Ricciardi: grillo tra i pinocchi.

Estate, tempo di vacanze e di riposo, per tutti, tranne che per il virus che non si ferma mai, maledetto virus che continua a mutare, a serpeggiare nelle nostre vite, a condizionare le nostre abitudini.

Ce lo troviamo sempre accanto, dentro e fuori dagli stadi, per le strade e sulle spiagge…

Se, per un attimo, volessimo chiudere gli occhi e fare finta che, ormai, il virus non c’è più, ecco che, nelle nostre orecchie, risuonano i moniti dei “grilli parlanti” della politica e del comitato tecnico scientifico, sempre lì a dirci che questo non si fa e quello non si deve.

Per esempio, Walter Ricciardi, Il consigliere scientifico del ministro della salute Roberto Speranza, intervenuto ad ‘Agorà estate’, ha detto la sua.

Per un rientro a scuola sicuro a settembre “dobbiamo agire adesso, ma dobbiamo agire con i fatti. Il che significa evitare gli errori dello scorso anno. E non mi pare che questo stia succedendo”.

Serve “rafforzare i trasporti, migliorare la protezione delle aule scolastiche, vaccinare gli insegnanti”.

Sempre la stessa storia, un déjà vu della scorsa estate, buoni propositi, false promesse…

Poi aggiunge: Il personale scolastico ha manifestato grande sensibilità per la vaccinazione anti Covid. C’è una percentuale alta di vaccinati. Ma se ci sono persone che non si vogliono vaccinare e che lavorano con bambini sotto i 12 anni, li si sposta ad un altro lavoro. Vanno in segreteria, vanno in biblioteca. Ma il lavoro, a contatto con le persone deve essere soltanto per chi protegge sé stesso e quindi anche gli altri”.

Ecco, questa è forse l’unica novità, nel senso che è l’ultima boutade di chi a scuola non ci vive…

Perché, nel gioco delle tre carte applicato al personale scolastico, non è proprio così facile ed immediato, mettere un insegnante in segreteria, un bidello in classe e un D.S.G.A in biblioteca!!!

E poi arriva la spada di Damocle della variante Delta: “anche se si è vaccinati si può essere infetti”.

Questa variante, “buca perfino il doppio ciclo vaccinale”, perché “conferisce una certa protezione contro la malattia grave e l’ospedalizzazione, ma – continua Ricciardi – nel 30-35% dei casi determina infezione anche nei soggetti che hanno fatto la seconda dose di vaccino, figuriamoci una sola”.

Ed allora, ciak, si gira, “al via i vaccini per tutti”.

Ma, dico io, se uno non si ancora vaccinato fino ad ora, non cede certo alla tentazione di vaccinarsi adesso, in piena estate, magari al mare!

Ricciardi sottolinea ancora: Più esitiamo più lasciamo la possibilità al virus di selezionare varianti che non solo bucano il vaccino per l’infezione ma lo bucano anche per la protezione.

In questo momento stiamo guardando con grande cautela alla variante Delta Plus in India e a una variante Lambda, che è stata isolata in Perù e che ci preoccupa molto.

Per cui vacciniamo presto, in maniera tale da proteggere le persone dall’ospedalizzazione e dalla malattia. E poi prendiamo le decisioni man mano che emergono le conoscenze sulle varianti che nel mondo emergono. Perché in Europa abbiamo vaccinato il 50% della popolazione, ma in Africa l’1%, in Asia il 3%. Quindi il virus ha oggi centinaia di milioni di persone su cui si può esercitare per cercare di aggirare le nostre difese”.

Ecco, allora, forse, qui, vale la pena di fare una riflessione insieme: perché, caro Ricciardi, anziché pontificare sul ritorno a scuola a settembre, non ha detto la sua al Ministro Speranza e a tutti gli altri al governo, quando hanno deciso che è concesso andare in vacanza all’estero?

Perché, caro Ricciardi, non si è messo di mezzo, quando, i nostri altrettanto cari politici hanno concesso spostamenti ovunque, permettendo così ai nostri giovani, percentuale di popolazione meno vaccinata, di continuare a contagiarsi in viaggi low cost in giro per il mondo?!?

Forse perché è più comodo, parlare della scuola, che fermare i viaggi!

Bingo! Tutto il resto è noia, o, forse demagogia politica…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vaccino SI, Vaccino NO, Vaccino BOOM!




it is no longer British

British showed their moral decay at the European final.

In the last century they lost their colonial empire, claimed the invention of football and lost many opportunities to boast talent in the sport.

The most widely spoken language in the world is now Spanish and the educated classes speak French.

A few years ago they were already watching the decline of England.

Someone said “it will remain the place where we will send our children to study English”.

