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Fisica Virtuale

Tonino Filardi un divulgatore fisico virale.

Questa è la storia di un professore che insegna fisica su you tube.

Detta così sembra una provocazione, e forse, in fondo, lo è.

Perché, siamo sinceri, come si fa ad abbinare una materia così  seria come la fisica con un canale you tube, libero e leggero di per sé?!?

Il professore Tonino Filardi, questo è il suo nome, ha dimostrato che si può spiegare la fisica in modo accattivante e virale.

In parole semplici, con esempi efficaci, coinvolgendo gli utenti/studenti fino a condurli alla scoperta della verità scientifica.

I suoi interventi hanno una matrice filosofica, ma diventano rapidi, intuitivi, divulgativi.

Conoscenze scientifiche, competenze professionali ed abilità didattiche creano dei cocktails virali.

Non ci credete?

Ecco un assaggio dei commenti postati sotto i suoi video.

Francesco Toscano, professore d’Informatica di Torino, sotto uno degli ultimi video, scrive:

 ”Un integrale ante litteram! Hai approssimato il trapezio ad un rettangolo con pazienza certosina poiché non si tratta affatto di un passaggio scontato. Il resto è pura eleganza”.

Ma attenzione, non sono solo gli addetti ai lavori a complimentarsi

Giacomo Vicentini, un ragazzo di 15 anni che si cimenta pure lui a fare video su you tube, parlando del prof. Filardi dice:

“Trovo ottimo quest’idea di familiarizzare i ragazzi di 3a con i vari concetti dell’analisi, molto ispirante: se fossi io nei panni di un avventuriero nelle magnifiche terre dell’analisi, sarei subito accorso a carta e penna per continuare questa serie di esempi da te presentati e perché no, magari esplorando nei panni dei padri fondatori.

Questa è Matematica, Libertà!

Di certo il concetto di integrale non è così complicato spiegandolo in questo modo e non vedo perché sia necessario un primo approccio rigorosissimo solito della 5a liceo, che allontana gli studenti dalla bellezza della disciplina.

Un grande pollice in su come al solito e saluti, Giacomo”

 

Ed allora, noi di betapress, abbiamo voluto capire chi è questo prof. Filardi e scoprire come sia possibile che un suo video sulla fisica stia raggiungendo le 32.000 visualizzazioni.

Betapress- Buongiorno, Professor Filardi, partiamo dai sui studi, maturità classica seguita da laurea in Fisica a pieni voti, all’Università di Messina, siamo incuriositi dalla sua tesi di laurea…

Filardi- La mia tesi di Laurea, un’indagine sulle preconoscenze degli studenti in merito alla Struttura della Materia, è stata pubblicata nel 1995 dalla rivista AIF, una delle più autorevoli in Europa nel campo della Didattica della Fisica, ottenendo subito il riconoscimento del Prof. Violino, Ordinario di Fisica generale all’Università di Torino, ed autorità riconosciuta in campo europeo nel campo della Didattica della Fisica.

Betapress- “Schema mentale in fisica”, per noi poveri mortali, che significa?

Filardi- Se proprio devo essere sincero, tra i primi ad aver parlato del concetto di “schema mentale” in Fisica sono io, con la mia tesi che, appunto, data del 1988.

Ne riparlo, ovviamente, nel mio libro PERCORSI DI DIDATTICA DELLA FISICA, pubblicato nel 2015, ma ne avevo già parlato nel 1988 e nel 1995.

Una scoperta in merito viene fatto su un libro di Didattica della Fisica e addirittura su un articolo in Micromega ma, nonostante io non venga mai citato, si tratta di date molto successive a quelle appena citate.

La mia esperienza in campo di Didattica credo sia particolare, perché, oltre ad aver fatto studi specifici in merito, ho tenuto ben tre tornate di corsi abilitanti per conto del Provveditorato di Modena, in cui ero più piccolo d’età di tutti i corsisti che vi partecipavano, essendo uno dei pochissimi ad aver vinto relativamente giovane (27 anni) il Concorso ordinario per la Cattedra di Elettronica.

Sia il mio libro, che tutte quelle video lezioni del mio canale, in effetti sono piuttosto “uniche”, perché nascono da una profonda conoscenza non solo della Disciplina in cui sono Laureato, ma anche dell’insegnamento di Elettronica e Telecomunicazioni, condotto per 15 anni prima di fare il passaggio di cattedra.

Betapress- Ha tenuto delle conferenze su questo argomento?

Filardi- Sì, ho tenuto tre conferenze pubbliche, molto frequentate e che mi hanno portato grandi soddisfazioni 

Betapress- Professore, nei suoi video compare sempre una matrice filosofica, perché?

 Filardi- La matrice filosofica dei miei interventi viene attinta, oltre che dai miei studi classici, in particolare dalle competenze specifiche in Didattica.

Infatti, come dico nel mio libro PERCORSI DI DIDATTICA DELLA FISICA, il pilastro epistemologico è uno dei pilastri fondamentali su cui si basa la Didattica, e ciò vale, ovviamente, sia per Matematica che per Fisica.

La Laurea in Fisica, con una Tesi di Didattica della Fisica, ipso facto comporta delle conoscenze, anche importanti, sia di Storia della singola Disciplina, che della Filosofia.

D’altronde sono molti i Filosofi importanti, come Newton, Hume e Kant, che hanno fornito grandissimi contributi all’epistemologia, che chi insegna Fisica non può non conoscere.

Famosissimi sono gli scritti non solo di Einstein al riguardo, ma anche Heisemberg, Planck, Born, …

 

Betapress- Quali sono le esigenze specifiche dei suoi alunni?

 

Filardi- Sono sempre stato attentissimo alle esigenze specifiche di ogni mio alunno, poiché la mia particolare carriera mi ha portato ad insegnare in molti ordini di scuola, anche molto diversi fra loro. 

Ho cominciato infatti a insegnare Matematica in un Professionale di Pavullo, paesino in montagna in Provincia di Modena.

Ricordo ancora con piacere i primi commenti di mamme che vedevano per la prima volta i figli entusiasti della Matematica,  figli di gestori di aziende agricole, che nel pomeriggio svolgevano dei lavori manuali.  

Ho insegnato poi Elettronica generale e telecomunicazioni negli Istituti tecnici, anche qui avendo soddisfazioni e complimenti di studenti con i quali, ancora, rimango in contatto.

In particolare, un ex studente, tale Corrado Borsari, Ingegnere alla Lamborghini, proprio in occasione del mio trasferimento d’ufficio, mi disse (MESSAGGIO CONSERVATO) che deve solo a me la voglia di studiare e il fatto che adesso lavora alla Lamborghini.

Nel Liceo scientifico dove insegno adesso, che ha anche lo “sportivo”, non ho avuto alcuna difficoltà a venire incontro alle esigenze dei ragazzi, che in questo caso sono atleti e non sempre possono studiare a casa.

Spesso devono assentarsi per delle competizioni, e uno dei tantissimi motivi per cui ho creato un canale youtube è proprio per loro.

Sì, un po’ immodestamente, credo proprio che, in fatto di venire incontro alle esigenze degli alunni, nessuno possa battermi.

 

Betapress- Parliamo ora della nascita del suo canale youtube…

 

Filardi- Ad onor del vero, devo proprio dire che il mio canale youtube è nato da una sollecitazione proprio della dirigente con cui purtroppo in seguito si sono rallentati i rapporti.

Una volta, in un Collegio, ella ebbe a invitare tutti a fare delle video lezioni poiché internet è il mezzo del futuro per quanto attiene all’apprendimento.

Io fui l’unico della scuola a prenderla in parola…

Era il lontano 2013, quando pubblicai la mia prima video lezione, sul concetto di seno e coseno, che ora vanta 31557 visualizzazioni fino al momento in cui scrivo.

Naturalmente, con la pandemia e la chiusura della scuola, ho deciso, in effetti da nemmeno un anno, di incrementare notevolmente le video lezioni, passando da una al mese ad una al giorno.

Anche youtube mi ha regalato grandissime soddisfazioni, poiché, in pochi mesi, con l’aumento delle video lezioni, gli iscritti al mio canale da nemmeno 100 sono ormai passati, ad oggi, a 1090, ed aumentano con una certa rapidità.

