Sulle note della Commedia

“A volte gli invisibili e dolci suoni, scaturiti dalle note musicali, riescono a rendere visibile la fantasia di colui che le ha eseguite”

 

La Commedia è il poema scritto dal vate guelfo, Dante Alighieri, tra il 1304 circa ed il 1321. Le traduzioni integrali di quest’opera, considerata uno dei massimi capolavori dell’umana cultura, ammontano a circa 58, in lingue europee, asiatiche, africane e sudamericane.

Nel corso dei secoli, la Commedia è stata oggetto di varie rivisitazioni, teatrali e ludiche. In attesa di una versione tele cinematografica completa, alcuni artisti, nel sette centenario dalla conclusione, hanno voluto idearne una versione musicale, capace di trasportare gli uditori nei tre mondi Danteschi, facendo rivivere tanto i terrori infernali, quanto le soavi beatitudini dell’Empireo.

Ed ecco che, grazie alle musiche e ai disegni del suono del DJ e produttore discografico Dance, House, Soulful House-Deep, Joseph B (Joseph Brittanni), e del pianista Alex JB Martin tutto ciò è divenuto realtà.

Assieme alla voce narrante del nostro professor Kronos (all’anagrafe Gianluca Cellai, prof. di Lettere) e alle giovanissime voci di Kiara Brittanni, figlia del Deejay Joseph B e di Andrea Gallorini, hanno preso parte al progetto:  Simone Gambini figurante e attore telecinematografico; Marco Raimondi, direttore d’orchestra dell’Amadeus Altomilanese;  Cosimo Mero, docente di Lettere al Liceo Manzoni di Milano;  Enza Pietrangelo, docente di Lettere, giornalista di moda e organizzatrice di eventi culturali; Monica Landro, discografica ed esperta in comunicazioni internazionali; Klaus Savoldi Bellavitis, nobile jazzista di fama internazionale; Laura Mills, arrangiatrice, compositrice, co-produttrice di brani lirici; Simone Di Matteo, autore, imprenditore, volto noto di Pechino Express,scrittore e illustratore grafico; Emanuela Gramaglia, cantante; Francesca Lovatelli Caetani, giornalista e speaker televisiva, Andrea Candeo, attore e volto di svariate campagne pubblicitarie; Dagmar Segbers, manager, modella, pianista e cantante tedesca di Jazz, soul, blues, folk e country, Fabrizio Barbuto, giornalista, attore televisivo e cinematografico, speaker radiofonico; Francesco Rizzuto, attore di Zelig e Colorado, vincitore del Festival Nazionale del Cabaret “Bravo Grazie”Gianfranco Messina, uno dei migliori pianisti del panorama Italiano, violinista e docente di musicologia c/o il Conservatorio di Milano; infine, Luca Zeta, dj radiofonico, presentatore televisivo, produttore discografico, nonché compositore e cantante.

Proprio Luca Zeta ha interpretato alcuni dei personaggi principali e più conosciuti dell’opera in latino, francese, spagnolo, portoghese. La registrazione dell’enorme lavoro occorrente a creare questa esclusiva versione della ‘Divina Commedia’ si è svolta in tre fasi, seguendone la naturale ripartizione strutturale: nel mese di settembre 2021 è stato completato ‘L’inferno’; tra settembre e dicembre il ‘Purgatorio’; e a Marzo 2022 il trionfale finale col ‘Paradiso’. 

Tutte le parti completate si possono trovare sulle piattaforme YouTube, Spotify, Dropbox. Il canale è ‘Joseph B and the Blue rose’, oppure basta digitare: Inferna, Purgatorium Paradisus. 

Un lavoro che ci auguriamo possa entusiasmare il pubblico di ogni età, e vedere la Luce nei teatri e negli studi telecinematografici di Italia, e – perché no?! anche d’Europa! – affinché la Lingua del Sommo Vate, torni a testimoniare che le radici del nostro continente, culturali, religiose e artistiche, partono e si sviluppano proprio da questa Italia, che fu Mater e Magistra dei Popoli, culla delle civiltà e promotrice dei valori etici e morali.

Un grazie a questo team appassionato, che si è impegnato in anima, cuore, mente e voce, in questo “maestoso” progetto.

Di Simone P.B. Gambini




La fervida immaginazione del tennista-soldato

Correva l’anno 2015 quando durante un’intervista il Santo Padre, forse con più sincerità di quanto il suo ruolo gli permetterebbe, dichiarò: “Se qualcuno mi dice una parolaccia contro la mia mamma, gli aspetta un pugno”.

Mai ci saremmo aspettati che una frase del genere fosse proferita da uno dei vicari di Cristo dell’era contemporanea sia in virtù del cristiano precetto del “porgi l’altra guancia” sia in virtù del fatto che le parole, per quanto turpi, violente ed offensive possano essere, sono parole e non sono violenza fisica.

Come tutti restai turbato da questa sua frase, ma oggi il mio punto di vista è cambiato e decido di farla mia riadattandola come segue: “Se insulti l’Esercito Italiano, dal momento che sono italiano, ti do un pugno”.

E aggiungo: “Se facessi parte dell’Esercito Italiano e qualcuno insultasse la realtà a cui appartengo, non lo aiuterei, qualora necessitasse del mio aiuto, perché sarei totalmente demotivato dal farlo”.

Questa mia riflessione, che, come detto, trae ispirazione da quella di Papa Bergoglio, si è formata nella mia mente in seguito all’increscioso fatto che ha visto come protagonista il cosiddetto “tennista-soldato” Sergiy Stakhovsky invitato alla trasmissione “Otto e mezzo” in data 07/03/2022 per raccontare il suo punto di vista sulla guerra che sta combattendo a fianco dei suoi connazionali per difendere la sua patria: l’Ucraina.

Il tennista-soldato in tale occasione ha sostenuto che l’Esercito Italiano non durerebbe un giorno contro l’Esercito Russo.

Con le sue parole il tennista-soldato ha messo in dubbio la forza, il valore e la capacità strategica del nostro esercito, per altro durante una trasmissione seguita da moltissime persone, forse dimenticando che la guerra non è solamente forza bruta ma è anche arte.

Inutile dire che il mio pensiero, circa il ricambiare chi ti offende negandogli ogni aiuto nel caso lo necessitasse, non è certo quello di un soldato che basa la sua esistenza su ideali propri dell’esercito come ad esempio la tutela del debole anche a costo della vita.

In ogni caso credo che chiunque sia d’accordo sul fatto che l’essere in una situazione di difficoltà non legittima l’individuo che vive tale situazione a dire stupidaggini né tantomeno lo giustifica quando le dice.

A discapito delle parole del tennista-soldato, ovviamente l’Italia darà comunque il suo contributo poiché baluardo di valori propri della società civile contemporanea.

 




Mattarella, bravo ma non troppo…

In questo contesto di venti di guerra e di guerre in corso giunge una bella notizia, Il Presidente Mattarella si riduce lo stipendio di ben 60.000 euro ed oltre.

Encomiabile, empatico, simpatico, il Nonno di tutti.

Quindi complimenti Presidente per il bel gesto.

Ma era questo che serviva?

A parte lo chapeau per il gesto, ma non ci sentiamo di aggiungere altro.

Forse era più utile scrivere una bella lettera aperta a tutto il parlamento per una sincera e concreta riduzione dei costi del paese, o Lei PRESIDENTE PENSA CHE IL SUO GESTO MUOVA AD UNA EMULAZIONE COLLETTIVA? (magari, ce lo auguriamo, ma sappiamo che non sarà così).

In un momento dove i costi dei carburanti sono impazziti, benzina e metano oltre i due euro, diesel oltre 1,5 euro, gpl sopra 1 euro,  costi dell’energia duplicati, secondo Lei Presidente quanto riusciremo a campare?

Se i costi dei trasporti incidono dal 25% al 50% sui costi della merce, Lei capisce che nel breve tutto aumenterà della stessa percentuale, e come potremo continuare a campare?

“…e ma c’è la guerra…” mi dirà Lei, vero ma stranamente i costi dei carburanti sono aumentati mesi prima della guerra, quindi cosa dobbiamo pensare, che è in atto una manovra, mossa dalla finanza mondiale, che si preparava ad un cambio geopolitico già prima della guerra e che ora utilizza la guerra per giustificare un ulteriore spostamento delle ricchezze mondiali?

E poi, caro Presidente, gli Italiani erano già poveri prima, da anni ormai la soglia della povertà nel nostro paese si è alzata drammaticamente, e, francamente, nulla è stato fatto per arginare questo fenomeno, ma proprio nulla.

Anzi sono lievitate le spese, sono alzati i prezzi, non c’è una misura calmierante, non ci sono interventi statali, ma davvero volete portare questo paese ad una rivolta sociale?

