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Oggi non ci sono più le mezze stagioni, oggi i riferimenti stabili anche politici sono spariti, non fa stupore  a chi è di destra non ritrovarsi o non riconoscersi nella destra, come per chi è sempre stato di sinistra nella sinistra.

Una “Destra”  ed una “Sinistra” con “copyright” di quel Deep State  sempre più invasivo; come del resto le note di banco o banconote di euro, appartenenti non al Popolo italiano, ma ad una Corporate che, fa signoraggio applicando tassi di interesse  a piacimento di quel “cerchio magico” di  Bruxelles, utilizzando un denaro ormai privo di valore intrinseco, non agganciato a nessun tipo di bene rifugio (gold standard).

Sinistra, dicevo, speculare  a questa  destra, una  buonista e inclusivista, l’altra fintamente Patriottica.

Come ai tempi lo è stata la lega Lombarda, nata cavalcando il  mal di stomaco  meridionalistico  di “Roma ladrona” degli anni ’90, enfatizzato né più e né meno  come poi anche altre forme di populismi  fintamente indignati e reazionari,  che, a distanza di anni hanno riproposto lo stesso scenario colpevolista, vedi il movimento cinque stelle, con  il quale hanno catalizzato il dissenso, diventando da forze antagoniste a forze di sistema, ma senza avere l’ossatura di una forza di sistema e nemmeno la preparazione.

Il tutto affiancato da Un Partito Democratico, ex Pci, ex Ds, ex ulivo, insomma una matriosca riuscita male come  una maionese impazzita, impazzito appunto.

Una sinistra senza un centro di gravità permanente che, a dispetto di un  buon Battiato d’annata, “faccia cambiare idea sulle cose e sulla gente” con politiche finto “buone”, “green” e  “gender”.

Non so chi ha più colpe o responsabilità, ma alla fine ci si rende conto che è un gioco delle tre carte al quale si chiede, alla fine di ogni mandato elettorale, di poter comunque andare a votare per tenere in piedi il teatrino che va’ avanti da ormai troppo tempo.

Alla vigilia delle elezioni politiche europee, tutti i partiti corteggiano e seducono i propri rispettivi potenziali elettori per poi abbandonarli, come da copione, con buona pace di valori e ideali, sbandierati in tutte le salse ,in tutti colori rossi o neri di sorta. 

  Lasciando, alla fine, tutti al proprio drammatico destino: la mancanza di lavoro spesso sottopagato e conseguentemente dei soldi indispensabili per andare avanti.

Tipica ricorrenza, questo passato 1°maggio, in cui si doveva festeggiare il lavoro che oggi non c’è più, siamo ormai passati dalla festa del lavoro al funerale del lavoro, e ringraziamo Dio che con le sue copiose precipitazioni ci ha fatto  levare  l’incombenza, sempre più triste, inutile e patetica di andare chissà dove a festeggiare chissà cosa.

Sono rimasti indefessi festeggianti quei sindacati (simil orchestra sul Titanic) che ormai non rappresentano più  la classe dei lavoratori, ma che supinamente subiscono i diktat non tanto dei vari governi tecnici, succedutisi in questi ultimi anni, ma di quell’organo supremo, oramai questo sì, totalmente sovrano e dittatoriale dal nome “Commissione Europea”.

Il che si risolve tutto in una festa dei lavoratori italiani a guisa di “concertone” musicale, che di musicale e artistico ha ben poco, vero oppiaceo per le masse sempre più ignoranti e disilluse.

Suoni sintetizzati e testi violenti contro la legge e i suoi rappresentanti, contro il lavoro quello vero quello legale e a favore di tutte le droghe possibili e immaginabili sia per consumo soprattutto come ascensore sociale “per fare soldi “!

In fretta  e tanti! Alla faccia del lavoro vero fatto di anni di sacrifici e di privazioni.

È il nuovo “credo” a cui molti giovani si rivolgono ed riempiono la platea, perfetti per essere cloroformizzati da messaggi subliminali violenti.

D’altronde, questa nuova religione, è il vero “oppio dei popoli “( K. Marx).

L’urgenza, quella vera e importante, e di cui nessuno vuole farsi carico, sia da destra che da sinistra, è rispondere alle generazioni future mettendo le basi per un futuro di speranza e di dignità.

Il punto  è che gli anni che verranno si preparano veramente difficili, sia per chi ha già dato in parte il suo contributo, in tutti i sensi, sia per chi si accinge a volerlo o doverlo fare, cercando un lavoro dignitoso ed un salario accettabile e bastevole all’aumentare del caro vita.

Questa società così “non disegnata” non può stare in piedi.

Chi decide dietro le quinte, lo sa molto bene, ma non ha interesse a porvi rimedio.

Non vuole, perché è succube di poteri che hanno sostituito completamente quell’idea di democrazia a cui si era abituati e che i partiti della prima Repubblica in qualche modo, garantivano.

Ora è tutto diverso: le lobby e le multinazionali la fanno da padrone.

Tutti sono” funzionali” a tutto, tranne che al Popolo Sovrano.

La Sovranità del Popolo, che è il fondamento della Costituzione, è stata congelata e messa in cantina, assieme a quel Crocifisso  sempre più scomodo e imbarazzante.

E’ di questi giorni la notizia vera ed  imbarazzante che, alcuni professori, abbiano escluso da una gita, alunni con disabilità, a favore di altri ,”meritevoli” di alto rendimento scolastico, alla faccia dell’inclusività, quella tanto cara a questa Sinistra.

In questo caso però nessun esponente politico di sinistra a preso le distanze da questo fatto, tranne il Ministro dell’istruzione che ha segnalato e deplorato il caso.

Come del resto la supina  accettazione di festività del giorno di ramadan mussulmano e fatto digerire a tutta la scolaresca e non solo, fatta da  quel corpo docenti, Preside compresa, di quell’istituto  scolastico del milanese.

Atteggiamenti ideologici provenienti da  una sinistra  irriconoscibile per dirsi “sinistra”, come una destra che non lo è, per altri motivi e ragioni, per potersi definire e chiamarsi “destra”.

Riporta la divertente e sagace canzone di Giorgio Gaber: ma cos’è la destra, cos’è la sinistra!? Oramai siamo arrivati al neutro  colore unico, pensiero unico, sesso unico o unisex  ed  etnia unica.

Come dice il buon Enrico Montesano:  non c’è più una destra e una sinistra ma un  sopra  ed un sotto, e noi, chiaramente, siamo sotto.

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