Innumerevoli sono i complimenti che ho ricevuto da tutt’Italia per le video lezioni.

ll più affettuoso è senz’altro stato Francesco Toscano, professore d’Informatica in quel di Torino.

Da gustare poi, quel che dice Giacomo Vicentini, un bravissimo ragazzo che pure lui si cimenta a fare video lezioni su you tube .

Ed allora andiamo a sbirciare tra i commenti sotto i video e vediamo che non mancano giudizi entusiastici di altri che fanno video lezioni, che senza la minima invidia o gelosia si profondono in parole di lode verso il prof. Filardi

 

Ciaoidea poche settimane fa ha postato un lungo commento entusiasta sul legame trasversale ed interdisciplinare tra scienza e filosofia

“L’introduzione del concetto di integrale definito per via fisica è molto interessante professore ed ha radici indiscutibilmente profonde ed importanti.

Una domanda si materializza qui tra noi da sempre: la matematica è un prodotto dell’ingegno umano o è una scoperta?

La mia mi creda non è una provocazione ma una profonda e sincera ammirazione sul tema trattato e verso chi osa trattarlo anche solo per metterne le basi nelle giovani menti.

Grazie.

Per chi pensa che la matematica sia un’invenzione dell’uomo, non c’è correlazione alcuna tra l’evento fisico e la legge matematica che lo descrive.

Per chi pensa invece che la matematica sia una scoperta, matematica e fisica sono due facce della stessa medaglia.

O forse come nella saggezza latina “In medio stat virtus”: che la matematica sia dunque un’invenzione parziale?

La mente cerca un ordine evidente là dove già c’è in forma nascosta… il caos (o caso) apparente è già ordine intrinseco?

Ordine e caos sono quindi stati sovrapposti di una realtà osservabile? Chi dunque o cosa determina davvero questa dicotomìa?

Dobbiamo ammettere un principio naturale di consapevolezza della realtà?

Dobbiamo ammettere che non siamo osservatori univoci ma noi stessi oggetti osservabili?

Complimenti e ancora grazie”

 

Ma tra i followers del prof. Filardi non mancano persone comuni, magari pensionate, entusiaste:

 Roberto Parolin, scrive “Sono sinceramente entusiasta di riscoprire (o forse scoprire) questi argomenti.

Di certo, l’entusiasmo con cui lei espone gli argomenti, induce a seguire fino alla fine i suoi video.

Continuo a seguirla anche se, per taluni argomenti, non ho le basi necessarie per comprendere appieno quanto espone

 Stefano Febei aggiunge” Lezioni piacevolissime anche per chi come me si interessa della materia per diletto. E poi quando arriva quel “CHIARO?” i miei neuroni fremono di gioia”

 

Stefano Cardile, non più di un mese fa ha scritto

“Complimenti! Ottima spiegazione e veramente interessante interpretazione e esposizione. Per caso ha intenzione di discutere su questioni: spazi vettoriali, applicazioni lineari, vettori e matrici, in sostanza Algebra Lineare?”

 

Antonio Concas aggiunge

“Grazie professore!

Il titolo di questa video lezione lascerebbe intuire una trattazione generalizzata, invece grande sorpresa: molto densa di importanti riferimenti allo studio delle funzioni, più comprensibili e molto più concettuali.

Si ha una chiarificazione anticipata rispetto al linguaggio adoperato facendo uso dell’insiemistica, la tensione di esprimerla nuoce gravemente alla comprensione finale, non escludo che non si possa, ma, meglio, utilizzabile in un secondo momento, come specializzazione (a me non piace)”

Beh, che dire, è proprio bello constatare quanto e come il prof. Filardi riesce a coinvolgere i suoi adepti nel “magico” mondo della fisica.

E poi aggiunge “Ovviamente, di commenti entusiastici, ce ne sono tantissimi! Ah, dimenticavo. E’ proprio di ieri un messaggio di un mio ex studente, Giuseppe Postorino, che si trovava proprio in una classe del “Da Vinci” ed ora studia Ingegneria all’Università, al 3° anno:

Salve professore, non so se si ricorda mi me, adesso frequento il terzo anno di ingegneria e mentre studiavo il calcolo della trasformata di laplace mi è uscito su YouTube il vostro video con la spiegazione…

 

E da lì una raffica di messaggi scambiati tra l’ex- alunno, ora studente di ingegneria ed il prof. Filardi, che si ricorda tutto di lui (classe 3F, anno 2015/2016), a conferma della grande umanità oltre che professionalità del professore in questione.

Ed allora, ad Maiora, caro PROF.FILARDI!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




D.a.D. disastro senza fine…

Almeno si vedesse la fine di quest’incubo, invece, no, si va avanti ad oltranza.

Di cosa sto parlando?

Della Dad, della solitudine dei genitori, delle difficoltà degli insegnanti.

Della preoccupazione per i ragazzi “speciali”, ma, soprattutto del disagio degli altri ragazzi, di quelli che sembravano “normali”, ed invece mai così a rischio di “sbarellare”, di dare il peggio di sé, come in questo periodo.

La Dad…Questa nuova metodologia fa alquanto discutere, perché si pone come un ostacolo enorme per i genitori di bambini e ragazzi “speciali”, quelli che esplicitamente necessitano di fisicità, di comunicazione non verbale, di emozione ed interazione.

Ma, quello che nessuno può negare è lo scempio perpetrato sugli altri, su quelli che sembravano i ragazzi meno a rischio, perché, in apparenza più forti.

Siamo onesti, la Dad è sempre più limitazione all’apprendimento e coercizione alla relazione per i ragazzi definiti “normali”.

Sono proprio loro quelli che, nei fatti, giorno dopo giorno, stanno regredendo, stanno perdendo entusiasmo, curiosità, tensione, novità, ma anche responsabilità e motivazione, correttezza ed educazione.

Il loro mondo è il microcosmo di una camera dove implode la loro crescita ed esplode la loro rabbia.

Sono, nel loro quotidiano, soli, senza gli altri, veri, in carne ed ossa.

Sopravvivono, da un anno, in astinenza di rapporti interpersonali.

Si trascinano lungo giorni eterni, digiuni della socialità di una scuola, della curiosità di un gruppo, della creatività di un singolo.

Manca la comunità che, per i bambini ed i ragazzi è la linfa per crescere, per imparare a vivere.

Ma, io mi dico, è così difficile capire che pagheremo carissima questa scelta assurda di sacrificare la scuola?!?

Per quanto ancora si può pensare di lasciare sole le famiglie, genitori e figli in balia della dad, con i suoi fatti e misfatti?!?

Per quanto ancora si può immaginare che dei preadolescenti possano gestire, in solitudine, delle giornate senza senso?!?

Come possiamo pensare che, proprio i minori, nella loro vuota quotidianità trovino un senso e rispettino una scansione spazio/temporale ancora sconosciuta per molti adulti?!?

Da insegnante sento forte il desiderio di denunciare l’incremento di malessere dilagante, di disturbi psicologici, di comportamenti violenti, al limite della devianza, di molti ragazzi, lasciati, nella migliore delle ipotesi, con i nonni o con le mamme (che sono impegnate in un Smartworking difficile da gestire), nella peggiore delle ipotesi, soli, con davanti un pc ed in mano uno smarphone.

Tutti i giorni faccio lezione in Dad, insegno francese, ho 9 classi distribuite su due scuole medie.

Bene, ogni giorno vivo, sulla mia pelle, il disastro della DAD, imposta ai miei alunni ed inflitta alle loro famiglie.

Percepisco la loro enorme sofferenza, e proprio perché, questi alunni, sono un poco anche miei figli, non riesco a stare zitta.

Respiro la fatica di seguire di alcuni di loro, l’enorme sforzo di imparare tramite uno schermo.

Sento che riconoscono la fatica degli insegnanti.

Che, come alcuni dei loro prof. più resilienti, resistono e si adattano.

Alcuni ragazzi, è vero, apprezzano ed ammirano le nuove proposte e strategie didattiche, ed hanno alle spalle dei genitori che fanno squadra con gli insegnanti.

Ma, per altri, non è così, sono soli, in balìa di sé stessi e del loro disagio.

E noto quanta maleducazione si concretizzi nell’azione di questi ragazzi, soli, davanti al computer.

