ANCHE QUEST’ANNO È FINITA … BEATA IGNORANZA!!!

 

Secondo l’indagine di Save of Children il 51% degli studenti che frequentano il primo anno delle scuole superiori non comprende un semplice testo, cioè non ha le abilità di base delle lettura e della scrittura.
Situazione davvero allarmante, ma certamente non da attribuire alla pandemia e alla didattica a distanza.

Dov’è il problema?

Che fare?

Probabilmente occorre intervenire al più presto sul primo ciclo di istruzione e in particolare sulla secondaria di primo grado, le medie per intenderci.

Gli anni della scuola media sono fondamentali, in quanto sono gli anni in cui l’alunno deve consolidare le conoscenze della scuola primaria relativamente allo studio della grammatica italiana, delle quattro abilità di base (saper ascoltare, saper parlare, saper leggere e saper scrivere), della matematica e delle quattro operazioni.

Invece alla media si parla di programmazione didattica per competenze, quando non è ancora consolidato il leggere, scrivere e far di conto.

Come conseguire competenze in assenza di conoscenze? E così si arriva al primo anno di superiore, con diffuse carenze e soprattutto senza abilità di base consolidate.

Si riesce a recuperare?

Difficile in ogni indirizzo di studio, che sia liceo, tecnico o professionale, dove in questi ultimi due si aggiungono situazioni di svantaggio socio-culturale soprattutto nelle aree povere del paese, che finiscono con l’amplificare il problema.

E si arriva all’università e le carenze si manifestano in tutta la loro drammaticità.

In una famosa lettera dei 600 docenti universitari e degli 85 linguisti si denunciava al Ministero dell’Istruzione che gli studenti iscritti ai corsi di laurea triennale e magistrale, oltre a non saper scrivere correttamente, non conoscono bene le regole grammaticali della morfologia, della sintassi, dell’analisi logica e del periodo.

Questo insieme alla difficoltà ad andare “a capo”, cioè la divisione in sillabe che un tempo si imparava alle elementari.

La scuola che forma, la scuola che istruisce, la scuola che prepara alla vita sta lasciando il passo alla scuola dei progetti, competizioni, premi e gare, capaci di destare meraviglia, ma è una scuola vuota, dove si fa di tutto, tranne formare i ragazzi ad affrontare le sfide della vita.

Dimenticando che la vera sostanza della scuola è quella di puntare alla formazione umana e intellettuale degli studenti.

Quella di insegnare le abilità di base, le conoscenze essenziali per poter maturare competenze utili ad affrontare adeguatamente un percorso universitario o un lavoro.

L’inarrestabile dequalificazione della scuola italiana è sicuramente da imputare a discutibili indirizzi politici, ma anche ad una cultura
che ha attribuito alla scuola un ruolo sempre più assistenzialistico, surrogando altre agenzie formative più direttamente coinvolte, compreso le famiglie, piuttosto che intendere la scuola luogo di crescita culturale e civile e di maturazione di uno spirito critico.

Una cultura così radicata, tanto da intendere la scuola come “servizio da erogare” in funzione delle esigenze del “cliente-studente”!
Una cultura che ha portato ad una didattica invasa da tutte le educazioni del mondo (alla salute, alla legalità, all’ambiente, alla sessualità, all’uguaglianza, alla diversità, etc. etc.), a scapito dei contenuti disciplinari.

E aggiungiamo le ingerenze genitoriali nelle valutazioni, snaturando la professionalità docente: come se il paziente metta in discussione la diagnosi dello specialista.

Occorre invece che la scuola torni ad essere una “palestra di vita”, perché una buona scuola è fondamentale non solo alla crescita dei singoli, ma alla crescita sociale ed economica dell’intero paese.

Occorre salvare ciò che di buono è rimasto nella scuola.

Meno progetti, più tempo allo studio dell’italiano, della storia, della geografia, della matematica, delle scienze.

Ormai a stento si conoscono le capitali o i capoluoghi di regione, diffuse le difficoltà di lettura e scrittura, nonché di calcolo se sia un po’ di più di un’addizione.

E se si paragona la debacle della scuola ad una Caporetto quanti sanno di che si parla?

E si continua a parlare di alternanza scuola-lavoro, quanto anziché alternare dovremmo fare in modo continuo prima scuola e poi lavoro.

Allora, anziché introdurre le “competenze non cognitive”, quali l’amicalita’, la coscienziosità, la stabilità emotiva, l’apertura mentale nel metodo didattico, occorrono indicazioni nazionali per il primo ciclo più prescrittive, finalizzate al conseguimento certo e durevole delle abilità di base, mettendo al primo posto l’importanza della lingua come accesso alla conoscenza che sia generalista, tecnica o professionale.

Importanti, altresì, mirate azioni di accompagnamento per una efficace formazione in servizio ricordando che l’insegnamento è un’attività di apprendimento continuo e per una Scuola di qualità occorrono formatori di qualità.

Una scuola debole forma futuri cittadini fragili e manipolabili … è un attacco alla democrazia.

 

 

Pio Mirra
Ds IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)




Sing and Serve: Beneficenza e Divertimento a colpi di musica!

Si è chiusa ieri sera la manifestazione Sing and Serve voluta dal Lions Club di Arcore Borromeo che ha visto oltre 15 cantanti gareggiare per beneficenza.

La presidentessa Valentina Borromeo ha fortemente voluto questa manifestazione che è nata nel 2019 ed ha avuto un ovvio arresto durante la pandemia.

“Un’iniziativa aperta ai giovani e meno giovani con l’intento di divertirsi e raccogliere fondi per l’associazione La Vite, che opera sul nostro territorio da anni in aiuto dei meno fortunati con grandi risultati”

La rassegna canora era aperta a Cantanti, Band e Cori non professionisti, la cui partecipazione, qualora ammessi, era completamente gratuita.

Ogni concorrente ha potuto proporre fino a 2 video musicali di proprie esibizioni, di cui una obbligatoriamente doveva essere una COVER.

Vi invitiamo a vedere i video della manifestazione a questa pagina.

Wiliam Gabrieli, l’ideatore ed organizzatore, socio del Lions Club Arcore Borromeo, ha svolto anche le funzioni di presentatore:” devo ringraziare tutti i soci del club che mi hanno permesso di realizzare questo sogno; volevamo creare un evento per divertirsi, fare beneficenza, ma nulla toglie al fatto che potrebbe crescere ulteriormente nei prossimi anni. Il nostro motto è win,win,win, ovvero tutti, cantanti organizzatori e pubblico devono vincere, sia divertendosi, che facendo del bene. Abbiamo avuto molte richieste tanto che l’anno prossimo pensiamo di fare questa iniziativa in due serate per ospitare tutti.”

Il contest canoro è giudicato da una giuria molto importante presieduta da Clara Pavan Dalla Torre, concertista, docente di pianoforte, ma anche “allenatrice” di band musicali, la sua vasta esperienza nel mondo musicale la fanno un presidente di giuria di altissima levatura: ” ci saranno delle schede di valutazione per valutare i concorrenti e cercheremo di non essere troppo severi, ma certamente la nostra valutazione sarà oggettiva. L’importante comunque è che vinca la musica e che tutti si divertano, cantanti e pubblico.”.

La serata è stata emozionante e veramente intensa, allietata dalla partecipazione di Gianni Giannini che ha rallegrato la platea e del Duo Freedomax, bravissimi nel gestire tutti gli intermezzi musicali,  vi invitiamo a seguire lo speciale che verrà trasmesso da mercoledì sul canale tv:

https://www.youtube.com/c/betapressitTV

ove sarà possibile seguire le interviste ed alcune delle performance canore.

Maria e Manuela

I vincitori delle due categorie sono stati Maria Motti per la categoria Digital (minorenni) e Manuela Scarangella per la categoria Analogic (maggiorenni).

Paola

Mimì

Seconda classificata nella categoria Digital è Mimì Caruso e nella categoria Analogic Paola.

Il Premio speciale della giuria Premio Confalonieri è an

Francesco

dato a Francesco Santini per la sua performance con piano e voce.

 

 

 

 

 

Osea

 

Una menzione particolare ci sembra giusto farla al cantante Osea Coratella che ha presentato “Luci a San Siro”, augurando ed indicando così il prossimo futuro della manifestazione.

 

 

La sala era al massimo della sua capienza e la manifestazione è stata apprezzata da tutto il pubblico.

Ci auguriamo che questa manifestazione così ricca di valori, di talenti e divertimento possa crescere sempre di più, magari arrivando a vedere le “luci a San Siro”.

 

 




DOSSIER UKRAINA 9: PRECIPITEVOLISSIMEVOLMENTE …

 

          Le notizie – di ogni tipo – che si susseguono e accavallano nello scacchiere russo-ukraino, sono talmente tante da rendere difficoltoso l’orizzontarsi.

Se è vero che compito del giornalista è quello di fornire notizie tali da soddisfare le attese, e quindi gli interrogativi, dei Lettori, è anche vero che nel conflitto in corso in quest’area le componenti presenti sono comunque molte, perfino troppe.

Dagli aspetti legati al marketing (comunicazione, immagine, domanda/offerta di prodotti e servizi, informazione e gestione della stessa, e quant’altro), a quelli correlati alla geopolitica;

da quelli squisitamente storici a quelli della cruda cronaca; dall’aspetto umanitario a quello connesso alla violazione di molte norme internazionali (norme a tutela dei prigionieri di guerra e divieto di torturare gli stessi;

divieto di utilizzare automezzi sanitari per trasportare truppe (facendo affidamento sulle insegne della Croce Rossa);

divieto di utilizzo di armi batteriologiche e chimiche;

divieto di utilizzare i civili come scudi umani; divieto di utilizzare divise e mezzi dell’avversario al fine di commettere crimini di guerra dei quali dare la colpa alla controparte; 

strumentalizzazione e manipolazione delle notizie – con tecniche degne della migliore cinematografia – al trasformismo bellico e politico, alle bugie in gran quantità adottando la tecnica dello scaricabarile (io bombardo e dico che sei tu a farlo, tu violenti e dici che sono stato io) …

tanto per citare gli aspetti più rilevanti, ai quali molti altri sono fortemente connessi: ma il tutto sviluppato in un contesto dove le false notizie e le notizie false, la fanno da padrone;

dove la menzogna assurge a verità (purtroppo, spesso a priori). Una sorta di ‘guerra di ballisti’ e di suggestioni spessissimo pietose e quindi strumentali, il cui fine è occultare, minimizzare, esaltare ciò che conviene, inducendo la pubblica opinione ad abbeverarsi a pozzi inquinati. 

Ma di chi parliamo di A o di B? Ma di entrambi: e non solo.

Ormai è coinvolto tutto l’alfabeto, visto che  le parti in causa si sono moltiplicate – e il problema, dilatato a dismisura – in modo persino anomalo; quindi, parlare solo di uno non è più possibile, senza incorrere in errori macroscopici.

Il ‘di chi è la colpa’, ‘di chi sono le responsabilità’, ‘chi sono gli invasori, gli invasi e gli… invasati’ (per dirla alla Travaglio), qual’è il gioco delle alleanze e quale quello delle complicità, lo devono stabilire i Lettori, la pubblica opinione, mettendo da parte narrazioni di comodo, boutades teatrali, ricatti, pupari e marionette… anche perché in gioco c’è la nostra vita, la vita di tutti: estensivamente, ma non illogicamente, di tutta la razza umana.

Per intenderci: quella che, in nome di non si sa quale ‘diritto’, ‘qualcuno’ (peraltro, di ben conosciuto: visto che tutto è ormai nero su bianco, con tanto di nome e cognome di questi novelli, inumani, diabolici, ‘gestori’ dell’attuale malconcia umanità) ha deciso di ‘fermare l’uomo’ entro il 2030, poiché ‘fa troppi figli, mangia carne e spreca energia’.

