Il Berlusca amato dalla gente​

Con la cerimonia del commiato, si è concluso il transito terreno di Silvio Berlusconi. Inutili le parole, di fronte a una commozione che ha palesemente toccato il Popolo.

Proprio l’epilogo, con ali di folla spontanea lungo il percorso da Arcore verso il Duomo, ha dimostrato che Egli è sempre stato un riferimento certo e saldo per i Cittadini.
In questo contatto diretto, dove erano distanti ed estranee altre pur significative presenze, è l’esaltazione della vera Figura dell’Estinto.
Il plauso popolare è stato tutto per lui: sincero, spontaneo, testimonianza certa che la Sua visione di un modo e di uno stile del fare, è stato ben compreso, ed ha attecchito non solo nelle menti, ma anche nei cuori.
Ciò che ha fatto, gli verrà riconosciuto.
Ma certamente, nella quotidianità, Egli sarà ricordato a lungo; è stato un protagonista, in vita, e anche dopo come tale sarà ricordato: al pari della Sua indubbia capacità di mediare, ricucire, operare con una visione prospettica ampia e concreta.
La stessa presenza di numerosi rappresentanti delle diplomazie estere, testimonia ciò.




Due righe per Silvio

Addio a Silvio Berlusconi!                                                                                          

Preliminarmente: a lui non può essere negata, se non da squallidi cialtroni e invidiosi, l’umana pietas; e lo sostengo alla luce dell’infima gara intrapresa da coloro che, a tutti i costi, intendono denigrarlo anche da morto.

Molto ha fatto, moltissimo gli è stato impedito di fare: e ha pagato un duro prezzo, per ciò che ha fatto, specie nel (solo temporaneamente riuscito tentativo) di affrancare energeticamente l’Italia, grazie agli accordi raggiunti con la Russia di Putin e con la Libia di Gheddafi.

Ciò che accadde a Gheddafi, e la brutalità con cui avvenne, è cosa nota.

Ciò che sta accadendo con la campagna d’odio anti-russo, punta emergente di una dichiarata volontà USA di cancellare/ridimensionare la Russia, è sotto gli occhi di tutti o quantomeno di coloro che non si fanno intortare da narrazioni ambigue quando non sfacciatamente di parte.

Non escluderei, proprio alla luce del concatenarsi di eventi, che anche tali buoni rapporti a nome e beneficio dell’Italia, possano averne fatto un bersaglio.                                                                               

La sua visione imprenditoriale, ha comunque rappresentato per l’Italia ottimo punto di riferimento: certo, lo aveva anche reso ‘scomodo’, poiché non era tipo da farsi corrompere, per tradire quegli ideali che per lui erano incentrati sui concetti – questi, certamente positivi di Patria, Lavoro e Famiglia.

Anche a tale riguardo, i detrattori avevano una lunghissima nota di elementi opposti e contrari: ma, tempo e processi, hanno dimostrato che non tutte le accuse erano fondate ovvero dimostrabili.

Ma questa non è la sede: la valenza di questo scritto, intende essere solo essere indirizzata a un Uomo che seppe creare, edificare, costruire; non solo in senso materiale.       

Molti, con perniciosa ostinazione, continuano a dividersi sul fatto se fosse o meno iscritto alla P2 o se fosse stato iscritto: vero è invece che la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla Loggia P2 nulla poté dimostrare, né di sue frequentazioni né di una volontaria iscrizione né di un qualche contatto con altri appartenenti al famoso ‘elenco’.

Ma questo giova solo alla curiosità: all’epoca, altri facevano la fila per poter far parte di quella Loggia ‘particolare’ del GOI, di cui si narrava abbondantemente nelle cronache, per sollecitare un qualcosa o solo per ‘far parte’.