Segnalo come sia una costante, per questi ragazzi in dad il non rispettare i tempi ed i modi di interagire.

Quanto la chat diventi sempre più una giungla ed il mondo virtuale un selvaggio west di violenza, ingiuria, cyberbullismo.

E la cosa ancor più grave, è che, quest’escalation di violenza, si manifesta non solo tra di loro, cioè tra pari, ma addirittura verso gli adulti, verso i professori.

A questo punto mi chiedo se anche in presenza dei genitori sarebbero arrivati a tanto.

Mi chiedo, se i genitori immaginino quello che fanno i loro figli durante la dad, se i genitori verifichino questi atteggiamenti.

E, dopo essere stati informati con fatti documentati, mi chiedo come facciano a lasciar correre, come possa essere tollerata questa strafottenza nei confronti di figure che dovrebbero aiutare i genitori nella crescita dei loro figli.

Voglio pensare che i molti genitori che si vantano di genitorialità non ne siano al corrente.

Non spetta a me giudicare, non è il mio intento, voglio invece suscitare un confronto interiore in ognuno di noi ed una discussione personale sul dove stiamo andando.

È indispensabile, secondo il mio modesto parere, accettare consigli e condividerli per fare gioco-forza contro le varie problematiche che stringono alla gola i nostri alunni, i vostri figli quali il bullismo, la perdita di interesse, l’apatia, la mancanza di voglia di conoscere e di crescere.

Se è vero che i pensatori pensanti sono un ostacolo a chi ci vuole sottomessi al potere e alla paura, allora cari lettori, vi chiedo di reagire, di alzare il capo, di riconoscervi come menti aperte, pronti ad accogliere discussioni costruttive per fare vostri pensieri che vanno oltre la semplice banalità del sentito dire.

Vi chiedo, di scegliere da che parte stare, perché non è più tempo di aspettare che le cose si sistemino da sole.

Che se la dad continua, possiamo fare comunque la differenza, nella vita di quei ragazzi che sembravano nati fortunati, ma, in realtà, stanno peggio degli altri, perché sono proprio loro i nostri figli, i nostri alunni, il nostro oggi, il nostro domani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Disastro DAD: docenti e personale ATA fanno ricorso

Il Diritto di Scegliere! Manifestazione dei Dirigenti Scolastici Fuori Regione

 




Enormi numeri di adesione per la manifestazione del comitato DS fuori regione

OLTRE 4500 PARTECIPANTI ALLA MANIFESTAZIONE VIRTUALE ORGANIZZATA DAI DIRIGENTI SCOLASTICI FUORI REGIONE 

Ieri, con una modalità innovativa, nel rispetto della situazione emergenziale, si è svolta una manifestazione creativa e originale che ha visto uniti circa 1200 Dirigenti Scolastici fuori regione e una platea di oltre 4500 partecipanti sui vari canali digitali.

Dalle ore 11:00 alle ore 17:00 dirigenti scolastici di tutta Italia, politici di ogni schieramento, organizzazioni sindacali di area e di categoria si sono alternati alle performances di diversi artisti nella “piazza” virtuale messa a disposizione dalla webtv Betapress con la conduzione della giornalista Chiara Sparacio (registrazione disponibile BetapressTV), per confrontarsi sulla problematica condizione dei Dirigenti Scolastici fuori regione, vincitori dell’ultimo concorso.

I numeri della manifestazione sono stati entusiasmanti con oltre 4000 visualizzazioni sui più popolari canali social in diretta streaming, superando i 2500 interventi in chat su YouTube. Scopo della manifestazione, la richiesta alle forze politiche e sindacali di trovare una soluzione rapida e concreta al problema dei Dirigenti fuori regione.

Nell’agorà virtuale i Dirigenti Scolastici hanno trattato le tematiche relative alle storture legate alla procedura concorsuale del 2017, ripercorso le interlocuzioni con sindacati e politici, le azioni messe in campo, nonché le storie personali in tempo di Covid-19, lontani dagli affetti. Le forze politiche e sindacali intervenute hanno riconosciuto la gravità della situazione rappresentata e si sono dichiarate disponibili ad una fattiva collaborazione per la ricerca di una reale e immediata soluzione.

Hanno partecipato nell’ordine: gli onorevoli Vito De Filippo, Dario Damiani, Mario Pittoni, Carmela Bucalo, Tiziana Drago, Riccardo Nencini, Rina Valeria De Lorenzo, Paola Della Santina per l’On. Nicola Fratoianni, il Consigliere regionale della Calabria Marcello Anastasi, l’Assessore alla Cultura Comune di Roma Lorenza Fruci, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano; per le Organizzazioni Sindacali Marcello Pacifico, Antonello Giannelli, Attilio Fratta, Roberta Fanfarillo, Rosa Cirillo, Paola Serafin, Giovanni De Rosa. Contributi musicali di Matteo Trimigno, Officine Popolari Lucane di Pietro Cirillo, Compagnia teatrale LiberaImago.

 

Il Comitato Dirigenti Scolastici fuori regione

 

Il Diritto di Scegliere! Manifestazione dei Dirigenti Scolastici Fuori Regione

 




Giusto Scozzaro, l’appello e la precedente condanna per diffamazione.

Raccogliamo la richiesta del comunicato stampa della CGIL, uscito in questi giorni su alcuni giornali locali, di rioccuparci del caso di Giusto Scozzaro condannato in primo grado per diffamazione, ed ora passato al vaglio della corte d’appello.

In tutta sincerità di questo caso non ce ne saremmo più occupati, ma come ignorare la richiesta della CGIL rispetto al tema stesso.

Correva l’anno 2018 quando il giudice di pace di Palermo condannava per il reato di diffamazione il signor Giusto Scozzaro, allora segretario generale della CGIL Sicilia.

La condanna giungeva dopo due anni di giudizio in cui la difesa del segretario citò oltre dieci testimoni con il tentativo di screditare il querelante.

Il Giudice di Pace di Palermo, dopo aver sentito tutti i testimoni richiesti dalla difesa, e dopo due anni di udienze aveva sentenziato il verdetto di condanna  con il massimo risarcimento per danni concesso ad un giudice di pace, ovvero 5000 euro più il pagamento delle spese processuali.

Ma quale era il motivo del contendere?

Nel 2014 Giusto Scozzaro nel suo ruolo di segretario CGIL inviò all’allora Direttore Generale USR Sicilia, una lettera in cui chiedeva alla stessa un urgente intervento nei confronti di una dirigente scolastica che a suo dire si sarebbe macchiata di gravi fatti, tra i quali l’appropriazione indebita di due cellulari, la lesione del diritto allo studio, e la presenza nella scuola di un “soggetto la cui presenza è ancora più grave della lesione del diritto allo studio”.

Dagli atti dibattimentali si vedrà successivamente che questa missiva era scaturita da una segnalazione di una sindacalista della scuola della dirigente in epigrafe che si scoprirà più avanti in acredine con la dirigente stessa.

La relazione redatta dalla Dirigente Scolastica, su richiesta dell’USR, da sola era sufficiente a smorzare qualsiasi dubbio sia sui motivi della segnalazione fatta allo Scozzaro sia sulle inesistenti accuse a lei rivolte, specie perché allegate alla relazione della dirigente vi erano prove documentali riguardo al tema avanzato.

La Dirigente inoltre lamentava la mancata comunicazione da parte dello Scozzaro con la stessa, comunicazione preventiva che sarebbe stata doverosa visto il ruolo ed anche l’impeccabile curriculum professionale della dirigente stessa.

Nonostante questo l’USR decise comunque di avviare un’ispezione formale sulla scuola e sulla dirigente che ebbe come risultato finale l’evidenza incontrovertibile che la Dirigente era completamente estranea a tutte le accuse mossele e lo stesso valeva per il “soggetto” indicato dallo Scozzaro.

In questo senso, calcolando la gravità del contenuto della missiva inviata e soprattutto che il querelante era stato tirato in mezzo ad una diatriba interna della scuola e che la CGIL, come la stessa ammetterà più volte in sede dibattimentale, lo aveva coinvolto perché già “conosceva” il soggetto e quindi si era precipitata ad intervenire (dimostrando un’acredine di gruppo nei confronti dello stesso querelante), venne depositata la succitata querela di parte che divenne poi processo nei confronti del relatore (Scozzaro) della missiva.

