Tutto da rifare? ma anche no…

C’era una volta l’Afganistan!

Poi arrivarono i sovietici che prima vollero controllare il Paese fino a farlo diventare, dal 1979, il luogo dove si consumò la loro più cocente sconfitta, tanto da essere considerata alla stregua del Vietnam per gli americani.

Nel 1989 i sovietici abbandonarono il campo e il paese fu lasciato alla sua sorte.

Nel 1992, la Repubblica Democratica dell’Afghanistan cadde e il Paese precipitò in una feroce guerra civile.

Gli americani che, durante l’invasione Sovietica, avevano finanziato i mujaheddin per contrastare il nemico di sempre, osservarono con interesse il paese dilaniato dalla guerra civile.

Guerra che nel 1996 culminò nel governo fondamentalista talebano.

Poi le cose, come spesso accade a certe latitudini, non sono facili da controllare e i talebani diventarono presto acerrimi nemici degli americani (sembrava proteggessero Osama Bin Laden, capo di Al Qaeda).

Il culmine fu l’immane tragedia dell’11 settembre 2001, migliaia di morti sotto le macerie delle torri gemelle e tutto l’occidente annichilito dalle immagini trasmesse a reti unificate! “L’America è sotto attacco”, intitolavano i TG.

Quindi la pronta rappresaglia americana che è durata 20anni, l’Afghanistan sotto le bombe e tutto l’occidente compatto contro il nemico terrorista.

Siamo nel 2021 ed é il momento della ritirata: “basta, non ci conviene più, arrangiatevi, avete un governo ed un esercito”.

Tutte cazzate!

I talebani armati di odio, rabbia, sofferenza e motivazione illimitata, si sono ripresi tutto.

Nessuna resistenza, zero, tutte le città si sono arrese ed il presidente Afgano, codardo, é scappato via abbandonando i suoi uomini.

L’odio, accumulato in 20anni di esilio, esploderà e la violenza che si scatenerà sarà devastante.

Una crisi umanitaria più grande della stessa guerra ai talebani sarà la naturale conseguenza.

Chi si è aggrappato al carrello degli aerei americani, mentre rullavano in pista, sapeva perfettamente cosa lo avrebbe atteso: meglio la morte certa che rimanere a Kabul!

Il Paese ora é tornato nell’oblio, ma è solo l’inizio di una storia dell’orrore che nessuna mente, seppur fervida, potrà ipotizzare fino in fondò.

Una cosa però è certa, ora i talebani sono amici dei Russi e dei Cinesi!

Davvero un grande lavoro, chapeau!

 

Tanio Cordella




Pio Mirra, DS Pavoncelli Cerignola: come noi sempre più scuole pubblicano i propri libri

Ormai sono sempre di più che scuole che hanno deciso di produrre e pubblicare in autonomia i libri per i propri studenti.

Prof. Pio MirraNella storia di questo progetto, il precursore dei tempi è il Prof. Pio Mirra, notissimo Dirigente Scolastico dell’Istituto Pavoncelli di Cerignola in provincia di Foggia.

Si chiamo Progetto Gutenberg e permette alle scuole di creare una propria collana editoriale riconosciuta.

Le scuole che decidono di aderire al progetto Gutenberg sono le più all’avanguardia, quelle più attente alle proposte della modernità e che vogliono offrire ai propri studenti e alla propria comunità lo strumento di formazione più adatto a loro.

Dal nord a sud i docenti, supportati dai Dirigenti Scolastici illuminati, si impegnano per preparare i propri studenti nel modo più diretto e preciso,

Ovviamente per ogni grande tendenza ci sono sempre i precursori.

I vantaggi di una scelta di questo genere per la scuola sono molteplici:

  • gli studenti possono studiare su testi dedicati esattamente a loro
  • le famiglie risparmiano ogni anno più del 70% sulle spese sei libri di testo, i dati di tre anni di attività parlano di una riduzione da 350 euro a 80 euro a carico delle famiglie
  • i docenti guadagnano punteggio nelle graduatorie ministeriali grazie alla pubblicazione di un testo,
  • il territorio viene valorizzato nella sua storia grazie ai programmi specifici
  • la scuola che aderisce a un progetto di tale attenzione agli studenti acquisisce prestigio.

Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali molti Dirigenti Scolastici hanno scelto di aderire al progetto Gutenberg.

L’IISS Pavoncelli nel 2016/2017 è stato il primo istituto scolastico  ad aderire al progetto Gutenberg, proposto da Currenti Calamo Editore e creando una collana  editoriale dedicata interamente al biennio.

Negli anni la scuola ha continuato a lavorare per incrementare il suo catalogo e quest’anno accoglie l’ultimo arrivato: “L’ABC di Disegno e Tecnologie” edito da CCE Currenti Calamo Editore.

Si tratta ancora di un testo in uso nel biennio obbligatorio, autoprodotto dai docenti, in formato cartaceo e digitale, curato nel progetto grafico da La Plume di Cerignola.

Il testo completa l’adozione libraria del biennio e porta a 16 volumi la collana editoriale del Pavoncelli.

