Lettera di un mobbizzato al suo aguzzino

Caro 

mi trovo a dover mettere nero su bianco pensieri e sentimenti che da troppo tempo mi gravano l’animo, nella speranza che queste parole possano non solo alleggerire il mio cuore, ma anche illuminare una realtà forse a te oscura.

Da sei mesi a questa parte, ho sopportato in silenzio le tue continue vessazioni, le tue parole taglienti non solo verso il mio operato professionale ma, cosa ancor più dolorosa, verso la mia persona.

Inizialmente, ho cercato di comprendere le tue azioni come espressioni di un rigore professionale forse troppo zelante, o come il risultato di pressioni esterne che io stesso non ero in grado di vedere.

Con il trascorrere del tempo, tuttavia, è diventato chiaro che le tue scelte non erano dettate da nessuna di queste motivazioni.

Le tue azioni, piuttosto, sembrano radicarsi in una profonda incapacità di gestire il tuo ruolo con la maturità e la responsabilità che questo richiede.

Nonostante il dolore e l’umiliazione che le tue azioni mi hanno inflitto, voglio che tu sappia che il mio spirito rimane intatto.

La mia indipendenza di pensiero e la mia libertà dell’anima non sono state scalfite dalle tue continue aggressioni.

Queste qualità, radicate nel profondo del mio essere, sono state il faro che ha illuminato i miei giorni più bui, ricordandomi chi sono e per cosa sto lottando.

È forse questa indomabilità dello spirito che ti ha spinto a intensificare i tuoi attacchi, nel vano tentativo di piegare ciò che percepisci come una sfida alla tua autorità.

Tuttavia, è proprio questa resistenza che dovrebbe servirti da specchio, riflettendo non solo la mia forza ma anche la tua debolezza.

La tua scelta di ricorrere al mobbing come strumento di controllo è la testimonianza più eloquente della tua incapacità di esercitare il potere in maniera costruttiva e del tuo fallimento nel riconoscere il vero valore delle persone che ti circondano.

Riconosco che il cammino per comprendere e ammettere questi errori può essere lungo e arduo. La stoltezza delle tue azioni, tuttavia, non deve diventare una catena che ti lega perennemente a questi comportamenti.

Anche tu hai la capacità di cambiare, di crescere oltre le tue attuali limitazioni e di imparare a valorizzare e rispettare gli altri non per quello che possono darti, ma per quello che sono.

Ti lascio quindi con una riflessione: ogni individuo ha il potenziale per influenzare positivamente la vita delle persone che lo circondano.

La vera grandezza non risiede nell’esercizio del potere su gli altri, ma nella capacità di elevarli, di ispirarli e di contribuire al loro benessere e alla loro crescita personale.

Spero che un giorno tu possa intraprendere questo cammino di trasformazione e scoprire la soddisfazione che deriva dal contribuire in modo positivo alla vita altrui.

In aggiunta a quanto già espresso, ritengo fondamentale sottolineare un aspetto che mi preme particolarmente: l’utilizzo dell’abuso di potere per sopprimere o eliminare colleghi che dimostrano competenza e bravura superiore è non solo moralmente riprovevole, ma denota anche una visione miope della leadership e del successo collettivo.

Questo modo di agire, purtroppo adottato da te nei miei confronti, riflette una concezione di potere estremamente riduttiva e, a dirla tutta, di basso livello. In un contesto lavorativo sano e produttivo, la presenza di individui talentuosi e competenti dovrebbe essere vista non come una minaccia, ma come una risorsa preziosa.

La vera abilità di un leader non risiede nella capacità di sovrastare o eliminare la concorrenza interna, ma nel saper riconoscere, valorizzare e sviluppare i talenti di ciascuno per il bene comune dell’organizzazione.

L’abuso di potere a fini personali o per la mera eliminazione della “concorrenza” interna è una dimostrazione di debolezza e di insicurezza.

Implica una mancanza di fiducia nelle proprie capacità di guidare e ispirare, ricorrendo invece a metodi coercitivi per mantenere una posizione di dominio.

Questo comportamento non solo danneggia individualmente chi ne è vittima, ma erode le fondamenta stesse dell’ambiente lavorativo, compromettendo la coesione di squadra, la motivazione e, in ultima analisi, la produttività e l’innovazione.

Riflettendo su queste dinamiche, è evidente che l’uso dell’abuso di potere per “eliminare” colleghi capaci sia un’autentica strategia perdente.

Non solo pregiudica il benessere e la crescita professionale dei singoli, ma limita gravemente il potenziale collettivo dell’organizzazione.

Una leadership veramente efficace è quella che sa riconoscere e coltivare i talenti di tutti, creando un ambiente in cui ciascuno può eccellere e contribuire al successo comune.

Solo così si può aspirare a costruire una realtà lavorativa che sia non solo produttiva, ma anche giusta e stimolante per tutti.

In conclusione, spero che queste riflessioni possano offrirti una nuova prospettiva su ciò che significa essere un leader e su come l’esercizio del potere dovrebbe sempre essere guidato da principi di giustizia, equità e rispetto reciproco.

È mio sincero auspicio che tu possa riflettere su queste parole e, magari un giorno, adottare un approccio più costruttivo e inclusivo, per il bene di tutti coloro che lavorano al tuo fianco.

 

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Betapress invita tutte le persone soggette ad atti di mobbing sul lavoro a ribellarsi ed a non soccombere, alzate la testa e scrivete a direttore@betapress.it, vi aiuteremo a reagire, anche tramite un supporto legale.