Infatti alla fine del dibattimento in primo grado, sentiti oltre dieci testimoni, prodotte centinaia di pagine documentali, nonostante le infinite relazioni della difesa fatte contro il querelante nel tentativo di screditarlo, il giudice di pace di Palermo condannava lo Scozzaro.

Ora, nell’appello, il giudice di Palermo in poche ore e sulle sole carte, quindi senza ascoltare i testimoni, è riuscito a modificare (e di cui ancora si ignora la motivazione) ciò che il giudice in primo grado, in due anni direttamente ed ascoltando i testimoni, aveva verificato.

In conseguenza la CGIL esce con un comunicato stampa in cui, glissando la condanna in primo grado, ci accusa di essere stati troppo “vicini” al querelante, ma quando Scozzaro fu condannato, non abbiamo visto nessun comunicato della CGIL, allora in quel caso sono stati loro ad essere troppo vicini al condannato.

In ogni caso tutto è bene quel che finisce bene, ma, aspettate, non è ancora finita, se nel girone di andata querelante CGIL finisce 5 a 0 ed il ritorno è finito 0 a 1, manca ancora lo spareggio.

Vedremo gli eventuali comunicati dopo la sentenza della Cassazione.

 

 

 

 

Condannato per diffamazione Giusto Scozzaro, ex segretario provinciale CGIL Palermo

La libertà di stampa

 

 




Il Diritto di Scegliere! Manifestazione dei Dirigenti Scolastici Fuori Regione

Formano la società di domani tra rinunce e sacrifici: i Dirigenti Scolastici Fuori Regione

 

Il mondo della scuola è composto da numerosi attori che affrontano quotidianamente una infinità di prove e difficoltà.

Prove e difficoltà che, non serve dirlo, negli ultimi due anni scolastici più che mai, non fanno che aumentare e diventare più pesanti per tutti: dirigenti, docenti, personale ATA, studenti e famiglie.
In questo panorama di imprese coraggiose e di personalità che si distinguono c’è una fetta di persone che ogni giorno, con un po’ di coraggio in più rispetto ad altri, fanno del loro meglio per far andare avanti e migliorare la scuola.
Un po’ di coraggio in più rispetto ad altri perché loro sono soli e lo sono ogni giorno.
Vivono lontano dai loro affetti e dai luoghi a loro familiari; quando la sera tornano a casa dopo una lunga e imprevedibile giornata di lavoro, possono trovare conforto solo attraverso i cristalli liquidi di una video chiamata o le fibre di una rete telefonica.
Il fine settimana affrontano km di viaggio in cui, spesso, è più il tempo per strada che quello trascorso con le proprie famiglie.
E in più, purtroppo, spesso non possono viaggiare per via della pandemia.
Cercano di crescere al meglio i figli degli altri e non possono crescere i propri, aiutano e sostengono ogni giorno i propri colleghi e non possono avere la quotidianità delle loro famiglie.
Hanno una casa che amano ma vivono in alloggi provvisori.
E viaggiano, viaggiano tanto per un po’ di normalità affrontando spese e sacrifici pur di non rinunciare alla loro vita e far crescere la loro scuola.
Sono i Dirigenti Scolastici Fuori Regione.
1250 Dirigenti Scolastici che hanno vinto il concorso del 2017 e sono stati assegnati in regioni diverse da quelle di residenza e oggi hanno deciso di riunioni e far conoscere le loro storie e le loro esigenze.
Abbiamo incontrato la professoressa Anna Dello Buono, rappresentante di questo movimento, dirigente scolastico fuori regione  in Veneto e residente in Campania a Caserta e le abbiamo chiesto di raccontarci chi sono e cosa chiedono.

Anna Dello Buono
Prof.ssa Anna Dello Buono – Rappresentante dei DS Fuori Regione

Dirigente, chi sono e come nascono i Dirigenti scolastici fuori regione?
I Dirigenti Scolastici Fuori Sede sono DS che hanno vinto il concorso del 2017 e sono stati assegnati in sedi esterne alle loro regioni di residenza.
Il gruppo si è costituito in seguito alla nascita di diversi movimenti spontanei per l’esigenza di condividere e mettere in luce la difficile situazione che molti Dirigenti sono costretti a vivere da settembre 2019, ossia dalla prima annualità di immissioni in ruolo del concorso del 2017.
Questa voce sta crescendo sempre di più, incrementata anche dalla partecipazione di alcuni Dirigenti immessi nel 2020, anch’essi assegnati a regioni differenti dalla propria.
Siamo un gruppo particolarmente coeso, unito negli intenti e pronto a lottare per il riconoscimento dei propri diritti.
I Dirigenti Scolastici fuori Regione, per mostrarsi alla società e far conoscere la propria situazione ha organizzato una manifestazione che si svolgerà on line il 30 marzo 2021, perché avete deciso di fare questa manifestazione?
I Dirigenti scolastici fuori regione, dopo mesi di richieste espresse in incontri, lettere, contatti per sensibilizzare l’Amministrazione e le parti sociali, hanno deciso di manifestare tutti insieme per esprimere coralmente le loro istanze e diventare finalmente visibili agli occhi di chi potrebbe ristabilire un necessario equilibrio.
L’evento si svolgerà in un’agorà virtuale il 30 marzo dalle ore 11.00 alle 16.00 con l’intento di rappresentare attraverso testimonianze di vita e di lavoro le incongruenze di una procedura amministrativa su base nazionale, ma a gestione regionale.
Il 30 marzo, on line dalle 11,00 alle 16,00. Come si svolgerà praticamente questa giornata?
Con una modalità alternativa di manifestare che vedrà più soggetti coinvolti: politici, sindacalisti, ma anche artisti che interverranno a sostegno della causa dei Dirigenti Scolastici assunti fuori regione.
Sarò una giornata ricca di eventi trasmessa in diretta streaming sui social dall’emittente televisiva Betapress.
Cosa chiedete?
Prevalentemente chiediamo la mobilità interregionale, per l’anno scolastico 2021/2022, in virtù dell’eccezionale condizione dovuta alla situazione pandemica negli aa.ss. 2019/2020 e 2020/2021, su tutti i posti disponibili sul territorio nazionale.
Il riconoscimento dell’estrema condizione di svantaggio di lavoro durante l’emergenza COVID-19, in particolare per i Dirigenti scolastici fuori regione.
Qual è adesso l’interesse politico relativo ai bisogni dei Dirigenti scolastici fuori regione?
A parere dei Dirigenti Scolastici fuori regione, nelle ultime settimane, si avverte una maggiore sensibilità verso la loro condizione.
Cosa vi aspettate e in quanto tempo?
I Dirigenti Scolastici fuori regione si aspettano nell’immediato soluzioni per consentire il rientro nelle proprie regioni già da settembre 2021.
Dove è possibile seguirvi e contattarvi?
Abbiamo creato una pagina social Mobilità straordinaria Dirigenti scolastici
Per contattati il nostro indirizzo email è dsfuoriregione@gmail.com
Auguriamo ai DS Fuori Regione di poter svolgere il loro lavoro al meglio nel contesto più congeniale possibile.
Il video di presentazione dei DS Fuori Regione
DS Fuori Regione - Betapress



Il MIUR (oggi MI) sceglie i docenti ma non sappiamo come

Nell’articolo Siamo In Europa ma il MIUR non è d’accordo abbiamo trattato un tema tanto paradossale quanto delicato: nonostante la legge europea e le sentenze del TAR, il Ministero dell’Istruzione Italiano spesso (non sempre abbiamo scoperto), non riconosce i titoli abilitanti conseguiti in altri paesi europei.

Il Ministero dell’Istruzione Italiano non vuole riconoscere a più di 4.000 laureati italiani abilitati in Romania il loro titolo all’insegnamento.

Però non è un veto che pone proprio a tutti… e questo ci ha incuriositi.

Così abbiamo chiesto all’avvocato Maurizio Danza del foro di Roma di spiegarci cosa ha trovato tra i decreti emessi dal MIUR.

Lo studio Danza ha tra i suoi assisititi un folto gruppo di laureati a cui non viene riconosciuta l’abilitazione conseguita in Romania.