I testi, in formato cartaceo e digitale, sono stati un valido aiuto per gli studenti soprattutto in un anno e mezzo di “didattica a distanza”.

Per il nuovo anno scolastico il “team ebook” di istituto sarà impegnato ai dovuti aggiornamenti dei testi in adozione in collaborazione con gli studenti, gli auguriamo, tutti in presenza.

 

La scuola pugliese che pubblica i suoi libri di testo e fa risparmiare le famiglie

http://https://youtu.be/NKrGFOrjEu8

Sdidatticamente parlando… ovviamente a distanza.

GIOVENTU’ INVISIBILE, SCUOLA E PROMESSE…




A quando la verità?

“Cercate anche di darvi una fede politica, respingete però quelle idee politiche che non presuppongono il concetto di libertà, altrimenti andreste verso la vostra rovina.”

SANDRO PERTINI

 

In questi giorni il dibattito sul passaporto sanitario, è di estrema attualità in tutta Europa.

L’opzione forte dei governi di fronte alla pandemia percorre, ormai, la via della obbligatorietà del vaccino, più o meno dissimulata, da provvedimenti che limitano fortemente le libertà dei singoli e non s’intonano con i diritti costituzionali.

Eppure, la parola d’ordine è una sola: vaccinazione del più ampio numero di cittadini.

Una scelta che non discerne e non si ferma né di fronte all’età delle persone, né in relazione alle condizioni di salute e gli stili di vita.

Inutile, richiamare le contraddizioni che un simile approccio può generare nel sentimento collettivo, già peraltro ampiamente illustrate nei nostri vari articoli.

Risulta, così, centrale comprendere le ragioni profonde delle iniziative assunte e andare oltre l’evidenza della vicenda sanitaria.

Esiste, in altre parole, un’emergenza che trova fondamento nella fragilità delle variabili macroeconomiche del sistema mondiale.

La pandemia è divampata, infatti, alla fine del 2019.

Un anno nel quale la recessione economica, amplificata dal rallentamento del colosso cinese, aveva colpito duramente le prospettive di crescita.

Il Covid ha fatto il resto.

Negli ultimi mesi, la politica economica comunitaria si è mossa lungo il crinale degli incentivi e del massiccio indebitamento.

Una scelta vincente che ha consentito di finanziare l’enorme spesa pubblica necessaria a fronteggiare la spesa sanitaria ed il rallentamento delle attività economiche.

Il risultato è che il rapporto tra Debito pubblico e Pil e tra Deficit e Pil, in Italia e nelle principali economie europee, sono a livelli di massima allerta e destinati a lievitare ancora.

In questa situazione, si è affermato un leitmotiv che come un mantra orienta la politica e l’azione dei governi: la crescita dell’indebitamento dei bilanci pubblici, per sostenere la ripresa economica, deve essere puntellata dalla ripresa del Prodotto Interno Lordo (PIL), il valore al denominatore dei due indici richiamati.

Si capisce, in questa direzione, che, accanto alle nuove varianti del Covid ed il numero dei non vaccinati, c’è un’ altro nemico per il Premier Draghi ed i suoi colleghi in Europa e nel Mondo: il Pil.

Un autunno segnato da nuove ondate pandemiche farebbe saltare il banco.

Non sono, quindi, solo i contagiati ed i morti che spaventano: un nuovo rallentamento delle attività produttive deve essere scongiurato.

Non deve scandalizzare questa verità.

Il trade-off tra opportunità e costo sociale è una variabile  interiorizzata nei modelli di crescita.

Le statistiche ci dicono che gli aeroplani cadono e che si muore in macchina o in treno per incidenti di varia natura e non per questo viaggiamo in carrozza.

Il punto è che sulla campagna vaccinale la verità non viene detta.

La classe dirigente è timida,  imbarazzata e rischia di affogare nelle proprie contraddizioni.

Sarebbe più facile rivolgersi ai cittadini con parole sincere ma è ancora presto per le verità.

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS.

 

Come le bugie manovrano la nostra vita

 

Pandemia Finanziaria, cui prodest?

 

Mes o Italexit inutili senza un Nuovo Contratto Sociale

 

 




La strategia della distrazione, divide et impera.

L’elemento primordiale del controllo sociale – afferma Chomsky – è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle ‘élites‘ politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti“.

 

 

Il covid non è stato ancora vinto, purtroppo.

La pandemia continua a mietere molte vittime, soprattutto, nei paesi poveri.

Non è ancora il momento di fare un bilancio dei costi sociali ed economici di questa immensa catastrofe.

Tuttavia, alcune, conseguenze indirette o eventi collaterali, dell’evento pandemico sono sotto gli occhi di tutti ed è impossibile ignorarli o far finta di niente.

In particolare colpisce come la vasta mobilitazione, messa in moto dalla campagna vaccinale, sia avvenuta attraverso i codici della manipolazione delle masse, evidenziati negli studi di Chomsky, Bernays ed altri.

La polarizzazione ideologica delle posizioni che, il dibattito ha messo in moto, ha fatto il resto: la comunità civile si è divisa tra patrioti (i vaccinati) e gli untori ( i non vaccinati).