Today it is no longer true.

Our children will study English in Italy, USA, Canada or Malta, at least in addition to the language they will learn good manners.

 

La redazione di Betapress




Sprint, servizi, gol, parate … e che parate!

 

“…Può sembrare un’impresa impossibile e sicuramente sarà difficile ma dopo il ’58 sono arrivati l’82 ed il 2006. Vinceremo ancora il mondiale, ne sono sicuro, anche perché chi era allo stadio, ha visto uno spettacolo straordinario, non tanto in campo quanto sugli spalti, 73000 persone. Lo stadio pieno, una rarità nell’ultimo periodo, una coreografia da brividi, l’inno italiano urlato da tutti, una squadra che è stata spinta verso la porta avversaria dal primo al 95esimo minuto. Quando, dalle poltroncine della tribuna d’onore vedi che tutto attorno a te non si smette di cantare ed incitare allora capisci che, forse troppo tardi per i Mondiali in Russia, qualcosa è nuovamente cambiato. Questa partita può essere davvero il punto di ripartenza per il calcio italiano. Non lasciamo svanire il buono perché per tornare a vincere e convincere ci vogliono tutti: l’allenatore, i giocatori, i dirigenti ma anche i tifosi e con un tifo così si può davvero tornare grandi, è solo questione di tempo.” (Milano, Stadio Giuseppe Meazza, 13 novembre 2017)

 

 

Il carro, o meglio il pullman, dei vincitori è passato per le vie di Roma e, naturalmente, tutti ci sono saliti.

Non dico salirci, ma quantomeno vederlo nel novembre 2017 era, forse, più difficile.

Molto più modestamente, mi piacerebbe invece ricordare che questi giorni ci hanno insegnato – se mai ce ne fosse bisogno – che l’Italia, quando si parla di Sport, se la cava piuttosto bene.

Campioni Europei di Calcio, Campioni Europei di Softball (bene anche nel Baseball), la finale a Wimbledon di Berrettini, i titoli ormai costanti nel nuoto, nella scherma, nel tiro a volo, nel tiro a segno, la pioggia di medaglie per le Farfalle della Ginnastica Ritmica, senza dimenticare l’atletica leggera che con l’Under 23 si è aggiudicata il medagliere e con gli assoluti è arrivata seconda in Coppa Europa.

E mi limito davvero alle ultime settimane. 

 

Il Presidente Draghi, del quale ho preso in prestito le parole, si distingue – lo ha sempre fatto – per concretezza e sobrietà e quindi perché non porci la vera grande domanda: questi successi sono frutto del caso o di un sistema sportivo – atipico – ma estremamente vincente? Io punto sulla seconda ipotesi e mi perdonerete se, quando qualche luminare dell’organizzazione sportiva, sostiene che i modelli da copiare siano quelli francesi, inglesi e tedeschi, mi esca di getto un “no grazie, preferisco il modello italiano”. 

 

Certo, ci sono tante cose che si possono migliorare. – tutto si migliora, i record stessi sono fatti per essere battuti – Dallo sport nelle scuole, quella multidisciplinarietà tanto cara ai progetti del Comitato Olimpico rivolti ai più giovani (Centri CONI ed Educamp), all’impiantistica sportiva dove meno di un terzo degli impianti ha meno di trent’anni ed uno su quattro, mal contato, è accessibile per le persone con disabilità.

Proprio su questo dovrebbe puntare la Politica, quella con la P maiuscola.

Un primo passo era stato fatto con l’idea di una riforma che poi si è allontanata dalla retta via per finire in confusione e, se in quest’ultima la politica, quella con la p minuscola, ci sguazza, lo Sport è un pesce fuor d’acqua. 

 

Bene che si parli di educazione fisica nelle scuole, ma perché non essere un tantino più ambiziosi – c’è chi lo era nel 2017! – e sognarla davvero una riforma dello Sport che, partendo dall’inserire la parola in Costituzione, veda veramente al centro un sistema sportivo che ha saputo produrre risultati fornendo agli addetti ai lavori, non bonus e mancette, ma strumenti ed impianti per mettersi in gioco ed esprimersi al meglio.

Basta con la storiella, o menzogna scegliete voi, che lo Sport di vertice è staccato dalla base e viceversa; sono entrambi legati indissolubilmente non c’è vertice senza base e non c’è base senza vertice!

È ora di finirla anche con il braccio di ferro tra Sport e Salute ed il CONI, con il Governo tirato per le “giacchette” di qua e di la – roba da far sembrare una carezza la trattenuta di Chiellini a Wembley!!! – Sport e Salute nasce da una società, CONI Servizi che forniva servizi al CONI e, di riflesso, alle Federazioni; il buon senso ci direbbe che quelli non dovrebbero venire meno, dal primo all’ultimo ma … si può fare di più e meglio? Facciamolo!