A noi piace ricordare l’imprenditore, il costruttore di una ‘nuova’ Milano, vivibile e fruibile; di emittenti che offrono opportunità di lavoro a migliaia di dipendenti che, con la propria azienda di riferimento, hanno legami di rapporti di grande affetto e fedeltà: anche perché il Presidente molto agevolava il personale, facendolo sentire parte del gruppo, parte del progetto, coinvolto in serie prospettive.                                                                                                       

Mancherà anche la presenza e l’apporto del politico: equilibrato, perché portato a mediare piuttosto che non a bluffare, tradito ma non traditore, ‘scomodo’ per molti politici esteri di rilievo, coloro cui un’Italia efficiente e libera nelle proprie decisioni più importanti dava (così come tuttora dà) fastidio e suscitava aperta intolleranza ma anche ‘scomodo’ per quei politici italiani meno propensi a condividere con lui il concetto di Patria e tutto ciò che ad essa attiene.

Vedremo chi tenterà di portare avanti il suo messaggio, e come: ma non sorprendiamoci se, in assenza di Colui che fu il protagonista principale, il fondatore, potranno determinarsi delle divisioni.                  

Ci auguriamo di no.

Ma in politica tutto è fluido, in movimento.                                                 

Una gravissima perdita per la Famiglia, cui va il nostro massimo rispetto, oltreché il nostro cordoglio; una grave perdita per la libera imprenditoria e per l’informazione; un lascito importantissimo per chi dovrà concretamente succedergli nella politica, onorando la sua posizione equilibrata e propositiva.  

                                                                                               

Ora è oltre… Finalmente in pace.




GRAFFI QUOTIDIANI … Guerra! Guerra! Guerra!

 

Al MIT di Boston un ex-premier Italiano, che tanto bel ricordo ha lasciato nel cuore degli Italiani, e ancor prima in quello dei Greci , celebrato e ultra-premiato per le sue capacità, ha affermato che “Accettare una vittoria russa o un pareggio confuso indebolirebbe fatalmente altri Stati confinanti e manderebbe un messaggio agli autocrati che l’UE è pronta a scendere a compromessi su ciò che rappresenta, su ciò che è. Segnalerebbe inoltre ai nostri partner orientali che il nostro impegno per la loro libertà e indipendenza – un pilastro della nostra politica estera – non è poi così incrollabile”.         

La sintesi di queste parole, vorrebbero un incitamento a proseguire nell’odio, nella carneficina, nella guerra per la guerra.

Le sue parole, né più né meno ricordano l’eccitazione foriera di sventura suscitata da un leader politico-militare italiano il 10 Giugno del 1940 (lo scorrere del tempo, la concomitanza di date e contenuti, ci insegnano perennemente che nulla avviene per caso e che i cicli della storia si ripetono, inesorabilmente quanto tragicamente: stravolgendo e travolgendo uomini e cose): in quel caldo pomeriggio, la folla adunata a Piazza Venezia finì per scandire, con sempre maggiore veemenza e violenza, l’orrido grido GUERRA! GUERRA! GUERRA!                                                                                    

A Boston e altrove, agli osservatori attenti quanto disincantati è sembrato che la Storia, attraverso bocche sussiegose e cerimoniose, lanci nuovamente lo stesso messaggio triste e lugubre: GUERRA! GUERRA! GUERRA!  Ricordando altresì che essa, la Storia, è sempre inesorabile e pronta a presentare il proprio doloroso, orrido, conto: fatto di miseria, sangue, fame, morte, sofferenza, dolore.   

Ma perché non si parla e si opera per la PACE?                                                                                                           

Perché ogni volta che si parla di PACE e si muovono con maggiore concretezza le diplomazie in tale direzione, accadono (anche in queste circostanze, il caso non esiste) fatti dirompenti che proprio la PACE allontanano?