Un distinguo inaccettabile che ha finito per dividere la coscienza civile e dare legittimità agli istinti collerici più profondi e disperati.

La manipolazione delle masse ha ottenuto il suo scopo per buona pace dei diritti e delle libertà fondamentali.

Secondo Chomsky, un altro aspetto che determina la manipolazione delle masse è mantenere la popolazione distante dalla conoscenza, evitare alle persone di comprendere e conoscere l’utilizzo di tecnologie e metodi utilizzati da chi vuole esercitare il potere (manipolazione) su di loro per controllarle e renderle schiave.

Una constatazione che non può lasciarci tranquilli.

Alle persone , costrette da mesi di difficoltà e paura, si è dato un surrogato ideologico, un feticcio contro il quale sfogare la propria rabbia.

Dīvĭdĕ et ĭmpĕrā (pronuncia dìvide et ìmpera; letteralmente «dividi e comanda») è una locuzione latina, ma in realtà di Filippo II il macedone, secondo cui il migliore espediente di una tirannide o di un’autorità qualsiasi per controllare e governare un popolo è dividerlo, provocando rivalità e fomentando discordie.

Così i non vaccinati, sono divenuti , il popolo dei  “no vax” , i contestatori, il male da estirpare, per un bene superiore.

E, a nulla vale, ricordare che in quel popolo di non vaccinati, solo una minoranza, veste, probabilmente, i panni della contestazione.

Gli altri sono persone con problemi di salute, anziani o cittadini che hanno relazioni sociali controllate.

Inutile richiamare l’attenzione sul fatto che la vaccinazione della popolazione è una “condizione necessaria ma non sufficiente” per estirpare in modo radicale la circolazione del virus.

Poco importa.

Il punto è che le divisioni, una volta innescate nella memoria di un popolo, non si controllano, fabbricano nuovi feticci, nuove trame di collera e consentono di manovrare la coscienza individuale e collettiva.

A settembre assisteremo a nuove categorizzazioni sociali.

Accanto ai vaccinati con le prime due dosi vi saranno i beneficiari della terza dose.

Costoro avranno un secondo feticcio contro il quale scagliarsi.

Gli untori diventeranno, a loro volta, i vaccinati, con solo due dosi, che rifiutano l’assunzione ulteriore del farmaco.

Nuove onde colleriche si formeranno a vantaggio del controllo sociale che potrà continuare la propria opera.

In questo contesto, il rischio di una deriva dello Stato democratico non è da escludere.

Con il green pass si sono assunte misure liberticide in nome di un interesse superiore.

I poteri che hanno assunto simili iniziative, vale la pena ricordare, non sono di rango elettivo perché nonostante una profonda crisi politica, in questo paese, si è deciso di non consentire le elezioni anticipate.

Il governo in carica non rappresenta le mutate sensibilità del corpo elettorale e, le contraddizioni e le miopie normative e regolamentari in essere ed in via di adozione, fanno pensare ad una classe dirigente inetta e dilettante.

Come prendere sul serio chi assume iniziative autoritarie, senza precedenti, per la storia democratica del nostro paese, e poi lascia che gli esercenti vestano i panni dei pubblici ufficiali, per il controllo dei pass sanitari, o che orde di immigrati sbarchino sulle nostre coste, senza riguardo alcuno alla tutela sanitaria.

Non resta che attendere e sperare che il virus venga neutralizzato o con esso ogni tentativo di manipolazione sociale che nessuna decretazione d’urgenza dovrà mai rendere legittimo.

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS

 

 

Green Pass: la presa per i fondelli di uno stato bipolare…




Stato Morale o Stato amorale?

La vaccinazione rappresenta un mezzo utile al contenimento dell’evento pandemico Covid19 e delle sue varianti.

La questione, non è in dubbio.

È necessario, tuttavia, guardare alla vicenda della salute pubblica e, del rilancio del sistema economico e civile, in modo non ideologico e senza dimenticare, neanche per un istante, la carta costituzionale e le libertà fondamentali di ogni individuo.

L’avvento del Governo Draghi è stato salutato con molto entusiasmo.

Principalmente, perché dotava il paese di una dirigenza meno approssimativa e non tenuta insieme dagli interessi di bottega.

Purtroppo, le misure adottate nell’ambito delle iniziative per il controllo della pandemia, il green pass, per intenderci, rischiano di sollevare un dibattito sulla legittimità costituzionale da un lato e sul merito, dall’altro.

Sul primo aspetto è facilmente individuabile il “vulnus” sul quale riposa il provvedimento: le restrizioni alla libertà di circolazione degli individui non sono giustificabili da un, non contestabile, prevalente interesse pubblico.

Ciò, in quanto, la privazione dei diritti costituzionali sta avvenendo sulla base di una decretazione d’urgenza che ha perso di vista una visione d’insieme delle norme e dei regolamenti che incidono sulla vita delle persone, la loro vita sociale, i loro progetti, i loro sogni.

Vi è in atto il secondo tempo di quel  “management by necessity” che l’ex Premier Conte aveva eletto a rango costituzionale.