L’ha detto il Presidente Draghi, lo Sport è un grande valore per la società, ed allora perché non affidarsi proprio allo Sport per pensare all’Italia di domani, questa potrebbe essere la grande occasione e … l’affascinante “e che parate” lasciamolo sul campo verde ed indirizzato al numero uno della nazionale di calcio Donnarumma, perché doverlo immaginare sul campo legale ed indirizzato al numero uno del CONI Giovanni Malagò (mi perdonerà la sua autostima) gli farebbe perdere tutto il suo fascino! 

 




Gli Inglesi sono delle merde …

Ebbene si, questo non è un articolo politically correct. italia inghilterra

Ma nemmeno un articolo che tenta di trovare delle giustificazioni o usare delle parole alternative.

Questo è un articolo che vuole dire una cosa: avete rotto le palle.

Si cari amici Inglesi, ieri vi siete dimostrati per le merdacce che siete.

Non voglio fare di tutt’erba un fascio, per carità, ma a parte 4 o 5 inglesi, gli altri sono stati tutti delle grosse emerite merde.

Chissà se la Regina di Inghilterra (che poi non sono sicuro che meritino di scriverla maiuscola) ha apprezzato il gesto dei suoi calciatori che hanno sputato sulle medaglie dell’europeo, o sui suoi tifosi che sono scappati dallo stadio come dei ladri nella notte, chissà?

Quella di ieri è stata la dimostrazione che in effetti la brexit una motivazione l’aveva, fuori dai maroni cari inglesi.

Eppure un popolo che si vanta di essere sempre irreprensibile, con un aplomb che appunto si definisce britannico, ha mostrato ieri sera il massimo della bassezza e della vergogna.

Un poco posso capirli, hanno perso un impero, sono passati da popolo che governava mezzo mondo a semplici isolani, è faticoso, lo capisco, ma cosa ci possiamo fare?

Insomma stanno bene da soli, e francamente gente così è meglio non averla in giro, e sinceramente ho sempre preferito gli americani agli inglesi, più buzzurri di sicuro ma molto più veri.

Tutta la partita è stata all’insegna del comportamento oltraggioso della tifoseria inglese, e fin qui nulla di nuovo, ma che i calciatori abbiano poi rappresentato nel modo più becero il disprezzo verso le regole comuni dell’educazione non è accettabile.

Riteniamo che si debba intervenire con una reprimenda alla squadra che stigmatizzi l’atteggiamento anti sportivo e fortemente diseducativo mostrato ieri sera.

La UEFA dovrebbe richiedere alla squadra inglese di rimettersi la medaglia al collo e sfilare per Roma in segno di scusa per il gravissimo atteggiamento avuto, oltraggioso non tanto per l’Italia, ma per tutto il mondo dello sport.

Una specie di forche caudine del perdono, necessarie per ridare dignità all’Inghilterra, che mai era caduta così in basso.

Che poi viene da chiedersi se mai l’Inghilterra sia stata una nazione europea, e calcolando che lei stessa ha rifiutato l’Europa, era logico metterla come squadra dell’europeo?

Meglio la Turchia ed Israele, molto più europee degli inglesi.

Comunque ci rivedremo a Filippi, cari amici inglesi.

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Italexit?

 

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l’incredibile Hulk, ovvero il prof. che risolve il problema graduatorie

Corsi e ricorsi storici ci confermanol’atavica inefficienza della Pubblica Amministrazione.

Non parliamo poi del sistema scuola.

Cambiano i governi, si alternano i ministri, ma ce ne fosse uno che risolve un problema, o che almeno non ne crea un altro.

Del resto, è risaputo, gli intelligenti risolvono i problemi, i saggi li evitano, gli stupidi li creano.

Ecco perché, l’ultimo triumvirato Fedeli/Azzolina/Bianchi ha totalizzato il massimo dei punti nella creazione di problemi.

Ed in particolare nel meccanismo di selezione ed assunzione del personale.

Corsi, concorsi, graduatorie, ricorsi…

Non solo non si è mai finito, ma niente è certo, fino all’ultimo.

Chi lo dice? I fatti.

Basta considerare quanto accaduto con gli ultimi concorsi, in particolare con quello straordinario.

Come redazione abbiamo intervistatoDomenico Amoroso, vincitore della classe di concorso A060.

Lo abbiamo voluto incontrare, per documentare i nostri lettori su cosa vuol dire affrontare un concorso in piena pandemia, aspettare quasi un anno persapere l’esito, ed ora, in tempi brevissimi scegliere la cattedra, vivendo fino all’ultimo l’ansia dell’incognita della scelta operata da chi ti precede in graduatoria.

