Diario di Eva sul set di “Sola Nina” – Prima Parte

Da reporter ad attrice è un attimo …

Inizia oggi il “Diario di Eva”, cronistoria del mio passaggio da reporter ad attrice, sul set del film “Sola Nina” del regista indipendente Massimo Libero Michieletto.

Il suo esordio alla macchina da presa, assieme al regista Samuele Schiavo, risale a un paio di anni fa con “Desiderie”, opera focalizzata sul rapporto fra il disagio e la cura della mente.

Il docufilm si basa sulle testimonianze di tre donne che vivono la loro quotidianità tra il “dentro” (i dipartimenti di psichiatria di alcuni ospedali della provincia di Treviso) e il “fuori” (la società esterna con la sua ostentata efficienza).

Obiettivo: spostare il nostro sguardo su quanto ci sia di apparentemente normale o anormale in entrambi i contesti.

 

Il link misterioso

La mia avventura inizia la vigilia di Natale del 2021 nella messaggeria di Facebook:  è qui che ricevo il link al trailer di “Desiderie”.

Il nome di Massimo mi è familiare ma il suo messaggio, privo di commenti, finisce nel dimenticatoio.

È solo alla fine di febbraio che riesco a ricomporre il puzzle: ci siamo conosciuti diversi anni prima, in occasione della premiazione di un concorso letterario indetto dalla rivista di cui Massimo, all’epoca, è Art Director.

Giuliana Merotto (mia madre n.d.r.), fondatrice della rivista, mi invita a leggere brani scelti dalle opere dei tre finalisti. Massimo fa parte della giuria e a distanza di qualche anno si ricorda di me.

“Vorrei che tu facessi una parte nel mio prossimo film”, scrive. Il resto è (quasi) storia.

 

Il regista

Nato a Conegliano Veneto in provincia di Treviso nel 1971, Massimo è docente di storia dell’architettura contemporanea e insegnante di “scrittura terapica” presso il Dipartimento di Psichiatria dell’Ulss 2 Marca Trevigiana.

È stato Art Director della rivista “Marca Gioiosa” e della casa di produzione musicale Ambiorami per cui ha diretto e girato diversi videoclip musicali.

Ha pubblicato i romanzi “La Città Errante” (Amande Edizioni, 2012) e “L’abilità” (Libereria, 2018).

Dopo il già citato esordio in “Desiderie”, docufilm diretto assieme al regista Samuele Schiavo, “Sola Nina” – il titolo è provvisorio – è il suo primo lungometraggio per il cinema.

 

La Troupe:

Il regista

Massimo Libero Michieletto

La Segretaria di Edizione

Eliana Boschiero

L’Assistente alla Segretaria di Edizione

Loni Zanatta

Gli attori

Carlotta Piraino – Nina

Maria Casamonti – Maria

Jasmine Laurenti – Eva

Selene Demaria – Evita

Sabino Dell’aspro – Ivan

Giovanna Digito – la sposa

Eliana Boschiero – la fotografa sordomuta

David Ponzi – David

I tecnici

Erik Marcon – riprese video

Luca Dionello – microfonista

Sara Sevestrel – trucco e parrucco

 

“La sorella”

A volte basta così poco per esplorare il mondo interiore di un Essere Umano: un panno sporco di famiglia esposto alla luce di un sole abbacinante di fine luglio. Nel film sono Eva, sorella di Nina, una delle due protagoniste. Ho una figlia poco più che adolescente, Evita. Il mio è un ruolo cameo: entro ed esco di scena giusto il tempo di illuminare l’audience su uno dei motivi per cui oggi mia sorella è la donna che è.

Per ora mi fermo qui. È troppo presto, credo, per dire di più.

 

Chicca finale

Il soggetto di “Sola Nina” è stato selezionato dalla Treviso Film Commission ed è tra le dieci produzioni che saranno presentate a Settembre alla Mostra del Cinema di Venezia.

Ci sarà quindi una conferenza stampa all’Hotel Excelsior del Lido. Per allora il film non sarà ancora ultimato, ma il regista avrà venti minuti di tempo per mostrarne il trailer e qualche clip.

Bene. Per oggi è tutto, dal set. Al prossimo aggiornamento!

La vostra reporter Eva … pardon … Jasmine Laurenti.

Il cast tecnico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




E pluribus unum. Ma davvero ce ne potrà essere solo uno, tra i tanti?

In modo particolare gli europei, ma in realtà i Cittadini del Mondo, ormai da mesi si stanno interrogando su tutto quanto sta accadendo.

Molti, troppi, eventi: tutti segnati da profonde. profondissime, contraddizioni, menzogne che emergono come tappi di sughero dall’acqua, apparenti grandi verità e altrettanto palesi grandi falsità…  

E il bello (il brutto, in verità!) è che i mentitori – dai piccoli e mediocri bugiardi, agli ingannatori seriali (per intenderci quelli tutti seri, azzimati, abili affabulatori, soffusi da un’aura di credibilità), per finire ai guitti – proseguono da tempo la propria nefasta azione senza che nessuno avversi la menzogna che è in loro e la distruzione che li segue, costringendoli a mettersi da parte ovvero a rispondere del proprio malfatto.

Non parliamo poi degli inesperti, degli inadeguati che possano essere piazzati in incarichi o cariche anche di rilievo: il guaio è che nessuno risponde, e quindi ‘paga’ per le proprie azioni!

Persino chi – per carica o incarico – avrebbe delle responsabilità, ha chiesto delle clausole di salvaguardia giudiziaria, per non essere chiamato a rispondere delle proprie azioni! Un non senso: politico, giuridico, sociale, e forse persino costituzionale

E poi, magari, questi signori chiedono proprio ai Cittadini di assumersi delle responsabilità, mentre loro le evitano accuratamente! Un gesto in commentabile, persino vile!

Guerre (la terza Guerra Mondiale si è consumata dal 1945 a oggi: ora va in scena un nuovo tipo di conflitto, e ancora diversi saranno i successivi…); vai e vieni di virus; siccità; carestia; crollo dei mercati; altalena delle piazze finanziarie; falcidia dei risparmi; dilagante impoverimento; inflazione; svalutazione; recessione; rarefazione delle materie prime; balzo dei prezzi nel settore energetico; aumento dei prezzi dei beni di prima necessità; aumento della pressione fiscale; assoluta inadeguatezza dei servizi… e chi più ne ha più ne metta: il tutto calato in un’atmosfera di continua emergenza, di terrore instillato e gestito per obbligare a credere a una e una sola versione dei fatti, evitando ogni contraddittorio, con Cittadini costretti a subire pressioni schiaccianti, tali da minacciare la loro stessa  sopravvivenza, la dignità di un lavoro onesto, mettendo in gioco la loro stessa quotidianità.   

Sorpresa? Vera emergenza? O piuttosto un’abile, diabolica, architettura preparata da lunghissimo tempo e fatta scattare al momento (quasi) giusto, utilizzando soggetti già preparati preventivamente, addestrati e messi in condizione di arricchirsi velocemente per poter eseguire ciecamente gli ordini di un qualche burattinaio di turno? 

Qualcuno potrà dire: il/i solito/i ‘complottista/i’!

In verità l’unica ‘macchinazione’ veramente in essere è quella attuata dal ‘Club delle Tre Scimmiette’: quello cui aderisce la gente che non vuol vedere e non vuole ascoltare, e a cui – pian piano – è stata tolta la parola o la stessa voglia di parlare…

Perché la realtà dei fatti e delle cose è posta prepotentemente, persino sfacciatamente, davanti ai nostri occhi: incontri, riunioni, relazioni, tra soggetti ai vertici della finanza, dell’economia e della politica mondiali, concretizzati in progetti, programmi, e – ormai – programmi esecutivi persino bellamente pubblicati, pubblicizzati e discussi.

Dove obiettivi e ruoli sono ben chiari: nero su bianco, inequivocabilmente (salvo che per gli aderenti al ‘Club delle Tre Scimmiette’…). 

Allo stato attuale, ciò che sta avvenendo – e il modo in cui sta avvenendo – è troppo attinente proprio a queste precise tracce, reali e concrete: tracce, orme, ben precise e speculari agli avvenimenti.

Per dirla in termini polizieschi, le ‘scene dei crimini’ perpetrati e le modalità di attuazione ci riconducono a ben precise volontà, a una esplicita premeditazione, alla presenza di connessioni e complici.  

Persino le modalità attuative poste in essere sui diversi scacchieri, hanno dei format molto simili: dall’utilizzo di ogni sistema e mezzo di informazione (strumentale a ‘fare’, ‘costruire’ e ‘imporre’ verità ‘pilotate’ all’opinione pubblica), alla graduale ma costante privazione di diritti, alla imposizione di obblighi di ogni tipo.

Certo: la tensione è alta, l’incertezza alimentata da una continua confusione nonché dalla costante istillazione di timori e paure, sembra regnare sovrana: e questa è la chiave di lettura per spiegare il senso di impotenza che ai più stronca/ inibisce ogni reazione.