 




“Cambia le tue frequenze e tutto cambierà!”

"Onde Sonore": immagine di Mohammad Usman
Immagine di Mohammad Usman

In principio era il Suono

E se davvero la creazione avesse avuto origine da un suono?

E se la voce umana avesse il potere di “plasmare” il nostro destino, nel male o nel bene?

E se potessimo, grazie ad apposite frequenze, curare o addirittura guarire le malattie?  

È interessante notare come a queste domande si trovi risposta nelle Sacre Scritture, laddove si parla del Verbo per mezzo del quale tutto è stato fatto e, senza di lui, nulla è stato fatto di ciò che esiste.

Riguardo al potere creativo della voce umana, nel libro dei Proverbi è detto che “morte e vita sono in potere della lingua” mentre, sull’argomento salute, è scritto che “C’è chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione.”

A quanto pare, nella dimensione spirituale si è sempre saputo che sono le frequenze a creare e trasformare il mondo che esperiamo.

Nel tempo anche la scienza è riuscita a dimostrare l’indissolubile legame tra le frequenze e la realtà che ci circonda. Oggi sappiamo che tutto è frequenza e non soltanto ciò che percepiamo come suono, musica, rumore o parola: immagini, pensieri e simboli hanno una loro propria vibrazione e così gli animali, i minerali, gli esseri umani… Ogni cosa, visibile o invisibile, ha il proprio suono. Insomma: il Creato è una magnifica, immensa Orchestra e noi, ne siamo i più o meno consapevoli strumenti.

 

Nella foto: Krisztina Nemeth

La voce che guarisce

Krisztina Nemeth, laureata all’Università di Musica ed Arti Rappresentative a Graz in Austria, dopo 23 anni di esperienza come cantante lirica internazionale, abbraccia la propria vocazione di “Healing Voice” e di “Intuitive Coach”.

È autrice di tre libri, dei quali il primo porta la prefazione del Dott. Masaru Emoto, lo scopritore della memoria dell’acqua. 

Come “Voce che guarisce”, la studiosa viene invitata a molti congressi internazionali ed è un punto di riferimento in diversi Paesi negli Stati Uniti, in Sud Africa, Svizzera, Austria, Grecia, Italia, Spagna, Tibet, India, Bali, Mauritius, Hawaii. 

Il Frequencies Congress

Affascinata dall’argomento, Krisztina ne promuove la divulgazione ideando e organizzando il “Frequencies Congress”. L’Evento, giunto quest’anno alla sua quarta edizione, riunisce i maggiori esperti di frequenze nei rispettivi campi di applicazione.

All’immancabile appuntamento previsto per domenica 13 aprile ad Ascona interverranno medici, ricercatori, musicisti e musico-terapeuti, operatori olistici, esperti in numerologia, artisti. Alcuni presenteranno i risultati delle loro ricerche, altri terapie e concetti innovativi, altri ancora coinvolgeranno il pubblico con video e immagini suggestive. Al termine dell’Evento si terrà un concerto meditativo per innalzare le frequenze dei partecipanti.

L’obiettivo è evidenziare l’importanza delle frequenze, del suono, delle energie e il loro impatto su tutto ciò che esiste.

I relatori

Sul palcoscenico del Teatro del Gatto si succederanno, nell’arco di un’intera giornata esperienziale: 

Mirto Ferrandino (Italia), specialista in Bio-Cimatica e presidente della International Cymatic Association. Nel corso del suo intervento mostrerà al pubblico come il suono crea forme nella materia. 

Winfried Leipold e Gudrun Wiesinger, maestri del suono terapeutico, ci faranno ascoltare le pietre sonore e l’impiego di altri strumenti musicali terapeutici.

Il Dottor Ulrich G. Randoll (Germania): medico, ricercatore e inventore della terapia “Matrix Rhythm”, ha ottenuto notevoli successi nel trattamento di una grande varietà di malattie e ha formato migliaia di partner “Matrix Health” in tutto il mondo.

Il Dottor Roberto Ostinelli (Svizzera), medico internista e studioso di medicina integrativa, terapie bioenergetiche e frequenziali, dal 2008 cura i suoi pazienti con innovative tecnologie biofisiche e un approccio psicoanalitico emotivo.

Ing. Rasmus Gauss Berghausen (Austria): per quindici anni collaboratore del Dott. Masaru Emoto e ricercatore in idroscienze. Oggi il suo lavoro è legato alla HRV (variabilità della frequenza cardiaca) e alla sua traduzione in suono e colore.

Alessandro Puccia (Italia): artista fotografico di gocce d’acqua congelate e osservate al microscopio, accompagnerà il pubblico in un viaggio nel profondo di un mondo invisibile a occhio nudo.

Niko Caruso e Michela Pivato (Italia): operatori olistici, ricercatori e divulgatori di frequenze a uso terapeutico, usano le frequenze dei Numeri e l’intuizione per supportare e potenziare l’evoluzione delle anime in cammino.  

Beatrice Lafranchi (Svizzera): terapeuta e organizzatrice di workshop ed eventi su argomenti nell’ambito della crescita personale, mindfulness, consapevolezza e connessione del cuore.   

Jasmine Laurenti (Svizzera): giornalista internazionale e scrittrice, nota al grande pubblico come doppiatrice cine televisiva, parlerà dell’impatto delle parole cariche di intenzioni ed emozioni sul livello qualitativo del dialogo interiore.