Il ricordo degli atti di terrorismo/sabotaggio che misero fuori uso il Nord Stream 1 e 2, quelli legati all’esplosione che ha aperto l’enorme breccia nella diga di Kakhovka  (cannoneggiata costantemente dai militari in forza all’esercito ukraino), le questioni legate all’Azovstalt o alla centrale nucleare di Zaporizhia, al pari di altre operazioni belliche, ci fa sorgere dubbi e quesiti persino senza risposta: ciò, nonostante la propaganda del mainstream che in modo martellante , ma mai obiettivo!, ci suggerisce di chi siano le ragioni e di chi i torti, e di quale possa essere la soluzione giusta…

GUERRA! GUERRA! GUERRA!

dapprima inviando qualche contingente militare, il cui compito non sarà certo quello di pettinare le bambole, poi, utilizzando la tecnica del barattolo di marmellata, il coinvolgimento sarà totale.

E la Russia ha già detto chiaramente che, per loro, ciò equivarrà a una discesa in campo diretta.                         

Non PACE, quindi, ma esplicita GUERRA contro la Russia: questo sottendo tutti gli interventi, dal Segretario della NATO Stoltenberg al leader USA Biden, ai leader UE, tutti (apparentemente) uniti tanto nel ritagliarsi alibi (molto imperfetti: a uso dei creduloni) che nell’ostinarsi nel cul-de-sac della GUERRA.

Quindi, la GUERRA come unica opzione, per arrivare dove?

Alla PACE: una PACE che però ‘’’deve’’’ passare dalla sconfitta della Russia, perché altrimenti l’Europa, gli alleati NATO, farebbero brutta figura, dando dimostrazione di ‘debolezza’ tale che poi la ‘gente mormora’.                                                                   

Noi siamo per la PACE, i popoli sono per la PACE (solo politici, politicanti, trafficanti e affaristi perseguono finalità opposte): lavorare per la PACE esige CORAGGIO ed è prova di COERENZA e di FORZA, di AMORE PER IL PROPRIO POPOLO, di SALVAGUARDIA DELL’INCOLUMITA’ DELLA POPOLAZIONE e anche di quelle FORZE ARMATE che non devono essere gettate allo sbaraglio.                    

E basta con le falsità: l’Ucraina non sta combattendo per l’Europa né la sta difendendo, né sta combattendo per salvare l’Europa da una possibile quanto molto ipotetica invasione.                                        

Se c’è un ‘invasore’, forse occorre cercarlo altrove.                                                                         

NON RACCOGLIAMO I FINTI MESSAGGI PACIFISTI DI CHI VUOLE SPINGERCI A UNA GUERRA IN CAMPO APERTO.

MOBILITIAMOCI: MA PER LA PACE! RICORDANDO A CHI UNISCE A ‘PACE’ L’AGGETTIVO EQUO, CHE PER RAGGIUNGERE TALE OBIETTIVO – EVIDENTEMENTE BIVALENTE – OCCORRE FARE UN PICCOLO PASSO INDIETRO. FINO ALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO, DANDO NOME E COGNOME A CHI TRADI’ GLI IMPEGNI ASSUNTI E ALLE CONSEGENZE DI CIO’. FINO A OGGI.                                                                                                      

Risolvere tutto ciò, attraverso la diplomazia, può condurre a una autentica pace (abbastanza) equa.




NATURA AMICA

 

La Collega Dr.ssa Fiorella Ialongo, mi ha messo a parte di una bella iniziativa fiorita – è il caso di dire – a Campoverde di Aprilia (nella fertile e alacre terra Pontina): una iniziativa che premia il lavoro e l’intraprendenza di Imprese e singoli usi alla massima laboriosità e – sotto il profilo squisitamente merceologico –  posti ai vertici di quella piramide che, oltre che coinvolgere il mondo del lavoro e della produzione, coinvolge il complesso delle stesse filiere dell’agro-alimentare e della zootecnia.                  Il mio interesse a questo bell’evento – rammentando che senza la cura della Natura e dei suoi frutti, l’essere umano non potrebbe certo alimentarsi di surrogati impropri, peraltro trattati ampiamente in modo chimico, per essere definiti seriamente ‘prodotti alimentari’ – trova origine nel particolare momento che vive l’Italia.                        