Ormai, non siamo più solo spettatori ma siamo coinvolti e quindi compartecipi, poiché qualcuno ha deciso di coinvolgerci, di coinvolgere il Popolo Italiano, 

          Oggi tutto è incentrato su ‘false’ verità – ovvero, su ‘vere false notizie’, spesso derivate o stortura di notizie vere – fatte circolare ad usum di una delle parti o dei loro alleati veri o presunti: e se non si ha certezza di ciò, quali notizie certe si possono offrire ai Lettori?

Ci sono morti, da entrambi gli schieramenti; ci sono morti tra i civili (ma esistono ancora i civili, in Ukraina?

Dopo che la popolazione è stata armata, la stessa agisce in modo paramilitare, così equiparandosi ai militari e correndo il fortissimo rischio di essere trattata allo stesso modo nel corso dei combattimenti); ci sono case e città violentemente bombardate (ma, ad ascoltare le testimonianze raccolte sul campo da volenterosi cronisti e fotografi indipendenti – i cui servizi girano in rete, ma, chissà perché, non vengano acquistati dalle catene di informazione e dalle stesse agenzie  – a bombardare sarebbero anche le forze locali, ukraine, con lo scopo di gettare colpe e responsabilità sull’altrui combattente); ci sono dei veri e propri set dove, con capace regìa, vengono montate scene di presunti massacri o di presunte violenze o di altrettanto fantastici bombardamenti, con immagini di finte bombe inesplose fatte di lamierino;

ci sono ‘morti’ che, prima delle riprese, fumano con mani che spuntano dai grigi sacchi della morgue, o ‘vittime’ che non appena il cineoperatore è passato, si rialzano improvvisamente miracolati;

ci sono ‘vittime’ trovate in molteplici fosse-comuni che si trovano anche in territori dove l’ ‘attaccante’ non è mai stato; ci sono ‘partorienti’ o altre ‘ragazze immagine’ con finte pance e trucchi diversi, a seconda di dove debbano essere immortalate;

ci sono inviati di testate giornalistiche o televisive che, nel momento del collegamento, esclamano costantemente ‘poco prima di collegarci con voi sono suonate le sirene’ (ma le sirene non si sentono: oltretutto, il suono lamentoso e lugubre degli allarmi) oppure che ‘è scattato il coprifuoco’ (ma dietro si vede la città ben illuminata con il traffico che scorre) …

ecco c’è tutto questo e molto di più:  capite bene che poter dare notizie vere e serie, sia sempre più complesso; restano i commenti, ma anche questi devono essere basati o su una visione d’insieme o su notizie reali, specie se è stata accertata la presenza di falsari e complici di falsari che fanno di tutto per alterare la verità dei fatti.

E, accreditare una notizia piuttosto che non un’altra ovvero l’opposto di esse, può significare favorire anche inconsapevolmente l’una o l’altra parte. In ogni caso, si deve tenere in debito conto che la narrazione – ed i dettagli della stessa – provengono unicamente da una sola parte e dai suoi mentori, mentre l’altra è sotto il tiro incrociato di critiche e attacchi che coinvolgono anche i singoli cittadini di quello stato, in barba a ogni norma internazionale e di fatto aggrediti (temporaneamente?) di ogni loro bene.

          Ma ogni azione suscita una reazione, e i Cittadini devono comprendere che nel batti e ribatti di ‘picche e ripicche’ sono proprio loro a pagare il prezzo più alto, perché sono i Cittadini a costituire uno stato e non certo chi li amministra.

          Cambiando prospettiva, vorrei farmi latore di alcuni (pochi, in verità…) dei tanti quesiti che la Gente si pone: questo sì che può aiutare, offrendo la percezione di quale possa essere la curiosità e il sentire comune, come pure l’esigenza di sapere, di conoscere, per così formarsi una propria idea senza dover ‘subire’ quelle altrui. 

          Perché in Italia stanno avvenendo episodi di insofferenza da parte di ukraini, profughi o meno, verso cittadini russi da tempo in Italia?

Perché vengono tollerate tali manifestazioni chiaramente discriminanti e razziste?

C’è una regìa dietro tutto ciò, e ci sono dei fiancheggiatori italiani? C’è da attendersi un peggioramento?

C’è un attento filtro nel consentire l’accesso a questi ‘profughi di guerra’, e lo sono tutti in realtà?

Ci possono essere degli infiltrati tra detti profughi, in grado di suscitare/alimentare disordini in Italia?

Si adatteranno alle nostre leggi, o porteranno con sé odi e rancori che inevitabilmente esploderanno da noi?

          La NATO è una organizzazione difensiva o offensiva? Certamente difensiva, e non può attaccare se non dopo essere stata attaccata (attenzione a questa parola: attaccare.

Si veda l’esatto significato di questa parola)  diversamente sarebbe una struttura di tipo aggressivo: ma consegnare tonnellate di armi all’Ukraina, nazione non membro della NATO, non equivale a entrare in guerra  con la Russia per interposta persona e su territorio non coperto dalla NATO?

          L’Italia, che è membro della NATO, è sotto attacco o è stata attaccata da un aggressore e per questo deve affrontare un’emergenza, richiamando ogni sua forza per difendersi?

Certamente no.

Ogni dichiarazione diversa o è pretestuosa per altri fini o è semplicemente falsa.

Non siamo né attaccati, e quindi non dobbiamo ‘rispondere’ ad alcunché, né siamo sotto la minaccia di un attacco: gli unici attacchi abbiamo l’abilità di farceli da soli, davanti allo specchio.

          Se l’Ukraina non é membro della NATO, perché i paesi della NATO si sentono tanto coinvolti nell’aiutarla massicciamente tanto militarmente che economicamente?

Cosa rappresenta per loro l’Ukraina?

Cosa c’è di tanto importante che giustifichi migliaia di morti, enormi devastazioni e il rischio di un conflitto più ampio e drammaticamente serio?

          L’Ukraina è aderente alla Unione Europea? No.

Anche se a Bruxelles si inventeranno qualunque cosa per ammetterla in fretta e furia (con un occhio predatorio alle sue grandi risorse).

          Che fine fanno le armi massicciamente consegnate al règime di Kiev? Che fine faranno alla fine del conflitto?

C’è il pericolo che possano finire nelle mani del terrorismo internazionale?

          Ma è vero che ci sono episodi cruenti, fino all’esecuzione sommaria anche con il taglio della testa o la crocifissione, di soldati prigionieri?

          Perché c’è un tizio che, con l’indice alzato e agitato a mo’ di bastone,  si permette di arringare capi di stato e di governo, incitandoli all’odio, all’invio di armi-armi-armi, istigandoli a calzare i paraocchi, assumendo  misure che potrebbe rivelarsi un pericolosissimo boomerang?

Perché costui è aiutato oltre misura e fiancheggiato nel non essere chiamato a rispondere del massacro di oltre 15.000 civili massacrati nel proprio paese?

          Questa mobilitazione di USA+NATO+UE (della serie ‘Tutti gli uomini del Presidente’?) coincide con accuse presso i Tribunali internazionali per crimini contro l’Umanità perpetrati a mezzo della somministrazione dei sieri miracolosi; negli USA esplode la pesante e grigia questione legata al giovane rampollo, Hunter; negli USA si va accertando la responsabilità di chi ha montato con atti illeciti il ‘russiagate’…

Sospetti sempre più pesanti gravano sul tutto. Alimentati dall’assoluto diniego degli USA a sedersi con la Russia allo stesso tavolo di trattativa, cercando nel contempo di attrarre nell’orbita NATO delle nazioni tradizionalmente non schierate (che, da neutrali, diventerebbero bersaglio potenziale). 

Perché?

          Tanti i quesiti, troppi…

E io confesso di non essere in grado di soddisfare tutte le legittime curiosità, dando gli input più corretti.

O si accettano – come fosse un atto di fede – le notizie somministrate da un’informazione a senso unico che, con estrema e non casuale disinvoltura, sorvola su fatti gravissimi prediligendo le versioni a favore di un predeterminato ‘pupillo’, o si ragiona.  

Perché utilizzare la ‘ragione’ giova? 

Perché ragionando possono scaturire dei dubbi, ed è proprio il dubbio che ci stimola alla ricerca, all’approfondimento, a togliere quel velo che a tutti i costi taluno vuol piazzare davanti ai nostri occhi.                                                E abbiamo il diritto di riflettere: approvando o disapprovando, esercitando i diritti che la libertà e la democrazia ci mettono a disposizione. E’ un dovere verso noi stessi, questo, ma soprattutto un dovere verso i nostri figli, i nostri nipoti, coloro che verranno dopo di noi: ai quali non è detto che dobbiamo consegnare una Terra desolata, dove la sete di sangue e l’odio sono il concime in cui un’umanità dilaniata, perversa e corrotta, ha smarrito valori e sentimenti, si è smarrita.

Un’umanità che, per i ‘desideri’ di  qualche stregone, dovrebbe essere decimata in pochi anni da virus, guerre, carestie, pestilenze e pozioni magiche varie, per costruire una ‘sostenibile società di domani’.

Una società senz’anima, costellata non più da ‘individui’ autonomamente pensanti e quindi senzienti, con una loro specifica ‘identità’, ma da esseri svuotati cui possa essere stata sottratta la loro ‘identità’, e quindi profondamente avviliti.  

Gente che non ha più sogni, emarginata da tutto, a capo chino, sconfitta, schiava, diventata proprietà di qualcuno che possa ‘spegnerla’ con un click, che possa decidere cosa possano fare, quando e in quale misura!

          Gente che, priva di sogni e di prospettive degne di essere vissute, non saprà più gustare l’incredibile favola che è la vita: ridotta a una comparsata da chi, abile stregone ma non creatore, tutto stravolge per imporre la propria bieca volontà.

          Ogni nostro sforzo, oggi, dovrà essere concentrato nel convertire ogni pensiero negativo in azioni positive, ogni energia negativa in flussi di amore fraterno per il proprio prossimo.

          Certo, con caritatevole disponibilità e umanità dobbiamo aiutare chi si trovi in forte difficoltà e forse sta smarrendo la propria dignità: accoglienza e integrazione sono la giusta via.

Chiarendo subito: integrazione è il nome del messaggio, ma per porlo in essere dev’esserci il forte concorso di chi deve integrarsi, non certo costituendosi in sacche a sé stanti, rendendosi autonomo rispetto al contesto che lo ospita.

Al riguardo il comportamento dell’Inghilterra è davanti agli occhi di tutti: manda armi e denaro, manda istruttori e personale più che qualificato, dà elevatissimo credito a una delle parti rendendogli anche visita e arringando contro gli ‘altri’, ma  – alla prima avvisaglia di profughi in arrivo (veri, falsi, presunti… chissà?!), si è letteralmente trincerata, attivando un immediato pattugliamento marittimo e aereo sulla Manica, teso a intercettare e bloccare l’arrivo di ‘clandestini’ o ‘indesiderati ospiti’ le cui mire possano essere quelle di calcare il suolo inglese, per stabilirvisi.

Con grande senso pratico, il premier Johnson ha dato una immediata risposta e una soluzione al problema (ma anche una dura lezione ai suoi omologhi europei, propensi a facili e costosissimi entusiasmi).

In pratica, possiamo accogliere, previa attenta selezione, solo chi potrà contribuire con una qualche propria competenza/capacità; per il resto, il Ruanda vi aspetta. Terra ospitale e assolata, amena…

lì vi troverete bene, sicuramente, anche solo temporaneamente!

          C’è tanto odio, rancori a lungo covati, interessi smisurati, prevaricazione: un mix che ha fatto da facile innesco per il deflagrare di violenze sempre più acute, tragiche.                                                                  

Contro tutto questo odio, ricordiamo che proprio noi possiamo fare il ‘miracolo’: basta solo che ricordiamo a noi stessi che ‘ogni giorno è un miracolo’, per così interrompere la spirale negativa.

