Bianchi: pandemia ancora presente.

Su fanpage.it, pochi minuti fa, è apparsa la dichiarazione del Ministro dell’Istruzione Bianchi: “Da settembre scuola in presenza, ma resta il problema trasporti, pandemia non è finita”.

Ma no, dai, davvero?!?

Certo che, se bisogna essere ministri per rilasciare certe dichiarazioni, tutto il personale scolastico potrebbe d’emblée entrare a par parte del governo…

Chiunque faccia parte della scuola, dirigente, docente, studente, ha sperimentato, sulla propria pelle, che la pandemia ha scatenato l’inferno, più fuori che dentro le aule, che le lezioni sono continuate comunque, per un altro intero anno scolastico, così, a singhiozzo, in presenza, per le medie, e più spesso, a distanza, per le superiori.

Si è andati avanti alla “spera in Dio” per i prof. e alla ”speriamo che me la cavo” per gli alunni.

A scuola, giorno dopo giorno, sono state applicate rigorosamente le misure del protocollo anti-covid.

Ogni mattina, ho visto con i miei occhi, i miei alunni mettersi in fila, con la mascherina, come tanti soldatini, per farsi misurare la febbre dal bidello.

Ogni giorno, ho controllato autocertificazioni mediche allegate alla giustifica di qualsiasi assenza, anche per motivi familiari.

Ogni lezione, ho spiegato ed interrogato con la mascherina, tenendo le finestre aperte.

Ogni intervallo, i miei alunni, hanno mangiato la merenda seduti al banco e sono andati in bagno a turno.

Ciclicamente, al primo sospetto di contagio, la classe è stata messa in quarantena ed è stata attivata la D.A.D.

Qualora fosse stato isolato il sospetto contagiato, si procedeva con la didattica mista, la classe in presenza ed il contagiato a casa, on line.

Bene, e fuori scuola, cosa succedeva?

Alunni ammassati alla fermata del pullman, alunni obbligati a salire su quell’unico mezzo per raggiungere la scuola, alunni pressati in bus stracarichi, tutti insieme appiccicati.

Ogni cittadino ha potuto verificare che le misure di prevenzione del contagio, cioè l’obbligo della mascherina, ma, soprattutto, il distanziamento sociale, sono stati possibili ovunque, tranne che sui mezzi pubblici.

Già l’anno scorso, a settembre, si era individuato il problema del contagio sui trasporti.

Risultato?

Si è preferito sacrificare gli alunni, soprattutto quelli delle superiori, imponendo loro la fruizione di un servizio scolastico mutilato, obbligandoli ad estenuanti ore di D.A.D, piuttosto che affrontare alla radice il problema della carenza dei trasporti scolastici, soprattutto nelle periferie delle grandi città.

Come se non bastasse, il ministro dell’Istruzione ha spiegato che il futuro sarà la didattica in presenza, ma che “non bisogna avere paura degli strumenti”.

E chi ha paura degli strumenti?!? Basta averli…

La D.A.D. ha messo in ginocchio le famiglie più povere, e gli alunni più deboli.

Cittadini che più che avere paura, non hanno i soldi per computer, connessione, tablet e giga…

La D.A.D. ha portato a galla la disparità di strumenti tecnologici e di servizi informatici tra regioni lontane, ma anche tra comuni vicini, comuni della stessa provincia con connessione ballerina.

Provare per credere!

Infine, Bianchi ha sottolineato che c’è un grande lavoro in atto per permettere il ritorno a scuola in sicurezza, ma che serve ancora “grande attenzione”, perché “la pandemia non è finita”.

E, a questo punto, mi ribolle il sangue, perché vorrei ricordare che, già la scorsa estate, i responsabili della sicurezza scolastica, i referenti covid, i vari collaboratori dei presidi e i Dirigenti stessi hanno passato mesi a misurare aule, definire percorsi, segnare distanze…

Ma forse, il Ministro non lo sa, magari per due ragioni.

Primo, la scorsa estate era al mare o in montagna, a riposare.

Secondo, in questi ultimi mesi, durante un intero anno scolastico, a scuola, non ci è mai entrato, perché era impegnato a vaneggiare in politica…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MA VAFFAN DAD …

Esame sì, esame no, esame boom…

GIOVENTU’ INVISIBILE, SCUOLA E PROMESSE…




Torino chiede “scusa” ad Ezio Bosso.

 

Sono stati intitolati ad Ezio Bosso, l’amato direttore d’orchestra, compositore e pianista scomparso nel maggio dello scorso anno, i giardinetti di Piazza Statuto, dove negli anni Ottanta si ritrovavano i Mods, la band di cui faceva parte.

“Quando uno scopre di essere Mod lo rimane per tutta la vita”, è la scritta sulla targa scoperta dalla sindaca Chiara Appendino e dal presidente del Consiglio comunale, Francesco Sicari, alla presenza del nipote del maestro, Tommaso Bosso, e di Oskar Giammarinaro, il leader del gruppo musicale mods Statuto.

    Per i mods Ezio Bosso era ‘Xico’.

“Questa era la sua piazza e, quando tornava a Torino, veniva sempre a trovarci – racconta Oskar -.

Questo è un riconoscimento che la città da a Xico, un riconoscimento dovuto, perché ha portato la città in tutto il mondo con la sua musica, con quello che ha composto, divulgato e insegnato”.
   

“Non è stato solo un grande artista ma una grande persona, una personalità forte che ha trasmesso tanta energia e tanta forza ai giovani – ricorda il maestro la sindaca Appendino

Dedicargli uno spazio è anche un modo per cercare di colmare una mancanza del passato, perché la città non lo ha valorizzato a sufficienza”.
   

“Questo è un giorno importante: Ezio ha un luogo che gli appartiene – commenta il nipote Tommaso -.

Ed è anche una sorta di rappacificazione con una città che lo aveva dimenticato”.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mondo della musica, e non solo, piange Ezio Bosso

EZIO BOSSO, UNO DEI MODS: Intervista a Oskar degli Statuto.

OSCAR: “PERSA UNA GRANDE OPPORTUNITA’ AL FESTIVAL DI SANREMO”

 




“L’Energia del Denaro” con Massimiliano Mazia

L’energia del Denaro

L’ultimo episodio di “Born 2 Win”, rubrica* condivisa con Massimiliano Mazia – mental e business coach in ambito imprenditoriale e sportivo –  all’insegna della Crescita Personale, ha avuto come protagonista il denaro. Anzi, l’energia relativa al denaro.

Per quanto possa sembrare strano, infatti, l’Universo è composto di particelle “danzanti” a determinate frequenze e anche il denaro ha le sue.

Di per sé neutro, può diventare “buono” o “cattivo” a seconda dell’uso che se ne fa, del modo in cui lo si percepisce e lo si tratta … considerandolo un fine in se stesso, oppure un mezzo per dare vita a un progetto, realizzare un sogno, creare valore per il mondo intero.

Cinquanta minuti sono volati, ascoltando Massimiliano e le sue colte e sagge considerazioni sul denaro e sugli atteggiamenti più funzionali alla sua “creazione”, gestione, protezione, investimento!

Prendendo spunto dalle sue parole, da libri letti sull’argomento e dalla mia esperienza personale, ho stilato un Vademecum che spero con tutto il cuore possa ispirare e incoraggiare chi, in questo particolare momento storico, abbia bisogno di un booster vitaminico.

 

È una questione di mentalità! 

La ricchezza è uno stato mentale.

Il fatto è che la nostra mente antica, il nostro cervello “rettile”, non è programmato per la ricchezza, la prosperità e l’abbondanza.

È “settato” per la mera sopravvivenza e la sua voce si fa sentire, in quello che chiamiamo dialogo interiore, con inutili allarmismi, suscitando preoccupazioni, paure, ansia addirittura.