Avv.Maurizio Danza
Avv.Maurizio Danza

Avvocato Danza, ci conferma che il criterio di sbarramento applicato dal MIUR nei confronti di chi ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento in paesi europei diversi dall’Italia, non è uguale proprio per tutti?

Lo devo confermare.

Nel corso del nostro lavoro, abbiamo studiato alcuni giudizi innanzi al TAR Lazio e al Consiglio di Stato da cui emergerebbe la anomala vicenda  da voi definita nel vostro articolo “ una nota stonata”.

In poche parole abbiamo riscontrato la esistenza di taluni decreti di riconoscimento emessi del MIUR a favore di alcuni laureati italiani abilitati in Romania, attualmente negati a tutti gli altri, tra cui i ricorrenti rappresentati dal legale.

 

Quindi il criterio non è uguale per tutti?

Da una parte ci sono migliaia di abilitati in Romania che si vedono rifiutato il riconoscimento dell’abilitazione e dell’altra ci sono altri abilitati che invece sono stati riconosciuti e non hanno avuto alcun problema?

Esatto.

Per la precisione abbiamo da una parte migliaia di abilitati che subiscono una ingiustizia e dall’altra un piccolo gruppo che sembra superiore ai criteri comuni.

Può spiegarcelo meglio?

Sono stati emanati dei decreti di riconoscimento a favore di alcuni abilitati in Romania, nella stessa identica situazione dei nostri ricorrenti.

Anzi, pensi che i tre abilitati in Romania, cui si riferiscono gli unici decreti di riconoscimento prodotti nei giudizi dinanzi alla magistratura , mai revocati dal MIUR , sono stati ammessi alle procedure concorsuali riservate e risultano inseriti utilmente nel sistema di reclutamento della pubblica istruzione , con grave disparità di trattamento a danno di migliaia di abilitati italiani.

Ma come è possibile?

Ai fatti, in cosa consiste la grave disparità di trattamento a danno dei ricorrenti dal medesimo patrocinato?

Mi permetta di fare una precisazione: a differenza dei tre abilitati cui si riferiscono i decreti, i miei ricorrenti così come migliaia assistiti da altri studi legali, si sono visti costretti ad intraprendere ben due giudizi, avendo dovuto adire prima il TAR Lazio che si era espresso negativamente, e successivamente il Consiglio di Stato che ha accolto i ricorsi riconoscendo la validità delle abilitazioni all’insegnamento in Romania.

 

Ma non sono sufficienti le pronunce positive del Consiglio di Stato ai fini dei decreti di riconoscimento del MIUR?


Dovrebbe ma non è così.

Il MIUR, nonostante la condanna, non ha eseguito spontaneamente le sentenze dei Giudici,  costringendo i ricorrenti all’ ulteriore giudizio di ottemperanza che si terrà a maggio e che è finalizzato alla condanna del MIUR ad emanare, anche attraverso un Commissario ad acta,  i decreti di riconoscimento all’ esercizio della professione docente a pieno titolo anche in Italia.

Aggiungo inoltre,  che risulta da altri atti che il MIUR,  stia condizionando – improvvisamente- la emanazione del decreto di riconoscimento, disponendo nei confronti dei beneficiari delle sentenze ( a differenza dei tre abilitati destinatari del favor) “misure compensative” previste dalla direttiva dell’Unione Europea n°36 del 2005, di durata anche fino a due anni: tutto ciò  eludendo palesemente le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato e senza  tener conto illegittimamente  dei titoli professionali  e della specifica esperienza di insegnamento maturata dai ricorrenti abilitati in Romania, come previsto giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea.

La situazione è quasi surreale.

Ci sono soluzioni diverse da quelle giudiziarie a favore degli abilitati in Romania?

Ci sono soluzioni per ogni cosa, ma deve esserci la volontà di cercarle.

Per quanto mi riguarda dichiaro la mia disponibilità a partecipare ad un ulteriore tavolo tecnico con il MIUR -come già fatto nel marzo del 2019 con la Responsabile della Direzione dell’Ufficio VII e l’Avvocatura dello Stato-, finalizzato ad una soluzione della annosa questione a favore degli abilitati in Romania, che in mancanza dei decreti di riconoscimento, corrono il rischio di ulteriori conseguenze dannose.

Infine, tale riconoscimento costituisce strumento indispensabile per garantire sia il diritto all’esercizio della professione docente in Italia tutelato dalla Direttiva Europea sia il diritto al lavoro dei ricorrenti, allo stato  fortemente compromesso da comportamenti amministrativi palesemente illegittimi.

Grazie avvocato, ci auguriamo che si trovi una pacificazione di questa anomalia.

Faremo tutto il possibile.

 

E anche noi speriamo che l’avvocato Danza e tutti gli altri studi che si stano occupando di questo tema possano in fretta far tornare il MIUR a più miti consigli.

Ricordiamo che il nuovo anno scolastico e vicino e dopo questi anni terribili per la scuola italiana abbiamo bisogno di docenti formati a abilitati per recuperare il gap formativo.

Come sappiamo, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sta facendo molta pressione affinché la scuola possa ripartire con un corpo docente adeguato e abilitato, sarebbe molto pericoloso per le prossime generazioni non soddisfare questa attesa.




L’ANNO (scolastico) CHE VERRÀ

 

Era il 5 marzo 2020 e le scuole chiudevano per l’emergenza da coronavirus. D’allora abbiamo dovuto ripensare la nostra quotidianità.

Abbiamo dovuto rivedere consuetudini che, nell’arco di pochi giorni, sono venute a mancare, ma anche esperienze portanti della nostra esistenza.

Intorno alla scuola molto si è discusso, molto si è riflettuto; mentre si continua ad adoperarsi per riorganizzarla e cercare di farla vivere, comunque.

Abbiamo anche sperato che il dramma vissuto potesse servire almeno ad aggiustare alcune problematicità che, da anni, non sono ben chiare. Invece stiamo lavorando già per il nuovo anno scolastico, ma la nebbia è ancora molto fitta.

Che sarà per l’anno (scolastico) che verrà?

A distanza di un anno, non si può più parlare di emergenza, ma di pandemia “strutturale” ed è necessario trovare rimedi strutturali per risolvere problemi da anni nel dimenticatoio.

I problemi erano e sono: elevato numero di studenti per classe e aule troppo piccole.

Abbassare il numero degli studenti per classe presuppone aumenti di organico del personale ed inoltre occorre dimensionare in maniera ottimale le aule attraverso urgenti investimenti in edilizia scolastica.

Per garantire la scuola in presenza e in sicurezza, oltre al completamento del piano vaccinale, è necessario “lavorare” sulle due variabili ricordate.

Il Covid-19 è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso le goccioline del respiro delle persone infette (droplets) quando starnutiscono o tossiscono o si soffiano il naso, e attraverso anche l’atto del parlare.

Quando si parla migliaia di goccioline possono rimanere sospese nell’aria tra gli 8 e i 14 minuti.

Questi stessi droplet, per la forza di gravità, cadono e possono atterrare sulle più varie superfici su cui hanno tempi di sopravvivenza variabili.

Le particelle virali possono resistere fino a mezz’ora su carta da stampa, fino a 24 ore su legno e tessuto, fino a due giorni su banconote e vetro; fino a 4 giorni su acciaio inox, plastica e superfici interne delle mascherine e fino a una settimana sulla superficie esterna delle mascherine.

Quindi è necessario che le aule didattiche siano giornalmente sanificate e soprattutto siano dotate di apparecchi per il ricambio d’aria.

E allora? Quest’anno scolastico iniziato “in presenza” si approssima a chiudersi “a distanza” e l’anno che verrà?

Intanto le scuole hanno fatto le proposte di organico docenti e alunni/classi senza che fosse pubblicato il decreto interministeriale sugli organici per l’a.s. 2021/22,
quindi ancora non si sa se ci saranno classi di 30 alunni che presuppongono per il D. I. 18/12/1975 classi di 60 metri quadrati.

Ad avercele! Ma con 30 alunni in classe sottodimensionate il distanziamento con i banchi monoposto servirebbe a ben poco.