Sono stati buttati via milioni di euro per misure anticovid inutili, inutile parlarne ancora, ma è successo, sono state assunte migliaia di persone senza criterio, non viene messo in atto alcun piano di mantenimento del livello dei costi base che possa garantire alle famiglie un livello di spesa in linea con il reddito percepito, ma davvero volete portare anche in Italia una guerra sociale?

Fate qualcosa di urgente, signor Presidente, perché temo ci stiamo arrivando.

 

 

 




DOSSIER UKRAINA 4 / LA FINE DI UN MONDO

 

  La mole di notizie provenienti dal teatro bellico ucraino, è certamente tale da suscitare sconcerto, ansia, preoccupazione, paura: ma, una volta preso atto, fin dalle prime ore, che notizie, traduzioni, immagini e filmati erano ‘taroccati’ a esclusivo danno dei ‘cattivoni’, a essere fortemente alimentata è la sfiducia tanto nell’informazione (divenuta una capillare ‘disinformazione’: vera e propria ‘arma’)  che nella politica e nei comportamenti di quanti, a vario titolo, siano parte attiva in tale particolare contesto.

Impossibile, al riguardo, non notare in molti soggetti una assoluta carenza di quelle caratteristiche oggettive che dovrebbero consentire di ricoprire ruoli e cariche molto importanti: parole sguaiate, minacce, ingiurie, fioccano in modo talmente indecoroso da rimbalzare poco dignitosamente su tutto il popolo italiano.

          Mi permetto di dire che in molti non hanno ancora chiaro il senso, il significato pratico e la profondità  di talune decisioni assunte autonomamente (e c’è chi dice arbitrariamente) dall’esecutivo: ma è chiaro che mano a mano che si comprende quali possano essere le conseguenze pratiche di tali decisioni e dei danni che fin da subito arrecano soprattutto alla già stremata economia italiana, la gente prende le distanze.

Anche sostenendo che se c’è chi ha deciso un qualcosa di tanto grave in modo tanto affrettato, possa averlo fatto non interpretando l’autentico sentire dei cittadini: cittadini frastornati  proprio da una comunicazione unidirezionale, equivoca e troppo spesso falsata quando non del tutto falsa.

          Forte è in ogni caso il comune desiderio di PACE, pur se espresso talora in modo pittoresco quanto chiaramente ‘spintaneo’ ovvero ‘pre-organizzato’ e persino ‘ispirato’ da chi sappia ben gestire la mobilitazione delle masse: dalle proteste per il cambiamento climatico a quello per le questioni di genere, per un qualche diritto di una minoranza, per la fame, per la sete, ecc.ecc. 

Ma la pressione dell’opinione pubblica deve fare comprendere a chi governa, coinvolgendo attraverso il dibattito parlamentare tutta la popolazione in decisioni e azioni forti, che la vera PACE, non può essere la ‘mia’ o la ‘tua’: deve essere un comune intendimento, una comune decisione ricercata con tutte le forze, scaturita da una ritrovata, comune, volontà di deporre le armi e di ritrovare un equilibrio oggi smarrito; attorno a questo deve essere fervido il lavoro della Diplomazia (quella con la D maiuscola, non quella praticata da soggetti impreparati e ignoranti in materia, specie se sono dei parvenu senza titolo ed esperienza).

Sicuramente, la complessa situazione sviluppatasi e le conseguenze che ne potranno scaturire a tutti i livelli, potrebbero forse avvicinarci alla fine di parte dell’umanità, ma certamente segneranno la ‘fine di un mondo’.

Portandoci in prospettiva verso una nuova Yalta, che tenga conto dei mutati equilibri del mondo.

La follia è in agguato, certo: ma spesso il mantello del pacifismo copre comodamente chi è  incapace di altre e ben più importanti azioni concrete, specie a favore di un popolo: non volendosi né potendosi comunque escludere l’ipotesi del soddisfacimento di ego smisurati.

          Il cronista, cioè colui che offre al Lettore la ‘cronaca’ delle notizie, descrive queste seguendo lo scandire, lo scorrere di tempi ed eventi, Chronos, era anche la divinità che presiedeva allo scorrere del Tempo, offrendo spunti ma lasciando proprio al Lettore la sintesi e quindi il proprio libero convincimento.        

Niente ‘scorrettezze’, niente suggestioni, niente ‘pappa pronta’ da mandar giù senza pensare, ma solo la descrizione dei fatti con qualche commento di contorno.

Ecco, siamo a un punto dove, rispettando la cronaca e il susseguirsi degli eventi, per dovere di completezza occorrerebbe esprimere non solo dati, ma nomi e cognomi, fatti e misfatti di ciascun soggetto, di ciascuna parte interessata.

Sì, direte voi, vero é che, come recita un ormai antico adagio, ‘la politica è sporca’; ma se io per primo dovessi ‘suggerire’, ciò mi susciterebbe la sensazione di non essere più ‘cronista’ ma ‘commentatore’ forsanche propendendo per una tesi o per l’altra.

Motivo per cui, accesi i riflettori sui vari punti del palcoscenico ove pullulano le comparse e pochissimi sono i veri protagonisti (ma forse unica è la regìa… quantomeno dei puppets),   è utile che si sedimenti il tutto, per riflettere individualmente quanto profondamente.

Tutti dobbiamo riflettere: specialmente in Italia, seduti su un arsenale di bombe atomiche, sede di strutture militari USA e NATO di elevatissimo profilo, sensibilità e potenziale distruttivo.

Ed è bene sottolinearlo con forza: perché per noi l’aria di guerra è già in casa, piuttosto che non altrove, siamo già sulla brace, e noi Popolo Italiano forse neanche ce ne rendiamo conto, indotti come siamo a giocare alle ‘tifoserie’, ai nuovi ‘guelfi e ghibellini’ del XXI° secolo, senza guardare oltre la punta del naso, circuìti e manipolati da chi ci somministra fake, sollecitando la nostra condivisione e quindi complicità diretta o indiretta.

In sintesi: la solita storia del ‘pifferraio magico’ già sperimentata recentemente in fase pandemica.

Quando sento parlare di PACE, ne sono felice perché anch’io ambisco che questo traguardo venga raggiunto con immediatezza, magari insieme a quello del DISARMO TOTALE: ma non per questo mi bendo gli occhi o acconsento a farmeli bendare da qualche furbone che suona la grancassa per conto terzi e mi suggerisce cosa devo pensare.

Ai miei amici pacifisti dico: giusto, generoso ed encomiabile impulso, il vostro.

Ma il dato certo è che dall’Italia inviamo armi, non fiori. Che abbiamo impegnato uomini, mezzi di terra e aerei da caccia e ricognizione armata.

Che, soli in Europa e nel mondo, abbiamo dichiarato uno stato d’emergenza straordinario (dichiaratamente di natura bellica, pur se distiamo in linea d’aria 2390 km da tale confine) che neanche i Paesi strettamente confinanti con l’Ukraina hanno dichiarato (leggasi: Russia, Bielorussia, Romania, Moldavia, Ungheria, Slovacchia e Polonia).

Che contribuiamo attivamente alla circolazione di fake-news  solo a danno della Russia, nulla citando delle altrui porcherie.

Che abbiamo aderito a misure sanzionatorie avverso OGNI cittadino/attività russa: discriminando brutalmente e ingiustificatamente, persino perseguitando (uno studente russo che studi in Italia, perché dovrebbe essere costretto a lasciare gli studi?

Un artista russo, uno scrittore, un poeta, un idraulico o un falegname di nazionalità russa che si trovi in Italia, dovrebbe andarsene e cessare la propria attività qui, salvo il rinnegare pubblicamente il presidente che governa pro-tempore la propria nazione d’origine?): una misura che riconduce direttamente al più feroce nazismo quando assunse le misure di sequestro e poi confisca dei beni degli ebrei!

Che apertamente svolgiamo attività di sobillazione del popolo russo, istigandolo all’insurrezione, al colpo di stato, verso un leader che viene definito di volta in volta nei modi meno pregevoli.

Che agevoliamo, contravvenendo a ogni norma internazionale (ma non siamo i soli: siamo in buona, pessima, compagnia) il reclutamento di ‘volontari’ (più agevolmente, potremmo definirli ‘mercenari’?) che raggiungano le truppe ucraine e particolarmente i reparti palesatisi come nazisti in tale esercito, poco benemerita élite combattente: quella che si nasconde nelle case, mescolandosi ai civili e facendone scudi umani, o quella che spinge i giovani al suicidio non all’eroismo, sui tetti dei palazzi per gettare molotov al passaggio dei convogli russi, così sollecitandone la reazione russa.

Chi vuole il massacro dei civili? Zelensky che urla ‘morte a chi scappa’?

La soldataglia che minaccia chi tenta di opporsi?