Un metodo di governo che, secondariamente, non ha mostrato  una valutazione sul merito delle misure coercitive in via di attuazione, trascurando le cure alternative, il supporto e la cura domiciliare,  l’utilizzo su larga scala dei   tamponi molecolari in grado di consentire una individuazione del contagio senza perdite di tempo.

Le misure sottostanti al green pass sono liberticide per una valutazione che merita un approfondimento tutt’altro che scontato.

I vaccini in circolazione hanno dimostrato la loro capacità di contenere contagi e decessi ma anche di non essere in grado di evitare tutti i contagi e tutti i decessi da Covid.

Vi sono, poi, i danni collaterali, allergie, intolleranze, gravi patologie e morti da vaccino.

È un dato.

In questa situazione è evidente che l’opzione politica sulla obbligatorietà del lascia passare, lo si voglia riconoscere o meno, è quella che accetta di buon grado la perdite di vite umane in cambio dell’interesse pubblico:  economico e sanitario.

Il Governo Draghi ha assunto l’onere di questa responsabilità attribuendo, al concetto di costo sociale, una nuova legittimità; ma allora perché indignarsi di fronte alle morti sul lavoro, sempre più numerose, perché chiudere i cantieri e varare norme preventive che affogano le piccole imprese, perché non legalizzare droghe leggere e pesanti.

Se passa il principio, in tempi di Covid, che l’interesse economico e la tutela sanitaria siano perseguibili a tutti costi, e quindi, anche sul costo di vite umane, si passa, in modo automatico, da uno Stato di diritto ad uno Stato autoritario.

Ne è riprova, in questa situazione, il fallimento del principio del “neminem laedere”.

Il principio, cioè, che la libertà di ognuno di noi, in uno stato democratico e liberale, debba trovare un limite invalicabile, nelle libertà altrui.

In questa dimensione, potrebbe essere immediato concludere che le libertà dei gestori di discoteche (solo a titolo di esempio), la movida ed i loro clienti, si estenderebbero, senza limiti, asfaltando le libertà di molti cittadini.

Pensiamo ai pensionati che vivono in casa con  contatti sociali essenziali.

Costoro, senza green pass, se usciranno a fare la spesa, non potranno contare sui servizi igienici di un bar, in caso di bisogno, proprio perché sprovvisti di lasciapassare.

La campagna vaccinale sarà ben presto completata.

I dubbi, sulle iniziative assunte ed il futuro delle democrazie mature, offriranno i pretesti per un dibattito che si annuncia lungo e travagliato.

 

LA REDAZIONE DI BETAPRESS

 

Green Pass: la presa per i fondelli di uno stato bipolare…

 




L’accumulo tra compulsività e finalizzazione positiva

Lo scrittore Luciano De Crescenzo nel suo libro Così parlò Bellavista” descrive sapientemente ciò che significa accumulare e non gettare via nulla.

Riferendosi alla madre egli afferma: “Mia madre, per esempio, conservava tutto! Non buttava via mai niente! Non so, per esempio, truava nu muzzone e ‘na candela? Se lo conservava. Truava uno spago corto corto che un altro lo avrebbe buttato via… Mamma’ no! Mamma’ lo metteva da parte, lo conservava!”.   

Anche tra gli artisti è spesso contemplato il disturbo da accumulo.

Un caso tipico è quello di Andy Warhol che ha trasformato la sua tendenza all’accumulo orientandola alla produzione di splendide opere d’arte uniche ed irripetibili.

 

Una famosa trasmissione dall’accattivante titolo “Sepolti in casa” proponeva storie incredibili di abitazioni divenute invivibili e di soggetti che presentavano enormi difficoltà dovute al bisogno ossessivo di procurarsi un’enorme quantità di oggetti senza mai buttarli via.

 

Ci poniamo il quesito se il concetto di accumulo non sia solo indicativo di disordine ma anche di genialità.

È ragionevole pensare che solo se l’accumulo influisce negativamente sullo stile di vita possiamo parlare di disturbo.

 

Espressione della valenza positiva dell’accumulo è la raccolta del maestro Ettore Guatelli che acquisì nel tempo ben sessantamila oggetti ora esposti nel Museo Guatelli a Ozzano Taro in provincia di Parma.

 

Ci chiediamo anche se sussiste un rapporto tra accumulo, riciclo e creatività.

 

Jane Perkins, ad esempio, è famosa per la sua inclinazione all’accumulo di oggetti che poi ricicla nelle sue opere connotate da una spiccata originalità creativa.

L’artista trae ispirazione dagli oggetti accumulati e la sua filosofia si basa sul concetto che non esiste il rifiuto.

L’azione di accumulo messa in atto dalla Perkins ha dunque una finalizzazione positiva in quanto il materiale di cui fa incetta viene trasformato in opere d’arte.

 

Secondo il medico e psicoterapeuta adleriano Francesco Parenti (1989), il bisogno di raccogliere oggetti ordinari o bizzarri, amori o situazioni, incidenti o sintomi può proporsi dal profondo come un’idea prevalente, ossia un complesso.

