opinione

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La storia della bambola di sale

C’era una volta una bambola di sale che aveva un sogno: voleva vedere il mare.
Non c’era un giorno o un secondo che lei non pensasse al mare.
Non lo aveva mai visto, non sapeva come poteva essere fatto, però sapeva che doveva esserci e che lei voleva vederlo.
Tutti deridevano la bambola e il suo assurdo sogno.
Fu così che un giorno prese una decisione e disse a tutti che sarebbe partita.

Il brutto anatroccolo siamo noi

C’era una volta un uovo.
Quest’uovo un giorno si schiuse e diede alla luce il più brutto anatroccolo che si fosse mai visto.
Sgraziato, deforme e dalla voce assordante.
Piano piano persino la mamma comincio a vergognarsi di quel figlio.
Così, disprezzato da tutti e con la profonda convinzione di essere sbagliato, andò via.

Il riflesso condizionato ai tempi di facebook

Durante il ‘900 una delle grande domande di chi per dritto o per traverso studiava la mente umana, era perché le persone si comportassero in determinato modo e se fosse possibile riprogrammarle.
Che la risposta fosse sì è stato subito chiaro.
Le uniche variabili erano il tempo e l’etica.
Persino di strumenti ce n’erano a bizzeffe e, successivamente, lo svilupparsi e capillarizzarsi dei media ha dato una mano in più.

La vita nascosta di Javert

Javert era un uomo di legge
La gente onesta amava Javert: egli impediva infatti ai ladri di rubare, agli assassini di uccidere e ai dissidenti di schierarsi contro il giusto stato.
I delinquenti odiavano e temevano Javert.
Javert per tutta la vita ha inseguito un nemico: Jean Valjean.
Un uomo che un giorno, per fame, aveva rubato una mela ed era finito ai bagni penali.

Tipi da social

Negli ultimi anni 34 milioni di persone hanno registrato un profilo on line e hanno iniziato a somigliargli.In principio, forse, pensavamo tutti di fare in modo che il profilo creato ci somigliasse: abbiamo inserito i nostri dati, le nostre foto, dapprima con grande discrezione, poi, piano piano, non abbiamo resistito alla seduzione della possibilità di riscatto e abbiamo iniziato a voler somigliare al personaggio caricato

La bellezza salverà il mondo

Un ambiente bello, curato, civile, nel senso etimologico del termine, ovvero adatto al civis, al cittadino, un ambiente così fatto, può influire sulla buona condotta e sulla buona salute dell’individuo?
La responsabilità dell’urbanista, di chi architetta la sinfonia del nucleo abitativo, è forse quello di impattare così profondamente sull’anima umana da indirizzarne l’indole?
La responsabilità del nutrizionista è quello di e proteggere l’organismo dall’impatto dell’ambiente esterno preparandolo al meglio?
Forse sì.

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