Ma soprattutto, lo abbiamo voluto incontrare perché, nei fatti, senza essere né ministro, né sindacalista, sta agendo per risolvere un problema, cioè quello di ottimizzarel’offerta del personale con la disponibilità delle cattedre.

Come? Ve lo racconta lui

Betapress– Buongiorno Professore, innanzi tutto, complimenti, come ci si sente da vincitore di concorso?

AmorosoDall’esterno, potrebbe sembrare che, superato il concorso, per il candidato in questione, si possa finalmente abbandonare lo stato d’ansia che lo ha accompagnato fin dal primo giorno del concorso stesso [per noi di A060 avvenuto alla terza giornata, in piena pandemia nel lontano ottobre 2020, con i risultati arrivati solo a luglio 2021].

Invece, il totale caos generato in primis dalla PA, riversato a cascata sugli e dagli uffici scolastici regionali, poi provinciali, dalla rete sindacale, dalla rete di associazioni formatrici e informatrici alla ricerca dell’articolo clickbait, non ha fatto per nulla dimenticare lo stato d’ansia perenne.

Betapress– Adesso per di più è imminente la scelta della sede…

Amoroso Il tempo, per gentile concessione della PA, è strettissimo. Il turno per l’indicazione delle preferenze delle sole province in Piemonte ricade dal 7 all’11 luglio.

 

BetapressBene, lei cosa ha fatto?

 

AmorosoHo creato un modulo Excel, file open modificabile, dove è possibile inserire i propri dati anagrafici, posizione e punteggio in graduatoria ed indicare la sede di preferenza.

La creazione del file è datata 4 luglio e inizialmente coinvolgeva solo i colleghi della graduatoria della cdc A060, anche per questo, al momento, risulta la graduatoria con meno buchi delle altre.

Il coinvolgimento delle altre cdc procede continuamente, sia in seguito a manifestazioni di interesse di singoli docenti,sia da parte altri gruppi di docenti, riuniti anche loro in gruppi informali grazie al web.

Al momento, il file raccoglie le manifestazioni di preferenza di 14 classi di concorso, relative a più di 150 docenti.

BetapressProcediamo con calma, quando le è venuta questa idea? 

Amoroso Devo precisare che appartengo ad un gruppo informale whastapp dedicato ai vincitori della classe di concorso A060, gruppo, come tanti altri, già presente fin dalle prime avvisaglie del concorso straordinario.

Mentre il file condiviso in formula open [totale libertà nel modificare e interagire con esso] l’ho creato il 4 luglio, in seguito alla tardiva uscita delle graduatorie in previsione dell’imminente attivazione della piattaforma per l’informatizzazione delle nomine per il ruolo.

Betaress– Perché ha sentito la necessità di intervenire?

AmorosoEntrato nel gruppo whastapp, mi sono reso conto della mancanza di uno strumento che potesse permettere in maniera fluida di avere sott’occhio la reale situazione della graduatoria regionale.

Trovandomi in posizione abbastanza alta, avevo già ricevuto alcune gentili richieste private di manifestare il mio interesse e le mie possibili preferenze.

E, viceversa, non essendo in prima posizione, mi sono reso conto di avere la stessa esigenza, perciò ho impostato e successivamente condiviso il file in questione, dove ognuno di noi potesse entrare, segnarsi nella rispettiva posizione in graduatoria e indicare le proprie preferenze.

Tutto in totale libertà, indipendenza, arbitrio e ovviamente senza vincolo alcuno rispetto alla decisione finale.

Betapress– Iniziativa lodevole, ma soprattutto risposta efficace ed efficiente alla questione spinosa della scelta di cattedra.

Ma i sindacati? Che ruolo hanno in tutto questo?

AmorosoNessuno.

E’ bene specificare che non c’è nessuna organizzazione sindacale che gestisce questi gruppi informali di docenti o il file in questione.

E’ partito tutto dal basso, dal popolo, dalla volontà di alcuni docenti di collaborare, di fare rete per rispondere a esigenze individuali e personali, che hanno successivamente trovato riscontro nei bisogni della comunità.

Siamo invece noi che abbiamo cercato di coinvolgere alcuni sindacati con il mero scopo di avere una più ampia e capillare diffusione e condivisione del file a livello regionale, in modo da diminuire le caselle bianche e aumentare, invece, quelle debitamente compilate.

In particolare, nelle cdc con poche disponibilità di posizioni libere per il ruolo, dove il tutto si traduce in un vero e proprio gioco di massacro e sopravvivenza.

Betapress– Che cosa non funziona nel sistema reclutamento del personale nella P.A.?