Assistere un giorno sì e l’altro pure al fiorire (fiori del male?) di idee o iniziative tese a influire pesantissimamente sulla zootecnica o sulla produttività agricola italiane, è come assistere ai tiri di prova di un plotone d’esecuzione, prima che – aggiustato il tiro – procedano a giustiziare una parte enorme del made in Italy, della produzione, della qualità di comparti da sempre fiore all’occhiello tanto dei produttori che dell’Italia stessa.

Non parliamo poi del devastante impatto che si avrebbe sul mondo del lavoro, se queste filiere subissero attacchi rovinosi per mano di Bruxelles.    

C’è poco da girarci attorno: l’Italia è da anni al centro di attacchi concentrici che l’hanno via via spogliata di aziende prestigiose, o hanno visto entrare in vigore normative tali da riverberarsi negativamente sulla nostra produttività come pure sui nostri prodotti.  Prodotti di eccellenza, che, tra ‘semafori’ e mille pseudo-motivazioni, hanno il fine di mortificare produzione, vendita e lavoro.                                                         

Quando entro in un supermercato, mi sorgono mille domande: carni (di cui non è dato conoscere con precisione la filiera, che non si sa quanto pregiate o come e quanto trattate possano essere) in vendita e provenienti da Francia, Olanda, Austria, Belgio: così che trovare delle carni italiane (sappiamo quanto rigorosi siano gli standard produttivi e di controllo di questo prodotto) è diventato raro.

Lo stesso dicasi per tanti altri prodotti, riguardo ai quali resto persino diffidente. Non parliamo poi di ‘insetti’, ‘vermi’, blatte’ o quant’altro: il cui cibarsi lascio certamente ad altri pellegrini del cibo, ma che – vi assicuro – non trova riscontri nelle altre nazioni, così come vogliono farci credere (ci sarà chi possa utilizzare qualcuno di questi materiali, ma sono soggetti in zone estremamente povere, o personalmente in tale condizione). 

Motivo che, unito alle altre recentissime notizie, mi porta a ritenere che sì, c’è gente (odiatori dell’Italia e degli Italiani? Del genere umano?) che, con grande costanza, si adopera per depauperare tutto ciò che sia espressione della creatività, dell’imprenditorialità, delle peculiarità produttive, dell’Italia.     

Sono anni che, tutto ciò che è italiano, e che rappresenta l’italianità (ossia, vanto per l’Italia) è sotto assedio, suscitando bramosie di conquista: in ordine di tempo, le ultime nostre peculiarità a essere seriamente minacciate sono salute, libertà (vedasi ‘sistema (cinese) dei crediti’, e spersonalizzazione: ciascuno di noi non sarà più ‘persona’ ma solo un numero, un codice, un input) e risparmio (si pensi: se tutta questa mole andasse a far parte di un sistema di cryptovaluta, le posizioni di ciascuno – ancorché ancorate al nome – sarebbero ancorate al soggetto e a tutto ciò che risulta alla base della sua schedatura; così che lo stesso denaro che, se depositato in una banca non è più suo (sotto il profilo della ‘proprietà’), se confluente in una massa indistinta non sarà suo doppiamente, e basterà un click perché il gestore del tutto gli possa impedire di avere accesso a ciò che (un tempo che fu) era ‘suo’.                                                         

Un plauso quindi agli organizzatori e ai partecipanti di questa interessante kermesse di Campoverde, esaltazione della nostra capacità produttiva, della nostra cura per la Natura, della nostra passione per il cibo sano e gustoso, della nostra stessa ‘inventiva’: tutte condizioni premianti, a fronte delle quali saremo al loro fianco nel sostenerne le scelte, l’amore che ripongono nel loro lavoro, e la volontà di proseguire nell’opera.                                                                                     Complimenti a tutti!                                                                                                                     Giuseppe Bellantonio

Di seguito, l’articolo sopra citato, a firma della Dott.ssa Fiorella Ialongo, da cui abbiamo tratto gradito spunto per l’intervento.                      

