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… “IN PRESENZA” … “A DISTANZA” …

L’ultimo DPCM prevede per il 18 gennaio il ritorno in presenza a scuola, seppur con il limite del 50%, ma l’Ordinanza regionale lascia le scuole superiori pugliesi a distanza fino al 23 gennaio.
Dal 5 marzo dell’anno passato la scuola non è più Scuola. Il maledetto virus ha stravolto le nostre vite e oggi, quasi ad un anno di distanza, si continua a sfogliare la margherita con il dilemma tra “didattica in presenza” o “didattica a distanza”.
Nonostante tutte le sue storture, la didattica a distanza ha permesso di continuare le attività didattiche ed è stata utile e salvifica in piena emergenza. Ma oggi non possiamo più parlare di situazione di emergenza, ma di situazione di pandemia, che per essere governata necessita di una rimodulazione dell’organizzazione scolastica, non estemporanea, ma frutto di programmazione.
Certo il distanziamento, le mascherine e il gel igienizzante hanno fanno sì che le scuole siano sicure, non causa di contagi significativi al loro interno, tuttavia non possono non risentire del della situazione epidemiologica esterna, perché i casi di positività al covid o i contatti stretti generano a scuola un pericoloso effetto domino tra gli alunni, i docenti ed il personale ata.
Non possiamo andare a scuola con la paura, la preoccupazione. Questa non è scuola. Che si tema l’arrivo della terza ondata non un segreto. Il rischio di aprire e poi richiudere c’è.
L’emergenza è per definizione una circostanza imprevista, quindi non possiamo continuare a parlare di emergenza in riferimento alla scuola, il problema ha acquisito una connotazione strutturale, perché per anni si è disinvestito sull’istruzione, sui trasporti e servizi, sulla sanità ed oggi ci viene presentato il conto.
E allora? Per tornare in presenza ed evitare che ogni regione vada in ordine sparso è necessario vaccinare il personale scolastico, sottoporre tutta la popolazione scolastica a test rapidi, dotare ogni scuola di termoscanner per la rilevazione della temperatrura, di sistemi di aereazione di classe per lo più sottodimensionate, risolvere il sovraffollamento dei mezzi di trasporto pubblico.
Bisogna stare sui fatti, sui casi concreti e su questi prendere decisioni: riaprire oggi la scuola sarebbe un rischio eccessivo.
Continuiamo con la didattica a distanza, consapevoli di tutte le sue storture, ma altrettanto consapevoli del grande rischio di tenere tutti in classi sempre più numerose e in aule non adeguatamente dimensionate e con difficoltà al ricambio aria, adesso che le temperature non permettono di spalancare le finestre.
La Scuola con la S maiuscola è solo in presenza, ma ciò vale in periodi ordinari e non straordinari come quello che stiamo vivendo, proseguiamo con la didattica a distanza, aspettando i primi effetti dei vaccini e non rischiare di provocare una terza ondata di contagi che sarebbe più deleteria delle precedenti.
Ai nostri ragazzi possiamo dire “Non è vero che questo sia un anno perso. Dimostrate il contrario, studiate non per il voto, ma per voi stessi, dimostrando così di essere più capaci di chi dovrebbe decidere per voi”.

Pio Mirra

Dirigente Scolastico

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