Chi si è mescolato, facendosene scudo, alle donne e ai bambini facendo fallire l’apertura di ‘corridoi umanitari’? Chi ha tirato missili alla centrale atomica tentando di provocare danni e fuoriuscita di materiale radioattivo?

Al riguardo, i russi non avevano bisogno di arrivare sotto i fabbricati del complesso, per creare danni: se fosse stato questo il loro obiettivo, in sicurezza e da lontano avrebbero lanciato qualche salva di missili…

Quindi: non prendeteci in giro, non siamo stupidi. 

Chi sta alimentando e forsanche esasperando  la reazione a catena è proprio qui in Europa,  anche qui da noi in Italia, anche con queste sanzioni che non sia sa quanto legali possano essere: ci pensate se domattina la Russia – e, perché no?  anche i Paesi suoi alleati, espellesse come indesiderati tutti gli italiani, i francesi, gli inglesi, gli olandesi, i tedeschi, i belgi, e quant’altro, dal suo territorio? Sicuramente, da occidente si alzerebbe un OHHHHHH! di (finto e strumentale) stupore, come quello dipinto sul viso del pastorello davanti alla Sacra Grotta: alimentando gli insulti verso il ‘cattivone’ di turno, sempre più ‘cattivone’.

Atteggiamenti ingiuriosi peraltro espressi a gran voce in questi giorni da nani, ballerine e trapezisti del Gran Circo dell’Opportunismo, oltre che da politici in attività di governo: per primo il gerente del ministero degli esteri.

      Tutto giusto, tutto perfetto: gridiamo PACE a gran voce, accendiamo candele, suoniamo campane e quant’altro, facciamo manifestazioni: ma anche chi manifesta, e chi dirige tali eventi, dovrebbe protestare contro TUTTE le guerre e a favore di TUTTE le vittime, piuttosto che non solo di alcune che ‘fanno comodo’.

Eh si! Perché questi gran ‘distratti’ continuano a non menzionare né onorare gli oltre 15.000 ucraini (ripeto: ucraini) crudelmente uccisi negli ultimi 8 anni nel Dombass da altri ucraini.

O quelle centinaia crudelmente sterminate a Odessa col fuoco e con le armi: sempre ucraini, ma dalla parte sbagliata dei mitragliatori, poiché uccisi da altri ucraini, quelli che oggi si battono il petto parlando di diritti, di libertà e di democrazia, inneggiando a uno strano leader!

Urgono – da parte di tutti – atteggiamenti responsabili che depotenzino l’attuale situazione, non che gettino benzina sul fuoco.

Tutti dovremmo fare qualcosa, una qualche azione concreta che faccia capire quanto stanca possa essere la gente, schiacciata dal terrore mediatico, dalle false notizie, ma anche dal pericolo e dal bisogno: mentre facciamo ‘i generosi’ mandando denaro e armi, spalancandoci all’accoglienza (ma si sa già che insieme ai profughi ucraini si sono mescolati pakistani, indiani e altri, e forse anche degli estremisti/integralisti in fuga), sembriamo dimenticare i ca. 10.000.000 di Italiani in povertà, come pure  quelli che non hanno più lavoro, nonché quelli ‘costretti’ di fatto a non lavorare subendo il ricatto sanitario.

          In ogni caso, tranquilli: l’Italia ha già perso. Saremo economicamente il paese più distrutto: in primis dal salasso finanziario che certe posizioni assunte arrecherà; dal turismo russo che, per grande simpatia nei nostri confronti, non riprenderà mai più come prima (gli ‘orsi’ non dimenticano!); dall’interscambio commerciale, con tutti i nostri crediti, bloccato sine die ; dai costi energetici, destinati a salire in un’altalena fuori dal nostro controllo.

Pensate, il piccolo Stato di Cipro, aderendo malvolentieri alle sanzioni, ha dichiarato: l’80% del nostro PIL deriva dal turismo, l’80% del nostro turismo è costituito da cittadini russi in vacanza, che danno! 

Ma il discorso per l’Italia è ancor più particolare: non sono state assunte misure di tutela e salvaguardia del risparmio, non è stata presa alcuna misura per calmierare il brusco e per ora inarrestabile aumento dei prezzi dei generi alimentari, anche di prima necessità (aumenti tra il 30 e il 50% negli ultimi 6 mesi), la scuola è a pezzi (nonostante l’abnegazione di molti docenti: troppo pochi, però, per  incidere sullo sfascio in corso). 

          Continuerò a seguire le vicende con degli spunti, con dei flashes sintetici che Betapress potrà riprendere, così da aiutare chi legge ad avere un punto di riferimento certo, basato su dati altrettanto certi: preso atto, ancora una volta, che quelli proposti da TV e carta stampata sono quel che tutti sanno, ossia poco affidabili.

          Parlare, solo parlare, di quel che avviene, senza che chi per ciò deputato trovi il giusto senso, la giusta misura, la giusta via, non ha senso…

Ma la nostra mèta è e continua a essere solo la PACE, ricordando che ‘nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra’.

          Fino a che tutto non si ridimensionerà, dovremo vivere tutti alla giornata: non potendo programmare un futuro degno di essere vissuto, ma con  un arco di previsione solo di una manciata di ore.    

E questo, non é vivere: bensì sopravvivere alla quotidianità.

          E non credo che sia la nostra massima aspirazione: per noi stessi, per i nostri figli, per chi verrà.

 

Giuseppe Bellantonio




DOSSIER UKRAINA 3 / PUPPETS

 

La tragedia delle attività belliche tra Russia e Ukraina, lo spargimento di sangue dall’una e dall’altra parte, il dramma delle popolazioni comunque coinvolte, esigono interventi risolutori immediati: richiedono una convocazione permanente in sede ONU, una tregua garantita dalla contestuale interposizione di un cordone di caschi blu, l’apertura  a oltranza di un tavolo di trattative. Solo la diplomazia e le mediazioni possono imporre a ogni parte in causa di riflettere e ragionare senza esasperazioni, decidendo per il bene dei loro popoli: in termini di vite e in termini economici, partendo dalla certezza che nessuno è al sicuro rispetto ad altri.

Se si imbocca la strada del ‘volere la ragione a tutti i costi’, si imbocca la strada della strage, dell’olocausto dell’umanità sull’altare dell’atomo.

Parto da una considerazione spiccia: non esistono buoni e cattivi, perchè quando si impugnano le armi – anche per reazione a un torto, anche quando si è esasperati da angherie e soprusi – il torto ricade su tutte le parti non solo protagoniste, ma anche coinvolte a vario titolo in strane evoluzioni ma da considerare  belligeranti anch’esse.

Il sottile distinguo tra ‘rifornire di armi portandole e consegnandole nel territorio che intendo favorire ‘ e  ‘rifornire di armi portandole a poca distanza dal territorio che intendo favorire e aspettare che i destinatari le vengano a prendere’, può meritare lunghe e improduttive disquisizioni dialettiche e filosofiche ma nella pratica pone il soggetto che rifornisce di armi nella condizione di essere ‘partner ovvero alleato strategico’ di chi le armi le riceva e utilizzi.

Un po’ la stessa differenza che può passare tra un soggetto colpito da un proiettile sparatogli direttamente e la giustificazione tanto di chi ha fornito l’arma e il proiettile (non sono responsabile dell’utilizzo), come dello sparatore (ho sparato a casaccio, senza mirare e poi non c’era nessuno… il tizio correva e sfortunatamente si è scontrato col proiettile…  quanto sono dispiaciuto!).

Ma le guerre sono anche e soprattutto questo: falsità, ipocrisie, tradimenti.

Nutriamoci di informazioni certe, quindi: poiché mai come in questi ultimi tempi è stata l’informazione a essere ‘buona’ o ‘cattiva’, determinando le condizioni per un vero e proprio ‘ lavaggio del cervello’; ora sanitario, ora bellico, ora energetico, ora alimentare, sostenuto dai vari ‘santoni’ capaci di prevedere epidemie, crolli di borsa, carestie, guerre…

Provate a prendere una matita e unite i tanti puntini di cui potete disporre: vedrete che ne uscirà proprio un bel disegno! Esaminiamo alcuni dei ‘puntini’.

Fatto: una NATO inadempiente e palesemente ‘aggressiva’ nell’atteggiamento, più o meno spinta dagli USA ma comunque con la consapevolezza delle parti interessate, si è espansa tanto da arrivare ai confini della Russia, piazzando risorse militari strategiche.

Pare che in Polonia si stessero per piazzare armamenti nucleari: al che non deve né può sembrare strano che la Bielorussia – percependo una minaccia ai propri confini – chieda a gran voce (ma sembrano tutti improvvisamente sordi…) che tali apparati non vengano collocati, minacciando, in caso contrario, di chiedere alla Russia di essere essa stessa munita di testate nucleari. Ma questo dispiegamento di missili ai propri confini, nonostante che la Russia protesti da tempo, non ha visto nessuna mobilitazione di ‘pacifisti’, né alcuna concreta presa in considerazione da parte dei governi Europei membri della NATO.