          Certamente, tutti noi abbiamo la sensazione che i prossimi saranno giorni decisivi: a Mariupol, nell’acciaieria Azovstal (o, meglio, nei suoi sotterranei a prova di atomica, pare) c’è la risposta: o saremo precipitevolissimevolmente avviati verso il precipizio o un inatteso, anche se inizialmente stentato, equilibrio potrebbe delinearsi.

          Per chi crede, la Pasqua è il momento giusto per dare concretezza ai propri stati d’animo, alle proprie azioni: se veramente vogliamo la Pace, dobbiamo avere ben presente che Dio è Pace, Amore e Perdono, e che il solo nutrire sentimenti di rancore ci fa morti dentro ancor prima di esserlo materialmente.

          C’è gente che muore  senza capirne il motivo: aiutiamoli a deporre le armi, a far trionfare la Pace. Sarà una vera rinascita collettiva, nel segno del Bene, dell’Uno, del Tutto.

          La prossima volta che mi rivolgerò a voi tutti, vorrei farlo proprio parlando di una Pace raggiunta.

 

 

 




Una musica “divina” per la Divina Commedia

 

“A volte la Musica, riesce ad evocare, senza uso di strumenti visivi,

 la realtà che descrive attraverso le note.”

 

La Commedia è il poema scritto da Durante di Alighiero degli Alighieri, comunemente noto come Dante Alighieri, tra il 1304 circa ed il 1321. Le traduzioni integrali della Commedia ammontano a circa 58, in lingue europee, asiatiche, africane e sudamericane. Nel corso dei secoli, la Commedia è stata oggetto di varie rivisitazioni, anche teatrali. Ad oggi manca una versione telecinematografica, mentre una versione ludica, Dante’s Inferno, è stata sviluppata dalla Visceral Games nel 2010, per Playstation e Xbox.

Mancava all’appello una versione musicale, capace di trasportare gli uditori nei tre mondi Danteschi, facendo rivivere tanto i terrori infernali, quanto le soavi beatitudini dell’Empireo. Ed ecco che, grazie alle musiche e ai disegni del suono del DJ e produttore discografico Dance, House, Soulful House-Deep, Joseph B (Joseph Brittanni), e del pianista Alex JB Martin tutto ciò è divenuto realtà. Assieme alla voce narrante del nostro professor Kronos (all’anagrafe Gianluca Cellai, prof. di Lettere) e alle giovanissime voci di Kiara Brittanni, figlia del Deejay Joseph B e di Andrea Gallorini, hanno preso parte al progetto:  Simone Gambini figurante e attore telecinematografico; Marco Raimondi, direttore d’orchestra dell’Amadeus Altomilanese;  Cosimo Mero, docente di Lettere al Liceo Manzoni di Milano;  Enza Pietrangelo, docente di Lettere, giornalista di moda e organizzatrice di eventi culturali; Monica Landro, discografica ed esperta in comunicazioni internazionali; Klaus Savoldi Bellavitis, nobile jazzista di fama internazionale; Laura Mills, arrangiatrice, compositrice, co-produttrice di brani lirici; Simone Di Matteo, autore, imprenditore, volto noto di Pechino Express,scrittore e illustratore grafico; Emanuela Gramaglia, cantante; Francesca Lovatelli Caetani, giornalista e speaker televisiva, Andrea Candeo, attore e volto di svariate campagne pubblicitarie; Dagmar Segbers, manager, modella, pianista e cantante tedesca di Jazz, soul, blues, folk e country, Fabrizio Barbuto, giornalista, attore televisivo e cinematografico, speaker radiofonico; Francesco Rizzuto, attore di Zelig e Colorado, vincitore del Festival Nazionale del Cabaret “Bravo Grazie”Gianfranco Messina, uno dei migliori pianisti del panorama Italiano, violinista e docente di musicologia c/o il Conservatorio di Milano; infine, Luca Zeta, dj radiofonico, presentatore televisivo, produttore discografico, nonché compositore e cantante. Proprio Luca Zeta ha interpretato alcuni dei personaggi principali e più conosciuti dell’opera in latino, francese, spagnolo, portoghese. La registrazione dell’enorme lavoro occorrente a creare questa esclusiva versione della ‘Divina Commedia’ si è svolta in tre fasi, seguendone la naturale ripartizione strutturale: nel mese di settembre 2021 è stato completato ‘L’inferno’; tra settembre e dicembre il ‘Purgatorio’; e a Marzo 2022 il trionfale finale col ‘Paradiso’. Tutte le parti completate si possono trovare sulle piattaforme YouTube, Spotify, Dropbox. Il canale è ‘Joseph B and the Blue rose’, oppure basta digitare: Inferna, Purgatorium Paradisus. Un lavoro che ci auguriamo possa entusiasmare il pubblico di ogni età, e vedere la Luce nei teatri e negli studi telecinematografici di Italia, e – perché no?! anche d’Europa! – affinché la Lingua del Sommo Vate, torni a testimoniare che le radici del nostro continente, culturali, religiose e artistiche, partono e si sviluppano proprio da questa Italia, che fu Mater e Magistra dei Popoli, culla delle civiltà e promotrice dei valori etici e morali.

Un grazie a questo team di artisti, che oltre alle loro indubbie capacità, hanno impegnato l’anima, il cuore e la mente in questo “divino” progetto.

 

Di Simone P.B. Gambini




DOSSIER UKR 7: A TUTTI I COSTI.

 

          Lo schema di damnatio  posto in essere contro la Russia ed il Popolo russo, non conosce soste. Ma neanche grosse ‘variazioni sul tema’.                                                              

          In che senso?

La ‘narrazione’, dopo aver aggiornato, e solo temporaneamente accantonato, il suo pandemic drama, lo ha tramutato dalla sera alla mattina in war drama, avendo gioco facile nel dividere ancora una volta l’opinione pubblica (attraverso un’informazione pilotata – TV, giornali, radio, social – del tutto strumentalizzata e chiaramente strumentale ai fini prefissati dai ‘soliti ignoti’).

Una divisione in assoggettati alle verità-menzogna e non-assoggettati (autonomamente raziocinanti; ossia, che ragionano con la propria testa: verificando e approfondendo la narrazione ufficiale. E per ciò ‘pericolosi’, da etichettare in modo persino ingiurioso, indicandoli alla pubblica riprovazione!).

Sono proprio i non-assoggettati quelli che si confrontano con la  verità-menzogna per analizzarla, sviscerarla, decontaminandola per trasformarla in menzogna-verità: ossia in verità liberata dai panni tetri della menzogna.

          Peraltro, la narrazione cui siamo sottoposti in modo martellante, è una narrazione che parla sempre la stessa lingua da che mondo è mondo; utilizza la lingua biforcuta dei falsi, dei bugiardi, dei mestatori, dei corrotti, degli ambiziosi, dei traditori, delle serpi, dei rettili: di quei diabolici esseri che si nutrono di menzogne obbligando anche gli altri a cibarsene, autentici manipolatori della credulità altrui, vera leccornia per chi è abituato ad assoggettare persone e popoli, travolgendoli come fossero birilli, succhiandone sangue,  mente e anima.

          Ecco, dunque, che forti della riuscita di quel pandemic drama  che ha sparso sull’umanità una coltre di terrore e incertezza (e, in particolare sull’Italia, un incredibile impoverimento produttivo-commerciale e un rapidissimo inaridimento morale e sociale: come mai visti in tanti anni di vita della Repubblica), ora questi alchimisti del male affondano a piene mani le loro mani nella melassa fetida della belligeranza in atto tra Russia e Ukraina.

Stesso copione terroristico-persuasivo (con esaltazione del solito mantra ‘affidati a me che ti voglio bene, solo io potrò salvarti’) e l’identificazione di fatto nei presunti filo-russi di oggi dei free-vax vaccinali di ieri: ossia di coloro che non accettano la narrazione del mainstream, preferendo approfondire autonomamente, facendo anche capo a quante più fonti sia possibile consultare.

Un’azione di per sé affatto biasimevole, quella di informarsi, vista la complessità e la drammaticità della situazione (specie per la imponderabilità dei possibili, ancor più tragici, sviluppi).

Anche perché, se a me Cittadino dovesse  arrivare una tegola in testa, intendo conoscere chi è che me la sta tirando e, soprattutto, perché: cercando, per quanto possibile, di farmi da parte e aiutare gli altri a fare altrettanto.

          Certo, saperne di più (ossia: conoscere per valutare e quindi decidere), può, e deve, suscitare dubbi; specie di fronte al batti e ribatti di minacce e accuse, ormai talmente ingarbugliato che, per poterci orientare, occorre fare come i gamberi: andare a ritroso per risalire all’innesco di ciò che oggi si è solo palesato, deflagrando.

Ma il dubbio è il sale della riflessione, il vero stimolo al ragionamento… e quel che è mancato almeno negli ultimi due anni è proprio l’uso della ‘ragione’ (cfr. Enc. Treccani ”…

La facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti e le loro enunciazioni, e insieme la facoltà che guida a ben giudicare, a discernere cioè il vero e il falso, il giusto e l’ingiusto, il bene e il male, alla quale si attribuisce il governo o il controllo dell’istinto, delle passioni, degli impulsi…”).

          Ecco quindi, perché sostengo che oggi vada in scena quello che è un altro e diverso quadro di un canovaccio complesso seppur da tempo pianificato: ormai è di amplissimo dominio che tutto escludendosi del possesso di doti di straordinaria e molteplice chiaroveggenza da parte di costoro un gruppo di (ricchissimi) ‘pianificatori’ ha preannunciato un futuro ricco di pandemie, guerre, crisi alimentari e carestie, crisi ambientale, abolizione del contante ed eliminazione della proprietà privata, crisi delle risorse energetiche, controllo sociale e delimitazione ferrea delle libertà personali, e, purtroppo, non per ultimo, la riduzione della popolazione terrestre!

Un canovaccio che, a tutti i costi, si cerca di imporre: in ogni modo, con ogni mezzo, a sprezzo di ogni pur minima considerazione e rispetto per la vita umana, e per la stessa dignità dell’Uomo.

Un canovaccio la cui applicazione ma guarda un po’! determina appiattimento sociale e immiserimento, sfruttamento della persona, ma anche ulteriore arricchimento di chi ricco o ricchissimo già lo è.

         Purtroppo, in questo momento va in onda non più il ‘dramma pandemico’, bensì il ‘dramma della guerra’ per ora su territorio ucraino: un dramma che specie emotivamente, pur se alimentato da altri forti timori ci coinvolge umanamente in modo intenso e di cui, mano a mano, scorgiamo gli elementi caratteristici di uno stesso copione, dello stesso substrato creato per colpire i vari Saddam o Gheddafi o altri soggetti e nazioni … di là siringhe, lockdown, mascherine e ‘miracolosi’ sieri … di qua razzi, cannoni, missili, armi, desolazione, vittime. 

