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Adinolfi: ancora a Bergamo

Riceviamo un comunicato stampa da Alternativa per l’Italia, la formazione politica con la coppia Adinolfi – Di Stefano, che candida al senato Mario Adinolfi nel collegio plurinominale di Bergamo.

lo pubblichiamo volentieri visto che continuiamo a dire che gli attuali partiti politici sono impresentabili considerati i risultati di questi anni!

 

COMUNICATO STAMPA

 

Bergamo, 03 Agosto 2022

Elezioni 25 Settembre 2022: Cosa vogliamo per questa Italia?

 

Alternativa per l’Italia – APLI, la nuova formazione politica che vede uniti Mario Adinolfi (Popolo della Famiglia) e Simone Di Stefano (Exit), presenta la candidatura nel collegio plurinominale di Bergamo per il senato, di Mario Adinolfi co-fondatore del Popolo della Famiglia.

Sappiamo che il nome di Adinolfi a Bergamo fa sempre molto rumore, ma mai come in questa occasione, la decisione del nostro presidente di presentarsi per la seconda volta a Bergamo, è segno di un attaccamento a questa nostra splendida città che in questi ultimi due anni ha tanto sofferto.

 

Cosa vogliamo per questa Italia?

 

No Green pass e no all’obbligo vaccinale, Mario si è infatti battuto per la libertà di scelta vaccinale, scegliendo di non vaccinarsi e battendosi per la libertà di scelta per tutti, senza obblighi o anatemi. Sostegno alle famiglie tramite reddito di maternità, quoziente familiare, incentivi alla piccola impresa, sostegno ai giovani e molto altro nel programma di Alternativa per l’Italia.

Venite a firmare ai nostri banchetti per vedere il nostro simbolo il 25 settembre sulle schede elettorali vi aspettiamo numerosi.




Bibbidi-bobbidi-boo, Draghi non c’è più!!! (parte 1)

Salagadoola mechicka boola
Bibbidi-bobbidi-boo
Put them together and what have you got
Bibbidi-bobbidi-boo

La Favola fino alla mezzanotte …

Così cantava una canzone Disney tanti anni fa, in quella canzone una maga trasformava le zucche in carrozze, i topi in cavalli, cavalli in cocchieri, cani in lacchè, cenerentola in principessa.

Anche noi abbiamo avuto la maghetta che ha trasformato tutto, anche noi, in una favola da Disney, ma ormai è giunta mezzanotte e la favola anche per noi è finita.

Per noi di Betapress nulla di nuovo, lo sapevamo già che sarebbe successo esattamente quello che è successo, ricordo il nostro articolo del 9 febbraio 2021 https://betapress.it/draghi-e-la-repubblica-delle-vanita/ ed anche l’altro sempre del 9 febbraio 2021 https://betapress.it/draghi-perche-durera-poco/  , in cui preannunciavamo quello che si è appena verificato.

Ma a parte questa nostra consapevolezza e capacità di visione che dovrebbe farci chiamare subito in ogni televisione per diventare commentatori ufficiali di qualsiasi trasmissione politica, veniamo alle considerazioni che oggi dobbiamo onestamente fare in seguito all’uscita di Draghi.

La prima ci obbliga a dar ragione a Mussolini quando diceva “Governare gli italiani non è impossibile, è inutile”, vero, come abbiamo appena visto, l’italiano di oggi è ancora più ingovernabile di quello di allora, più qualunquista, più cinico, privo di veri valori.

Incapace di riconoscere e capire i progetti politici, specie quelli più nefasti come le dichiarazioni dei 5 stelle, ormai evidentemente prede del potere fine a se stesso, rinnegatori di tutto quello da loro stessi detto, fintamente legati ad una coerenza ideologica che di ideologico non ha nemmeno le asole delle scarpe.

Fino a ieri fedeli sostenitori del governo, oggi giani bifronte dei loro interessi.

Caro Benito oggi, parafrasandoti, oseremmo dire che è inutile governare l’Italia stessa, castello di burocrazia inutile e devastante, ostello di schizofrenici al potere, paranoici e bipolari ammantati di ruoli di governo mai meritati ma soprattutto mai veramente svolti.

19 partiti alla camera 12 al senato, un governo che da anni per funzionare va avanti a colpi di fiducia, una burocrazia che tiene in ostaggio chiunque si sieda in parlamento, la mancanza di idee politiche, il crollo totale dell’etica nazionale (tranne quando parliamo di calcio), piangiamo se qualcuno canta l’inno di Mameli ma non facciamo nulla se degli schifosi avventori di postriboli della più bassa lega si impossessano delle redini delle istituzioni.

Ma chi siamo noi che accettiamo tutto questo??

Eh si, siamo dei rincoglioniti.

Non vi offendete cari amici, ma la verità bisognerà pur dirla, oggi ci sfoghiamo andando sui social e gridando allo scandalo, ma nella vita reale non facciamo nulla, ci sfoghiamo nel mondo virtuale e ci appecoroniamo nel mondo reale, e la cosa veramente grave è che dentro di noi pensiamo di aver fatto chissà ché perché abbiamo messaggiato su facebook.

Da morire dal ridere…

Le Elezioni.

Ma adesso andiamo a votare, quindi potremmo esprimere le nostre idee!!!

Altra frase che ci fa morir dal ridere.

Intanto, in questo paese, meno della metà delle persone va a votare, se questa cosa continuerà vuol dire che metà dei cittadini ne ha talmente la scatole piene che non crede più nemmeno nei diritti sanciti dalla costituzione.

Però è difficile dargli torto, negli ultimi anni la costituzione è stata scavalcata bellamente tante volte, con governi tecnici, DCPM a gogo, e tante altre soperchierie che ci fanno ricordare le invasioni barbariche.

Dovremmo recuperare la fiducia degli italiani verso le istituzioni, ma come, se sono le stesse istituzioni che la fanno scappare a gambe levate?

Comunque anche se a votare ci andrà solo il 10% degli italiani un governo ci sarà, ovviamente in questo caso sarà un governo oligarchico, non espresso dal popolo ma solo da una sorta di élite, e può essere giusto che un popolo stufo e stremato da una marea di idioti che ha fatto scappare ai cittadini la fiducia nelle istituzioni venga poi governato da un governo eletto da una minoranza?

Speriamo che la gente colga l’occasione per dare una spallata al sistema, ma allora chi verrà votato?

Bella domanda, speriamo solo che chiunque venga votato abbia la maggioranza assoluta, almeno potrà dire di rappresentare gli italiani.

Poi comunque non riuscirà a governare lo stesso perché si adatterà a mediare e trattare per rimanere dove è.

Siamo convinti che questa volta un premio alle urne lo raccoglierà la destra di Giorgia Meloni perché, in tutto questo caos primordiale che è diventato il nostro paese, è quantomeno rimasta coerente con se stessa.

I Giovani

Ci viene facile rivolgere un pensiero verso i nostri ragazzi.

Ci lamentiamo spesso per la fuga di cervelli dal nostro paese, ma in realtà i ragazzi dovrebbero andar via in massa da questo paese, dovrebbero andar via tutti, senza esclusioni, via, via, via …

Non solo dovrebbero andar via ma dovrebbero anche dimenticarlo questo paese, scordarselo, cancellarlo dalle loro memorie.

Questo paese ha dentro di se i germi di una grave malattia, un cancro inguaribile, che lo sta divorando dal di dentro da decenni.

Un pensiero su Draghi

dentro di me ho pensato che Draghi non aspettasse altro per poter gettare la spugna con onore, come se Conte gli avesse alzato la palla per potersene andare nel momento giusto, poco prima del fallimento.

Vi rimando ancora ai nostri articoli, un pilota di formula uno con una cinquecento non giunge lontano, ed infatti.

Forse all’inizio ci aveva creduto di poter risistemare questo paese senza distruggerlo, ma poi ha capito che è impossibile, ed alla prima occasione ha gettato la spugna, con un’uscita di scena che gli permette di dire: “Io ci ho provato ma…”.

to be continued …

 

 




Elementi, la tavola della riflessione

Di emergenza in emergenza… Ma davvero é così?

Come abbiamo già sottolineato, le notizie sono continue, ininterrotte, tambureggianti: stordiscono chi non possa essere in grado di ben percepire, fare la giusta selezione, soppesare, riflettere: seguirle in modo corretto e coerente è sempre più difficoltoso.

Seguirle – e spesso inseguirle – tutte è pressoché impossibile.

Motivo per cui, il cronista non fa in tempo a mettere in fila le notizie che queste sono non solo superate, ma persino ‘vecchie’, scavalcate senza sosta.

Il cronista, ha l’obbligo di sottolineare ed evidenziare dei fatti all’attenzione del Lettore, indicando gli elementi sui quali soffermarsi.

Elementi, quindi: soprattutto quelli non troppo noti ovvero ‘bellamente ignorati’ dall’informazione-che-non-informa a 360°.

Ecco, quindi, altri elementi oltre quelli già segnalati nel mio precedente articolo.

          * Elementi… In un contesto qual è quello italiano dove l’astensionismo ha ultimamente toccato quota 60%, sembra che ci sia una coorte di soggetti che operano all’insegna del caos, minando così ogni prospettiva di sano recupero.

Anzi, sembra che chi detenga, sulla base di risultanze elettorali ormai vecchie, inaffidabili, fatiscenti e persino ingannevoli, una qualche leva di potere, operi in modo tale da favorire interessi che difficilmente è possibile coniugare con quelli dei Cittadini.

Atteggiamenti incomprensibili, vecchie liturgie, schemi desueti e ormai oltremodo logori, sembrano dominare una scena dove tutto appare confliggere, avvitarsi, precipitare, in uno sfacelo etico, formale e sostanziale dominato dalla non politica, da visioni/interessi (troppo) di parte, e da un quadro socio-economico ormai straziato da svalutazione, inflazione e stagnazione, aumento delle materie prime (ma la tendenza si sta rovesciando), aumento dei costi dell’energia (incomprensibili, per i più) e da aperte contraddizioni tra ciò che ‘andrebbe’ fatto e ciò che invece viene messo in atto, quando non imposto dal tran-tran originato da certa concertazione europea, e non solo.

I Cittadini, a fronte dell’evidentissimo esplodere dei prezzi al consumo in una escalation che – avviatasi in sordina dal Settembre 2020 – ha ormai toccato livelli impressionanti, si interrogano invano sul perché il Governo non intervenga con una risoluta azione calmieratrice specie sui generi di prima necessità, che – nella fattispecie – andrebbero amministrati: il tutto secondo quelle auree regole di economia e finanza che pur dovrebbero essere ben padroneggiate dai tanti esimi soggetti che ci amministrano, ma anche attivando quegli organismi di controllo che, non ultimo attraverso delle indagini, possano accertare la correttezza o meno delle dinamiche dei prezzi e del come gli stessi si formino, così da evitare ogni forma di bassa speculazione o accaparramento.

Ovverosia, di becero sciacallaggio ai danni dei consumatori.                           

* Elementi… Si continua a strombazzare che il lievitare dei prezzi delle materie prime, del loro rarefarsi, dell’esplodere dei costi di energia elettrica, benzina e gas, e quant’altro, sia colpa della belligeranza russo-ukraina: anzi, si sostiene persino con sospetta pervicacia, che è solo ed esclusivamente colpa della Russia e – in primis – del Presidente Putin: posto sulla ‘punta del parafulmine’. In realtà, tutto ha iniziato a svilupparsi fin dall’ultimo quadrimestre dello scorso anno, andando stranamente a sovrapporsi a quei testi che – elaborati da soggetti più che qualificati nelle ‘segrete stanze’, ma ampiamente pubblicati e pubblicizzati – nel loro ‘magico’ pre-vedere le cose del mondo e dell’umanità, hanno pre-visto pandemie, vaccini, riduzioni dell’umanità, carenza di raccolti per siccità e carestia, crisi alimentare, brusca crisi delle materie prime, e tutta una sfilza di disgrazie che – stranamente – tendono a prendere corpo e sostanza.

Ma troppe coincidenze, fanno ben più di una prova… E quando si tende a sminuire le possibili ‘prove’, tacciandole di essere ‘fake news’, mentre tutto sembra crollare, non possiamo fare a meno di interrogarci, prendere consapevolezza e pressare chi ci amministra per apportare modifiche e cambiamenti.

Ancora oggi la UE con Borrell sostiene ‘spero in sblocco grano, questione di vita o morte’: ma è vero? Nel 2021 la produzione mondiale di grano è stata di ca. 750 mln. di tonnellate, per il 90% grano tenero e per il restante 10% di grano duro: l’Ukraina era al settimo posto con 26 mln. di tonnellate prodotte.

Ma nella macro-economia, nella geopolitica – fermo restando che il grano non è partito dai porti del Mar Nero, in quanto questi sono stati minati dall’Ukraina – le quantità di grano ukraino dal quale dipenderebbe il mondo, costituendo questione ‘di vita o di morte’ – per dirla con Borrell – è estremamente ridotta.

Ma ancora una volta, il ‘vincente’ della situazione, è stato il Presidente della Turchia, in veste di mediatore, che ha ottenuto una serie di concessioni, tali da consentire passi avanti là dove le diplomazie occidentali si sono impantanate: neanche ferme con le classiche ‘quattro frecce’ accese, ma senza batterie cariche per poter accendere le luci di posizione. 