Solo l’agricoltura, che senza dubbio è molto vicina e quasi consanguinea alla sapienza, è priva tanto di scolari che di maestri” (‘De Re Rustica’, Lucio Giunio Moderato Columella)

Prendendo spunto dalla precedente citazione, in occasione del ponte del 1° maggio, potrebbe essere interessante trascorrere una giornata di intrattenimento ed informazione, di aggregazione sociale e di incontro con i professionisti dell’agricoltura. Senza dimenticare la possibilità di gustare specialità enogastronomiche a km. ‘zero’ e provare esperienze dal gusto antico ma sempre attuali.                                                                                    Il riferimento è alla XXXVI° Mostra Agricola di Campoverde che terminerà il primo Maggio, e si tiene presso l’Area Fiere di Campoverde ad Aprilia (LT).                      

I dati che ci sono giunti dai primi giorni dell’evento sono molto confortanti: sono andati sold-out i ca. 350 stand dedicati ad agricoltura, floricultura, innovazione, enogastronomia, bestiame, macchine ed attrezzature agrozooalimentari.                              

Di sicuro interesse anche gli spettacoli in programma quali, ad esempio, le prove di abilità di attacchi carrozze curate dalla Fitetrec Ante, il Western Show, i convegni, gli eventi curati da giornalisti specializzati nel settore come Tiziana Briguglio e Roberto Ambrogi dell’ARGA Lazio.                        

Detto diversamente, la Mostra Agricola di Campoverde ha visto crescere nel tempo la propria importanza. Si tratta di un risultato che premia sia l’impegno degli organizzatori, sia le finalità della manifestazione. Essa, infatti, ha tra i suoi fini quello di mettere in contatto, attraverso gli stand, i consumatori con i produttori. I secondi possono far conoscere ai primi la qualità del proprio marchio a un prezzo competitivo: contatto rafforzato dal piacere di una stretta di mano e di un sorriso, recuperando anche l’aspetto relazionale, troppo spesso punito dagli acquisti on-line.            

Fiorella Ialongo

(Maggiori dettagli sul sito: https://www.mostraagricola.it/ )

 




Graffi … gasati

Tra le tante notizie tra il serio e il faceto, quella dello scoop del NYT.

Fonti (poco intelligenti) dell’intelligence (quale?) asserirebbero che indagini tedesche avrebbero trovato un battello con traccia di esplosivi a bordo che sarebbe stato noleggiato da un (misteriosissimo) gruppo di militari/paramilitari ucraini per compiere l’attentato di Settembre al gasdotto del Nord Stream 1 e 2.

Considerando i controlli in zona, l’abbondante presenza della ricognizione occidentale, anche a mezzo dei satelliti militari, è del tutto inverosimile questa (tardiva) scoperta.

Il tutto assomiglia a una patacca creata ad arte, subito dopo che il giornalista d’inchiesta americano Hersh ha pubblicato una dettagliatissima ricostruzione (sostenuta da elementi certi, e non smentita).

In questa si attribuiva la responsabilità dell’attentato a incursori/guastatori del blocco occidentale, al fine di far cessare gli approvvigionamenti di gas dalla Russia attraverso quella via, ma soprattutto stroncare ogni remora della Germania a schierarsi apertamente e militarmente con gli USA+NATO+UE.

Evviva l’Occidente progredito, liberale e democratico!




Graffi … di ordinaria succubanza.

Dopo la preordinata e strumentale mobilitazione della gente di Cutro all’arrivo dei membri del Consiglio dei Ministri, con tanto di cartellonistica ad hoc (stessa copisteria, stesso cliché…), con tanto di grida ‘assassini’, neanche riservate ai peggiori autori dello scempio sanitario-sociale ed economico chiamato ‘pandemia’, provenienti da gente schierata in modo apparentemente strano, come fossero delle comparse piazzate ad arte, ho sentito dispiacere per la gente di Calabria: sempre ospitale, pronta e generosa.