Ma dai popoli si alza un mormorio che dall’alto non comprendono: forse viene scambiato con il suono sommesso della rassegnazione.

Ma in molti temono che possa tramutarsi in quello più sordo ma intenso della rabbia.

E per comprenderlo non ci vuole certo Pico della Mirandola…

Le notizie sono continue, ininterrotte, massivamente presenti, stordiscono chi non possa essere in grado di ben percepire, calibrare, fare la giusta selezione, soppesare; e inseguirle tutte è pressoché impossibile.

Motivo per cui, il cronista non fa in tempo a mettere in fila le notizie che queste sono non solo superate, ma persino ‘vecchie’.

Unica via, a parere di chi scrive, è che il Lettore abbia una sorta di traccia personale che aggiorna di volta in volta con gli elementi che possa avere a disposizione.

Ecco… elementi: e ne possiamo fornire in abbondanza, specie di quelli non troppo noti – per non dire ‘bellamente ignorati’ dall’informazione che non informa a 360° – così che possiate farvi un’idea più completa.

Elementi… Guerra, cecchini, mercenari, travaso di uomini e leader da una nazione a un’altra con uomini ‘allevati’ nel brodo di cultura di ben precise agenzie, laboratori di bio-terrorismo, strani virus – e loro mutazioni – chiaramente ingegnerizzati, al pari delle presunte ‘cure’: una esplosione di situazioni 

Una propaganda massiccia, ma a senso unico al fine di attrarci nella sfera della psico-tragedia in cui la stessa semantica delle parole giova a mascherare le reali volontà, la stessa verità dei fatti: gestiti in un modo tale da crearci una vera e propria ‘dipendenza’.

Come dicevo, per persuadere quello che per lorsignori è ancora il ‘popolino’ basta applicare le tecniche di comunicazione: martellarlo con versioni dei fatti accuratamente selezionate e preparate (tu, popolino, non devi pensare: ci sono qua io per pensare e per fare il tuo bene. Fidati!) evitando in modo tassativo comparazioni e confronti.

Un filtro attento che, a ben vedere riesce a creare situazioni di vero e proprio isolamento, tagliando letteralmente fuori dal mondo larghi strati della popolazione: proprio quella che, abbeverandosi a fonti non pure, non riesce a comparare, formandosi una propria, autonoma, opinione.

Certo, occorre fare sapienti, piccole, concessioni con ‘diritti civili’ per distrarre la massa, per quindi sottrargli dei diritti economici: che sono poi quelli che consentono la sussistenza quotidiana della gente [qualcosa del genere era già contenuto in un report di JPM del 2014].             

Elementi…  Il caos serpeggia sempre più, e sembra voler imprimere direzioni e velocità impensabili, con chiavi di lettura estremamente complesse e apparentemente disaggregate.

In Giappone il Primo Ministro Shinzo Abe – liberal-democratico, persona politicamente seria e preparata – è stato ucciso ieri a colpi di pistola da un attentatore, (le modalità, mi hanno fatto venire in mente l’uccisione di Yitzhak Rabin nel 1995).

In Inghilterra, BoJo – al secolo Boris Johnson – si è dimesso dal partito ed è in fase di allontanamento dall’incarico di Primo Ministro (non appena sarà stato identificato un ‘degno’ successore, forse a Ottobre/Novermbre).

In Francia, Macron ha serie difficoltà a gestire una nuova squadra di governo, alla luce dei risultati scaturiti dalle elezioni amministrative. Negli Stati Uniti d’America, Biden punta tutto – certezze e incertezze – sulle elezioni di midterm. Negli USA, l’inflazione ha galoppato furiosa nel breve volgere di poco più di un anno. 

In Europa, l’inflazione ufficiale è prossima alle due cifre, analogamente ai peggiori dati affrontati dai paesi membri da molti anni a questa parte. Putin – che per i suoi avversari – era prossimo alla morte, tanto fisica che politica, e che avrebbe portato la Russia alla sua fine come super-potenza, stremata militarmente, immiserita economicamente e finanziariamente, sfiancata da sanzioni di tutti i tipi, in ginocchio sul piano internazionale, abbandonata da suoi partner politici e finanziari… sta invece segnando tutta una serie di punti importanti a suo favore.

Certo, la mossa di Svezia e Finlandia – mai minacciate, ma che si sono ‘sentite minacciate’ -, che hanno dato un brutto calcio alla loro politica di neutralità, peraltro facendo delle impensabili concessioni alla Turchia, e che probabilmente si troveranno irte di postazioni missilistiche (difensive…)  sul loro territorio, e forsanche con molte testate nucleari (sempre difensive…), non p semplice da comprendere fino in fondo.

Ma sembra che le conseguenze dello strano balletto che avviene in Europa, anche ispirati da Washington, abbiano maturato frutti impensabili: innanzitutto la frenesia di molti stati nell’accaparrarsi fonti energetiche, un vero e proprio svolazzare di qua e di là sovente con risultati contraddittori.

In secondo luogo Russia e Cina, con la collaborazione dei paesi BRICS (quanto dileggiati nel passato…!), hanno dato forma e sostanza a un colpo magistrale: un’architettura finanziaria che produrrà una realtà fieramente contrapposta al dollaro americano, non più leader incontrastato negli scambi e nei regolamenti internazionali.

I BRICS ora annoverano Argentina, Iran, Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica, con un potenziale di 3,4 miliardi di consumatori, pari al 43% degli abitanti del nostro pianeta. Otto volte di più che non la debole Unione Europea.

E ciò nonostante che UE e USA continuino a sostenere come la Russia sia stata isolata. Un mondo in radicale trasformazione, quindi, un mondo che penso che punirà a chi troppo pretende senza averne grande merito, non tenendo conto di quanto il mondo sia cambiato.

Elementi… Rispondendo alla necessità di accelerare cambiamento e riposizionamento, Cina, Russia e India stanno operando per ‘saltare’ l’attraversamento del Canale di Suez, dando vita a una tratta ferroviaria di oltre 7,4 mila km. che garantirà un trasporto merci in metà tempo che non per via mare. Ossia: Suez deve dire addio a una buona fetta della propria ricchezza.

Elementi… Il referente governativo agli Esteri ammonisce che con una crisi di governo, l’Italia “perderebbe i fondi del PNRR, per il quale dobbiamo spendere soldi entro un certo tempo per avere altri fondi …(.)… Non riusciremmo neanche a fare la legge di bilancio, cioè non potremmo affrontare i problemi di famiglie e imprese.

Occorre dimostrare di saper governare, non si può scappare dalle responsabilità”. Siamo quindi sempre allo stesso punto, potrebbe dire un bambino che non conosce le cose della politica; tutti incapaci, tranne uno: l’uno di turno, ovviamente.

Ma allora, a cosa serve un parlamento? A cosa serve che i Cittadini eleggano dei propri rappresentanti, se questi vengono poi trattati da ‘incapaci’, da semplice e persino banale ‘comparse’, da pittoresca ‘cornice’ ?  Sembrerebbe così, anche perché se c’è chi sostiene che ‘o si fa come dico io o me ne vado’, c’è chi ne sostenga tali pretese.                                                                    

Elementi… Notizia di ieri: l’Euro si confronta duramente con un super-dollaro. Euro ai minimi dagli ultimi 20 anni, lo yen da 24 anni.

Il dollaro, martedì, è salito dell’1,26% contro l’euro che fissa a 1,0294 mandando la valuta comune ai minimi da Dicembre 2002, quindi degli ultimi 20 anni. Come pure si rinforza ulteriormente dello 0,34% sullo yen che fissa a 136,16, con la divisa asiatica al punto più basso da 24 anni.

E, per la prima volta dall’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio scorso, il biglietto verde corre contro il rublo del 13% a 60,5, pur ancora in perdita del 18,8% su base annua nei confronti della valuta russa. Motivo per cui è lecito sottolineare che l’Euro – quella gioiosa macchina da guerra che, guidata da mani poco capaci (ovvero favorevoli a pochi…), stronca inesorabilmente economie, Cittadini, finanza e risparmi – lentamente ma inesorabilmente, negli anni si è deprezzato proprio nei confronti del dollaro USA.

Elementi… Nonostante migliaia di testimonianze seriamente scientifiche, sostenute da prove ormai schiaccianti e incontrovertibile documentazione probatoria – si continua a sostenere la necessità/obbligo di sottoporsi a trattamenti chimico-farmaceutici che corrono con il nome di ‘vaccini’, di ‘richiami’, di ‘booster’ conditi da minacce, possibili restrizioni delle libertà e imposizioni varie a tutti ben note ma che, di mese in mese, suscitano valutazioni sempre più critiche.

All’orizzonte, giochetti di parole utili a (continuare a) fregare i Cittadini: forse distanziamento sociale a 1,5/2 mt. (per favorire la captazione digitale dei dati); non più 4,5,6 dosi o ‘richiami’ ma – con linguaggio da marketing televisivo, ricordate la tanto attesa, imperdibile, ‘prima puntata della nuova serie’? – ‘prima dose del nuovo liquido, aggiornato’; niente più Green Pass, ma un caramelloso ‘portfolio digitale personale’, con gli stessi contenuti, anzi maggiori e più stringenti, adottando i quali non saremo più Cittadini nel pieno del godimento dei nostri (residui) diritti ma sudditi supini dipendenti da algoritmi di controllo (già: ma ‘chi’ controllerà? E chi controllerà il controllore?).

Si continua tanto a sbandierare l’amore sperticato per i soggetti ‘più fragili’  – ma chi sono? Anziani, malati, bambini, adolescenti? – da proteggere. Come? Inoculando loro altra roba! Ma se gli stessi specialisti Italiani stanno dicendo chiarissimamente che, al di à dello scarso pericolo intrinseco di questo intensificarsi estivo (una volta, i virus con il caldo ‘morivano’, si attenuavano moltissimo ‘spegnendosi’), i deceduti sono per oltre il 90% vaccinati e quasi tutti con altre importanti patologie in corso (Crisanti, Direttore di microbiologia e virologia dell’università di Padova, ospite di ‘In onda’, su La 7: «Nel 98% dei casi muoiono i vaccinati fragili, non i no vax»).                  

Elementi… Oltre ciò sembra ormai acclarato (scientificamente, non certo ‘per sentito dire’) che queste improvvise varianti (adesso ce n’è una in arrivo dall’India, e pare che sia molto ‘veloce’: la iscriveranno alle olimpiadi?) scaturiscano proprio dai soggetti che hanno subito la somministrazione del ‘liquido magico’. 

Evidenze… Ma chi sono in realtà questi ‘soggetti fragili’ di cui si fa citazione con solennità? I ‘fragili’ sono ormai coloro che sono ‘immunodepressi’ (ricordate le dichiarazioni preoccupatissime di Montgagnier,  Tarro e decine di altri ricercatori e scienziati ‘liberi’ da rapporti… imbarazzanti?): ovverosia, che hanno un sistema immunitario ormai compromesso da un ‘qualcosa’ che è stato immesso nel loro corpo.

Un sistema immunitario che subisce danni da fattori che ne ‘guastino’ o alterino i meccanismi di difesa e risposta, significa che è un sistema che ha perso funzioni e reazioni all’attacco di tumori, affezioni batteriche, attacchi virali e quant’altro possa minacciare l’essere umano nella sua meravigliosa armonia.

E questi ‘immunodepressi’, ossia quanti una volta ricevuto il ‘magico liquido’ si indeboliscono rapidamente sotto il profilo immunitario e quindi della loro risposta agli attacchi che da sempre il corpo umano subisce da malattie e morbi vari, non solo ‘sprizzano’ elementi di c.d. ‘contagio’ (una spirale senza fine, se si continuasse allo stesso modo?), ma diventano ‘vulnerabili’ essi stessi, producendosi danni al loro fisico come pure ricadute severe in quelle patologie dalle quali magari tempo prima hanno trovato sollievo o guarigione, ma che sono state incentrate proprio su terapie immunostimolanti, per favorire la migliore risposta possibile al male.

Elementi… Il Prof. Zichichi, il Prof. Rubbia e moltissimi altri scienziati – italiani e non – in tutto il mondo, e per ultima la NASA pochi giorni fa, affermano con certezza che il surriscaldamento globale del clima (ma anche della superficie terrestre) è dovuto solo a un 5% a causa dell’intervento umano, mentre per il 95% è dovuto per cause del tutto naturali (ossia: attribuibili al solo corso della Natura), m soprattutto per causa dell’irradiazione solare.

Quindi, tutto il resto che viene narrato e sostenuto, sono chiacchiere: peraltro molto dispendiose, strumentali al parossismo, verosimilmente parte di un progetto/programma teso a imprimere svolte autoritarie (dovete fare così…) mascherate da green e da ecologia, favorendo alcuni tipi di aziende e sfavorendone altre. Che quasi sicuramente non avranno alternative, salvo il potersi riconvertire: ma sarà dura.   

Evidenze… Al momento, chi sta segnando punti dopo punti e molti vantaggi, è la Turchia. I ‘demeriti’ altrui fanno lievitare meriti altrimenti opinabili. Ora è nuovamente in Libia che si giocano molte carte per il futuro di Popoli ed Economie. 

A presto incontrarci, per altre… Evidenze.

Ricordando che “LA STAMPA LIBERA PUO’ ESSERE BUONA O CATTIVA, MA SENZA LIBERTA’ NON POTRA’ ESSERE CHE CATTIVA” (Camus).                                      

 




LA MARIANNE, INDICA UNA NUOVA VIA?

Dalle urne francesi i risultati elettorali al secondo turno delle elezioni legislative, conclusesi ieri, hanno emesso una sentenza poco appellabile, ma estremamente significativa: con due importantissime chiavi di lettura.

La prima propone una cocente sconfitta per Macron e del suo raggruppamento Ensemble!, una forte ripresa dell’alleanza di sinistra Nupes di Jean-Luc Mélenchon, e – in ottima terza posizione – la destra del Rassemblement National di Marine Le Pen.

Ora, l’Assemblea Nazionale conta: 245 seggi per Macron – che prima contava sulla maggioranza assoluta -,  131 per Mélenchon, 89 per Le Pen, 61 – infine – per i Repubblicani.           

Repubblicani che potrebbero diventare il vero ago della bilancia, per consentire o meno a Macron di poter attuare il proprio programma nei prossimi cinque anni di un mandato rinnovato ad Aprile.

In Francia la politica è cosa seria, e molto seria è la presenza, la partecipazione, dei Cittadini alla vita della Repubblica: specie nei momenti di tensione e di emergenza.

Chi ha seguito le cronache da Parigi, non può non avere notato l’imponente massa di giovani scesi nelle Piazza a festeggiare, per questo o quello dei ‘contendenti’: aria di ‘risveglio’.

Ma avrà anche rilevato il dato che è la vera barra di governo del battello francese, oggi in acque oltremodo agitate: l’astensionismo ha toccato quota 54%!

Ossia, più di metà del corpo elettorale non si è espresso: protesta ma anche un voluto attendismo (per chi sappia leggere i numeri: senza provare a mortificare questa platea tanto vasta) che si preannuncia essere affatto che passivo.

L’apparente disaffezione alle urne, si espande in Europa: in un’Europa i cui governi sono molto poco attenti al vero, autentico sentire dei Cittadini. 

Un dato che va inevitabilmente a collegarsi alla posizione dell’83% (Germania) – qualcosa di simile in Italia e in Francia, un po’ meno nelle altre nazioni – dei cittadini che sono a favore del dialogo con Putin, ossia di una celere soluzione diplomatica dell’attuale situazione bellica in Ukraina: cittadini avversi alla guerra e all’invio incontrollato di armi sempre più sofisticate e quindi potenti, distruttive.

Chi scrive esprime il proprio convincimento che, sull’espressione di voto dell’elettorato francese, abbia emotivamente pesato il recente viaggio verso l’Ukraina del trio Draghi-Macron-Scholz: un viaggio preannunciato come ‘effettuato a titolo personale’, ma che ha indubbiamente offerto immagini e dichiarazioni che impegnavano i rispettivi Stati, l’Unione Europea, la Nato e quant’altro; il tutto condito da qualche abbraccio di troppo e da voluti, forse altrettanto incisivi, ammiccamenti.

Sempre seguendo quello che sta diventando un copione sempre meno ‘profumato’: un passo avanti (parlando di pace, e della necessità di una soluzione diplomatica), due indietro (sempre parlando di pace, ma ingiuriando con costante acrimonia Putin e la Russia), a zig-zag (sempre parlando di pace, ma inviando armamenti – sempre più pesanti – per ‘aiutare’ i combattenti ukraini, dimostrandosi reticenti a ogni soluzione diplomatica, paventando addirittura una violenta conflittualità  per molti anni [Sostengono alcuni, forse per prepararsi meglio a una guerra non di ‘logoramento’, ma molto più devastante, di cui la Russia possa essere l’unico obiettivo?]).

Le risultanze delle elezioni francesi, perse dal fronte che sosteneva il Presidente Macron, dimostrano che il Popolo, les citoyens, vogliono essere lealmente e compiutamente informati: vogliono decidere se e perché schierarsi con qualcuno, vogliono certezze sul proprio futuro, vogliono chiarezza sull’andamento ‘reale’ dell’incontrollato aumento dei prezzi, sui perché della rarefazione sui mercati delle materie prime, sulla stabilità dei loro risparmi, su un futuro – proprio e familiare, specie per le loro generazioni future – affatto incerto.

Le dichiarazioni delle varie cancellerie, degli organismi direttivi della UE e quant’altro, trasudano interessi persino poco chiari, in cui le parole ‘democrazia’ e ‘libertà’ suonano come comodi scudi, e alibi, per dissimulare altre e forse altrui volontà.  Le decisioni vengono prese (da pochi) ignorando che a subirle e a patirle sono i (moltissimi) cittadini dell’unione.     

Ma dalla Francia qualcosa si è mosso, offrendo chiavi di lettura diverse.   

Che la Marianne stia incitando verso il ‘risveglio’ generale, indicando una possibile via?

Dovremo stare attenti a cogliere ogni segnale, specie se possa indicare una direzione opposta al buio, all’estinzione dell’Umanità o a una sua forzata, subdola, drastica, riduzione: per fame, per malattie, per povertà.




Che ce l’hai un gratta e vinci te? quando lo Stato diventa criminale …

Pieraccioni usa questo tormentone nel suo film il ciclone stigmatizzando un’abitudine ormai consolidata nel popolo italiano, ovvero quella di affidarsi alla fortuna per far soldi.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=wI5Kah9yW0Y?feature=oembed&w=640&h=480]

Il lotto, gratta e vinci, lotteria Italia, totocalcio, hanno in comune una cosa importante, sono gestiti dallo Stato.

Dov’è il problema? direte voi, ma invece il problema c’è, ed anche bello grosso.

Proprio quello Stato che dovrebbe tutelare i suoi cittadini, li ha invece ingannati per anni giocando sul filo sottile del raggiro psicologico.

Prendiamo ad esempio il gratta e vinci: nel gratta e vinci io stato ti dico prendi questo biglietto grattalo e se trovi simboli che si combinano vinci.

Questo ci induce a  tentare la fortuna con il simbolismo di grattare il biglietto come se la nostra azione di Grattaggio fosse quella decisiva.

Questa è una evidente truffa posta su due piani.

il primo piano è molto semplice, l’azione fortunata avviene nel momento dell’acquisto del biglietto e non nell’azione di grattaggio, perché il biglietto è già vincente o perdente a monte.

Lo stato infatti sul monte di gratta e vinci stampati ha già definito le percentuali di biglietti vincenti, ovvero su 1.000.000 biglietti 1 vince il premio massimo due l’intermedio una cinquantina i premi minori e almeno due o trecento mila  vincono il prezzo del biglietto, mettiamo 5 euro.

Quindi lo stato sa già in partenza che su 15 milioni di guadagno ne mette tre a disposizione dei cittadini e dodici sono la sua vincita sicura.

Poi, per essere sicuro di non perderci nemmeno un centesimo, in vendita mette prima 500.000 biglietti ove non ci sono le vincite grosse e poi gli altri in modo da essere certo di aver raccolto i fondi per pagare i vincitori.

Questa cosa è delinquenziale perché si base sulla fiducia credulona del popolo italiano e su un concetto distopico di gioco che lo Stato attiva verso i cittadini.

Questa scorretta modalità operativa la paragono ai multa-velox messi in zone dove c’è il limite a 30 km orari o appena alla fine della zona di rettilineo, un evidente modo per fare soldi, non per tutelare i cittadini.

Ma la seconda cosa ancor più grave che ritengo insita nelle lotterie di stato è la truffa ideologica che ne costituisce la base.

Pensateci un attimo: quando giochiamo a carte con un nostro amico la probabilità di vittoria è facilmente calcolabile, legata alla fortuna alla bravura nostra e del nostro amico, ma quando ci sediamo al tavolo di gioco noi sappiamo che uno dei due può vincere ed uno dei due può perdere, sappiamo insomma che entrambi ci “giochiamo” qualcosa.

In pratica sappiamo di sederci ad un tavolo dove chi c’è vince o perde in base alle proprie capacità.

Le lotterie dello Stato sono invece l’equivalente di un patto leonino, ovvero uno dei due giocatori quando si siede al tavolo sa che non può perdere.

Inoltre forte di questa sua certezza, insinua nel credulone anche la velleità di “esserci andato vicino”; quante volte infatti se a noi esce un numero tipo 12 nella griglia dei premi troviamo un 13, un 14 ed un 17, che ci fa dire “ammazza, quasi …” spingendoci ad andare subito a comprarne un altro di gratta e vinci.

Ma questo sarebbe uno stato etico, uno stato che spinge i suoi cittadini alla soglia della ludopatia???

Infatti quei numerini vicini al nostro sono scritti appositamente dagli algoritmi inventati dalla zecca dello stato per far sbavare i fessi che ci credono e per farli continuare a giocare.

Non c’è quindi un gioco, una sfida, dove ci si cimenta per una propria bravura con un avversario, come nella scopa o nella briscola, ma c’è una truffa sia ideologica che psicologica.

Ed è gravissimo che questa truffa la propaghi il nostro stato, coscientemente e diabolicamente.

Ma nessuno della magistratura ha mai pensato di intervenire, o la corte costituzionale??? perché in fondo lo stato che promulga il gioco d’azzardo va contro l’art. 2, l’art. 28, l’art, 32 ed in fondo tutta la costituzione perché con le lotterie lo stato tradisce il cittadino, portandolo in un perverso meccanismo psicologico, studiato ed architettato per fare danni al cittadino, non certo per aiutarlo.

Ed ultima considerazione, ma può uno stato permettere che i propri cittadini cerchino nelle lotterie una speranza di futuro?

Secondo Noi no, ribelliamoci, alle prossime elezioni diamo il voto a chi se lo merita non a chi ci fa comodo.

Cerchiamo di essere Noi i padroni della nostra vita, non degli idioti ma perversi funzionari dello stato che non pensano al bene del popolo, ma solo al loro.

Cacciamoli, e cacciamo quella classe politica che li assume e li fa lavorare!!!!

 

 

 

 

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CHI HA VINTO E CHI HA PERSO…

La recente tornata elettorale, merita considerazioni pragmatiche, quanto più possibile pregne di VERITA’: poiché la VERITA’ è più importante di qualunque altra premessa, dal momento che senza di essa è impossibile impostare, programmare e attuare qualunque azione, qualunque correttivo, degni di tale nome.     

Ovviamente, non tutti hanno avuto risultati positivi: la parola ‘vittoria’ è eccessiva, poiché ci ricondurrebbe al piano delle solite tifoserie.

Il centrodestra non ha esaltato nella sua prova, mettendo in luce l’ormai ‘solita’ incapacità a fare fronte in modo unito, solido e solidale, nei momenti in cui occorre farlo.

FdI ha avuto un risultato sostanzialmente di segno positivo, ma occorre valutare in modo approfondito se tali positività siano state conquistate dal partito o piuttosto dalla sua leader: ovviamente, la differenza c’è, e non è solo formale.                             

La Lega, paga le indecisioni e l’assunzione di una posizione di appoggio al governo, sovente opposta al mandato ricevuto dalla sua platea elettorale. Forse, al suo interno, si è avviato un processo di revisione che potrebbe portare a novità.        

FI, si mantiene in quell’equilibrio che sappiamo essere legato al suo dominus: senza gloria e senza infamia, ma con molte incognite per il proprio futuro.                                                        

M5S, volente o nolente, è al suo redde rationem: l’elettorato l’ha pesantemente penalizzata, ma – in particolare – nel girare le spalle ai leader di turno, nel rinnegarne le posizioni assunte, non c’è stata una fuga verso destra (quale reazione abbastanza logica) bensì transitando nuovamente verso quella sinistra dalla quale proveniva.   

PD, la sinistra – stavolta- si è presentata in modo meno compatto rispetto a ciò che pone in atto in simili frangenti. Ritengo che molti dei 5S siano rientrati nella ‘casa madre’.  Forse, la sinistra ha persino ‘perso’ nella complessiva situazione dei consensi espressi: ma questo meriterebbe altri tipi di approfondimenti e di analisi.          

In parole povere: impossibile non notare che le ‘liste civiche’ costituiscono ormai un movimento riguardo il quale i partiti devono confrontarsi: pur rappresentando momenti di coagulo dei voti tali – talvolta – da scavalcare i partiti, costituiscono serbatoi di voti momentanei e variabili, premianti i soggetti che si presentano.  

Ma la soluzione non sta nello svuotare di voti il partito X o Y, va invece evidenziato che la disaffezione dai partiti va a coagularsi nelle liste civiche che offrano una qualche maggiore garanzia nel poter portare avanti un progetto un programma, a favore dei Cittadini.

Già… i Cittadini: ma loro hanno ‘perso’ o hanno ‘vinto’?   

Lascio a voi la risposta.       

 Ma mi permetto di sottolineare due elementi.

Il primo, il naufragio dei 5S – il cui elettorato è quasi ‘svanito’ -, a monte del quale c’è, almeno in parte, la responsabilità di questi anni di ‘strana’ gestione della cosa pubblica, e dei governi che sono stati espressi.  

Il secondo, che ci riporta alla fine dell’era Conte: quando la massima Autorità del nostro Paese, tirando le somme di incontri nel cui contesto non riteneva che emergesse una maggioranza in grado di gestire la Nazione, chiamò l’attuale premier, pur di formare un governo in grado di calcare efficacemente il palcoscenico internazionale.       

La situazione è mutata, oggi? 

I partiti che stanno accrescendo la propria platea di consensi, hanno la volontà e la forza di porsi autorevolmente alla guida del nostro Paese?

Certamente, quando verrà il momento di costituire un nuovo governo, i Cittadini si attendono fin da ora assunzioni di responsabilità da parte dei soggetti che hanno votato: ma niente tentennamenti, niente alleanze ibride che generino chimere mostruose, niente bla-bla-bla, niente paure.

I Cittadini, consapevoli dei moltissimi pericoli che corre ciascuno di loro, l’Italia, al pari di tutta l’Umanità, desiderano risposte, comportamenti, chiari, credibili e trasparenti, dove nulla sia più ‘segreto’ e dove nessuno possa avere ‘pieni poteri’, dove la Costituzione torni a essere la Regina della nostra vita e dove il Parlamento torni alla pienezza dei propri poteri. 

Ma il vero obiettivo di chi punta a un sussulto di dignità e di coraggio, è quel 50% di elettorato oggi ‘passivo’ – ma non assente dalla vita sociale e politica, non ‘amorfo’ come lo si ‘insulta’, né ‘rinunciatario’ -: credo fermamente che chi saprà stabilire un nuovo, credibile, leale, dialogo, con questi Cittadini, potrà fare affidamento su una platea importante, molto importante, in grado di offrire nuove opportunità.          




“Tutta colpa di una moka”

Approda in Ticino il “Moka People Festival”: l’installazione multisensoriale dei “Moka People”

Dal 23 giugno al 3 luglio, nella magica location dell’ex-cementificio Saceba – situato nella parte bassa del Parco delle Gole della Breggia – si terrà il “Moka People Festival”.

All’interno della “Torre dei Forni”, dal pianterreno al quarto piano, si snoderà la mostra – una multisensoriale installazione – con 18 artisti fra pittori, scultori, illustratori, disegnatori …

Nell’area circostante, decine di performer – attori, musicisti e ballerini – doneranno agli Ospiti momenti di Bellezza ad altissima frequenza. Ci saranno anche workshop e momenti di relax.

 

Galeotta fu la moka …

È la moka l’oggetto da cui parte tutto.

Gli Artisti Monica Rush, Brianna Ruland e Roberto Fridel si sono presi il tempo per osservarla da vicino. I preziosi spunti che ne traggono li ispireranno, più avanti, nella scelta del nome di un Progetto.

Ma torniamo alla moka e alle sue molteplici implicazioni.

Per chi fa del caffè il pretesto per incontrarsi e condividere pensieri, idee ed emozioni, la moka è molto più di un semplice “ferraccio” ottagonale: è un album di fotografie, uno scrigno di opportunità, ricordi, immagini, conversazioni …

È tutto questo che di lei ci portiamo dentro sempre e ovunque andiamo.

Il fuoco moderato di cui necessita è come l’amore nella sua espressione più sana: non una fiamma che divampa e si spegne ma un sereno, costante, rassicurante amore.

Quando la moka è pronta lo fa sapere e si autocelebra, spandendo il suo profumo tutt’intorno. Come chi, consapevole del proprio contributo di valore, lo annuncia apertamente e senza falsa modestia.

Come ogni Artista della propria vita, la moka è consapevole del suo Scopo: creare energia positiva che catalizzi energie simili.  

E poi è libera, come lo è ogni essere umano che non nutre aspettative di essere ricambiato.

“Se riusciamo a stare nella vibrazione alta creando attorno a noi felicità, tutto si ferma qui. Ed è tutto più semplice. Non c’è sforzo.” dice Monica.

 

I “Moka People”

In una nuvolosa giornata di maggio, passo a trovare Monica nella sua splendida casa. Mi dice che un giorno Brianna Ruland le racconta di come in certi parchi, in America, la gente si ritrovi munita di moka e fornellino.

Il caffè, ovviamente, è un pretesto, si può anche non bere. L’idea è semplicemente quella di riunire un gruppo di persone con la scusa del caffè e andare oltre i convenevoli del “Come stai?”, oltre la convenzionale chiacchiera su fatti d’attualità e di cronaca: deve essere, per tutti, un momento di scambio dove sentirsi liberi di essere ciò che si è, fare nuovi incontri, arricchirsi.

Nel 2019 – alla vigilia del periodo di emergenza sanitaria – Monica, Brianna e Roberto proseguono l’esplorazione del “mondo moka” alla ricerca del nome ideale da dare a questo progetto. Si passano in rassegna le parole “caffettiera”, “caffè”, “moka” … Nasce “Moka People”: semplice, spontaneo, positivo.

Inizia la pandemia. Il Progetto viene lasciato decantare, e forse grazie al rallentamento della vita Brianna e Monica hanno la possibilità di interagire con altre donne artiste e passare del tempo chiacchierando e condividendo desideri. Nasce proprio in uno di questi incontri, grazie al contributo di tutti, l’idea di prendere in affitto l’ex-cementificio della Saceba per esporre le proprie opere e invitare gli amici.

Un’idea corale che doveva durare solo due giorni e che in poco tempo invece si amplia e diventa Festival. Che nome dargli?  Ecco riapparire “Moka People”: forse perché in fondo parla della stessa cosa, ora il nome trova la sua collocazione. 

 

“Il Moka People Festival”

Gli Artisti prendono in affitto la Saceba, magica location situata nella parte bassa del Parco delle Gole della Breggia.

La scelta dell’ex-cementificio ha il suo perché: il grigio della costruzione e i grandi spazi da riempire sono l’ideale per realizzare una multisensoriale installazione. Al pianoterra e sui quattro piani, i sensi dei visitatori sono stimolati da forme, colori, suoni, immagini, movimento, musica. Nel frattempo, nel suggestivo spazio circostante, attori, musicisti e ballerini si esibiscono in live performance.

Il Progetto conquista ogni giorno più persone: mentre scrivo, gli artisti e i performer hanno superato i cinquanta elementi.

A questi si aggiungono tre stiliste “artigiane” e una quarantina di figuranti, pronti a indossare le loro creazioni.

E poi ci sono i musicisti dell’orchestra della Svizzera Italiana, i poeti, gli attori di fama a recitare, di notte, avvolti dalla morbida luce di bracieri accesi … I ballerini di danza contemporanea, i suonatori di cornamusa in mezzo ai sassi …

Questo è il “Moka People Festival”: una celebrazione non dell’Arte ma della collettiva Creazione di qualcosa di sensoriale, con la speranza che possa arrivare agli altri. A questo servono il suono, le luci, gli odori: oltre che a stimolare i sensi, aiutano i visitatori ad “assorbire” energia buona e a non rimuginare su se stessi e sulla propria rigidità.

Il desiderio è quello di innalzare l’energia degli Ospiti – in un luogo che è già di per sé energetico. Il tutto diffondendo il messaggio che non è Artista chi impara a dipingere, scolpire, recitare, danzare, suonare uno strumento musicale. Ognuno di noi è Artista nell’arte di creare la propria gioia, l’Arte più sofisticata e importante che l’Uomo ha. Basta poco. Il contatto con la natura. L’amicizia. La collaborazione. Tutte le altre forme d’arte sono secondarie.

 

Save the date and the event

Il “Moka People Festival” si svolge nei giorni dal 23 giugno al 3 luglio in Ticino, Svizzera.

Ogni giorno c’è un programma diverso. Il biglietto d’ingresso all’esposizione si acquista all’entrata della Torre mentre le performance all’esterno sono gratuite. Dalle 17.30 si può trovare ristoro al bar con cibo e vino buono.

E poi, nei pressi della Saceba c’è una vallata protetta, ci sono delle rocce scavate dall’acqua che sono diventate gole e offrono una panoramica che è la stessa di duecento milioni di anni fa! Si può entrare nelle cave prenotando il tour con il Parco delle Gole della Breggia: un’esperienza incredibile, da fare preferibilmente in silenzio. C’è il fiume per andare a fare il bagno, se fa troppo caldo.

Ci sono anche i “caffè con l’artista”: momenti interattivi fra gli espositori e il pubblico. Durante il weekend, inoltre, si possono raggiungere gli Artisti alle otto del mattino, per fare colazione insieme. Chi lo volesse può portare la propria moka da casa. Loro ci mettono il fornellino. Quindi ci si siede tutti insieme e si parla di Arte o si ascoltano le campane tibetane. Questo è fare “Moka People”!

E una volta finito l’evento? Beh … di moka eventi se ne possono organizzare tanti e “Moka People” è un modo bellissimo per darsi un obiettivo e condividere il percorso per raggiungerlo.

Alla fin fine … siamo tutti Moka People!

Per saperne di più sull’evento e i suoi protagonisti, visita il loro sito.

Vuoi un’anteprima in immagini e video? Visita il gruppo Facebook “Moka People Festival” .

 

Ex-cementificio Saceba
L’ex-cementificio Saceba, oggi chiamato “Torre dei Forni”




DOSSIER UKR 10 – TRA ECO ED EGO.

Che si stiano vivendo periodi ‘strani’, ‘stranissimi’, ormai ne siamo tutti consapevoli.                                               

E’ ormai amplissimo il numero di Cittadini che – chi prima chi dopo – sta prendendo atto di una realtà fatta di avvenimenti, dati, elementi, che trova sempre più netta distonia con quelli delle narrazioni ufficiali: acuendo così incertezze, dubbi e sospetti, anche gravissimi, portando spesso la gente a percepire sensazioni di ‘tradimento’.                    

Risveglio? Presa di coscienza? Insofferenza per un malessere troppo a lungo patito, persino sottovalutato?

O, forsanche banalmente, la gente si è stancata capendo di essere stata presa in giro ovvero di essere strumentalizzata?           

Anche chi trovava più semplice – e persino troppo, troppo, comodo – tapparsi le orecchie (per non sentire notizie vere, ma sconcertanti), coprirsi gli occhi (per non vedere il disastro che, quotidianamente, si consuma intorno a noi) e otturarsi il naso (per non dover percepire il tanfo disgustoso emanato dalle cose malfatte, dalle truffe, dalle ruberie, dalle menzogne e quant’altro), dando fiducia a oltranza a soggetti palesemente incompetenti e inadeguati, sol perché presenti nei canali d’informazione, o accreditati da endorsement  reciproci dal sapore di complicità, sta rivedendo i propri convincimenti: ma non per ‘schierarsi’ ora di qua ora  di là, quanto per prendere dolorosamente atto che soggetti – pur autorevolmente qualificati – hanno mentito e continuano a mentire spudoratamente e forsanche interessatamente, tentando di mantenere sottomessi larghi strati delle popolazioni.  

            E’ dalla fine del 2019 che siamo stati sottoposti a eventi estremamente significativi e particolari, che hanno ispirato profondissime modifiche allo status pregresso, allo stesso modo e stile di vita dei cittadini, che hanno visto sradicato dai fervidi seguaci di una cancel culture che vuole imporre ‘valori’, ‘visioni’, totalmente rivisitati o nuovi.

Enorme è stato l’impatto sociale ed economico, sanitario e normativo; eventi costellati ora da ‘eroi’ ora da ‘ciarlatani’, ora da individui poco ‘pregevoli’ ora da persone ‘coraggiose’ e ‘altruiste’, ora da soggetti schiacciati da imposizioni e obblighi atipici, si sono susseguiti con ritmo crescente in un contesto di certo contrassegnato da troppi morti, ma anche da un fluire di dati la cui aggregazione, qualificazione, determinazione e quantificazione, resta tuttora oggetto di interpretazioni: e quindi, fonte più di dubbi che di certezze. Così come dubbi, e sempre più marcati, circolano innumerevoli, sedimentandosi in modo sempre più inquietante sulla questione ‘vaccinale’ o ‘pandemica’ che dir si voglia: tra batti e ribatti sempre meno verosimili, dove la componente sanitaria è stata sopraffatta da quella ideologico-politica, e dove i concetti di ‘prudenza’ e ‘trasparenza’, e persino ilo stesso principio di ‘precauzione’ – proprio quello che dovrebbe essere sempre e comunque dominante – sono estremamente tenui.  

            Come si può ben comprendere, siamo nel pieno di una battaglia, dove sono sempre più apertamente contrapposte energie negative ed energie positive; smisurate pulsioni egoistiche contrapposte alla lotta per la sopravvivenza dei più.

E queste immense energie negative, sprigionate da soggetti dall’ego altrettanto gigantesco e dalla cattiveria pari allo stesso,  insozzano e inquinano tutto ciò con cui entrano in contatto.

            Ma, ragionando con la opportuna lucidità, non si può pensare – ancor peggio sarebbe se lo si sperasse – che, con una sorta di colpo di bacchetta magica, ci possa essere un ritorno al ‘prima’. Il ‘prima’ è impraticabile, poiché ormai sono troppe le macerie sparse un po’ dappertutto: sociali, politiche, militari, sanitarie, economico-finanziarie e umane, ma anche religiose.

E sulle macerie non si può né costruire né ri-costruire, specie se le contaminazioni tossiche hanno reso inutilizzabile persino la terra sulla quale costruire. Diciamolo subito: non ci vogliono né ‘uomini della Provvidenza’ né ‘super-uomini’ né ‘espertissimi tuttologi’ (dato che gli ‘espertissimi di tutto’ si sono tragicamente rivelati ‘espertissimi di niente’).

Abbiamo bisogno di amministratori onesti, competenti, significativamente capaci e rappresentativi, che – se accettassero un qualsiasi incarico – lo farebbero solo perché capaci di svolgere il compito: senza dover disperdere ingentissime risorse in commissioni, cabine di regia, comitati tecnici o scientifici, consulenze.

            C’è assolutamente bisogno di un nuovo inizio, non di rassegnazione, non senza una serissima presa di coscienza dei moltissimi errori finora compiuti.

Occorre togliere dal ‘collo’ dell’Italia quel cappio che da tempo è stato  collocato – tra sorrisi mielosi, rassicurazioni e grandi pacche sulle spalle – e che viene strattonato ogni giorno di più, mozzandone il respiro.

I rimedi ci sono e sono più che noti, basta solo volerli adottare: l’auspicata nuova stagione, deve puntare senza alcuna indecisione su una serie di strumenti. Primo tra tutti, imprescindibile, il rispetto assoluto della nostra Carta Costituzionale – fino a non molto tempo fa, la ‘più bella del mondo’ e ultimamente travisata, letta con occhi strabici, piegata da storture operative e attuative. 

La Costituzione è e deve continuare a rappresentare  imprescindibile e sommo elemento di garanzia nei rapporti sociali e delle istituzioni: ovvio che presieda al controllo e all’equilibrio del normale esercizio dei doveri e dei diritti, e altrettanto ovvio che debba contemplare il ripristino del ruolo del Parlamento, passando poi alla vera e propria fase di rifondazione del tessuto sociale, dell’economia, del lavoro, della produzione, della scuola, dell’università, della salute e quant’altro.

Ma vanno fin da subito tagliate le unghie al ripetersi di atti furbastri, assumendo rigide posizioni di controllo e di ripristino delle garanzie fondanti. 

Francamente, constatare che un autorevole soggetto possa attribuire la responsabilità del tardivo/mancato approvvigionamento di materie prime, incluse quelle essenziali per i processi di trasformazione e produzione, specie nel comparto dell’agro-alimentare, tacciando gli industriali di incompetenza, è un po’ troppo: il vecchio ‘gioco’ dello scaricabarile non è più praticabile, specie quando supera ogni limite diventando palese presa in giro.                           

Lettori e Cittadini ci fanno arrivare le loro domande, alle quali – nei limiti del possibile – diamo attenzione e risalto: tutto è per noi importante, specie quando proviene dal cuore, dalla mente, dei Cittadini: che vogliono sapere, vogliono conoscere, vogliono esprimersi in libertà e senza condizionamenti.

           Ritengo che meglio di quello che possa riportare un cronista, sia pure attento e obiettivo, sia riportare fedelmente quanto Massimo Giletti ha tuonato nella sua trasmissione di pochi giorni fa: “Abbiamo raccontato delle menzogne”, raccogliendo le dichiarazioni di un intervistato “Il gas non è aumentato per la guerra, è ora di finirla”… ”Ci raccontano una grande balla, abbiamo raccontato a tutti che il gas è aumentato per la guerra. 

E’ ora di finirla, qui c’è una speculazione pesantissima. Posso garantire che nella mia azienda abbiamo subito i rincari già da luglio scorso.

E’ una roba vergognosa!”.

E dati alla mano l’intervistato mostra bollette, sciorinando la cronologia degli aumenti: il gas, da Dicembre 2019 a Dicembre 2021 è aumentato più di tre volte, prescindendo dall’aumento cospicuo dell’ultima bolletta del 2022.

Quindi: cosa c’è sotto? Chi sta manovrando, come e per quali motivi, la leva dei prezzi, tentando di scaricare sul conflitto russo-ukraino – ma in particolar modo sulla Russia – la colpa di questi aumenti apparentemente fuori controllo?

E lo sono realmente, e per quali reali motivi, fuori controllo?

            Vogliamo ricordare a chi ci legge, e con fermezza, che i prezzi delle materie prime e – soprattutto – dell’energia (gas ed energia elettrica, in primis), come pure quello dei generi alimentari, erano inspiegabilmente in salita mesi e mesi prima del (più che prevedibile) deflagrare bellico; ricordiamo altresì che di questo ampio teatrino maturato molto prima delle ostilità nello scacchiere ukraino, erano attesi seri problemi di non solo energetici, ma anche di approvvigionamento di materie prime, acuirsi della crisi climatica (che parte abbia la geoingegneria che nei cieli spande di tutto, ma non si sa cosa… è tutto un mistero) con conseguenti carestie, spinte inflattive, recessione, svalutazione, ecc. ecc.)?                                                                                                                                         

Vogliamo dare ascolto ai sempre più numerosi che ritengono lecito ricondurre i propri sospetti  a una certa qual ‘ispirata programmazione’ (non certo ‘preveggenza’…) da parte di chi da anni aveva messo persino nero su bianco come certe élite si sarebbero mosse nel tempo, persino discutendone ‘spavaldamente-palesemente-in-segreto’: per ‘ridurre’ il numero degli essere umani, per ‘curarli’ con  generosa e premurosa cura anche in presenza di impreviste (ma attese?) malattia epidemicamente apprezzabili, per ‘snellire’ il mondo dell’impresa e del lavoro – portando alla  rapida chiusura di migliaia di imprese medio-piccole e ‘familiari’ -, per arrivare a una società ‘particolare’ piuttosto che non ‘classica’, dove a essere alfine smantellata è la ‘famiglia tradizionale’, sono i ‘valori’ abituali e le ‘tradizioni’ fondanti: quelli con cui generazioni dopo generazioni sono cresciuti, e che oggi si affannano a cancellare?

            Ma l’Italia, l’Europa, sono per la Pace?

Da cronista noto che in molti si riempiono pomposamente la bocca con frasette tipo ‘siamo impegnati per la ricerca della pace’ o ‘stiamo lavorando per la pace’ .

Qualcuno dice: ma è una barzelletta? Chi sta cercando soluzioni, e quali? A parole si cercherebbero soluzioni, ma materialmente si inviano in Ukraina forti flussi di denaro e armamenti sempre più sofisticati e distruttivi.

Specie da parte di chi, geometricamente, è più lontano dal teatro bellico. ‘Speriamo che Putin perda presto’ (afferma costantemente M.me Von Der Leyen);  ‘Azzerare la dipendenza dall’energia russa; bisogna comprare dagli amici, non dai nemici’ (è la bellicosa dichiarazione da Bruxelles di M.me Metsola); ‘Il rischio di una catastrofe alimentare è reale: e se non ci sarà una soluzione dovrà essere chiaro che la colpa è di Putin’ (un ipse dixit di M. Draghi): dichiarazioni ricche di catastrofismo, di un (solo) apparente distacco dalla realtà, seguendo una narrazione artata e distorta.

Certamente, non dichiarazioni di chi stia realmente lavorando per la pace, mentre piuttosto – unite a quelle da Londra e da Washington – sembrano dichiarazione di chi ‘prevede’ (ma si cercano soluzioni diplomatiche?) una guerra lunga e tragica, dando persino l’impressione – certamente falsa – di ‘non volere né cercare’ soluzioni diplomatiche.                                     

Possiamo dire che ‘per fortuna’ – ma ha senso che la ‘fortuna’ di pochi, potrebbe equivalere alla disgrazia del genere umano? – ci sono Putin e la Russia, cui dare ogni e qualsiasi colpa?

            Proseguo, non senza aver fatto una precisazione, se mai ve ne fosse bisogno: da sempre odio le guerre, di ogni tipo e comunque ‘giustificate’.

Ma ho imparato che, passate le prime settimane, il confine sottile tra (eventuali)   ragioni dell’aggredito ed (eventuali) ragioni dell’aggressore si fa via via più sottile, persino labile.

Specie quando entrano in gioco fattori e soggetti ‘terzi’, che – proprio attraverso una belligeranza – hanno molto, moltissimo, da guadagnare e poco o niente da perdere.  E proprio attraverso riflessioni e valutazioni di questo tipo che si costruisce il terreno sul quale la diplomazia usualmente si muove: cercando soluzioni, prospettando nuove considerazioni, offrendo opportunità.

Da sempre la diplomazia si muove così: ma oggi sembra che le grida di ‘strane’ tifoserie, di ‘strani’ partigiani della guerra a tutti i costi (o del ‘costi quel che costi’) vogliano prevalere, imponendo guerra, povertà, fame,   distruzione e persino la morte.  

            Certo, le guerre sono tutte ‘sporche’: da qualunque parte le si voglia guardare; ma è altrettanto vero che le ragioni iniziali si vanno stemperando con forza con il proseguire degli scontri, poiché nella battaglia ciascuno mette il peggio di sé.

Con crudeltà e disonestà, ma anche con l’obiettivo di trarne profitto. Non credo a chi continui a narrare che le ‘cattiverie’ vengono fatte solo da un lato.

Le fa anche chi oggi sta alimentando una guerra sporca, fatta per delega di chi – fornendo armi – sta tentando di distrarre l’opinione pubblica e persino la storia, spacciando per verità delle disonorevoli menzogne.                    

            Mai, però, che in questa corsa verso una possibile fine cruenta di parte dell’umanità, qualcuno che abbia fatto una pur minima ammissione di responsabilità, di colpa.

Mai! Tutti in TV, invece, con le loro belle faccette, tutti pronti a rilasciare dichiarazioni e valutazioni (spesso tragicamente ridicole), tutti stretti l’un l’altro in una cordata di morte. C’è poco da scherzare: chi sta fornendo armi, è di fatto un co-belligerante.

E come tale coinvolge la nazione e tutto il popolo del proprio paese.

Ancora si gioca a rimpiattino con una ipocrita, se non finta, visione altruista e perbenista: le armi vengono fornite al solo scopo  di  consentire all’aggredito di potersi difendere (mentre le città vengono distrutte, la popolazione è in fuga, ed i civili vengono usati come scudi umani).

Della serie: io fornisco l’arma, l’uso che ne fa chi la possiede, non è affar mio.

Troppo comodo! Un esempio? Se per caso, domattina, il leader bielorusso Lukashenko dovesse sentirsi minacciato ai suoi confini dalla presenza chiaramente bellicosa di un paese NATO (ricordiamolo: le finalità della NATO nascono come ‘difensive’, mentre invece, oggi, la realtà è sotto gli occhi di chi voglia vedere) che gli punta contro missili e cannoni, e chiedesse allo storico alleato di Mosca di fornire armi – anche sofisticate – per aumentare la sua possibilità di difendersi nel caso in cui dovesse subire un attacco/una invasione, qualcuno potrebbe onestamente stupirsi, meravigliarsi, se venissero forniti missili a media/lunga gittata, qualche atomica tattica, o deterrente nucleare?

Oohhh griderebbero stupiti i soliti noti: ma quelle armi sono fortemente offensive!

Oohhh griderebbero gli altri: ma quelle armi servono a difenderci, solo se attaccati.

Ma si direbbe anche: tu, Mosca, perchè hai dato quelle armi offensive? E Mosca potrebbe rispondere: è un mio alleato, mi ha chiesto armi a scopo difensivo e io gliele ho fornite, ritenendo che effettivamente le sue preoccupazioni fossero fondate, poiché tra poche settimane o pochi mesi, ai suoi confini altri stati piazzeranno altre armi parimenti distruttive, puntate contro il suo territorio, i suoi cittadini.  

Quindi? Si vuole continuare a giocare a ‘guardie e ladri’, o si vuole ripristinare un minimo di serietà?

L’uso delle armi allontana la pace, e gli interessi di chi usa le armi schiacciano la reale volontà dei cittadini, guerreggiare  senza praticare con intensa volontà un serio e discreto percorso diplomatico significa non voler neanche discutere di pace ma far solo finta.

            Ego smisurati dominano gran parte del mondo, cercando di imporsi con ogni mezzo – lecito o illecito che possa essere -; ed è persino ridicolo che in una situazione così drammatica, che dovrebbe vedere all’opera ogni parte politica per risolvere questioni tanto importanti, si trovi invece il tempo per portare avanti ‘progetti’ politici pre-determinati, persino dibattuti, persino scritti…

Progetti che, proprio di fronte a queste emergenze, dovrebbero essere stati – come minimo – accantonati.  E si parla tanto di ‘ambiente’ di ‘ecologia’ di protezione della ‘Natura’… 

Anche qui stiamo vivendo una fiction (o parte di una fiction), poiché l’ecologia è quella branca della biologia che, detta con semplicità, si occupa dello studio dei rapporti tra gli esseri viventi e l’ambiente in cui vivono.

            Ma siamo sicuri che a tutti stia realmente a cuore la tutela degli ‘esseri viventi’, per primo dell’ ‘essere umano’?

            Ormai, il Dossier Ukraina è diventato, prepotentemente, il Dossier Mondo: mani ‘abili’ lo stanno profondamente mutando e destabilizzando, tentando di imporre un modello ‘strano’, persino ‘irreale’ e ‘irrazionale’, per piegarlo al loro volere.  




MOBILITÀ 2022/23 … FORZA RAGAZZI SULLE AUTOSCONTRO …

 

… così diceva il giostraio per dare inizio a un nuovo giro e anche a scuola, dopo l’ultima mobilità docenti, l’anno scolastico 2022/23 comincerà con un nuovo giro di docenti.

Ma ciò che più preoccupa è l’avvicendamento dei docenti specializzati su sostegno.

Il nuovo giro colpisce soprattutto i più fragili, benedicendo la continuità didattica, sempre ferita dai tanti precari annuali, ma per gli studenti “speciali” diventa una vera mannaia.

Certo i docenti hanno diritto all’avvicinamento a casa ed è normale cambiare scuola, ma per lo studente non è normale cambiare docente. Si può discutere sulla prevalenza del diritto del lavoratore (del docente) e del diritto allo studio (dello studente).

Chi prevale? Boh!

Cambiare docente, metodo di insegnamento, sistema delle relazioni è già oltremodo difficile per gli studenti “normali”, ma per gli studenti “speciali” significa perdere una figura di riferimento e le conseguenze restano tutte lì, con un altro giro di giostra.

 

 

Pio Mirra
Ds IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)




ANCHE QUEST’ANNO È FINITA … BEATA IGNORANZA!!!

 

Secondo l’indagine di Save of Children il 51% degli studenti che frequentano il primo anno delle scuole superiori non comprende un semplice testo, cioè non ha le abilità di base delle lettura e della scrittura.
Situazione davvero allarmante, ma certamente non da attribuire alla pandemia e alla didattica a distanza.

Dov’è il problema?

Che fare?

Probabilmente occorre intervenire al più presto sul primo ciclo di istruzione e in particolare sulla secondaria di primo grado, le medie per intenderci.

Gli anni della scuola media sono fondamentali, in quanto sono gli anni in cui l’alunno deve consolidare le conoscenze della scuola primaria relativamente allo studio della grammatica italiana, delle quattro abilità di base (saper ascoltare, saper parlare, saper leggere e saper scrivere), della matematica e delle quattro operazioni.

Invece alla media si parla di programmazione didattica per competenze, quando non è ancora consolidato il leggere, scrivere e far di conto.

Come conseguire competenze in assenza di conoscenze? E così si arriva al primo anno di superiore, con diffuse carenze e soprattutto senza abilità di base consolidate.

Si riesce a recuperare?

Difficile in ogni indirizzo di studio, che sia liceo, tecnico o professionale, dove in questi ultimi due si aggiungono situazioni di svantaggio socio-culturale soprattutto nelle aree povere del paese, che finiscono con l’amplificare il problema.

E si arriva all’università e le carenze si manifestano in tutta la loro drammaticità.

In una famosa lettera dei 600 docenti universitari e degli 85 linguisti si denunciava al Ministero dell’Istruzione che gli studenti iscritti ai corsi di laurea triennale e magistrale, oltre a non saper scrivere correttamente, non conoscono bene le regole grammaticali della morfologia, della sintassi, dell’analisi logica e del periodo.

Questo insieme alla difficoltà ad andare “a capo”, cioè la divisione in sillabe che un tempo si imparava alle elementari.

La scuola che forma, la scuola che istruisce, la scuola che prepara alla vita sta lasciando il passo alla scuola dei progetti, competizioni, premi e gare, capaci di destare meraviglia, ma è una scuola vuota, dove si fa di tutto, tranne formare i ragazzi ad affrontare le sfide della vita.

Dimenticando che la vera sostanza della scuola è quella di puntare alla formazione umana e intellettuale degli studenti.

Quella di insegnare le abilità di base, le conoscenze essenziali per poter maturare competenze utili ad affrontare adeguatamente un percorso universitario o un lavoro.

L’inarrestabile dequalificazione della scuola italiana è sicuramente da imputare a discutibili indirizzi politici, ma anche ad una cultura
che ha attribuito alla scuola un ruolo sempre più assistenzialistico, surrogando altre agenzie formative più direttamente coinvolte, compreso le famiglie, piuttosto che intendere la scuola luogo di crescita culturale e civile e di maturazione di uno spirito critico.

Una cultura così radicata, tanto da intendere la scuola come “servizio da erogare” in funzione delle esigenze del “cliente-studente”!
Una cultura che ha portato ad una didattica invasa da tutte le educazioni del mondo (alla salute, alla legalità, all’ambiente, alla sessualità, all’uguaglianza, alla diversità, etc. etc.), a scapito dei contenuti disciplinari.

E aggiungiamo le ingerenze genitoriali nelle valutazioni, snaturando la professionalità docente: come se il paziente metta in discussione la diagnosi dello specialista.

Occorre invece che la scuola torni ad essere una “palestra di vita”, perché una buona scuola è fondamentale non solo alla crescita dei singoli, ma alla crescita sociale ed economica dell’intero paese.

Occorre salvare ciò che di buono è rimasto nella scuola.

Meno progetti, più tempo allo studio dell’italiano, della storia, della geografia, della matematica, delle scienze.

Ormai a stento si conoscono le capitali o i capoluoghi di regione, diffuse le difficoltà di lettura e scrittura, nonché di calcolo se sia un po’ di più di un’addizione.

E se si paragona la debacle della scuola ad una Caporetto quanti sanno di che si parla?

E si continua a parlare di alternanza scuola-lavoro, quanto anziché alternare dovremmo fare in modo continuo prima scuola e poi lavoro.

Allora, anziché introdurre le “competenze non cognitive”, quali l’amicalita’, la coscienziosità, la stabilità emotiva, l’apertura mentale nel metodo didattico, occorrono indicazioni nazionali per il primo ciclo più prescrittive, finalizzate al conseguimento certo e durevole delle abilità di base, mettendo al primo posto l’importanza della lingua come accesso alla conoscenza che sia generalista, tecnica o professionale.

Importanti, altresì, mirate azioni di accompagnamento per una efficace formazione in servizio ricordando che l’insegnamento è un’attività di apprendimento continuo e per una Scuola di qualità occorrono formatori di qualità.

Una scuola debole forma futuri cittadini fragili e manipolabili … è un attacco alla democrazia.

 

 

Pio Mirra
Ds IISS Pavoncelli – Cerignola (FG)




Sing and Serve: Beneficenza e Divertimento a colpi di musica!

Si è chiusa ieri sera la manifestazione Sing and Serve voluta dal Lions Club di Arcore Borromeo che ha visto oltre 15 cantanti gareggiare per beneficenza.

La presidentessa Valentina Borromeo ha fortemente voluto questa manifestazione che è nata nel 2019 ed ha avuto un ovvio arresto durante la pandemia.

“Un’iniziativa aperta ai giovani e meno giovani con l’intento di divertirsi e raccogliere fondi per l’associazione La Vite, che opera sul nostro territorio da anni in aiuto dei meno fortunati con grandi risultati”

La rassegna canora era aperta a Cantanti, Band e Cori non professionisti, la cui partecipazione, qualora ammessi, era completamente gratuita.

Ogni concorrente ha potuto proporre fino a 2 video musicali di proprie esibizioni, di cui una obbligatoriamente doveva essere una COVER.

Vi invitiamo a vedere i video della manifestazione a questa pagina.

Wiliam Gabrieli, l’ideatore ed organizzatore, socio del Lions Club Arcore Borromeo, ha svolto anche le funzioni di presentatore:” devo ringraziare tutti i soci del club che mi hanno permesso di realizzare questo sogno; volevamo creare un evento per divertirsi, fare beneficenza, ma nulla toglie al fatto che potrebbe crescere ulteriormente nei prossimi anni. Il nostro motto è win,win,win, ovvero tutti, cantanti organizzatori e pubblico devono vincere, sia divertendosi, che facendo del bene. Abbiamo avuto molte richieste tanto che l’anno prossimo pensiamo di fare questa iniziativa in due serate per ospitare tutti.”

Il contest canoro è giudicato da una giuria molto importante presieduta da Clara Pavan Dalla Torre, concertista, docente di pianoforte, ma anche “allenatrice” di band musicali, la sua vasta esperienza nel mondo musicale la fanno un presidente di giuria di altissima levatura: ” ci saranno delle schede di valutazione per valutare i concorrenti e cercheremo di non essere troppo severi, ma certamente la nostra valutazione sarà oggettiva. L’importante comunque è che vinca la musica e che tutti si divertano, cantanti e pubblico.”.

La serata è stata emozionante e veramente intensa, allietata dalla partecipazione di Gianni Giannini che ha rallegrato la platea e del Duo Freedomax, bravissimi nel gestire tutti gli intermezzi musicali,  vi invitiamo a seguire lo speciale che verrà trasmesso da mercoledì sul canale tv:

https://www.youtube.com/c/betapressitTV

ove sarà possibile seguire le interviste ed alcune delle performance canore.

Maria e Manuela

I vincitori delle due categorie sono stati Maria Motti per la categoria Digital (minorenni) e Manuela Scarangella per la categoria Analogic (maggiorenni).

Paola

Mimì

Seconda classificata nella categoria Digital è Mimì Caruso e nella categoria Analogic Paola.

Il Premio speciale della giuria Premio Confalonieri è an

Francesco

dato a Francesco Santini per la sua performance con piano e voce.

 

 

 

 

 

Osea

 

Una menzione particolare ci sembra giusto farla al cantante Osea Coratella che ha presentato “Luci a San Siro”, augurando ed indicando così il prossimo futuro della manifestazione.

 

 

La sala era al massimo della sua capienza e la manifestazione è stata apprezzata da tutto il pubblico.

Ci auguriamo che questa manifestazione così ricca di valori, di talenti e divertimento possa crescere sempre di più, magari arrivando a vedere le “luci a San Siro”.