AmorosoC’è qualcosa di profondamente sbagliato nella gestione globale della PA e in particolare nel concorso straordinario, perché è straordinario uscirne senza un’ulcera.

Svolto in piena pandemia, con tempi biblici, in maniera asincrona, suppletive no suppletive sì, con continui cambi in corsa unilaterali, perché a noi partecipanti non è possibile nessuna rettifica, con gli uffici pubblici e le scuole in sovrapposizione continua tra impegni normali e straordinari, ministri che cambiano, partiti che mutano geneticamente e appelli accorati acchiappa likes

Tutto questo è straordinario, riprendendo però la nuova accezione negativa dell’aggettivo. La stessa che è stata rifilata a noi.

Noi di betapress, invece, ci teniamo a sottolineare che tutta questa iniziativa ha un che di straordinario, perché non capita tutti i giorni, che qualcuno di competente e professionale, sia al posto giusto, al momento giusto, per risolvere con spirito d’iniziativa, competenza professionale e generosità d’animo un problema della scuola.

Un problema non solo suo, ma anche degli altri, di tutti gli altri.

E badate bene, questo professore è riuscito in un’impresa che nella nostra povera Italia, sembra titanica, ovvero, risolvere un problema a costo zero, senza quota sindacale da pagare e senza propaganda politica da utilizzare.

Scusate se è poco…




Bianchi: pandemia ancora presente.

Su fanpage.it, pochi minuti fa, è apparsa la dichiarazione del Ministro dell’Istruzione Bianchi: “Da settembre scuola in presenza, ma resta il problema trasporti, pandemia non è finita”.

Ma no, dai, davvero?!?

Certo che, se bisogna essere ministri per rilasciare certe dichiarazioni, tutto il personale scolastico potrebbe d’emblée entrare a par parte del governo…

Chiunque faccia parte della scuola, dirigente, docente, studente, ha sperimentato, sulla propria pelle, che la pandemia ha scatenato l’inferno, più fuori che dentro le aule, che le lezioni sono continuate comunque, per un altro intero anno scolastico, così, a singhiozzo, in presenza, per le medie, e più spesso, a distanza, per le superiori.

Si è andati avanti alla “spera in Dio” per i prof. e alla ”speriamo che me la cavo” per gli alunni.

A scuola, giorno dopo giorno, sono state applicate rigorosamente le misure del protocollo anti-covid.

Ogni mattina, ho visto con i miei occhi, i miei alunni mettersi in fila, con la mascherina, come tanti soldatini, per farsi misurare la febbre dal bidello.

Ogni giorno, ho controllato autocertificazioni mediche allegate alla giustifica di qualsiasi assenza, anche per motivi familiari.

Ogni lezione, ho spiegato ed interrogato con la mascherina, tenendo le finestre aperte.

Ogni intervallo, i miei alunni, hanno mangiato la merenda seduti al banco e sono andati in bagno a turno.

Ciclicamente, al primo sospetto di contagio, la classe è stata messa in quarantena ed è stata attivata la D.A.D.

Qualora fosse stato isolato il sospetto contagiato, si procedeva con la didattica mista, la classe in presenza ed il contagiato a casa, on line.

Bene, e fuori scuola, cosa succedeva?

Alunni ammassati alla fermata del pullman, alunni obbligati a salire su quell’unico mezzo per raggiungere la scuola, alunni pressati in bus stracarichi, tutti insieme appiccicati.

Ogni cittadino ha potuto verificare che le misure di prevenzione del contagio, cioè l’obbligo della mascherina, ma, soprattutto, il distanziamento sociale, sono stati possibili ovunque, tranne che sui mezzi pubblici.

Già l’anno scorso, a settembre, si era individuato il problema del contagio sui trasporti.

Risultato?

Si è preferito sacrificare gli alunni, soprattutto quelli delle superiori, imponendo loro la fruizione di un servizio scolastico mutilato, obbligandoli ad estenuanti ore di D.A.D, piuttosto che affrontare alla radice il problema della carenza dei trasporti scolastici, soprattutto nelle periferie delle grandi città.

Come se non bastasse, il ministro dell’Istruzione ha spiegato che il futuro sarà la didattica in presenza, ma che “non bisogna avere paura degli strumenti”.

E chi ha paura degli strumenti?!? Basta averli…

La D.A.D. ha messo in ginocchio le famiglie più povere, e gli alunni più deboli.

Cittadini che più che avere paura, non hanno i soldi per computer, connessione, tablet e giga…

La D.A.D. ha portato a galla la disparità di strumenti tecnologici e di servizi informatici tra regioni lontane, ma anche tra comuni vicini, comuni della stessa provincia con connessione ballerina.