Che mi appariva come impegnata in una parte non sua.

Sulla spiaggia di Cutro continua tuttora l’happening rosso che ne ha fatto un motivo di agitazione e propaganda.

Intanto, interpretando le vicende italiane come una sorta di ‘via libera, tanto ci difendono’, si sono intensificati gli sbarchi.

Anche se il mainstream continua a sostenere la tesi dei ‘poveri’, dei ‘poverini in cerca di fortuna’ e quant’altro di lacrimevole, la realtà è che questi soggetti che emigrano in clandestinità pagano cifre che vanno dai 6.000 ai 12.000 euro (così si legge dalla stampa varia): cifra ragguardevole per chi proviene da economie modeste o modestissime.

Quasi sempre arrivano privi di documenti, con una notevole presenza di minorenni non accompagnati a bordo (che fine fanno? chi è che li ‘raccoglie’?), sono restii a farsi inquadrare dalle telecamere.

Considerando che i ‘motivi umanitari’ sono sempre più flebili, è sempre più evidente che ci si trovi davanti a una vera e propria pianificazione, sostenuta dalla malavita internazionale e che include necessariamente collegamenti di questa con quella dei luoghi di approdo.

I meccanismi di ospitalità e mantenimento danno luogo a processi di sfruttamento ulteriore del fenomeno: uno sfruttamento estremamente avido e lucroso.

Il Governo Italiano deve far sapere che, esclusivamente tramite i propri uffici consolari, è disponibile a valutare e accogliere richieste di asilo anche temporaneo per cure mediche (accertate e documentate, avallate da enti governativi dei paesi di provenienza) per sé o familiari conviventi, richieste di lavoro anche non particolarmente qualificate (ad esempio, braccianti, colf, assistenza agli anziani senza requisiti infermieristici o medici), e quant’altro.

Solo per gli elementi ammessi a godere di un permesso di soggiorno inizialmente temporaneo, sarà ammesso il ricongiungimento familiare con il coniuge e/o i figli, sempre che nel periodo la persona non abbia violato la legge e gli obblighi connessi al suo status. Stesse procedure per motivi di studio.

Essenziale la conoscenza della lingua italiana e il possesso di documenti originali rilasciati dal paese di provenienza.

Ammessi i visti turistici per massimo 30 giorni, previa costituzione di un deposito cauzionale di 3.000 euro, tale da consentire la copertura delle spese di rimpatrio: importo che sarà confiscato in caso di irreperibilità del soggetto.

Gente che arriva senza documenti o passaporti, bambini e adolescenti che giungano non accompagnati, in sintesi tutti quei soggetti che alimentano la tratta di esseri umani, devono rimanere nel proprio paese.

Una norma di questo tipo, non farebbe gridare allo scandalo, né potrebbe dar luogo a critiche di razzismo o discriminazione.

Io accolgo secondo le mie regole e la mia legge, così come fanno tutte le nazioni: per il resto, ti posso salvare (se continui ad arrivare clandestinamente) ma ti rinvio subito al tuo paese.

In 24 ore.

Questo si chiama ‘ordine’ e rispetto delle leggi: potrebbe diventare un appunto utile per chi amministra? O dobbiamo continuare a sentirci complici di questi mercanti senza scrupoli?




Graffi … ansiosi

 

ANSA del 4 Marzo “Trovato un gabbiano positivo all’aviaria on Trentino”, Zanotelli “stiamo monitorando la situazione”.

Fin qui la notizia.

Ma… che ANSIA… conviviamo da almeno 25 anni con l’aviaria!

Cautele? Prevenzione igienica e sanitaria? Si, certo…

MA BASTA, SOLO E SEMPRE ALLARMISMO E TERRORE!!!

Volete prepararci alla distruzione massiccia di animali, alla chiusura di centinaia di allevamenti, sempre per il “””nostro bene”””?

