ScuolAttivA – la nuova trasmissione di Betapress per la Scuola

È nata la nuova trasmissione di Betapress per la scuola: ScuolAttivA – tutorial per una scuola più comprensibile.
Nata da una idea di Corrado Faletti e Chiara Sparacio, la trasmissione ospiterà tecnici ed esperti che, di volta in volta mostreranno come come compilare form e moduli o avere accesso alle attività del mondo scuola.
La trasmissione intende aiutare Dirigenti Scolastici, DSGA, personale amministrativo e docente e personale ATA ad accedere ai bandi e alle procedure del mondo scuola e andrà in onda sul canale YouTube di Betapress.

La prima puntata parlerà di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del personale docente educativo ed ATA – anno scolastico 2023/24 e ospiterà Giuseppe La Mantia, presidente dell’associazione sindacale ACTISM che mostrerà praticamente e risponderà in diretta alle domande su come compilare la domanda on line.

ScuolAttivA - Mobilità annuale - come compilare la domanda
ScuolAttivA – Mobilità annuale – come compilare la domanda

 




Due righe per Silvio

Addio a Silvio Berlusconi!                                                                                          

Preliminarmente: a lui non può essere negata, se non da squallidi cialtroni e invidiosi, l’umana pietas; e lo sostengo alla luce dell’infima gara intrapresa da coloro che, a tutti i costi, intendono denigrarlo anche da morto.

Molto ha fatto, moltissimo gli è stato impedito di fare: e ha pagato un duro prezzo, per ciò che ha fatto, specie nel (solo temporaneamente riuscito tentativo) di affrancare energeticamente l’Italia, grazie agli accordi raggiunti con la Russia di Putin e con la Libia di Gheddafi.

Ciò che accadde a Gheddafi, e la brutalità con cui avvenne, è cosa nota.

Ciò che sta accadendo con la campagna d’odio anti-russo, punta emergente di una dichiarata volontà USA di cancellare/ridimensionare la Russia, è sotto gli occhi di tutti o quantomeno di coloro che non si fanno intortare da narrazioni ambigue quando non sfacciatamente di parte.

Non escluderei, proprio alla luce del concatenarsi di eventi, che anche tali buoni rapporti a nome e beneficio dell’Italia, possano averne fatto un bersaglio.                                                                               

La sua visione imprenditoriale, ha comunque rappresentato per l’Italia ottimo punto di riferimento: certo, lo aveva anche reso ‘scomodo’, poiché non era tipo da farsi corrompere, per tradire quegli ideali che per lui erano incentrati sui concetti – questi, certamente positivi di Patria, Lavoro e Famiglia.

Anche a tale riguardo, i detrattori avevano una lunghissima nota di elementi opposti e contrari: ma, tempo e processi, hanno dimostrato che non tutte le accuse erano fondate ovvero dimostrabili.

Ma questa non è la sede: la valenza di questo scritto, intende essere solo essere indirizzata a un Uomo che seppe creare, edificare, costruire; non solo in senso materiale.       

Molti, con perniciosa ostinazione, continuano a dividersi sul fatto se fosse o meno iscritto alla P2 o se fosse stato iscritto: vero è invece che la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla Loggia P2 nulla poté dimostrare, né di sue frequentazioni né di una volontaria iscrizione né di un qualche contatto con altri appartenenti al famoso ‘elenco’.

Ma questo giova solo alla curiosità: all’epoca, altri facevano la fila per poter far parte di quella Loggia ‘particolare’ del GOI, di cui si narrava abbondantemente nelle cronache, per sollecitare un qualcosa o solo per ‘far parte’.

A noi piace ricordare l’imprenditore, il costruttore di una ‘nuova’ Milano, vivibile e fruibile; di emittenti che offrono opportunità di lavoro a migliaia di dipendenti che, con la propria azienda di riferimento, hanno legami di rapporti di grande affetto e fedeltà: anche perché il Presidente molto agevolava il personale, facendolo sentire parte del gruppo, parte del progetto, coinvolto in serie prospettive.                                                                                                       

Mancherà anche la presenza e l’apporto del politico: equilibrato, perché portato a mediare piuttosto che non a bluffare, tradito ma non traditore, ‘scomodo’ per molti politici esteri di rilievo, coloro cui un’Italia efficiente e libera nelle proprie decisioni più importanti dava (così come tuttora dà) fastidio e suscitava aperta intolleranza ma anche ‘scomodo’ per quei politici italiani meno propensi a condividere con lui il concetto di Patria e tutto ciò che ad essa attiene.

Vedremo chi tenterà di portare avanti il suo messaggio, e come: ma non sorprendiamoci se, in assenza di Colui che fu il protagonista principale, il fondatore, potranno determinarsi delle divisioni.                  

Ci auguriamo di no.

Ma in politica tutto è fluido, in movimento.                                                 

Una gravissima perdita per la Famiglia, cui va il nostro massimo rispetto, oltreché il nostro cordoglio; una grave perdita per la libera imprenditoria e per l’informazione; un lascito importantissimo per chi dovrà concretamente succedergli nella politica, onorando la sua posizione equilibrata e propositiva.  

                                                                                               

Ora è oltre… Finalmente in pace.