Fatto: se è sostenibile che il processo di avvicinamento ucraino alla UE era già iniziato da tempo, è altrettanto vero che non si era affatto sostanzializzato.

Fatto: pur avendo i nuovi governanti ukraini post-2014 cambiato ad hoc la costituzione, prevedendo anche la possibile ed eventuale adesione alla NATO, l’Ukraina né aveva aderito, né era stata accettata, né aveva avviato le procedure di adesione.

Ma forse casualmente sul suo territorio da tempo convergevano armi, consiglieri, istruttori militari e risorse finanziarie.

Fatto: in territorio ukraino – nel Donbas ove insiste una numerosa minoranza russofona e che da sempre si riferisce alla ‘Madre Russia’ – dal 2014 è stata attuata da forze regolari ukraine unite a squadroni palesemente nazisti, una feroce e sanguinosa pulizia etnica, con almeno 15.000 morti.

Giustiziati e gettati in fosse comuni. Nonostante la documentata protesta Russa in sede internazionale e all’ONU, nulla si è mosso, nulla è stato fatto, nessuno ha condiviso.

Questi morti, questi ucraini a tutti gli effetti, non ‘facevano comodo’ ad alcuno, a occidente.

Fatto: la Germania ha deciso di stanziare 100 miliardi di Euro destinandoli di fatto a qualificare il proprio apparato militare: leggasi, al proprio pericoloso riarmo.

Non dimentichiamo quanto gli alleati, e Churchill per primo, temessero la pericolosa ciclicità del riarmo tedesco, sempre coincidente con mire espansionistiche e foriero di conseguenti conflitti.

Fatto: a tutta velocità, fermo restando che l’Ukraina non è nella NATO, l’Inghilterra garantisce loro sostegno militare e mezzi; il Belgio mitragliatrici e 3800 tonn. di carburante a uso militare; la Germania 1000 cannoni anticarro e 500 missili Stinger che (il gioco dei quattro cantoni…) non consegnerà direttamente ma farà pervenire tramite le Repubbliche Baltiche; l’Olanda armi e più 200 missili Stinger (terra-aria); per la NATO, Blinken ha complessivamente messo a disposizione più di 600 milioni di ‘aiuti militari’; la UE rifornirà anche di jet militari l’Ucraina, e – purtroppo – le parole dure di Ursula Von Der Leyen, prima, e di Borrell, poi, sono  di fatto interpretabili come una sorta di dichiarazione di guerra alla Russia; la Svezia 5000 armi anticarro; l’Italia più di 200 milioni di Euro di ‘aiuti’, altri sette aerei (in Romania) e 3400 militari da schierare in ambito NATO, saranno poi spediti in Ukraina materiali ‘non letali’ quali elmetti, giubbotti antiproiettile e rilevatori di ordigni. Già proprio l’Italia: economicamente e finanziariamente stremata, sul baratro del default, dove la gente muore per mancanza di cure, dove dieci milioni di persone sono in miseria o alle soglie di essa, dove le attività produttive si fermano o chiudono definitivamente, dove manca il lavoro e chi ce l’ha è obbligato a subire coercizioni per non perderlo, dove la Costituzione è discussa e interpretata ma non applicata , ecc.

Fatto: ci sono governi che non si oppongono, e persino sollecitano pubblicamente, la formazione di nuclei di ‘volontari’ (o mercenari?) che possano essere invogliati ad andare a combattere pro-ucraina. Tutti fatti che possono essere interpretati come un palese fiancheggiamento e quindi una discesa in campo di fatto, al di là di sofismi e giochi di parole.

Fatto: in Ukraina, il governo di Kiev – specie nel Donbass – ha operato a lungo con il battaglione Azov. Nazista nella forma e nella pessima sostanza. Persino nei campi di addestramento, dove confluivano persino bambini: addestrati all’uso delle armi, anche contro i loro coetanei.

Fatto: da occidente solo ingiurie e minacce, verso Putin e la Russia (prima, durante e dopo l’inizio delle ostilità) ma, salvo una passerella inutile e infruttuosa di personaggi, non vi è stato alcun concreto tentativo diplomatico, nonostante la disponibilità espressa da Mosca.

Sottovalutazione, errore o arroganza? Fatto sta che, la propaganda (giornali, politici, apparati di governo) di un gran numero di paesi attacca all’unisono la Russia e Putin in primis, con uno strano stravolgimento dei ruoli:  gli antimperialisti di ieri, si sono convertiti diventando ‘stranamente’ pacifisti, i pacifisti si trovano invece in uno scomodo ruolo stentando a prendere una forte posizione per contrastare le tante, troppe, bugie dette con solennità per accreditare la posizione di chi sembra spingerci con forza verso lo spaventoso baratro di una devastante guerra totale.

Fatto: l’Italia è da qualche tempo l’improprio terreno dove si svolgono sperimentazioni: sanitarie, sociali e ora politiche, imponendo nuovi modelli e soprattutto nuovi paradigmi,  declinando i quali tutto è ribaltato. Così come ci hanno martellato con ‘niente sarà più come prima’, anche in questo contesto recitano lo stesso mantra ‘niente sarà come prima’.

Personalmente, mi colpisce un sistema parlamentare dove fioccano applausi a scena aperta, che neanche alle prime teatrali è dato vedere. Sembra che il dubbio non sfiori alcuno; sembra che nessuno abbia davanti agli occhi scenari di orrore, devastazione,  sangue e miseria.

Quando non quello di un soffio caldo imprevisto e improvviso che tutto può incenerire in pochi attimi.

O ne sono consapevoli e applaudono in preda a una strana gioia interiore?

 

A me, purtroppo, ha portato alla mente la triste fase fascista in Italia, dove la folla plaudente a Piazza Venezia, ricca di claquers, sotto lo storico balcone, chiedeva a gran voce: guerra! Guerra! E gli stupidi, entusiasti, applaudivano: salvo poi, all’arrivo delle prime bombe, prendersela con il ‘cattivone’ di turno: ricordate i corsi e ricorsi storici, cari a Giambattista Vivo.

La storia si ripete, nella sua ciclicità gli eventi si ripetono: specie quelli più tragici.  I cittadini riusciranno a interrogarsi senza andare ogni volta dietro il pifferaio magico di turno?

Da notare la sottigliezza (o pura ipocrisia?) nell’indicare che si forniscono le armi a fini difensivi o che il materiale è ‘non letale’: sempre della serie, mettiamo dei fiori nei vostri cannoni…

Ergo, verso l’Ukraina partono vagonate di fiori: che non sia sa che strade potranno poi prendere, forsanche quelle del terrorismo internazionale. Cosa già accaduta in altri contesti.

Circa l’Art. 11 della Costituzione Italiana, sottolineiamo che vi é espresso a chiarissime lettere che l’Italia ‘ripudia la guerra’. Così come la ripudiava anche nel 1999, quando il governo D’Alema (con Mattarella ministro della Difesa) inviò i nostri aerei a bombardare Belgrado: martoriata per 60 giorni dall’alto. In barba alla Costituzione Italiana, al Diritto Internazionale, alle norme dell’ONU: ma forse vi fu un equivoco, e anche allora erano fiori.

Missioni di soccorso, di pace, umanitarie, di aiuto alimentare, sono cosa ben diversa dai rifornimenti di armi e la mobilitazione di uomini e mezzi con la dichiarazione di uno stato emergenziale.

Il giorno in cui le armi iniziarono a tuonare, mi chiesi: ma che strano comportamento, da ovest… che ci sia sotto qualcosa, che ci sia un qualche progetto segreto che Putin ha forse smascherato, anticipandolo? Il quesito è rimasto nell’aria, senza risposta.

Ma stamani, qualcuno che inizia a riflettere ad alta voce, ha espresso due considerazioni: 1) che  l’alleanza si possa essere malignamente trasformata, divenendo rete di complicità, e forse di quelle stesse che hanno imposto e gestito ‘pandemia e dintorni’; 2) che la canéa scatenata contro il ‘cattivo’ di turno, colpevole di ogni spregevolezza, assomiglia e molto al modus agendi posto in essere contro Gheddafi e contro Saddam, defenestrati e uccisi per poi sostituirli (e neanche quello…) con qualche altra marionetta.

Mi permetto di invitare tutti a recuperare, e quindi leggere con attenzione, la recente intervista con il Prof. Antonio Martino – persona colta, preparata e onesta, profondo conoscitore di politica estera – leggetene e non finirete di stupirvi.