L’autore passa in rassegna alcune forme del collezionismo nevrotico e abilmente richiama alla mente le riproduzioni di due quadri di Gregorio Sciltian: “Il Bibliofilo” ed “Il Filatelico”.

Entrambi i personaggi raffigurati sono immersi nel disordine e sono attenti in modo ossessivo agli oggetti collezionati. 

Ci sono persone, al contrario, insofferenti all’accumulo e che soffrono terribilmente quando sentono il loro spazio vitale invaso da cose che ritengono inutili.

Essi sono soggetti che amano l’essenzialità e provano un profondo disagio per le case invase da troppi mobili, suppellettili ed altri oggetti.

Spesso entrano in crisi quando ricevono in eredità ciò che i genitori hanno raccolto con tanta passione.

Infine ricordiamo che esistono anche i cosiddetti “sgombratori compulsivi” che sono coloro i quali sentono l’irrefrenabile bisogno di “fare pulizia”.




Lo “scandalo Livraghi-Cagnassi”

Eritrea 1891.

Sulle pagine del giornale “Tribuna” viene pubblicato un articolo inerente a una denuncia del tribunale militare italiano in Eritrea a carico del tenente dei Reali Carabinieri a Massaua, comandante della polizia indigena, Dario Livraghi e del segretario degli affari coloniali Eteocle Cagnessi; l’accusa è quella, con la complicità di ascari al servizio dell’Italia e altri ufficiali italiani, di aver torturato, derubato e fucilato senza processo ben ottocento notabili eritrei.

La notizia viene riportata su diversi giornali nazionali, tra cui “Il Secolo” dove vengono pubblicati il memoriale e l’intervista del tenente dei carabinieri.

Lo scandalo Livraghi arriva nelle sale dei palazzi istituzionali.

Il Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Starabba, marchese di Rudinì è costretto a nominare una commissione con lo scopo di fare chiarezza sugli eventi avvenuti nella colonia.

I membri della commissione, perlopiù senatori e deputati, partono dall’Italia il 9 aprile dal porto di Napoli e arrivano in Eritrea il 22 dello stesso mese.

La spedizione non porta nulla di concreto: nei cinquantasei giorni passati nella colonia Eritrea vengono raccolte poche informazioni riguardanti le indagini, in quanto membri della spedizione preferiscono passare la maggior parte del loro tempo a svolgere studi “scientifici” riguardanti la colonia.

La stessa relazione sulla spedizione viene pubblicata solo dopo la sentenza del tribunale, la quale sentenzia a favore degli accusati: il tenente Dario Livraghi e il segretario Eteocle Cagnessi vengono assolti da ogni accusa; gli ottocento morti dichiarati dal giornale “Il Secolo” diventano una decina; vengono condannati con “gravi pene” una manciata di ascari e, infine, vengono giudicati colpevoli – per eccesso di potere – l’ex governatore Baldissera e il governatore Orero.

Di fatto le autorità italiane cercano – e ci riescono in parte – di insabbiare i fatti avvenuti, seppur in Italia, alla notizia della sentenza del tribunale, vi siano diverse polemiche e malumori.

Lo “scandalo Livraghi-Cagnassi” sparisce dal dibattito pubblico-parlamentare quando a poco tempo dalla sentenza del tribunale, il parlamento viene investito da una crisi parlamentare che porta alle dimissioni del governo Rudinì, spingendo così al seppellimento di una delle pagine nere del colonialismo italiano.

 

a cura di Giorgio Nozza – Dottore in Storia




Covissip

Il gossip ai tempi del covid.

Una volta, più o meno un anno e mezzo fa, andavi dalla parrucchiera e ti mettevi lì, in dolce attesa del tuo turno, immergendoti nelle riviste patinate femminili.

Era un rituale, ti piaceva sfogliare settimanali passati di mano in mano, seguire i consigli di bellezza di Diego della Palma, ma anche gli scoop giornalistici di cronaca rosa di Alfonso Signorini.

Era tutto così intrigante, spiare nelle vite altrui, farti una bella carrellata di gossip, inciampare volutamente in fatti e misfatti degli altri “perfetti sconosciuti-conosciuti”, soddisfacendo la tua sottile vena di voyeurismo.

Perché, in fondo, ti compiacevi di sbirciare nelle vite degli altri, più famosi di te, ma messi lì apposta, perché, le foto taroccate di calciatori tatuati e di veline rifatte, potessero rispondere ad un tuo bisogno atavico di emulare la perfezione.

Viceversa, le foto paparazzate del politico di turno con la pancia o dell’attrice famosa con la cellulite, avevano il potere di consolarti della tua umana imperfezione.

Le storie poi di tradimenti reali, facevano sì che pure le corna potessero essere portate con stile…

Bei tempi!

Ieri, sono stata dalla parrucchiera.

Che tristezza!

Ingresso contingentato, previa prenotazione, niente attesa e men che meno nessuna rivista.

Mascherina sul viso, gel disinfettante sulle mani, sequestro dei beni personali in una busta di plastica, distanziamento sociale, nessuna dolce attesa nel salottino e men che meno nessun settimanale di gossip da sfogliare e commentare con le altre clienti.