Quando il pensiero torna a vicende passate per non ripetere certi errori o precorre il futuro, animato da convinzioni più o meno consapevoli, sta costruendo – dietro le quinte del nostro quotidiano tran tran – la realtà che vivremo.

Gestire l’instancabile chiacchiericcio della mente, così come le emozioni da esso suscitate, è impresa non facile ma alla nostra portata.

Vademecum dell’Abbondanza finanziaria 

  1. L’abbondanza, la prosperità e la ricchezza sono QUI e ORA. Non da qualche parte là fuori, in un tempo futuro. Sono uno stato mentale ed emotivo.
  2. Il denaro è un MEZZO per arrivare a un fine.
  3. È opportuno che impari ad averne rispetto, ad apprezzarlo e a esserne grato.
  4. Imparo a praticare la gratitudine: così facendo, distolgo la mia attenzione da ciò che manca per portarla su quello che già c’è. La gratitudine favorisce l’insorgere di emozioni positive, l’innalzamento delle vibrazioni e l’attrazione di altro denaro.
  5. La formula, per i lettori avvezzi alla spiritualità, è: CHIEDO, CREDO, RICEVO.
  6.  Penso, parlo, sento, mi vesto, scelgo di agire COME SE avessi già quello che chiedo.
  7. Non aspetto di ricevere, per agire. Parto subito con quello che ho!
  8. Accetto pienamente la mia attuale situazione e me ne assumo totalmente la responsabilità.
  9. Non aspetto che una persona, una circostanza, un evento arrivino a salvarmi. Vivo pienamente nel qui e ora e … mi salvo da me!
  10. Pur accettando con gratitudine la benevolenza di chi mi offre il suo aiuto, non nutro aspettative nei confronti di persone o circostanze.
  11. Non aspetto di diventare ricco per essere felice. Imparo a essere felice dovunque io sia, con ciò che possiedo.
  12. La libertà finanziaria che voglio parte da uno stato interiore: se riesco a SENTIRMI libero indipendentemente da quanto ho in tasca, allora SONO veramente libero.
  13. La sequenza corretta dei verbi che portano alla ricchezza sono: ESSERE, FARE, AVERE. Non il contrario. È necessario che io diventi la persona che agisce in un determinato modo al fine di ottenere certi risultati.
  14. Recito la mia parte sul palcoscenico della vita, COME SE  già fossi quella persona. Scelgo un mentore tra coloro che ammiro di più e cerco di pensare, parlare, agire come farebbe lui/lei.
  15. È importante capire CHI sono e qual è il MOTIVO che ispira il mio agire.
  16. Mi impegno a raggiungere l’eccellenza in ciò che faccio, coerentemente con i miei Valori, Obiettivi e il mio “Big Why”.
  17. IMPORTANTISSIMO: mi focalizzo sul fare ciò che faccio con eccellenza, e non sul risultato che desidero ottenere! Quest’ultimo sarà una naturale conseguenza del mio agire.
  18. Il mio obiettivo non è la mera SOPRAVVIVENZA, ma la CREAZIONE di VALORE e ricchezza.
  19. Per i più spirituali di noi: “So chi sono, faccio quello che so fare meglio, ottengo la ricchezza che è già mia per diritto divino!”
  20. Ascolto AFFERMAZIONI che mi aiutino a rimanere sintonizzato su alte frequenze.
  21. Presto attenzione a che il mio agire venga ispirato non dall’ego ma dallo Spirito che abita in me. Se il mio agire è ispirato dall’ego, infatti, ciò che otterrò sono emozioni “low vibes” come paura, ansia, preoccupazione per la sopravvivenza, ecc. Se le mie azioni sono ispirate dallo Spirito, il mio desiderio è creare ricchezza e aiutare gli altri a fare lo stesso.
  22. Semino parole, pensieri e azioni buone, senza aspettarmi nulla in cambio: l’Universo – Dio, la Vita – mi ripagheranno in modi e tempi imprevedibili in grande, esuberante, gioiosa abbondanza.
  23. La Prosperità è figlia della Generosità e dell’Amore.
  24. Quando non riesco a spiegarmi perché io mi trovi in una data situazione mi affido alla Vita, nella certezza che la sua superiore Intelligenza farà cooperare tutto al mio massimo Bene.
  25. La mia preghiera costante è: “Grazie”.
  26. Invece di lamentarmi per ciò che non va o ancora non ho, mi assumo piena responsabilità della mia situazione e mi rimbocco le maniche!
  27. Imparo ad accettare tutto quello che mi accade, cercando di trarne il meglio.
  28. CHIEDO, RINGRAZIO, MI AFFIDO.
  29. Quando arrivano brutti pensieri, non lascio loro il tempo di fare il nido: li accetto, attribuisco loro buone intenzioni – ad esempio, proteggermi da illusori pericoli – e li ringrazio. Poi scelgo di pensare a qualcos’altro, di bello e di buono.
  30. Mi ricordo sempre che ciò che esperimento, realizzo e ottengo nella vita, non ha nulla a che vedere con ciò che accade intorno a me o con altre persone: È TUTTO NELLA MIA MENTE!

 

A questo punto non mi resta che invitarvi a guardare “L’Energia del Denaro“, inspirational talk con Massimiliano Mazia.

Alla prossima!

Con Amore, la vostra Ondina Wavelet (Jas Laurenti)

 

*appuntamento quindicinale del giovedì sera alle 20:30 sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”

 

 




Surface Laptop4

Microsoft beffa Apple con il nuovo Surface Laptop4

    Una nuova presentazione del Surface Laptop4 beffa il MacBook Air mostrando la disponibilità di un display touch screen, una disponibilità di una porta USB standard e USB C e un miglior supporto al gaming; mentre il MacBook Air ne è sprovvisto di tutto ciò come viene sottolineato nel video.

Il nuovo Surface Laptop4 è disponibile sia con i processori Intel che AMD con un display da 13.5” e 15” con diverse finiture e colori ed è disponibile con la superficie della tastiera in Alcantara.

La contro parte utilizza il processore proprietario Apple Silicon M1 con architettura ARM.

I prezzi per il nuovo Microsoft Surface Laptop 4 partono dal 1.149€ per il modello da 13,5” AMD Ryzen5 4680u 8gb di ram e un ssd da 256 GB, mentre per il 15” AMD Ryzen7 4980u 8GB di Ram e 256 ssd parte da 1499