Ragione e Spirito, se ne parla a Palermo

PALERMO | A Palazzo dei Normanni “Il significato della vita: Ragione e spirito”

 

Si svolgerà nella più antica residenza reale d’Europa, a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, la II Edizione del Convegno Nazionale di studi su “Il significato della vita: Ragione e spirito”

 

Sabato 24/06/2023, dalle nove sino alle tredici, alla presenza di importanti rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali, nella prestigiosissima Sala Gialla di Palazzo dei Normanni a Palermo, è in programma l’attesissima II Edizione del Convegno nazionale di studi su  “Il significato della vita_Ragione e spirito”.

 

A darne l’annuncio è l’ufficio stampa del critico d’arte e saggista dott. Paolo Battaglia La Terra Borgese che figura tra i relatori insieme al dott. Michele d’Ajello del Gruppo Oncologico Multidisciplinare di Perugia, alla prof.ssa Giuseppa Graceffa dell’Università degli studi di Palermo, al prof. Michele Lepore dell’Università di Chieti – Pescara, al dott. Giuseppe Mogavero della Fondazione GAL Hassin di Isnello, al prof. Luca Matteo Rapallino dell’Università Genova, alla dott.ssa Lucia Rogato esperta in Scienze Sociali e al dott. Lodovico Rosato dell’ASL di Torino.

 

A presiedere il seminario sarà il dott. Amedeo Rogato, coadiuvato da due moderatori: la dott.ssa Maria Lupo e il dott. Pietro Di Miceli.

 

L’importante seminario sarà impreziosito da uditori provenienti da tutta Italia e da un Recital della bravissima e grande Maya Palermo, già primo flauto presso Concertgebouw Young e Blaricum Music Festival – Olanda, musiche di C.P.E. Bach, Betta, Debussy, Honegger, Palermo, Telemann.

 

La nota del Critico d’Arte non rende noti alla stampa i nomi degli unici due giornalisti accreditati.

 

Chiarissimi invece i temi della struttura del convegno: Il mondo? Uno schizzo venuto male a Dio (Paolo Battaglia La Terra Borgese); Per un approccio più umano alla medicina (Michele d’Ajello); Empatia e chirurgia rapporto che non si può scindere. Esperienza di donna (Giuseppa Graceffa); Natura e Architettura (Michele Lepore); La storia di una grande passione (Giuseppe Mogavero); La montagna madre e ispiratrice (Luca Matteo Rapallino); Riflessioni di una donna madre, credente (Lucia Rogato); Il rapporto chirurgo e paziente: una storia vecchia come la vita (Lodovico Rosato).

Le finalità

Il seminario intende suggerire alcune risposte a dei quesiti sotto la guida dei Relatori.

Il primo obiettivo è di acquisire la nozione corretta di parole giuste per allargare le conoscenze e fare la differenza tra quello che si sa e quello che c’è da sapere con un apprendimento attivo capace di mettere ordine nei modelli caotici di cui è pervasa la società e i rapporti umani.

Ancora: il significato della vita è spesso discusso in termini filosofici, ma può, volendo, essere ridotto a un singolo fatto; la vita è fatta per essere vissuta.

Se esiste, qual è la differenza tra le associazioni di culto in generale (in Italia) e quelle cosiddette atee o delle laicità?

Queste manifestano solo credi culturali? o fatti anche sociali? o talvolta anche politici?

Il significato della vita? domanda senza tempo, è trovare la bellezza nelle cose? sia grandi che piccole?

Quale approccio gli addetti ai lavori devono avere per spiegarsi al meglio?

Come la scienza e la fede possono parlare di associazionismo?

Come indicare le varie forme di società iniziatiche svolgendo un ruolo nella notizia corretta?

Ebbene: le nuove dialettiche acquisite lungo l’evento saranno strumenti utili per affrontare meglio la propria professione e le relazioni sociali.

 




Voce ai sindacati delle scuole

Il nuovo spazio di Betapress per i sindacati delle scuole

Coerenti con la linea di condotta seguita in questi anni, convinti che il libero dibattito e il confronto onesto siano la base di una comunicazione veritiera e proficua, Betapress mette a disposizione sulla propria testata uno spazio per tutti i sindacati della scuola che desiderano informare la comunità scolastica ed extrascolastica dei propri progressi e delle proprie conquiste.

Betapress, grazie al canale YouTube BetapressTV, offre ai sindacati la possibilità di essere ospitati in una trasmissione a loro dedicata per un confronto fatto di crescita e possibilità di contraddittorio su tematiche sensibili del mondo della scuola.

Per partecipare all’iniziativa basta compilare il modulo di interesse e inviare il materiale secondo le norme editoriali a chiara.sparacio@betapress.it

 

Visita la pagine dello spazio dedicato ai sindacati della scuola

 

I comunicati dei sindacati




Più relazioni più precauzioni: lo studio dell’Università di Firenze

Firenze, 22 marzo 2023

Comunicato stampa

 

Covid-19, il ruolo cruciale dei partner e dei figli nella prevenzione delle pandemia

Pubblicati su PNAS i risultati di uno studio del coordinato dall’Ateneo fiorentino, frutto di due indagini condotte in 27 paesi europei

Avere figli e, in misura ancora maggiore, avere un partner porta le persone più anziane ad adottare maggiori precauzioni contro il Covid-19, a partire dalla scelta di vaccinarsi.