Deprimente, non c’è interazione, non c’è consolazione.

E adesso, come faccio a resistere alla fatica di vivere?

Chi mi distrae dai problemi di ogni giorno con un tuffo terapeutico nel gossip?

Poi, meccanicamente, prendo il mio cellulare e vado su Instagram per una bella overdose di fatti e misfatti altrui, perché Fedez e Ferragni hanno un loro perché.

Del resto, non è da tutti sublimare in video virali, pappe, pannolini e pure ruttini della loro Vittoria.

Perché, Gianluca Vacchi è un mito, imprenditore influencer dal fisico super palestrato e tatuato, con la sua bella vita da miliardario e la sua corte di amici vip, ha eclissato Briatore che è sparito dalle scene insieme al suo Billionaire a Porto Cervo.

Potrei continuare per ore, tra influencer e deficenser, ma mi fermo perché il monito della ragazza ”Prego, signora, si accomodi al lava testa” mi risveglia dal mio viaggio nelle vite altrui.

Ed allora, mi fermo a pensare, il covid è come la selezione naturale, è il meccanismo che determina l’evoluzione della specie…

In base alla teoria di Darwin, in una popolazione, la selezione naturale determina un progressivo aumento di soggetti dotati di caratteristiche ottimali per l’adattamento all’ambiente in cui vivono.

Ecco allora, che in tempo di covid, i più forti non sono solo quelli che hanno un migliore sistema immunitario, ma coloro che, nella specie umana, si evolveranno progressivamente grazie allo sviluppo di caratteristiche che li renderanno meglio adattati all’ambiente, innescando così un nuovo fenomeno evolutivo.

In pratica, Instagram docet, i migliori sono quelli che si sono adattati al nuovo circo mediatico scatenato dalla pandemia.

Gli evoluti al tempo del covid, sono quelli che hanno più visualizzazioni, sono coloro che, al rinnovato “Grande Fratello” dei social, mettono in piazza tutto, anche la loro miseria umana, perché più vanno a fondo e più il loro video diventa virale.

Ormai, sempre più, sui social, la vacuità è erta a sistema, l’ignoranza “la fa’ da padrona” e la mancanza di senso risponde alla crisi di valori della nostra società.

Società alla deriva, mondo virale attuale, macrocosmo virtuale, dove il lecito ed il legale sono un optional, o, al massimo un valore aggiunto, un fortunato accessorio al potere economico ed al prestigio mediatico.

Ormai, il gossip dei nostri giorni, si è evoluto.

Ormai, non servono più i paparazzi, perché, sui social, ognuno paparazza la propria vita, è disposto a tutto, pur di esibire il suo pseudo ruolo nella commedia umana.

Forza, avanti, “entrate signori”, qui (ovvero, sui social) c’è posto per tutti, anonimi, insulsi, depravati, ignoranti, tutti hanno un loro perché…

Il perché di essersi evoluti a ritroso, in una regressione di civiltà, ma poco importa.

Tutto il resto è noia, oppure estinto, come i dinosauri, colpiti dal meteorite chiamato covid!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Betapress aiuta la protezione civile: 20% del ricavato del libro COVID-19 sarà donato.

Covidisaster 2020

L’influsso del Covid sulla gestione del tempo

 




Green Pass: truffa all’italiana

Fatta la legge, trovato l’inganno.

Bastano 100 euro per il Green Pass digitale o 500 per il pacchetto famiglia, che prevede fino a 6 passaporti vaccinali in versione cartacea.

Il tutto senza aver mai fatto vaccini o tamponi.

Incredibile?

No, tutto vero, tremendamente vero!

Provare per credere…

Andate su Telegram, io l’ho appena fatto, e più precisamente sulle chat “Green Pass Qr Code Covid” e “Green Pass Italia/Europa”, e come dicono questi ultimi pirati del web, secondo un procedimento sicuro (tutto il resto è truffa, dicono pure!) avrete l’opportunità di avere certificazioni “non fasulle”, ma che si basano su un raggiro del sistema informatico.

Attenzione, i gestori delle chat dove si possono trovare listino prezzi e modalità di acquisto del servizio, dicono di non essere no vax, non si sbilanciano in querelle istituzionali (furbi, no?!?).

Ma certo è lecito pensare che chi ha bisogno di un Green Pass senza ricorrere a tamponi o aver fatto il vaccino, probabilmente non sia del tutto favorevole a farsi inoculare farmaci.

Ecco allora, che l’atteggiamento bipolare del governo italiano (vedi editoriale di ieri del nostro Direttore) con Draghi che non impone per legge il vaccino, ma che, di fatto, con il green pass arriva a ghettizzare i non vaccinati, bene, il green pass, partorisce i primi effetti devastanti di deriva sociale e di pirateria informatica.

E’ tutto talmente a norma di legge che, i pirati del web, sostengono già di aver “fornito oltre 1200 Green Pass in tutta Italia”.

Arrivano addirittura a promuovere la loro attività senza girarci troppo intorno: “Se non ti sei mai voluto sottoporre a tampone ed/o vaccino, ma hai comunque necessità di accedere al Green Pass potrai rivolgerti a noi”.