Provare per credere!

Infine, Bianchi ha sottolineato che c’è un grande lavoro in atto per permettere il ritorno a scuola in sicurezza, ma che serve ancora “grande attenzione”, perché “la pandemia non è finita”.

E, a questo punto, mi ribolle il sangue, perché vorrei ricordare che, già la scorsa estate, i responsabili della sicurezza scolastica, i referenti covid, i vari collaboratori dei presidi e i Dirigenti stessi hanno passato mesi a misurare aule, definire percorsi, segnare distanze…

Ma forse, il Ministro non lo sa, magari per due ragioni.

Primo, la scorsa estate era al mare o in montagna, a riposare.

Secondo, in questi ultimi mesi, durante un intero anno scolastico, a scuola, non ci è mai entrato, perché era impegnato a vaneggiare in politica…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MA VAFFAN DAD …

Esame sì, esame no, esame boom…

GIOVENTU’ INVISIBILE, SCUOLA E PROMESSE…




Torino chiede “scusa” ad Ezio Bosso.

 

Sono stati intitolati ad Ezio Bosso, l’amato direttore d’orchestra, compositore e pianista scomparso nel maggio dello scorso anno, i giardinetti di Piazza Statuto, dove negli anni Ottanta si ritrovavano i Mods, la band di cui faceva parte.

“Quando uno scopre di essere Mod lo rimane per tutta la vita”, è la scritta sulla targa scoperta dalla sindaca Chiara Appendino e dal presidente del Consiglio comunale, Francesco Sicari, alla presenza del nipote del maestro, Tommaso Bosso, e di Oskar Giammarinaro, il leader del gruppo musicale mods Statuto.

    Per i mods Ezio Bosso era ‘Xico’.

“Questa era la sua piazza e, quando tornava a Torino, veniva sempre a trovarci – racconta Oskar -.

Questo è un riconoscimento che la città da a Xico, un riconoscimento dovuto, perché ha portato la città in tutto il mondo con la sua musica, con quello che ha composto, divulgato e insegnato”.
   

“Non è stato solo un grande artista ma una grande persona, una personalità forte che ha trasmesso tanta energia e tanta forza ai giovani – ricorda il maestro la sindaca Appendino

Dedicargli uno spazio è anche un modo per cercare di colmare una mancanza del passato, perché la città non lo ha valorizzato a sufficienza”.
   

“Questo è un giorno importante: Ezio ha un luogo che gli appartiene – commenta il nipote Tommaso -.

Ed è anche una sorta di rappacificazione con una città che lo aveva dimenticato”.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mondo della musica, e non solo, piange Ezio Bosso

EZIO BOSSO, UNO DEI MODS: Intervista a Oskar degli Statuto.

OSCAR: “PERSA UNA GRANDE OPPORTUNITA’ AL FESTIVAL DI SANREMO”

 




GIARDINO EZIO BOSSO: LA RIVINCITA DEI MODS

 

MOD non si nasce ma si scopre di esserlo.

Così diceva nell’intervista rilasciata a Betapress circa un anno fa, Oscar Giammarinaro, leader degli Statuto, raccontandoci dell’amico Xico (Ezio Bosso).

Oggi (22 giugno 2021) la Città di Torino ha reso immortale il più grande artista contemporaneo, dedicandogli i giardini di Piazza Statuto, storico ritrovo dei MODS.

Le varie personalità del mondo politico, istituzionale e artistico hanno ricordato Ezio Bosso nel corso della Cerimonia di intitolazione con parole che ci piacerebbe sentire anche nelle occasioni in cui viene “celebrata” la musica italiana.

Abbiamo raccolto più di 16.000 firme per questa causa, anche la sua famiglia è d’accordo, speriamo di essere ascoltati”, diceva Oskar all’inizio di quest’anno.

La sua tenacia ha ripagato NON SOLO Oskar e i MODS …grazie Oskar!

Perth

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EZIO BOSSO, UNO DEI MODS: Intervista a Oskar degli Statuto.

Il mondo della musica, e non solo, piange Ezio Bosso




Quando scrivere ed insegnare sono responsabilità

Insegnanti criminali o giornalisti menzogneri?

“Chi boccia è un criminale”.

Forse, magari, parliamone, comunque, è tutto da dimostrare.

Invece, chi scrive e chi pubblica queste idiozie, è un ignorante, è evidente.

Alex Corlazzoli, maestro e giornalista di” Il Fatto Quotidiano “ha dedicato un intero articolo (odierno) ad insultare i docenti definendoli criminali.