Quindi: cosa c’è dietro questi ingiustificati ed eccessivi movimenti?

Perché appaiono essere senza controllo e con i governi che farfugliano circa l’assunzione di misure adeguate finalizzate alla rapida soluzione dei problemi? 

Cosa c’è dietro questi perenni stimoli, quasi ‘incentivi’, a definire tutto  ’emergenza’: “emergenza, ossia ‘circostanza’, ‘congiuntura’ imprevista, particolare momento critico che richiede un intervento immediato” recita uno dei tanti vocabolari, specificandosi peraltro “priva di un preciso significato giuridico nell’ordinamento italiano”.                                                                                                                    * Elementi… Emergenze di tutti i tipi, anzi: tutto è emergenza. Il caldo, il freddo, la siccità, la pioggia violenta, i ghiacciai che si ritirano, il traffico, i terremoti, le mareggiate, la carenza di acqua potabile, le trombe d’aria, la peste suina, l’immigrazione illegale, e via così.

Quindi: sono tutti momenti critici, una sequela di criticità senza soluzione di continuità?

Penso che non sia così. Perché se tutto  è emergenza, se tutto è criticità tale da richiedere interventi immediati, automaticamente ‘niente è più emergenza’: salvo inventarsi le emergenze tra le emergenze.

E se le emergenze vanno oltre i ‘momenti critici’, ovvero oltre i necessari ‘interventi immediati’, cessano di essere tali: per diventare un contesto forse con delle criticità in via di soluzione, ma non più emergenze che si protraggono per moltissimi mesi, quando non per anni.

Se così fosse, è evidente che l’emergenza è stata evocata solo a parole, mentre con i fatti è mancata la piena soluzione dell’imprevisto originario.

Da qui, il reiterarsi di evocate condizioni di ’emergenza’ che si rivelano ben presto chiaramente strumentali per obiettivi e modalità, e rientranti nella gestione di chi amministra: gestione ‘politica’ di nome, ma non di fatto.

   Cosa dire delle varie situazioni che oggi portano alla dichiarata ’emergenza acqua’?

E’ da decenni che è notorio come la rete idrica sia un vero e proprio colabrodo: se è vero che i consumatori ‘sciupano’ l’acqua per un 20-25% è pur vero che almeno il 40% di acqua si disperde nel sottosuolo: allora, perché far finta che la tematica e la problematica nascano oggi?

Cosa è stato fatto prima, durante e dopo, per limitare e ovviare a tali perdite (per colpa delle quali le tariffe sono aumentate moltissimo)?

Poco e niente, e il poco che è stato fatto è stato fatto male, o soddisfacendo criteri di economicità tali da rendere gli interventi di scarsa qualità.

Certo, a ogni ’emergenza’ viene fuori uno stuolo di esperti o di tuttologi pronti a sostenere tutto e il contrario di tutto, quasi sempre interessati non solo ad apparire ma anche a trarre lucro dalla situazione contingente; esperti  pronti a suggerire soluzioni ‘su commissione’ o ‘su misura’ che non di rado si trasformano in panacee del tutto risibili (del tipo: poiché io non faccio la doccia dalla seconda guerra punica, tutti potrebbero prenderne esempio, risparmiando; idem potrebbe dirsi in caso di penuria di generi alimentari, poiché io vivo da 40 anni mangiando poco e una sola volta al giorno, prendete esempio da me…) e che, distraendo, allontanano dalla vera e propria ‘soluzione’.

Vero è che con noi italiani – che ci dividiamo su tutto, costituendo gruppi di vere e proprie ‘tifoserie’ – chi è abile nel manovrare l’informazione e nel comunicare, ha gioco facile per imporre le ‘sue’ e ‘solo le sue’ valutazioni e misure: senza contraddittorio alcuno.                                                                                                  * Elementi… Dell’efferato omicidio in Giappone del  Primo Ministro Shinzo Abe, se n’é  parlato per tre giorni, salvo far calare una pesante coltre di silenzio… in (casuale?) coincidenza con presunti allerta lanciati dall’intelligence americana e inglese.

Ma per l’opinione pubblica italiana, tutto tace.  

       * Elementi… L’adeguatezza dei nostri politici, specie in un contesto come quello attuale, fatto di taglienti battute tra contesti opposti, è materia di pesanti battute. Maria Zakharova – Direttore del Dipartimento Informazione e Stampa del Ministero degli Esteri della Russia – pochi giorni fa ha così apostrofato il nostro responsabile agli Esteri “Il problema di Di Maio è che non capisce nulla di quello di cui si occupa” proseguendo “la caduta di Draghi è un affare interno all’Italia, ma visto che il ministro degli Esteri italiano si è permesso di menzionare la Russia nell’ambito della crisi di governo, gli rispondo che auguro al popolo italiano un governo che si occupi di risolvere i problemi creati dai suoi predecessori e non di servire gli interessi degli americani”.

Situazione comunque imbarazzante e poco opportuna per noi, ai fini della dignità della rappresentatività dell’Italia nel contesto nazionale e internazionale.

Un contesto dove sembriamo essere tornati – per ora – di 50 anni, ma, vedrete, anche di più: dove l’Italia era sotto tutela di più di qualcuno, affatto sovrana, affatto libera, con una democrazia che definire ‘strana’ é dire poco, creatura cui non era consentito decidere per proprio conto, muoversi liberamente.

Tutti sostengono l’asset politico attuale, guai anche solo a parlare di cambiamenti e ancor peggio di elezioni politiche.

Una vera e propria ingiuria, una jattura indicibile anche solo ipotizzare un cambio di maggioranze (così è considerato l’esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti, da parte dei cittadini italiani) che vede schierati politici di ogni tipo e risma, tutti prodighi di consigli e suggerimenti (anche se appaiono avere la caratteristica di veri e propri ‘ordini’): dall’Ukraina alle Cancellerie Europee e d’oltreoceano, ai potentati economico-finanziari (c’è stato chi si è permesso di suggerire persino di chiedere una sorta di permesso al CEO di Blackrock: il maggiore agglomerato economico-finanziario del mondo…), tutti tifano per non cambiare alcunché e tenerci i c.d. ‘migliori’.

Diversamente – dicono – sarebbe peggio per l’Italia e per gli Italiani. 

Ciascuno segua le proprie idee e le proprie valutazioni ma sapere che c’è chi ci considera partner importanti (o ambìta preda?) da tenere sotto ‘protettorato’, suggerendoci di tutto e di più, mi inquieta molto.

Inducendomi a ritenere che ‘a grande richiesta’ nulla potrà cambiare tra domani e mercoledì.

    * Elementi… Circa l’asserita penuria di acqua/gas/elettricità/petrolio e dei relativi derivati, fermo restando che abbiamo centinaia di pozzi estrattivi tuttora inattivi, è illuminante una dichiarazione della Sig.ra Rosangela ‘Rosy’ Mattei, nipote del compianto Presidente dell’ENI Ing. Enrico Mattei: riflessione, di fine Febbraio 2022  che qui riportiamo nella sua integrità ““

Ho sentito che l’Italia ha perso trenta anni per prevedere risorse alternative ai combustibili fossili russi. Ricordo che qualcuno parlava “del mio amico Putin !” e non pensava all’interesse del popolo italiano. L’assoluta incapacità di prevedere il futuro, il guardare solo ad un palmo dal naso e’ stato quello che abbiamo visto fino ad ora da parte della nostra politica.

Quando Mattei fece l’accordo per il petrolio russo (perché costava meno e pensava a far pagare meno la benzina agli italiani) e gli saltarono tutti addosso, contemporaneamente progettava il gasdotto dall’Algeria, progettava una centrale atomica che fu la più grande d’Europa, procedeva a sviluppare le ricerche da parte dell’ENI in tutte quelle parti del mondo dove gli permettevano di operare proprio per avere risorse proprietarie.

Queste iniziative di una persona che “guardava al futuro” sono state tutte cancellate con il suo assassinio. Alla sua morte furono interrotte tutte le ricerche di petrolio all’estero, fu bloccato il progetto del gasdotto algerino e ci affidammo” totalmente” alle risorse straniere” (Cefis). Non piangiamo adesso perché siamo inchiodati alle nostre stesse responsabilità. Rosangela Mattei””.

Parole e concetti netti, che resta molto difficile etichettare come infondati ovvero superficiali: così da offrire una chiave di lettura globale per una molteplicità di situazioni.                                                                                                         * Elementi… Ancora una volta ricordiamo che un sondaggio (commissionato a UN, curato da Victoria Bekiempis e pubblicato dall’IOP-Institute of Politics della Chicago University) ha rilevato che la maggior parte degli americani concorda sul fatto che il governo è corrottto e truccato contro la gente comune… Il 49%, poi, si sente sempre più estraneo nel proprio governo e quindi al proprio paese.

Il 50% degli intervistati non ngradisce parlare di politica con altre persone ‘perché non sanno da che parte siano’. Per lo stesso ragionamento (sentirsi estranei e quindi in potenziale pericolo) il 25% degli americani è disposto a prendere le armi contro il governo poiché sente che potrebbe ‘essere necessario prendere le armi’. 

Potrebbe forse essere questo il motivo, piuttosto che non altri, per cui si cerca con affanno di limitarne/evitarne le diffusione? (fermo restando che i delinquenti non hanno e continuerebbero a non avere problemi di approvviggionamento…).                                                                             * Elementi… A Roma, tutti attendono soluzioni… ma salvo tante belle promesse, ancora tutto langue. Dov’è la Roma Caput Mundi?

Certo: i guasti dell’amministrazione precedente non erano certo pochi… ma non credo che ciò possa essere più considerata una scusante.

Sentire poi galoppare di fantasia ipotizzando mezzi pubblici gratuiti a settembre/ottobre, o misure eccezionali, quali una nuova tassa  per l’accesso nell’area centrale (cui farebbero da contrappunto anche meno parcheggi a disposizione) fa tornare alla mente vecchi progetti degli anni ’70-’80: inattuabili senza recare danno (al commercio – sopravvissuto – ci hanno pensato?

O é più semplicemente un’altra forma per ricavare denaro tassando quei cittadini che non vogliono/possono essere limitati nei propri spostamenti, nelle proprie libertà?).   

Nella grande confusione attuale (bene alimentata, non trovate?), non ci resta che il coraggio e la tenacia per resistere al caos, allo sfacelo, al disordine, all’abuso e al sopruso, al terrorismo con cui viene condita la nostra quotidianità (ricordate le mie riflessioni sul concetto di ’emergenza’? E su come ci svolazzino sopra nerissimi corvi travestiti da fatine) in un contesto sempre più considerato come un vero e proprio disordinato, circo.                                                                                                                  Guardiamo avanti con speranza, sempre fiduciosi che il Bene trionfa sempre: anche nelle situazioni e nelle condizioni più difficili.




E pluribus unum. Ma davvero ce ne potrà essere solo uno, tra i tanti?

In modo particolare gli europei, ma in realtà i Cittadini del Mondo, ormai da mesi si stanno interrogando su tutto quanto sta accadendo.

Molti, troppi, eventi: tutti segnati da profonde. profondissime, contraddizioni, menzogne che emergono come tappi di sughero dall’acqua, apparenti grandi verità e altrettanto palesi grandi falsità…  

E il bello (il brutto, in verità!) è che i mentitori – dai piccoli e mediocri bugiardi, agli ingannatori seriali (per intenderci quelli tutti seri, azzimati, abili affabulatori, soffusi da un’aura di credibilità), per finire ai guitti – proseguono da tempo la propria nefasta azione senza che nessuno avversi la menzogna che è in loro e la distruzione che li segue, costringendoli a mettersi da parte ovvero a rispondere del proprio malfatto.

Non parliamo poi degli inesperti, degli inadeguati che possano essere piazzati in incarichi o cariche anche di rilievo: il guaio è che nessuno risponde, e quindi ‘paga’ per le proprie azioni!

Persino chi – per carica o incarico – avrebbe delle responsabilità, ha chiesto delle clausole di salvaguardia giudiziaria, per non essere chiamato a rispondere delle proprie azioni! Un non senso: politico, giuridico, sociale, e forse persino costituzionale

E poi, magari, questi signori chiedono proprio ai Cittadini di assumersi delle responsabilità, mentre loro le evitano accuratamente! Un gesto in commentabile, persino vile!

Guerre (la terza Guerra Mondiale si è consumata dal 1945 a oggi: ora va in scena un nuovo tipo di conflitto, e ancora diversi saranno i successivi…); vai e vieni di virus; siccità; carestia; crollo dei mercati; altalena delle piazze finanziarie; falcidia dei risparmi; dilagante impoverimento; inflazione; svalutazione; recessione; rarefazione delle materie prime; balzo dei prezzi nel settore energetico; aumento dei prezzi dei beni di prima necessità; aumento della pressione fiscale; assoluta inadeguatezza dei servizi… e chi più ne ha più ne metta: il tutto calato in un’atmosfera di continua emergenza, di terrore instillato e gestito per obbligare a credere a una e una sola versione dei fatti, evitando ogni contraddittorio, con Cittadini costretti a subire pressioni schiaccianti, tali da minacciare la loro stessa  sopravvivenza, la dignità di un lavoro onesto, mettendo in gioco la loro stessa quotidianità.   