SPECIFICHE TECNICHE

  • OS: Windows 10 Home 20H2
  • dimensioni e peso: 
    • 13,5″: 308x223x14,5mm per 1,265 grammi (Platinum e Ice Blue) o 1,288 grammi (Matte Black e Sandstone)
    • 15″: 339,5x244x14,7mm per 1,542 grammi (Platinum e Matte Black)
  • scocca: alluminio
  • colorazioni:
    • 13,5″: Platinum o Ice Blue (solo in versione Alcantara), Matte Black o Sandstone (solo in versione in metallo)
    • 15″: Matte Black, Platinum
  • display: 
    • 13,5″: PixelSense Display 2256×1504, 201ppi, 3:2, supporto Surface Pen, multi-touch a 10 punti
    • 15″: PixelSense Display 2496×1664, 201ppi, 3:2, supporto Surface Pen, multi-touch a 10 punti
  • CPU: 
    • 13,5″:
      • Intel Core i5-1135G7 quad-core
      • Intel Core i5-1145G7 quad-core (solo uso commerciale)
      • Intel Core i7-1185G7 quad-core
      • AMD Ryzen 5 4680U Mobile con Radeon Graphics Microsoft Surface Edition exa-core
      • AMD Ryzen 74980U Mobile con Radeon Graphics Microsoft Surface Edition octa-core (solo uso commerciale)
    • 15″:
      • Intel Core i7-1185G7 quad-core
      • AMD Ryzen 7 4980U Mobile con Radeon Graphics Microsoft Surface Edition octa-core
  • tastiera e trackpad: 
    • 13,5″: trackpad 115×76,6mm in vetro, gesture a 5 dita, tastiera full size backlit con soft touch, corsa 1,3mm
    • 15″: trackpad 115×76,66mm in vetro, gesture a 5 dita, tastiera full size backlit, corsa 1,3mm
  • grafica:
    • Intel Core 11a gen: Intel Iris Xe
    • AMD Ryzen: AMD Radeon
  • memoria: 
    • 13,5″: 8/16/32GB LPDDR4X, 3733MHz
    • 15″:
      • Intel: 8/16/32GB LPDDR4X, 3733MHz
      • AMD: 8/16/32GB DDR4, 2400MHz
  • storage: 13,5″: 256/512GB o 1TB M.2 NVME SSD rimovibile
  • sicurezza: chip TPM 2.0 e supporto BitLocker, Windows Hello
  • rete: WiFi 6, Bluetooth 5,0
  • autonomia: 
    • 13,5″:
      • AMD Ryzen 5: fino a 19 ore
      • Intel Core i5: fino a 17 ore
      • supporto ricarica rapida
    • 15″:
      • AMD Ryzen 7: fino a 17,5 ore
      • Intel Core i7: finoa 16,5 ore
      • supporto ricarica rapida
  • cam: Windows Hello per autenticazione facciale, fotocamera frontale 720p f/2,0
  • audio: Studio Mic Dual far-field, speaker Omnisonic con Dolby Atmos 9
  • porte: 1x USB-C, 1x USB-A, jackda 3,5mm, 1x Surface Connect
  • sensori: luce ambientale
  •  alimentazione: 60W + 5w

https://www.youtube.com/watch?v=HyliB3OYMlc




Quando scrivere ed insegnare sono responsabilità

Insegnanti criminali o giornalisti menzogneri?

“Chi boccia è un criminale”.

Forse, magari, parliamone, comunque, è tutto da dimostrare.

Invece, chi scrive e chi pubblica queste idiozie, è un ignorante, è evidente.

Alex Corlazzoli, maestro e giornalista di” Il Fatto Quotidiano “ha dedicato un intero articolo (odierno) ad insultare i docenti definendoli criminali.

Dopo aver raccontato la storia di Vanessa 13 anni, non ammessa all’esame di terza media, nonostante una “situazione familiare burrascosa a dir poco”, quest’illustre mio collega di stampa e di insegnamento, spara a zero, sull’intera categoria dei docenti, con una supponenza ed una ignoranza clamorose.

Ecco il suo pensiero di fronte al problema bocciature a fine anno scolastico.

“Penso che i professori e i maestri che in questi giorni stanno bocciando (a meno che non vi siano ragioni gravi condivise con i genitori e i servizi sociali) dei bambini tra i 6 e i 10 anni o degli adolescenti siano dei criminali.

Lo dico senza timore: criminali. 

Gente che ammazza le persone con il proprio giudizio, con la superbia, con l’incomprensione, con la presunzione di credere che il loro intervento servirà a qualcosa.

Scriveva in Lettera a una professoressa, il priore di Barbiana: “[…]La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde. La vostra “scuola dell’obbligo” ne perde per strada 462.000 l’anno. A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voi (insegnanti) che li perdete e non tornate a cercarli[…]”.

(Ma che dati sono?!?Presi da che fonte?!?In percentuale, nella scuola dell’obbligo attuale, a quanto corrispondono?!?)

E continua, il nostro caro Alex Corlazzoli: “E’ proprio così: gli incompetenti sono i docenti. Anzi aggiungo: sono criminali. C’è ben poca differenza tra chi estrae una pistola e uccide una persona e chi estrae l’arrogante arma della parola e spara sentenze su un ragazzo di undici, dodici anni. A questi professori chiedo: siete mai stati in un carcere? La maggior parte dei detenuti sono ragazzi o uomini che dalla scuola non hanno ricevuto nulla se non una bocciatura.”

Bene, no anzi, male.

E’ VERGOGNOSO, ASSURDO, MANIPOLATORIO ED INQUISITORIO scrivere e pubblicare queste falsità.

Tanto per capirci, sono addetta ai lavori, figlia di insegnanti, docente a tempo indeterminato, referente cyberbullismo, ma soprattutto vivo a scuola, insegno con passione e ci metto l’anima, nel mio ruolo di insegnante.

E chi lo dice? La mia coscienza, ma soprattutto i miei alunni.

Dei miei 56 anni, 50 li ho passati a scuola, fino ai 23 per studiare, dai 23 ad oggi per insegnare.

Ho insegnato in scuole private, pubbliche, medie e superiori, di città e di campagna.

Ogni anno, insegnando francese, ho avuto come minimo 6 classi nelle superiori, e 9, anche 10, classi nelle medie (dove insegno tutt’ora).

In tutti questi anni di esperienza, sia come docente che come commissario di esame, ho sempre considerato la bocciatura, l’ultima soluzione, l’ultima cosa da fare, dopo averle provate tutte, (legali ed illegali…)

Chi vive e lavora nella scuola, sa che, ogni anno, sempre più, si applica un insegnamento costruito sull’individuo, accogliendo il bambino ed accompagnando il ragazzo verso il mondo del lavoro.

La scuola è una palestra di vita, nel bene e nel male.

La scuola è fatta da persone, vizi e virtù, al di qua e al di là della barricata.

Con una differenza, i docenti, non i discenti, sono, (o dovrebbero essere), educatori e formatori, nelle parole, ma soprattutto nei fatti.

Possono sbagliare certo, ma definirli criminali è schifosa propaganda politica e strumentalizzazione mediatica.

Nei fatti, nella scuola dell’obbligo, la bocciatura è pressoché inesistente e gli insegnanti sono tutto, fuorché criminali.

Ci sarà pure qualche docente poco preparato e poco motivato, ma il suo danno è sempre più limitato.

Perché, nei fatti, nella scuola italiana, si accolgono TUTTI, anche i più deboli, sul piano psicologico-affettivo-relazionale.

Perché, nei fatti, in Italia, gli alunni più fragili, stranieri ed italiani, qualunque sia il loro disagio (linguistico, sociale, economico, comportamentale, psicologico…) hanno diritto a un P.D.P. (Piano Didattico Personalizzato).

Se poi presentano una certificazione medica di dislessìa, discalculìa, disortografìa, ancor più, hanno diritto a strumenti compensativi e dispensativi per essere aiutati e supportati nel loro percorso scolastico.

Perché, nei fatti, ogni anno, a scuola, si fanno i salti mortali per far quadrare i conti in segreteria, per avere gli insegnanti in classe, per non perdere gli alunni per strada.

Ogni anno, si mette insieme un cantiere di strategie didattiche, risorse economiche, energie umane e competenze professionali per fare andare avanti il carrozzone burocratico voluto dagli ultimi governi politici.

Prima di parlare, venite a scuola, e guardate con i vostri occhi!

Nella scuola italiana, sempre più, è impossibile bocciare.

E sapete perché? Perché non ci si riesce.

E, non a parole, ma nei fatti.

I dirigenti per primi, ma anche e soprattutto i docenti, fanno di tutto per non bocciare.

Perché, se hai fatto tutto a norma di legge, è matematicamente impossibile.

E, se pur nel pieno rispetto del P.D.P., la sufficienza è una chimera e gli obiettivi non sono stati raggiunti (neanche in parte), è cosa buona e giusta fare finta che l’anno prossimo, promuovendo sempre e comunque, le cose andranno meglio.