Occorre più personale per sanificare ogni giorno tutti gli ambienti e servono dispositivi per favorire un rapido e completo ricambio d’aria. Forse c’è ancora tempo per pensarci e intervenire, altrimenti anche l’anno (scolastico) che verrà si svolgerà a ritmo psichedelico “apri” e “chiudi”.

Aerazione e sanificazione sono argomenti presenti nel dibattito scientifico ed accademico ormai da tempo e se davvero si vogliono le scuole aperte ed in sicurezza, non si perda tempo.

 

Pio Mirra

DIRIGENTE SCOLASTICO




Vaccino SI, Vaccino NO, Vaccino BOOM!

 

Giovedì scorso, il 18 marzo, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha affermato: “Il Governo italiano accoglie con soddisfazione il pronunciamento dell’Ema sul vaccino di Astrazeneca.

La somministrazione del vaccino riprenderà già da domani.

La priorità del Governo rimane quella di realizzare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile”.

E sottolineiamo che, il via libera in Italia alla ripresa delle vaccinazioni con il siero anglo-svedese, dopo la sospensione precauzionale di 4 giorni, è arrivato a poco più di un’ora di distanza da quello dell’Ema, l’agenzia europea per il farmaco.

Neanche a farlo apposta, venerdì 19, sera, l’ASL Novara mi manda un sms: sono convocata per la somministrazione del vaccino anti-covid per l’indomani.

Preciso che sono un’insegnante di 55 anni che, su base volontaria, ha aderito alla campagna vaccinazione covid della regione Piemonte, con preadesione del 21 febbraio.

Bene, come indicato nel link il piemontetivaccina.it, mi presento in anticipo all’ appuntamento con

  • tessera sanitaria,
  • documentazione attestante l’effettiva appartenenza alla categoria (personale scolastico/personale volontario della protezione civile),
  • modulo di consenso precompilato (14 pagine)

Prima anomalia, l’unico modulo di consenso disponibile sul sito della regione è per il Pfizer, lo compilo comunque, perché queste sono le indicazioni ricevute al triage.

Seconda anomalia, nessun operatore sanitario, né medico, né infermiere che incontro, porta una targhetta che lo identifichi, viceversa tutti i volontari della Protezione Civile portano un tesserino di riconoscimento.

Terza anomalia, il primo camice bianco che incontro, controlla i miei dati e su mia segnalazione constata che il modulo di consenso è per il Pfizer.

“Non c’è problema” dice, straccia l’ultimo foglio, quello con la mia firma, e mi invita a porre la mia firma sotto il nome vaccino ASTRAZENECA.

Del resto, che problema c’è, se prima mi avevano promesso un vaccino e adesso me ne fanno un altro?!?

Segnalo che sono allergica alla penicillina, “lo dica al medico”, mi risponde.

“Avanti il prossimo” si apre la porta ed è il mio turno.

Entro nell’ambulatorio, sono un po’ in apprensione, in questi ultimi giorni si è letto e scritto tutto ed il contrario di tutto sui vaccini.

Però, mi fido e, in fondo, mi sento fortunata a potermi vaccinare.

E poi le parole di Draghi con il responso dell’Ema mi risuonano in testa.

Il medico che mi riceve esamina il mio modulo e si informa su che tipo di reazioni allergiche ho avuto all’antibiotico in questione.

Spiego che una volta mi è venuta l’orticaria, ma nessun choc anafilattico.

Mi chiede “Sta bene?” Sì.

“Ha fatto il covid?” No.

“Ha fatto un tampone?” No.

“Mai nessuno?” No.

“E ALLORA? CHI GLIELO FA FARE DI FARE IL VACCINO? HA IDEA DEI RISCHI CHE CORRE?”

Rispondo “Sono un ‘insegnante, a scuola ci hanno invitato a vaccinarci…”

“NON CREDO CHE IL SUO PRESIDE L’ABBIA OBBLIGATA; NON VORRA’ FARMI CREDERE CHE RISCHIA IL POSTO DI LAVORO?!?”

Inizia a crescermi l’ansia, gli dico, “Ma lei chi è?” Risposta “Uno psichiatra”.

Incalza” CI PENSI BENE, IO GLIEL’HO DETTO”

Allora, gli segnalo che i miei genitori hanno avuto entrambi un infarto, che dei miei 4 nonni, tre sono morti per problemi cardiovascolari…

Lui continua a ripetere: “APPUNTO, ADESSO LEI STA BENE; CHI GLIELO FA FARE DI CORRERE DEI RISCHI?!?”

Sono agitata e confusa, penso quasi ad uno scherzo, guardo l’infermiera sperando che mi rassicuri.

Niente.

Vorrei scappare, ma mi sento inchiodata alla sedia.

“Braccio destro” mi dice e l’ago entra nel mio braccio.

Raccolgo le mie cose ed esco, in mano due moduli, precisamente:

  • un foglio/questionario per i pazienti da inviare all’email a.car@asl.novara.it per la segnalazione di reazioni avverse (dove hanno indicato ASTRAZENECA; FEMMINA; 1° DOSE ORA E DATA di somministrazione; SPALLA DESTRA) con graffettato un foglio/scheda di raccordo anamstetico senza nessun dato anagrafico e niente firma.
  • un foglio con il giorno e l’ora per la somministrazione della 2°dose con il mio nome ed indirizzo, ma ancora niente firma.

Ripeto.

Su entrambi i moduli non c’è nessuna firma, né qualifica.

Primo modulo SEDUTA VACCINALE del…NON COMPILATO.

MEDICO VACCINATORE, NIENTE FIRMA.

INFERMIERE VACCINATORE, NIENTE FIRMA.

Secondo modulo, IL MEDICO RESPONSABILE, NIENTE FIRMA.

Perché? Cosa sta succedendo?

Mi informo, anche gli altri, come me, non hanno neppure uno straccio di scarabocchio di firma.

Che strano…

Allora, non appena torno a casa, faccio un’indagine tra gli altri colleghi, già vaccinati da tempo, anche loro, o non hanno in mano nessun modulo o non hanno firme leggibili o qualifiche a cui appellarsi.

Bene, no anzi male.

Se il medico ha fatto di tutto per dissuadermi (mi rammarico non averlo registrato, lo so è la mia parola contro la sua) e se in generale è una prassi, verificabile dai documenti, quella di non firmare, come faccio io libero cittadino a sentirmi sicura?!?

O forse quel medico negazionista ha agito bene, in scienza e coscienza per mettermi in guardia, spiegandomi in “lingua comprensibile”, come recita il modulo che ho firmato, quali sono i rischi?

Cosa significa in questo momento essere medico?

Ed essere insegnante?

Che cosa possiamo fare per non trasgredire la legge, tutelando al contempo la nostra e l’altrui salute?

Ok, possiamo rifiutarci di vaccinarci, ma se davvero il personale medico e quello scolastico rifiutasse in blocco la somministrazione del vaccino, cosa succederebbe?

Se uno si è deliberatamente rifiutato di vaccinarsi e poi si ammala di covid, l’Inps risponde?

Ed infine, se uno è un medico no vax, fa bene o fa male ad allertare il paziente?

Come concilia il suo obbligo legale di somministrazione del vaccino con il suo scetticismo medico?

Che cosa sanno in più i medici che noi non sappiamo?

Se, per legge, un medico deve procedere alla somministrazione del vaccino, è deontologicamente corretto, da parte sua, insistere ad allertare il paziente a priori, senza che questi gli abbia chiesto un parere?

Ha esercitato una forma gratuita di terrorismo psicologico o ha coraggiosamente e lecitamente espresso il suo dissenso?

Qualcuno mi ha detto di denunciarlo.

Perché?!? Dico io.

In fondo lui ha fatto il suo dovere, il vaccino me l’ha fatto.

Avrebbe fatto bene a tacere, a tenersi per lui le sue perplessità?

Per me no.

Primo, perché siamo ancora, fino a prova contraria, in un paese libero e democratico, dove vige il diritto di parola.

Secondo, perché sia lui, medico, che io, paziente, siamo gli ultimi anelli di una catena, un sistema statale, che comunque non sta funzionando.

Lui nella sanità, io nella scuola.

Sfido chiunque a dimostrarmi il contrario.

Le scuole sono chiuse e la Dad non funziona.

Le terapie intensive sono ancora al collasso ed il personale medico sanitario ha pagato a caro prezzo il suo ruolo, sia sul piano personale che legale.