Una vera grazia ricevuta per chi è contro la “dittatura sanitaria”, anche perché la promozione del servizio è cristallina: “Per ottenere il Green Pass grazie al nostro aiuto non sarà necessario fare alcun tampone, nè vaccinarsi e neppure essere guariti antecedentemente dal virus.

Dovrai essere semplicemente in possesso di una tessera sanitaria ed un documento di riconoscimento in corso di validità.

Riceverai il tuo GreenPass in forma cartacea ed/o digitale, per il materiale cartaceo sarà necessario fornire un indirizzo di recapito.

Per il digitale sarà sufficiente fornire un numero di telefono od un indirizzo email”.”. (Dichiarazioni prese pari pari dalle chat in questione, ripeto, controllate, se non ci credete!)

Quindi il prezzario, perché, nella vita, è solo questione di soldi, altro che di senso civico!

Il costo del servizio varia in base al tipo di carta verde scelta.

Il documento digitale singolo, su ‘Green Pass Italia/Europa’, costa 100 euro, venti euro in più per la versione cartacea.

Poi ci sono i pacchetti famiglia, con gli sconti come al supermercato.

Per 4 certificazioni digitali 300 euro, 350 per quelle cartacee.

Per averne sei, invece, bisognerà sborsare 450 euro per quelle digitali e 500 per quelle su carta.

Attenzione, come al supermercato, bisogna controllare le offerte.

Infatti, su ‘Green Pass Qr Code Covid’, il prezzo si alza, ma di poco la versione digitale parte da 200 euro, quella cartacea da 300 euro.

E, comunque, la truffa è pur sempre ecologica, con un’attenzione speciale al pianeta per disincentivare lo spreco della carta…

Non solo.

Chi pubblicizza il servizio, non ha dubbia sulla qualità.

Propone un servizio a norma di legge, bypassando la legge!!!

“I nostri GreenPass sono documenti regolarmente rilasciati dal sistema sanitario europeo e sono pertanto documenti reali. Non sono documenti editati. Al fronte di qualsiasi controllo risulterà perfettamente valido. Sui documenti sono presenti i QR Code regolarmente attivi e funzionanti”.

Insomma, hacker digitali a servizio – pagato – della comunità che non vuole vaccinarsi o sottoporsi a tampone.

E il pagamento. Chi ha organizzato il tutto ci ha già pensato.

“Larga parte dei nostri clienti acquista i nostri servizi pagando tramite cryptovalute che consentono di rendere le transazioni irrintracciabili, che siano Bitcoin o Ethereum”.

Le alternative sono “buoni regalo/acquisto, che sono acquistabili online o presso un qualsiasi tabacchino”, come ultima opzione – anche se non consigliata –  si può pagare anche su Paypal, Carta di Credito e Postepay.

Una cosa è certa. Il documento, pagato con criptovalute o con voucher regalo, anche se “originale” perché appunto non taroccato, è di fatto rubato.

I gestori del canale, come raccontano anche investigatori della polizia postale che seguono il caso, prenderebbero i codici Qr da chi li posta sul web o nei gruppi Whatsapp o Telegram.

Chi aderisce al servizio pirata rischia di essere beccato attraverso un controllo incrociato tra l’anagrafe e il codice del Green Pass comprato.

Però, intanto, fatta la legge, trovato l’inganno.

Con l’imposizione del green pass obbligatorio, anziché incrementare il senso civico ed aumentare la responsabilità del singolo cittadino verso la collettività, in Italia, è già scattata la corsa alla truffa, per ottenere il massimo profitto con il minimo sforzo, per continuare a prendere per il c..o, chi si è vaccinato o è sopravvissuto al covid, tanto basta pagare e allora” zitti e buoni”

 

 

Green Pass: la presa per i fondelli di uno stato bipolare…

 

 

 

 

 

 




Green Pass: la presa per i fondelli di uno stato bipolare…

… oppure fine strategia di popoli barbari?

Mi accingo a scrivere questo breve editoriale, ma devo fare alcune premesse altrimenti rischio di essere tirato per la giacchetta dalle varie fazioni.

Non sono contro i vaccini! 

Sono anzi a favore di un attento uso di tutte le strumentazioni scientifiche e medico-diagnostiche a disposizione della razza umana.

Sono anche un sostenitore della giusta sperimentazione dei farmaci e capisco benissimo la necessità, a volte, di intervenire ed agire in fasi di crisi, anche con tempi differenti da quelli che sarebbero necessari alla scienza per essere sicura di se stessa.

Detto questo veniamo a Noi.

Sono ormai due anni, quasi, che viviamo in pandemia totale e dopo questi due anni ancora non sappiamo con precisione se i vaccini sono la soluzione o no, o almeno quale effetti hanno ed avranno rispetto alla pandemia stessa.

Una cosa è certa: che comunque funzionano e qualche cosina la stanno facendo.