Così come vale proprio la pena di leggere l’articolo a firma della scrittrice, giornalista ed ex-deputata Barbara Spinelli, pubblicato su «Il Fatto Quotidiano», dal titolo «Una guerra nata dalle troppe bugie». Analisi oggettiva e precisa, senza fare sconti ad alcuno, che i ‘pacifisti di oggi’ hanno definito a vanvera «filo-russa». Nell’articolo, che di certo non risparmia neanche Putin, senza timori reverenziali ‘…il dito… puntato contro gli Stati Uniti e l’Unione Europea che non è riuscita a prevenire l’aggressione russa in Ucraina, anche se Vladimir Putin aveva già mostrato tutti i sintomi di un’insofferenza evidentemente sottovalutata…’.

Ecco, fatevi liberamente le vostre idee senza cedere alle altrui suggestioni, in ciò rifacendovi proprio a Giordano Bruno, testimone e simbolo del libero pensiero  “Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo”.

 

Giuseppe Bellantonio

 

 

 

 

 

 




Domanda: cosa è democrazia?

Ci viene un dubbio, ma viviamo in una democrazia?

La democrazia è quella forma di governo dove la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo, generalmente identificato come l’insieme dei cittadini che ricorrono in generale a strumenti di consultazione popolare; la sovranità può anche essere esercitata incrociando i due sistemi. Il popolo che esercita questa sovranità ha diritti politici, perché appunto è “demos”.

Quindi direttamente od indirettamente Noi dovremmo esercitare il diritto di decidere non solo chi ci governa, ma anche come.

Fino a qui sembrerebbe tutto giusto, ma iniziamo a vedere alcune piccole incongruenze: per esempio quanto è democratico un sistema che non ricorre al voto dei cittadini per scegliere i suoi leader?

quanto è democratico un sistema che costruisce gabbie obbligatorie perché il cittadino possa esercitare il suo ruolo di servitore del popolo?

quanto è democratico un sistema che non garantisce la libera partecipazione dei cittadini alla scelta politica?

Ma soprattutto, quando può ritenersi democratico un paese i cui cittadini sono talmente schifati dalla propria classe politica da non andare a votare?

Ed ancora: ma quanto può essere democratico un sistema che davanti ad uno sconsiderato aumento dei costi tranquillizza i suoi cittadini dicendo che rateizzerà le bollette maggiorate o che pubblicamente si compiace dei maggiori incassi dell’iva sui carburanti?

Questa non è democrazia, ma evidentemente non ce ne accorgiamo e pensiamo di essere a posto così, tanto non si riesce a farci niente …

In pratica non viviamo in un paese democratico ma partitico, dove la volontà non è quella dei cittadini, ma dei partiti.

L’art. 49 della Costituzione Italiana dice che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.

Partito, Cittadino, ci si chiede ma non è la stessa cosa?

Ovviamente no, certo che no, i partiti non inseguono il bene del popolo, ma per loro definizione stessa seguono il loro.

Ed il loro bene non rappresenta il popolo e nemmeno frange di esso, ma ormai rappresenta un potere maggiore dei partiti stessi, fuori dai confini nazionali, un potere che è detenuto da un’oligarchia intoccabile e sovranazionale.

Andate indietro a memoria, quanti primi ministri negli ultimi dieci anni sono stati eletti dal popolo?

E soprattutto quante volte abbiamo sentito dire che la persona scelta era gradita ai mercati finanziari?

Ma senza andare troppo indietro, chi abbiamo trovato o meglio, hanno trovato, i nostri politici da mettere come presidente della repubblica?

Questo ha una sola spiegazione ovvero i partiti non sono più in grado di esprimere le professionalità necessarie per guidare il paese, non hanno più la credibilità necessaria per esistere nel panorama internazionale, non sono in grado di interpretare il senso del paese.

E questo è anche sostenuto dai vari sondaggi che ci dicono che gli italiani mettono all’ultimo posto i partiti quali istituzioni credibili.

Ma allora oggi, che tutto sta andando verso una crisi inflazionistica senza precedenti che provocherà una deflagrazione spaventosa sul potere di acquisto delle famiglie, come faremo s mantenere unito il paese se chi lo dovrebbe fare non ha più ne la credibilità necessaria ma nemmeno lo standing necessario?

Come fare se oggi nessuna generazione ha a cuore il valore patrio della comunità? se nessuno sente di dover vivere da italiano?

Ma soprattutto come fare se non abbiamo dato ai giovani la possibilità di credere in un sistema di valori chiamato patria, ma li abbiamo riempiti di qualunquismo e furbetteria, che alla fine faranno un danno impensabile ad oggi.

Siamo ancora in tempo per far capire a tutto il popolo italiano che oggi contano i valori, conta il modo di essere nazione che forse dovremmo ri-scoprire dal nostro passato.

Visto tutto quello che sta succedendo quanti di voi oggi hanno pensato che probabilmente dovremo rimetterci in casa galline e conigli??

Io credo che probabilmente oggi dovremmo rimetterci in casa quel senso di Italia  che ci ha sempre fatto ammirare da tutto il mondo.

 




Dossier Ukraina II: FYEO

DOSSIER UKRAINA 2

La citazione di Shakespeare appare molto evocativa e appropriata in questo particolare    momento storico: da oltre due anni siamo alle prese con situazioni, intorno alle quali si muovono le ombre fosche di soggetti perfido che muovono e stringono alleanze dai contenuti crudeli e inumani.

Una tela di ragno incessante, equivoca, asfissiante e alfine mortale.

Così come crudele e inumano, persino criminale e belluino,  è lasciar morire la gente senza offrire cure appropriate, o indurla al suicidio privandola del lavoro o riducendola in miseria o sottraendo loro la casa e persino i figli. Ancor più mostruosa e spietata è la guerra: tanto per chi la concepisce, per chi la istiga, che per chi la attua fosse anche al fine di difendersi ovvero prevenire un attacco.

In ogni caso, a subirla ed a subirne le conseguenze sono sempre degli Esseri Umani: civili o militari che siano, torto o ragione che possano avere i loro governanti.

Ritengo opportuno puntare un riflettore su ciò cui abbiamo assistito in questi ultimi giorni: un via vai di rappresentanti di governo che, seriosi, rilasciavano dichiarazioni di tutti i tipi.

Ma per chi sa leggere sui visi e negli sguardi, nei movimenti, è stato agevole percepire tanto la preoccupazione quanto la menzogna, il migliore interesse quanto il disinteresse originato da una certa routine, che si palesa quando già si è capito che al momento non c’è molto da fare per evitare una qualche catastrofe.

Ma, nell’accavallarsi frenetico delle informazioni, quella che ha fatto spicco è la materiale impreparazione e incompetenza che caratterizza determinati  soggetti: tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale non trascorse molto tempo, e ci fu il tempo e il modo di preparare una classe politica capace, poggiata su un substrato sociale abbastanza colto e preparato.

Oggi ci troviamo alle prese con soggetti che trasudano ignoranza (nel senso letterale del termine, ovviamente) e la cui incompetenza attrae gli strali di critiche anche caustiche e sarcastiche.

Soggetti dai quali non c’é alcunché di buona da attendersi, salvo l’alimentare un incessante, vuoto, blaterare.

Cosa sta accadendo? La Russia continua a sottolineare i motivi della sua azione, mentre il resistente governo ukraino si sforza di mantenere il punto, strillando forte ‘all’orso, all’orso’ e sollecitando l’aiuto di compari e complici: veri o presunti che siano.

Limitiamoci quindi ai fatti, non senza aver sottolineato con forza come purtroppo il mainstream, l’informazione pilotata e aprioristicamente schierata, faccia di tutto per far passare notizieoni e immagini non corrette, spesso false.

E questo fa sorgere dubbi, molti dubbi, perché ormai la gente – dopo la martellante campagna di terrore e disinformazione sanitaria – ha aperto gli occhi, e attinge informazioni dove e come può: scoprendo ad esempio che le immagini di  una fortissima esplosione notturna con chissà quante vittime civili non è avvenuta sul teatro di guerra in Ukraina, bensì a Gaza nel 2021; o che il mezzo cingolato che ha deliberatamente colpito una vettura in transito non era russo, bensì ukraino e con ai comandi un militare piuttosto ubriaco; o che la popolazione della città di Marinpol è in ostaggio di forze ukraine riferibili al battaglione nazista ‘Azov’, che con l’uso delle armi stanno impedendo ai civili di mettersi in salvo.

Le reazioni dell’Europa, e purtroppo anche il linguaggio adoperato, sono di chi ‘é già‘ in contrapposizione miliare con Mosca, facendo sorgere il forte dubbio che non si stia affrontando una situazione determinatasi improvvisamente, ma che vi possa essere il substrato di una pianificazione pregressa.

Militari e mezzi con armamento pesante schierati lungo tutti i confini orientali dell’Europa, armi e denaro spediti (ma sarebbe più corretto dire: si continua a inviarne) in gran quantità verso l’Ukraina per ‘resistere’, o perché ‘non cada’: perché se cadesse, i bei progetti di molte belle teste naufragherebbero.