Niente e nessuno ci sta garantendo che il vaccino ci metta al riparo dal rischio di ammalarci e ci dia  un’immunità permanente.

Prima sotto il governo Conte e poi adesso nel governo Draghi, i politici si rimangiano la parola, dicono una cosa e poi ne fanno un’altra.

Alzi la mano chi si sente protetto dalla politica e rassicurato dalla stampa.

Siamo onesti, ogni giorno, chiunque di noi, semplice cittadino, da un anno a questa parte, è in balia di un ennesimo bollettino medico, di un altro d.c.p.m, di una nuova zona rossa…

Uno dice, “mi informo”.

Ma dove sono i dati scientifici, se, ogni giorno gli esperti che vanno in televisione, giocano a confondere la gente, cambiando l’informazione scientifica in disinformazione mediatica ed in strumentalizzazione politica?!?

Ringrazio quel medico che mi ha obbligato a riflettere che siamo anelli di un sistema che non tiene.

E come io, docente, so che non c’è né Azzolina, né Bianchi che tenga, la scuola si sta trascinando verso la fine del secondo anno scolastico a rotoli, così, quel medico, sa che è ora di finirla di raccontare palle sulla sicurezza dei vaccini.

Stiamo andando incontro a mani nude alla pandemia, e chi vivrà, vedrà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I Vaccini Panacea di tutti i mali… ma ricordiamoci che da poveri ci si ammala di più…

LE MELODIE DEI CANTORI DEL VIRUS

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Medici: dove sono?

Bestiario del Coronavirus

 




Alimentazione: fiocco Lilla per aiutare.

Verso il 15 marzo 2021, GIORNATA NAZIONALE DEL FIOCCHETTO LILLA.

Anche quest’anno #coloriamocidililla TUTTI INSIEME!

In data 19 giugno 2018, la Giornata del Fiocchetto Lilla è stata finalmente sancita dalla Presidenza del Consiglio e, a partire da allora, il 15 marzo è riconosciuto istituzionalmente come giornata nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione.

(Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 140 del 19.06.2018: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/06/19/18A04218/sg)

La storia.

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione Mi Nutro di Vita (Pieve Ligure – GE).

L’iniziativa parte da un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia a soli 17 anni per bulimia (in lista d’attesa per ricovero in una struttura dedicata) e ricorre il 15 marzo, proprio nel giorno della sua scomparsa.

Lo scopo.

Questa Giornata offre speranza a coloro che stanno ancora lottando e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.): Anoressia, Bulimia, Binge Eating (abbuffata compusiva senza pratiche compensatorie) Obesità, EDNOS (perdita di controllo alimentare), e tante e nuove forme ancora… 

In tutta Italia, in occasione di questa Giornata, vengono organizzati eventi di vario genere: convegni, presentazioni di libri, banchetti informativi, colorazioni lilla di fontane/monumenti, etc.

Gli obiettivi della giornata:

  • difendere i diritti fondamentali di chi è colpito da un DCA, combattendo informazioni distorte e/o pregiudizi;
  • sensibilizzare l’opinione pubblica, facendo conoscere la frequenza, le caratteristiche e le gravi conseguenze che questi disturbi possono avere per la salute fisica e psicologica di chi ne soffre;
  • scoraggiare il distacco ed il disinteresse da parte di chi non è direttamente coinvolto dalla malattia;
  • accrescere la consapevolezza a livello individuale, collettivo ed istituzionale del carattere di epidemia sociale che i DCA stanno assumendo a livello nazionale e mondiale;
  • creare una rete di solidarietà verso chi è colpito da DCA, personalmente o in famiglia, per combatterne il disagio relazionale e il senso di abbandono e sconfiggere l’omertà che accompagna questi disturbi.

La definizione medica di DCA

 

“I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione o di comportamenti collegati con l’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale”. (DSM-5)

L’entità del fenomeno.

In Italia sono 3 milioni i giovani che soffrono di DCA, un fenomeno spesso sottovalutato sia da chi ne soffre che dai famigliari, e che costituisce una vera e propria epidemia sociale: il 95,9% sono donne, il 4,1% uomini.

Soffrire di un DCA, oltre alle conseguenze negative sul piano organico, comporta effetti importanti sul funzionamento sociale della persona, con gravi penalizzazioni della qualità di vita; ne limita le capacità relazionali, lavorative e sociali.

Spesso, inoltre, il disturbo alimentare è associato ad altre patologie psichiatriche: oltre, quindi, a provocare un’intensa sofferenza psichica, coinvolge anche il corpo, con serie complicanze fisiche. Tuttavia, solo una piccola percentuale di persone che soffrono chiede aiuto.

La corretta informazione.

Dedicare una giornata-evento ai Disturbi del Comportamento Alimentare significa aumentare l’attenzione della popolazione italiana attorno a queste patologie che utilizzano il corpo come mezzo per comunicare un disagio ben più profondo. 

E’ quindi fondamentale implementare la corretta informazione intorno ai DCA, per facilitare la comprensione dei meccanismi psico-biologici che favoriscono la malattia e diffondere la consapevolezza che questi disturbi possono essere curati attraverso una rete assistenziale orientata all’individuazione precoce del disturbo, tramite l’attivazione di percorsi riabilitativi multidisciplinari specializzati. 

Fondamentali per il successo del trattamento sono, infatti, la diagnosi precoce della malattia ed un intervento tempestivo affidato ad un’équipe di medici specialisti.

 

La testimonianza.

 

“Sono Stefano Tavilla, papà di Giulia, diciassettenne genovese morta il 15 Marzo 2011 per le conseguenze di un disturbo del comportamento alimentare di cui soffriva da tempo, la bulimia, che l’aveva portata nell’ultimo periodo della malattia a richiedere il ricovero in una struttura specializzata al di fuori della Liguria, la sua regione di nascita.

Venne messa in lista d’attesa e in tale stato se ne andò.

Da quel giorno, con tutte le mie forze e con l’aiuto dell’associazione da me fondata, “Mi Nutro di Vita“, desiderai che venisse creata una giornata di sensibilizzazione e aggregazione contro i DCA, partendo con un evento unico a Genova il 15 Marzo 2012. 

Con il passare degli anni, a questa iniziativa si sono unite realtà associative di tutta Italia, per fare cultura sui DCA e lottare tutti insieme, uniti per quello che è divenuto il simbolo di questa Giornata, il Fiocchetto Lilla.

Per la VI edizione della Giornata, in tutta Italia il 15 marzo si sono svolte iniziative ed incontri che coinvolgono associazioni, istituzioni e scuole, per un totale di più di 120 eventi in tutto il territorio nazionale, al fine di sensibilizzare sulla tematica dei DCA.

Proprio in quella giornata sono stati anche distribuiti fiocchetti lilla in Parlamento, per la presentazione

della proposta di legge “D’Ottavio-Pastorino”, con la quale si chiede che il 15 marzo diventi una data nazionale per non dimenticare e che il Ministero della Salute diventi l’organo competente per il coordinamento della Giornata, in collaborazione con le regioni e gli enti locali”.

Il messaggio

Come ha detto Massimo Recalcati ,

”I disturbi del comportamento alimentare non sono disturbi dell’appetito, ma della relazione.

All’esordio di ogni anoressia o bulimia troviamo una ferita.

E questa ferita riguarda soprattutto le relazioni primarie: è una ferita d’amore. È in questo senso che anoressia e bulimia sono malattie dell’amore”.

Dunque, in primis, mai come in questo periodo, alimentiamo la nostra fame di amore, coltiviamo il nostro desiderio atavico di attenzione e di cura verso noi stessi e verso gli altri, cerchiamo in ogni modo di mantenere le nostre relazioni, nutrendo l’anima per saziare il corpo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




“La Vita è una Scultura” con Sergio Grasso.

Aperitivo in trattoria …

Sono passati trentatré anni dalla sera in cui, in quella trattoria nel trevigiano, aspettando che si liberasse un tavolo, Sergio propose di farci un “cicchetto” al bancone.

Non dimenticherò mai il suo sguardo, quando mi azzardai a chiedere una cola: a distanza di più di tre decenni, al solo ricordarglielo, sgrana gli occhi come alla vista di uno spettro. Divertito però.