Come anticipato, a conclusione dell’Evento i partecipanti potranno immergersi nel concerto meditativo dei musicisti e terapeuti Krisztina Nemeth (Svizzera), pianoforte e voce, e Antonio Testa (Italia), artista che innesta la propria espressività su conoscenze approfondite di etnomusicologia e musicoterapia, oltre che autore e produttore musicale di fama internazionale.

Il “Frequencies Congress” avrà luogo ad Ascona, in Svizzera, il 13 aprile prossimo, al Teatro del Gatto in via Muraccio 21. L’evento inizierà alle 09:45 e terminerà alle 18:45.

Gli ultimi biglietti rimasti sono acquistabili entro il 31 marzo a un prezzo scontato (CHF 157) visitando il sito: www.frequenciescongress.com

 




Mattarella risponde alla lettera della Vicepreside della scuola di Pioltello, ma….

 

“Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla, desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo”.

(Fonte Ansa)

Ineccepibile, equilibrata ed al di sopra delle parti, Tenendo forse in considerazione la Costituzione, i trattati e la complessità che il Suo ruolo Istituzionale gli compete.

Non sembra infatti evidenziarsi una presa di posizione specifica sul fatto in questione.

Così, la risposta di Mattarella alla lettera inviata dalla Vicepreside dell’istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello, Maria Rendani, nominata due anni fa proprio dallo stesso, Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica, per il suo lavoro in classe nel periodo del Covid.

Vicepreside che ad una TV locale ha riferito, secondo il quotidiano “La Stampa”:

«Chiedo a Mattarella di intervenire, di venire a Pioltello a sostenerci perché ci sentiamo soli. Lui è l’unico che può scrivere la parola fine in questa triste storia. Come posso ritrovare la forza e il coraggio di insegnare ai miei alunni che lo Stato italiano difende i cittadini?» così riporta “La Stampa” che continua, «è una scelta didattica. Non ha nulla di ideologico, nulla di religioso. Non abbiamo voluto inserire alcuna festività, non vogliamo togliere l’identità a nessuno e non vogliamo sopprimere nessuna cultura».

Una risposta certamente neutra ed al di sopra delle parti, ma che sembra abbia dato spunto a molti quotidiani, forse propensi ad una “manipolazione propagandistica” essendo oramai troppo spesso allineati a varie correnti ideologiche che guardano sempre più a sinistra.

“Apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo.”

Significativa e precisa, sembra essere la su detta frase che esprime apprezzamento per il corpo docente e gli organi di istituto IN TOTO, e non IN LOCO, specialmente dopo la frase “al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo”, che potrebbe suscitare ulteriori polemiche.

Quello che tuttavia rileviamo, è il silenzio assordante del clero, pur essendo direttamente coinvolti, e che induce i fedeli a porre dubbi sulla attuale missione Pastorale.

Ancor di più se risulta esser vero siano state “barattate”, come riportano alcuni quotidiani, due giorni delle festività pasquali.

 




Cattolicesimo o Islam, dove va l’Italia?

 

E’ appena trascorsa la domenica delle Palme che celebra il festoso ricordo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, accolto in maniera trionfante dai presenti che, per omaggiarlo, stendevano in terra i mantelli e sventolavano i rami tagliati dagli alberi.

Gesù, consapevole di andare incontro alla morte, ma fiero di quella accoglienza.

Una domenica, simbolo della pace, rappresentata dall’ulivo trasportato dalla colomba, che ricorda il racconto della Bibbia e, che vede Noè protagonista.

Questo racchiude la domenica delle Palme.

Ma, una strana domenica delle Palme, quella appena trascorsa, dove spirano forte i venti che vogliono allargare quelle guerre in atto allontanando sempre più la pace.

Sembrano lontani i tempi in cui le famiglie, con i bambini al seguito affollavano le chiese per far benedire i rami di ulivo e delle palme.

Oggi invece, non si riempiono le chiese, e nemmeno Piazza San Pietro a Roma, invasa forse da turisti mordi e fuggi, ma da pochi fedeli.

Poche le Palme e gli Ulivi benedetti.

Chissà se avrà influito a Roma quel blocco della circolazione, che appare e scompare a piacimento di chi ha deciso di dover limitare gli spostamenti delle genti.

Sarà causale o casuale la scelta della domenica delle Palme?

Che strana coincidenza.

E’ di sicuro una coincidenza, dovuta alla cagionevole salute di “Francesco” che per la prima volta, così asseriscono alcune fonti, non è stata letta l’Omelia alla fine del vangelo della Messa delle Domeniche delle Palme.

Ci ritroviamo così nella ricorrenza settimana della Passione e Morte di Gesù Cristo, che porterà alla Sua Resurrezione, domenica prossima.

Una settimana che dovrebbe concentrarsi, per fede, cultura, storia e tradizione, in quegli avvenimenti che hanno dato luce alla Cristianità ed al Cattolicesimo, e che, fino a qualche anno fa vedeva coinvolte famiglie, giovani, anziani, bambini, scuole ed istituzioni, pur nel rispetto della laicità dello Stato, come previsto dalla nostra Costituzione.

In tanti si chiedono dove son finiti quei momenti di riflessione che in questo periodo, iniziando già dalla scuola, venivano dedicati attraverso gli esercizi spirituali.

Si iniziava con il Segno della Croce e la Preghiera, rivolgendosi verso il Crocifisso.

Crocifisso che era presente in tutte le aule delle scuole e in ogni ufficio…

Ma qualcuno ha deciso che così non doveva essere, con il silenzio complice di chi sarebbe potuto intervenire, avendo gli opportuni titoli.