Dopo aver raccontato la storia di Vanessa 13 anni, non ammessa all’esame di terza media, nonostante una “situazione familiare burrascosa a dir poco”, quest’illustre mio collega di stampa e di insegnamento, spara a zero, sull’intera categoria dei docenti, con una supponenza ed una ignoranza clamorose.

Ecco il suo pensiero di fronte al problema bocciature a fine anno scolastico.

“Penso che i professori e i maestri che in questi giorni stanno bocciando (a meno che non vi siano ragioni gravi condivise con i genitori e i servizi sociali) dei bambini tra i 6 e i 10 anni o degli adolescenti siano dei criminali.

Lo dico senza timore: criminali. 

Gente che ammazza le persone con il proprio giudizio, con la superbia, con l’incomprensione, con la presunzione di credere che il loro intervento servirà a qualcosa.

Scriveva in Lettera a una professoressa, il priore di Barbiana: “[…]La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde. La vostra “scuola dell’obbligo” ne perde per strada 462.000 l’anno. A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voi (insegnanti) che li perdete e non tornate a cercarli[…]”.

(Ma che dati sono?!?Presi da che fonte?!?In percentuale, nella scuola dell’obbligo attuale, a quanto corrispondono?!?)

E continua, il nostro caro Alex Corlazzoli: “E’ proprio così: gli incompetenti sono i docenti. Anzi aggiungo: sono criminali. C’è ben poca differenza tra chi estrae una pistola e uccide una persona e chi estrae l’arrogante arma della parola e spara sentenze su un ragazzo di undici, dodici anni. A questi professori chiedo: siete mai stati in un carcere? La maggior parte dei detenuti sono ragazzi o uomini che dalla scuola non hanno ricevuto nulla se non una bocciatura.”

Bene, no anzi, male.

E’ VERGOGNOSO, ASSURDO, MANIPOLATORIO ED INQUISITORIO scrivere e pubblicare queste falsità.

Tanto per capirci, sono addetta ai lavori, figlia di insegnanti, docente a tempo indeterminato, referente cyberbullismo, ma soprattutto vivo a scuola, insegno con passione e ci metto l’anima, nel mio ruolo di insegnante.

E chi lo dice? La mia coscienza, ma soprattutto i miei alunni.

Dei miei 56 anni, 50 li ho passati a scuola, fino ai 23 per studiare, dai 23 ad oggi per insegnare.

Ho insegnato in scuole private, pubbliche, medie e superiori, di città e di campagna.

Ogni anno, insegnando francese, ho avuto come minimo 6 classi nelle superiori, e 9, anche 10, classi nelle medie (dove insegno tutt’ora).

In tutti questi anni di esperienza, sia come docente che come commissario di esame, ho sempre considerato la bocciatura, l’ultima soluzione, l’ultima cosa da fare, dopo averle provate tutte, (legali ed illegali…)

Chi vive e lavora nella scuola, sa che, ogni anno, sempre più, si applica un insegnamento costruito sull’individuo, accogliendo il bambino ed accompagnando il ragazzo verso il mondo del lavoro.

La scuola è una palestra di vita, nel bene e nel male.

La scuola è fatta da persone, vizi e virtù, al di qua e al di là della barricata.

Con una differenza, i docenti, non i discenti, sono, (o dovrebbero essere), educatori e formatori, nelle parole, ma soprattutto nei fatti.

Possono sbagliare certo, ma definirli criminali è schifosa propaganda politica e strumentalizzazione mediatica.

Nei fatti, nella scuola dell’obbligo, la bocciatura è pressoché inesistente e gli insegnanti sono tutto, fuorché criminali.

Ci sarà pure qualche docente poco preparato e poco motivato, ma il suo danno è sempre più limitato.

Perché, nei fatti, nella scuola italiana, si accolgono TUTTI, anche i più deboli, sul piano psicologico-affettivo-relazionale.

Perché, nei fatti, in Italia, gli alunni più fragili, stranieri ed italiani, qualunque sia il loro disagio (linguistico, sociale, economico, comportamentale, psicologico…) hanno diritto a un P.D.P. (Piano Didattico Personalizzato).

Se poi presentano una certificazione medica di dislessìa, discalculìa, disortografìa, ancor più, hanno diritto a strumenti compensativi e dispensativi per essere aiutati e supportati nel loro percorso scolastico.

Perché, nei fatti, ogni anno, a scuola, si fanno i salti mortali per far quadrare i conti in segreteria, per avere gli insegnanti in classe, per non perdere gli alunni per strada.

Ogni anno, si mette insieme un cantiere di strategie didattiche, risorse economiche, energie umane e competenze professionali per fare andare avanti il carrozzone burocratico voluto dagli ultimi governi politici.

Prima di parlare, venite a scuola, e guardate con i vostri occhi!

