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Siamo onesti. Sono giorni, sono anni difficili.

Niente e nessuno è più come prima.

Solo e sempre problemi.

Una domanda sorge spontanea di questi tempi:

dov’è finita la poesia? O, ormai, c’è rimasta solo la prosa?

Noi di betapress pensiamo che, mai come in questo periodo, ha ancora senso scrivere e parlare di poesia.

Anzi, solo un’anima poetica, intimamente innamorata della vita, può cercare un senso, dare un volto, incapsulare in curve d’ inchiostro quest’ aborto di vita che stiamo vivendo da quasi un anno.

Siamo andati ad intervistare Ulisse Morgione, un poeta che ha appena pubblicato la sua prima raccolta di poesie “La cura del liutaio” edito dalla Currenti Calamo Editore.

Ed abbiamo scoperto che un poeta può partorire poesie stupende anche ai tempi del covid, precisamente nei giorni del primo lockdown:

“In questa lontananza

non mi mancano – uomo –

i tuoi bagliori fatui

i gesti grevi

l’andirivieni scaltro

le condizioni che mi poni

per essere altro da ciò che sono.

Mi manca il grano verde

la fioritura dei papaveri

le costellazioni dei ciliegi

le mani giunte e tiepide dei tulipani

la scorza dei limoni

il biancospino cresciuto sui cancelli

che darà a nessuno, temo, la sua essenza.”

 

Questa poesia è stata scritta nell’aprile di quest’anno, durante il primo lockdown.

Giorni in cui la lontananza dal mondo e l’isolamento sociale, ci hanno fatto rimpiangere non la frenesia umana, la diplomazia sociale, la falsità collettiva, ma la meraviglia del creato, i colori, i profumi, le emozioni visive, olfattive, tattili della natura…

Solo un poeta può sbucciare la realtà e portarci al nocciolo della questione.

Per esempio, dare voce e volto a questa fame di amore profuso solo dalla natura.

Ed allora abbiamo voluto ricaricarci dentro e conoscere di persona chi può aiutarci a volare sopra gli affanni quotidiani di questi giorni snaturati.

 

Betapress- Buongiorno Ulisse, complimenti di cuore per le tue poesie. Partiamo un attimo dalla tua vita.

Quali eventi significativi hanno avuto maggior impatto emotivo nella tua anima poetica?

 Morgione-Tra gli eventi biografici significativi, c’è sicuramente la morte prematura di mio padre avvenuta quando avevo 20 anni, un lutto tardivamente elaborato, uno strappo esistenziale su cui, a distanza di quarant’anni, ancora scrivo.

Tra i tanti accadimenti della mia vita, posso citare i miei spostamenti: dalla Calabria dove sono nato e vissuto fino a 19 anni, alla Toscana, terra certamente d’elezione per me, il cui paesaggio è l’unico nel quale posso ritrovare me stesso e tendere all’armonia.

Infine Napoli dove vivo da 20 anni, con le sue potenti contraddizioni, le sue lusinghe e i suoi strazi.

 

Betapress- Ulisse, che valore ha la poesia nella tua vita?

 

Morgione-La poesia è una costante della mia vita, sia come fruitore che come autore.

Mi sono sempre accostato ad essa con molta soggezione e infinita curiosità.

 

Betapress- La poesia è inizio o termine di una ricerca interiore?

 

Morgione- Ho imparato, da lettore innanzitutto, che la Poesia è un’Intenzione, è il principio di una strada, il desiderio di scoperta.

La Poesia non ha risposte, ma aiuta a farsi le domande, interrogarsi sul mondo e su sé stessi.

 

Betapress- Le domande esistenziali avvicinano la poesia alla filosofia?

 

Morgione-La poesia non è filosofia, è metafora e come tale deve avere la capacità di evocare, di decollare dalla pagina scritta ed approdare in quello spazio tra conscio e inconscio, dove teniamo in segreto le nostre vite.

La poesia è un dialogo, un alter ego che non mente e se lo fa è perché glielo concediamo.

 

Betapress- La tua raccolta è intitolata “La Cura del Liutaio”, perché?

 

Morgione- “La cura del Liutaio” è un verso di una mia poesia e dà il titolo alla raccolta perché esprime il mio proposito umano e professionale.

Questo titolo vuole essere evocativo, vuole richiamare un mestiere di alto profilo artigianale come quello del liutaio.

Il liutaio con lentezza, sapienza e passione, si prende cura di uno strumento danneggiato che non risuona come dovrebbe o ne costruisce uno nuovo partendo dal legno, con infinita maestria e pazienza. 

Ognuno di noi dovrebbe cercare di essere artigiano della propria vita.

Ed il poeta è l’artigiano del verso che va cesellato, levigato, lucidato infine fino a risplendere.

Perché la vita, nella poesia, possa risplendere, anche nei momenti più bui

 

Betapress- Quando sono state scritte queste poesie?

 

Morgione- Nella raccolta ci sono poesie scritte negli ultimi 5 anni, ma che spaziano nella mia biografia per più di quarant’anni.

 

Betapress- Durante la giornata, esiste un momento privilegiato per scrivere una poesia’?

 

Morgione- Sì, sovente una poesia germoglia tra il sonno e la veglia, i primi versi scaturiscono sulla linea di confine tra il conscio e l’inconscio.

 

Betapress- Nelle tue poesie ci sono dei temi ricorrenti?

 

Morgione-Tra i temi a me più cari, sicuramente, posso citare

la Natura nel suo compiersi ostinato e salvifico.

Ma anche la Durata come aspirazione e fonte al contempo di delusione inevitabile, vista la precarietà dell’essere.

Ne deriva un tornare nel tempo, un ripercorrere il bordo delle fratture che la Discontinuità dei luoghi e delle persone 

mi ha creato.

Infine potrei citare una tensione all’Immanenza, al mistero del creato e a quella lucida consapevolezza che esistere è solo una “tentazione”, per citare E. Cioran.

In fondo la poesia e l’uomo sono sul limite, sul varco, sulla rottura dell’”anello che non tiene “.

Un passo al di qua della linea d’ombra”.

 

Ed allora, un invito ed un augurio ai nostri lettori.

Un invito a guardare oltre i fatti, dentro le cose e dietro le apparenze, perché questo ci rende uomini liberi.

Ma anche un augurio.

Perseguire questo nostro intento conoscitivo della realtà, non con lucido cinismo e sterile pragmatismo.

Percorrere la vita come fanno i poeti, danzando sotto la pioggia, riannodando i fili, dipingendo il buio, cogliendo in attimi di folgorazione fulminea quel “preludio onirico di paradiso”.

Grazie Ulisse, perché le tue poesie ci aiutano a riprendere quota in questi giorni di male di vivere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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