La conferma, arriva dallo studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista scientifica PNAS, che è stato coordinato da Bruno Arpino, docente dell’Università di Firenze, e svolto in collaborazione con i colleghi Valeria Bordone, dell’Università di Vienna, e Giorgio Di Gessa, dello University College London.

Professore Associato - Dipartimento di Statistica, Informatica, Applicazioni 'G. Parenti' (DiSIA)
Prof. Bruno Arpino, professore Associato Dipartimento di Statistica, Informatica, Applicazioni ‘G. Parenti’ (DiSIA)

Le analisi

Le analisi si sono basate sui dati raccolti nel corso di due indagini condotte in 27 paesi europei, Italia compresa, su soggetti di 50 anni e oltre realizzate nell’ambito dell’indagine Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe (SHARE).

La prima, con un campione di 35.786 individui, tra giugno e settembre 2020, la seconda, con un campione di 29.349 individui, tra giugno e agosto 2021.

Le indagini hanno fatto riferimento alla propensione delle persone a prendere precauzioni – quali lavarsi le mani, usare disinfettante, coprire tosse e starnuti, ridurre le uscite di casa per fare la spesa – e ad accettare un vaccino anti Covid.

Le dichiarazioni

“I nostri risultati mostrano che avere un partner o figli è un elemento complessivamente associato in maniera positiva alla probabilità degli individui in età matura e anziana di adottare comportamenti precauzionali e di vaccinarsi – spiega Arpino, docente di Statistica dell’Ateneo fiorentino-. In particolare la presenza di un partner aumenta di circa di 5 punti percentuali la probabilità di assumere tali decisioni”.

I risultati non sono sostanzialmente influenzati dall’essere o meno conviventi con il partner o con i figli, né sono guidati da particolari gruppi di età, sesso o gruppi di paesi specifici.

E, analogamente a quanto era già stato documentato da altri studi pre-Covid, confermano che il controllo sociale familiare ha effetti postivi sui comportamenti salutari.

“Nel contesto di una pandemia – commenta il docente, sulla base dei dati raccolti –, partner e figli possono fornire assistenza e informazioni utili per comprendere l’importanza dei comportamenti precauzionali e della vaccinazione. Un partner, in particolare, assicura un supporto emotivo e pratico che viene garantito in modo più consistente”.

E sempre per quel che riguarda l’aiuto pratico, i ricercatori hanno rilevato che avere figli è particolarmente importante per uno specifico aspetto: limitare lo shopping di persona e dunque la frequentazione di spazi chiusi e affollati dove il rischio di infezione è maggiore.

“Se da un lato dunque i contatti familiari possono essere fonte di contagio, il nostro studio mostra che i legami familiari stretti possono avere un’influenza positiva nella prevenzione e, di contro, che le persone più anziane che ne sono prive sono più vulnerabili da questo punto di vista – conclude Arpino –. Un’indicazione che potrà essere utile ai fini della progettazione di interventi e raccomandazioni per la prevenzione del Covid o di future pandemie”.

 

Ufficio stampa
Università degli Studi di Firenze

 




Maratona Betapress: Giornata Mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo

Chiara Sparacio, caporedattore di Betapress.it e Antonella Ferrari, coordinatore scuola Betapress.it e docente referente cyberbullismo condurranno la maratona per la Giornata Mondiale contro il bullismo e cyberbullismo.
Assieme a loro tanti ospiti.

Betapress seguirà gli eventi organizzati dalle consulte provinciali degli studenti delle Marche e dall’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche.

La diretta inizierà alle 18,50 di martedì 7 febbraio

Ecco il programma

Ore 19,00 – TAVOLA ROTONDA
Interverranno:

Dott.ssa Mila Bocchi – Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni
Avv. Giancarlo Giulianelli – Garante dei Minori
On. Giorgia Latini – vicepresidente Commissione Istruzione Camera Deputati
Dott.ssa Monica Lecchini – Presidente Associazione Nazionale Pedagogisti Marche
Dott.ssa Katia Marilungo – Presidente ordine Psicologi
Francesco Sebastiani – Presidente e Coordinatore Regionale delle Consulte provinciali degli studenti
Moderatore Corrado Faletti Dirigente Tecnico Programma Progetti Nazionali USR Marche

Chiara Sparacio, caporedattore di Betapress.it e Antonella Ferrari, coordinatore scuola Betapress.it e docente referente cyberbullismo condurranno la maratona per la Giornata Mondiale contro il bullismo e cyberbullismo.Assieme a loro tanti ospiti. Giornata Mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo
Locandina Tavola Rotonda

Ore 20,00 – CONCERTO DELL’ORCHESTRA SINFONICA E DEI CORI DELLE SCUOLE MARCHIGIANE

PRIMA PARTE
Novaro, Mameli- Il canto degli Italiani
L. van Beethoven – Inno alla gioia dalla IX sinfonia
P. Curatolo Inno – La gentilezza è musica
G. Rossini – Sinfonia da Il Barbiere di Siviglia
G. Donizetti – Una furtiva lagrima
G. Verdi – Preludio atto I da La Traviata, Oh Signore dal tetto natio – coro da I Lombardi alla prima crociata