E se qualcuno si azzarda ad opporsi, per quieto vivere, per non aver problemi con le famiglie, si manda avanti tutti, chiudendo non uno, ma due occhi.

Come? E’ facile: basta alzare i voti, abbassare gli obiettivi e taroccare i compiti.

Il gioco è fatto, la famiglia è contenta ed il danno è perpetrato.

La scuola riflette ed amplifica la crisi di valori di una società sempre ignorante e succube, ma appariscente ed effimera.

Una società dove si vuole ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

Dove alunni, nativi digitali, nati e cresciuti con il tablet in mano, non sanno né leggere un testo, né scrivere una lettera.

Alunni che escono dalle elementari senza saper scrivere in corsivo, inventano le tabelline a loro uso e consumo, ma che arrivano nelle medie con lo zainetto firmato ed il cellulare in mano.

Non fa niente se hanno il cervello vuoto, la loro pancia è piena, anzi, sono già in sovrappeso…

La grammatica è un optional, l’ortografia non esiste, la storia è noiosa e la geografia non serve (tanto c’è google maps!).

Chi se ne frega, basta mandarli avanti, senza fatica, né sogni, senza regole, né limiti, tanto il mondo che li aspetta là fuori li vuole così, stupidi, ignoranti e deboli.

Dunque, a ragion veduta, mi indigno di fronte ad una strumentalizzazione fuorviante e sentenziosa.

Mi indigno e ribatto.

Di cosa stiamo parlando? Di Insegnanti criminali o di giornalisti menzogneri?!?

 

NdD: sarebbe il caso di riprendere l’affermazione di Alex Corlazzoli parafrasandola in 

“Penso che i giornalisti che in questi giorni (ma direi sempre) stanno scrivendo su argomenti senza il doveroso approfondimento siano dei criminaliLo dico senza timore: criminali. Gente che ammazza le persone con il proprio giudizio, con la superbia, con l’incomprensione, con la presunzione di credere che il loro intervento servirà a qualcosa.”

e forse anche più criminali di un professore, perché chi scrive sui giornali senza verifiche ed approfondimenti fa più danno e per un periodo più lungo di una semplice bocciatura.

Veniamo poi agli alunni ed alle bocciature: a questo punto la mia domanda è, ma a cosa serve la scuola, trasformiamola in in grande centro di babysitteraggio e non in un luogo in cui gli alunni si devono mettere alla prova per prepararsi alla vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutti Promossi! La Scuola perde il suo significato…




Scusaci piccola K. – la studentessa di II media si è tolta la vita

Il bullismo uccide.

La solitudine uccide.

La mancanza del sostegno, di supporto, di comprensione, uccide.

Quando un solo membro della comunità cede, l’intera società accusa il colpo del fallimento.

A volte pensiamo sia inutile dedicare tanto spazio all’informazione se poi al momento di agire nessuno fa niente.

Altre volte si cerca di fare il possibile ma alla fine la vittima non trova la forza di andare avanti.

Oggi in redazione abbiamo ricevuto una notizia terribile: la piccola K. , studentessa  dell’Istituto Laparelli di Roma si è tolta la vita nella solitudine della sua cameretta.

La nostra redazione aveva conosciuto la narrazione della sua storia nel corso delle ricerche sulle segnalazioni che avevamo ricevuto e che hanno portato poi alla pubblicazione di alcuni articoli sulla scuola.

Ci uniamo al dolore della madre e della famiglia e piangiamo con voi tutte le ingiustizie subite.

Scusaci PICCOLA K., avremmo dovuto combattere di più, ma ti promettiamo che in tuo nome andremo fino in fondo per verificare perché sei stata lasciata da sola.

Betapress non si fermerà, in nome della piccola K.

 

 

per tutti i nostri lettori consigliamo di seguire questo corso sul bullismo, completamente gratuito, che aiuta a capire il fenomeno:

 

il bullismo

 

oppure potete vedere i video sul canale betapressTV a cui vi suggeriamo di iscrivervi.

 

Quante verità ha il Laparelli?

 

Istituto Laparelli di Roma – c’è chi scrive e chi no

 

 




DSGA, lo stato bipolare.

Nelle scuole esiste la posizione di Direttore dei servizi generali ed amministrativi, in pratica il vecchio segretario che si occupa di tutta la parte amministrativo contabile dell’istituzione.

Per anni questo ruolo è stato occupato da personale con il diploma di scuola media superiore, con anni di servizio come assistente amministrativo e con una grande esperienza di tutte le procedure della scuola.

Questo perché è un ruolo in cui conta molto l’esperienza.

L’anno passato è stato fatto il concorso per il ruolo di DSGA (sigla che identifica appunto il direttore), ne abbiamo scritto, vergognoso, ma comunque il fabbisogno, anche con quel concorso non è stato soddisfatto.

Per sistemare efficacemente la situazione bastava assumere il personale facente funzione diciamo con almeno 5 anni di incarico e le cose si sarebbero sistemate.

Anche perché uno Stato serio non può sfruttare persone per anni dandogli ruolo e responsabilità ma non il giusto riconoscimento di carriera ed economico.

Ora sembra invece che il concorso che dovrebbe uscire per i facenti funzione sia solo per personale in possesso di titolo di studio equivalente ad una laurea.

Ma stiamo scherzando!!!

Tu stato fai fare questo ruolo per anni a personale senza titolo e poi, quando devi metterlo a  posto, li prendi tutti per il sedere (scusate ma è proprio così) perché dici che non hanno il titolo!!!!

Ma quando ti hanno dovuto parare il sedere, caro stato, non te ne è fregato un accidente se avevano il titolo o no!!!

Titolo che poi non sono comunque riusciti prendersi perché il lavoro a cui tu li hai adibiti è talmente pesante che non gli ha dato il tempo di prendersi una laurea.

Tempo che, invece, hanno avuto magari persone molto meno qualificate e con molta meno esperienza e che tu stato metterai al loro posto facendo un danno gravissimo a te stesso.

MA SEI VERAMENTE BIPOLARE, FATTI CURARE!!!!!!

Ma voglio proprio vedere cosa faranno i sindacati, tessere dipendenti, davanti ad un così evidente sopruso dei lavoratori!!!!

MA BASTA, E’ VERGOGNOSO ASSISTERE A QUESTE MANFRINE CHE POI SI RISOLVONO SEMPRE IN UN MAGNA MAGNA!!

STAREMO A VEDERE SE IN QUESTO CASO CHI DI DOVERE INTERVERRA’.

Volete fare il concorso, va bene allora fatelo per titoli e per esperienze, ovvero i laureati con almeno tre anni nel ruolo e i facenti funzione con almeno sei anni nel ruolo senza obbligo di titolo.

Non ci vuole molto ad essere corretti, ma di certo questo stato bipolare dirà che serve una legge per sistemare questa cosa …

E ALLORA FATELA!!!

quando vi interessa fate leggi in una notte, quando dovete tutelare persone che voi avete buttato nella mischia allora ve ne fregate???

Eh no, care testine di cavolo, fate il mestiere per cui siete pagati, sistemate le ingiustizie soprattutto quando non vi costerebbe nulla, lo potreste fare subito e fareste il bene della scuola che manterrebbe competenze ed esperienza al suo interno, pure introducendo figure nuove, come ha già fatto con il precedente concorso (anche se occorre notare che molti vincitori di concorso hanno poi subito dato le dimissioni, con che danni per lo stato?).

 

Viviamo in un paese che ormai non si vergogna più di nulla, ma noi cittadini, ancora, ci vergogniamo …

 

CONCORSO DSGA, COME SEMPRE UNA VERGOGNA ASSURDA!!!!