Sorpresa? Vera emergenza? O piuttosto un’abile, diabolica, architettura preparata da lunghissimo tempo e fatta scattare al momento (quasi) giusto, utilizzando soggetti già preparati preventivamente, addestrati e messi in condizione di arricchirsi velocemente per poter eseguire ciecamente gli ordini di un qualche burattinaio di turno? 

Qualcuno potrà dire: il/i solito/i ‘complottista/i’!

In verità l’unica ‘macchinazione’ veramente in essere è quella attuata dal ‘Club delle Tre Scimmiette’: quello cui aderisce la gente che non vuol vedere e non vuole ascoltare, e a cui – pian piano – è stata tolta la parola o la stessa voglia di parlare…

Perché la realtà dei fatti e delle cose è posta prepotentemente, persino sfacciatamente, davanti ai nostri occhi: incontri, riunioni, relazioni, tra soggetti ai vertici della finanza, dell’economia e della politica mondiali, concretizzati in progetti, programmi, e – ormai – programmi esecutivi persino bellamente pubblicati, pubblicizzati e discussi.

Dove obiettivi e ruoli sono ben chiari: nero su bianco, inequivocabilmente (salvo che per gli aderenti al ‘Club delle Tre Scimmiette’…). 

Allo stato attuale, ciò che sta avvenendo – e il modo in cui sta avvenendo – è troppo attinente proprio a queste precise tracce, reali e concrete: tracce, orme, ben precise e speculari agli avvenimenti.

Per dirla in termini polizieschi, le ‘scene dei crimini’ perpetrati e le modalità di attuazione ci riconducono a ben precise volontà, a una esplicita premeditazione, alla presenza di connessioni e complici.  

Persino le modalità attuative poste in essere sui diversi scacchieri, hanno dei format molto simili: dall’utilizzo di ogni sistema e mezzo di informazione (strumentale a ‘fare’, ‘costruire’ e ‘imporre’ verità ‘pilotate’ all’opinione pubblica), alla graduale ma costante privazione di diritti, alla imposizione di obblighi di ogni tipo.

Certo: la tensione è alta, l’incertezza alimentata da una continua confusione nonché dalla costante istillazione di timori e paure, sembra regnare sovrana: e questa è la chiave di lettura per spiegare il senso di impotenza che ai più stronca/ inibisce ogni reazione.

Ma dai popoli si alza un mormorio che dall’alto non comprendono: forse viene scambiato con il suono sommesso della rassegnazione.

Ma in molti temono che possa tramutarsi in quello più sordo ma intenso della rabbia.

E per comprenderlo non ci vuole certo Pico della Mirandola…

Le notizie sono continue, ininterrotte, massivamente presenti, stordiscono chi non possa essere in grado di ben percepire, calibrare, fare la giusta selezione, soppesare; e inseguirle tutte è pressoché impossibile.

Motivo per cui, il cronista non fa in tempo a mettere in fila le notizie che queste sono non solo superate, ma persino ‘vecchie’.

Unica via, a parere di chi scrive, è che il Lettore abbia una sorta di traccia personale che aggiorna di volta in volta con gli elementi che possa avere a disposizione.

Ecco… elementi: e ne possiamo fornire in abbondanza, specie di quelli non troppo noti – per non dire ‘bellamente ignorati’ dall’informazione che non informa a 360° – così che possiate farvi un’idea più completa.

Elementi… Guerra, cecchini, mercenari, travaso di uomini e leader da una nazione a un’altra con uomini ‘allevati’ nel brodo di cultura di ben precise agenzie, laboratori di bio-terrorismo, strani virus – e loro mutazioni – chiaramente ingegnerizzati, al pari delle presunte ‘cure’: una esplosione di situazioni 

Una propaganda massiccia, ma a senso unico al fine di attrarci nella sfera della psico-tragedia in cui la stessa semantica delle parole giova a mascherare le reali volontà, la stessa verità dei fatti: gestiti in un modo tale da crearci una vera e propria ‘dipendenza’.

Come dicevo, per persuadere quello che per lorsignori è ancora il ‘popolino’ basta applicare le tecniche di comunicazione: martellarlo con versioni dei fatti accuratamente selezionate e preparate (tu, popolino, non devi pensare: ci sono qua io per pensare e per fare il tuo bene. Fidati!) evitando in modo tassativo comparazioni e confronti.

Un filtro attento che, a ben vedere riesce a creare situazioni di vero e proprio isolamento, tagliando letteralmente fuori dal mondo larghi strati della popolazione: proprio quella che, abbeverandosi a fonti non pure, non riesce a comparare, formandosi una propria, autonoma, opinione.

Certo, occorre fare sapienti, piccole, concessioni con ‘diritti civili’ per distrarre la massa, per quindi sottrargli dei diritti economici: che sono poi quelli che consentono la sussistenza quotidiana della gente [qualcosa del genere era già contenuto in un report di JPM del 2014].             

Elementi…  Il caos serpeggia sempre più, e sembra voler imprimere direzioni e velocità impensabili, con chiavi di lettura estremamente complesse e apparentemente disaggregate.

In Giappone il Primo Ministro Shinzo Abe – liberal-democratico, persona politicamente seria e preparata – è stato ucciso ieri a colpi di pistola da un attentatore, (le modalità, mi hanno fatto venire in mente l’uccisione di Yitzhak Rabin nel 1995).

In Inghilterra, BoJo – al secolo Boris Johnson – si è dimesso dal partito ed è in fase di allontanamento dall’incarico di Primo Ministro (non appena sarà stato identificato un ‘degno’ successore, forse a Ottobre/Novermbre).

In Francia, Macron ha serie difficoltà a gestire una nuova squadra di governo, alla luce dei risultati scaturiti dalle elezioni amministrative. Negli Stati Uniti d’America, Biden punta tutto – certezze e incertezze – sulle elezioni di midterm. Negli USA, l’inflazione ha galoppato furiosa nel breve volgere di poco più di un anno. 

In Europa, l’inflazione ufficiale è prossima alle due cifre, analogamente ai peggiori dati affrontati dai paesi membri da molti anni a questa parte. Putin – che per i suoi avversari – era prossimo alla morte, tanto fisica che politica, e che avrebbe portato la Russia alla sua fine come super-potenza, stremata militarmente, immiserita economicamente e finanziariamente, sfiancata da sanzioni di tutti i tipi, in ginocchio sul piano internazionale, abbandonata da suoi partner politici e finanziari… sta invece segnando tutta una serie di punti importanti a suo favore.

Certo, la mossa di Svezia e Finlandia – mai minacciate, ma che si sono ‘sentite minacciate’ -, che hanno dato un brutto calcio alla loro politica di neutralità, peraltro facendo delle impensabili concessioni alla Turchia, e che probabilmente si troveranno irte di postazioni missilistiche (difensive…)  sul loro territorio, e forsanche con molte testate nucleari (sempre difensive…), non p semplice da comprendere fino in fondo.

Ma sembra che le conseguenze dello strano balletto che avviene in Europa, anche ispirati da Washington, abbiano maturato frutti impensabili: innanzitutto la frenesia di molti stati nell’accaparrarsi fonti energetiche, un vero e proprio svolazzare di qua e di là sovente con risultati contraddittori.

In secondo luogo Russia e Cina, con la collaborazione dei paesi BRICS (quanto dileggiati nel passato…!), hanno dato forma e sostanza a un colpo magistrale: un’architettura finanziaria che produrrà una realtà fieramente contrapposta al dollaro americano, non più leader incontrastato negli scambi e nei regolamenti internazionali.

I BRICS ora annoverano Argentina, Iran, Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica, con un potenziale di 3,4 miliardi di consumatori, pari al 43% degli abitanti del nostro pianeta. Otto volte di più che non la debole Unione Europea.

E ciò nonostante che UE e USA continuino a sostenere come la Russia sia stata isolata. Un mondo in radicale trasformazione, quindi, un mondo che penso che punirà a chi troppo pretende senza averne grande merito, non tenendo conto di quanto il mondo sia cambiato.

Elementi… Rispondendo alla necessità di accelerare cambiamento e riposizionamento, Cina, Russia e India stanno operando per ‘saltare’ l’attraversamento del Canale di Suez, dando vita a una tratta ferroviaria di oltre 7,4 mila km. che garantirà un trasporto merci in metà tempo che non per via mare. Ossia: Suez deve dire addio a una buona fetta della propria ricchezza.

Elementi… Il referente governativo agli Esteri ammonisce che con una crisi di governo, l’Italia “perderebbe i fondi del PNRR, per il quale dobbiamo spendere soldi entro un certo tempo per avere altri fondi …(.)… Non riusciremmo neanche a fare la legge di bilancio, cioè non potremmo affrontare i problemi di famiglie e imprese.

Occorre dimostrare di saper governare, non si può scappare dalle responsabilità”. Siamo quindi sempre allo stesso punto, potrebbe dire un bambino che non conosce le cose della politica; tutti incapaci, tranne uno: l’uno di turno, ovviamente.

Ma allora, a cosa serve un parlamento? A cosa serve che i Cittadini eleggano dei propri rappresentanti, se questi vengono poi trattati da ‘incapaci’, da semplice e persino banale ‘comparse’, da pittoresca ‘cornice’ ?  Sembrerebbe così, anche perché se c’è chi sostiene che ‘o si fa come dico io o me ne vado’, c’è chi ne sostenga tali pretese.                                                                    

Elementi… Notizia di ieri: l’Euro si confronta duramente con un super-dollaro. Euro ai minimi dagli ultimi 20 anni, lo yen da 24 anni.

Il dollaro, martedì, è salito dell’1,26% contro l’euro che fissa a 1,0294 mandando la valuta comune ai minimi da Dicembre 2002, quindi degli ultimi 20 anni. Come pure si rinforza ulteriormente dello 0,34% sullo yen che fissa a 136,16, con la divisa asiatica al punto più basso da 24 anni.

E, per la prima volta dall’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio scorso, il biglietto verde corre contro il rublo del 13% a 60,5, pur ancora in perdita del 18,8% su base annua nei confronti della valuta russa. Motivo per cui è lecito sottolineare che l’Euro – quella gioiosa macchina da guerra che, guidata da mani poco capaci (ovvero favorevoli a pochi…), stronca inesorabilmente economie, Cittadini, finanza e risparmi – lentamente ma inesorabilmente, negli anni si è deprezzato proprio nei confronti del dollaro USA.

Elementi… Nonostante migliaia di testimonianze seriamente scientifiche, sostenute da prove ormai schiaccianti e incontrovertibile documentazione probatoria – si continua a sostenere la necessità/obbligo di sottoporsi a trattamenti chimico-farmaceutici che corrono con il nome di ‘vaccini’, di ‘richiami’, di ‘booster’ conditi da minacce, possibili restrizioni delle libertà e imposizioni varie a tutti ben note ma che, di mese in mese, suscitano valutazioni sempre più critiche.

All’orizzonte, giochetti di parole utili a (continuare a) fregare i Cittadini: forse distanziamento sociale a 1,5/2 mt. (per favorire la captazione digitale dei dati); non più 4,5,6 dosi o ‘richiami’ ma – con linguaggio da marketing televisivo, ricordate la tanto attesa, imperdibile, ‘prima puntata della nuova serie’? – ‘prima dose del nuovo liquido, aggiornato’; niente più Green Pass, ma un caramelloso ‘portfolio digitale personale’, con gli stessi contenuti, anzi maggiori e più stringenti, adottando i quali non saremo più Cittadini nel pieno del godimento dei nostri (residui) diritti ma sudditi supini dipendenti da algoritmi di controllo (già: ma ‘chi’ controllerà? E chi controllerà il controllore?).

Si continua tanto a sbandierare l’amore sperticato per i soggetti ‘più fragili’  – ma chi sono? Anziani, malati, bambini, adolescenti? – da proteggere. Come? Inoculando loro altra roba! Ma se gli stessi specialisti Italiani stanno dicendo chiarissimamente che, al di à dello scarso pericolo intrinseco di questo intensificarsi estivo (una volta, i virus con il caldo ‘morivano’, si attenuavano moltissimo ‘spegnendosi’), i deceduti sono per oltre il 90% vaccinati e quasi tutti con altre importanti patologie in corso (Crisanti, Direttore di microbiologia e virologia dell’università di Padova, ospite di ‘In onda’, su La 7: «Nel 98% dei casi muoiono i vaccinati fragili, non i no vax»).                  

Elementi… Oltre ciò sembra ormai acclarato (scientificamente, non certo ‘per sentito dire’) che queste improvvise varianti (adesso ce n’è una in arrivo dall’India, e pare che sia molto ‘veloce’: la iscriveranno alle olimpiadi?) scaturiscano proprio dai soggetti che hanno subito la somministrazione del ‘liquido magico’. 

Evidenze… Ma chi sono in realtà questi ‘soggetti fragili’ di cui si fa citazione con solennità? I ‘fragili’ sono ormai coloro che sono ‘immunodepressi’ (ricordate le dichiarazioni preoccupatissime di Montgagnier,  Tarro e decine di altri ricercatori e scienziati ‘liberi’ da rapporti… imbarazzanti?): ovverosia, che hanno un sistema immunitario ormai compromesso da un ‘qualcosa’ che è stato immesso nel loro corpo.