SECONDA PARTE

G. Bizet – Ouverture da Carmen
P. Mascagni – Intermezzo da Cavalleria Rusticana
G. Puccini – Intermezzo da Manon Lescaut. Sì, mi chiamano Mimì da La Boheme. O soave fanciulla – duetto finale atto I da La Boheme
U. Giordano – Interludio da Fedora
G. Verdi – Và pensiero sull’ali dorate, coro da Nabucco Libiamo ne’ lieti calici – Brindisi da La Traviata

Direttore: Maestro Luca Maria Testa
Emanuela Torresi – Soprano, Patrizio Saudelli – Tenore
Coro del Liceo Musicale Marconi di Pesaro
Direttore del coro Eleonora Faraoni
Coro del Liceo Musicale Rinaldini di Ancona
Direttore del coro Marco Guarnieri
Corpo di ballo del Liceo Coreutico Marconi di Pesaro
Coreografe Ilaria Rossano, Eleonora Francesca Lombardo, Linda Montaccini

Orchestra Sinfonica EROICA

Presentatori della serata
Corrado Faletti e Gianni Russo

 

Per seguire la diretta

 

Imposta il pro memoria della diretta

 

 




Riprenditi presto, Ornella!

È di pochi minuti fa la notizia dell’annullamento del concerto della nota cantante Ornella Vanoni previsto per venerdì 3 febbraio alle ore 20:45 al Palazzo dei Congressi a Lugano.

L’organizzatore Denis Mazzotta ci fa sapere che lo Show “Le Donne e la Musica” è stato cancellato a causa dell’indisposizione dell’Artista e che non è prevista una data sostitutiva.

Questo il comunicato stampa: “La signora Ornella Vanoni presenta uno stato febbrile che la rende impossibilitata nella realizzazione della tappa del tour ‘Le Donne e la musica 2023’, programmata per la data 03/02/23 presso il Palacongressi di Lugano.”

Quella di domani sera sarebbe stata l’ultima tappa di una tournée che ha visto la Signora della canzone d’autore italiana, accompagnata da un ensemble di cinque musiciste, girare l’Italia cantando e raccontandosi ai suoi amati fan.

Colgo l’occasione per invitarvi a leggere l’articolo dedicato all’Artista, da noi pubblicato proprio ieri.

A Ornella va l’augurio mio e di tutta la Redazione di Betapress.it, di una prontissima guarigione.

 

 

 

 

 




Il coraggio eroico di Ornella Vanoni

 

Il 3 febbraio prossimo, al Palazzo dei Congressi di Lugano, farà tappa l’imperdibile show di Ornella Vanoni: “Le Donne e la Musica”.

Ad accompagnare la Signora della canzone d’Autore italiana, una piccola orchestra di cinque musiciste d’eccellenza: Sade Mangiaracina (pianoforte e arrangiamenti), Eleonora Strino (chitarra), Federica Michisanti (contrabbasso), Laura Klain (batteria), Leila Shirvani (violoncello).

Il concerto è un’ottima occasione per riascoltare – oltre ai più recenti – i motivi che ne hanno decretato il successo nel mondo godendo, tra un brano e l’altro, del suo schietto modo di raccontarsi.

“Unica”

Ornella Vanoni, oggi, è limpida espressione e compendio di una vita vissuta con audacia alla scoperta di se stessa e dei suoi straordinari, multiformi Talenti. Il suo percorso umano e artistico, eccezionalmente ricco e longevo, è costellato di mete riservate a pochi. Comunque, in quasi settant’anni di carriera, di lei è stato scritto e detto tutto. Mi chiedo come sia possibile renderle omaggio, tenendo desti i lettori fino all’ultima riga dell’ennesimo articolo a lei dedicato. 

Ebbene: rivisitando alcuni momenti della sua vita alla luce del “Viaggio dell’Eroe” di Vogleriana memoria, ho individuato tre degli ingredienti del suo Successo: il Coraggio, l’Amore e l’Autoironia. Valori tutt’altro che scontati, che possono ispirare anche noi a trarre il meglio dall’esperienza che chiamiamo “vita”.

“Il Coraggio”

In ogni Viaggio dell’Eroe che si rispetti, non è facile all’inizio. Timidissima, insicura, ignara del proprio potenziale, O. non sa che fare di sé. Parla cinque lingue ma si sente “ignorante”. Eppure è già dotata di tutte le risorse necessarie per realizzarsi in pieno nella sua Identità più vera. C’è già tutto! Deve solo prenderne atto. “Non avevo nessun fuoco – racconta in un’intervista – ero inconsapevole di qualsiasi talento … Ero una ragazza da inventare.” 

“Hai una bella voce, perché non fai l’attrice?” le dice un giorno un’amica della madre. Se la vita è un groviglio di strade tutte virtualmente praticabili, a ogni incrocio c’è un segnale e sta a noi interpretarlo e prendere la giusta direzione. Ornella prepara la poesia “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” di Cesare Pavese e un pezzo dell’Elettra di Sofocle. Quindi si presenta all’esame di ammissione alla scuola del Piccolo Teatro. Davanti a sé ha dei “giganti”: oltre al regista Giorgio Strehler, ci sono l’impresario teatrale Paolo Grassi e l’attrice Sarah Ferrati che, dietro all’impaccio e alle interruzioni dell’aspirante allieva, percepisce “qualcosa”. Infatti, viene presa.   