Ci troviamo quindi di fronte a una ‘invasione’ russa, a una missione di peace-keeping o un’azione di liberazione?

Dalle dichiarazioni dei responsabili di Mosca, dalle immagini filtrate, sembrerebbe essere stata decisamente intrapresa un’azione di vero e proprio ‘risanamento’, una sorta di giustificata ‘bonifica’ manu militari.

Dalle notizie in rete, con un po’ di pazienza, si ricava che in almeno 25 laboratori esterni gli USA ‘sperimentano’ armi biologiche: in Medio Oriente come del Sud Est Asiatico, in Africa e – udite udite – anche in Georgia e Ukraina!

Quindi, noi poveri mortali scopriamo oggi apertis verbis che la NATO non ha solo progredito la sua illecita espansione verso Est, in barba a ogni intesa o protocollo con Mosca, così superando la linea dell’Elba, non solo ha piazzato un muro di missili ai confini (150 km. da San Pietroburgo e ca. 350 da Mosca) riducendo drasticamente i tempi di reazione russi a fronte di un possibile first-strike USA/NATO, ma ha anche ridotto e di molto il tempo di volo di un missile che possa colpire la Cina.

Ma noi comuni cittadini scopriamo anche che gli USA hanno direttamente piazzato nella sola Ukraina anche una dozzina di ‘centri di ricerca’ per armi biologiche: una ulteriore minaccia che evidentemente per i russi si era ormai fatta preoccupante e intollerabile.

Già il mondo è tuttora alle prese con le sequele di un coronavirus forse ingegnerizzato e forse fin troppo studiato nella diabolica fucina di Wuhan, motivo per cui la Russia non vuole assolutamente correre il rischio che da uno di questa dozzina di centri (altrettanto diabolici) a ridosso dei suoi confini un qualche inopportuno venticello possa trasportare sostanze altamente pericolose verso il suo territorio, contro l’incolumità stessa del popolo russo.

E non solo di quello.

Questo marasma ha certamente un’origine, anzi più di una: ha almeno cinque elementi che si sono sovrapposti nel tempo e incancreniti, circa i quali è mancata la buona volontà della soluzione non dico ‘bonaria’ quanto ‘diplomatica’: l’unica percorribile, quando non si vuole perseguire la via luttuosa e sanguinosa della vendetta.

La Russia ha mobilitato da tempo, documenti alla mano, le Cancellerie Occidentali e la stessa ONU, per le continue stragi verificatesi nel complesso del Donbass per mano di truppe (o elementi ìparalleli’, comunque con l’avallo di Kiev) che hanno portano in poco più di sette anni alla morte di almeno 15.000 inermi civili, uccisi o in rapide incursioni o in massa e poi seppelliti in fosse comuni.

Dati reali: anzi, calcolando la gente che mano a mano è mancata all’appello di familiari e amici, si ritiene che il numero dei ‘giustiziati e sepolti senza lasciare tracce’ potrebbe essere prossimo alle 20.000 unità. Contesto nel quale pare abbiano avuto un ruolo determinante quelle formazioni militari ucraine dichiaratamente e inequivocabilmente naziste, che oggi i russi intendono eliminare materialmente.

Uno strano incrociarsi di corsi e ricorsi storici: non dobbiamo infatti dimenticare che nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, l’Ukraina ‘simpatizzava’ molto con la dittatura nazista di Hitler.

        Lo sterminio per mano ucraina nel Donbass, è un oltraggio all’umanità intera: una pulizia etnica dai numeri tragici, spaventosi, crudeli e disumani!

Così com’è disumana, catastrofica e incivile ogni guerra: questo, che sia chiaro, è il mio pensiero.

Quindi, c’è da riflettere: che la Russia non solo sia stata insofferente, ma che abbia subodorato qualcosa di più grande a proprio danno?

E da parte di chi? Oppure: questa situazione di belligeranza è stata creata per occultare responsabilità e colpe a occidente? E quali? E di chi?

Un altro elemento preoccupante si è aggiunto in queste ultime ore: Putin, sentito il Consiglio di Difesa, ha ordinato l’allerta alle forze di deterrenza nucleare russe, in considerazione che le costanti minacce dell’Occidente (alias USA+NATO) verso la Russia per la sua missione in Ukraina potrebbe portare all’utilizzo di testate nucleari da parte dell’Occidente stesso.

Forse a ovest non è ben chiaro quanto la Russia possa essersi stufata del gioco a rimpiattino e quanto possa essere determinata soprattutto a reagire. Probabilmente, i satelliti-spia russi potrebbero aver colto movimenti tali da essere interpretati come fortemente minacciosi, o potenzialmente tali.

Un altro fatto certo è che l’Europa si è armata e si continua ad armare per rafforzare (da quale minaccia certa?) i confini orientali: il tutto condito da costanti dichiarazioni bellicose e da perentori ultimatum ai dirigenti moscoviti.

Ora è la volta delle ‘sanzioni’: la cui prima vittima sarà proprio l’Europa, già malconcia – per l’Italia. il termine rappresenta un eufemismo: queste si ritorceranno in modo devastante sulle macerie di un’economia già traumatizzata e violentata dall’azione di incompetenti e presuntuosi di vario livello -, e che tutto calcolano salvo quanto possa già essere stato calcolato dalla Russia e da tutto lo scacchiere che vi ruota attorno, Cina e India in testa.

Altre due cose colpiscono l’osservatore dell’atteggiamento occidentale: la perdurante astiosità e acrimonia nell’attaccare con ogni mezzo di informazione Putin e  Russia, vantando questo o quel motivo; il mantenere vivo il punto che l’iniziativa militare russa è non solo ingiustificata, ma ‘pericolosa per il mondo’ poiché potrebbe condurre alla ‘terza guerra mondiale’ (ma, a parere di chi scrive, forse la quarta o la quinta: preso atto nelle innumerevoli belligeranze ‘allargate’ pro-questo o pro-quello che hanno insanguinato il mondo: non ignoriamo i fatti accaduti in Libia o in Iraq, dove ancora cercano – ma solo per residua curiosità storica – gli enormi quantitativi di ‘armi chimiche’ stoccate da Saddam).

Elemento di forte curiosità e allarme, è quello che rileva le dichiarazioni di uno degli uomini più ricchi di questa martoriata Terra, che pare spronare Israele ad attaccare la Siria. Poiché nulla avviene per ‘caso’, ditemi voi se non è meglio capire da che parte sta il vero pericolo: così da poter calzare meglio un adeguato copricapo uscendo da casa, tentando di evitare quell’ennesima tegola che colpisce di solito solo noi poveri mortali.

 

Giuseppe Bellantonio




DOSSIER UKRAINA: TOP SECRET

DOSSIER UKRAINA: for your eyes only

     Per chiunque scriva, non è semplice liberarsi dalle proprie passioni o dai propri convincimenti: ma ciò è necessario se si rispettano realmente i Lettori, ai quali vanno proposti cronaca e fatti per al fine di contribuire al formarsi delle loro idee.

Diversamente è fin troppo facile offrire pappe pronte da ingoiare anche turandosi il naso, ce ne sono fin troppe in giro.

          Una premessa è necessaria: chi vi scrive è un convinto atlantista, grato oltremodo ai militari alleati che hanno versato il loro sangue per liberare l’Italia e l’Europa dal nazismo, come pure grato agli USA del Sen. Marshall che ci aiutò a conquistare un benessere repentino: quasi avessi vinto e non perso una (brutta) guerra.

Ogni anno sono tra coloro che commemorano questi giovani caduti in battaglia, rendendo loro omaggio ai Cimiteri di guerra di Anzio e Nettuno non dimenticando né il loro coraggio né le brutture umanamente e materialmente devastanti di ogni guerra.

Ma oggi, per scrivere, approfondisco e valuto: non fidandomi più di quanti già da anni danno notizie distratte o false o manipolate, ovvero inventate di sana pianta.

Troppi i corrispondenti di guerra dall’Ukraina che hanno bisogno di darsi un ruolo, e che pullulano tanto quanto gli ‘esperti’ virologi, che trasmettono dalle auto o quelli che che si calano l’elmetto mentre fuori si vede la gente che passeggia e fa la spesa, o quelli che trasmettono da una stanza con immagini fisse dietro di loro; o quelli che mandano le immagini di videogiochi spacciandoli per azioni di guerra; o quelli che pubblicano immagini di devastazione, con palazzi sventrati, provocate però  da un’esplosione di gas a Magnitogorsk nel 2018 e certamente non colpiti da missili o cannoni tantomeno russi.