Vittime come lo furono i bambini e gli anziani morti per la imposta povertà e la mancanza di cure, nella disperata Grecia ‘salvata’ dalla UE e dalla ‘prodigiosa’ troika ; vittime come le migliaia di persone uccise dalle bombe lanciate dai monopolisti dell’import-export di liberty & democracy, qua e là per il mondo; vittime come quelle cadute sotto le bombe sganciate su Belgrado (“…Il 24-3-1999 la NATO attaccò la Jugoslavia sparando circa 2/3000 missili e ca. 14.000 proiettili, tra grappolo e uranio impoverito” ha ricordato poco tempo fa Hua Chunying, portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, aggiungendo“…

Gli Stati Uniti e la NATO non sono in grado di giudicare i principi morali di nessun Paese fino a quando non si scusano e compensano i danni e le sofferenze che hanno causato ai popoli della Jugoslavia, dell’Iraq, della Siria e dell’Afghanistan”); vittime provocate dalla fame e dalle mancate cure, in un’Italia ridottasi con più di 8 milioni di poveri, mentre è evidente l’erroneo indirizzo di ingenti somme su voci di spesa del tutto opinabili; vittime provocate dalla impossibilità per milioni di Italiani di accedere a diagnosi, cure e interventi chirurgici, in area medica a causa di ‘protocolli’ governativi quantomeno controversi; vittime come quelle perite sotto le bombe NATO in sette mesi, dal 19 Marzo 2011, in Libia; vittime come quelle cadute sul campo di battaglia ucraino, tanto ucraine che russe, piante dalle loro famiglie, dai loro cari, da genitori, mogli e figli: vittime il cui unico torto è stato quello di trovarsi dal lato sbagliato di un’arma…

come gli oltre 14.000 civili ucraini del Donbas giustiziati dalle milizie ucraine, e per le quali nessuno ha dimostrato in piazza, come nessuna comunità internazionale si è mossa, né ha versato una lacrima; vittime furono quelle di un atto atroce e tragico in ogni sua fase, che il 24 Marzo del 1944 vide trucidati alle Fosse Ardeatine 335 tra civili e militari italiani: prigionieri politici, ebrei, detenuti comuni e detenuti politici, Uomini Liberi fedeli fino all’ultimo respiro ai loro Ideali di Libertà e alla propria Patria; vittime, certamente non di ‘serie B’,  furono le migliaia di Italiani gettati nelle foibe e che attendono ancora giustizia piena;        

vittime furono certamente gli Italiani che, nell’immediato dopoguerra, furono brutalmente e mortalmente aggrediti da chi portava in atto sanguinose aggressioni in nome di biasimevoli e false motivazioni ideologiche; vittime, vera e propria pulizia etnica,  come quelle patite dalla comunità Armena; vittime come quelle che furono giustiziate nel corso della shoah

Un numero enorme di vittime, in ogni scenario: tutte per lo più inconsapevoli di cosa seriamente e realmente le stesse uccidendo e perché.                                                                                                          

Vittime di strumenti diversi, pertanto di ‘crimini diversi’: ma sempre e comunque vittime, cui va l’umana pietas e una incondizionata solidarietà umana.

          Lungi da chi scrive l’idea di ‘preferire’ un campo piuttosto che un altro: i morti, in ogni tipo di conflitto, meritano sempre rispetto; anche se tra di loro spesso sono celati brutali assassini, persino torturatori, piuttosto che non dei combattenti.

          E’ quindi difficile stabilire subito colpe e ragioni, poiché le stesse sono confuse tra altri mille fattori; ed è per la stessa ragione che risulta arduo prendere le parti di questo o di quello, scendendo nelle piazze anche in modo pittoresco e persino esagerato: finanche ignorando l’aspra  realtà in cui si dibatte in Italia chi non ha lavoro, chi è tenuto a forza lontano da questo, chi deve rovistare nei cassonetti per procurarsi del cibo, chi non ha un tetto sotto il quale ripararsi dalle intemperie, chi non ha un minimo di risorse per garantirsi una sopravvivenza umanamente degna.

Ecco: in Italia riusciamo a discriminare anche quando pensiamo di fare qualcosa di interessante, bello e utile, scendendo in piazza ‘innamorati’ ora di questa ora di quella causa (spessissimo, solo apparentemente ‘nobile’: ma questo è un commento d’ordine generale).

          L’attuale war drama non può essere liquidato valutandolo semplicisticamente. 

C’è un aspetto umanitario, che dovrebbe avere precedenza assoluta; c’è un aspetto sociale; c’è un aspetto politico; c’è un aspetto economico; c’è un aspetto finanziario: tutti palcoscenici sui quali ruotano attori e interessi internazionali con implicazioni molteplici e di fatto ormai interconnesse.

          Il mondo è diviso: oltre il 40% è con la Russia e avvengono molteplici dimostrazioni di piazza, a sostegno di questa, meno del 60% è con gli USA+NATO – anche in questo caso, con dimostrazioni di piazza a sostegno -; ma sicuramente le misure di rappresaglia (alias ‘sanzioni’) economico commerciale e finanziaria contro la Russia non solo non stanno avendo l’effetto previsto, ma si stanno rivelando una vero e proprio boomerang, e la Russia non sta annaspando nel previsto/auspicato fallimento finanziario (che, nei piani, l’avrebbe ridotta a un paria della finanza e dell’economia internazionale).

Così come agiscono e reagiscono gli altri attori, anche la Russia agisce e reagisce: dimostrando di saper affrontare le possibili implicazioni del suo intervento; soprattutto in area finanziaria, c’era chi pensava di ‘stroncarla’ in poche mosse.                                        

L’area NATO ha scelto l’adozione delle sanzioni e l’approvazione di ingentissimi finanziamenti a Kiev oltre all’invio di massicci rifornimenti di armi e munizionamenti : come dire che, per spegnere l’incendio lì divampato, per dare aiuto si manda molta legna e resine speciali per agevolare una più rapida combustione.

          La mossa appare essere del tutto errata, ma saranno gli sviluppi successivi a dirci quanto.

 

 Giuseppe Bellantonio

 

 




Quando la scrematura è sinonimo di scematura … concorso scuola, al ridicolo non c’è mai limite.

Concorso Scuola: bravo Ministero! Ottima Scematura!

Ovviamente il titolo è ironico ma se proviamo a guardare le cose dal punto di vista del Ministero, hanno fatto proprio un ottimo lavoro.

 

Il Concorso a cattedra ordinario scuola secondaria 2020.

In questi giorni si stanno svolgendo gli scritti del fantomatico concorso a cattedra ordinario scuola secondaria 2020.
Dopo due anni di blocco totale, rinvii e un po’ di confusione, il 14 marzo 2022 sono iniziate le prime sessioni di esami.
430.585 domande presentate in tutta Italia per 33.000 cattedre disponibili, per 138 classi di concorso.

Lo ripeto: 430.585 domande presentate in tutta Italia per 33.000 cattedre disponibili, per 138 classi di concorso.

Ad ogni modo, dopo dopo due anni e mezzo dalla consegna delle candidature nel maggio 2022 vengono comunicati i criteri e gli argomenti di valutazione, nuovi rispetto ai precedenti.

Peccato, perché le migliaia di persone che in questi anni si erano preparate su testi concorsuali, tra tutti gli altri sacrifici si sono trovati ad aver “buttato” centinaia di euro in manuali diventati obsoleti da un giorno all’altro.

La logica del concorso

Il concorso è stato così progettato:

fase 1: prova scritta

fase 2: prova orale

fase 3: valutazione titoli

fase 4: formazione della graduatoria.

In questo momento, lo ricordo, è in corso la prima fase concorsuale composta da un test a risposte multiple di 50 quesiti; ad ogni risposta giusta corrispondono 2 punti, ad ogni risposta sbagliata o mancante corrispondono 0 punti.

Valutazione da 0 a 100, soglia di ingresso 70 punti.

70 punti vuol dire 35 risposte corrette su 50.

Ma allora, se ogni risposta corretta vale 2 e ogni risposta sbagliata o non data vale 0, perché non fare valutazioni da 0 a 50 assegnando un punto ad ogni risposta giusta?

Non è molto logico…

50 quesiti, dicevo, a risposta multipla:
40 sulla disciplina
5 sulle competenze digitali
5 sulla lingua inglese

I test si svolgono nei laboratori di informatica delle scuole dislocate sul territorio.

Il criterio di assegnazione delle sedi è numerico: all’elenco alfabetico dei candidati alla classe di concorso viene affiancato l’elenco in ordine crescente delle sedi disponibili e così, considerati i posti disponibili in ogni laboratorio di informatica, sono stati suddivisi i candidati.

Tutto molto ordinato, salvo che, un criterio di questo tipo ha portato molti candidati che avevano una sede di esami in città, a spostarsi in altre città o, addirittura, in altri comuni dovendo affrontare fino a 4 ore di auto a tratta (il caso di sedi in Sicilia) e l’indispensabile pernottamento fuori.

Non è molto logico…

Dalla chat e dai gruppi social filtrano fin da subito gli aggiornamenti sulle prove, la prima cosa che salta all’occhio è la soglia di sbarramento altissima: sono molto pochi quelli che riescono a superare la prova; eppure, anche se molti candidati sono professionisti di altro tipo che in un periodo di crisi hanno visto la scuola come possibile rifugio, la maggior parte dei altri candidati insegna già e molti, addirittura, lo fanno da anni…

Non è molto logico…

Io comunque sono andata.

Nel mio gruppo siamo stati convocati in 9 e ci siamo presentati in 6: il 33% in meno.

Grosso modo la media comune anche alle altre convocazioni è la stessa.

Su 6 non è passato nessuno, i voti sono andati dal 64 in giù, non è passato nessuno.

Alle due sessioni precedenti alla nostra erano passati in due: uno per sessione, diciamo quindi, circa il 10 % in quella sede.

Tutto sembra poco logico però forse una logica c’è

Tutto sembra poco logico però forse una logica c’è.

Una logica perversa.

Una logica che mira al vantaggio della scrematura selvaggia mettendo in secondo piano, alla mercé di una sorta di roulette russa (se si può ancora dire) il valore da premiare.

Proviamo a rivedere i numeri

430.585 domande presentate in tutta Italia per 33.000 cattedre disponibili, per 138 classi di concorso.
Nel 2020 a questo concorso si è presentato circa di 1.200% di candidati in più rispetto alla domanda.

Voi che avreste fatto al posto di chi avrebbe dovuto valutare?
La cosa chiara è che bisogna scremare: una volta si facevano i temi ma chi si sarebbe messo a correggere 430.000 temi?

Allora ecco che arriva la logica perversa, organizzata e diabolica:

  • non dare una indicazioni chiare e circostanziate sugli argomenti da studiare
  • rendere difficile il raggiungimento della sede di esami
  • organizzare una soglia di superamento del test alta
  • aggiungere domande a trabocchetto
  • mettere sì domande sulla materia ma non sempre legate ai programmi scolastici

ecco che così è tutto un po’ più gestibile:
dai 430.000 togliamo un ipotetico 15% che non si è presentato alla prova (perché non ha avuto tempo di prepararsi, perché non è riuscito a raggiungere la sede di esame, perché si è scoraggiato sentendo le storie dei colleghi…): 365.500.

Da questi 365.500 togliamo un 60% (ottimista) che non ha superato lo scritto: 146.200

146.200 ipotetici candidati agli orali (potrebbero essere molti meno) sono sempre circa 3 volte e mezzo il numero dei posti disponibili ma, per lo meno non sono i 430.000 iniziali.

Una scrematura eccezionale: bravo Ministero!

Molto meno lavoro da fare!

Una selezione dura ma senza dubbio così facendo sono passati i migliori!

…Ne siamo sicuri?

Io all’esame c’ero e vorrei esprimere una valutazione sulla prova sostenuta.
Io non sono una professoressa di professione, ho partecipato al concorso quasi da “inviata”.

Non ho grande esperienza nelle docenze scolastiche: negli ultimi due anni ho avuto la fortuna di fare due supplenze di qualche mese in una scuola media.

Ho detto “fortuna” perché per me sono state una esperienza inaspettatamente bella, emozionante e arricchente, ho avuto la fortuna di vedere al di là della mia professione di giornalista che parla di scuola, quanto importante e cruciale sia il mestiere di chi lavora nel mondo che racconto.

Come ho già detto, io non ho passato l’esame.
Ho risposto correttamente a 32 domande su 50.

La mia capacità di rispondere, più che dallo studio dai libri di test, è venuta dalla mia preparazione pregressa, dalla mia formazione.

Non posso dire che le domande erano inammissibili o inadeguate al ruolo didattico, né che non stavano né in cielo né in terra: si trattava di domande disciplinari, non mi è stato chiesto  né come si costruisce un ponte né chi ha vinto l’ultima edizione del reality show di turno.
Le domande erano pertinenti.
Erano domande che mi interrogavano prevalentemente su grammatica, letteratura, storia e geografia…
Quello che mi sento di dire è che forse non è questo il modo di valutare degli insegnati che devono crescere i figli di questa nazione.