È con Strehler che Ornella intraprende il Viaggio alla scoperta di se stessa. “Ragazza da inventare”, in lui trova un maestro, un mentore, un uomo nel cui abbraccio sentirsi al sicuro. Per usare una metafora a lei cara, è un pezzo di legno che, nelle mani del suo Geppetto, si lascia trasformare in Pinocchio.

Il Piccolo Teatro è una ventata di cultura per la giovane Ornella. Parla pochissimo. Ascolta. Osserva. Assiste alle prove dei “grandi”, rubandone gesti e intonazioni. Impara. Cresce in fretta.

Ma la prova più grande da affrontare è il dissidio interiore fra la sua timidezza e una “missione” che la vuole sotto i riflettori, esposta all’attenzione, alla curiosità e al giudizio del pubblico.

Di questo Strehler è consapevole fin dall’inizio: “Amore hai un grande talento ma se sali sul palco è un miracolo, perché non hai i nervi per fare questo mestiere.” Il regista ha un’idea geniale: creare per lei un personaggio su misura. Nasce la “ragazza della mala” e un repertorio di finti traditional, in uno dei più famosi falsi storici della canzone italiana.

L’immagine della cantante intellettuale, dai modi scostanti e dall’aria un po’ snob è costruita, certo, ma funzionale a coprire la sua insicurezza. D’altra parte il pubblico, incuriosito, si lascia ammaliare dal suo fascino naturale, da questa sua moderna bellezza e soprattutto, da un timbro di voce unico al mondo. (A me ricorda tanto il sax soprano). 

Negli anni a seguire il cliché della cantante della malavita le sta stretto. La nostra eroina lascia il porto sicuro del Piccolo Teatro, il suo “creatore” e i suoi eccessi. Ha paura? Probabilmente sì. Ma è più forte in lei il desiderio di cimentarsi in cose nuove: la canzone d’autore, il jazz, il Brasile …

Seguono anni d’ansia, notti insonni, tre crisi depressive. Alla fine, la Vanoni si arrende al suo destino di eclettica Artista. “A un certo punto mi sono detta: ‘Magari sono brava’”. È la resa essenziale alla vittoria. 

Gli strepitosi risultati da lei ottenuti in campo teatrale, musicale, televisivo e cinematografico, sono tutti in rete.   

Ciò che di lei qui mi preme evidenziare è l’aver risolto, nel tempo, l’interiore incoerenza fra essere e apparire. Il duello fra paura e coraggio che assorbiva così tanta energia, ormai è un lontano ricordo. Basta ansia, insonnia, depressione! Non ce n’è più motivo.

“L’Amore”

Probabilmente è stato il padre a ispirare, in lei, la sua prima idea di Amore.

Di lui conserva, indelebile, il ricordo dell’eroe che, nel suo cappotto grigio, la prende per la vita e porta in salvo facendole scudo con il corpo, in una Milano sotto i bombardamenti. 

Quella del padre per la figlia è la forma d’amore più puro. Esistono, tuttavia, varie forme d’amore, come vari sono i personaggi che lo interpretano.

Strehler è il mentore, la guida, il faro nella nebbia. “Hai vent’anni, arriva il tuo maestro che è un genio assoluto e ti dichiara il suo amore. Che fai, non ti innamori?” Alzi la mano chi non si è mai innamorata del proprio professore, a scuola! 

Gino Paoli è l’amore irraggiungibile per cui lottare. “È stato un casino, un amore molto travagliato e forse ho amato Paoli così tanto proprio per questo. Non lo possedevo, non lo avevo” – confessa Ornella al giornalista  Malcom Pagani per Vanity Fair – “Quando non hai una persona sei portato a credere che l’amore più grande sia quello che ti fa soffrire di più. E invece, caxxo, dovrebbe essere il contrario. Dovresti amare chi ti rende felice». Qualcuno di noi ci è già passato? 

Lucio Ardenzi è l’errore di percorso che però ti fa un regalo, anzi, due: il debutto in teatro e un figlio. Nel 1960 Ornella si sposa in giallo (a quei tempi il suo colore preferito). Ha ventisei anni, l’età giusta per metter su famiglia. Ma non è vero amore. La verità è che è ancora innamorata di Paoli. Alla nascita di Cristiano, lei e il marito sono già separati. 

Hugo Pratt è l’amore platonico. Anche se tra loro non c’è stato mai nulla a livello fisico, la Cantante lo ricorda come l’uomo più affascinante che abbia mai incontrato. Quando ne parla le si illuminano gli occhi. “Avrei voluto seguire tutta la vita lui e morire vicino a lui” racconta in un’intervista. “E poi quando parlava, quando scriveva, quando raccontava … era un po’ come Borges … non capivi mai quale era la verità, quale era la finzione, quale era l’invenzione … Poi questa sua curiosità … Tu ti sedevi davanti a lui e il mondo era lì.”

Pino Roveredo (scrittore recentemente scomparso) è l’amore intellettuale, poetico, virtuale. “Un amico vero – ha confessato ad Alex Pessotto per “Il Piccolo” – ma quante litigate! La sua era un’intelligenza creativa. Parlare con lui era un piacere”.