Ci sono anche esplosioni formidabili vecchie del 2015 verificatesi in altri territori; o carri armati bruciati su strade nei pressi di Kiev spacciati per ‘tank russi distrutti dalle truppe regolari ucraine’ per poi rivelarsi dopo poche ore tank ucraini distrutti da armi anticarro lanciate dalle forze di penetrazione russa;  e altri episodi ancora tutti nel segno della totale e assolutamente equivoca disinformazione offerta,  salve rare eccezioni, per lo più grazie alla rete, dall’occidente.

Tutta tesa a colpevolizzare i ‘cattivi’ russi.

          Per Betapress informare correttamente i suoi Lettori è una vera e propria missione: per cui apriremo un ‘Dossier Ukraina’ nel quale collocare i fatti, uniti da commenti, dubbi, sottolineature e rilevamento di contraddizioni quando non di menzogne.

Sempre pronti a correggerci se altri fatti ‘veri’ e documentati dovessero emergere successivamente: ma chi scrive, teme che, almeno per il momento, ciò sia difficile da realizzarsi.

Oggi, daremo un inizio al nostro ‘Dossier UKR‘, partendo da una cartina che riconduce alle Nazioni sotto l’ombrello NATO:

          Direi che ogni commento al riguardo possa essere superfluo: salvo il dover prendere nota che il decantato (da ovest) allargamento della NATO, è diventato un assembramento di Nazioni che, sollecitate dal fascino perverso dell’Euro e di una UE che non rappresenta affatto il concetto di Unione Europa, di Comunità, voluta dai Padri Fondatori.

Bisogno di Europa che vide mobilitate in primis  Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo e cui contribuirono le idee e gli sforzi di eccellenti Uomini e Donne, di pionieri, come Alcide de Gasperi, Altiero Spinelli, Konrad Adenauer, Anna Lindh, Helmuth Kohl, François Mitterand, Jean Monnet, Johan Willem Beyen, Robert Schuman, Joseph Bech,  Louise Weiss, Marga Klompé, Simone Veil,Nicole Fontaine, Paul-Henri Spaak, Sicco Mansholt,  Walter Hallstein e lo stesso Winston Churchill, tra i primi a sollecitare la costituzione degli Stati Uniti d’Europa mentre ancora non si erano spenti le eco dei drammatici bombardamenti di un’Europa messa a ferro e fuoco a causa del nazismo allora imperante 

          Ecco che già questa cartina, considerata con mente aperta ed elastica e occhi giusti, assume un significato forte e particolare: che, guarda caso, riconduce all’evocata ‘coalizione’ anti-russa (e non altro!) che Zelenky vorrebbe venisse costituita per sostenerlo nelle sue ambizioni. Mire che coinvolgono quasi tutti gli attori principali: tutti trincerati proprio dietro le citazione di coloro che si adoperarono per porre termine agli orrori di due guerre mondiali, promuovendo la pace e la solidarietà, facendosi paladini di concreti valori fondanti quali libertà, democrazia e uguaglianza, rispetto della dignità umana, dei diritti umani e dello Stato di diritto, esaltando i concetti di solidarietà e protezione per tutti.

          Cose che oggi per molti ‘suonano strane’, quasi fossero concetti antichi, superati da una realtà che tende a schiacciare e livellare tutto e tutti;  enunciazioni svuotate dalla loro forte dignità e neanche più studiate nelle scuole. 

          Pensate: anche l’ONU si è sollecitamente schierata (o é stata mobilitata?) non solo per schierarsi contro il brutale invasore, ma anche per sollecitare il rispetto dell’autodeterminazione, per i diritti umani, per la libertà e la democrazia, e riferendosi alle manifestazioni in Russia, il sacrosanto diritto di protestare.

         Ma guarda un po’: ma l’ONU non si è mossa quando la Russia reclamava attenzione per i diritti umani calpestati nel Donbass, restando muta e inerte. Come l’ONU non si é mossa per le violazioni umanitarie ossia per gli stessi temi di principio violati anche con rudezza in Italia, in Francia, in Germania, in Canada, in Australia in Nuova Zelanda, con manifestanti colpiti, imprigionati, colpiti dal getto degli idranti, mentre difendono la loro Costituzione, le loro Libertà, la Democrazia, la propria volontà di non subire arbitrii e imposizioni, il proprio diritto al lavoro e i profondi timori per un futuro incertissimo e incerto, sul quale dominano parole più che concetti e programmi.

         E che dire di coloro che giocano ai soldatini, mettendo a disposizione uomini e mezzi, ma anche denaro.

L’Italia destina veramente ‘alla cieca’ 12 o 15 milioni di Euro mentre Kiev capitola, o mentre non si è ancora capito chi ha fatto cosa, e come e perché?

Invasione o missione di peace-keeping per tutelare chi nel Donbas è stato sottoposto per più di otto anni a una vera e propria pulizia etnica?

Tutela a oltranza di un sistema-UKR che forse non è casto e puro come lo dipinge l’occidente?

Aiuto occulto-palese a chi in Europa ne ha fomentato certe attese, mirando ad appropriarsi di materie prime,  collocarvi fabbriche e industrie delocalizzando per sfruttare manodopera a basso costo (in Ukraina, i salari ‘normali’ vanno dai 150 Euro a mese nelle zone più rurali ai 450/500 nei posti più qualificati: senza il corollario di altri costi che in Europa pesano tremendamente sul lavoro; leggasi, senza molti altri diritti riconosciuti ai lavoratori ucraini)?

Ma è sfruttamento o progresso, incentivo allo sviluppo?

         Non tralasciando un piccolo particolare: l’Ukraina non fa parte della NATO, l’Ukraina non fa parte della Unione Europea; nonostante i molti (poco nobili) padri e le molte (altrettanto poco nobili) madri che si sono candidati con enfasi… e con una serietà tale da far sembrare vero ciò che non è.

         Stiamo assistendo nostro malgrado alla replica di un canovaccio con componenti-base identici: testimonianza dell’esistenza di abili pupari, di marionette e di un pubblico inerme e inerte che tutto (pare) deve subire: la falsa viro-pandemia, il costruito scandalo Russiagate negli USA, ora questo confronto armato.

Con un occhio allo scacchiere asiatico dove aerei e flottiglia cinese, tengono Taiwan i massima allerta. 

E sarebbe opportuno che i Cittadini del mondo, cessassero di essere (apatici?) spettatori e comprendano che la Pace, il Rispetto e la Dignità si conquistano solo se si è custodi e protagonisti della propria Libertà, dei propri Diritti, del proprio Destino.

         Ogni giorno, ogni ora, ogni attimo.

 

Giuseppe Bellantonio

 

Nota del Direttore

Abbiamo già scritto in articoli precedenti che le cose non sono come sembrano o quantomeno come si vogliono far sembrare, questo tentativo avviene sempre e da tutte le parti in campo, è lo spettatore che deve sapere dove guardare e come mettere insieme le notizie per capirle al meglio.

Il nostro intento non è far capire le cose, ma raccontarle in modo da dare al nostro lettore le chiavi di assemblaggio.

 

 




C’hanno un piano …

… sennò so stronzi!

questa frase leggermente gergale mi gira in testa da qualche giorno proprio riguardo alla situazione in Ukraina.

in che senso ? direte Voi, proviamo a riflettere …

Putin è un ex kgb, fautore della supremazia russa, amante della vecchia USSR, ha abilmente preso il potere dando spazio ai nuovi ricchi russi, facendo sparire con mezzi leciti e meno leciti tutta l’opposizione sia politica che giornalistica, ha cambiato la costituzione per poter rimanere al potere a vita, ha fatto accordi sottobanco con mezzo mondo ed ha minacciato l’altra metà, quando ha potuto ha cercato di apparire come un super eroe con bambini in braccio, ha sempre usato il pugno duro in ogni situazione, non ha mai nascosto la sua predilezione per gli interventi forti, dorme con la pistola sotto il cuscino, ha ripristinato il culto della personalità che era appannaggio di Lenin, insomma un moderno dittatore.

La Russia negli ultimi anni si è mossa ai limiti di crisi interne spostando la ricchezza nella mani di pochi, ma non così pochi in fondo, perché Putin ha cercato di allevare una classe di ricchi ed una di ricchissimi, controllando entrambe a livello statale, garantendo agevolazioni e protezione, stringendo accordi con chiunque purché utili al suo sistema zariniano di controllo del paese.

Da sempre Russia e Cina amiche nemiche, ma Putin è riuscito a trasformare un amore ed odio millenario in una sorta di patto atlantico esclusivo a due, garantendosi un bacino di supporto in qualsiasi momento; ha inoltre dimostrato in più occasioni ai suoi alleati occulti di poter intervenire senza paura anche militarmente ovunque nel mondo.

Ha trasformato il vecchio KGB, sua casa natale, in un moderno Politik Bureau dotato di notevole potenza informatica, ed ha capito il potere sotterraneo dei social media.