Sparito il Crocifisso, simbolo del Martirio e della Morte di Cristo, sparito il Presepe, simbolo della Nascita di Cristo, spariti gli esercizi Spirituali, sparite le festività Cristiane, sparita la Nostra cultura, per non offendere chi professa altre religioni, nella discutibile cultura di una inclusione forzata, unilaterale e forse non gradita.

Probabilmente, anche al più laico dei laici, la domanda verso dove sta andando l’Italia e non solo, nasce spontanea.

A rafforzare le ovvie domande che tanti, non strumentalizzati da ideologie, si pongono, questi fatti accaduti:

E’ di questi giorni, la notizia che a Pioltello, comune Italiano della città di Milano, il preside di una scuola, decide di chiuderla per la fine del Ramadan; regola musulmana, i cui adepti devono astenersi dal bere, mangiare, fumare, ascoltare musica, dal praticare attività sessuali e le donne non devono truccarsi.

Non entriamo nel merito, per cui già tanto si è scritto, se non per rilevare quanto asserito dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini: “un legittimo provvedimento dell’istituto” e, continua: “Non mi pare il caso di far diventare la cosa un problema”.

Riportiamo anche la posizione di Don Fabio Landi: “Rispettare i musulmani è un modo per capire l’altro” e, continua: “una delle cose più importanti della vita è la religione. Non so come sia il regolamento delle scuole, si sospende anche a carnevale”. In oltre, al “Il Giorno”, un suo collaboratore, don Fabio Landi, responsabile della Pastorale scolastica per la Diocesi di Milano, chiarisce: “Sono sorpreso dal cancan sollevato da una vicenda che credo non solo assolutamente normale, ma addirittura auspicabile. Rispettare la festa dei musulmani è un modo per capire l’altro. Le scuole tengono in considerazione le settimane bianche, figuriamoci un appuntamento come questo. È un ottimo esempio davanti a una realtà complessa, se usciamo dalla logica di conquista e ci mettiamo in quella dell’incontro”.

A rendere ancora più complessa e dubbiosa la posizione dell’Arcivescovo e del Monsignore, la lettera firmata da tre parroci, e letta nelle chiese di Poiltello al termine della messa prefestiva:

“La decisione del Consiglio di Istituto è nata da una seria e attenta capacità di leggere il tessuto sociale della nostra città che, come sappiamo, ha una percentuale di presenza di popolazione musulmana molto alta.

Non accettiamo in alcun modo i toni aspri e violenti con cui in questi giorni si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica. Che cosa avranno pensato di noi adulti i ragazzi che, quando entrano in classe, vedono solo compagni di classe con cui crescere e amici con cui giocare senza guardare alla nazionalità o alla religione?

La realtà di Pioltello è molto complessa e di certo non servono le chiusure e il disprezzo. Serve invece la capacità di darsi la mano e lavorare insieme.

Anche il responsabile dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi di Milano ha espresso apprezzamento per questa «bella iniziativa di dialogo tra religioni»

Riteniamo che la decisione, presa in modo collegiale, di chiudere la scuola in occasione della fine del Ramadan sia nata dal buon senso di chi opera ogni giorno in una realtà multietnica con passione e cura per ogni persona e per la sua identità. Per questo esprimiamo piena solidarietà al Preside e a tutto il Consiglio di Istituto dell’Istituto Comprensivo Iqbal Masih

Siamo sicuri di una cosa: quando le polemiche saranno finite (di solito bastano pochi giorni) a Pioltello resteremo noi, resteranno le persone; uomini, donne e bambini di buona volontà che vogliono vivere insieme, che vogliono una città bella e serena e, anche se costa fatica e non è scontato, ogni giorno si sporcano le mani, costruiscono ponti e inventano iniziative per incontrarsi, accogliersi e aiutarsi.

Firmato: Don Andrea, Don Giacomo e Don Marco”

Posizioni, quella dell’Arcivescovo, del Monsignore e dei tre Don, che potrebbero indurre molti fedeli a porre dubbi sulla loro missione pastorale.

A ciò che sta accadendo a Poiltello, sempre negli ultimi giorni, dobbiamo aggiungere quanto denunciato dal Sindaco di Monfalcone, dove un oratorio, intitolato all’Arcangelo San Michele, di pertinenza della parrocchia, è stato prestato ai musulmani, come moschea, all’insaputa del sindaco.

Fenomeni, questi, che trovano sempre più spazio nel tessuto Italiano, e registrano uno strano cedimento verso non la laicità dello Stato, come in origine ci si era impropriamente orientati, rinunciando, per di più, alla cultura ed alla tradizione Italiana, orientando tutto verso una vera e propria islamizzazione.

Togliere progressivamente ma puntualmente ogni forma culturale cristiana e cattolica, che ha caratterizzato la nostra vita di sempre, e sostituirla con la cultura islamica, assai lontana dalla nostra, per di più, con la complicità di coloro i quali preposti per Loro volontà a difenderne ogni principio, rende fortemente dubbioso il futuro delle nostre generazioni.

Ettore Lembo




A. è ancora con noi…

Qualche giorno fa A. ha tentato di andarsene da questo mondo, una difficile malattia ed un posto di lavoro ostile presso una importante Università Italiana le hanno fatto credere di non essere adatta a vivere.

Le abbiamo scritto queste due righe come comitato di redazione:

 

Ciao A. abbiamo saputo e siamo contenti di poterti scrivere ancora, vedi, per favore, di non fare favori agli altri, in questi casi è meglio combattere e perdere che arrendersi.

Volevamo scriverti ieri ma abbiamo preferito prima sentire Ch. per avere un quadro completo.

Permettici alcune considerazioni: il tuo gesto avrebbe solo generato tristezza nelle persone che ti vogliono bene, facendo invece contenti gli altri, ma ti pare logico!!?? Meglio allora combattere aiutata da chi ti vuol bene.

Noi siamo disposti ad aiutarti come possiamo, scriviamo un bell’articolo su di te che parla di come si difficile combattere tra lavoro e malattia e di come sia importante avere un supporto anche dai colleghi, falli stare di merda, falli sentire le merde che sono o almeno fai capire a tutti gli altri le merde che sono (infatti chi è una merda di solito non ne è consapevole).

A. ti capiamo e ti siamo vicino e lo sai, ma non posso accettare che una persona bella ed intelligente come te la dia vinta a degli ignoranti colossali.

Capiamo che tu creda di avere solo due possibilità ovvero andartene lasciando indietro tutta questa sofferenza o rimanerci dentro, quasi in un profondo nero di dolore.

Pensiamo invece che Tu non veda il sole che tu sei per gli altri, perché di solito chi lo è non se ne accorge.

Quindi hai una terza strada, forse la migliore, mettiti davanti ad uno specchio e guardati con gli occhi di chi ti vede realmente: in questo modo ti renderai conto che questa vita, seppur difficile, contiene dei valori e delle bellezze, e nessuno ha il diritto di privare il mondo della bellezza, nemmeno Tu.

E se tu pensi che andartene allieverebbe la tua sofferenza, beh, non è così.

E non lo diciamo seguendo un ragionamento religioso, anche se anche lì ci sarebbero delle ragioni valide, ma parliamo da un punto di vista egoistico.

La tua presenza su questa terra è un messaggio, un messaggio di bellezza, di generosità, di forza, di armonia, come pensi di arrogarti tu il diritto di spegnere per gli altri questo messaggio? ricordati che spegneresti una luce per chi la vede non per chi non la vede, e questo ti sembra logico, ti allieverebbe la tua sofferenza? te ne andresti contenta di aver reso tristi le persone che ti volevano bene? saresti così felice di chiudere gli occhi sapendo che il mondo che lasceresti dietro di te diventerebbe, almeno per noi che ti vogliamo bene, un poco più brutto? sei circondata da teste di cazzo?

Embè, sai quante ce ne sono nel mondo ed in qualsiasi posto credici, ma la tua vittoria è rimanere continuando a dimostrare che loro sono delle teste di cazzo, e questo si riesce a fare con il confronto, con la presenza di anime gentili, altrimenti se ci fosse solo il buio senza la luce chi capirebbe che è buio?

Questa è la tua terza via, continua a godere fino all’ultimo dei beni che questo mondo ti ha dato e che sono dentro di te e negli occhi di chi ti vuol bene, non farti guidare nelle tue azioni dal male negli occhi degli altri, ricordati sempre che raglio d’asino non giunge in cielo.

E poi calcolando anche solo che la tua presenza gli da fastidio, ma noi non ce ne andremmo mai!!!!

A. lascia che sia la vita a decidere per te, non tu per la vita, segui la tua anima luminosa, vivi ogni giorno per custodire quei beni che hai dentro di te affinché siano guida per gli altri, e pensa sempre che anche se la malattia ti rende difficile vivere, l’universo ti ha dotato di tanta bellezza, di un’anima buona, di una mente Brillante, gli altri intorno a te avranno la salute, ma sono delle perenni teste di cazzo, nel mondo c’è un bilanciamento.

A., vivi per vivere hai troppi doni per abbandonarli.

 

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Qualcosa non quadra

 

Non ci tornano i conti:
La Cina e la Russia, non riconoscono l’ attentato terrorista di Hamas, del 7 ottobre all’ Onu, però a pochi giorni dalla riunione, avviene l’attentato terroristico jiadista a Mosca, dove si scopre che, la stessa Cia, avesse avvertito del rischio incombente e i russi, hanno disatteso e non sono corsi ai ripari! Umm!

Mi sa che i “lupastri  jiadisti” di turno, su commissione, quando servono, ci sono sempre… 

In un mondo surreale e psicotico come questo di oggi, tutti vogliono sembrare buoni e nessuno vuole fare la parte del cattivo; però, le armi sparano, lo stesso, sia da una parte, che dall’altra!..

A chi dobbiamo, quindi, dare la ” parte incresciosa”!?, ma ai lupastri cattivi, naturalmente!

Gli stessi, guarda caso, dell’11 settembre, con buona pace di tutti …

Era da parecchio tempo che non se né sentiva parlare.

Tutto perché, nessuno vuol ammettere, che l’opinione pubblica internazionale ipocrita, non può stare dalla parte del più forte, ma dipinto come il cattivo e anche antipatico.

Un po’ come i vecchi incontri di tennis tra Borg e Mc Enroe:
Uno forte ma antipatico, ovviamente Borg, e l’altra fragile e nervoso Mc Enroe.

Sapete per chi tifava la gente!?

Mc Enroe.

I lupastri Jiadisti, quindi tolgono, di fatto, le castagne dal fuoco a tutti, sia agli americani, che passeranno alla storia come i salvatori della Patria o i poliziotti democratici del mondo, sia ai russi che non si potranno più sentire bersaglio del mainstream del male assoluto da colpire, e degli israeliani, che avranno spazio di manovra e da spendere ancora un po’ di tempo, per finire il lavoro sporco e fare tabula rasa di Gaza e dei migliaia di innocenti inermi fra donne e bambini …

I lupastri Jiadisti usati e consumati alla bisogna né più e né meno, come i vecchi ” pellerossa ” cattivi dei vecchi film Western, con gli sceriffi pronti a difendere i valori della loro democrazia col settimo cavalleggeri alla carica …

Ma poiché non ci sono più i nativi americani da ingaggiare, adesso tornano comodo e vengono rimpiazzati da quel Islam violento che da’ fastidio a tutti, persino ai cinesi e agli indù indiani …

I lupastri Jiadisti sono come gli alieni, come il prezzemolo, sono da per tutto …

I lupastri Jiadisti stanno all’alieno, come lo sceriffo al ” pellerossa”…

Gli stessi innocenti inermi russi, che ieri a Mosca, hanno trovato la morte, anche se in numero certamente inferiore rispetto alle moltitudini in Palestina tutti i giorni.

La guerra, o almeno la sua narrazione ” ufficiale ” da vincitori, ci dice come ce la vogliono raccontare, e gli stanno facendo prendere una svolta non diversa, ma inaspettata.

Un ” coup the theatre” per mischiare di nuovo le carte e per mandare avanti questo ” Truman show “macabro e grottesco; tanto, i morti ammazzati, che siano ucraini, o russi, americani dell’11 settembre, o palestinesi o israeliani, non frega niente a nessuno.

” the show must go on ” e i morti sono solo danni collaterali.

Qualcuno, a la fine, se ce n’è sarà una, farà i conti di quanti milioni di cartucce prodotte e consumate, quanti tank, quanti uomini, quanti aerei, missili, droni, quanti soldi le industrie di armamenti hanno guadagnato, quanti soldi si potranno reinvestire nei nuovi modelli più tecnologici, efficaci ed efficienti e quanti per la prossima campagna elettorale delle presidenziali americane e non …

Scoprendo anche che dietro ai lupastri Jiadisti o Hams, o alle brigate rosse, ci sono sempre loro.

Cosi, il” Mr Burns” della situazione, tamburellando i polpastrelli e sfoderando il suo solito ghigno luciferino, dirà: ” eccellente “!




Dignità e capacità di gestire un ruolo.

Principessa Kate, un esempio da copiare

In data 22 marzo la Principessa del Galles ha informato il suo popolo ed il mondo che l’intervento da lei subito a gennaio era dovuto ad un tumore addominale.

In questo mondo moderno basato su una forte consuetudine del parlare a vanvera e del guardare dal buco della serratura la vita degli altri, quanto ha sentito la responsabilità di fare la Principessa non può che essere ritenuto un gesto che dovrebbe insegnare a tanti, molti leaders europei e mondiali inclusi, come gestire il proprio ruolo.

Il sentirsi, infatti, a causa di quello che “si è a conoscenza avendo osservato da quella serratura”, nella condizione di giudicare e pontificare, spesso senza alcun senso ne del limite ne del ridicolo, è un comportamento che, purtroppo, oramai, ha superato il perimetro del “parlare al bar” ed è entrato troppo spesso nel “perimetro istituzionale”.

Un intervento pubblico, quello della Principessa, ove si vede una donna coraggiosa, certa dei suoi ruoli.

Una leader per il suo popolo, una madre, una moglie, una donna che, con dignità e saggezza, gestisce le sue ansie e la sua malattia.

Una donna che sa chiudere il proprio discorso pubblico al suo popolo ed al mondo con queste parole “In questo momento, penso anche a tutti coloro le cui vite sono state colpite dal cancro.

Per tutti coloro che affrontano questa malattia, in qualunque forma, per favore non perdete la fede o la speranza. Non siete soli”.

Ha terminato il suo messaggio portando speranza, non chiedendo aiuto.

Ha terminato il suo messaggio dando a chi si trova nella sua stessa situazione forza nella fede e nella speranza.

Da vero futuro Capo di Stato ha dichiarato che questi sudditi “non sono soli”, questa una delle sue priorità.

Una donna, una vera donna, che chiama il marito per nome e, da madre, rende pubblica la sua preoccupazione su come i figli possano vivere lo stato di salute della mamma.

Con dignità ha parlato di “enorme shock”, definendo questo stato d’animo una “ovvietà” da “elaborare” con “William”, il marito e padre dei suoi figli, non il “Principe ereditario”.

Ha dichiarato che l’elaborazione di questo “shock” ha richiesto “tempo”, ma “soprattutto, ci è voluto del tempo per spiegare tutto a George, Charlotte e Louis in un modo appropriato per loro e per rassicurarli che starò bene”.

Una madre che tutela i propri figli.

“Speriamo che capiate che, come famiglia, ora abbiamo bisogno di un po’ di tempo, spazio e privacy mentre completo il trattamento”.

“Come famiglia”, quella ove un padre ed una madre hanno il senso del loro ruolo e tutelano il loro perimetro privato chiedendo “privacy”.

Non è importante se si crede nel valore della monarchia o in quelli dello Stato repubblicano, ciò che ci insegna questa donna, madre e moglie è che, allorquando le cose diventano serie, i valori fondanti per reagire sono “fede e speranza”, sono “famiglia” e “figli da tutelare”.

Con dignità, appunto.

L’occidente tutto, non solo il suo popolo, ha trovato un “simbolo”.

Un “simbolo” vero, non un “influencer”.

Dignità e compostezza, da Capo di Stato, appunto.

Questo il “lavoro” di questa leader. Lavoro che, sempre in questo discorso, dichiara di amare.

A questa donna, questa madre, questa moglie, questa professionista della cosa pubblica, sommessamente e umilmente, non si può che augurare “lunga vita”.

L’occidente ha bisogno di questo “simbolo” per tornare nell’alveo delle proprie tradizioni.

Di persone inventate al potere ne abbiamo già troppe.

Principessa Kate, un esempio da copiare, appunto.

Soprattutto se si è, pro tempore, al potere.

Ignoto Uno




Edge of Tomorrow

 

Analizzando gli eventi storici drammatici di un’altra guerra messa in naftalina come quella del
Vietnam, mi verrebbe da pensare che molte analogie ci siano con questa ucraino- russa.

Come esporrebbe i fatti il buon Carlo Lucarelli ed apostrofasse, in una spy story di tutto rispetto ,con un” ma adesso lasciamolo lì!”, indicando argomenti non per forza utili alla tesi, io, invece ,vado ad estrapolarli, conscio del fatto che, in geopolitica, come del maiale, non me né vogliano i mussulmani, non si butta via niente.

La cosa singolare, è che allora come anche adesso, i Russi e cinesi, comunisti peraltro, fornivano armi e logistica al Vietnam del nord e al regime vietcong di ho-chi min, contro gli Usa che, avrebbero potuto attaccare sia la Russia che la Cina per gravi colpe di intromissione in un conflitto divenuto anch’esso per procura, con conseguente nefaste e con molta probabilità si sarebbe assistito ad una terza guerra mondiale.

Tutto ciò, grazie a Dio, non avvenne.

Oggi lo scenario Bellico è cambiato, se pur con parti invertite.

Adesso sono gli Usa ad aver creato una guerra per procura, contro quella stessa Russia che foraggiava i Vietcong nel ’68, che, nel frattempo, dopo 50 anni, si è emancipata dal comunismo.

Questa situazione nuova, avrebbe fatto ben sperare in una Pace duratura e magari  perché no’, in un ‘ ingresso nella Nato, con buona pace di tutti, a differenza della Cina, la quale, comunque, “lascerei là “, come direbbe Lucarelli, per il momento, al ruolo di spettatore, attendendo confuciamente la propria “occasione” di rivalsa taiwanese.

Ma chi è il vero aggressore!? E chi il vero aggredito!? È difficile stabilirlo in queste acque torbide, come quelle,tral’altro della favola di Fedro, del lupo e del agnello.

Chi sporca veramente l’acqua a chi ,e chi è, in questo caso il vero agnello e il vero lupo.!?

Certo è che questa guerra è iniziata continuativamente dal 2014, e gli ucraini governativi e non ,come il nazi battaglione Azov, non erano certamente le vittime .

In che cosa però si differenzia, rispetto a ieri il conflitto, e che la sortita degli esponenti politici europei, dalla Ursula Fon der Lyen a Presidente Macron, soffiano sul fuoco minacciando direttamente l’impiego di forze militari francesi o europee, quindi Nato!

La nota stonata è che ad una linea Maginot al confine con le Ardenne si voglia rispondere ad una nuova ,improbabile “linea Macrinot”, sul fiume Dniepr, che al massimo ,può sortire e suonare come una palese dichiarazione di guerra alla Russia, che, a differenza di kalasnicov e uaz, oggi sono i missili intercontinentali con testate nucleari potenziate a fare la differenza.

Se fosse una partita a poker texano, sarebbe la più brutta e pericolosa partita della storia, che non si dovrebbe neanche iniziare.
Forse ebbe ragione quello sceneggiatore di Hollywood quando scrisse il soggetto del noto film di fantascienza : ” Edge of Tomorrow” senza domani.
L’unica mossa vincente è non giocare.

 

P.s.
Allora fu Henry Kissinger a presiedere, a Parigi, la resa incondizionata del conflitto Vietnam versus Usa… purtroppo, questa volta, il caro Henry, non sarà dei nostri.




Scienza dell’Arte: estetica e metodo?

Betapress: Paolo Battaglia La Terra Borgese, ci spieghi lei cosa è la Scienza dell’Arte

 

Il metodo sperimentale, caratterizzante la scienza moderna, fu diffuso da Galileo Galilei: presuppone di esaminare costantemente che le indagini sperimentali siano connesse con le ipotesi e i ragionamenti svolti. Al pari di altre scienze, la Scienza dell’Arte è dunque anch’essa un sistema di conoscenze – spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese

 

Occorre chiarire che il termine ha un significato immediato e storicamente definito – precisa il noto critico d’arte -, e indica lo studio dei fenomeni artistici con il metodo e i presupposti delle scienze naturali, al fine di determinare, in maniera universale e necessaria, le leggi che presiedono alla vita dell’arte. Un tale atteggiamento teorico, oggi alquanto superato, considera cioè questo fatto spirituale, che è l’arte, alla stessa stregua di un qualsiasi fenomeno naturale sperimentale.

 

Oggi la Scienza dell’Arte ha fatto passi da gigante – spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese – e non è più stagionata nella trappola tecnica/rappresentazione/periodo: è avvenuta una vera palingenesi ad opera della Critica Artistica, che è la vera Scienza dell’Arte.

 

Le varie estetiche naturalistiche, fisiche, fisiologiche, psicologistiche ecc. erano tutte mosse dall’ambiziosa aspirazione di concludere in un sapere scientifico la vitalità estrema del mondo dell’arte. Il loro merito consistette nella polemica, giustificata entro certi limiti, contro alcune astrattezze speculative e posizioni mistiche in cui si perdeva la concretezza della sfera estetica – avverte Paolo Battaglia La Terra Borgese -.

 

Ma il loro limite si delinea ben chiaro allorché si tiene presente che la scienza può spiegare il mondo dei fatti, e non quello dei valori, né quello delle forme spirituali che sui fatti operano trasfigurazione e idealizzazione. Il mondo dello spirito, in altre parole, non può essere studiato col rigido metodo sperimentale perché altrimenti se ne perderebbe di vista la più profonda essenza, che è la libertà creativa. Questa è la ragione per la quale la Scienza dell’Arte non ha senso senza la Critica Artistica, che ne costituisce il diretto sinonimo e, soprattutto, la maggiore nozione, in quanto la Scienza dell’arte è solo una delle componenti della Critica Artistica.

 

Con ciò non voglio negare, chiarisce Battaglia La Terra Borgese, tuttavia, da parte delle estetiche più recenti, il valore e il contributo positivo di un certo ordine di studi. Tali ricerche vanno però condotte con metodi e procedimenti più elastici e idonei alla particolare natura dell’argomento, anche in considerazione del fatto che il metodo naturalistico di cui il positivismo si fece assertore è, nel campo delle stesse scienze, sottoposto oggi a un severo processo di revisione critica, e perciò non è più il caso di averne la cieca fiducia che se ne ebbe alla fine del XIX secolo. In secondo Luogo, le ricerche cosiddette scientifiche, di carattere psicologico, valgono a mettere in luce particolari piani ed aspetti della sfera estetica, ma i loro dati vanno integrati nella visione teoretica, cioè universale, del complesso mondo dell’arte.

 

Vanno, cioè, inserite nel quadro di una filosofia critica dell’arte e del bello.

 

Il piano in cui si risolvono dalla loro particolarità e unilateralità è dunque propriamente il piano dell’estetica.

 

Conclude Paolo Battaglia La Terra Borgese:

Nell’epoca che viviamo il termine «scienza dell’arte» vuol quindi indicare il complesso di studi d’ordine psicologico, sociologico, critico, tecnico, storico, ecc. che l’estetica conduce nella infinita ricerca di una definizione dell’arte e del bello. Il vocabolo “scienza” non va dunque inteso come un sapere che concluda a leggi definitive, ma come un metodo di seria indagine teoretica sempre aperta a nuove scoperte e a nuove integrazioni da parte della Critica Artistica.

 




VINO A CASA VIENI A CASA

ROMANIA: PROGETTO ”VINO A CASA VIENI A CASA”.

 

In un contesto segnato dalla migrazione e dalla mancanza di forza lavoro, il progetto “VINO A CASA” (in rumeno vino a casa vuol proprio dire vieni a casa), si propone di accogliere i rumeni che sono emigrati all’estero, offrendo loro opportunità reali e motivate ( come un buon bicchiere di vino ndr) per tornare in patria e contribuire allo sviluppo economico e sociale della Romania.

Lanciato dal Patronato Confindustria Romania e sostenuto da alte istituzioni pubbliche e multinazionali, uno degli elementi fondamentali del progetto è stata la creazione di una piattaforma interattiva che mette in contatto domanda e offerta di lavoro, facilitando così l’accesso dei rumeni a opportunità di impiego in diversi settori e regioni del paese.

Questo aspetto è particolarmente importante considerando che molti rumeni emigrati sono alla ricerca di motivi solidi per tornare a casa e continuare la propria carriera in Romania.

Inoltre, il progetto “VINO A CASA” offre supporto e assistenza non solo a coloro che desiderano tornare in Romania, ma anche alle loro famiglie.

Il progetto si impegna a fornire aiuto nella ricerca di alloggio, accesso a servizi sanitari di qualità, soluzioni per l’istruzione e la formazione professionale, nonché assistenza nella gestione del processo di reintegrazione amministrativa.

In un momento in cui la Romania affronta sfide significative legate alla migrazione e allo sviluppo economico, il progetto “VINO A CASA” rappresenta un’iniziativa audace e innovativa che dimostra come sia possibile costruire un futuro migliore per il nostro paese, incoraggiando il ritorno e il coinvolgimento attivo della diaspora rumena nello sviluppo della Romania.

La mancanza di forza lavoro è un problema in tutta Europa. La migrazione della forza lavoro da un paese all’altro lascia ogni territorio scoperto. Attraverso il nostro progetto “VINO ACASA” abbiamo guardato avanti, analizzando il flusso migratorio naturale, costante e inarrestabile tra Romania e Italia, che coinvolge migliaia di cittadini rumeni ogni anno, e in questa direzione abbiamo avviato un dialogo innovativo, costruttivo e indipendente con la comunità rumena, per mantenere il più possibile il capitale umano nel contesto della catena industriale italo-romena in entrambi i paesi“, ha dichiarato il Presidente di Confindustria Romania, Giulio Bertola.

 

 

Angelo Sinisi

Engineer, Economist  

Manager of Tales of Angels asociatiatalesofangels.com

Confindustria Romania Associative Development  https://confindustria.ro/

PhD Profesor Asociat  Selinus University https://www.uniselinus.education/

Member AMIER Asociația Managerilor și a Inginerilor Economisti din Romania  http://www.amier.org/ 

https://www.linkedin.com/in/angelo-sinisi-004991174/