Francesco Leto è l’amore non convenzionale. Nonostante i quasi quarant’anni di differenza d’età i due hanno trascorso, nello stesso letto, notti intere a chiacchierare.

Negli anni della maturità, l’amore acquista sfumature bellissime. È l’Amore che abbraccia il Tutto e si fa dolce come un frutto maturo. È l’amore incondizionato che Ornella prova per suo figlio Cristiano e i suoi nipoti Matteo e Camilla. È a loro che è dedicato il suo cinquantesimo disco: “Unica”.

Gesù è l’Amore che sposa, dell’Artista, la parte animica. Riempie, mitigandoli, i momenti di solitudine e malinconia. Riaccende nel suo cuore la speranza. A Ornella piace immaginarlo stanco, la sera, per il tanto camminare. Lei lo accoglie e lo rincorre per casa. Gli lecca i piedi nella certezza che non potrà ammalarsi: dopotutto, per quanto sporchi e impolverati, sono i Suoi piedi!

E poi c’è l’amore per gli amici, pochi ma veri. L’amore per gli ultimi, i vulnerabili, i sofferenti. L’amore che si esprime nell’abbraccio di qualcuno che ti stringe forte. “Perché l’abbraccio scioglie tutti i nodi. Ed è la cosa più bella che esista.”

L’amore per Ondina – il suo barboncino nero – inseparabile compagna di serate da “ragazze sole” trascorse giocando, mangiando, guardando la TV.

E poi c’è l’amore per l’Arte, per la Bellezza in tutte le sue forme e modalità espressive, per la Cultura, la Poesia, la Musica. Riguardo a quest’ultima, la Vanoni non è innamorata di un genere specifico: ama la musica di qualità. E ama il Talento, soprattutto quando è raro e straordinario.

L’Autoironia

Ornella si autodefinisce “spudorata”. Certo, un po’ lo è sempre stata, ma è finito il tempo in cui l’eccesso di franchezza serviva a mascherare il terrore del giudizio o di non essere all’altezza. Oggi Ornella si racconta senza tabù, mettendo in luce le sue umane debolezze, le idiosincrasie, le delusioni … soffermandosi a volte sugli episodi più buffi, o imbarazzanti, che la vedono protagonista. E qui l’autoironia, che è frutto di una piena accettazione di se stessa e del proprio intrinseco valore, la fa da padrona. 

Chi ha avuto la fortuna di conoscerla, di frequentarla per un periodo o anche soltanto di imbattersi in lei in centro a Milano a spasso con Ondina, sa benissimo che è “unica”: unica nella sua coerenza, perché è la stessa persona in pubblico e in privato. 

Oggi è tranquilla, serena, pienamente soddisfatta di sé e delle cose che ha fatto. Non ha alcun rimpianto. “Sono libera, sono lieve. Mi occupo più degli altri che di me stessa”. Meno egotica, più generosa, l’Artista si sente molto più felice di quand’era giovane. Anzi, la sua “vecchiaia” le piace tantissimo!

Il segreto della sua (invidiabile!) libertà di oggi, forse, è nell’aver trovato il coraggio di essere se stessa e, soprattutto, nel non prendersi troppo sul serio. Indubbiamente, basta un pizzico di autoironia per rendere la vita un’esperienza più “leggera” – che non vuol dire superficiale! – divertente e sopportabile, anche nei momenti più delicati. 

Non ci rimane che raggiungerla il 3 febbraio alle 20:30 al Palazzo dei Congressi di Lugano, in occasione dell’ultima tappa del suo concerto “Le Donne e la Musica”. Ascolteremo dalla sua viva voce le canzoni e i momenti che hanno costellato la sua lunga storia di Donna e Artista, rendendola “Unica”. 

 




Un “Aspern” che passerà alla storia

Prologo

“Strano, certamente, oltre ogni stranezza / che nell’inseguire tracce su tracce / ci fossimo imbattuti in fantasmi e polvere / meri echi di echi …”

Con queste parole, pronunciate dal narratore al microfono che rende la voce solenne come quella di un prete durante l’omelia, prende l’abbrivio uno spettacolo mai visto né sentito prima in questo modo: “Aspern”, “Singspiel” in due atti di Giorgio Marini e Salvatore Sciarrino, tratto dal racconto di Henry James “Il carteggio di Aspern”. Musica di Salvatore Sciarrino.

 

 

Una geniale Edizione

L’idea della giovane regista Sara Flaadt consiste nel celebrare il felice connubio fra prosa e musica contemporanea in uno degli auditorium più apprezzati d’Europa, quello della sede di Lugano della Radio Svizzera Italiana.

Accanto al fondale c’è l’Ensemble900, diretto dal Maestro Arturo Tamayo, costituito da due flauti (Benedetta Ballardini e Ilaria Torricelli), viola (Charlotta Westerback), violoncello (Elide Sulsenti), clavicembalo (Marco Borghetto) e percussioni (Igor Tiozzo Netti).

Nel proscenio si muovono e alternano gli attori a impersonare, rispettivamente: il poeta e narratore Henry Jarvis (Daniele Ornatelli), Giuliana (Giuseppe Palasciano), Titta (Jasmine Laurenti) e l’ermafrodito (Diego Pitruzzella).