Volete farci mangiare per forza roba schifosa utile solo a fare arricchire qualche vostro amico o sodale?

Ditelo chiaramente!

Che ANSIA!!! Avete una qualche notizia che da una delle solite, possibili, probabili “””valigette nere””‘” in giro per il mondo, si sia diffuso un altro virus dannoso (stile Wuhan)? Ditelo chiaramente… Che ANSIA!

O forse questo giova a non poter fare a meno di dare all’ OMS quei poteri dalla stessa sollecitati propedeutici ad avere assoluta discrezionalità su pandemie & caos sanitario, con poteri – essa che è ente privato almeno al 70% – superiori a quelli degli Stati?

Che ANSIA !




Si vis pacem para bellum?

CARA REDAZIONE TI SCRIVO … AIUTAMI A CAPIRE

Mi ha colpito una fresca citazione (LaPresse): “Recentemente, a una delle brigate delle forze armate dell’Ucraina, è stato dato il nome di ‘Edelweiss’ come la divisione nazista che ha partecipato alla deportazione degli Ebrei, all’esecuzione di prigionieri di guerra, in operazioni punitive contro i partigiani di Italia, Jugoslavia Cecoslovacchia e Grecia”.

Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso ai parlamentari dell’Assemblea Federale alla Gostiny Dvor a Mosca.

“I veicoli corazzati ucraini sono contrassegnati con segni di identificazione della Wermacht della Germania nazista”.

I neonazisti non nascondono di chi si considerano eredi. È sorprendente che nessuno di coloro che sono al potere in Occidente se ne accorge”, ha aggiunto Putin.

Premetto utilmente che aborro le guerre, tutte, considerandole inumane e strumento arcaico e quindi violento e sanguinario.

Ma ritengo che sia sempre importante CAPIRE: ovverosia, non si può andare su o giù, a destra o al centro, solo perché lo possa dire un capobranco… occorre quindi CAPIRE, cercando le notizie e approfondendole.

Negli ultimi cinque giorni, da Kiev – più che altrove – echeggiano parole tronfie, vanagloriose, colme di odio, interesse, menzogne sovrapposte a una deriva storica tremenda.

Oggi, a parlare di guerra e a parteciparvi sono soggetti che di guerra non hanno un vissuto – così come accadde per i nostri padri o i nostri nonni, che ne portavano ancora addosso l’eco tragica ed i lutti .

Politicanti, affaristi, contractors e assassini in doppiopetto, agiscono e parlano senza minimamente pensare che oggi nessuno possa e debba sentirsi in luogo ‘sicuro’ o ‘protetto’: bombe e missili possono ormai arrivare dappertutto e possono uccidere dappertutto.

Quindi, che prima di parlare, riflettano e formino pensieri basati sulla Storia: su quella Storia che quasi certamente non hanno appreso compiutamente dai libri scolastici o che hanno appreso per sentito dire o ‘a dispense’ (di cui, evidentemente, hanno saltato molti numeri).

C’è chi vuole formare una ‘invincibile armata’ ? Genti avide o ignoranti plaudono? Bene.

Ma che si dica e si sappia che la contropartita sarà speculare: si formerà in contrapposizione un’altra coalizione, di segno – anche e soprattutto militare – opposto e contrario.

Quindi?

È evidente che non sia questa la soluzione, come non lo è la barbarie della guerra, o la barbarie di un frettoloso riarmo che sottragga pane, risorse e futuro tanto ai padri che ai figli di questa società martoriata quotidianamente da diabolici cialtroni, che – incapaci di costruire – distruggono tutto.

Soprattutto ‘valori’, ‘tradizioni’, ‘risparmi’, ‘economie, ‘ideali’ e ‘famiglie’.

Tutto ciò che, in estrema sintesi, costituisce la vera solidità e l’affidabilità di una nazione.