Perdonatemi se sembro esagerata ma quando si parla di scuola di questo si tratta: della formazione delle generazioni che porteranno avanti la nazione e il mondo.

Proprio per questo ruolo forse, un insegnante non va valutato per la sua capacità di non cadere nei trabocchetti logici (che senso ha farglieli?).
Forse un insegnante non va valutato per la sua memoria di date confondibili e che, anche se scambiate, non modificherebbero la critica alla storia.
Forse un docente di lettere non andrebbe valutato per la conoscenza personale di un software di grafica perché la conoscenza dei software di grafica non ha nulla a che vedere con la capacità di insegnare.

E neppure conoscere tutte le funzioni di un programma o il nome esatto di un determinato strumento… sono importanti, sono un valore aggiunto, ma non è quello il punto.

Forse un insegnate non andrebbe valutato neppure per la sua capacità di ricordare a memoria brani di opere e romanzi bellissimi e importantissimi ma che non fanno esattamente parte del programma insegnato in quel periodo scolastico.

Non dico che sia sbagliato sapere queste cose ma che forse a un insegnante dovremmo chiedere altro: dal punto di vista teorico, la sua conoscenza delle materie insegnate va chiesta senza dubbio ma senza trabocchetti, senza malizia.

Soprattutto, a un insegnante dovremmo chiedere come intende sviluppare la capacità di apprendimento e la crescita dello spirito critico dei suoi studenti, come pensa di far amare una materia e come riesce a trasmettere ai sui studenti il motivo per cui vanno ogni giorno a scuola perché, non dimentichiamolo, i ragazzi vanno a scuola non perché quello che studiano servirà loro nell’immediato, non perché saper riconoscere un predicato verbale da un predicato nominale è indispensabile per vivere, ma perché andare a scuola, studiare, affrontare le difficoltà di quegli anni, confrontarsi con compagni e docenti, poter osare in un ambiente protetto, farà di loro delle persone migliori e tutti noi abbiamo bisogno di lasciare questa Nazione, questo mondo alla migliore versione di noi.

 

Caro Ministero ho un suggerimento

Caro Ministero,

capisco la necessità iniziale di scremare: lo vediamo tutti che 430.000 candidati per 30.000 posti sono uno sproposito.

Lo sappiamo tutti che non è colpa tua se nel nostro paese il miraggio di un posto pubblico attrae in tanti a prescindere dalla coscienza del carico di responsabilità legato al lavoro e capisco che ti senti in dovere di difendere la scuola da questi attacchi barbari.

Ma tu che hai tante persone intelligenti che lavorano per te, tu che sei così colto e così intelligente, tu che hai codificato tutte le migliori strategie per la migliore scuola, ma perché non cerchi un processo di selezione che divida per prima cosa quelli bravi e motivati dagli avventori occasionali o dagli immeritevoli e poi, solo poi, selezioni  da quel meglio l’eccellenza?

Caro Ministero sono certa che i miei pensieri sono già stati prima i tuoi e che queste mie riflessioni tu le hai già fatte mentre osservi lo spreco in corso di bravi professori immeritevoli di passate sotto le tue efferate asce turche.

 

Ma che domande c’erano?

Per il solo piacere di soddisfare l’eventuale curiosità di chi legge, affinché si possa fare una idea di cosa stiamo parlando, riporto qui le domande della classe A22: italiano, storia, geografia, nella scuola secondaria di I grado.

Non sono 50 ma quello che sono riuscita a ricostruire dalle chat e dalla memoria.
Non sono tutte le domande e non sono tutte le risposte della mia classe di esami ma vi invito, per gioco, a cimentarvi anche voi e valutare se, a prescindere dalla preparazione specifica, possono essere questi i parametri per valutare il docente dei vostri figli.

Domande A22

  1. Attribuite alla giusta opera un dialogo tra Odisseo e calipso (passaggio non molto studiato con un distrattore importante: Itaca pe sempre di Malerba, la risposta giusta però era dialoghi con leucò di Pavese)
  2. Battaglia di Leuttra tra chi è stata combattuta e quando
  3. Cosa è l’alpeggio
  4. Come si formano la valli alluvionali
  5. In che anno fu la riunificazione della Germania, in seguito a quale battaglia e contro chi (nelle opzioni gli anni erano 1870, 1871…)
  6. Quale di questi personaggi era contrario all’ingresso in guerra (D’Annunzio, Mussolini, Giolitti, Salvemini)
  7. Citazione di uno scritto di Montale sul poesia (discorso per l’assegnazione del premio Strega, articolo sul corriere della sera, discorso per il nobel, lettera)
  8. Come definiva Saba la propria poesia (ermetica, onesta, pura, un altro aggettivo)
  9. Quale di questi romanzi non è ambientato in Sicilia (gattopardo, don Giovanni di Brancati, Eva di Verga, Porte chiuse di Sciascia)
  10. Da dove è tratto questo passaggio della Divina Commedia (Pier della vigna, bocca Degli abati, Ugolino, Farinata) [difficile se non conosci bene l’inferno]
  11. Che metro è a Silvia (canzone libera, strofa libera, canzone…)
  12. Quale di queste applicazioni NON può essere usata per fare infografiche? Difficile: programmi sconosciuti oppure che, volendo, possono anche essere usati per fare infografiche
  13. Cosa vuol dire OER nel PNSD
  14. A cosa serve estensione Chrome read&drive? Difficile: tutte le risposte erano abbastanza verosimili
  15. Da dove sono tratti questi tre versi (Non famosi) di Dante (commedia, vita nuova, rime, convivio)
  16. In che anno preciso e tra quali paesi si decise il ritiro delle forze armate dall’Indocina (difficile: anno preciso, Vietnam del Nord, Vietnam del Sud…)
  17. Quale di questi non fa parte dell’Onu (organizzazione per cooperazione e sviluppo economico, fondo monetario internazionale, FAO, OMS)
  18. Stando alle linee guida sull’edizione civica e all’Agenda 2030, l’insegnamento delle tematiche ambientali è: da lasciare all’insegnante di scienze, inerentemene collegata con la geografia, attuabile solo con concorso di esperti esterni,…
  19. Cos’è la protasi (sostituzione di una parola, la prefazione di un’opera, la presentazione di un argomento, invocazione alle muse)
  20. Dati i due seguenti quadrati con dei pallini al loro interno, dire se hanno uguale: sparsità, densita, distanza, distribuzione
  21. Il problema del calcolo della longitudine e stato risolto attraverso: la triangolazione, l’invenzione di uno strumento, la scoperta della declinazione magnetica, la scoperta che i poli sono piatti, …
  22. Domanda sull’individuazione di un verbo fraseologico particolare.
  23. Frase con doppia apposizione.
  24. Frase con participio presente usato con valore attributivo.
  25. Accordo tra il participio passato dei verbi con ausiliare avere e il soggetto o complemento oggetto.
  26. Contare quante proposizioni contiene il periodo indicato.
  27. Distinguere tra subordinate implicite di vario tipo.
  28. Inglese trovare il sinonimo.
  29. Inglese completare lo spazio vuoto.
  30. Inglese comprensione.
  31. Come si chiama la scrittura su schermo LIM.
  32. Che tipo di file hanno l’estensione epub3.
  33. A chi si riferisce una similitudine tratta da un passaggio della Gerusalemme liberata (Clorinda, Erminia, Armida, Bradamante).
  34. Chi era Silla e cosa ha fatto.
  35. in quale punto del Decamerone si trova la novella citata: l’introduzione/rubrica/cornice/conclusione della prima novella della prima giornata
  36. Riconoscere la figura retorica in un verso de I limoni di Montale
  37. Attribuire dictatus papae al papa, anno e contenuto giusti
    40. Quale di queste potenze non ha mai aiutato militarmente i coloni nella guerra di indipendenza americana (Spagna, Prussia, Olanda, Francia)
  38. Chi ha spinto la Francia ad entrare nella guerra dei trent’anni (Richelieu, Mazzarino, Luigi XVI, regina di Francia)
  39. Domanda sulla Convenzione europea del paesaggio.

 

 

 




Punto di non ritorno

Il punto di non ritorno è un’espressione che indica il momento oltre il quale non è più possibile tornare indietro.

In effetti, direte voi, lo dice la parola stessa!

Eppure fateci caso, quando sentiamo parlare di punto di non ritorno qualcosa dentro di noi si muove; una sensazione strana alla bocca dello stomaco.

Si perché questa espressione smuove in noi l’impossibilità di rimanere nel nostro luogo sicuro, che, anche se pericoloso, è conosciuto e quindi a noi idoneo.

Per dirla con un esempio nei viaggi aerei il punto di non ritorno è quando il carburante non basta più per tornare all’aeroporto di partenza, a quel punto siamo obbligati ad atterrare altrove.

E’ quel momento oltre il quale il tempo cambia il significato delle nostre vite.

Ma quando arriviamo al punto di non ritorno?

Come possiamo capire quando lo oltrepassiamo?

ed oggi, lo abbiamo oltrepassato?

I grandi del mondo lo hanno oltrepassato?

Premesso che Grandi del mondo è veramente oggi un insulto perché quelli a cui dovrebbe andare questo appellativo sono tutti in realtà i più piccoli del mondo, i più insignificanti, i più stolti, tutti nessuno escluso.

Infatti se ascoltate i proclami di tutti non ne esiste nessuno distensivo, o che inciti alla distensione.

Di là minacciano di qua rincarano, di là attaccano di qua peggio.

E non crediate che oggi gli unici attacchi siano militari, vi sono anche quelli finanziari, ed in un mondo in mano alla finanza, verrebbe da dire che sono anche i più pericolosi.

Putin procede per la sua strada, Zalesky incita il suo popolo a combattere i carri armati con le bottiglie incendiarie, evidente fesseria che ci lascia tutti attoniti, a meno che non sia un discorso alla Cavour “mi servono duecento morti per sedermi al tavolo della pace” , il resto del mondo vende armi all’Ucraina e mette le sanzioni alla Russia.

Quindi siamo già nella terza guerra mondiale!

Tutti contro Putin e Putin contro tutti … non è proprio così, ci sono anche alcuni simpatizzanti della Russia che stanno a vedere che succede e degli occulti vecchi amici che sottobanco hanno già dichiarato un loro supporto alla Russia.

Insomma diciamolo, siamo già in guerra e non pensino i grandi piccoli del mondo che siamo così stupidi da non capire che una guerra non ha solo campi di battaglia e trincee, ma anche scenari finanziari e geopolitici.

Come non possiamo stupirci quando il nostro presidente del consiglio dice a Zalensky “voi combattete per la  nostra libertà!”, ma allora peggio che andar di notte, perché se voi combattete per la nostra libertà, allora dovremmo anche noi venire a  combattere con voi, se la libertà è la nostra …

Signori miei il punto di non ritorno è già stato superato, siamo nella terza guerra mondiale, che è combattuta in modo differente dalla seconda, ma che porterà molti più danni perché scardinerà quel precario equilibrio finanziario del mondo.

 




DOSSIER UKRAINA 6: S’ODE A DESTRA UN ROMBO DI GUERRA, A SINISTRA UNA VARIANTE RISPONDE.

La parafrasi, rende bene un certo clima che sta pervadendo l’italietta dei mille campanili, per ora tutte chiacchiere e distintivo, portaborse di altrui interessi, con distanze sempre più ampie (direi, incolmabili) tra chi amministra e la volontà popolare, pronta a mobilitarsi per cause non sempre ‘nobili’ come pure sul fronte bellico, pronti a gettare nell’armadio mascherine, GPass e siringhe per rispolverare dalla cantina il vecchio orbace del nonno o l’elmetto delle sturmtruppen…      

Ma c’è soprattutto un’Italia inespressa e sofferente, con due cappi al collo (le dichiarazioni di due stati di emergenza ‘anomali’) con cui prima o poi si faranno i conti: quel 60% che non esprime il proprio voto, per disaffezione, per protesta, per incertezza sul chi preferire e perché.