Concorso DSGA: note di malcostume italiano




NO COVER BAND: RAD1! INTERVISTA CON CESARE “RAD” ZANOTTI.

 Sono grato di aver potuto porre alcune domande a Cesare “Rad” Zanotti, una persona speciale, una persona vera, autentica!

Un grandissimo professionista ed un artista completo.

Ho avuto modo di vederlo in palco molte volte con i mitici RAD1 di cui è il leader storico ed è stata sempre un’esperienza travolgente… provare per credere!

Ho voluto pubblicare l’intervista per intero, senza alcun taglio perché, fidatevi, non c’è nulla fuori posto nelle considerazioni fatte da Cesare!

Stimo l’artista e stimo l’uomo e forse anche il lettore si appassionerà leggendo la sua… passione! Rock’n’Roll!

PERTH: Ciao Cesare, i nostri lettori sono amanti della Musica, come sono solito dire, con la “M” maiuscola. La domanda che si fanno in molti è: che fine farà nei prossimi anni? E non mi riferisco al tremendo periodo che stiamo vivendo ma anche ai Talent che imperversano nei media o ai Festival, Sanremo in primis.

CESARE: Ciao a te e a tutti i lettori! La domanda che mi fai è la spada di Damocle di qualsiasi musicista/cantante/appassionato di musica. Ci penso ogni giorno e ci vorrebbe un tomo della Treccani (vedi come sono “Old School”?) per esprimere il mio pensiero. Detto questo provo a riassumerlo in pochi concetti. Odio i Talent in generale, non come trovate televisive, in quel senso funzionano alla grande, li odio per come trattano la musica ed i cantanti in generale. Quando sei giovane e non vedi l’ora di diventare “ricco e famoso” firmeresti di tutto per raggiungere il tuo obiettivo ed i Talent si cibano di questa forma malata di arrivismo. I Contratti si firmano un po’ alla cieca prima ancora di sapere se andrai in onda e di fatto sono pagine di paragrafi che fondamentalmente si riassumono in “Nei prossimi X anni se piaccio al pubblico potete fare di me quello che volete”. Diciamo che Amici, Xfactor, The Voice e compagnia bella sono diventati la versione moderna del “patto col diavolo” che Robert Johnson firmò per diventare una leggenda del fingerstyle. L’unica differenza sta nel fatto che mentre R.J. vendette la sua anima per diventare BRAVO ora ci si vende per diventare FAMOSI. E’ molto diverso. Una volta bisognava necessariamente essere BRAVI per diventare famosi oggi invece… beh… è lì da vedere. Tuttavia non credo che né i Talent né Sanremo siano la causa del cambiamento epocale che sta subendo il modo di fare musica. Per esempio: nonostante Sanremo esista da prima dei PINK FLOYD, i PINK FLOYD hanno potuto fare dischi e ancora oggi ascoltiamo in tutto il mondo capolavori tipo “Dark Side of the Moon”, non credi? Il problema vero è un altro e si chiama internet, ovvero il consumo veloce e sconclusionato di musica mista ad immagini, la sensazione di avere tutto a disposizione con un click, la possibilità di skippare traccia dopo pochi secondi, la coscienza che la musica non abbia valore… E qui devo chiedere scusa. Devo scusarmi con un musicista che ho odiato tantissimo (fu facile, lo odiavano tutti!) che risponde al nome di Lars Urlich (batterista dei METALLICA; n.d.a.). Per quanto ancora oggi non brilli né di simpatia né di “altro” beh… sulla questione NAPSTER aveva ragione. L’avvento del peer to peer fu davvero l’inizio della fine. La cosa peggiore fu l’estinzione dei “negozietti” di vinili (Musicassette, CD etc…) e con essa la scomparsa dell’amico al bancone verso il quale si nutriva rispetto e fiducia, l’uomo che ti consigliava le uscite migliori. Si è estinto il rito del: “risparmio, lo compro, me lo porto a casa e lo ascolto”. Il fatto è che doveva andare così. Non c’erano alternative. Di fatto da allora è cambiato tutto.

PERTH: Come e quando è nata in te la passione per la Musica? Ci racconti brevemente la tua storia?

CESARE: Parto col dire che sono l’unico della famiglia con questa passione. I miei genitori non erano musicisti anzi, la loro musica preferita era una canzone che continuavano a cantare a squarciagola e faceva più o meno così: “PIANTALAAAAAAA!!!! ABBASSA QUELL’AMPLIFICATOREEEEEE!!!!” ma quando la scintilla c’è non ci sono ostacoli che tengano, solo il gusto di buttarli giù. Trovo però corretto dire che nel tempo si sono assolutamente redenti e sono diventati miei sostenitori. Avevo sette anni quando mio Zio Cesare (si chiamava come me) mi chiese: “Per il compleanno vuoi una chitarra o un violino?”, ancora prima di dire “chitarra” avevo la mano destra alzata col simbolo delle corna. :-D. Mi iscrissero subito alla scuola di musica di Pavia (Conservatorio “Franco Vittadini”) e il resto è storia. Studiavo musica classica ed ascoltavo i BLACK SABBATH. Non male per un bimbo che frequentava le scuole elementari e per giunta dalle Suore Salesiane. Se ci ripenso mi viene da ridere. Quando ero ragazzo avevo degli amici speciali. Tutti ottimi musicisti e tutti più bravi di me. Nel mio oratorio ce n’erano tantissimi, ma mica bau bau micio micio, gente a mio avviso superdotata fra cui ad esempio colui che diventò poi Jantoman, il tastierista di ELIO E LE STORIE TESE, giusto per citarne uno, ma potrei nominarne almeno venti, tutti mostruosi. E’ stata una benedizione dal cielo, mi bastava sentire loro per migliorare, figuriamoci quando poi ho avuto il privilegio di suonare insieme a loro. In seguito da adolescente fui “obbligato” a cantare in una delle mie prime band, cominciai allora a studiare come un pazzo la voce perché, detto inter nos, ero veramente una pippa. Non ero convinto di fare il cantante fino a quando vidi il tour di Operation: Mindcrime dei QUEENSRYCHE, uscii da quel concerto totalmente cambiato. Avevo ben chiaro che DOVEVO fare quella roba lì. Quando conobbi Geoff Tate (voce dei QUEENSRYCHE) dopo diversi anni glielo dissi: “Io faccio il cantante per causa tua!” e lui: “Che responsabilità! Spero che ti vada bene!” ed io: “Certo non sono il cantante dei QUEENSRYCHE ma non mi lamento!” e scoppiammo in una sonora risata. Comunque il percorso che consiglio anche ai giovani è sempre il solito: scuole, ricerca di insegnanti validi, esperienze formanti e tanta tanta sala prove. Nel mio percorso ho cambiato diverse scuole fino al giorno in cui incontrai Gloria Rusch, corista di STEVIE WONDER, la persona che mi ha ribaltato come un calzino, una vocal coach incredibile, quella che curò tutte le voci dei Mr.BIG nel capolavoro “Lean to it”. Mi prese in simpatia e mi fece capire quando la voce abbia un lato artistico e uno tecnico\fisico senza il quale potresti essere il più grande artista del mondo ma fallire miseramente nell’impresa di essere “cantante”.

PERTH: Il DNA dei RAD1, la Band che guidi da molti anni, si è affermato realizzando brani rivisitati di altri artisti, ci vuoi dire cosa significa NO COVER BAND?

