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Incredibile, ma vero!

Con il sesso, non si scherza, soprattutto a scuola.

L’educazione sessuale proposta in classe, a dei minori, può diventare un terreno minato, difficile, problematico, contraddittorio, in una parola pericoloso.

Talmente pericoloso che, sempre più insegnanti di scienze, si limitano a dare delle fredde informazioni scientifiche sugli organi genitali o sul funzionamento dell’apparato riproduttore, demandando, a delle figure esperte, psicologi e sessuologi, gli argomenti più spinosi.

Purtroppo, non è andata così nella scuola media paritaria La Traccia di Calcinate, dove il corso di educazione sessuale si è trasformato in una bomba.

Infatti, il corso, o meglio il modo in cui è stato condotto, ha scatenato un esposto con oltre 25 mila firme raccolte fra i cittadini, a cui si aggiungono le sottoscrizioni di 65 associazioni ed enti e 30 esponenti politici, tra cui il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

L’esposto è indirizzato al Provveditore di Bergamo, Patrizia Graziani, ma anche al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Al centro delle polemiche le lezioni e le schede distribuite dal professor Armando Baldissin.

 

La sua colpa?

L’utilizzo del materiale, cioè gli insegnamenti tratti dal libro, da lui stesso pubblicato, Educare all’affettività, edito nel 2011 ed ormai fuori catalogo.

Ma andiamo con ordine.

L’esposto

Nel testo della petizione, lanciata anche sulla piattaforma Change.org, si legge che “La Traccia, da più di dieci anni, propone a centinaia di adolescenti un’educazione sessuale che rafforza gli stereotipi di genere e un rigido binarismo dei ruoli di genere. Inoltre, il corso di educazione sessuale demonizza la pornografia, l’autoerotismo; mette sullo stesso piano omosessualità, bisessualità e pedofilia; afferma che l’omosessualità sarebbe un ‘disturbo psicologico’, un ‘vizio’ simile all’alcolismo, derivante dal sentirsi dei ‘maschi falliti’ o delle ‘femmine mancate’; precisa che può essere curata con le terapie riparative ricorrendo ad uno psicologo; asserisce che i genitori omosessuali avrebbero una maggiore propensione a compiere atti di pedofilia sui propri figli (!)”.

Con l’esposto-petizione si chiede alla dirigente del Provveditorato, Patrizia Graziani, di “adoperarsi al più presto per attivare i controlli necessari sull’offerta educativa della scuola paritaria La Traccia di Calcinate, adottando tutte le misure idonee ad assicurare la tempestiva sostituzione dell’attuale insegnamento dell’educazione all’affettività offerto dalla scuola (di carattere antiscientifico e discriminatorio) con un insegnamento condotto da personale qualificato e rispettoso delle pari opportunità tra uomini e donne, nonché dell’identità sessuale degli adolescenti Lgbti, in ossequio ai princìpi della Carta costituzionale”.

La replica

L’esposto è stato definito “vile” dal Popolo della Famiglia, “in un momento delicato per la vita delle scuole”.

Mentre a qualche giorno di distanza è arrivata anche la risposta della scuola: “La Traccia da sempre si propone come scuola della persona, tesa a promuovere il valore di ogni singolo individuo nella sua originalità secondo i principi costituzionali – si legge in una nota -. Il percorso di educazione all’affettività non adopera le pagine e i materiali menzionati; pertanto l’oggetto dell’esposto non sussiste, e la scuola è disponibile a darne documentazione alle autorità preposte qualora lo richiedessero.

Si precisa inoltre che il volume ‘Educare all’affettività’, editato nel 2011, è da anni fuori commercio e non è utilizzato come sussidio fornito né agli alunni né ai docenti.

Il nostro istituto, estraneo da sempre a scontri ideologici, in questi tempi di emergenza educativa aggravata dalla pandemia, intende proseguire il suo percorso formativo quotidiano, che si svolge nel rispetto del valore di ogni persona, delle normative vigenti, dell’autonomia scolastica e si fonda sul patto stipulato con le famiglie che da 36 anni condividono e sostengono il nostro impegno educativo”.

Il commento

In attesa che la verità venga a galla senza strumentalizzazioni di parte, come redazione di betapress, ci limitiamo a sottolineare che, qualora fosse davvero accaduto di «Insegnare a ragazzi di 14 anni che l’omosessualità è un dis-orientamento sessuale, una malformazione psicologica, un vizio simile all’alcolismo che può essere curato mediante apposite terapie — come dice la lettera — costituisce un’attività antiscientifica, altamente lesiva della dignità, dell’identità personale e sessuale degli adolescenti e pericolosa per il loro sviluppo ed equilibrio psicologico», il fatto andrebbe certamente stigmatizzato, ma prima di giudicare occorre sapere esattamente come sono andati i fatti e restiamo comunque convinti che il diritto delle opinioni prevalga su qualsiasi altro elemento.

 

Chi ha sottoscritto l’esposto

AGEDO – Punto di ascolto di Bergamo
AGEDO Milano
AGEDO Nazionale
Alfi Lesbiche XX Bergamo
Arcigay Bergamo Cives
Associazione Culturale Immaginare Orlando
Bergamo Possibile – comitato “Stefano Rodotà”
Bergamo Pride
Comune di Curno
Conferenza Democratiche PD Bergamo
Consultorio AIED Bergamo
Coordinamento provinciale bergamasco degli enti locali per la Pace e i Diritti Umani
Giovani Democratici – Bergamo
NonUnaDiMeno Bergamo
Patto per Bergamo
Students for Equality
Tavolo permanente contro l’omolesbobitransfobia del Comune di Bergamo
Uni+

E tra gli esponenti delle istituzioni:

Giacomo Angeloni – Assessore all’innovazione, semplificazione, servizi demografici, partecipazione e reti sociali del Comune di Bergamo
Niccolò Carretta – Consigliere regionale
Davide Casati
Sonia Coter – Consigliera comunale del Comune di Bergamo
Roberto Cremaschi – Consigliere comunale del Comune di Bergamo
Alessandro De Bernardis – Consigliere comunale del Comune di Bergamo
Ezio Deligios – Consigliere comunale del Comune di Bergamo e Consigliere provinciale
Luisa Gamba – Sindaco di Curno (BG)
Sergio Gandi – Vice Sindaco del Comune di Bergamo
Nadia Ghisalberti – Assessora alla cultura del Comune di Bergamo
Pia Locatelli – ex Deputata ed Europarlamentare
Marzia Marchesi – Assessora agli affari generali, all’educazione alla cittadinanza, alla pace, alla legalità e alle pari opportunità del Comune di Bergamo
Marcella Messina – Assessore alle politiche sociali del Comune di Bergamo
Denise Nespoli – Consigliera comunale del Comune di Bergamo
Loredana Poli – Assessora all’istruzione, all’università, alla formazione, allo sport e alle politiche giovanili del Comune di Bergamo
Ivana Rota – Assessore alla pubblica istruzione e alle politiche sociali del Comune di Curno
Dario Violi – Consigliere regionale

 

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