Insomma un cowboy bolscevico pronto a sparare a chiunque gli entri in cortile.

Ed attenzione perché il cortile russo che vive nella mente di Putin non è quello che oggi le cartine geografiche ci rappresentano, ma quello dello Zar Alessandro.

Dall’altro lato troviamo un’America che continua a prendere cantonate politiche che al confronto la baia dei porci era un fumetto della Disney, un’Europa che ha visto il suo fallimento tra brexit ed incapacità politiche di fronteggiare crisi dovute all’effimero complesso di legami che non essendo fondamentali faticano a tenere insieme i paese dell’area UE.

In questo scenario gigeggiano, ops giganteggiano, personaggi come Biden, che ogni volta che appare in televisione sembra il nonno che va a trovare i nipoti, e il nostro Di Maio che inanella una serie di gaffe da primato.

Poi abbiamo Draghi, ed i vari capetti degli altri paesi che sembrano il marito che per fare un fastidio alla moglie si taglia i cosiddetti.

Poi c’è questo benedetto Donbass che sentito così sembrava  un prete non tanto alto, ed invece è una zona dell’Ukraina che si dichiara indipendente dal 2014, ma che già da molto prima ha sempre mostrato ostilità verso il governo Ukraino, sobillata per anni dai servizi segreti Russi.

La Rusia nel 2015 si riprende la Crimea, fatto sancito con l’accordo di Minsk, infiammando ulteriormente gli animi del Donbass, ma in realtà tutta l’Ukraina tende verso la Russia già dal lontano 2010 con l’allora presidente Yanukovych, decisamente filorusso.

In tutti questi movimenti l’attenzione di Putin all’Ukraina era legata alla certezza che mai la stessa avrebbe dovuto entrare nella sfera di influenza americana (Nato), primo per la ricchezza della regione e secondo perché sarebbe stato come mettersi il nemico in casa e tra l’altro perdere un sicuro accesso marittimo al mediterraneo.

Fatto questo breve scenario succede che America ed Europa palesemente cercano di portare la regione ucraina verso la nato, addirittura facendo arrivare 10.000 militari nella regione per delle manovre dette anche esercitazioni.

Probabilmente nessuno ha pensato che questa faccenduola avrebbe dato al nostro amico imperatore di tutte le Russie l’assist per poter dire “Allarmi il nemico è alle porte!” ed in un certo senso tutti i torti non li aveva.

Ed ecco che si scatena quella che rischia di diventare la terza guerra mondiale.

Ma dico io, se sei davanti ad una casa con il cartello se entrate vi sparo, c’è il proprietario seduto sull’uscio con il fucile carico e vedi dei cadaveri nel giardino di gente che già ha tentato di entrare, tu Genio della lampada, cosa fai? entri? senza nemmeno pararti il c… la schiena? non ti viene il dubbio che uno così ti spara senza pensarci due volte?

Invece il nonno, gigino ed i compari della parrocchietta hanno pensato nella loro grande mente politica, ma no dai, scherza, ma vuoi che faccia la terza guerra mondiale???

Ed invece cari amici a quello non gliene frega nulla  della terza ma nemmeno della quarta e della quinta, perché uno così è convinto di vincerle tutte, tanto dopo aver invaso la Polonia, ops, scusate il donbass, chi lo ferma?

Ma ecco che dopo questa serie di riflessioni mi è venuta una folgorazione, che poi è il titolo di questo articolo: “C’hanno un piano… sennò so stronzi!”, ma certo cari amici, non possono essere stati così idioti da provocare uno che non aspettava altro, che negli anni ha dimostrato e dichiarato che in un caso simile avrebbe fatto proprio quello che ha fatto, C’HANNO UN PIANO!

Loro i compagni delle merende hanno un piano geniale, studiato negli anni, che ora stanno mettendo in pratica, certo non dicono nulla è un piano segreto, mica possono svelarcelo altrimenti quello là li beccherebbe ed allora tutta fatica sprecata.

E Tranquilli amici, non sono le sanzioni contro la Russia che comunque si rivolterebbero contro l’Europa, ma un piano più sottile, di alta diplomazia, geniale come mai nessuno aveva pensato.

I capi del mondo libero stanno attuando un piano che ci lascerà a bocca aperta …

Per forza, non possono essere così stupidi ed ignoranti da aver fatto esattamente tutto quello che Putin aveva programmato avrebbero fatto, sicuramente … C’HANNO UN PIANO!!!

E li ammiro perché stanno mettendo in atto forme di distrazione di massa affinché Putin non se ne accorga, come ad esempio chiudere il contratto dei gasdotti a tradimento, così, di punto in bianco, un poco come andare davanti al panettiere gridando “non compro più il tuo paneeeee!!!! Sei fregato, vediamo adesso!!!” ed intanto che diciamo così una fila di cinesi entra e compra il pane sottoprezzo.

Così il panettiere non è fregato per nulla, i cinesi campano meglio e noi non abbiamo pane per i nostri figli.

Ma non disperatevi amici, non è così, C’HANNO UN PIANO!!

Ma io sento ancora nelle vostre menti un dubbio: “e se non ce l’hanno il piano?”

eh beh amici miei, se non hanno il piano … so stronzi.

 

 

 




UKraina, mon amour…

FACCIAMOCI DUE DOMANDE...

Per capirci bene, e per evitare di tifare per questo o per quello, facendoci intortare ancora una volta da chi pensa che si debba accettare di tutto ‘a scatola chiusa’, è utile che si sappia il valore dell’Ukraina.

Ossia, quanto valga in termini economici questo Paese.

Ecco la sua attuale posizione in termini produttivi:

Prima in Europa per comprovate riserve di minerali di uranio.

Seconda in Europa e 10°nel mondo per riserve di titanio.

Seconda al mondo per riserve di manganese (2,3 miliardi di tonnellate, ossia il 12% delle riserve mondiali).

Seconda al mondo per riserve di minerale di ferro (stima: 30 miliardi di tonnellate).

Seconda in Europa per riserve di minerale di mercurio.

Terza in Europa e 13° nel mondo per riserve di shale gas (22 trilioni di metri cubi).

Quarta al mondo per valore complessivo delle risorse naturali.

Settima al mondo per riserve di carbone (33,9 miliardi di tonnellate).

Grazie a questi asset strategici, l’Ucraina ha sviluppato una produzione metallurgica molto intensa: attrezzature per fabbriche e miniere, trasporti ferroviari, navi, attrezzature agricole,  ecc.

Non dimentichiamo però la vocazione agricola dell’Ukraina, un tempo ancor meglio nota come ‘il granaio d’Europa’, non senza sottolineare che l’Ukraina può soddisfare il fabbisogno alimentare di 600 milioni di persone:    
Prima in Europa per superficie dedicata al seminativo.
Terza al mondo per superficie di ‘suolo nero’ (pari al 25% del volume mondiale).
Prima al mondo per esportazioni di girasole e olio di girasole.
Seconda al mondo nella produzione di orzo e 4° al mondo per esportazioni di orzo.
Terza al mondo per produzione e 4° per esportazioni di mais.
Quarto produttore mondiale di patate.
Quinto produttore mondiale di segale.
Quinta al mondo per produzione di api (75mila tonnellate).
Ottava nel mondo per esportazioni di grano.
Nona al mondo nella produzione di uova di gallina.
Sedicesima nel mondo per l’esportazione di formaggi.

Ma l’Ukraina è anche un Paese industrializzato, basta vedere questi dati:
Prima in Europa nella produzione di ammoniaca.
Secondo e Quarto sistema d’Europa di gasdotti naturale più grande d’Europa e al mondo (142,5 miliardi di metri cubi di capacità di flusso di gas nell’UE).
Terza in Europa e 8°al mondo per centrali nucleari installate.
Terza in Europa e 11° nel mondo per lunghezza della rete ferroviaria (21.700 km).
Terza al mondo (dopo Stati Uniti e Francia) nella produzione di localizzatori e apparecchiature di localizzazione.

Terza al mondo per esportazione di ferro.

Quarta al mondo per l’esportazione di turbine per centrali nucleari;
Quarto produttore mondiale di lanciarazzi.

Quarta al mondo nelle esportazioni di argilla.
Quarta al mondo nelle esportazioni di titanio.
Ottava nel mondo per le esportazioni di minerali e concentrati ferrosi.
Nona al mondo per le esportazioni di prodotti e componenti per l’industria della difesa.
Decimo produttore di acciaio al mondo (32,4 milioni di tonnellate).

 

Siamo ancora sicuri che tutti i ‘nuovi e premurosi amici’ che le stanno intorno siano disinteressati e vogliano solo agevolarne libertà e democrazia?

O hanno ben altre mire, forse ambendo a mettere le mani anche su queste non indifferenti risorse?

Riflettere e porsi due domande, non fa male.

 

Giuseppe Bellantonio