CESARE: Quella definizione ci fu incollata addosso dal gestore di un noto superclub live italiano. Abbiamo sempre cercato (col massimo rispetto) di rendere più “nostre” le canzoni che suonavamo live. Si chiama EGOISMO oppure SUPERBIA, scegli tu (ride). Di fatto venivo da cinque anni di tour ininterrotto coi MISTER X, unica mia esperienza di “cover band” coi quali feci diverse centinaia di concerti. Mi trovavo in un punto di non ritorno per cui il mio “lavoro” era quello di intrattenitore live sebbene io avessi avuto sempre il bisogno di scrivere brani originali. Ho lasciato quella band per inseguire quel sogno: “sopravvivere” di inediti. Si, sopravvivere, non ero desideroso di fama, mi sarebbe bastato placare la fame. :-D. I RAD1 nascono da un progetto di inediti che avevo composto io e che dovevano essere proposti live all’interno di uno spettacolo di cover “sui generis”. Spesso però le cose non vanno come dovrebbero. Non è colpa di nessuno (si, sto mentendo in favore del politically correct) e con un contratto in mano, davvero in mano, ce l’ho ancora… abbiamo gettato alle ortiche il progetto di inediti per continuare nel remaking che però dopo anni è diventato di gran moda. Siamo stati a nostro modo dei precursori… un premio di consolazione. Comunque poco male. Alcuni di quei brani che avevo scritto sono usciti per altri artisti e forse hanno venduto più di quanto potevano vendere con noi… altro premio di consolazione. 😀

PERTH: C’è una “Cover” che non faresti mai neanche ri-arrangiata in chiave RAD1?

CESARE: No. Non credo. Anzi: potremmo lanciare una sfida! Diteci quale secondo voi è il brano più brutto del mondo che lo riarrangiamo e lo facciamo diventare fighissimo! 😀 La musica è un gioco, se non si gioca che musica è?

PERTH: Le tracce del vostro album Chiavichesuonano mi accompagnano da anni soprattutto in auto. E’ un disco che rappresenta a pieno i RAD1?

CESARE: INNANZITUTTO GRAZIE! Mi fa piacere!!! Quel disco Rappresenta i RAD1 del 2001 e con questo non voglio non riconoscerne l’indubbio valore personale e della band, so come è nato e cosa c’è dietro ma io sono essenzialmente un tipo crossover. La musica mi piace TUTTA e non smetto mai di evolvermi quindi chissà cosa succederà domani! Potrei lanciarmi in un progetto progressive-liscio, chi lo sa? In Chiavichesuonano c’erano Rock, Pop, Jazz, Canto a cappella, Heavy… quindi potrebbe succedere tutto.

PERTH: Credo che la passione per la musica porti alla fine ad esprimere delle composizioni originali… hai in parte risposto ma puoi specificare meglio?

CESARE: Il sogno è quello di arrivare agli inediti coi RAD1. Sarebbe facile buttare fuori roba a caso, avremmo già una discografia enorme sulle spalle ma sarebbe spazzatura come la maggior parte della musica inedita degli ultimi anni. Io non so se mai ce la faremo, ma se lo faremo sarà speciale. Almeno per noi. È una promessa… anzi, un giuramento!

PERTH: Credo che un artista debba portare i giovani (e non solo) ad amare l’arte e tu lo fai dal palco ed anche con la RAD1 Music Factory, ce ne parli?

CESARE: : La Factory era nella mia testa già dal 2001. Credo che siano proprio i musicisti con un certo tipo di esperienza e di trasporto emotivo che dovrebbero aprirsi alle nuove leve e raccontare il proprio mestiere con la mano tesa. Purtroppo le realtà che io ho “subito” da allievo (Gloria Rusch esclusa) sono state di musicisti frustrati che non avevano voglia di raccontare la musica agli allievi. Provavano noia nell’insegnare ai meno dotati e “paura” nell’insegnare a quelli che avrebbero potuto diventare loro concorrenti. Ovviamente io appartenevo alla prima categoria. La mia insegnante di chitarra non mi sopportava… cercava di insegnarmi “Asturias” dedicandomi si e no un quarto d’ora in luogo dell’ora che avremmo dovuto fare e si arrabbiava perché nei minuti in cui lei si dedicava ad altro io strimpellavo “Paranoid” (dei BLACK SABBATH). Ecco: quella roba lì non è insegnare. Invece ricordo con gioia e stima il Maestro Gatta che mi ha fatto amare la teoria e i dettati. Ho iniziato a studiare musica prima di imparare le frazioni a scuola, immaginate anche solo la difficoltà di capire cosa mai volesse dire quattro quarti? Notate con che classe ho nominato il Maestro bravo e non ho fatto il nome della Maestra Vangelista… (OPS!). Comunque la Factory è una realtà bellissima, siamo a Pavia, Monza, Piacenza, Casteggio, Cava Manara e forse presto conquisteremo la terza regione che forse i tuoi lettori conoscono bene… Abbiamo Sale Prova e Studi di Registrazione a disposizione degli allievi e insegnanti davvero preparati con un sacco di passione. Si chiama RAD1 Music Factory ma ovviamente non ci insegnano solo i RAD1. Voglio ricordare il mio socio storico senza il quale sarei durato un mese, uno dei miei allievi più validi ed un insegnante impeccabile: Mauro Maggi e l’altra mia socia senza la quale Mauro sarebbe impazzito, la bravissima batterista Verdiana Gariboldi. Non nomino tutto il corpo docente per questioni di spazio ma sono egualmente eccezionali.

PERTH: C’è un’evidente storia della Musica che va onorata ed il Rock è il giusto leitmotiv delle vostre performances live. Come riuscite ad attrarre i ragazzi, abituati alla “superficie” dei vari Mahamod, Lazza, Nitro?

CESARE: Semplice. Li prendiamo a calci nel culo! Ehm… no, forse è un termine un po’ forte se tradotto letteralmente ma gli americani dicono così: “Kick Ass”. In realtà, battute a parte, siamo felici di fare quello che facciamo e forse la gente lo sente, lo vede e lo vive. Nei nostri concerti non mancano mai l’ironia e il sorriso, non ci prendiamo troppo sul serio ma facciamo le cose seriamente. Ecco: diciamo che facciamo seriamente gli scemi che fanno i seri… Ehm.. Boh… No, non lo so. Mi arrendo. Bandiera Bianca. BATTIATO (R.I.P.; n.d.a.)…Cover… Ecco le nostre idee nascono più o meno così. Siamo pazzi. 😀

PERTH: So che sei molto amico di Nillo (il tastierista dei RAD1) e si nota un’unità veramente straordinaria tra voi nei live. Negli anni si sono succeduti diversi artisti al tuo fianco… che rapporto hai oggi con gli altri membri della Band?

CESARE: Dipende. Siamo esseri umani, con i nostri pregi e i nostri difetti. Con qualcuno sono rimasto davvero in rapporti di fratellanza nonostante alcune visioni differenti, con altri meno. Io sono di natura come il “Mio Cuggino” di ELIO E LE STORIE TESE, ovvero “amico di tutti” ma non è che posso convincere a sberloni chi non vuole esserlo con me, sarebbe una contraddizione troppo evidente. Gli “ex” sono sempre ben ritrovati o “mai persi” a livello di amicizia da parte mia. Dai RAD1 nessuno, dico NESSUNO è stato mai mandato via, (tranne un unico caso di cui ovviamente non parlerò) e a chi se ne è andato di sua iniziativa dedico il brano di VASCO: “Eh… Già”. 🙂

PERTH: So che tuo figlio è un vero rocker. Cosa vorresti ricordasse di te quando sarà grande?