La posizione dell’Italia è, come al solito, all’italiana: ambiguità, niente parole nette, ma circonvoluzioni lessicali per dire e non dire. Forse perché il popolo – per alcuni osservatori, é ormai divenuto fiacco, tiepido, ‘popolino’: senza nerbo – non capirebbe, o perché forse capirebbe molto bene, prendendo coscienza di essere stato ingannato?                                       

La guerra in Ukraina ha alzato il livello di attenzione in tutto il mondo, specie ora che gli US stanno facendo la conta dei loro alleati (o complici?): purtroppo, le voci che si levano alla ricerca di una visione obiettiva sulle cause e/o sulle concause vengono eluse se non tacciate: né più né meno lo stesso copione già seguito con il corona e con il 5G.

Guai a dissentire: sarà un caso? Assistiamo a un’Europa (una UE comunque irriconoscibile, specie se rapportata alle attese e agli obiettivi dei ‘padri fondatori’, ha intrapreso una china difficilmente recuperabile; mentre la NATO dovrebbe riconsiderare seriamente moltissimo del suo stesso esistere e operare, adeguandosi ai tempi) che si affanna a far viaggiare i suoi commis o i suoi boiardi per calcare il palcoscenico delle ipotesi, delle possibili trattative, del dialogo.

Ma anche la visione degli USA, per molti, è cambiata, essendo molto disancorata con quella precedente, dal dopoguerra in poi, per intenderci.         

Tutto volendo concedere alla reale preparazione e competenza dei soggetti in questione, resta il fatto che vengano utilizzati dalle medesime bocche due linguaggi: uno accorato che inneggia alla pace e alla sua ricerca ostinata, alla tutela delle genti coinvolte, alla recriminazione di questo o di quello, un linguaggio che asseritamente preme perché si intavolino trattative serie e si giunga rapidamente a un accordo.

Ma c’è un altro linguaggio: quello di chi soffia sul fuoco, non cessando di inviare denaro, armi e munizioni e anzi desideroso di mandare altre e più poderose macchine belliche; ieri 16-3, a Bruxelles, lo ha chiarissimamente reiterato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa al termine della ministeriale Difesa della NATO “Oggi i ministri hanno convenuto che dobbiamo continuare a fornire un supporto significativo” all’Ucraina, “inclusi rifornimenti militari, aiuti finanziari e aiuti umanitari” aggiungendo “Il presidente Putin deve fermare immediatamente questa guerra, ritirare ora le sue forze e impegnarsi in buona fede nella diplomazia” (fonte ANSA).

Glissiamo sull’uso del termine ‘buona fede’ (poiché questa dovrebbe caratterizzare le azioni di TUTTE le parti in causa, specie di chi media: o ce l’hanno tutti o il naufragio è assicurato; e guardando i volti, le espressioni, anche solo lo sguardo, comprendiamo che la trasparenza è assente da quasi tutte le parti). 

I due linguaggi, usciti da una stessa bocca, come ben si comprenderà, sono tra loro opposti e quindi tra loro incompatibili, salvo che la bocca che li esprima sia dotata di una lingua biforcuta…

Vorrei capire, io uomo della strada, una cosa: se smettessi di litigare con il mio vicino, dessi inizio a una tregua e le armi cessassero di crepitare al fine di favorire un dialogo, il mio vicino farebbe altrettanto o qualcuno coglierà l’occasione per riempirlo ancor più di armi che lui potrebbe usare contro di me, se le trattative non andassero in porto?  Mah! Mi sembra tanto strano, questo concetto!      

  “Oggi, la Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza l’ordine del giorno (legato al ‘Decreto Ucraina’) proposto dalla Lega, che impegna il governo ad avviare l’incremento delle spese militari verso il traguardo del 2% del PIL. Il testo ha ottenuto 391 voti positivi e 19 negativi. A sottoscriverlo sono stati i deputati di Pd, FI, Iv, M5s e FdI. Ciò significherebbe, citando le cifre fornite dal ministro della Difesa Guerini, passare dai circa 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) ad almeno 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno)” (fonte: il Messaggero, 16-3) recitano le cronache.

Sintesi: in un’Italia economicamente stremata, con ampi margini di povertà tra la popolazione; con una gran massa di gente senza lavoro; con decine di migliaia di imprese chiuse e altre pronte a crollare; con una profondissima spaccatura sociale acuita da misure sanitarie particolarmente dure esasperate dall’obbligatorietà di un green-pass utile solo a schedare le persone (facendo perdere loro ogni prerogativa umana, ogni caratteristica legata all’individualità: per trasformare ogni cittadino in un codice, in un numero, in un banale ‘contatto’ senza volto né anima che, grazie all’implementazione del dilagante 5G, potrà essere bloccato o eliminato con un click); con un’Italia che é stata indebitata con la UE per lunghissimo termine (impegnando anche le future generazioni), avendo preso denaro in prestito per risollevare le sorti dell’Italia; con i cittadini che devono fare quotidianamente i conti con una inflazione/recessione/svalutazione che supera il 30% e con prezzi al consumo anche di generi di prima necessità con costanti aumenti da ottobre 2020 (ad oggi, in media almeno il 40-45%.

Si noti che la ‘versione ufficiale’ di queste ore riconduce l’inflazione ai valori del 1985); con migliaia e migliaia di Italiani allontanati dal posto di lavoro perché non intendono subire l’inoculazione forzata; con una Nazione strangolata da ciniche e castranti politiche energetiche, oggi ancor più in difficoltà per l’aumento/difficoltà di approvvigionamento di energia e materie prime…

ebbene con tutta questa ‘goduria’ i partiti decidono di sottrarre altre risorse finanziarie al popolo stremato e quindi al lavoro e alla produzione (ancor più stremata) aumentando le spese militari, muovendosi come se il Parlamento avesse votato una esplicita entrata in guerra (contro di chi, se é lecito saperlo? Per quali motivi?

Con quali limiti e con quali controlli imposti all’esecutivo? E davvero il parlamento, ossia gli Italiani, vorrebbero scientemente  che questa spinosa condizione fosse gestita dal Presidente del Consiglio, dal Ministro della Difesa e dal Ministro degli Esteri (così come prevede la Norma)?

Magari, a ogni livello, da gente che non ha neanche svolto il servizio militare (anche solo per rendersi conto da che parte si imbraccia un fucile…).

Eh sì! Anche la Presidenza della Repubblica avrebbe solo veste meramente consultiva e certamente di vigilanza dacché costoro non travalichino i limiti fissati dal parlamento nel dichiarare l’entrata in guerra.

Questo, sempre seguendo la Costituzione della Repubblica Italiana, quella che da due anni a questa parte è solo interpretata ad usum, travolta, accantonata e spesso svillaneggiata.         

Qualcuno, con spocchiosa solennità, qualche tempo fa ha dichiarato che ‘l’azione di governo ha raggiunto gli obiettivi prefissatisi’: ma ne siamo proprio sicuri?

A meno che gli obiettivi fossero stati quelli di non intervenire correttamente, mandando  tutto a gambe all’aria.          

Nell’assordante bla-bla-bla dei mezzi di (dis)informazione, le notizie inventate o falsificate spiccano drammaticamente (e, soprattutto, senza vergogna alcuna), come la citazione di episodi tragici, ma riportati in modo opposto alla realtà dei fatti: come i titoli e l’immagine di prima pagina proposti da ‘La Stampa’, dove le responsabilità di una ‘carneficina’ sono state biecamente attribuite alle truppe russe, mentre in realtà a lanciare il missile, peraltro un vecchio residuato, da tempo non più in dotazione dell’arsenale di Mosca,  erano state le milizie ucraine, agli ordini di Kiev.

Altro episodio, proprio al TG di stamani, l’accorata ricostruzione di un bombardamento dei ‘cattivi’ che ha persino ‘dilaniato una piscina‘ (forse, la copertura di una piscina: in ogni caso l’uso di ‘dilaniato’ la dice lunga, come il naso dei vari Pinocchio dell’informazione, tanto parlata che scritta, che cresce di continuo).

Altro episodio, quello di una signora ucraina che in compagnia del marito (nato in Bielorussia, ma da lungo tempo in Ukraina), a bordo della propria auto si accingeva a varcare il confine per mettersi al sicuro: macché, il destino era in agguato. E il destino vestiva i panni dei militari ucraini di guardia al posto di frontiera.

Resisi conto che il marito della Signora, ucraina, non parlava con accento ucraino, adducendo l’ipotesi che potesse trattarsi di una spia russa, lo hanno freddato all’istante giustiziandolo con un colpo alla nuca: l’odio etnico, lo stesso attuato dalle milizie ucraine di Kiev contro gli ucraini del Donbass e di Odessa, continua a mietere vittime.

E l’odio chiama odio, il sangue chiama sangue: come in tutte le guerre: una spirale che va affrontata e distrutta.                                 

Qualcuno spera di poter rifare il giochino fatto a Belgrado, come in altre nazioni? Gli aeroplani dei ‘salvatori’ arrivano, sganciano le loro belle bombe liberal-democratiche, magari mollano qualche missile o sparano qualche raffica di mitraglia (lo scoppiettio potrebbe forse essere interpretabile come simbolo benaugurante per un futuro?) per poi tornare alle loro basi?

Una volta ‘spianata’ la strada e vinta la resistenza, in modo che caccia e bombardieri possano agire indisturbati, arriverebbero le truppe di terra con a capo i tizi di circostanza, tutti contenti perché ‘libertà e democrazia’ sarebbero state ripristinate, trionfando?

Un déjà vu di pagine non del tutto esaltanti, forsanche simili a quelle di Iraq, Libia, Siria e altro?                

Per caso, quando qualcuno si sbraccia a chiedere una ‘no-fly zone‘ pattugliata dalla NATO, potrebbe in cuor suo auspicare di riferirsi a un intervento simile?

Visto che, giustamente, si sollecita la ‘buona fede’ di Mosca, anche l’altrui buona fede dev’essere altrettanto sollecitata e non solo auspicabile e doverosa.                           

Ma lo scenario delle ipotesi è piuttosto ampio e screziato (peraltro, una cosa è sondare il campo delle ipotesi, altra cosa é ritenere quanto e in che misura esse possano essere non solo possibili ma anche probabili), e gli attori sul palcoscenico sono veramente tanti.

C’è chi ipotizza che Mosca si sia mossa nel momento in cui l’Ukraina era diventata un covo di consiglieri, mercenari e armi di ogni tipo, oltre che di denaro e altri ‘strani’ traffici.

Nella ragionevole probabilità di un attacco finale di Kiev al Donbass o alla stessa Crimea.

C’è ancora  chi ipotizza che questo scenario avrebbe potuto esse condito dalla diffusione di agenti chimici tossici  al confine russo e oltre questo, sempre da parte di Kiev.

C’è chi ipotizza che Mosca possa aver valutato come imminente un concomitante attacco, con un first-strike verso San Pietroburgo o verso Mosca: così ha agito per prima, al fine di sventare la minaccia (i missili alla frontiera NATO, puntati su San Pietroburgo, impiegherebbero ora meno di 7 minuti per colpirla!).

C’é chi considera la Russia, o meglio Putin, l’obiettivo di un attacco per vendetta: vuoi perché ha cacciato Soros dal suo territorio, vuoi perché ‘si è permesso’ di emettere un mandato d’arresto contro questi e il  componente londinese della blasonata famiglia dallo scudo porpora; il tutto alimentato dalla dissidenza interna fomentata dall’agit-prop Aleksei Naval’nyj  (pregiudicato russo, misteriosamente intossicato, curato in Germania e tornato a Mosca contro ogni logica: chissà con quali finalità).