Ma torniamo indietro di trentatré e una manciata d’anni.

 

… nella ridente Marca Trevigiana.

Correva l’anno 1976. Le prime Radio private spuntavano qui e lì, come funghi dopo una bella piovuta.

Un giorno mamma portò a casa una bianca Brionvega.

Non mi ci volle molto a scoprire il paradiso, selezionando la modalità “fm”.

Fu subito amore: abbandonai la Barbie e Ken per Radio Marca, un crogiuòlo di talenti vocali tra i quali spiccava, per spessore e autorevolezza, lo speaker Sergio Grasso, allora poco più che ventenne.

Ci sono cose che la ragione non può spiegare. L’istinto invece sì: è “lui” a dirti che qualcuno è lì soltanto di passaggio, che il suo Destino è altrove, e la sua voce sarà udita (quasi) ovunque.

Così è stato.

Trentatré e una manciata d’anni dopo …

… mentre il resto d’Italia è davanti alla tv per godersi la finale del Festival di San Remo, incontro il mitico “Sergione” per una chiacchierata.

Nato a Venezia l’undici dell’undici del cinquantacinque alle ventidue e ventidue – quale esperto numerologo non vorrebbe tracciare il suo profilo? – la vita di Sergio si snoda in cicli della durata di undici anni: giusto il tempo di farsi venire nuove Idee, intraprendere nuove avventure, portare a compimento nuove imprese.

La prima di una serie di tappe che lo avrebbero portato, negli anni successivi, a esplorare il variegato mondo dei media come “voce” e non solo, fu la Radio.

Interviene e puntualizza: “Si dice ‘mèdia’, non ‘mìdia’, visto che deriva dal latino”.

In vena di confidenze, Sergio ammette di aver sempre odiato la sua voce fin da quando, appena undicenne, prendeva lezioni di canto lirico da Mario Del Monaco. Come baritono.

Prosegue raccontando che, quando gli capitava di chiamare l’amichetta per chiederle di uscire … se rispondeva lei, tutto bene. Se invece rispondeva il suo papà, Sergio si spacciava per suo padre e a quel punto, cominciava la commedia degli equivoci.

Alla fine, malgrado i paradossi, ad averla vinta è l’Esistenza: ovunque Sergio ha messo piede – alla radio, in studio di registrazione, in sala di doppiaggio, alla tv e in teatro – rimane l’eco del suo “vocione”, le emozioni che ha trasmesso, il piacevole ricordo di chi lo ha apprezzato come Speaker, Doppiatore, Autore, Attore, Regista Teatrale …

 

Una Voce, una Penna e un’ardente Passione per la Cultura del Cibo.

Ecco i tre ingredienti della magica Ricetta di una Vita che è sempre un work-in-progress! O, per dirla all’italiana, un “lavori in corso”!

Di Sergio ho sempre ammirato il coraggio di superare i limiti imposti da ogni “ruolo”, da lui già incarnato con successo.

Di persone eccellenti in ciò che fanno ne incontriamo, nella vita. E non importa se, nel tempo, si appassioneranno ad altro: la tentazione, per l’attore, è continuare a crogiolarsi sugli allori del passato. Lo spettatore invece si addormenta, certo che il proprio beniamino sia “quel che ha già  fatto” e più nient’altro.

Ma torniamo a Sergio.

Nei primi Anni Novanta, la sua vena artistica incontra e si fonde con quella di Alchimista dell’Arte Culinaria, Filosofo del Gusto e della sua Storia, Antropologo alimentare, Amante dei prodotti tipici e della Cultura che li ha generati – Storia, Geografia, Usi e Costumi, Tradizioni, Arte, addirittura Archeologia – cogliendone i significati rituali e sociali.

Ed ecco entrare in gioco l’esperienza, fino a quel momento maturata in teatro: il carisma dell’attore, la colta creatività dell’autore e la leadership del regista, fanno di lui l’ospite televisivo perfetto, il giudice imparziale disposto a giocarsi l’approvazione dell’audience, pur di non scendere a compromessi con i “Cuochi d’Artificio” (i personaggi costruiti a tavolino dal “sistema”: più divi e “influencer”, che veri cuochi).

Nel frattempo, la sua fama di esperto di storia sociale del cibo e dei costumi alimentari, varca i confini d’Italia e si spande per il mondo, come profumo di pane appena sfornato.

Per lui, infatti, gli alimenti sono più che “nutrienti”: sono “marcatori culturali”!

In altre parole: il cibo di un Popolo ne rappresenta l’Identità, la Cultura, la Civiltà. Non rimane che metterci a tavola e assaggiarlo, per conoscere davvero la Nazione che ci ospita!

 

Un Curriculum lungo una vita.

Come è facilmente intuibile, le sue aree di interesse più importanti sono: Cibo, Cultura, Civiltà antiche e moderne, Arte, Storia, Geografia, Viaggi, Archeologia, Antropologia alimentare …

Dal suo profilo – aggiornato con cura dall’Ufficio Stampa – estraggo i ruoli da lui rivestiti nei momenti più salienti della sua carriera, ancora in pieno svolgimento.

Il mio elenco, sommario e incompleto, rende l’idea di chi sia il professionista “Sergio Grasso”: speaker radiofonico e pubblicitario; doppiatore cine televisivo; autore e conduttore televisivo; autore e interprete di monologhi legati all’arte, alla storia e all’alimentazione; regista e attore teatrale; documentarista; food-writer; docente universitario; ricercatore e membro di commissioni scientifiche e tecniche; antropologo e consulente alimentare; esperto di gastronomia e merceologia; giudice tecnico e “mentore” del programma “La Prova del Cuoco”; autore e coordinatore dei contenuti antropologici e agronomici del reality “La Fattoria 1870”; animatore di manifestazioni enogastronomiche; curatore della progettazione e realizzazione di eventi gastronomici legati alle rappresentazioni del cibo nell’arte; scrittore, editore, pubblicista …

L’elenco potrebbe continuare, ma mi fermo qui.

Come una lista della spesa non può esprimere un pranzo preparato con amore, da gustare con gli affetti a noi più cari … un curriculum da solo non basta a raccontare la bellezza e il valore di un Essere Umano.

È stata una piacevole chiacchierata, quella di venerdì 5 marzo con Sergio Grasso, perché si è parlato un po’ di tutto.

Ne è uscito il ritratto di un Uomo coerente con se stesso e con i propri Valori; un uomo che, piuttosto che tradire ciò in cui crede, ringrazia con garbo, saluta e se ne va per la sua strada.

Il suo Viaggio dell’Eroe è tuttora in corso.

Verso la fine del nostro incontro, Sergio accenna a interessanti novità delle quali, “per scaramanzia”, preferisce non parlare.

Prima di accomiatarci, mi mostra con fierezza i “santini digitali”: le foto di Shanti, la sua adorata nipotina.

Di lui, questa bellissima bambina ricorderà che “… se l’ha avuto, un nonno, è già una fortuna; che il nonno scherza, ride e la fa ridere, le morde il sederino …”

La sua eredità per lei, la frase-mantra è: “Aspettati poco dagli altri: quel che ti serve nella vita, è già dentro di te”.  

E ancora: “La vita è una scultura, non una pittura: la pittura si fa aggiungendo delle cose su una tela bianca; la scultura, invece, si fa togliendo della materia per tirar fuori quel che c’è ‘dentro'”. La nostra vera Essenza!

Questa intervista è un’altra gemma preziosa incastonata nel Progetto di valore sociale “Ondina Wavelet World”, il Progetto multimediale che ha per Scopo la creazione di una Cultura basata sulla consapevolezza del Potere creativo delle nostre Parole.

E quando le Parole che pensiamo, diciamo e agiamo in coerenza, coincidono con i veri Valori dell’Uomo, possiamo dar vita, tutti insieme, a un mondo bellissimo.

Per partecipare iscriviti al Canale YouTube “Jasmine Laurenti” e, se i contenuti risuonano con te, fai del Progetto il “tuo” Progetto, abbonandoti al Canale stesso.

Ecco il video e il podcast della stupenda chiacchierata con “Sergione”.

Alla prossima!

Con Amore,

la vostra Eroina acquatica Ondina Wavelet (Jasmine Laurenti).