A fare da contrappunto, fuori campo e in campo, è lo “spirito” impersonato dalla cantante soprano Elisa Prosperi.

Per consentire al pubblico di immergersi nell’atmosfera intessuta da strumenti e voci – grazie a sette microfoni collocati in quattro differenti postazioni, due intorno alla “testa”, due nell’area del “dialogo”, uno sul proscenio a mo’ di pulpito, due in cabina per gli ambienti esterni – ogni spettatore è dotato di un paio di cuffie stereo.

 

 

Note dell’Autore: Salvatore Sciarrino

A differenziarlo dal teatro realizzato fino a quel momento è “la scelta di un taglio stilizzato e ironico, al limite del paradossale: l’opera ‘a numeri’… È un singspiel deformato dalla lontananza dai suoi modelli: l’ouverture, le arie, i parlati, i ‘melodrammi’, i brani solo strumentali, si stemperano gli uni negli altri … Nell’insieme lo spettacolo mantiene nettissimi rigore e precisione pur nell’originalità dell’espressione … Abbastanza insolito, almeno per il teatro musicale contemporaneo, è il fatto che una situazione in taluni punti fin mortuaria, possa crescere e svilupparsi ai confini del riso … Altra anomalia è il fatto che l’unico personaggio cantante non abiti la scena – come del resto non alloggia in buca l’orchestrina – ma anzi la diserti d’abitudine. Infine, i testi musicati sono ‘altro’ da ciò che si sarebbe definito il libretto vero e proprio; essi, che pur garbatamente s’attagliano allo svolgersi dell’azione, la mettono in realtà quasi in discussione, offrendosi talvolta persino, più che come commenti, come il senso riposto dei fatti (‘la morale’), con ironia e malizia settecentesche, senza dubbio: tutto diviene finzione”.

Salvatore Sciarrino, dalla nota illustrativa redatta in occasione della première di Aspern, composta su commissione del Maggio Musicale Fiorentino, presso il Teatro della Pergola l’8 giugno 1978.

 

Trentaquattro anni dopo, a Lugano …

… prende il testimone Sara Flaadt, autrice e regista per il settore fiction della RSI. Nonostante la sua giovane età Sara ha un curriculum costellato di radiodrammi, pièces teatrali, opere musicali e il suo primo film, “Rivivendo Baudelaire”, presentato in anteprima al Lux Art House di  Massagno-Lugano lo scorso 9 aprile.

È sua l’idea di fare di “Aspern” un evento sonoro in cui musica e voci, sovrapponendosi e avvicendandosi, accompagnino lo spettatore-ascoltatore a vivere un’esperienza unica e memorabile.

Lo stesso Sciarrino, presente alle prove generali la sera prima del debutto, esprime parole di encomio per ogni singolo membro dello staff tecnico e artistico: un premio prezioso per l’impegno profuso!

Al termine della performance gli spettatori – alcuni di loro estimatori del genere, altri curiosi di provare un’esperienza di questo tipo – condividono il loro apprezzamento per l’originalità e la “fruibilità” dello “singspiel”. Qualcuno di loro mi omaggia con brevi riprese fatte col telefonino. Realizzo allora che, a “orecchio nudo” – senza cuffie – sarebbe impossibile godere di questa meraviglia: la magia, infatti, è frutto della perizia di un team di tecnici audio che, dal mixer in regia, “dosano” musica e prosa con la stessa maestria di un pittore che gioca coi suoi colori.

 

 

La storia, in breve

Uno scrittore – il narratore, che assume di volta in volta anche le voci di Giuliana e di Titta – rievoca la sua ricerca del carteggio del poeta americano Geoffrey Aspern, in possesso dell’ormai decrepita Giuliana Bordereau, un tempo amica – o forse amante – dell’ormai defunto poeta.

Così, con la scusa di doversi trattenere a Venezia per un lavoro letterario, riesce a prendere in affitto a un prezzo esoso alcune stanze della spettrale dimora delle due donne. La sua speranza è quella di potersi impadronire delle carte di Aspern, alla morte della vecchia signora.

In una rara conversazione con Titta, lo scrittore ne conquista il favore ottenendo conferma dell’esistenza delle lettere di Aspern a Giuliana. Quest’ultima le legge nottetempo, se ne prende cura e preferirebbe vederle distrutte piuttosto che cederle ad altri.

Approfittando dell’oscurità e della porta stranamente spalancata, il narratore si introduce nella camera dell’anziana signora nella speranza di trovare il prezioso carteggio.

Purtroppo non riesce nel suo intento: Giuliana si accorge della sua presenza e, in preda alla furia, cade all’indietro, morta, tra le braccia della nipote.

Il giorno dopo lo scrittore chiede a Titta delle fatidiche lettere e lei gli fa capire che, sposandola, potrebbe entrarne in possesso. Il narratore farfuglia un rifiuto e se ne va. Ci ripensa e torna il giorno seguente, ma è troppo tardi. Titta già ha bruciato le lettere, una ad una.

(una sintesi dell’argomento, dal libretto di sala).

 

 

Applausi

Dedico la mia standing ovation, oltre che allo scrittore Henry James, agli Autori Giorgio Marini e Salvatore Sciarrino, alla regia (Sara Flaadt), alla produzione (Francesca Giorzi), ai tecnici audio (Thomas Chiesa, Yuri Ruspini, Lara Persia), al Maestro Arturo Tamayo, ai musicisti dell’Ensemble900 (Benedetta Ballardini, Ilaria Torricelli, Charlotta Westerback, Elide Sulsenti, Marco Borghetto, Igor Tiozzo Netti), alla soprano Elisa Prosperi, agli attori Daniele Ornatelli (narratore), Giuseppe Palasciano (Giuliana), Diego Pitruzzella (ermafrodito), e anche a me nei panni della nipote di Giuliana, Titta.

Dallo spettacolo, andato in scena domenica 27 novembre 2022, verrà estratto un radiodramma. Il video verrà trasmesso dalla Tv Svizzera in data da stabilire.

Per ora è tutto. Alla prossima Pagina di Diario!

Jasmine Laurenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Call Center e digitalizzazione: nuove sfide

Yunes: “Ora miglioriamo e digitalizziamo i call center italiani”

Oltre 1,5 milioni di euro investiti per realizzare una piattaforma che consentirà ai call center di digitalizzarsi ed accogliere con positività le sfide del mercato

Napoli. Quattro anni di sviluppo, oltre 54 mila ore di lavoro ed un investimento di circa 1,5 milioni di euro. Questo è Yunes, il nuovo software realizzato da Swissvoip e Tekmind per spingere nella digitalizzazione delle imprese del settore call center.

In uno dei momenti più difficili per l’economia italiana la sfida è dare un nuovo strumento alle aziende per consentire loro di avere tutte le informazioni necessarie in un’unica piattaforma e dirigere al meglio la loro attività vincendo le sfide imposte dal mercato. La piattaforma è stata realizzata collaborando con esperti di GDPR e sicurezza al fine di creare un prodotto compatibile con la normativa vigente.

Yunes nasce per soddisfare le esigenze di sicurezza e scalabilità di ogni azienda

“Il nostro desiderio è sempre stato quello di sviluppare una piattaforma flessibile e scalabile che potesse ridurre i tempi di realizzazione delle richieste del cliente oltre ad avere tutte le funzionalità a portata di mano in un unico software – dichiara Marino D’Ignazio di Swissvoip – Yunes è l’unico prodotto nel suo settore in grado di soddisfare le esigenze di sicurezza, scalabilità e nuove funzionalità che un professionista nel mercato dei call center vorrebbe avere”.

In effetti l’interfaccia di Yunes visibile ad un operatore appare semplice, intuitiva ed essenziale. I call center sono aziende in cui vi è molto turnover e con le caratteristiche di questa nuova piattaforma anche l’operatore che ha iniziato da poco non avrà difficoltà ad imparare velocemente uno strumento semplice.

D’altro canto gli sviluppatori che hanno lavorato al progetto hanno semplificato notevolmente il processo di importazione delle liste dei nominativi al punto che è Yunes che si adatta alla lista e non viceversa.

Con Yunes le aziende hanno a disposizione un Crm integrato che consente all’operatore di inserire il contratto dalla sua postazione. Così si evitano frodi a tutela del call center, e del consumatore. L’operatore può trasferire la chiamata direttamente al backoffice per la registrazione consentendo una finalizzazione più rapida a beneficio del cliente e dell’azienda.

“Ci siamo catapultati in un progetto ambizioso, abbiamo scelto di intraprendere questa strada con Swissvoip e crediamo che nel prossimo futuro la digitalizzazione farà la differenza nel settore dei call center – dichiarano Domenico Iorio e Christian Sica, titolari di Tekmind – Entriamo in una fase bella ed avvincente e con i consigli giusti, grazie alla tecnologia a disposizione, le aziende potranno ottenere benefici nel breve e medio termine”.

Cento tipi di report basati su dati “tipizzati” provenienti dalle liste per fornire una bussola indispensabile all’imprenditore

Molte ore di lavoro sono state investite nella generazione delle statistiche che diventano la bussola dell’imprenditore che saprà orientarsi meglio nel mercato. Circa 100 tipi di report diversi basati su dati “tipizzati” provenienti dalle liste. Con Yunes gli imprenditori avranno a disposizione un sistema di intelligenza artificiale che può anche evidenziare in quali zone geografiche, in quali ore o fasce d’età c’è più risposta o predisposizione all’ascolto.

Informazioni senz’altro utilissime che consentiranno alle aziende di dirottare le chiamate in base alle statistiche migliori.

Chi ha ideato Yunes ha pensato di creare una piattaforma in grado di evidenziare i punti di forza e di debolezza di una struttura in modo da enfatizzare i primi e ridurre i secondi. Swissvoip e Tekmind non hanno dubbi che così facendo si creerà inevitabilmente una crescita del cliente che diventa una naturale conseguenza dell’applicazione di queste regole.

Yunes consente ad una piccola realtà con 20 postazioni di crescere esponenzialmente a 100 postazioni ed oltre. La nuova piattaforma non vincola il cliente ad un server. Grazie ad un sistema automatico di bilanciamento che distribuisce il carico di chiamate su tutte le macchine disponibili. Se in un’azienda dovesse riscontrarsi una crescita improvvisa da 20 a 200 operatori basterà aggiungere un server, tempo stimato per realizzare il tutto 5 minuti.