Nella scuola italiana, sempre più, è impossibile bocciare.

E sapete perché? Perché non ci si riesce.

E, non a parole, ma nei fatti.

I dirigenti per primi, ma anche e soprattutto i docenti, fanno di tutto per non bocciare.

Perché, se hai fatto tutto a norma di legge, è matematicamente impossibile.

E, se pur nel pieno rispetto del P.D.P., la sufficienza è una chimera e gli obiettivi non sono stati raggiunti (neanche in parte), è cosa buona e giusta fare finta che l’anno prossimo, promuovendo sempre e comunque, le cose andranno meglio.

E se qualcuno si azzarda ad opporsi, per quieto vivere, per non aver problemi con le famiglie, si manda avanti tutti, chiudendo non uno, ma due occhi.

Come? E’ facile: basta alzare i voti, abbassare gli obiettivi e taroccare i compiti.

Il gioco è fatto, la famiglia è contenta ed il danno è perpetrato.

La scuola riflette ed amplifica la crisi di valori di una società sempre ignorante e succube, ma appariscente ed effimera.

Una società dove si vuole ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

Dove alunni, nativi digitali, nati e cresciuti con il tablet in mano, non sanno né leggere un testo, né scrivere una lettera.

Alunni che escono dalle elementari senza saper scrivere in corsivo, inventano le tabelline a loro uso e consumo, ma che arrivano nelle medie con lo zainetto firmato ed il cellulare in mano.

Non fa niente se hanno il cervello vuoto, la loro pancia è piena, anzi, sono già in sovrappeso…

La grammatica è un optional, l’ortografia non esiste, la storia è noiosa e la geografia non serve (tanto c’è google maps!).

Chi se ne frega, basta mandarli avanti, senza fatica, né sogni, senza regole, né limiti, tanto il mondo che li aspetta là fuori li vuole così, stupidi, ignoranti e deboli.

Dunque, a ragion veduta, mi indigno di fronte ad una strumentalizzazione fuorviante e sentenziosa.

Mi indigno e ribatto.

Di cosa stiamo parlando? Di Insegnanti criminali o di giornalisti menzogneri?!?

 

NdD: sarebbe il caso di riprendere l’affermazione di Alex Corlazzoli parafrasandola in 

“Penso che i giornalisti che in questi giorni (ma direi sempre) stanno scrivendo su argomenti senza il doveroso approfondimento siano dei criminaliLo dico senza timore: criminali. Gente che ammazza le persone con il proprio giudizio, con la superbia, con l’incomprensione, con la presunzione di credere che il loro intervento servirà a qualcosa.”

e forse anche più criminali di un professore, perché chi scrive sui giornali senza verifiche ed approfondimenti fa più danno e per un periodo più lungo di una semplice bocciatura.

Veniamo poi agli alunni ed alle bocciature: a questo punto la mia domanda è, ma a cosa serve la scuola, trasformiamola in in grande centro di babysitteraggio e non in un luogo in cui gli alunni si devono mettere alla prova per prepararsi alla vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutti Promossi! La Scuola perde il suo significato…




Scusaci piccola K. – la studentessa di II media si è tolta la vita

Il bullismo uccide.

La solitudine uccide.

La mancanza del sostegno, di supporto, di comprensione, uccide.

Quando un solo membro della comunità cede, l’intera società accusa il colpo del fallimento.

A volte pensiamo sia inutile dedicare tanto spazio all’informazione se poi al momento di agire nessuno fa niente.

Altre volte si cerca di fare il possibile ma alla fine la vittima non trova la forza di andare avanti.

Oggi in redazione abbiamo ricevuto una notizia terribile: la piccola K. , studentessa  dell’Istituto Laparelli di Roma si è tolta la vita nella solitudine della sua cameretta.

La nostra redazione aveva conosciuto la narrazione della sua storia nel corso delle ricerche sulle segnalazioni che avevamo ricevuto e che hanno portato poi alla pubblicazione di alcuni articoli sulla scuola.

Ci uniamo al dolore della madre e della famiglia e piangiamo con voi tutte le ingiustizie subite.

Scusaci PICCOLA K., avremmo dovuto combattere di più, ma ti promettiamo che in tuo nome andremo fino in fondo per verificare perché sei stata lasciata da sola.

Betapress non si fermerà, in nome della piccola K.

 

 

per tutti i nostri lettori consigliamo di seguire questo corso sul bullismo, completamente gratuito, che aiuta a capire il fenomeno:

 

il bullismo

 

oppure potete vedere i video sul canale betapressTV a cui vi suggeriamo di iscrivervi.

 

Quante verità ha il Laparelli?

 

Istituto Laparelli di Roma – c’è chi scrive e chi no