CESARE: Beh… Claudio per me è tutto. Darei qualsiasi cosa, farei qualsiasi sacrificio, come ogni padre credo… quando ha compiuto un anno sono caduto nel trabocchetto in cui sono caduti tutti i musicisti e come gli altri ho scritto un brano che però non ho mai pubblicato perché a differenza di qualcuno il mio obiettivo non è “vendere” le mie emozioni. Mi piace condividere i sorrisi, l’amore, le risate, l’energia… ma non venderli. L’ho scritto per Claudio e lo hanno sentito solo la sua mamma e pochissimi parenti che mi hanno implorato di pubblicarlo ma non l’ho mai fatto. In quel brano una frase dice: “Sarò l’uomo del tuo angolo solo se tu me lo chiedi…” ecco, vorrei essere questo per lui. Vorrei fosse libero di inseguire i suoi sogni e vorrei che percepisse la mia presenza quando ne avrà bisogno indipendentemente se io condivida o meno le sue passioni, fossero l’Heavy Metal o la Danza Classica.

PERTH: Hai suonato con Frate Cesare (Bonizzi) in arte FRATELLO METALLO: un mito! Ci racconti questa esperienza e qualche aneddoto?

CESARE: Amo quell’uomo. Ha un coraggio disumano. Per questo ho accettato di salire sul palco al suo fianco… Cioè suonare al Gods of Metal prima dei JUDAS col Frate che growla “Sexus, sexus, sexus! MASTURBATOR INSANAE!!!” non ha prezzo. Ha lo stesso valore di una Crociata in Terra Santa alla ricerca del Santo Graal! :-D. E non è che io sia un cattolico modello… ma mi piacciono le cose pure e vere, per me l’essenza di Dio è quella, non certo la messa domenicale e i sacerdoti in alta uniforme. Quando la cronista dell’ANSA gli chiese durante un’intervista perché facesse Heavy Metal lui rispose: “Ma scusi… la scena di Gesù Cristo in croce, con mani e piedi trapassati dai chiodi, flagellato, con la corona di spine e il costato trafitto da una lancia… lei cosa ci sente sotto? I Canti gregoriani? Io ci sento l’Heavy Metal!” E niente il fratone lì ha vinto tutto e Rob Halford (leader dei JUDAS PRIEST; n.d.a.) …MUTO! :-D. A parte gli scherzi: lo adoro davvero. Ho fatto anche un disco di musica cristiana “tradizionale” con lui. L’ho cantato io e i cori li hanno fatti i miei allievi della Factory. L’ho fatto davvero volentieri.

PERTH: Ci racconti (liberamente!) cosa vuol dire per te essere vocal coach di Fedez?

CESARE: Un vocal coach ha un compito: permettere all’artista di raggiungere i suoi obiettivi e di farlo in tranquillità e in salute, un po’ come un allenatore sportivo, non importa di quale sport si tratti. A parte le battute devo dire che Fedez è stato l’unico artista famoso che ha voluto dire ai fans: “Ho dei limiti e studio” e non solo, ha voluto che io partecipassi al suo film/reality ed ha fatto riprendere le lezioni in cui… ehm… non è che fosse proprio un cardellino diciamo. Non hai idea di quanti accordi di riservatezza ho firmato nella mia carriera di vocal coach perché “quelli famosi” non vogliono far sapere che studiano canto o vanno da un coach. In questo Federico ha davvero fatto molto per la nostra categoria almeno fino a quando non ha dedicato il suo tempo anche ad altro rispetto alla sua musica. Ho sempre sperato che potesse un giorno fare un disco “punk rock” visto che è grande fan di BLINK, GREEN DAY etc… ma mi sa che ormai… Peccato! Avrei portato un suo CD in macchina con me per la prima volta! 🙂

PERTH: Un’ultima domanda: Cesare… il Rock è morto?

CESARE: Sincero? NO. Il Rock non è morto ma ti dirò di più: esisteva prima che la corrente elettrica desse volume alle chitarre. BEETHOVEN non era forse Rock? La musica è da sempre un pugno nello stomaco, una bordata di emozioni e per me il rock è quella roba lì… Non è il Rock ad essere morto ma le nuove generazioni non sanno più cosa voglia dire sudare per ottenere qualcosa. Tramite i Social Network sono tutti convinti di essere quello che credono fino a che non ci sbattono il muso. Sono pornostar in amore, atleti pazzeschi nello sport, grandi opinionisti su qualsiasi argomento, esperti in qualsiasi cosa e grandi pop star nel campo della musica… Poi c’è la vita reale che prima o poi capita a tutti. E si pigliano le mazzate… Booom!  Così dal nulla non saranno più quelle grandi cose che credevano di essere e si accorgeranno che il loro pisellino sembrava un menhir solo ai loro occhi. Cosa devo dirti? Io sono un cinquantenne con quasi quattromila concerti nello zaino e mi fa male vedere come viene trattata la musica e come i giovani si trattino male. Speriamo in una rinascita delle menti, in una ripresa delle emozioni vere. Quando succederà il Rock sarà lì ad aspettarli pronto a prenderli a calci nel culo (nel senso inglese e positivo del termine). Forse non si farà più nello stesso modo, forse cambieranno gli strumenti… ma il Rock sarà sempre Rock. Con qualsiasi mezzo venga fatto… il Rock vivrà sempre, ne sono certo. Anche Pete Townsend (chitarrista degli WHO; n.d.a.) diceva che il Rock’n’Roll era trasportare enormi amplificatori in giro per il paese, già con l’avvento dei Kemper e degli ampli digitali il Rock aveva cambiato forma e definizione… chissà cosa sarà domani… Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fino a qui. Vi mando un grosso abbraccio!

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PERTH




ANPE: Laurea in pedagogia inutile, cancelliamola!

                                                             

 

COMUNICATO STAMPA del 20.05.2021

 

Con i recenti provvedimenti, ultimo dei quali è il Decreto Sostegni bis, approvato il 20 maggio 2021, la necessità di un intervento primariamente pedagogico, per cercare le soluzioni al disagio giovanile, è stata ulteriormente ignorata dal Governo ed in particolare dal Ministero dell’Istruzione, con il quale nell’agosto scorso le associazioni rappresentative dei pedagogisti e degli educatori socio-pedagogici, ha sottoscritto un apposito Protocollo d’intesa.

Il recente stanziamento di venti milioni di euro a sostegno dei servizi di psicologia, fondi che si aggiungono a quanto stanziato già in precedenza, indica come la “sanitarizzazione” sia impropriamente ritenuta dalla classe politica la via elettiva per la soluzione dei problemi educativi e formativi che vengono espressi nei vari contesti, in particolare nella scuola.

Di fatto, con tali provvedimenti, la pedagogia ed i pedagogisti vengono estromessi dalla società e dalla scuola, quest’ultima sempre ritenuta il loro àmbito elettivo.

Questo peraltro significa che le lauree magistrali in scienze dell’educazione e della formazione sono pressoché inutili, in quanto le opportunità lavorative indicate dai piani di studio universitari nella realtà sono concesse ad altri professionisti, privi delle necessarie competenze. Quindi, i corsi di laurea magistrale in scienze dell’educazione e della formazione perdono la loro ragione di essere e il perdurare di tale situazione induce a proporne la cessazione.

Va inoltre sottolineato come a tale punto si sia giunti anche “grazie” al disinteresse, al silenzio e all’accondiscendenza da parte di molti docenti universitari, alcuni dei quali peraltro privi di laurea in Pedagogia o Scienze dell’Educazione.

Disattenzione in alcuni casi millantata come fattivo interesse al riconoscimento della professione di Pedagogista, quando unico atto utile e necessario dovrebbe essere il suo ordinamento mediante la costituzione dell’Ordine e del relativo Albo.

Le risorse e la capacità di resilienza dell’essere umano indicano che i processi educativi e formativi non possono e non devono essere considerati alla stregua di meri eventi patologici e dimostrano che la strada da seguire non è quella imboccata.

 

La Presidente nazionale ANPE

Maria Angela Grassi

 




“Il Miracolo del Mattino”

Galeotto fu Clubhouse …

Alle sei e trenta del mattino, nel corridoio di Clubhouse, si apre una stanza che può cambiarti la vita.