L’unica soluzione è riposta nella PACE, da ricercare immediatamente con un lavoro concreto e veritiero di diplomazie, capi di governo e stati.

E se vi fosse ancora chi possa teorizzare guerre di logoramento militare o sfiancamento economico (“durerà altri 20 anni!”) o lasciarsi andare a dichiarazioni senza senso (del tipo “non è ancora il momento per trattare”) o “loro cattivi, noi buoni” (nelle guerre di tutti i tempi, alla fine sono tutti cattivi e perdenti, considerando che il sangue dei vincitori si mescola a quello dei vinti: vince chi perde meno e può raccontare la ‘sua’ guerra con la ‘sua’ enfasi narrativa), dico: se vi fossero ancora soggetti così, rottamiamoli e gettiamoli alle ortiche, poiché sono dei folli.

Che si cerchi la PACE a ogni costo, che scoppi la PACE!

 




Graffietti …

Monaco nefasta.

Conferenza (per la guerra?).

Ascoltando/leggendo dichiarazioni surreali, viene da chiedersi: ma stanno bene?

Sono lucidi o ipnotizzati?

C’è chi pensa di arricchirsi producendo armi o altri giocattolini bellici?

Perché non hanno il coraggio di chiedere ai Popoli cosa vogliono fare, con un referendum in tutta l’Europa?

E’ l’elasticità italiana, nostro vanto ma anche limite.

Ho vissuto in Inghilterra ed in Svizzera (tedesca) e conosco la mancanza di creatività e l’incapacità di fronteggiare situazioni impreviste.

Però poi tutto funziona, anche se al più piccolo inciampo, tilt.

La creatività è scoraggiata, la scuola repressiva, il tanto declamato college Eton è un liceo classico del tutto omologo (e forse non a livello) ai nostri licei romani.

Però dobbiamo decidere, continuare a vantarsi della nostra (indubbia) intelligenza o quanto meno prontezza di spirito, oppure decidere di far funzionare le cose, avere comportamenti più sociali e conservarla, la nostra capacità di sopravvivenza, ma accettare che esistono le regole ed alcune si possono anche rispettare




Cara Redazione ti scrivo…

Cara Redazione ti scrivo…

Monaco, Conferenza sulla sicurezza.

Macron: “Non è il momento di trattare, Kiev combatta fino a costringere Putin a trattare”; Sunak: “La Nato cambi il trattato per sostenere Kiev”. Zelensky: “Se vince, Mosca punterà le armi sui Paesi vicini”.

Come possiamo apprendere NESSUNO A MONACO SEMBRA VOLERE LA PACE: o non è il momento (di grazia, quando sarebbe il momento?); o si vogliono cambiare le regole (di solito, lo chiedono/fanno i bambini quando perdono nei loro giochini); o si raccontano balle (le armi di tutti sono puntati su tutti, dai tempi della classica ‘guerra fredda’); o, ancor peggio, si sostiene di voler battere la Russia per farne uno spezzatino attraverso una riduzione territoriale.

Quindi?

Ancora si vuol fare credere a una e una sola narrazione, del tipo “noi buoni, loro cattivi?”.

Ancora vogliamo affamare i popoli europei spingendoli/obbligandoli al riarmo, al munizionamento? Una volta ci sarebbero state le barricate nelle piazze, al grido di “più pane, niente cannoni”.

Se gli USA e la GB vogliono continuare nel loro sostegno militare CONTRO la Russia e poi CONTRO la Cina, lo facciano: a loro spese e a loro rischio (tanto, stampano moneta a ritmo vertiginoso…). E ricordino alla NATO, i capi di governo/stato, che essa è uno strumento DIFENSIVO e non OFFENSIVO. E neanche offensivo per “prevenire” un possibile, eventuale, potenziale, attacco.

CHE SCOPPI LA PACE e che ciascuno si ASSUMA LE PROPRIE VERE RESPONSABILITÀ SENZA COINVOLGERE GLI ALTRI, specie attraverso la MENZOGNA.