Rancore e odio verso Putin, che ora potrebbero essersi acuiti, ma guarda un po’, tanto per i bio laboratori USA venuti alla luce in Ukraina, con virus pericolosissimi (e questo è un capitolo tutto da vedere, in ambito internazionale: ma dubito che Russia e Cina siano affetti da fantasie irrefrenabili, al riguardo), vuoi per i lucrosi biz di Hunter in Ukraina oggi fortemente a rischio.

Chiaramente, i nemici di Putin sono sempre più numerosi… 

Qualcuno potrebbe dire: ma si possono far scoppiare delle guerre solo per vendetta?

Certo che sì: ne è piena la storia, per chi l’abbia appena sfiorata.                           

E al rombo delle esplosioni, al ronzio dei proiettili, alle urla dei feriti, a ovest, a sinistra risponde la sussiegosa ‘preoccupazione’ degli attori dell’altro palcoscenico, dove va in scena l’ennesima rappresentazione de ‘la variante’, opera tragica per menzogna, biz e siringa, impreziosita dal prevedibile e previsto lamento dell’ensemble dei corona-singer

Casualità?…

Mah!

Personalmente, sono tra coloro che filosoficamente ritiene che il ‘caso’ in quanto tale, non esiste.

Comunque, un quadro decisamente complesso, anche se lo si voglia esaminare oggettivamente e con la lente d’ingrandimento: neanche la mia ‘casalinga di Voghera‘, riuscirebbe a trovarne il bandolo.                                   

 In ogni caso, a questo scempio dev’essere posto sollecito termine: non con altro scempio, ma con quella capace diplomazia che, vera arte, solo persone preparate e competenti possono mettere in campo.    

Le guerre vengono dichiarate da uomini della c.d. politica, ma a subirle sono sempre i popoli.

Gettate le parti dentro una stanza e chiudete a chiave le porte, e lasciateli a pane e acqua: usciranno solo quando avranno trovato una soluzione. Chi volesse continuare a giocare con i soldatini, andasse al parco.        

A chi, sconsideratamente, crede di perseguire la pace con la guerra, ricordo che il pianto delle madri, delle mogli e delle sorelle, come pure il pianto disperato dei bambini, ha lo stesso suono dappertutto.

A tutte le latitudini, la guerra non è mai una soluzione: ovvero, è la peggiore delle ‘non soluzioni’.

 

Giuseppe Bellantonio




DOSSIER UKR 5 – LA CASALINGA DI VOGHERA

Considerato il tempo trascorso, moltissimi non conoscono la famosa, seppur  immaginaria, ‘Casalinga di Voghera’.

Era un’espressione gergale coniata nel secondo dopoguerra, utilizzata nel contesto giornalistico e assurta a simbolo di un preciso stereotipo: persona semplice, appartenente alla bassa borghesia; impiegata in mansioni non qualificate o casalinga con famiglia e un paio di figli; scolarità e istruzione essenziali; onesta e integra, caratterizzata da grande dignità, munita di elevato buon senso e grande praticità; capace di piccoli lavori di cucito e di altre qualità pratiche che traduceva in una sorta di saggezza pratica basata sulla propria esperienza e su quella dei suoi avi (utile a sopperire alla scarsità di mezzi).

Era il vero collante della famiglia, sempre molto unita e temprata dalle quotidiane difficoltà della vita; era colei che avrebbe dovuto decidere sulla priorità di una spesa, come procedere agli acquisti con ciò che quel giorno si sarebbe trovata nel borsellino, ponendosi i giusti interrogativi sul prezzo, sulla qualità, sulla durata e soprattutto sulla reale utilità del bene.                                                                             

Oggi, in un momento eccezionalmente colmo di informazione e contro-informazione, di verità stroncate come fossero menzogne e di bugie platealmente spacciate per verità, dove il lettore/Cittadino è frastornato e in difficoltà nel potersi fare una propria idea, anche ‘grattando’ le notizie sulla rete, è molto importante porsi, al pari della nostra ‘casalinga’, delle domande: approfondendo, valutando il ‘cui prodest?’, soppesando le notizie o le smentite e persino la logicità di una notizia (anche ascoltare qualcuno che sostenga che vi sia un asino che vola, è una notizia; ma, a parte i creduloni a oltranza, la fondatezza della notizia è tutta una risata). 

Diversamente, da ‘soggetto’ il lettore/Cittadino diviene un ‘oggetto’ in balìa dell’informazione, dei media che fanno riferimento alle grandi proprietà e al come queste possano essere schierate: TV, giornali, radio e quant’altro, che inibivano il cervello al fine di ‘indurlo a credere’, ‘affascinarlo e sedurlo’, in poche parole MANIPOLARLO per CONDIZIONARNE le valutazioni, le scelte, le decisioni, le stesse azioni. E, guarda caso, la tecnica adoperata è la stessa messa in campo per il ‘famoso’ (o famigerato…) corona: instillare paura, terrore, incertezza, spacciandosi come gli unici in grado di proteggere, di trovare una soluzione. 

Ma la realtà è ben diversa.

Ma non è che Billy the Gate (tra presente e futuro…) intendeva questo scempio bellico, quando diceva che dopo il corona ne avremmo viste delle ‘belle’, che sarebbe arrivato qualcosa di tremendo, di difficilmente affrontabile?  Già sapeva?                      

Le domande si susseguono continue e impetuose, come i marosi in tempesta si frangono sugli scogli: vediamo quindi di aiutarci, aiutando la nostra amica ‘casalinga’ a focalizzare le questioni; non senza  aver prima ribadito con forza che condanniamo la guerra, tutte le guerre, e siamo pronti a tutto per agevolare la pace (cosa che dovrebbero fare tutti, in realtà… specie chi abbia delle responsabilità di governo).               

Dall’Europa e dagli USA si continuano a inviare armi, munizioni e mezzi a Kiev per ‘aiutarli’ a difendersi dall’offensiva russa, per resistere con forza, anche grazie all’arrivo di moltissimi ‘volontari’, forse persino ‘addestrati’ poco oltre il confine tra Ukraina e gli altri stati vicini, targati NATO. Volontari, di tutti i tipi, e, secondo  alcune fonti, anche ‘combattenti’ di discutibilissime formazioni integraliste forse a stretto contatto con il terrorismo.

Tutto concesso, pare, visto che nessuna voce si leva contro, per criticare; così come nessuna voce si leva per criticare l’afflusso di ‘volontari’, che in realtà – visto che percepiscono tra i 2 e i 4000 dollari/mese (vitto, alloggio, armi e proiettili inclusi), sono semplicemente dei ‘mercenari’  a tutti gli effetti.

Senza contare i premi promessi a chi uccide questo o quel nemico: inclusi gli stessi ucraini che volessero fuggire dal teatro di guerra (non dimentichiamo che è stato Zelensky in persona a ordinare al suo esercito di passare per le armi chi avesse voluto lasciare le città, il paese; così come l’ordine era di combattere casa per casa, incluse le strutture civili e ospedaliere: ma questa, potrebbero dire i benpensanti, è la ‘resistenza’…

Sì, certo: ma lo è un po’ meno quando con viltà più che con furbizia si tenta di addebitare delle colpe all’altrui azione).

Tutto lecito, quindi…

Ma c’è un compatto urlio, persino volgare e scandalizzato, allorché si tocca il tasto della controparte russa.

Qui i ‘volontari’ (certo, non si tratta di ‘mercenari’: affluiscono sulla base di trattati di mutua assistenza e cooperazione, con gli stati d’origine) affluiti ad esempio dalla Siria sono già etichettati come loschi e sanguinari assassini (all’opposto delle ‘damigelle’ educate e di buone maniere, di controparte); e la grancassa mediatica del main-stream suona con forza i suoi strumenti persuasivi, non esitando a mandare in onda immagini false nonché a citare notizie false: senza alcun timore di ‘perdere la faccia’ davanti al pubblico (forse perché sono pagati per dare ‘quelle’ notizie, e solo ‘quelle’: peraltro ripetute su tutti i canali o leggendo giornali diversi) pur di mettere in evidenza la grande ‘cattiveria’, la ‘crudeltà’, di costoro.

Hanno tanta di quella fantasia (pre-organizzata, evidentemente) che creano dei set propagandistici davanti a macerie di ospedali o di altri posti sensibili, con attrici/attori, fotografi di grido, finti barellieri, ecc. ecc.: il tutto per sottolineare quanto cattivi siano i ‘cattivi’.

E avrete rilevato come, di fronte allo smascheramento di notizie palesemente artefatte, gran parte dell’informazione continua ad andare avanti imperterrita, persino in programmi di notevole appeal.                          

Certo, i russi stentano ad andare avanti, direbbe la nostra ‘casalinga’, recependo i ‘suggerimenti’ della presunta informazione; ma se approfondisse lei potrebbe capire che forse i russi stanno eseguendo, chissà a quale prezzo, l’ordine tassativo di risparmiare i civili, anzi aiutandoli se in difficoltà. Calcolando tesi e antitesi, se le truppe russe avessero voluto avanzare schiacciando l’avversario, senza risparmiare niente e nessuno, probabilmente le cose avrebbero assunto altra e ben diversa fisionomia.                               

Vorrebbe anche capire, la ‘casalinga’: ma se USA+NATO+UE inviano in continuazione armi e forse istruttori (a proposito, qualcuno ha ascoltato il TG5 del 10 Marzo, alle ore 13? L’inviato era ripreso in territorio polacco, un centinaio di metri oltre il check-point di confine con l’Ukraina, per descrivere il flusso dei civili in fuga; a un certo punto, girandosi parzialmente, ha fatto un ampio cenno verso le montagne alle sue spalle, credo che abbia aggiunto, situate a circa 95 km. di distanza, in territorio ucraino, aggiungendo subito dopo di esservisi recato, incrociando ‘militari americani’ che ‘non hanno risposto’ alle sue domande.

Un report drammatico, quindi, quello dell’inviato del TG5: testimonianza diretta della presenza di consiglieri/truppe (in divisa, ossia identificabili con certezza) USA in territorio ucraino, a ridosso del confine con la Polonia!

Ahi! Ahi! Ahi!, mi son detto, se qualcuno ascoltasse questa notizia, cosa che avviene, ancor più in questi momenti, succederebbe un guaio grande grande.

Spero solo che sia stato un errore della trasmissione), la pace non si allontana? Le vittime non aumentano? I danni ai civili non sono maggiori?

I paesi, le città, le strutture, non subiscono maggiori danni? Certo che sì, ma qualcuno potrebbe dire che è il giusto prezzo per riconquistare la libertà, far trionfare la democrazia, e cacciare l’invasore verso Mosca.

D’altronde, questo sostengono con caloroso e partecipato sussiego uomini politici e manager anche importanti, di vertice, dando la loro benedizione a manifestazioni ‘spintanee’ e persino lanciando raccolte di denaro tra i nostri concittadini!  

Ma… (c’è sempre un ‘ma’, in agguato: capperi!) tutta questa solidarietà, tutta questa (apparente) condivisione del dramma bellico, stridono in modo enorme con la nostra realtà italiana (ma anche europea): gli stessi che urlano chiedendo la testa del ‘mostro’, reclamando a gran voce libertà e democrazia per l’Ukraina, rispetto per i diritti umani e per l’autodeterminazione degli ucraini, non sono gli stessi che in nome di una (certa? Incerta? Discutibile) ‘pandemia’, hanno negato i nostri diritti, hanno ‘interpretato’ ad usum la nostra Costituzione, ci hanno negato la possibilità di incontrarci, dialogare, viaggiare, esprimerci  in modo compiuto, che hanno pagato i mezzi di informazione per pubblicare sempre e solo le notizie ‘favorevoli e utili’ alla narrazione sanitario-governativa tacciando, ostacolando e perseguitando chi ad essa si opponeva (peraltro in modo motivato)?