La “Room”, che prende ispirazione dal libro “The Miracle Morning – Trasforma la tua vita un mattino alla volta” di Hal Elrod, è il punto di incontro per Esseri Umani che desiderino condividere il “segreto per trasformare ogni ambito della loro vita, molto più velocemente di quanto si possa immaginare …  l’approccio più semplice che si possa adottare per imparare a vivere la vita che si è sempre desiderata”.

Il tutto all’insegna della Condivisione di Conoscenza, Saggezza e Amore, in tutte le sue forme e in ogni area dell’Esistenza.

Ma facciamo un passo indietro. Nato nel mese di marzo dello scorso anno, Clubhouse – da molti definito anche come “social audio” e “social network vocale” – è il social network basato unicamente sul potere della voce.

Qui nascono ogni giorno – per iniziativa di Imprenditori, Artisti, Autori, Esperti nei rispettivi ambiti – delle “Room” che accolgono, a qualsiasi ora del giorno e della notte, migliaia di utenti in tutto il mondo.

E veniamo al 4 maggio 2021.

Riparto da qui

Chi mi segue abitualmente sui social e in particolare sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti” sa che ho un Progetto di valore sociale, ‘Ondina Wavelet World’, il cui Scopo è creare una Cultura basata sui Valori e sull’uso consapevole di un Linguaggio “High Vibes”, per innalzare il proprio stile di vita a un’ottava superiore.

La stanza “Il Miracolo del Mattino”, prendendo ispirazione dall’omonimo libro, è in perfetta risonanza con il “Big Why” della nostra acquatica Eroina: una cassa di risonanza in cui Valori come Integrità, Autenticità, Coraggio, Perseveranza, Amore – e l’elenco potrebbe continuare all’infinito – trovano la loro libera espressione.

Come in ogni altra Room di Clubhouse si interagisce con la voce, e lo si fa assumendo il ruolo di Creatore della Stanza, Moderatore, Speaker o semplice ascoltatore.

Chi è nell’audience può alzare la mano quando si sente pronto a intervenire e i moderatori hanno facoltà di accoglierlo sul “palco” degli speaker. Semplicemente geniale.

 

Due sveglie e un caffè all’americana

Devo a Clubhouse e a questo gioioso appuntamento mattutino, l’aver sovvertito le mie abitudini da artista.

Sono (quasi) sempre andata a dormire alle quattro del mattino per alzarmi alle 11:00.

Consideravo la notte un tempo sacro: il tempo della creatività, dell’ispirazione, della meditazione.

Ora mi corico a mezzanotte – massimo l’una – per alzarmi alle 06.25.

Mi ci sono volute due sveglie e un caffè all’americana per instaurare questa nuova, radicale abitudine!

E, cosa alquanto sorprendente, ci sto prendendo gusto a respirare il fresco profumo del mattino, mentre ammiro il primo raggio di sole riflettersi sul lago, ammantando d’oro il golfo della “mia” Lugano.

Ancora non ci credo: sto rinascendo a me stessa.

 

Vivo un Miracolo ogni Mattino

Chi si alza presto la mattina, specialmente se deve autodisciplinarsi per farlo, ha una mente predisposta al Cambiamento.

Chi ha il coraggio di cambiare ha il coraggio di rimettere in discussione la propria Identità, le proprie Convinzioni, le scelte fatte fino a quel momento … a costo di ripartire da zero!

Chi è pronto a ripartire da zero attribuisce alla parola “errore” il significato di “opportunità di apprendimento”, “sfida con se stessi”, “resurrezione a nuova vita”.

Chi è disposto a rinascere a se stesso, infine, non dà retta ai giudizi di chi non osa fare altrettanto: è libero di essere chi è e di perseguire il proprio Scopo, “no matter what”.

Per quanto mi riguarda, l’aver fatto finora tredici traslochi mi ha insegnato che il “nido” più sicuro è quello creato da Esseri Umani che scelgono liberamente di amarsi e, nel rispetto delle loro differenze, decidono di perdonarsi, proteggersi e valorizzarsi. Ogni giorno.

Agli inevitabili marosi della vita ho imparato a non reagire opponendo resistenza, ma a “fluire” nel riposo della Fede, sicura come sono che, nei suoi modi e tempi, l’Esistenza ristabilirà l’Equilibrio.

Sarà forse per questo che, fin dal mio primo ingresso nella Room del Miracolo del Mattino, mi sono sentita “a Casa”?

 

… e inizio al meglio la giornata!

Non credo nel caso. Credo che a ogni stadio del nostro Percorso evolutivo ci sintonizziamo su diversi livelli di “Realtà”, più o meno vicini alla Luce – nostra comune Sorgente di Provenienza, nostro comune Oceano di Destinazione.

Solo un mese fa dormivo, alle sette. Oggi invece faccio colazione con Esseri Umani inclini all’Eccellenza come Stile di vita: un gruppo di Pari dove chiunque trovi il coraggio di alzare la mano e dire la sua, è il benvenuto.

Obiettivo comune: ritrovarci per libera scelta, stare insieme per Amore, crescere insieme fino a che, per il principio dei vasi comunicanti, ciascuno di noi abbia acquisito Parole, Pensieri, Convinzioni, Valori e Atteggiamenti tipici degli abitanti del Regno dell’Abbondanza come Stile di Vita.

In questo Regno è assente il falso valore della “competitività”: qui, a manifestarsi, è la Frequenza della “Condivisione” di strategie, supporto e know how tra menti ri-programmate per il Successo e la Felicità.

Qui, “Successo” vuol dire: scoprire Chi noi siamo e quale sia la nostra Mission, il nostro Contributo di Valore.

Qui, “Felicità” vuol dire: vivere il Presente come “Dono” (lo dice la parola stessa!). Ringraziare in ogni tempo e per le più piccole cose, non dando nulla per scontato. Condividere, con chi ne ha bisogno, quel che la Saggezza ci ha lasciato in tanti anni di esperienza. Cogliere ogni buona occasione per migliorarci, imparando da chiunque. Soprattutto, amare: prendendo esempio dal sole che brilla su noi tutti o dalla pioggia, che cade su noi tutti a prescindere da titoli o meriti.

La Buona Notizia è che questo Regno non è da qualche parte, “là fuori”: il Regno dell’Abbondanza è in ciascuno di noi! Ciascuno di noi può, guardandosi dentro, “accorgersi” di avere, dentro di Sé, l’intero Universo.

 

Nel Palinsesto di Tele Ondina, c’è una novità

Ci sentiamo dal lunedì al venerdì alle 06:30, Amici. Su Clubhouse, nella Stanza dedicata al Miracolo del Mattino!

Ad accogliervi nella Room Massimiliano Mazia (imprenditore e mental coach), la moglie Silvia Matesic (imprenditrice), Massimo Russo (stilista di moda) e altri virtuosi Eroi: Edoardo Noferi, Giorgia Morosi Visentin, Gianni Di Nardo e … la sottoscritta!

Per rendere visibile e operativa la virtuosa Liaison tra il Fantastico Mondo di Ondina e il Miracolo del Mattino abbiamo inaugurato il Talk Show “Born 2 Win”, trasmesso in Live Streaming ogni due giovedì alle 20:30 sul Canale YouTube “Jasmine Laurenti”, Patreon, Twitch, LinkedIn e, in differita, su Rumble e Lbry.

A ogni puntata, in diretta concorrenza con il tiggì delle non buone notizie, si parla di Valori e di Parole belle e buone.

In pratica, è la versione video della virtuosa Room mattutina.

Il primo episodio è qui.

Con Amore,

Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti)