COMPAGNI DI VIAGGIO: OMAR PEDRINI

Voglio parlarvi di un amico quest’oggi: Omar Pedrini.

Non intendo recensire il suo ultimo lavoro discografico: COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI (in promozione live in Italia in questi mesi), ci sono articoli ben fatti e completi.

Non scriverò nemmeno della sua vita privata perché ho letto molte cazzate “ad effetto” ultimamente e fra l’altro a breve uscirà la sua Biografia ufficiale. Voglio invece parlarvi di quello che “Zio Rock” è stato per me nel tempo, quello che ha prodotto dal punto di vista musicale e non solo.

“Incontrai” Omar (o meglio i TIMORIA) nel lontano 1992.

Un caro amico “funkettaro” mi regalò il vinile di “STORIE PER VIVERE”, terzo album in studio dei TIMORIA, reputandolo troppo “cantautoriale” per i suoi gusti. Il disco mi sembrò subito una novità nel panorama Rock nazionale e la track nr. 3, “Atti Osceni” letteralmente mi paralizzò!

Le altre “firme” di Pedrini dello stesso album, che hanno accompagnato momenti di gioia e di melanconia e che mi accompagnano ancor oggi, sono “Ora vai” e “Fiore di ghiaccio”.

“Era fatta”! Pensai, avevo trovato finalmente la mia band ed il suo leader indiscusso mi stava trasmettendo sensazioni mai provate.

Comperai subito i primi due album dei TIMORIA (COLORI CHE ESPLODONO e RITMO E DOLORE) e credo di aver ascoltato in quell’anno solo questi tre album, al netto di alcune band della scena newyorchese e di Seattle. Per inciso “La Nave” contenuta in RITMO E DOLORE, geniale canzone cantata “a cappella” dai 5 componenti (oltre ad Omar – chitarra e voce, Illorca – basso e cori, Diego Galeri – batteria, il “maestro” Enrico Ghedi – tastiere e Francesco Renga – voce) è una delle canzoni che canto spesso con gli amici, unico pezzo inserito in una scaletta di canzoni di montagna che va da “Signore delle Cime” ad “Ai preat la biele stele” passando per “La Montanara” ed “Il Capitan de la Compagnia”.

Arrivò finalmente il 1993… perché dite voi? Perché una fresca mattina autunnale mi svegliai, accesi la tele (rigorosamente MTV! N.d.a.) ed in trasmissione c’era il video di “Senza Vento” prima song del Concept Album VIAGGIO SENZA VENTO.

Caro lettore, ti prego di fidarti di me! Inutile che citi, spiegandoti cosa sono, “Sangue Impazzito”, “Verso Oriente”, “Freedom”, “Piove” (la mia preferita!) e “Come Serpenti in Amore”… compra il LP (se lo trovi te lo consiglio!), il CD o scarica le tracce in mp3 dell’album VIAGGIO SENZA VENTO, non puoi rimanere senza nel tuo archivio musicale!

L’album successivo 2020 SPEEDBALL del 1995 fu la conferma che quel che cercavo era proprio questo: qualcuno che con canzoni Rock potesse parlare al cuore! 2020 SPEEDBALL è la sintesi perfetta del pensiero che ho cercato di proporre nei miei articoli in BetaPress.it!

Omar Pedrini ha espresso in modo esemplare, 22 anni fa, quel che sta accadendo oggi, in cui la realtà virtuale è la nuova droga (Omar fu premonitore anche circa i Social, che non esistevano all’epoca; n.d.a.) ed i falsi artisti e personaggi televisivi, che si proclamano i nuovi santoni (vedi i TALENT!!!), sono la falsità pura.

Ma Omar non si ferma ad accusare, in 2020 SPEEDBALL propone una soluzione: la ricerca dei veri valori come amicizia, amore e compagnia. Un esempio di coerenza negli anni è la struggente canzone “Freak Antoni”, dell’ultimo album solista COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI uscito all’inizio di quest’anno, che narra la storia di un grande valore: l’amicizia con il leader degli SKIANTOS, appunto Freak Antoni, scomparso nel 2014… ecco chi è Omar Pedrini!

ETA BETA (1997) è stato l’ultimo album con Francesco Renga alla voce (sostituito da Sasha Torrisi; n.d.a.), e personalmente penso, pur apprezzando, e non poco, la sua voce che sia stato un vero traditore non solo nei confronti della Band ma nei confronti del Rock italiano in genere!

Il nuovo ciclo dal 1999 in poi, vede Omar & Co. impegnati in altri tre album: 1999 (1999), EL TOPO GRAND HOTEL (2001) e UN ALDO QUALUNQUE SUL TRENO MAGICO (2002). Da solista Omar ha continuato a “parlare”, a “gridare” ad “incitare” soprattutto i giovani! COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI è emblematico in tal senso!

Ma anche BEATNIK (1996), VIDOMAR (2004), PANE BURRO E MEDICINE (il disco, del 2006, rievoca la sua malattia e nasce dopo una lunga inattività a causa di una operazione a cuore aperto subita dopo un aneurisma aortico ed il caro Omar è stato molto vicino al “punto di non ritorno” ma, Guerriero com’è, ce l’ha fatta! N.d.a.) ed il bellissimo CHE CI VADO A FARE A LONDRA (2014), sono tutti album che hanno storie bellissime e anche dolorosissime.

Sono particolarmente grato ad Omar anche per una recensione del primo album della mia band (UEMMEPI; n.d.a.) nel 2008 durante il Programma Nu-Roads di RAI2 che ha condotto per due anni scoprendo e proponendo nuovi talenti davvero originali.

Vorrei parlare dei concerti che ho seguito sin da giovane dei TIMORIA ed anche di Omar da solista, vorrei parlare di innovazioni tecniche che hanno cambiato il modo di scrivere musica, vorrei parlare anche delle collaborazioni artistiche di Omar, vorrei approfondire alcune canzoni che potrebbero diventare inni alla vita, vorrei dirvi di alcuni bellissimi messaggi che Omar ed io ci siamo scambiati, vorrei insomma dire milioni di cose su Omar … ma non basterebbero 100 fogli.

Concludo però dicendo quel che mi sta a cuore: Omar Pedrini in modo semplice e discreto ma anche deciso e autentico è stato ed è tuttora un vero e proprio compagno di viaggio!

 

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Perth




Furti nelle Scuole, Palermo sotto scacco, Ancodis arrocca.

I furti nelle scuole sono evidente segno di mancanza di cittadinanza da parte di persone che ci ostiniamo a  chiamare cittadini; in una situazione così difficile come quella della scuola italiana rubare nelle scuole oggi è come rubare in chiesa, è in realtà rubare a se stessi, depredare l’unico strumento che possa cambiare questo paese.

Palermo primeggia per furti nelle scuole, elementari, medie, superiori, nessuna viene lasciata tranquilla, nessuna esclusa. Eppure quello che dovrebbe essere uno sdegno nazionale viene oggi visto come una specie di obbligato passaggio per poter sopravvivere, una specie di “e va bene, almeno non hanno rotto altre cose”, quasi un grazie ai ladri che si sono limitati a rubare e non hanno fatto atti vandalici.

La situazione ci rappresenta anche come ormai la parola delinquente sia insufficiente per definire coloro che si macchiano di un reato così vile e squallido, così tanto di basso livello che chi lo compie altro non è che un animale, un essere che privo di ogni capacità etica che ormai non ha ragioni di esistere sulla faccia della terra.

ANCODIS ci manda questo suo grido di allarme e di sdegno che volentieri pubblichiamo:                                                                                            

L’Associazione Nazionale Collaboratori dei Dirigenti Scolastici – nell’apprendere la vile aggressione subita dall’I. C. Rita Levi Montalcini del quartiere Borgo Nuovo di Palermo nella quale sono stati sottratti agli alunni 18 computer dall’aula di informatica oltre quelli degli uffici di segreteria – esprime la propria solidarietà alla DS, ai suoi collaboratori, al personale e, soprattutto, agli alunni che sono stati danneggiati da questo grave oltraggio.

Si tratta di un’aggressione all’Istituzione che ha tra gli obiettivi primari quello di formare onesti e leali cittadini.

Lunedi 31 luglio una delegazione di ANCODIS Palermo si recherà alla scuola Rita Levi Montalcini per manifestare la propria vicinanza e riflettere su quali iniziative intraprendere nella città di Palermo a tutela delle scuole cittadine.

Questi attacchi perpetrati da delinquenti privi di ogni attenzione ai propri figli che magari frequentano quella Istituzione Scolastica, purtroppo si ripetono nel tempo e mettono ancora più in ginocchio la nostra martoriata scuola italiana ed, in particolare, palermitana.

In tante provincie italiane – da nord a sud –  avvengono queste azioni delinquenziali che recano un grave danno ad alunni e docenti limitando soprattutto il proseguimento del loro progetto educativo-didattico.

Nella nostra Associazione siamo molti, anzi moltissimi, i Collaboratori che possono raccontare di un’aggressione subita dalla loro I.S.!

Non possiamo non urlare da tutta Italia la nostra indignazione: togliere un solo euro, un computer, uno strumento ad una scuola significa negare una prospettiva di crescita umana e culturale alle nostre giovani generazioni soprattutto nei territori più sfortunati.

Per queste ragioni, ANCODIS propone di istituire nel calendario scolastico nazionale la GIORNATA A DIFESA DELLA SCUOLA contro ogni attacco violento che subisce quotidianamente ad opera di delinquenti privi di ogni scrupolo etico e morale.

In questa giornata si rifletta sull’importanza della “difesa” della Scuola e si svolga una iniziativa pubblica con tutti i rappresentanti istituzionali in una scuola vittima di aggressione con la stessa attenzione con la quale si ricordano – giustamente – altri momenti.

 

Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo

Antonella D’Agostino, Presidente ANCODIS Catania

Mara Degiorgis, Presidente ANCODIS Cuneo

Federica Gambogi, ANCODIS Firenze

Renato Marino, Presidente ANCODIS Siracusa

Cristina Picchi, Presidente ANCODIS Pisa

 

 

 




A.N.Co.Di.S. lotta estrema contro le ingiustizie

Seguiamo con grande attenzione l’Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici che sempre più sta illustrando il suo pensiero e dimostrando come la figura del collaboratore del Dirigente, il vecchio Vice Preside, ha sempre più importanza sopratutto oggi, momento nel quale tra reggenze e carichi onerosi di responsabilità del dirigente la figura del collaboratore diviene fondamentale.

La Scuola è purtroppo gestita con Miopia assoluta, gli stipendi sono troppo bassi e non c’è bonus che tenga per ripagare chi ci mette il cuore nella scuola. Certo c’è anche chi non si merita un euro, ma non si può colpevolizzare una categoria per due mele marce.

L’Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici si batte per una scuola giusta e noi siamo con lei.


COMUNICATO STAMPA

In merito al ritiro dell’emendamento Puglisi relativo al distaccamento dalle attività di docenza (ex esonero) per “un docente individuato dal dirigente reggente tra i soggetti di cui all’art. 1 comma 83 della legge 107/2015” nelle I.S. in regime di reggenza, l’Associazione Nazionale Collaboratori DS dichiara – con amarezza – che in Parlamento si continua a “giocare” con la Scuola Italiana ed i suoi lavoratori. Con la vicenda vaccini, infatti, si è voluto ancora una volta dare un altro duro colpo alla scuola. Si è dimostra l’insipienza e l’incapacità di guardare alla scuola in una visione di sistema unitario. Intanto si è usata una emergenza (gestione amministrativa vaccinazione alunni da parte delle scuole) per affrontare un’altra emergenza e cioè le scuole in reggenza (nel prossimo anno si stimano in circa 1900). E di mezzo ci siamo noi, i collaboratori dei ds, vittime di questi politici che usano le emergenze per fare scelte inadeguate, avanzando proposte risolutive ancora peggiori!! In questa vicenda, si sarebbe potuta trovare un’altra soluzione più ragionevole e senza costi: riassegnare a tutte le scuole che ne sono prive una unità di potenziamento consentendo al DS, nell’ambito dell’organico dell’autonomia, di dare il distaccamento al suo collaboratore!! Si dava cosi una duplice risposta: ai ds – reggenti e non – che si sarebbero trovati in condizione di avere un collaboratore a tempo pieno; ai collaboratori che avrebbero dedicato tutto il loro servizi contrattuale e ben oltre alla governance della scuola. Adesso invece avremo molti collaboratori che dovranno assolvere al loro lavoro di docenza in condizioni tali da non potere svolgere la funzione loro conferita e DS che dovranno fare a meno di un collaboratore che assuma a tempo pieno deleghe e carichi di lavoro. E’ chi subirà i danni? Sicuramente gli alunni in primis e l’I.S. che si troverà a dover affrontare emergenze su emergenze con una governance depotenziata. E cosa diranno a tal proposito le OO.SS. e le Associazioni dei DS? Rinunceranno – come dichiarato da più parti – a prendere gli incarichi di reggenza?
Come mai per i tanti “distaccati” negli uffici, nei sindacati, nei settori degli uffici scolastici centrali e periferici si sono trovate le unità per la copertura mentre per i collaboratori dei DS tutto questo risulta complicato se non impossibile? La Scuola italiana è in una condizione di emergenza forse mai così acuta! A questo punto, il Governo deve intervenire per rimettere ordine in tutta questa vicenda che ha solo fatto altro danno alla già martoriata Scuola Italiana. Occorre un provvedimento d’urgenza che metta le scuole senza DS titolare o in aspettativa in condizioni di funzionare in modo efficiente ed efficace nel settore gestionale ed organizzativo. I Collaboratori in queste scuole – come hanno sempre dimostrato – sono pronti ad assumere impegni a favore delle loro I.S.: mettiamoli in condizione di farlo e di dimostrare la loro professionalità riconoscendo loro responsabilità con “incarichi annuali di gestione”. Un sistema complesso qual è la scuola di oggi necessità di scelte che devono guardare alla qualità didattica del servizio offerto ad alunni e famiglie tenendo però conto delle necessità organizzative e gestionali. Non può esserci una buona offerta formativa senza un’ottima governance affidata ai DS ed ai loro Collaboratori che devono essere messi in condizione di prestare il loro servizio con professionalità e competenza nell’esclusivo interesse dell’I.S. Per queste ragioni invitiamo tutti a riflettere sulle possibili soluzioni che dovranno essere prese dalle Istituzioni preposte – sempre con l’urgenza che ci caratterizza – entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Ed ANCODIS è pronta a dare il proprio contributo di idee.

Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo
Mara Degiorgis, Presidente ANCODIS Cuneo
Renato Marino, Presidente ANCODIS Siracusa
Cristina Picchi, Presidente ANCODIS Pisa
Silvia Zuffanelli, Presidente ANCODIS Firenze




UDIR contro le sigle dello “status quo”!

Ci piacciono i combattenti, siamo sostenitori di chi prende in mano il proprio destino e prova a cambiarlo, è questo il motivo principale per cui la redazione di Betapress segue molto da vicino le iniziative del nuovo sindacato dei Dirigenti Scolastici UDIR.

 

 

Partito in sordina con un semplice convegno a Palermo lo scorso mese (leggi qui) oggi il sindacato UDIR ha già realizzato molti incontri ed ha ormai il 25% di quota di iscritti tra i presidi siciliani.

La battaglia che i Dirigenti iscritti all’UDIR vogliono portare avanti è quella della giusta retribuzione per le corrette responsabilità affidate al ruolo del dirigente scolastico.

Un argomento da sempre snobbato da tutte le sigle sindacali che invece portavano avanti ideologiche battaglie per il riconoscimento della dirigenza unica della pubblica amministrazione, senza ottenere gran ché…

Dopo il lancio dei primi comunicati stampa di UDIR tutte le sigle sindacali hanno preso a cuore il tema della retribuzione della dirigenza scolastica (ma dai… N.d.R.) emanando proclami ed organizzando convegni in extremis nelle stesse (o molto vicino) località dove si sono tenuti i convegni di UDIR.

A noi di Betapress pare che le “vecchie” sigle sindacali siano molto spaventate da questa nuova effervescente sigla che, tra l’altro, proprio nell’ottica di ragionare sul fatto che i dirigenti non hanno stipendi commisurati alle responsabilità che gravano su di loro, ha applicato la tariffa di iscrizione più bassa in assoluto.

A Roma, sabato 18 marzo 2017, si terrà ancora un incontro UDIR per stimolare i dirigenti a “fare qualcosa” come dice Marcello Pacifico, presidente Anief “qualsiasi cosa purché non sia quello che fate adesso, ovvero star fermi!!” 

In un mondo di sindacati che guardano alle tessere ed alle loro posizioni, non dimentichiamo che nel mondo del sindacato della scuola ci sono persone che occupano da più di vent’anni le stesse posizioni (alla faccia del largo ai giovani N.d.R.), questo UDIR potrebbe essere qualcosa di cui sentiremo parlare a lungo.

 




ADIDA, MIDA, CDP, importante convegno per le ragioni del NO

 

Sabato 26 novembre 2016, presso l’Hotel Cavalieri in Piazza Missori a Milano, ha avuto luogo un significativo Convegno per il NO al REFERENDUM organizzato dal CDP Comitato Docenti Precari e le associazioni ADIDA e MIDA.

Le tre sigle_dsc3356 si battono da anni per la tutela dei docenti e della scuola italiana e sono da sempre in prima fila per il riconoscimento dei docenti precari.

Valeria Bruccola, Coordinatrice Nazionale ADIDA, introduce i temi della manifestazione con Rosa Sigillò, Responsabile Nazionale MIDA Precari, e Mimo Bruni responsabile del CDP comitato docenti precari; la lotta vede unite le tre sigle e le coinvolge direttamente: la difesa della Costituzione passa attraverso la difesa della scuola, ultimamente così oltraggiata da leggi senza costrutto.

Dopo un breve racconto di come le tre associazioni abbiano sempre difeso i diritti dei precari e del mondo della scuola, Rosa, Valeria e Mimmo introducono e ringraziano i vari ospiti del convegno, dando inizio ai lavori.

 

 

 

 


imposimato intervistato dalla cronista di betapress

Ospite d’onore e grandissimo mattatore della manifestazione, Ferdinando Imposimato, magistrato, politico e avvocato italiano, nonché presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. Si è occupato della lotta a cosa nostra, alla camorra e al terrorismo in Italia: è stato infatti giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato al papa Giovanni Paolo II del 1981, l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione; suo fratello, Franco Imposimato, è stato ucciso dalla camorra nel 1983.

Attualmente si occupa della difesa dei diritti umani, ed è impegnato nel sociale. È stato inoltre scelto per il riconoscimento di “simbolo della giustizia” dall’ONU, in occasione dell’anno della gioventù.

Imposimato ha esordito con un’affascinante disanima di come questa riforma istituzionale leda i principi della democrazia.

“Se dovesse vincere il Sì” enfatizza Imposimato “finisce la democrazia, perché l’apparente riduzione dei costi della politica, implica, in realtà, un attacco alla sovranità del popolo che non esercita più il suo diritto di voto”; è infatti illegittimo che un popolo non voti direttamente chi legifera per conto suo.

“Viviamo in un momento pericoloso in cui la democrazia è sotto attacco” continua Imposimato” Chi ha scritto questa riforma: dei consulenti esperti o dei governanti che in abuso alle loro funzioni (in molti paesi chi è al governo non può partecipare alla scrittura di modifiche costituzionali NdR), esercitano una menomazione della democrazia? Come possiamo essere tranquilli davanti a questi quesiti truffaldini che danno in realtà enormi poteri al presidente del consiglio svuotando invece i compiti ed i poteri della corte costituzionale, del consiglio superiore della magistratura e del presidente della repubblica?? Ma ancora più grave questa riforma accompagnata a questa legge elettorale inibisce la possibilità che l’opposizione diventi maggioranza”.

Imposimato ricorda come il cittadino venga creato nella scuola, da suddito a cittadino, ed osserva con apprensione come questa scuola italiana sia oggi sotto il massimo pericolo dell’estinzione, specie verso un pericoloso passaggio e potenziamento della scuola privata.

Dopo il Presidente Imposimato il microfono è passato a Elio Lannutti, Presidente dell’Associazione dei Consumatori ADUSBEF (eletto al senato, membro della 6ª Commissione permanente – Finanze e Tesoro, della Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale – Enti Gestori, della Commissione Speciale per il controllo dei prezzi, e della delegazione Nato)lannutti, che ha sottolineato la grave responsabilità che pesa sulla stampa rispetto alla mancata informazione del referendum.

I giornali sono sempre più asserviti al potere e rappresentano un pericolo per la democrazia.

Citando Roberto Scarpinato, Lannutti ha evidenziato che “la riforma toglie il potere al popolo e lo consegna alla mafia finanziaria”.
Lannutti, come sempre preciso e lineare, ha descritto i retroscena di questo referendum in cui la grande ombra di JPMorgan aleggia sull’Italia, come sugli altri paesi periferici (Portogallo, Spagna, Grecia) proprio nel tentativo di distruggere le costituzioni nate come baluardo alla dittatura; la costituzione secondo JPM deve essere riformata perché intralcia la libertà della finanza di muovere i mercati verso l’interesse di pochi e non verso i diritti di tutti.

Uno stato di diritto come il nostro, è scomodo. Per la “mafia bancaria” è meglio un tacito clientelismo, nel cui scenario Napolitano rieletto Presidente con modalità quantomeno incostituzionale, nomina Renzi a fare da marionetta nelle mani dei sicari, togliendo il potere al popolo per difendersi.

Dobbiamo difendere i diritti di tutti, voto per voto, non possiamo consegnare questo stato nelle mani delle mafie bancarie, dobbiamo difendere la scuola ed i giovani, dobbiamo ridare la speranza ai nostri figli, difendere la costituzione da questo ducetto da quattro soldi.

Terminato l’interessante punto di Lannutti, prende la parola l’Onorevole Fabio Rampelli (ex atleta azzurro di nuoto, di professione architetto; eletto deputato nelle liste di Alleanza Nazionale nel maggio 2001, viene rieletto nell’aprile 2006 sempre per AN, alle elezioni anticipate del 2008 AN confluisce nel PDL e quindi viene rieletto deputato), che sottolinea come il nostro Parlamento, illegittimo, dovrebbe essere più umile e prudente nell’ intervento costituzionale.

rampelli

“Viene tolto ai cittadini il diritto di scegliere il proprio rappresentante” irrompe Rampelli “Questa riforma sta spaccando in due il Paese, gli Italiani non sono conservatori, ma stanno invece verificando sulla loro pelle che il sistema non funziona. Anche il discorso del bicameralismo perfetto che viene eliminato non corrisponde alla realtà, perché un senato non eletto potrebbe addirittura bloccare una camera eletta dal popolo.”

“Gravissima poi la confusione sulle attribuzioni dei poteri stato regioni” incalza Rampelli” che già oggi funziona male, ma figuriamoci se il governo centrale si arroga il diritto di intervenire in qualsiasi questione! Nessuno infatti, già oggi, fa più manutenzione nelle scuole e sulle strade per la confusione nelle competenze.

Così, dando ancora meno potere alle regioni, permettendo ai politici di eleggere dei politici, si peggiorerà la situazione”.

Rampelli conclude che gli uomini liberi possono difendere la loro libertà votando NO.

 

 

_dsc3488La Senatrice Alessia Petraglia, eletta al senato nel 2013 in Toscana, per Sinistra Ecologia e Libertà, ha ripreso il discorso sostenendo che “lo slogan votare Sì per cambiare è un inganno. È da tre anni che continuiamo a cambiare e va sempre peggio… Basta pensare al risultato della Buona Scuola…

Bisogna cambiare quelle leggi che diminuiscono la libertà e i diritti dei cittadini e non la carta costituzionale che ne è la garanzia. Il clima intimidatorio comparso in questi ultimi giorni nelle piazze e nelle scuole contro delle forme di protesta, ci deve fare allarmare: adesso siamo una repubblica parlamentare, ma domani rischiamo di diventare una nuova dittatura?”

 

 

Gianmarco Centinaio, nel 2013 eletto Senatore per la Lega Nord, sostenitore dei diritti degli insegnanti, con un simpatico ante litteram racconta come i 48 padri costituenti che con orgoglio hanno steso la nostra costituzione, sono stati oggi sostituiti dagli attuali padri prostituenti della politica.Centinaio

Ricorda la battaglia per la scuola fatta da tutti i docenti sia stata poi tradita dagli stessi personaggi del PD che dicevano che avrebbero aiutato durante le votazioni a cambiare la legge.

Ribadisce come “la Schiforma sia frutto dei 1000 giorni di governo renziano che hanno dimostrato come le riforme del lavoro, della scuola, della pubblica amministrazione (in questi giorni bocciata dalla corte costituzionale), delle  forze dell’ordine non stiano in piedi. Perché mai dovrebbe funzionare la loro riforma della costituzione?”

 

 

caterina spinaCaterina Spina, CIGL, rileva che la nostra costituzione è nata come capolavoro politico di assonanze, dove destra e sinistra hanno trovato un punto di convergenza sul lavoro e sulla sovranità del popolo.

Ora il nostro stato sociale, sempre più massacrato nella scuola e nella salute, deve ribellarsi con un NO in questa battaglia per la qualità della democrazia.

Basta con la favola di ridurre i costi, lo sanno bene i contribuenti come invece sia l’esatto contrario!!!

” ci dicono che non stanno modificando i presupposti base della costituzione, non servono giri di parole, il presupposto non è che siccome cambio come funziona la democrazia parlamentare non tocco la prima parte della costituzione, ma proprio perchè modifico la rappresentanza allora sicuramente modifico i presupposti base della costituzione!”

La CGIL si è schierata per il NO, quale salvaguardia della democrazia.

 

_dsc3545Anche Daniele Pesco, senatore del movimento 5 Stelle, membro della commissione finanza, invita a combattere per non fare affondare la nave che è la scuola italiana.

Partendo dal suo vissuto scolastico, ha rilevato come prima ci fosse rispetto per i professori, ora solo fatica per far rispettare i diritti dei professori.

Allo stesso modo, l’illegittimità della Camera dei deputati votata contro la maggioranza e contro la libertà di voto dei cittadini, avrebbe dovuto solo fare leggi di amministrazione ordinaria e non arrogarsi il diritto di fare modifiche alla costituzione.

In America è vietato per chi sta al governo modificare la costituzione e si è votato per dare la possibilità ai cittadini di votare i Senatori, noi stiamo facendo il contrario: questo governo sta modificando la costituzione togliendo ai cittadini la possibilità di votare i senatori.

“Anarchia tra Camera e Senato (con una Corte Costituzionale sempre più impegnata sul contenzioso per l’allungarsi dei processi legislativi), Bavaglio per toglier la possibilità ai cittadini di nominare i senatori, Centralismo con sempre più poteri al Governo (con fiducia di una camera anziché due per decidere senza clausole) ecco quello a cui stiamo andando incontro”.

 

_dsc3550Gianluigi Dotti, della GILDA insegnanti, osserva con velata ironia che la legge sulla buona scuola non ha ancora prodotto tutti i danni che sono nelle sue corde, “io insegno da 28 anni” prosegue “ e questo è il peggior inizio di anno scolastico che io abbia mai visto”.

Continua “questa riforma è anche peggio della buona scuola, attenzione a questa fase perché il governo usa solo slogan, entra nel merito per non entrare nel merito…” e conclude ricordando la sua passione per la corsa, osservando che gli ultimi chilometri sono quelli più difficili, ora è il momento di tenere duro e cercare di parlare con gli indecisi.

 

 

 

 

 

_dsc3509Alfredo Pudano, di Confintesa area scuola, ha parlato della rivoluzione culturale che oggi gli insegnanti devono sostenere: il compito di ricordare che le costituzioni sono catene con cui gli uomini si legano nei loro giorni di saggezza, per non distruggersi nei loro giorni follia.

La bellezza delle persone sta anche nella loro forza. Il mantra politico” Bisogna entrare nel merito della riforma costituzionale” è solo uno slogan per fare passare un intervento assurdo dove i politici stanno facendo un puzzle senza conoscere l’immagine.

 

 

 

Infine il direttore di betapress.it, Corrado Faletti, è intervenuto, riprendendo quanto evidenziato da Lannutti circa le responsabilità dei giornalisti, sottolineando che, in effetti, non sono state fornite delle informazioni puntuali; quale piccolo esempio è la assente segnalazione della mancanza del quorum; gravissimo appunto il fatto che non sia stato detto a lettere cubitali che questo referendum è senza quorum, quindi chi vota decide.

Anche rispetto all’abolizione del CNEL Faletti osserva come nessuno abbia detto che, in fondo, il CNEL nasceva come collegamento tra gli organi politici e la società, era rappresentanza di tutte le parti sociali, comprese quelle imprenditoriali, e aveva come missione quella di indicare al governo il miglior cammino per indirizzare l’economia ed il lavoro in Italia soprattutto rispetto al mercato.

In pratica il Grillo Parlante che doveva aiutare il Governo Pinocchio a non fare marachelle, indirizzandolo al meglio possibile.

Ma perché allora lo vogliamo togliere?

Forse la spiegazione sta proprio nei rapporti del CNEL, in particolare gli ultimi in cui si avvisa il governo sull’eccessivo indebitamento della manovra che finanzia oltre la metà dei 27 miliardi con il deficit, spostando troppi oneri sulle generazioni future; o ancora il CNEL chiede al governo perché sovvenziona il mancato aumento dell’IVA con il recupero fiscale che ovviamente dovrebbe essere contabilizzato solo dopo che le somme sono state recuperate.

Ed ancora il CNEL si chiede perché non vengono finanziati invece i servizi alle famiglie per rilanciare l’economia (rapporto CNEL del 6 luglio 2016).

Troppe domande scomode per lasciare in vita un organismo così neutrale e non controllato.

Disinformazione, ai cittadini è stato detto che non serviva…

Forse era meglio dire che togliamo il CNEL perché nessuno lo ascoltava…

Con un sistema di mala informazione è più probabile che un elettorato impreparato possa commettere l’errore di assecondare il percorso di Renzi, che nei suoi 1000 giorni di governo ha sempre più sostituito la parola Diritti con la parola Bisogni.

Peccato che i Diritti sono Inalienabili, i Bisogni si pagano.

In conclusione, Nicola Iannalfo, rappresentante del CDP, ha raccomandato a tutti di ragionare e salvare la Costituzione, riconoscendo che quello che viene proposto come cambiamento non è sempre miglioramento.

Un vivace dibattito ha chiuso il convegno, testimoniando la partecipazione e la motivazione dei presenti che, indipendentemente dal loro credo politico, si sono trovati solidali e complici nel loro NO al REFERENDUM.

 

antonella

 

 

 

 

 

 

 


video del convegno

 

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foto del convegno

 

 

 

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PLAY WITH PERTH: FEEL THE MUSIC

PLAY WITH PERTH: FEEL THE MUSIC
Non ho mai rinnegato, pur essendo follemente innamorato del Rock, i miei studi classici di pianoforte, non di rado a tutt’oggi ascolto della sana e autentica musica classica.

Ho analizzato varie volte spartiti di musicisti e compositori del passato e, così, quasi per scherzo, ho provato a fare delle analogie con alcuni dei maggiori testimoni della musica contemporanea.

Premetto che lo spettro da analizzare è talmente amplio che non sarebbe pensabile poter trattare in modo esaustivo tutta la musica, gli artisti ed i compositori equiparando generi e sottogeneri che vanno dal Black Metal al Chemical Beat, dal Funky all’Industrial fino ad arrivare al Liscio.

Tralascio pure chiarimenti circa l’evoluzione della musica dal punto di vista tecnico (vi sono saggi che illustrano in modo eccellente i paradigmi del cambiamento della musica negli ultimi secoli; n.d.a.).
Si tratta di un puro gioco, un passatempo che vi invito a provare, anche il lettore meno preparato infatti, potrà dilettarsi confrontando i propri beniamini contemporanei con artisti classici.

Premesso ciò, per quel che mi riguarda ho suggerito di sovente ad alcuni amici con cui condivido la passione per la musica Rock, un raffronto con la classica e, all’ascolto di melodie del XVII, XVIII e XIV secolo mi hanno risposto di tutto e di più ma, incrociando brani di alcuni interpreti e musicisti della scena Rock e Pop, ci siamo trovati tutti d’accordo.

Per inciso ho provato a comparare alcuni artisti Jazz e Blues che ascolto spesso ma non ho voluto addentrarmi troppo in paragoni dopo aver letto tempo fa una geniale frase di André Previn (Berlino, 6 aprile 1929, pianista, direttore d’orchestra e compositore tedesco naturalizzato statunitense, autore di colonne sonore cinematografiche e di musical, famosissima la colonna sonora di My Fair Lady; n.d.a): “La differenza fondamentale tra la musica classica e il jazz è che nella prima la musica è sempre più grande della sua esecuzione laddove il modo in cui il jazz viene eseguito è sempre più importante di ciò che viene suonato”.

Tornando al nostro gioco pensate a Wagner ed alla sua “Cavalcata delle Valchirie” sicuramente il paragone con “Enter Sandman” di James Hetfield dei Metallica è azzeccatissimo! Mozart poi potrebbe tranquillamente essere raffrontato con The Edge degli U2, Beethoven sicuramente con Eddie Vedder dei Pearl Jam, Béla Bartók con Andy Summers dei Police e Bedřich Smetana con Brian May dei Queen.
Perfino alcuni artisti italiani a me molto cari si prestano al gioco ed infatti alcuni brani di Ghigo Renzulli dei Litfiba sono simili a composizioni di Bach, il mitico (non più fra noi; n.d.a.) Fabio Cappanera della Strana Officina somiglia a Brahms ed il sound dell’amico Omar Pedrini (Timoria) si rifà parecchio alle melodie di Schubert.

Ho provato pure con musiche di Zucchero, Nek, Vasco Rossi, Biagio Antonacci, Laura Pausini, Ligabue, Eros Ramazzotti, Tiziano Ferro, Jovanotti, Max Pezzali ed altri “mostri sacri” della canzone(tta!)
italiana e qualcosa è pure venuto fuori, soprattutto ascoltando Mina, Celentano e tutta la schiera dei cantautori da Dalla a De Gregori passando per Battisti (di cui ho un rispetto infinito; n.d.a.).
Con stupore vi dico che il mio gioco ha mostrato un risultato semplice, un filo conduttore tra presente e passato: la tensione alla bellezza e la ricerca della felicità!
Questo è il risultato del mio gioco!

Ah… a qualcuno potrà sembrare molto difficile trovare un paragone classico (Dvorak – Stone Temple Pilots? N.d.a.) in Band “estreme” come i Soundgarden, gli Alice in Chains, i Clash, o i Sex Pistols, ma perfino il “dolore del vivere” del Grunge o la “contestazione ribelle” del Punk hanno palesato in varie forme la tensione stilistica al bello ed una domanda di felicità.
Caro lettore ti invito a cimentarti in questo semplice e divertente gioco.

Classica o Moderna: ascolta pure quel che vuoi ma ti auguro di poter scoprire anche una sola nota, un accordo, una melodia che contenga un accento di nostalgia della vera Bellezza che ha ispirato i veri Artisti!

PLAY WITH ME!

PERTH

playwhit-perth

 

 




CDP – Coordinamento Docenti Precari: la buona scuola è nelle persone…

Mai come oggi la scuola è nel caos: cattedre non coperte, concorsi fantasma, posti inesistenti, docenti che volano da una parte all’altra del paese, software che si bloccano, commissioni che non riescono a fare le promozioni perchè il sistema è bloccato, in pratica uno sfacelo!!!

Se solo questo caos l’avesse generato un qualsiasi governo precedente sarebbe come minimo saltato il ministro, ma oggi nulla, nessun giornale, nessun servizio TV, nessuno ne parla, nessuna voce fuori dal coro, nessuna reprimenda dal Presidente della Repubblica, nessuna indagine della magistratura (e pensare che di solito le fanno per molto meno Nd.R.), insomma niente di niente, solo i social che esplodono dalla rabbia per qualche secondo ma poi passa il video di un gattino che si lecca i baffi e tutti passano oltre.

Per noi di Betapress non è così, per noi la scuola conta, è importante, e così, nella nostra continua ricerca di valori, siamo andati a vedere la riunione del consiglio direttivo di CDP – coordinamento docenti precari, che si è tenuta a Firenze il giorno 7 ottobre u.s.

Ci accoglie Nicola Iannalfo, uno dei Leader del comitato, a cui chiediamo subito a bruciapelo cosa ne è della buona scuola.

“Ripetiamo” esordisce Iannalfo ” non esiste e non esisterà mai una “buona scuola” senza la partecipazione attiva e diretta di insegnanti, alunni e genitori nei processi di cambiamento, se si vuole realisticamente porre al centro il miglioramento educativo e sociale della realtà scolastica. La scuola è complessa e stratificata da anni di incuria legislativa, per cambiarla occorre ascoltare chi è dentro la scuola.”

Come non essere d’accordo.

La sala è piena, le persone attendono l’avvio dei lavori che viene subito dato dopo il nostro arrivo.

Si susseguono interventi di Domenico Bruni, Pietro Danesi, Nicola Iannalfo, la sensazione è che ci sia davvero un “arrosto” finalmente, idee interessanti, sopratutto sulla valutazione del docente e sull’anno di prova.

Una parola illuminata viene anche dal Professor Luigi Diana,  dell’università di Pisa, che spiega i funzionamenti dei questi ultimi movimenti (sopratutto riguardo ai concorsi), dando una visione chiarissima e lucida di quanto sarebbe necessario fare per migliorare le cose.

Dalla platea interventi continui, non lamentele, ma suggerimenti, proposte, acute osservazioni.

Finalmente abbiamo visto la buona scuola, almeno una parte, quella che ancora crede in un paese con una scuola pubblica funzionante ed efficiente, quelli che non fanno i docenti ma sono docenti.

Renzi, manda a casa i tuoi consulenti, i sindacati che ti tirano la giacchetta, i dirigenti di cui ti circondi, e chiama queste persone, di sicuro anche tu, come è stato per noi, riuscirai a trovare davvero la buona scuola…

 

 

 

comitato docenti precari
coordinamento docenti precari

 

 

 

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Il Ponte sullo Stretto: Gesù guarda giù!

Il Ponte sullo Stretto: Gesù guarda giù!

Eccoci qua, la genialità appare alla luce della prossima data del referendum, in cui c’è chi si è giocato tutto promettendo, in caso di NO degli Italiani, di lasciare incarichi e governo, salvo  ritirare lentamente le promesse man mano che si avvicina la data indicata per le loro realizzazioni, il referendum appunto.

Quindi, cari Italiani, siamo davanti ad un terribile dilemma: votiamo si se vogliamo Renzi, votiamo No se vogliamo mandarlo a casa, di quello che dice il referendum alla fine chi se ne frega, in fondo questa è diventata una questione di renzi si o renzi no.

Eppure Renzi ora ci sta dicendo che non è proprio così, si lui aveva detto che un no per lui significava una sfiducia ma non per andarsene, ma per comprendere che gli Italiani erano alla fine degli immobilisti… dei caproni che vogliono le cose vecchie, che non vogliono cambiare… Ciccio ma se tu mi dici che per cambiare devo buttarmi giù da una torre, magari non voglio cambiare in questo modo, e non puoi venire a dirmi: ecco vedi, sei un immobilista, non vuoi cambiare… e certo che non voglio cambiare ciccio bello, ti pare!!??!!

Insomma abbiamo capito male…

Eppure ci sembrava di aver capito chiaramente… mah, siamo il popolo, il popolo sbaglia.

Per farci capire ancora meglio il capo del governo è andato in televisione a confrontarsi con Travaglio, portando un bel manifesto con scritto il quesito referendario (sembrava berlusconi da vespa con il patto con gli italiani) per farci capire bene, a noi scemi, che il referendum: riduce il numero dei politici, velocizza la capacità del governo di fare le leggi, crea posti di lavoro, fa guadagnare gli Italiani, moltiplica i pani ed i pesci, fa scorrere fiumi di miele, farà tornare Italia in testa alla classifica dei paesi industrializzati, troveremo giacimenti di petrolio in umbria e nella toscana (uno forse è già previsto nel giardino di casa sua), e, udite udite, per il mese di luglio 2017 i Beatles torneranno a cantare al Vigorelli di Milano.

Non entriamo in merito a quanto detto giustamente da Travaglio durante la trasmissione (a cui mandiamo tutti i nostri complimenti per la gestione del suo intervento), ma ciccio perchè ci costringi ad andare a votare per chiederci se vogliamo tutte queste belle cose??? falle.

Già il fatto che vieni a chiedercelo ci insospettisce, caro il mio giovine, proprio come la mamma ci insospettiva quando veniva a dirci “vuoi la caramellina tesoro” e poi, mentre prendevamo la caramellina, ci metteva la supposta.

Noi abbiamo letto le proposte di modifica costituzionale, e sono veramente un bordello sia nella loro costruzione logica che sintattica, per questo diamo perfettamente ragione a Travaglio quando dice che il quesito racconta il contrario di quello che viene poi prospettato nelle ipotesi di modifica.

Insomma nulla di vero, nulla di fatto.

Davanti a questo sfacelo oggettivo però succede un miracolo, Gesù guarda giù diceva mia nonna, renzi sfodera un’idea dietro l’altra, prima il ponte sullo stretto e poi la 14° per tutti.

Insomma, votate si Italiani pecoroni, perchè se io (renzi N.d.R.) rimango, se passa il referendum, allora c’è lavoro per tutti e un mese in più per tutti gli statali, ma si dai facciamo per tutti quanti…

Dunque berlusconi è caduto perché l’europa ci si stava mettendo contro, si era alzato il debito pubblico, sparava balle come il ponte sullo stretto, aveva le veline al governo, voleva privatizzare la scuola pubblica, il pil non ripartiva, ma dai, non poteva rimanere… per fortuna che oggi è tutto diverso!

Noi, in onore di Travaglio, come i rivoluzionari dell’ottocento che fecero l’italia, per farla sopravvivere scriveremo sui muri delle città invece che viva VERDI, viva MARCO (Movimento Autonomo Rivincita Cittadini Oppressi).

Meditate gente, meditate! comunque basterebbe leggere, infatti basta leggere le modifiche proposte per non andare a votare o votare NO.

Ma viene spontanea una domanda: gli Italiani sanno ancora leggere? Speriamo di Si…

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=JRHoSFVkFDc&w=640&h=360]

 

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ma daiiiiiii
ma daiiiiiii…




School of Rock

School of Rock
La musica oggi è così intrisa di elementi commerciali che scegliere un brano è come scegliere i cereali dagli scaffali del supermercato: sei convinto di prendere quelli che più ti piacciono ma in realtà stai obbedendo alle subdole leggi della propaganda commerciale!
Mi capita spesso di vedere fanciulli (alcuni in età da asilo nido! N.d.a), strappare di mano lo smartphone alla mamma e chiedere prepotentemente di cliccare su Youtube “Andiamo a comandare” ed ancora infanti non passati al cibo completamente solido ballare al ritmo di “Vorrei ma non posto” scimmiottando improbabili mosse di danza.

Partendo dal presupposto che un tormentone estivo non è altro che un tormentone estivo, la domanda è: cosa fanno quelle mamme? Quei papà?

Come si fa a non desiderare con passione un’educazione all’arte musicale per i propri figli?

Sapete qual è il problema?

Che oggi sono finiti i brividi lungo la schiena, oggi vi è un’assoluta atarassia musicale, piccoli e grandi che vivono in uno stato di lobotomia permanente.

E se il Rock potesse aiutarci? Ebbene sì cari genitori, credo che il Rock faccia al caso nostro!

Senza falsa modestia credo di essere riuscito nel tempo ad educare mia figlia e a guidarla nel vasto panorama musicale nazionale ed internazionale cercando di farle scoprire il bello della Classica, del Pop, del Jazz ma soprattutto del Rock!

Azioni meticolose (e a volte subdole) di carattere educativo e preventivo che hanno portato i loro frutti!

Sin dai tre anni infatti ci siamo divertiti a concepire testi e melodie che cantavamo assieme e che scemavano quasi sempre in un tremendo mix tra rock demenziale alla “Elio e le Storie Tese” e “Baby Dance” da Villaggio della Valtur, il tutto finiva in una fragorosa risata.

Con l’andare del tempo ci siamo focalizzati sugli “urlatori” ondeggiando a ritmo del 4/4 del puro e genuino Rock’n’Roll soprattutto la mattina, breve ma intenso momento esclusivo concesso a padri e figli nel tragitto casa-scuola.

Neanche sapeva ben parlare ma Sara ripeteva nitidamente la strofa ed il ritornello di Basket Case (dall’album Dookie – Green Day; n.d.a.)

Cantavamo di tutto e soprattutto a squarciagola sia le canzoni dei più piccoli (Due Coccodrilli, La Giraffa Raffella, l’Anaconda e molte altre) sia dei più grandi che il papà (rocker irremovibile) proponeva costantemente (ecco il carattere subdolo ma benefico!): band dagli anni 70 fino ai giorni nostri, dai Deep Purple e Led Zeppelin ai Black Stone Cherry e Three Days Grace passando per Mötley Crüe, Police e P.O.D.

Dallo specchietto retrovisore (il seggiolino di mia figlia era fissato nella parte posteriore destra) adocchiavo il sorriso eccitato alla partenza di un esplosivo assolo in pentatonica minore di Angus Young (Lead Guitar degli AC/DC) o il movimento della sua testolina che iniziava a battere il tempo sulle note ritmate di “Nookie”, grandissimo brano di quel discolaccio di Fred Durst dei Limp Bizkit (ascoltatissimo anche oggi in forma remix; n.d.a.).

Già… il Rock!

Quel Rock che, sembra impossibile, è stato per me l’educazione al bello!

Quel Rock tanto temuto in passato ma unico in grado di manifestare a chiare lettere il “non accontentarsi mai”! Anche di fronte ai più grandi eccessi (leggendario il mito del “Sex Drugs and R’n’R”; n.d.a.) il Rock con tutte le sue Star ha urlato al mondo il proprio desiderio di felicità di giustizia, di bellezza, di verità!

Il Rock infatti non ha mai negato la rabbia, la tristezza e la frustrazione, soprattutto la tristezza che è una delle componenti del sentimento umano che mi piace di più!

La tristezza dice no alla omologazione della nostra Società così ambigua ed infida nel negare in tutti i modi (anche con un certo tipo di musica! N.d.a.) l’esistenza della tristezza stessa, cercando in ogni modo di sigillare la ferita che ognuno di noi si porta nel cuore attraverso banalità e superficialità disarmanti!

Il Rock è tutto questo!

Il Rock è stato l’alfabetizzazione musicale di Sara, quel nostro momento insieme. Nel rapporto con lei è passato, non so neanche bene come, l’amore per tutta la musica, per gli strumenti musicali e per le melodie ed armonie ben fatte, per le canzoni “capolavoro” che vengono suonate da decenni. La capacità di distinguere nitidamente ogni singola componente degli strumenti a corda, a fiato a percussione, i riff di chitarra, le rullate di batteria, il groove del basso/grancassa apprezzando la musica nei suoi vari generi senza preclusione è motivo di grande orgoglio per il suo papà!

Oggi che Sara è più grandicella (quasi dodici anni) è una bimba con una bella e squillante voce che mi auguro, assieme allo studio del pianoforte, coltivi nei prossimi anni.

Oggi ha i suoi gusti, musica che a me non piace molto (ahimè vede pure Sanremo… discutendone però con passione e competenza; n.d.a.) ma ho notato che la “prevenzione” è riuscita, che la musica che abbiamo ascoltato ed assaporato insieme resterà un ricordo indelebile in lei.

Per inciso se chiedo a Sara: “chi è Slash (Guns N’ Roses, Velvet Revolver etc…)?” mai mi risponderà: “un tasto del computer!”

E per fortuna nei Gb del suo iPod non ho ancora visto dischi di Gigi D’Alessio!!!

Per concludere mi permetto di dare un consiglio a tutti i genitori, rockers e meno rockers: avete visto (uno dei film prediletti da Sara) “School of Rock”? in cui il protagonista, il mitico ed insuperabile Jack Black invece di insegnare le materie scolastiche insegnava ai ragazzi a suonare il Rock?

Fidatevi di me, guardatelo assieme ai vostri figli!

Uno splendido esempio di rapporto educativo! Uno splendido esempio di bellezza su cui meditare, genitori e figli insieme… uniti dal dio del ROCK!
PERTH

 




LA “MUSICA” ALLA RADIO: SCELTA O IMPOSIZIONE?

LA MUSICA ALLA RADIO: SCELTA O IMPOSIZIONE?

C’è stato un tempo in cui scegliere la musica era possibile.

Un tempo in cui le emittenti radiofoniche trasmettevano i talenti, gli artisti, quelli veri che con semplicità raggiungevano gli ascoltatori.

Le canzoni piacevano oppure no, gli artisti avevano il giusto successo oppure sparivano dalle scene.

Tutto questo oggi non ha più senso.

Ognuno di noi ha programmato nello stereo in auto, nel pc in ufficio, nel Hi-Fi Dolby Surround a casa almeno 6 o 7 stazioni radio appartenenti a network radiofonici a diffusione nazionale più che conosciuti: Radio 105, Radio Capital, Radio 24, Radio Deejay, R 101, Radio Dimensione Suono, RTL 102,5, Radio 24 e, per i più “Rock”, la mitica Virgin!

Sono innumerevoli e popolari pure i network più locali che hanno una programmazione di base legata al territorio e dove a volte la professionalità degli speakers è più legata all’idioma che alla cultura musicale.

Partendo da un’ipotesi (assunto per chi scrive; n.d.a.) che la cultura musicale oggi in Italia sia frutto di un assillante procedimento di desensibilizzazione da parte dei Media, la Televisione in primis (vedasi anche: http://betapress.it/index.php/2016/09/09/x-factor-x-rock/) e la Radio poi, ho deciso di esaminare qualche giorno fa i palinsesti di alcune emittenti nazionali.

Quale migliore occasione dell’autostrada nel tragitto Ancona-Milano?

Ho sintonizzato i 16 canali dello stereo ed ho cominciato la mia analisi. Pubblicità a parte, che ho notato essere praticamente concomitante a tutte le stazioni, ho contato circa una sessantina di canzoni in onda nell’arco di poco più di tre ore, di queste una decina erano presenti a ripetizione in ogni singola emittente.

Ad un orecchio poco “allenato” queste dinamiche possono sfuggire ma con un pizzico di pazienza ed attenzione ci si rende conto dell’imposizione cui siamo indotti.

Non voglio assolutamente inoltrarmi in discussioni sterili circa le “opere” di artisti nostrani “pluri-decorati”: Rockers, Poppers e Sweeters. Ho colto fin troppo bene negli anni il sistema imbarazzante che gira attorno agli “attempati talenti” che con i passaggi radio e le fastidiose interviste promuovono il lavoro del momento, credo inoltre sia chiaramente visibile a tutti la condizione di mesmerizzazione in cui versano e con cui vengono tenuti costantemente in vita dalle rispettive Label .(Il mesmerismo  è una terapia, non riconosciuta ufficialmente, per malattie o disfunzioni, basata sulle teorie di Franz Anton Mesmer, medico tedesco del Settecento, che prevedeva di curare i pazienti con elettro-calamite. NDR).

Voglio invece puntare il dito sulle solite canzonette all’ultima moda udite durante il mio viaggio: canzonette legate a personaggi che di talentuoso hanno ben poco e soprattutto il dito (medio; n.d.a.) lo voglio puntare verso i contorti e distorti meccanismi discografici e radiofonici.

Siamo in un regime totalitario dove il singolo ascolto è finalizzato esclusivamente ad una mera questione economica, prerogativa di chi produce e commercializza musica, senza nessuna regola e senza proposizione alcuna.

Profetica la frase nel pezzo del 1992 “Atti Osceni” dei Timoria (una delle mie band preferite; n.d.a.) in cui Francesco Renga confessava: “…spacci musica e lo fai pure bene (…)”.

Vorrei rivolgere anche al lettore incuriosito alcune domande che mi sono posto: “…perché si sentono in radio sempre le stesse cose? Perché i nomi del mondo della musica e dello spettacolo sono quasi sempre gli stessi? Perché ci sono artisti che hanno tanta visibilità pur non meritandosela? Perché artisti che offrono proposte di effettiva qualità hanno difficoltà a trovare spazio?

La risposta è arrivata da un caro amico discografico: “Music Control”! Music Control è il mezzo di rilevazione dei passaggi radiofonici (l’esatto meccanismo è alquanto complesso per cui non mi dilungherò nella spiegazione tecnica) il cui scopo è quello di conoscere l’effettiva airplay di un brano sul territorio nazionale.

Da qui nasce la classifica dei brani più ascoltati, della permanenza di un artista nella hit etc. Stesso discorso vale per la promozione: la presenza di un artista in Music control garantisce la diffusione totale di un prodotto nella radiofonia nazionale e condiziona notevolmente gli altri media, soprattutto giornali che scrivono dei soliti noti ed emittenti televisive che invitano sempre gli stessi artisti.

Music Control è lo strumento attraverso cui le Majors riescono ad influenzare i Network Radiofonici e viceversa.

I Direttori Artistici delle radio, unici veri signori e padroni del palinsesto, oggi sono in grado di “barattare” con le case discografiche loro “brani da far passare” a vantaggio di “investimenti sulle proprie frequenze”.

Si entra così in una spirale pericolosa che sintetizzo: scarsa qualità musicale proposta – competizione tra artisti più e meno brillanti inesistente o finta (il programma “Amici” della De Filippi ne è un esempio) – omologazione globale – GAME OVER!

E la ricetta? Difficile combattere contro questi meccanismi ben oliati! Troppi interessi, troppi legami indissolubili, troppa falsità, non c’è una ricetta!

Ma possiamo e dobbiamo iniziare ad educarci (innanzitutto noi!) e ad educare soprattutto le giovani generazioni, dobbiamo favorire la crescita di sensibilità verso la Musica con la “M” maiuscola!

Dobbiamo favorire l’ascolto di programmi in emittenti con amplia cultura musicale e possibilmente fuori dagli sporchi giochi del business dei Network, dobbiamo tornare ai Concerti ed ai Festival dove artisti propongono la loro musica, dobbiamo favorire pure i social e la rete: quest’ultima entrata prepotentemente nella filiera della discografia.

Dobbiamo in sintesi conoscere e far conoscere la vera arte!

Quella che non muore mai quella che non è mai morta.

Ah, a proposito di arte, notiamo: se per caso qualcuno di voi NON conosce “Another Brick In The Wall”… scagli la prima pietra!
PERTH

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libera la radio che c'è in te
libera la radio che c’è in te