Non sono gli stessi che hanno licenziato, costretto a licenziarsi, sospeso dal proprio lavoro, chi si opponeva alla costrizione di dover subire terapie dai contenuti incerti, dalle conseguenze persino letali e dagli esiti futuri assolutamente incerti?

Non sono coloro che, col gergo degli istituti di pena anglosassoni, hanno costretto la gente a stare rintanata in casa, a non poter fruire della libertà di movimento e quant’altro?

Quindi, costoro, li conoscono i diritti delle persone! Ma allora perché a favore degli ucraini ragionano in un modo, mentre a favore degli italiani, dei loro concittadini, ragionano in modo del tutto diverso, anzi opposto? Ma certi valori  – che vengono detti ‘non negoziabili’, ‘inalienabili  e insopprimibili’ non sono uguali per tutti?

Mah!!! Il bello (anzi, il brutto) è che le manifestazioni da loro sollecitate/organizzate contano sempre delle presenze: posso credere che sia tutta gente à cachet, dei figuranti, che non si pongono alcuna domanda, che non riflettono, avviandosi ciecamente verso il baratro?   Che fine hanno fatto il libero convincimento, la capacità di ragionare e discernere, la libertà di decidere, la libertà di opinione, la stessa dignità e inviolabilità della Persona?                                                  

Ma proseguirebbe, la nostra ‘casalinga’, non riuscendo a comprendere perché non si cerchi subito un tavolo di trattative dirette, essendo chiaro che il responsabile ucraino dirà sempre no, fintanto che la ‘regia’ più o meno occulta gli dirà ‘non puoi dire sì’ a chiedersi ed a chiedere perché occorra alimentare con continui, massicci, invii di armi la c.d. ‘resistenza’: così, ripete e si ripete, il conflitto non cesserà mai, ovvero si protrarrà ancora più a lungo con maggiore spargimento di sangue. Dite che la colpa è di chi aggredisce?

E chi lo nega.

Ma il discorso cambia se anche dall’altra parte si sono commessi crimini: vogliamo dividere la responsabilità almeno al 50 per cento per ciascuno, per non fare torto?

Bene. Ma il quadro complessivo non cambia. Si accavallano quindi le dichiarazioni di uomini di governo e di capi di stato.

Dicono: inviamo armi e ancora più armi per aiutare l’Ukraina a resistere, così la Russia deve affrontare una guerra di logoramento, con più morti, intanto che ‘all’interno’ si cerca di rovesciare Putin sperando che a farlo siano forse gli oligarchi, forse i militari, forse il popolo, forse l’opposizione, forse un malore.

La Russia è una minaccia, dobbiamo proteggere l’Europa e in nostri confini NATO, aiutando con ogni mezzo l’Ukraina affinché resista, dicono. 

Ma… l’atteggiamento omertoso e complice dell’occidente continua allorché nessuno dice dei morti del Donbas: si continua a tacere su quegli oltre 16.000 (e forse 20.000) ucraini di lingua russa uccisi, giustiziati, dagli ucraini di Zelensky; come si continua a tacere sui morti di Odessa: anziani, donne e bambini chiusi all’interno della sede di un sindacato,  e arsi vivi dopo che le porte erano state sbarrate, con i pochi che riuscirono a uscire barbaramente uccisi dai miliziani ucraini.                                                            

Ma… perchè stupirsi, visto che storicamente la crudeltà non ha frontiere né bandiera?

A proposito, ma la bandiera dell’Ukraina qual é?

Quella giallo-azzurra a bande orizzontali, o  quella rosso-nera con la svastica al centro? Perché la seconda è sempre più visibile anche nelle manifestazioni. E questo forse spiegherebbe come mai il giornalista Giacovazzo, inviato del TG2 in Ukraina, sia così eccitato nell’annunciare che nel TG2 di stasera alle 20,30 sarà trasmessa “una intervista ai militari della truppa di elite ucraina, il battaglione Azov”.

Ma queste, non erano fin troppo risolute, feroci, milizie di marca nazista?         

Mah! Povera ‘casalinga’ il suo cervello va in tilt! Specialmente oggi, che si è sparsa la notizia che lavoratori aeroportuali presso l’aeroporto civile di Pisa, incaricati di procedere al carico in stiva di ‘aiuti umanitari’ diretti in Ukraina si sono accorti che si trattava invece di caricare casse e casse di armi e munizioni, così che si sono rifiutati di procedere attivando la loro unità sindacale di base (manifestazione il 19/3).

Ma allora, le dichiarazioni che indicavano come il premier italiano avesse sospeso tale tipo di invio?

Ma allora l’Italia è IN GUERRA e in tal senso vanno letti gli interventi del premier italiano, a volte bellicosi altre volte tendenti a essere parte belligerante? Allora anche la notizia della recentissima ‘lettera’ con cui il Capo di Stato Maggiore allerta le truppe (solo le truppe?

O i destinatari sono anche tutti i cittadini?), affinché si esercitino al combattimento, verifichino i mezzi, ecc. ecc. fanno parte di un imminente deflagrare bellico in terra italiana?

Giusto per sapere, ditecelo: fateci sapere di che morte avete deciso che dovremo morire! Avete deciso di trascinarci in guerra, dovete forse fare ‘un favore’ a qualcuno piuttosto che non a un altro?

Abbiate il coraggio di dircelo!                                                                                                     

Al figlio che le chiedeva se avesse potuto avere qualche euro per poter andare a mangiare una pizza con i compagni di classe, la nostra amica ‘casalinga’ ha dovuto purtroppo dire di no, una volta aperto il borsellino e trovatolo desolatamente vuoto dopo le spese necessarie per la giornata: che pena, anche se lei fa quel che può, e il marito, onesto lavoratore che paga le tasse fino all’ultimo centesimo, si spacca la schiena.

Mentre la sua bocca resta dignitosamente muta, con i suoi occhi dice:  uno stato che trova denaro per inviare armi e quant’altro in Ukraina, che ogni mese spende centinaia di migliaia di euro per pagare il deposito delle (inutili) mascherine acquistate da chi gestiva il biz sanitario, ma che non trova per aiutare gli imprenditori a salvare le aziende e i posti di lavoro, a trovare dignitosa occupazione per disoccupati e inoccupati, che nulla fa per calmierare i prezzi anche dei generi di prima necessità, che assiste imperturbabile al crollo del poter d’acquisto e alla svalutazione del risparmio e del patrimoni immobiliare, che non ha una politica energetica (al pari del famoso piano pandemico), che ha fermato l’attività estrattiva di gas dalle 752 piattaforme estrattive (a fronte di ca. 140 miliardi di m3 di riserve giacenti!), che ancora acquista gas dalla Russia rivendendolo a prezzo moltiplicato alle aziende italiane, che non frena con decisione la speculazione (almeno 1 euro di maggiorazione) sui carburanti (non affrontando così le difficoltà dell’autotrasporto e quindi degli approvvigionamenti), che non riesce ad adempiere alla Costituzione mantenendosi neutrale e inviando solo aiuti umanitari, che ha affrontato in modo fortemente criticabile la c.d. ’emergenza pandemica’, che non si preoccupa con decisione dei suoi ca. 10 milioni di Cittadini in condizioni di povertà, è uno stato che opera per il bene dei Cittadini?                                                         

E concluderebbe: quei soldoni in arrivo con il PNRR, invece di salvare le aziende italiane, facendo ripartire il volano della produttività in tutti i settori, basteranno a pagare i costi diretti e/o indiretti di questa assurda ed equivoca belligeranza?

O qualcuno pensa di depredare ancora una volta le famiglie dei loro risparmi, mettendo mano nottetempo ai depositi bancari?

Novelli Robin Hood a parti invertite.

 

Giuseppe Bellantonio

 

 

 

 

 




Sulle note della Commedia

“A volte gli invisibili e dolci suoni, scaturiti dalle note musicali, riescono a rendere visibile la fantasia di colui che le ha eseguite”

 

La Commedia è il poema scritto dal vate guelfo, Dante Alighieri, tra il 1304 circa ed il 1321. Le traduzioni integrali di quest’opera, considerata uno dei massimi capolavori dell’umana cultura, ammontano a circa 58, in lingue europee, asiatiche, africane e sudamericane.

Nel corso dei secoli, la Commedia è stata oggetto di varie rivisitazioni, teatrali e ludiche. In attesa di una versione tele cinematografica completa, alcuni artisti, nel sette centenario dalla conclusione, hanno voluto idearne una versione musicale, capace di trasportare gli uditori nei tre mondi Danteschi, facendo rivivere tanto i terrori infernali, quanto le soavi beatitudini dell’Empireo.

Ed ecco che, grazie alle musiche e ai disegni del suono del DJ e produttore discografico Dance, House, Soulful House-Deep, Joseph B (Joseph Brittanni), e del pianista Alex JB Martin tutto ciò è divenuto realtà.

Assieme alla voce narrante del nostro professor Kronos (all’anagrafe Gianluca Cellai, prof. di Lettere) e alle giovanissime voci di Kiara Brittanni, figlia del Deejay Joseph B e di Andrea Gallorini, hanno preso parte al progetto:  Simone Gambini figurante e attore telecinematografico; Marco Raimondi, direttore d’orchestra dell’Amadeus Altomilanese;  Cosimo Mero, docente di Lettere al Liceo Manzoni di Milano;  Enza Pietrangelo, docente di Lettere, giornalista di moda e organizzatrice di eventi culturali; Monica Landro, discografica ed esperta in comunicazioni internazionali; Klaus Savoldi Bellavitis, nobile jazzista di fama internazionale; Laura Mills, arrangiatrice, compositrice, co-produttrice di brani lirici; Simone Di Matteo, autore, imprenditore, volto noto di Pechino Express,scrittore e illustratore grafico; Emanuela Gramaglia, cantante; Francesca Lovatelli Caetani, giornalista e speaker televisiva, Andrea Candeo, attore e volto di svariate campagne pubblicitarie; Dagmar Segbers, manager, modella, pianista e cantante tedesca di Jazz, soul, blues, folk e country, Fabrizio Barbuto, giornalista, attore televisivo e cinematografico, speaker radiofonico; Francesco Rizzuto, attore di Zelig e Colorado, vincitore del Festival Nazionale del Cabaret “Bravo Grazie”Gianfranco Messina, uno dei migliori pianisti del panorama Italiano, violinista e docente di musicologia c/o il Conservatorio di Milano; infine, Luca Zeta, dj radiofonico, presentatore televisivo, produttore discografico, nonché compositore e cantante.

Proprio Luca Zeta ha interpretato alcuni dei personaggi principali e più conosciuti dell’opera in latino, francese, spagnolo, portoghese. La registrazione dell’enorme lavoro occorrente a creare questa esclusiva versione della ‘Divina Commedia’ si è svolta in tre fasi, seguendone la naturale ripartizione strutturale: nel mese di settembre 2021 è stato completato ‘L’inferno’; tra settembre e dicembre il ‘Purgatorio’; e a Marzo 2022 il trionfale finale col ‘Paradiso’. 

Tutte le parti completate si possono trovare sulle piattaforme YouTube, Spotify, Dropbox. Il canale è ‘Joseph B and the Blue rose’, oppure basta digitare: Inferna, Purgatorium Paradisus. 

Un lavoro che ci auguriamo possa entusiasmare il pubblico di ogni età, e vedere la Luce nei teatri e negli studi telecinematografici di Italia, e – perché no?! anche d’Europa! – affinché la Lingua del Sommo Vate, torni a testimoniare che le radici del nostro continente, culturali, religiose e artistiche, partono e si sviluppano proprio da questa Italia, che fu Mater e Magistra dei Popoli, culla delle civiltà e promotrice dei valori etici e morali.

Un grazie a questo team appassionato, che si è impegnato in anima, cuore, mente e voce, in questo “maestoso” progetto.

Di Simone P.B. Gambini