Un sistema immunitario che subisce danni da fattori che ne ‘guastino’ o alterino i meccanismi di difesa e risposta, significa che è un sistema che ha perso funzioni e reazioni all’attacco di tumori, affezioni batteriche, attacchi virali e quant’altro possa minacciare l’essere umano nella sua meravigliosa armonia.

E questi ‘immunodepressi’, ossia quanti una volta ricevuto il ‘magico liquido’ si indeboliscono rapidamente sotto il profilo immunitario e quindi della loro risposta agli attacchi che da sempre il corpo umano subisce da malattie e morbi vari, non solo ‘sprizzano’ elementi di c.d. ‘contagio’ (una spirale senza fine, se si continuasse allo stesso modo?), ma diventano ‘vulnerabili’ essi stessi, producendosi danni al loro fisico come pure ricadute severe in quelle patologie dalle quali magari tempo prima hanno trovato sollievo o guarigione, ma che sono state incentrate proprio su terapie immunostimolanti, per favorire la migliore risposta possibile al male.

Elementi… Il Prof. Zichichi, il Prof. Rubbia e moltissimi altri scienziati – italiani e non – in tutto il mondo, e per ultima la NASA pochi giorni fa, affermano con certezza che il surriscaldamento globale del clima (ma anche della superficie terrestre) è dovuto solo a un 5% a causa dell’intervento umano, mentre per il 95% è dovuto per cause del tutto naturali (ossia: attribuibili al solo corso della Natura), m soprattutto per causa dell’irradiazione solare.

Quindi, tutto il resto che viene narrato e sostenuto, sono chiacchiere: peraltro molto dispendiose, strumentali al parossismo, verosimilmente parte di un progetto/programma teso a imprimere svolte autoritarie (dovete fare così…) mascherate da green e da ecologia, favorendo alcuni tipi di aziende e sfavorendone altre. Che quasi sicuramente non avranno alternative, salvo il potersi riconvertire: ma sarà dura.   

Evidenze… Al momento, chi sta segnando punti dopo punti e molti vantaggi, è la Turchia. I ‘demeriti’ altrui fanno lievitare meriti altrimenti opinabili. Ora è nuovamente in Libia che si giocano molte carte per il futuro di Popoli ed Economie. 

A presto incontrarci, per altre… Evidenze.

Ricordando che “LA STAMPA LIBERA PUO’ ESSERE BUONA O CATTIVA, MA SENZA LIBERTA’ NON POTRA’ ESSERE CHE CATTIVA” (Camus).                                      

 




LA MARIANNE, INDICA UNA NUOVA VIA?

Dalle urne francesi i risultati elettorali al secondo turno delle elezioni legislative, conclusesi ieri, hanno emesso una sentenza poco appellabile, ma estremamente significativa: con due importantissime chiavi di lettura.

La prima propone una cocente sconfitta per Macron e del suo raggruppamento Ensemble!, una forte ripresa dell’alleanza di sinistra Nupes di Jean-Luc Mélenchon, e – in ottima terza posizione – la destra del Rassemblement National di Marine Le Pen.

Ora, l’Assemblea Nazionale conta: 245 seggi per Macron – che prima contava sulla maggioranza assoluta -,  131 per Mélenchon, 89 per Le Pen, 61 – infine – per i Repubblicani.           

Repubblicani che potrebbero diventare il vero ago della bilancia, per consentire o meno a Macron di poter attuare il proprio programma nei prossimi cinque anni di un mandato rinnovato ad Aprile.

In Francia la politica è cosa seria, e molto seria è la presenza, la partecipazione, dei Cittadini alla vita della Repubblica: specie nei momenti di tensione e di emergenza.

Chi ha seguito le cronache da Parigi, non può non avere notato l’imponente massa di giovani scesi nelle Piazza a festeggiare, per questo o quello dei ‘contendenti’: aria di ‘risveglio’.

Ma avrà anche rilevato il dato che è la vera barra di governo del battello francese, oggi in acque oltremodo agitate: l’astensionismo ha toccato quota 54%!

Ossia, più di metà del corpo elettorale non si è espresso: protesta ma anche un voluto attendismo (per chi sappia leggere i numeri: senza provare a mortificare questa platea tanto vasta) che si preannuncia essere affatto che passivo.

L’apparente disaffezione alle urne, si espande in Europa: in un’Europa i cui governi sono molto poco attenti al vero, autentico sentire dei Cittadini. 

Un dato che va inevitabilmente a collegarsi alla posizione dell’83% (Germania) – qualcosa di simile in Italia e in Francia, un po’ meno nelle altre nazioni – dei cittadini che sono a favore del dialogo con Putin, ossia di una celere soluzione diplomatica dell’attuale situazione bellica in Ukraina: cittadini avversi alla guerra e all’invio incontrollato di armi sempre più sofisticate e quindi potenti, distruttive.

Chi scrive esprime il proprio convincimento che, sull’espressione di voto dell’elettorato francese, abbia emotivamente pesato il recente viaggio verso l’Ukraina del trio Draghi-Macron-Scholz: un viaggio preannunciato come ‘effettuato a titolo personale’, ma che ha indubbiamente offerto immagini e dichiarazioni che impegnavano i rispettivi Stati, l’Unione Europea, la Nato e quant’altro; il tutto condito da qualche abbraccio di troppo e da voluti, forse altrettanto incisivi, ammiccamenti.

Sempre seguendo quello che sta diventando un copione sempre meno ‘profumato’: un passo avanti (parlando di pace, e della necessità di una soluzione diplomatica), due indietro (sempre parlando di pace, ma ingiuriando con costante acrimonia Putin e la Russia), a zig-zag (sempre parlando di pace, ma inviando armamenti – sempre più pesanti – per ‘aiutare’ i combattenti ukraini, dimostrandosi reticenti a ogni soluzione diplomatica, paventando addirittura una violenta conflittualità  per molti anni [Sostengono alcuni, forse per prepararsi meglio a una guerra non di ‘logoramento’, ma molto più devastante, di cui la Russia possa essere l’unico obiettivo?]).

Le risultanze delle elezioni francesi, perse dal fronte che sosteneva il Presidente Macron, dimostrano che il Popolo, les citoyens, vogliono essere lealmente e compiutamente informati: vogliono decidere se e perché schierarsi con qualcuno, vogliono certezze sul proprio futuro, vogliono chiarezza sull’andamento ‘reale’ dell’incontrollato aumento dei prezzi, sui perché della rarefazione sui mercati delle materie prime, sulla stabilità dei loro risparmi, su un futuro – proprio e familiare, specie per le loro generazioni future – affatto incerto.

Le dichiarazioni delle varie cancellerie, degli organismi direttivi della UE e quant’altro, trasudano interessi persino poco chiari, in cui le parole ‘democrazia’ e ‘libertà’ suonano come comodi scudi, e alibi, per dissimulare altre e forse altrui volontà.  Le decisioni vengono prese (da pochi) ignorando che a subirle e a patirle sono i (moltissimi) cittadini dell’unione.     

Ma dalla Francia qualcosa si è mosso, offrendo chiavi di lettura diverse.   

Che la Marianne stia incitando verso il ‘risveglio’ generale, indicando una possibile via?

Dovremo stare attenti a cogliere ogni segnale, specie se possa indicare una direzione opposta al buio, all’estinzione dell’Umanità o a una sua forzata, subdola, drastica, riduzione: per fame, per malattie, per povertà.




Che ce l’hai un gratta e vinci te? quando lo Stato diventa criminale …

Pieraccioni usa questo tormentone nel suo film il ciclone stigmatizzando un’abitudine ormai consolidata nel popolo italiano, ovvero quella di affidarsi alla fortuna per far soldi.

Il lotto, gratta e vinci, lotteria Italia, totocalcio, hanno in comune una cosa importante, sono gestiti dallo Stato.

Dov’è il problema? direte voi, ma invece il problema c’è, ed anche bello grosso.

Proprio quello Stato che dovrebbe tutelare i suoi cittadini, li ha invece ingannati per anni giocando sul filo sottile del raggiro psicologico.

Prendiamo ad esempio il gratta e vinci: nel gratta e vinci io stato ti dico prendi questo biglietto grattalo e se trovi simboli che si combinano vinci.

Questo ci induce a  tentare la fortuna con il simbolismo di grattare il biglietto come se la nostra azione di Grattaggio fosse quella decisiva.

Questa è una evidente truffa posta su due piani.

il primo piano è molto semplice, l’azione fortunata avviene nel momento dell’acquisto del biglietto e non nell’azione di grattaggio, perché il biglietto è già vincente o perdente a monte.

Lo stato infatti sul monte di gratta e vinci stampati ha già definito le percentuali di biglietti vincenti, ovvero su 1.000.000 biglietti 1 vince il premio massimo due l’intermedio una cinquantina i premi minori e almeno due o trecento mila  vincono il prezzo del biglietto, mettiamo 5 euro.

Quindi lo stato sa già in partenza che su 15 milioni di guadagno ne mette tre a disposizione dei cittadini e dodici sono la sua vincita sicura.

Poi, per essere sicuro di non perderci nemmeno un centesimo, in vendita mette prima 500.000 biglietti ove non ci sono le vincite grosse e poi gli altri in modo da essere certo di aver raccolto i fondi per pagare i vincitori.

Questa cosa è delinquenziale perché si base sulla fiducia credulona del popolo italiano e su un concetto distopico di gioco che lo Stato attiva verso i cittadini.

Questa scorretta modalità operativa la paragono ai multa-velox messi in zone dove c’è il limite a 30 km orari o appena alla fine della zona di rettilineo, un evidente modo per fare soldi, non per tutelare i cittadini.

Ma la seconda cosa ancor più grave che ritengo insita nelle lotterie di stato è la truffa ideologica che ne costituisce la base.

Pensateci un attimo: quando giochiamo a carte con un nostro amico la probabilità di vittoria è facilmente calcolabile, legata alla fortuna alla bravura nostra e del nostro amico, ma quando ci sediamo al tavolo di gioco noi sappiamo che uno dei due può vincere ed uno dei due può perdere, sappiamo insomma che entrambi ci “giochiamo” qualcosa.

In pratica sappiamo di sederci ad un tavolo dove chi c’è vince o perde in base alle proprie capacità.

Le lotterie dello Stato sono invece l’equivalente di un patto leonino, ovvero uno dei due giocatori quando si siede al tavolo sa che non può perdere.

Inoltre forte di questa sua certezza, insinua nel credulone anche la velleità di “esserci andato vicino”; quante volte infatti se a noi esce un numero tipo 12 nella griglia dei premi troviamo un 13, un 14 ed un 17, che ci fa dire “ammazza, quasi …” spingendoci ad andare subito a comprarne un altro di gratta e vinci.

Ma questo sarebbe uno stato etico, uno stato che spinge i suoi cittadini alla soglia della ludopatia???

Infatti quei numerini vicini al nostro sono scritti appositamente dagli algoritmi inventati dalla zecca dello stato per far sbavare i fessi che ci credono e per farli continuare a giocare.

Non c’è quindi un gioco, una sfida, dove ci si cimenta per una propria bravura con un avversario, come nella scopa o nella briscola, ma c’è una truffa sia ideologica che psicologica.

Ed è gravissimo che questa truffa la propaghi il nostro stato, coscientemente e diabolicamente.

Ma nessuno della magistratura ha mai pensato di intervenire, o la corte costituzionale??? perché in fondo lo stato che promulga il gioco d’azzardo va contro l’art. 2, l’art. 28, l’art, 32 ed in fondo tutta la costituzione perché con le lotterie lo stato tradisce il cittadino, portandolo in un perverso meccanismo psicologico, studiato ed architettato per fare danni al cittadino, non certo per aiutarlo.

Ed ultima considerazione, ma può uno stato permettere che i propri cittadini cerchino nelle lotterie una speranza di futuro?

Secondo Noi no, ribelliamoci, alle prossime elezioni diamo il voto a chi se lo merita non a chi ci fa comodo.

Cerchiamo di essere Noi i padroni della nostra vita, non degli idioti ma perversi funzionari dello stato che non pensano al bene del popolo, ma solo al loro.

Cacciamoli, e cacciamo quella classe politica che li assume e li fa lavorare!!!!

 

 

 

 




CHI HA VINTO E CHI HA PERSO…

La recente tornata elettorale, merita considerazioni pragmatiche, quanto più possibile pregne di VERITA’: poiché la VERITA’ è più importante di qualunque altra premessa, dal momento che senza di essa è impossibile impostare, programmare e attuare qualunque azione, qualunque correttivo, degni di tale nome.     

Ovviamente, non tutti hanno avuto risultati positivi: la parola ‘vittoria’ è eccessiva, poiché ci ricondurrebbe al piano delle solite tifoserie.

Il centrodestra non ha esaltato nella sua prova, mettendo in luce l’ormai ‘solita’ incapacità a fare fronte in modo unito, solido e solidale, nei momenti in cui occorre farlo.

FdI ha avuto un risultato sostanzialmente di segno positivo, ma occorre valutare in modo approfondito se tali positività siano state conquistate dal partito o piuttosto dalla sua leader: ovviamente, la differenza c’è, e non è solo formale.                             

La Lega, paga le indecisioni e l’assunzione di una posizione di appoggio al governo, sovente opposta al mandato ricevuto dalla sua platea elettorale. Forse, al suo interno, si è avviato un processo di revisione che potrebbe portare a novità.        

FI, si mantiene in quell’equilibrio che sappiamo essere legato al suo dominus: senza gloria e senza infamia, ma con molte incognite per il proprio futuro.                                                        

M5S, volente o nolente, è al suo redde rationem: l’elettorato l’ha pesantemente penalizzata, ma – in particolare – nel girare le spalle ai leader di turno, nel rinnegarne le posizioni assunte, non c’è stata una fuga verso destra (quale reazione abbastanza logica) bensì transitando nuovamente verso quella sinistra dalla quale proveniva.   

PD, la sinistra – stavolta- si è presentata in modo meno compatto rispetto a ciò che pone in atto in simili frangenti. Ritengo che molti dei 5S siano rientrati nella ‘casa madre’.  Forse, la sinistra ha persino ‘perso’ nella complessiva situazione dei consensi espressi: ma questo meriterebbe altri tipi di approfondimenti e di analisi.          

In parole povere: impossibile non notare che le ‘liste civiche’ costituiscono ormai un movimento riguardo il quale i partiti devono confrontarsi: pur rappresentando momenti di coagulo dei voti tali – talvolta – da scavalcare i partiti, costituiscono serbatoi di voti momentanei e variabili, premianti i soggetti che si presentano.  

Ma la soluzione non sta nello svuotare di voti il partito X o Y, va invece evidenziato che la disaffezione dai partiti va a coagularsi nelle liste civiche che offrano una qualche maggiore garanzia nel poter portare avanti un progetto un programma, a favore dei Cittadini.

Già… i Cittadini: ma loro hanno ‘perso’ o hanno ‘vinto’?   

Lascio a voi la risposta.       

 Ma mi permetto di sottolineare due elementi.

Il primo, il naufragio dei 5S – il cui elettorato è quasi ‘svanito’ -, a monte del quale c’è, almeno in parte, la responsabilità di questi anni di ‘strana’ gestione della cosa pubblica, e dei governi che sono stati espressi.  

Il secondo, che ci riporta alla fine dell’era Conte: quando la massima Autorità del nostro Paese, tirando le somme di incontri nel cui contesto non riteneva che emergesse una maggioranza in grado di gestire la Nazione, chiamò l’attuale premier, pur di formare un governo in grado di calcare efficacemente il palcoscenico internazionale.       

La situazione è mutata, oggi? 

I partiti che stanno accrescendo la propria platea di consensi, hanno la volontà e la forza di porsi autorevolmente alla guida del nostro Paese?

Certamente, quando verrà il momento di costituire un nuovo governo, i Cittadini si attendono fin da ora assunzioni di responsabilità da parte dei soggetti che hanno votato: ma niente tentennamenti, niente alleanze ibride che generino chimere mostruose, niente bla-bla-bla, niente paure.

I Cittadini, consapevoli dei moltissimi pericoli che corre ciascuno di loro, l’Italia, al pari di tutta l’Umanità, desiderano risposte, comportamenti, chiari, credibili e trasparenti, dove nulla sia più ‘segreto’ e dove nessuno possa avere ‘pieni poteri’, dove la Costituzione torni a essere la Regina della nostra vita e dove il Parlamento torni alla pienezza dei propri poteri. 

Ma il vero obiettivo di chi punta a un sussulto di dignità e di coraggio, è quel 50% di elettorato oggi ‘passivo’ – ma non assente dalla vita sociale e politica, non ‘amorfo’ come lo si ‘insulta’, né ‘rinunciatario’ -: credo fermamente che chi saprà stabilire un nuovo, credibile, leale, dialogo, con questi Cittadini, potrà fare affidamento su una platea importante, molto importante, in grado di offrire nuove opportunità.          




DOSSIER UKR 10 – TRA ECO ED EGO.

Che si stiano vivendo periodi ‘strani’, ‘stranissimi’, ormai ne siamo tutti consapevoli.                                               

E’ ormai amplissimo il numero di Cittadini che – chi prima chi dopo – sta prendendo atto di una realtà fatta di avvenimenti, dati, elementi, che trova sempre più netta distonia con quelli delle narrazioni ufficiali: acuendo così incertezze, dubbi e sospetti, anche gravissimi, portando spesso la gente a percepire sensazioni di ‘tradimento’.                    

Risveglio? Presa di coscienza? Insofferenza per un malessere troppo a lungo patito, persino sottovalutato?

O, forsanche banalmente, la gente si è stancata capendo di essere stata presa in giro ovvero di essere strumentalizzata?           

Anche chi trovava più semplice – e persino troppo, troppo, comodo – tapparsi le orecchie (per non sentire notizie vere, ma sconcertanti), coprirsi gli occhi (per non vedere il disastro che, quotidianamente, si consuma intorno a noi) e otturarsi il naso (per non dover percepire il tanfo disgustoso emanato dalle cose malfatte, dalle truffe, dalle ruberie, dalle menzogne e quant’altro), dando fiducia a oltranza a soggetti palesemente incompetenti e inadeguati, sol perché presenti nei canali d’informazione, o accreditati da endorsement  reciproci dal sapore di complicità, sta rivedendo i propri convincimenti: ma non per ‘schierarsi’ ora di qua ora  di là, quanto per prendere dolorosamente atto che soggetti – pur autorevolmente qualificati – hanno mentito e continuano a mentire spudoratamente e forsanche interessatamente, tentando di mantenere sottomessi larghi strati delle popolazioni.  

            E’ dalla fine del 2019 che siamo stati sottoposti a eventi estremamente significativi e particolari, che hanno ispirato profondissime modifiche allo status pregresso, allo stesso modo e stile di vita dei cittadini, che hanno visto sradicato dai fervidi seguaci di una cancel culture che vuole imporre ‘valori’, ‘visioni’, totalmente rivisitati o nuovi.

Enorme è stato l’impatto sociale ed economico, sanitario e normativo; eventi costellati ora da ‘eroi’ ora da ‘ciarlatani’, ora da individui poco ‘pregevoli’ ora da persone ‘coraggiose’ e ‘altruiste’, ora da soggetti schiacciati da imposizioni e obblighi atipici, si sono susseguiti con ritmo crescente in un contesto di certo contrassegnato da troppi morti, ma anche da un fluire di dati la cui aggregazione, qualificazione, determinazione e quantificazione, resta tuttora oggetto di interpretazioni: e quindi, fonte più di dubbi che di certezze. Così come dubbi, e sempre più marcati, circolano innumerevoli, sedimentandosi in modo sempre più inquietante sulla questione ‘vaccinale’ o ‘pandemica’ che dir si voglia: tra batti e ribatti sempre meno verosimili, dove la componente sanitaria è stata sopraffatta da quella ideologico-politica, e dove i concetti di ‘prudenza’ e ‘trasparenza’, e persino ilo stesso principio di ‘precauzione’ – proprio quello che dovrebbe essere sempre e comunque dominante – sono estremamente tenui.  

            Come si può ben comprendere, siamo nel pieno di una battaglia, dove sono sempre più apertamente contrapposte energie negative ed energie positive; smisurate pulsioni egoistiche contrapposte alla lotta per la sopravvivenza dei più.

E queste immense energie negative, sprigionate da soggetti dall’ego altrettanto gigantesco e dalla cattiveria pari allo stesso,  insozzano e inquinano tutto ciò con cui entrano in contatto.

            Ma, ragionando con la opportuna lucidità, non si può pensare – ancor peggio sarebbe se lo si sperasse – che, con una sorta di colpo di bacchetta magica, ci possa essere un ritorno al ‘prima’. Il ‘prima’ è impraticabile, poiché ormai sono troppe le macerie sparse un po’ dappertutto: sociali, politiche, militari, sanitarie, economico-finanziarie e umane, ma anche religiose.

E sulle macerie non si può né costruire né ri-costruire, specie se le contaminazioni tossiche hanno reso inutilizzabile persino la terra sulla quale costruire. Diciamolo subito: non ci vogliono né ‘uomini della Provvidenza’ né ‘super-uomini’ né ‘espertissimi tuttologi’ (dato che gli ‘espertissimi di tutto’ si sono tragicamente rivelati ‘espertissimi di niente’).

Abbiamo bisogno di amministratori onesti, competenti, significativamente capaci e rappresentativi, che – se accettassero un qualsiasi incarico – lo farebbero solo perché capaci di svolgere il compito: senza dover disperdere ingentissime risorse in commissioni, cabine di regia, comitati tecnici o scientifici, consulenze.

            C’è assolutamente bisogno di un nuovo inizio, non di rassegnazione, non senza una serissima presa di coscienza dei moltissimi errori finora compiuti.

Occorre togliere dal ‘collo’ dell’Italia quel cappio che da tempo è stato  collocato – tra sorrisi mielosi, rassicurazioni e grandi pacche sulle spalle – e che viene strattonato ogni giorno di più, mozzandone il respiro.

I rimedi ci sono e sono più che noti, basta solo volerli adottare: l’auspicata nuova stagione, deve puntare senza alcuna indecisione su una serie di strumenti. Primo tra tutti, imprescindibile, il rispetto assoluto della nostra Carta Costituzionale – fino a non molto tempo fa, la ‘più bella del mondo’ e ultimamente travisata, letta con occhi strabici, piegata da storture operative e attuative. 

La Costituzione è e deve continuare a rappresentare  imprescindibile e sommo elemento di garanzia nei rapporti sociali e delle istituzioni: ovvio che presieda al controllo e all’equilibrio del normale esercizio dei doveri e dei diritti, e altrettanto ovvio che debba contemplare il ripristino del ruolo del Parlamento, passando poi alla vera e propria fase di rifondazione del tessuto sociale, dell’economia, del lavoro, della produzione, della scuola, dell’università, della salute e quant’altro.

Ma vanno fin da subito tagliate le unghie al ripetersi di atti furbastri, assumendo rigide posizioni di controllo e di ripristino delle garanzie fondanti. 

Francamente, constatare che un autorevole soggetto possa attribuire la responsabilità del tardivo/mancato approvvigionamento di materie prime, incluse quelle essenziali per i processi di trasformazione e produzione, specie nel comparto dell’agro-alimentare, tacciando gli industriali di incompetenza, è un po’ troppo: il vecchio ‘gioco’ dello scaricabarile non è più praticabile, specie quando supera ogni limite diventando palese presa in giro.                           

Lettori e Cittadini ci fanno arrivare le loro domande, alle quali – nei limiti del possibile – diamo attenzione e risalto: tutto è per noi importante, specie quando proviene dal cuore, dalla mente, dei Cittadini: che vogliono sapere, vogliono conoscere, vogliono esprimersi in libertà e senza condizionamenti.

           Ritengo che meglio di quello che possa riportare un cronista, sia pure attento e obiettivo, sia riportare fedelmente quanto Massimo Giletti ha tuonato nella sua trasmissione di pochi giorni fa: “Abbiamo raccontato delle menzogne”, raccogliendo le dichiarazioni di un intervistato “Il gas non è aumentato per la guerra, è ora di finirla”… ”Ci raccontano una grande balla, abbiamo raccontato a tutti che il gas è aumentato per la guerra. 

E’ ora di finirla, qui c’è una speculazione pesantissima. Posso garantire che nella mia azienda abbiamo subito i rincari già da luglio scorso.

E’ una roba vergognosa!”.

E dati alla mano l’intervistato mostra bollette, sciorinando la cronologia degli aumenti: il gas, da Dicembre 2019 a Dicembre 2021 è aumentato più di tre volte, prescindendo dall’aumento cospicuo dell’ultima bolletta del 2022.

Quindi: cosa c’è sotto? Chi sta manovrando, come e per quali motivi, la leva dei prezzi, tentando di scaricare sul conflitto russo-ukraino – ma in particolar modo sulla Russia – la colpa di questi aumenti apparentemente fuori controllo?

E lo sono realmente, e per quali reali motivi, fuori controllo?

            Vogliamo ricordare a chi ci legge, e con fermezza, che i prezzi delle materie prime e – soprattutto – dell’energia (gas ed energia elettrica, in primis), come pure quello dei generi alimentari, erano inspiegabilmente in salita mesi e mesi prima del (più che prevedibile) deflagrare bellico; ricordiamo altresì che di questo ampio teatrino maturato molto prima delle ostilità nello scacchiere ukraino, erano attesi seri problemi di non solo energetici, ma anche di approvvigionamento di materie prime, acuirsi della crisi climatica (che parte abbia la geoingegneria che nei cieli spande di tutto, ma non si sa cosa… è tutto un mistero) con conseguenti carestie, spinte inflattive, recessione, svalutazione, ecc. ecc.)?                                                                                                                                         

Vogliamo dare ascolto ai sempre più numerosi che ritengono lecito ricondurre i propri sospetti  a una certa qual ‘ispirata programmazione’ (non certo ‘preveggenza’…) da parte di chi da anni aveva messo persino nero su bianco come certe élite si sarebbero mosse nel tempo, persino discutendone ‘spavaldamente-palesemente-in-segreto’: per ‘ridurre’ il numero degli essere umani, per ‘curarli’ con  generosa e premurosa cura anche in presenza di impreviste (ma attese?) malattia epidemicamente apprezzabili, per ‘snellire’ il mondo dell’impresa e del lavoro – portando alla  rapida chiusura di migliaia di imprese medio-piccole e ‘familiari’ -, per arrivare a una società ‘particolare’ piuttosto che non ‘classica’, dove a essere alfine smantellata è la ‘famiglia tradizionale’, sono i ‘valori’ abituali e le ‘tradizioni’ fondanti: quelli con cui generazioni dopo generazioni sono cresciuti, e che oggi si affannano a cancellare?

            Ma l’Italia, l’Europa, sono per la Pace?

Da cronista noto che in molti si riempiono pomposamente la bocca con frasette tipo ‘siamo impegnati per la ricerca della pace’ o ‘stiamo lavorando per la pace’ .

Qualcuno dice: ma è una barzelletta? Chi sta cercando soluzioni, e quali? A parole si cercherebbero soluzioni, ma materialmente si inviano in Ukraina forti flussi di denaro e armamenti sempre più sofisticati e distruttivi.

Specie da parte di chi, geometricamente, è più lontano dal teatro bellico. ‘Speriamo che Putin perda presto’ (afferma costantemente M.me Von Der Leyen);  ‘Azzerare la dipendenza dall’energia russa; bisogna comprare dagli amici, non dai nemici’ (è la bellicosa dichiarazione da Bruxelles di M.me Metsola); ‘Il rischio di una catastrofe alimentare è reale: e se non ci sarà una soluzione dovrà essere chiaro che la colpa è di Putin’ (un ipse dixit di M. Draghi): dichiarazioni ricche di catastrofismo, di un (solo) apparente distacco dalla realtà, seguendo una narrazione artata e distorta.

Certamente, non dichiarazioni di chi stia realmente lavorando per la pace, mentre piuttosto – unite a quelle da Londra e da Washington – sembrano dichiarazione di chi ‘prevede’ (ma si cercano soluzioni diplomatiche?) una guerra lunga e tragica, dando persino l’impressione – certamente falsa – di ‘non volere né cercare’ soluzioni diplomatiche.                                     

Possiamo dire che ‘per fortuna’ – ma ha senso che la ‘fortuna’ di pochi, potrebbe equivalere alla disgrazia del genere umano? – ci sono Putin e la Russia, cui dare ogni e qualsiasi colpa?

            Proseguo, non senza aver fatto una precisazione, se mai ve ne fosse bisogno: da sempre odio le guerre, di ogni tipo e comunque ‘giustificate’.

Ma ho imparato che, passate le prime settimane, il confine sottile tra (eventuali)   ragioni dell’aggredito ed (eventuali) ragioni dell’aggressore si fa via via più sottile, persino labile.

Specie quando entrano in gioco fattori e soggetti ‘terzi’, che – proprio attraverso una belligeranza – hanno molto, moltissimo, da guadagnare e poco o niente da perdere.  E proprio attraverso riflessioni e valutazioni di questo tipo che si costruisce il terreno sul quale la diplomazia usualmente si muove: cercando soluzioni, prospettando nuove considerazioni, offrendo opportunità.

Da sempre la diplomazia si muove così: ma oggi sembra che le grida di ‘strane’ tifoserie, di ‘strani’ partigiani della guerra a tutti i costi (o del ‘costi quel che costi’) vogliano prevalere, imponendo guerra, povertà, fame,   distruzione e persino la morte.  

            Certo, le guerre sono tutte ‘sporche’: da qualunque parte le si voglia guardare; ma è altrettanto vero che le ragioni iniziali si vanno stemperando con forza con il proseguire degli scontri, poiché nella battaglia ciascuno mette il peggio di sé.

Con crudeltà e disonestà, ma anche con l’obiettivo di trarne profitto. Non credo a chi continui a narrare che le ‘cattiverie’ vengono fatte solo da un lato.

Le fa anche chi oggi sta alimentando una guerra sporca, fatta per delega di chi – fornendo armi – sta tentando di distrarre l’opinione pubblica e persino la storia, spacciando per verità delle disonorevoli menzogne.                    

            Mai, però, che in questa corsa verso una possibile fine cruenta di parte dell’umanità, qualcuno che abbia fatto una pur minima ammissione di responsabilità, di colpa.

Mai! Tutti in TV, invece, con le loro belle faccette, tutti pronti a rilasciare dichiarazioni e valutazioni (spesso tragicamente ridicole), tutti stretti l’un l’altro in una cordata di morte. C’è poco da scherzare: chi sta fornendo armi, è di fatto un co-belligerante.

E come tale coinvolge la nazione e tutto il popolo del proprio paese.

Ancora si gioca a rimpiattino con una ipocrita, se non finta, visione altruista e perbenista: le armi vengono fornite al solo scopo  di  consentire all’aggredito di potersi difendere (mentre le città vengono distrutte, la popolazione è in fuga, ed i civili vengono usati come scudi umani).

Della serie: io fornisco l’arma, l’uso che ne fa chi la possiede, non è affar mio.

Troppo comodo! Un esempio? Se per caso, domattina, il leader bielorusso Lukashenko dovesse sentirsi minacciato ai suoi confini dalla presenza chiaramente bellicosa di un paese NATO (ricordiamolo: le finalità della NATO nascono come ‘difensive’, mentre invece, oggi, la realtà è sotto gli occhi di chi voglia vedere) che gli punta contro missili e cannoni, e chiedesse allo storico alleato di Mosca di fornire armi – anche sofisticate – per aumentare la sua possibilità di difendersi nel caso in cui dovesse subire un attacco/una invasione, qualcuno potrebbe onestamente stupirsi, meravigliarsi, se venissero forniti missili a media/lunga gittata, qualche atomica tattica, o deterrente nucleare?

Oohhh griderebbero stupiti i soliti noti: ma quelle armi sono fortemente offensive!

Oohhh griderebbero gli altri: ma quelle armi servono a difenderci, solo se attaccati.

Ma si direbbe anche: tu, Mosca, perchè hai dato quelle armi offensive? E Mosca potrebbe rispondere: è un mio alleato, mi ha chiesto armi a scopo difensivo e io gliele ho fornite, ritenendo che effettivamente le sue preoccupazioni fossero fondate, poiché tra poche settimane o pochi mesi, ai suoi confini altri stati piazzeranno altre armi parimenti distruttive, puntate contro il suo territorio, i suoi cittadini.  

Quindi? Si vuole continuare a giocare a ‘guardie e ladri’, o si vuole ripristinare un minimo di serietà?

L’uso delle armi allontana la pace, e gli interessi di chi usa le armi schiacciano la reale volontà dei cittadini, guerreggiare  senza praticare con intensa volontà un serio e discreto percorso diplomatico significa non voler neanche discutere di pace ma far solo finta.

            Ego smisurati dominano gran parte del mondo, cercando di imporsi con ogni mezzo – lecito o illecito che possa essere -; ed è persino ridicolo che in una situazione così drammatica, che dovrebbe vedere all’opera ogni parte politica per risolvere questioni tanto importanti, si trovi invece il tempo per portare avanti ‘progetti’ politici pre-determinati, persino dibattuti, persino scritti…

Progetti che, proprio di fronte a queste emergenze, dovrebbero essere stati – come minimo – accantonati.  E si parla tanto di ‘ambiente’ di ‘ecologia’ di protezione della ‘Natura’… 

Anche qui stiamo vivendo una fiction (o parte di una fiction), poiché l’ecologia è quella branca della biologia che, detta con semplicità, si occupa dello studio dei rapporti tra gli esseri viventi e l’ambiente in cui vivono.

            Ma siamo sicuri che a tutti stia realmente a cuore la tutela degli ‘esseri viventi’, per primo dell’ ‘essere umano’?

            Ormai, il Dossier Ukraina è diventato, prepotentemente, il Dossier Mondo: mani ‘abili’ lo stanno profondamente mutando e destabilizzando, tentando di imporre un modello ‘strano’, persino ‘irreale’ e ‘irrazionale’, per piegarlo al loro volere.  




DOSSIER UKRAINA 9: PRECIPITEVOLISSIMEVOLMENTE …

 

          Le notizie – di ogni tipo – che si susseguono e accavallano nello scacchiere russo-ukraino, sono talmente tante da rendere difficoltoso l’orizzontarsi.

Se è vero che compito del giornalista è quello di fornire notizie tali da soddisfare le attese, e quindi gli interrogativi, dei Lettori, è anche vero che nel conflitto in corso in quest’area le componenti presenti sono comunque molte, perfino troppe.

Dagli aspetti legati al marketing (comunicazione, immagine, domanda/offerta di prodotti e servizi, informazione e gestione della stessa, e quant’altro), a quelli correlati alla geopolitica;

da quelli squisitamente storici a quelli della cruda cronaca; dall’aspetto umanitario a quello connesso alla violazione di molte norme internazionali (norme a tutela dei prigionieri di guerra e divieto di torturare gli stessi;

divieto di utilizzare automezzi sanitari per trasportare truppe (facendo affidamento sulle insegne della Croce Rossa);

divieto di utilizzo di armi batteriologiche e chimiche;

divieto di utilizzare i civili come scudi umani; divieto di utilizzare divise e mezzi dell’avversario al fine di commettere crimini di guerra dei quali dare la colpa alla controparte; 

strumentalizzazione e manipolazione delle notizie – con tecniche degne della migliore cinematografia – al trasformismo bellico e politico, alle bugie in gran quantità adottando la tecnica dello scaricabarile (io bombardo e dico che sei tu a farlo, tu violenti e dici che sono stato io) …

tanto per citare gli aspetti più rilevanti, ai quali molti altri sono fortemente connessi: ma il tutto sviluppato in un contesto dove le false notizie e le notizie false, la fanno da padrone;

dove la menzogna assurge a verità (purtroppo, spesso a priori). Una sorta di ‘guerra di ballisti’ e di suggestioni spessissimo pietose e quindi strumentali, il cui fine è occultare, minimizzare, esaltare ciò che conviene, inducendo la pubblica opinione ad abbeverarsi a pozzi inquinati. 

Ma di chi parliamo di A o di B? Ma di entrambi: e non solo.

Ormai è coinvolto tutto l’alfabeto, visto che  le parti in causa si sono moltiplicate – e il problema, dilatato a dismisura – in modo persino anomalo; quindi, parlare solo di uno non è più possibile, senza incorrere in errori macroscopici.

Il ‘di chi è la colpa’, ‘di chi sono le responsabilità’, ‘chi sono gli invasori, gli invasi e gli… invasati’ (per dirla alla Travaglio), qual’è il gioco delle alleanze e quale quello delle complicità, lo devono stabilire i Lettori, la pubblica opinione, mettendo da parte narrazioni di comodo, boutades teatrali, ricatti, pupari e marionette… anche perché in gioco c’è la nostra vita, la vita di tutti: estensivamente, ma non illogicamente, di tutta la razza umana.

Per intenderci: quella che, in nome di non si sa quale ‘diritto’, ‘qualcuno’ (peraltro, di ben conosciuto: visto che tutto è ormai nero su bianco, con tanto di nome e cognome di questi novelli, inumani, diabolici, ‘gestori’ dell’attuale malconcia umanità) ha deciso di ‘fermare l’uomo’ entro il 2030, poiché ‘fa troppi figli, mangia carne e spreca energia’.

Ormai, non siamo più solo spettatori ma siamo coinvolti e quindi compartecipi, poiché qualcuno ha deciso di coinvolgerci, di coinvolgere il Popolo Italiano, 

          Oggi tutto è incentrato su ‘false’ verità – ovvero, su ‘vere false notizie’, spesso derivate o stortura di notizie vere – fatte circolare ad usum di una delle parti o dei loro alleati veri o presunti: e se non si ha certezza di ciò, quali notizie certe si possono offrire ai Lettori?

Ci sono morti, da entrambi gli schieramenti; ci sono morti tra i civili (ma esistono ancora i civili, in Ukraina?

Dopo che la popolazione è stata armata, la stessa agisce in modo paramilitare, così equiparandosi ai militari e correndo il fortissimo rischio di essere trattata allo stesso modo nel corso dei combattimenti); ci sono case e città violentemente bombardate (ma, ad ascoltare le testimonianze raccolte sul campo da volenterosi cronisti e fotografi indipendenti – i cui servizi girano in rete, ma, chissà perché, non vengano acquistati dalle catene di informazione e dalle stesse agenzie  – a bombardare sarebbero anche le forze locali, ukraine, con lo scopo di gettare colpe e responsabilità sull’altrui combattente); ci sono dei veri e propri set dove, con capace regìa, vengono montate scene di presunti massacri o di presunte violenze o di altrettanto fantastici bombardamenti, con immagini di finte bombe inesplose fatte di lamierino;

ci sono ‘morti’ che, prima delle riprese, fumano con mani che spuntano dai grigi sacchi della morgue, o ‘vittime’ che non appena il cineoperatore è passato, si rialzano improvvisamente miracolati;

ci sono ‘vittime’ trovate in molteplici fosse-comuni che si trovano anche in territori dove l’ ‘attaccante’ non è mai stato; ci sono ‘partorienti’ o altre ‘ragazze immagine’ con finte pance e trucchi diversi, a seconda di dove debbano essere immortalate;

ci sono inviati di testate giornalistiche o televisive che, nel momento del collegamento, esclamano costantemente ‘poco prima di collegarci con voi sono suonate le sirene’ (ma le sirene non si sentono: oltretutto, il suono lamentoso e lugubre degli allarmi) oppure che ‘è scattato il coprifuoco’ (ma dietro si vede la città ben illuminata con il traffico che scorre) …

ecco c’è tutto questo e molto di più:  capite bene che poter dare notizie vere e serie, sia sempre più complesso; restano i commenti, ma anche questi devono essere basati o su una visione d’insieme o su notizie reali, specie se è stata accertata la presenza di falsari e complici di falsari che fanno di tutto per alterare la verità dei fatti.

E, accreditare una notizia piuttosto che non un’altra ovvero l’opposto di esse, può significare favorire anche inconsapevolmente l’una o l’altra parte. In ogni caso, si deve tenere in debito conto che la narrazione – ed i dettagli della stessa – provengono unicamente da una sola parte e dai suoi mentori, mentre l’altra è sotto il tiro incrociato di critiche e attacchi che coinvolgono anche i singoli cittadini di quello stato, in barba a ogni norma internazionale e di fatto aggrediti (temporaneamente?) di ogni loro bene.

          Ma ogni azione suscita una reazione, e i Cittadini devono comprendere che nel batti e ribatti di ‘picche e ripicche’ sono proprio loro a pagare il prezzo più alto, perché sono i Cittadini a costituire uno stato e non certo chi li amministra.

          Cambiando prospettiva, vorrei farmi latore di alcuni (pochi, in verità…) dei tanti quesiti che la Gente si pone: questo sì che può aiutare, offrendo la percezione di quale possa essere la curiosità e il sentire comune, come pure l’esigenza di sapere, di conoscere, per così formarsi una propria idea senza dover ‘subire’ quelle altrui. 

          Perché in Italia stanno avvenendo episodi di insofferenza da parte di ukraini, profughi o meno, verso cittadini russi da tempo in Italia?

Perché vengono tollerate tali manifestazioni chiaramente discriminanti e razziste?

C’è una regìa dietro tutto ciò, e ci sono dei fiancheggiatori italiani? C’è da attendersi un peggioramento?

C’è un attento filtro nel consentire l’accesso a questi ‘profughi di guerra’, e lo sono tutti in realtà?

Ci possono essere degli infiltrati tra detti profughi, in grado di suscitare/alimentare disordini in Italia?

Si adatteranno alle nostre leggi, o porteranno con sé odi e rancori che inevitabilmente esploderanno da noi?

          La NATO è una organizzazione difensiva o offensiva? Certamente difensiva, e non può attaccare se non dopo essere stata attaccata (attenzione a questa parola: attaccare.

Si veda l’esatto significato di questa parola)  diversamente sarebbe una struttura di tipo aggressivo: ma consegnare tonnellate di armi all’Ukraina, nazione non membro della NATO, non equivale a entrare in guerra  con la Russia per interposta persona e su territorio non coperto dalla NATO?

          L’Italia, che è membro della NATO, è sotto attacco o è stata attaccata da un aggressore e per questo deve affrontare un’emergenza, richiamando ogni sua forza per difendersi?

Certamente no.

Ogni dichiarazione diversa o è pretestuosa per altri fini o è semplicemente falsa.

Non siamo né attaccati, e quindi non dobbiamo ‘rispondere’ ad alcunché, né siamo sotto la minaccia di un attacco: gli unici attacchi abbiamo l’abilità di farceli da soli, davanti allo specchio.

          Se l’Ukraina non é membro della NATO, perché i paesi della NATO si sentono tanto coinvolti nell’aiutarla massicciamente tanto militarmente che economicamente?

Cosa rappresenta per loro l’Ukraina?

Cosa c’è di tanto importante che giustifichi migliaia di morti, enormi devastazioni e il rischio di un conflitto più ampio e drammaticamente serio?

          L’Ukraina è aderente alla Unione Europea? No.

Anche se a Bruxelles si inventeranno qualunque cosa per ammetterla in fretta e furia (con un occhio predatorio alle sue grandi risorse).

          Che fine fanno le armi massicciamente consegnate al règime di Kiev? Che fine faranno alla fine del conflitto?

C’è il pericolo che possano finire nelle mani del terrorismo internazionale?

          Ma è vero che ci sono episodi cruenti, fino all’esecuzione sommaria anche con il taglio della testa o la crocifissione, di soldati prigionieri?

          Perché c’è un tizio che, con l’indice alzato e agitato a mo’ di bastone,  si permette di arringare capi di stato e di governo, incitandoli all’odio, all’invio di armi-armi-armi, istigandoli a calzare i paraocchi, assumendo  misure che potrebbe rivelarsi un pericolosissimo boomerang?

Perché costui è aiutato oltre misura e fiancheggiato nel non essere chiamato a rispondere del massacro di oltre 15.000 civili massacrati nel proprio paese?

          Questa mobilitazione di USA+NATO+UE (della serie ‘Tutti gli uomini del Presidente’?) coincide con accuse presso i Tribunali internazionali per crimini contro l’Umanità perpetrati a mezzo della somministrazione dei sieri miracolosi; negli USA esplode la pesante e grigia questione legata al giovane rampollo, Hunter; negli USA si va accertando la responsabilità di chi ha montato con atti illeciti il ‘russiagate’…

Sospetti sempre più pesanti gravano sul tutto. Alimentati dall’assoluto diniego degli USA a sedersi con la Russia allo stesso tavolo di trattativa, cercando nel contempo di attrarre nell’orbita NATO delle nazioni tradizionalmente non schierate (che, da neutrali, diventerebbero bersaglio potenziale). 

Perché?

          Tanti i quesiti, troppi…

E io confesso di non essere in grado di soddisfare tutte le legittime curiosità, dando gli input più corretti.

O si accettano – come fosse un atto di fede – le notizie somministrate da un’informazione a senso unico che, con estrema e non casuale disinvoltura, sorvola su fatti gravissimi prediligendo le versioni a favore di un predeterminato ‘pupillo’, o si ragiona.  

Perché utilizzare la ‘ragione’ giova? 

Perché ragionando possono scaturire dei dubbi, ed è proprio il dubbio che ci stimola alla ricerca, all’approfondimento, a togliere quel velo che a tutti i costi taluno vuol piazzare davanti ai nostri occhi.                                                E abbiamo il diritto di riflettere: approvando o disapprovando, esercitando i diritti che la libertà e la democrazia ci mettono a disposizione. E’ un dovere verso noi stessi, questo, ma soprattutto un dovere verso i nostri figli, i nostri nipoti, coloro che verranno dopo di noi: ai quali non è detto che dobbiamo consegnare una Terra desolata, dove la sete di sangue e l’odio sono il concime in cui un’umanità dilaniata, perversa e corrotta, ha smarrito valori e sentimenti, si è smarrita.

Un’umanità che, per i ‘desideri’ di  qualche stregone, dovrebbe essere decimata in pochi anni da virus, guerre, carestie, pestilenze e pozioni magiche varie, per costruire una ‘sostenibile società di domani’.

Una società senz’anima, costellata non più da ‘individui’ autonomamente pensanti e quindi senzienti, con una loro specifica ‘identità’, ma da esseri svuotati cui possa essere stata sottratta la loro ‘identità’, e quindi profondamente avviliti.  

Gente che non ha più sogni, emarginata da tutto, a capo chino, sconfitta, schiava, diventata proprietà di qualcuno che possa ‘spegnerla’ con un click, che possa decidere cosa possano fare, quando e in quale misura!

          Gente che, priva di sogni e di prospettive degne di essere vissute, non saprà più gustare l’incredibile favola che è la vita: ridotta a una comparsata da chi, abile stregone ma non creatore, tutto stravolge per imporre la propria bieca volontà.

          Ogni nostro sforzo, oggi, dovrà essere concentrato nel convertire ogni pensiero negativo in azioni positive, ogni energia negativa in flussi di amore fraterno per il proprio prossimo.

          Certo, con caritatevole disponibilità e umanità dobbiamo aiutare chi si trovi in forte difficoltà e forse sta smarrendo la propria dignità: accoglienza e integrazione sono la giusta via.

Chiarendo subito: integrazione è il nome del messaggio, ma per porlo in essere dev’esserci il forte concorso di chi deve integrarsi, non certo costituendosi in sacche a sé stanti, rendendosi autonomo rispetto al contesto che lo ospita.

Al riguardo il comportamento dell’Inghilterra è davanti agli occhi di tutti: manda armi e denaro, manda istruttori e personale più che qualificato, dà elevatissimo credito a una delle parti rendendogli anche visita e arringando contro gli ‘altri’, ma  – alla prima avvisaglia di profughi in arrivo (veri, falsi, presunti… chissà?!), si è letteralmente trincerata, attivando un immediato pattugliamento marittimo e aereo sulla Manica, teso a intercettare e bloccare l’arrivo di ‘clandestini’ o ‘indesiderati ospiti’ le cui mire possano essere quelle di calcare il suolo inglese, per stabilirvisi.

Con grande senso pratico, il premier Johnson ha dato una immediata risposta e una soluzione al problema (ma anche una dura lezione ai suoi omologhi europei, propensi a facili e costosissimi entusiasmi).

In pratica, possiamo accogliere, previa attenta selezione, solo chi potrà contribuire con una qualche propria competenza/capacità; per il resto, il Ruanda vi aspetta. Terra ospitale e assolata, amena…

lì vi troverete bene, sicuramente, anche solo temporaneamente!

          C’è tanto odio, rancori a lungo covati, interessi smisurati, prevaricazione: un mix che ha fatto da facile innesco per il deflagrare di violenze sempre più acute, tragiche.                                                                  

Contro tutto questo odio, ricordiamo che proprio noi possiamo fare il ‘miracolo’: basta solo che ricordiamo a noi stessi che ‘ogni giorno è un miracolo’, per così interrompere la spirale negativa.

          Certamente, tutti noi abbiamo la sensazione che i prossimi saranno giorni decisivi: a Mariupol, nell’acciaieria Azovstal (o, meglio, nei suoi sotterranei a prova di atomica, pare) c’è la risposta: o saremo precipitevolissimevolmente avviati verso il precipizio o un inatteso, anche se inizialmente stentato, equilibrio potrebbe delinearsi.

          Per chi crede, la Pasqua è il momento giusto per dare concretezza ai propri stati d’animo, alle proprie azioni: se veramente vogliamo la Pace, dobbiamo avere ben presente che Dio è Pace, Amore e Perdono, e che il solo nutrire sentimenti di rancore ci fa morti dentro ancor prima di esserlo materialmente.

          C’è gente che muore  senza capirne il motivo: aiutiamoli a deporre le armi, a far trionfare la Pace. Sarà una vera rinascita collettiva, nel segno del Bene, dell’Uno, del Tutto.

          La prossima volta che mi rivolgerò a voi tutti, vorrei farlo proprio parlando di una Pace raggiunta.

 

 

 




DOSSIER UKRAINA 8: CHI NASCONDE QUALCOSA, HA QUALCOSA DA NASCONDERE.

Anche se sarebbe ora che la matassa iniziasse concretamente a dipanarsi, in Europa sempre meno si sente parlare concretamente di ‘pace’, di ‘tregua’, di ‘tavolo di trattative’; un concetto che dovrebbe vedere impegnate le nazioni direttamente e indirettamente coinvolte nello scontro militare.

USA, NATO, Russia, Cina, Ukraina, e con la partecipazione esterna di Francia, Inghilterra e Turchia, sotto l’egida dell’ONU, dovrebbero riunirsi tutti attorno a un tavolo, senza fronzoli ma  con l’obbligo imperativo di trovare una rapida soluzione che serva a rimediare anche agli eventuali errori di un passato più o meno recente.

Così includendo l’allargamento anomalo della NATO, la cruenta repressione delle genti del Donbas e della Crimea, la dismissione di ogni bio-laboratorio e quant’altro che ‘lorsignori’ possano già conoscere benissimo; nel contempo, intraprendere con serietà un’azione orientata al disarmo globale e al blocco della proliferazione di armamenti nucleari, ovvero dell’utilizzo del nucleare solo a scopi rigorosamente pacifici.  

          Negli ultimi giorni, a Bruxelles, il presidente ucraino Zelensky, che si divide con abile disponibilità tra i compiti di rappresentanza e i vari palcoscenici offerti dalla comunicazione (ivi incluse le austere aule di diversi parlamenti, purtroppo), ai leader dei 30 paesi NATO, oltre che l’usuale e bellicosa (e ormai monotona) sollecitazione a scendere in campo per la Terga Guerra Mondiale, ha formulato l’altrettanto abituale richiesta di finanziamenti e armi, oltre all’attivazione di una no fly zone: per l’esattezza, 2000 carrarmati e aerei da combattimento (il tutto, ovviamente, a fini difensivi …), il tutto pari all’1% dell’armamento NATO …

A tale richiesta, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha replicato “… gli alleati danno sostegno significativo all’Ucraina, armi, sistemi avanzati, sistemi che possano aiutare ad abbattere aerei.

Non entrerò nei dettagli dei sistemi, quello che posso dire è che gli alleati fanno quel che possono per sostenere l’Ucraina con le armi così che gli ucraini possano difendersi.

L’autodifesa è un diritto sancito dalla carta delle Nazioni Unite… (.) …Allo stesso tempo”, ha proseguito il segretario, il cui mandato è stato prolungato fino al 30 settembre 2023 “abbiamo la responsabilità di prevenire che questo conflitto si allarghi e coinvolga non solo Ucraina e Russia, ma gli alleati e la Russia.

Questo sarebbe più devastante e pericoloso. E penso che su questo dobbiamo essere onesti”.                                                                                               

In certi frangenti, l’utilizzo della parola ‘onestà’, suona in un ‘certo e particolare’ modo, quasi stonato: visto che ciascuno guarda più alle convenienze proprie o del gruppo/schieramento cui appartiene.

Penso che chi è onesto non abbia  bisogno di evidenziarlo a voce, bensì deve semplicemente testimoniarlo con il proprio comportamento: quando sento qualcuno che nel proprio fraseggio inserisce il termine ‘sarò onesto’, è il momento che acuisco i miei sensi, paventando insidie nascoste.             

Si continua a parlare di possibile Terza guerra Mondiale o di un (sempre possibile, pur se improbabile) utilizzo del deterrente nucleare.

Ma Signori, non facciamoci intortare ancora di più da questi persuasori: se mai dovesse esserlo, la prossima sarebbe la ‘Quarta se non la Quinta guerra mondiale’; la terza è iniziata dal termine del Secondo Conflitto Mondiale continuando fino alla fine del 1900, e si è svolta in tutti i teatri del mondo.

Luoghi, popolazioni, bombardati senza pietà, forsanche senza reali motivi, vittime dell’altrui cupidigia, sovente mascherata da ‘motivi umanitari’.

E dopo Hiroshima e Nagasaki, il 2020/2021 ha visto molte esplosioni ‘atomiche’, devastanti in tutto il mondo, che hanno causato centinaia di migliaia di vittime.

Non solo le bombe sono ‘atomiche’ e quindi devastanti, altre vittime sono state causate dall’irrintracciabile ‘stranissimo’ corona e dalle sue sfuggevoli e altrettanto ‘strane’ varianti, nonché dalle ‘strane’ terapie instaurate: vere atomiche ‘sganciate’ silenziosamente, la cui falce mortale ha mietuto e continua a mietere vittime.                                                                                 

E’ questa, in ogni caso, una guerra di informazione/controinformazione, di comunicazione/disinformazione: attentamente pianificate e attuate da staff di specialisti.     

A qualcuno piacerebbe ‘vincere facile’ (come recita certa pubblicità) additando solo ed esclusivamente la Russia e segnatamente Putin (cui non sono stati risparmiati epiteti e offese cocenti: insopportabili per chiunque), quale solo responsabile di ‘tutto’, anche in assenza di prove, anche in assenza di contraddittorio (certamente, non ha fiori nei propri cannoni… ma la realtà, talvolta, può essere un’amara medicina): si usa furbescamente il condizionale ma con una serietà e una retorica tali da farne verità, come l’utilizzo di armamenti al fosforo; la presunta volontà di utilizzare deterrenti chimico/batteriologici (per la cronaca: cosa smentita dal Capo degli Ispettori dell’ONU, poiché la Russia ha smantellato tutto il proprio arsenale chimico, in ossequio degli impegni solennemente assunti; la stessa cosa non può dirsi degli altri, USA in testa); presunte violenze a donne, vecchi e bambini; distruzione di ospedali (vuoti); mancata volontà di attivare corridoi umanitari, ecc. ecc. Farne un’elencazione sta diventando persino noioso.

Ma l’attenzione, altrettanto acuta, va anche indirizzata verso quanti, utilizzando menzogne preconfezionate ad arte (guarda caso, sempre le stesse), sembrano preparare i loro soldatini per organizzare una ‘missione umanitaria’ (anzi ‘missione di guerra motivata da alibi umanitario’) di un qualche tipo, contro la Russia (e chi l’appoggia), piuttosto che dedicare ogni forza, ogni risorsa, ogni attimo, alla ricerca di una soluzione diplomatica del conflitto in atto (non tralascio di sottolinearlo, sempre con maggior enfasi).

E la ricerca di queste ‘colpe’ russe, è ormai spasmodica poiché nelle menti di un gruppo di soggetti alberga una sola realtà percorribile, a ogni costo: colpire la Russia ‘lasciarle il segno’.

Soprattutto perché ha osato alzare la  voce – visto il fallimento di ogni pregresso tentativo diplomatico, dalla stessa promosso – contro chi non ha rispettato accordi precedenti, avvicinandosi pericolosamente ai suoi confini, puntando i suoi missili (targati ‘liberty & democracy export ‘) ora a soli 7 minuti di volo da San Pietroburgo e un po’ più del doppio da Mosca!

Violando, USA e NATO, ogni e qualsivoglia loro impegno: con la complicità degli stato membri, che non potevano non sapere. 

Ma gli autori di questa bella situazione, nella quale hanno coinvolto l’Ukraina (diventata terra di scontro per conto terzi?), continuano a rifiutare ogni dialogo diretto o meno, imponendo e continuando a imporre la loro bellicosa volontà.

Sono coloro che hanno fatto dell’Ukraina l’avamposto ove collocare i loro laboratori di illecite ricerche chimico-batteriologiche e si sottraggono dal dare spiegazioni, dal giustificare le loro azioni ed i loro reali obiettivi: forse ritengono di poter fare tutto e di tutto, senza essere chiamati a risponderne?

Sono coloro che hanno ridotto l’Ukraina a una piattaforma di sporchi affari e di intrighi.

Sono coloro che si stanno facendo scudo dei cittadini ucraini, installando posizioni militari in ambienti civili, dissimulando e dissimulandosi abilmente. 

Al riguardo, la nostra informazione (per intenderci, quella che durante le riprese indossa il giubbino con scritto ‘press’ o che calza un elmetto di protezione, e che dice di essere in un luogo mentre alle spalle ci sono immagini statiche o pre-registrate) è assolutamente aliena dal raccogliere e ri-trasmettere le testimonianze di chi certamente non ha motivo di ringraziare le truppe ucraine, o di chi ha tragica e diretta testimonianza delle brutalità delle loro componenti militari palesemente naziste.     

Ormai, al mondo è stata data una brusca sterzata e una certa impostazione di ‘globalismo’, sostenuto dall’èlite della finanza e voluta con forza dai ‘piani alti’, è naufragata.

Gli stessi equilibri monetari stanno subendo una rapida e radicale mutazione, con un riassetto circa il quale nulla può essere oggi dato per scontato.

Al di là di belle enunciazioni di facciata o da parte di possibili soggetti poco competenti, dei parvenu della politica, salvo cambiamenti epocali, l’Unione Europea è alle corde, e la sua moneta è ora sovrastata dal dollaro: vero vincitore di questa fase, tanto a livello finanziario che cosa affatto trascurabile, commerciale, con il suo export di GNL (almeno +30% di costi in più rispetto a quello fornito dalla Russia, assoggettata a sanzioni) e con l’amabile disponibilità a spedirci, pagando, beninteso, un po’ di grano e altri cereali (chissà se provenienti dalle ampie coltivazioni che Mr. Gates ha acquistato con i lucrosi proventi dei miracolosi ‘liquidi’).  

Il Mondo ha bisogno di Pace, Signori miei; con la paura, con il terrore, si possono solo ‘tenere a bada’, e cioè sotto controllo, genti e nazioni.

Ma è solo un clima pacifico che può stimolare l’intelletto e le azioni, per il progresso dell’Uomo e dell’Umanità.         

Quanto sta avvenendo in questi ultimi anni, ha messo ancor più in rilievo che sono sempre in molti parlare di una ‘redistribuzione della ricchezza’ per favorire (altro termine tanto caro a ‘lorsignori’, anche se …) le fasce di popolazione meno abbiente, ma che in realtà proprio sulla pelle di queste fasce più deboli (fasce sempre più ampie, ormai in modo macroscopico) si consuma un arricchimento sfrenato e per lo più illecito da parte di chi specula su tutto: anche sulla pelle della povera gente. 

Occorre non demotivare l’imprenditoria, ma esaltarla; così come vanno mantenute tutte le attività del commercio e dell’artigianato, potenziandole: nel ‘globalismo’ tutto diviene una marmellata informe, senza grandi distinzioni, e finisce per concentrare nelle mani di pochissimi soggetti molte delle attività che prima venivano attuate da una pluralità di individui.

E ciò sulla base del più sano liberismo, di quella visione di ‘libera imprenditoria’ (che faceva da preciso contrappunto al concetto di ‘Stato libero e democratico’, e non certo di uno ‘stato canaglia’ avido e inefficiente, persino punitivo nei confronti dei cittadini) che trovava nelle dottrine keynesiane la sua esaltazione attraverso l’innesco di un processo evolutivo a spirale, moltiplicatore del reddito.

Reddito che vuol dire creazione di opportunità di lavoro, di crescita, di sviluppo, di intrapresa commerciale e imprenditoriale, di libero scambio interno  e internazionale, di forti stimoli all’agricoltura, di libera circolazione della moneta ma anche di un sistema fiscale equo ed efficiente attraverso meccanismi diretti e funzionali che scoraggino la sola idea di evasione (perché la cosa riesce nelle altre nazioni e in Italia no?), e quant’altro che degli economisti possano suggerire con facilità. 

Certamente, l’adesione all’attuale UE non è che abbia giovato all’Italia né agli Italiani, che con l’avvento dell’Euro si sono trovati impoveriti mentre altre nazioni hanno avuto un concreto vantaggio: e ciò, tradendo le percezioni e la volontà dei Padri Fondatori.

Le considerazioni di Altiero Spinelli, per citare una di queste prestigiose Figure, con il forte desiderio di pervenire agli Stati Uniti d’Europa, sono sempre un obiettivo perseguibile; ma è un obiettivo divenuto via via più arduo raggiungere, com’è ormai chiaramente deteriorata la stessa attuale impostazione della UE.  

Una situazione che non può non contemplare un recupero (in parte o totale) delle sovranità nazionali, al fine di porre rimedio a un contesto privo di sincronicità e armonia; non c’è bisogno di uno stato-chioccia, che elargisca contentini di tutti i tipi ai suoi ‘pulcini’ pur di tenerli buoni e senza grilli per la testa, perché i pulcini tali resteranno, senza crescere, senza ambire ad altro.

Che futuro può esservi senza poter inseguire i propri sogni, senza coltivare delle prospettive, senza poter accarezzare concretamente il normale desiderio di costruire una propria famiglia, nella percezione, poi, che il proprio livello di istruzione e il proprio bagaglio culturale valgono sempre meno, specie a confronto con gli altri suoi coetanei in Europa, e non solo?

Abbiamo bisogno, ora più che mai, non di traders o di abili e spregiudicati commis della finanza: occorre operare palesemente e concretamente per il bene dei Cittadini, e del loro insieme, ovverosia della Nazione, consentendo loro di sentirsi importanti, rispettati.

Il Popolo deve sentirsi presente e rappresentato, trattato con rispetto e umanità, recuperando la piena consapevolezza del suo valore e della dignità della persona. Il momento è propizio, così come è anche propizio per dare significato e corpo alle trattative odierne che, grazie alle mediazioni in corso, specie quella del leader della Turchia, lasciano intravvedere spiragli: anche se non potrà esservi una fine delle ostilità, senza il coinvolgimento diretto tanto degli USA che della NATO.

E’ giusto che tutti chiedano delle garanzie, specie per evitare il ripresentarsi di talune evidenti situazioni, ed è giusto che nessuno sia tentato di ‘fare il furbo’ ovvero di credersi più furbo degli altri.         

E la lezione che si profila da poche ore, è di quelle che stroncano ogni tentativo di furbizia, e anzi castigano molte iniziative prese con fin troppa frettolosità, quando non con i paraocchi: “…la Banca Centrale della Russia ha annunciato ufficialmente che, a partire dal 28 Marzo 2022, il rublo russo è legato all’oro. Il tasso è di 5000 rubli per grammo di lingotti d’oro…”.

Ci sono 28 grammi in ogni oncia; 28 grammi (ossia, un’oncia) per 5000 rubli al grammo equivalgono a 140.000 rubli.

Vi prego: proseguite da soli nel ragionamento pratico… arriverete alla sintesi pratica: con questa manovra monetaria, la Russia (data per rapidamente soccombente sul piano della finanza internazionale, fin dai primi giorni di conflitto) spazza via di c.a. il 30% il valore attuale del dollaro USA in tutto il mondo, quando si tratta di transazioni su base aurea.

E, ricordiamolo per la cronaca, ma anche scaramanticamente, l’ultima persona che stava per sostenere la propria valuta con l’oro, è stato Muammar Gheddafi: spazzato via a suon di bombe e ucciso con inaudita e sadica violenza.                                                                

Siamo alle soglie di un mondo nuovo e del tutto diverso da prima, con antichi equilibri del tutto saltati, e con la necessità di determinarne di nuovi. 

Avranno i governi del mondo il coraggio, la forza e la lungimiranza per farlo? Riusciranno ad avere una visione prospettica diversa, nell’interesse dei Cittadini?

 

Giuseppe Bellantonio