiva con utilizzo di visori per la realtà virtuale.

Questo aspetto era ben presente già nell’edizione del 1976 dove il visitatore poteva aggirarsi all’interno di una replica fotografica della tomba della regina Nefertari. Attraverso l’esperienza VR è possibile scoprire i monumenti più famosi del faraone: i templi di Abu Simbel e la tomba della regina Nefertari.

 La mostra dello scorso inverno a Roma presso la Sapienza

Dal 9 febbraio al 14 giugno 2023, presso la Sala Piacentiniana del Palazzo del Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma, si è tenuta l’inaugurazione della mostra “La mummia di Ramses”.

La mostra era incentrata sulla riproduzione tridimensionale in scala 1:1 della mummia del faraone Ramses II realizzata con una tecnica sperimentale avveniristica che ha comportato la ricostruzione della pelle del faraone con materiale organico

Ramses continua a far parlare di sé. Le scoperte recenti in Egitto, ad Heliopolis

Il faraone vissuto più di tremila anni fa continua a far parlare di sé.

Lo fa attraverso una statua riportato alla luce dagli interni di un tempio presso la città di Heliopolis famoso sito archeologico incastonato nella porzione nord-orientale dell’odierna Cairo.

La notizia è di marzo 2023.

Oltre alla statua del faraone sono stati trovati frammenti di ritratti reali fino a 4000 anni fa.

Le scoperte recenti in Egitto, ad Abydos

Inoltre, è notizia recente che una missione archeologica americana della New York University ha appena riportato alla luce in uno dei templi eretti da Ramses ad Abydos, una delle due città sante insieme ad Heliopolis dell’antico Egitto, circa 2000 reperti di arieti (ovis aries) che sono stati sacrificati in onore del dio egiziano Amon Ra.

I loro resti risalgono probabilmente all’era tolemaica che va dal 305 al 30 a.c.

Sono così numerosi perché l’ariete veniva considerato l’animale sacro del dio e rappresentavamo l’emblema della virilità.

I resti degli animali erano ancora avvolti, per la maggior parte, nei loro involucri di lino.

Il senso di una vita

L’egittologo francese Pierre Montet ha così commentato la vita di Ramses II: «Ha ben meritato d’essere chiamato grande. Avendo fatto prova nella battaglia di Qadeš d’un coraggio straordinario, è entrato ancora in vita nella leggenda. Tutta la sua vita ha esercitato coscienziosamente il mestiere di re. Il suo egoismo mostruoso era temperato dalla bontà di cui hanno beneficato i suoi soldati, i suoi artisti, i membri della sua famiglia e si può perfino dire l’insieme dei suoi sudditi».

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