Fin qui tutto bene, ma ora viene il bello: lo Stato non può obbligare i cittadini a fare il vaccino, almeno così sembrerebbe dalle varie letture della norma, costituzione compresa, vi sono poi dei riscontri effettivi:

Il Consiglio d’Europa ha affrontato recentemente il tema dei vaccini anti COVID-19 e i relativi riflessi etici e legali, approvando il 27/01/2021 la Risoluzione 2361 nella quale, tra l’altro, ha espressamente escluso che gli stati possano rendere obbligatoria la vaccinazione anti COVID (punto 7.3.1) e ha inoltre vietato di usarla per discriminare lavoratori o chiunque decida di non avvalersene (punto 7.3.2).

L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali italiana ha dichiarato che non è pensabile di poter realizzare un passaporto vaccinale sanitario stante la delicatezza dei dati che vi sarebbero contenuti e la variabilità e temporaneità della certificazione stessa in assenza di presupposti scientifici accertati e certi.

Eppure una sentenza della corte costituzionale fondamentalmente sostiene che, a partire dalla sentenza n. 258/1994 per giungere alla più recente sentenza n. 5/2018,  l’obbligo vaccinale possa ritenersi compatibile con i principi dell’art. 32 della Costituzione.

In particolare la Corte Costituzionale ha statuito che ”la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art. 32 della Costituzione”.

Peccato che allo stato attuale i vaccini siano privi di tutte le necessarie certezze scientifiche per essere considerati tutelanti rispetto all’art. 32 della costituzione e quindi per essere considerati “trattamento sanitario“.

Ecco quindi che lo Stato Italiano non può obbligare per legge a fare il vaccino.

Qui scatta il bipolarismo dello stato italiano, poiché non posso importi una cosa per legge faccio in modo di ghettizzarti se non lo hai fatto, ed ecco abilitato il green pass (che peraltro stride con la risoluzione europea succitata).

Quello che sfugge ai nostri cari governanti è che sull’altare dell’ipotetica garanzia di salute stanno creando pericolose derive sociali e sacche di aggressività ideologica.

Lo fanno anche con le parole, dando dei criminali a chi non vuole vaccinarsi, cosa che io ritengo gravissima sulla bocca di un governante, o, appunto come dicevamo, creando dei ghetti sociali per i non vaccinati.

Ora come ora, molti si stanno vaccinando proprio per poter avere il green pass e fare tutti gli assembramenti che vogliono, bel risultato comunque, si perché alla fine non c’è stata un’opera di convinzione verso i cittadini, ma un’aggressione quasi nazista alle libertà personali a fronte di un non certo scenario sanitario.

Con questo, se proprio devo dirlo, personalmente faccio questa riflessione: non accetto che una libertà personale di un mio compatriota venga calpestata per un gioco incapace di uno stato bipolare.

Se lo STATO ITALIANO ritiene il vaccino così importante da ghettizzare chi non lo fa, allora si adoperi per fare una legge che obblighi i cittadini a fare la vaccinazione.

Ma se costituzionalmente non può fare una legge del genere, allora è veramente criminale adottare questi metodi per imporre al cittadino una propria convinzione.

Vi ripeto cari lettori, io il vaccino l’ho fatto, ma non posso accettare che vi sia un’imposizione illegale verso coloro che hanno altre visioni.

O come stato li convinco tramite appunto una legge, che per essere tale deve essere costituzionale e quindi riconoscibile da tutti i cittadini, oppure mi astengo dal compiere atti più gravi a livello morale di quelli che compiono coloro che non si vogliono vaccinare.

Anche perché lo stato sta criminalizzando delle persone che non stanno andando in giro a seminare il virus sullo stile degli untori di manzoniana memoria, ma semplicemente stanno leggendo quello che lo stesso organismo mondiale della sanità dice rispetto ai vaccini.

Non sono né un novax né un sostenitore dei vaccini, sono un sostenitore di uno stato etico che non crei squilibri sociali come invece oggi avviene.

Ma come la mettiamo allora con il comportamento del nostro governo che da un lato sa di non poter fare una legge per rendere obbligatorio il vaccino, ma fa di tutto per  obbligare i cittadini a fare quello che vuole lui?

Ci sarebbe una piccola risposta che è contenuta nel governo stesso, nella sua composizione, ma soprattutto nel fatto che questo governo, ancora una volta non è stato scelto dal popolo.

C’era il governo Monti, il governo dei migliori, ve lo ricordate?

Da quel governo non scelto dal popolo sono scaturite le peggiori schifezze e direi che i risultati che ha portato sono stati pessimi, oggi abbiamo ancora un governo non scelto dal popolo, ma il cui capo è molto apprezzato all’estero, da tutti quelli stati che ci vorrebbero morti e che ci danno 196 miliardi solo per farci star zitti ed accettare che le linee politiche del nostro paese vengano fatte da loro emissari (pur bravi per carità).

Ma ci pensate se al tempo dell’impero romano come imperatore avessimo scelto un leader che piaceva ad attila l’unno ed era amico di tutti i barbari d’oltralpe? cosa sarebbe successo?

Allora con Odoacre finì l’impero romano come era allora conosciuto, in fondo oggi abbiamo un “Odoacre Draghi”, in pratica la fine dell’impero italiano come è conosciuto, che sia proprio così?

 

 

Vaccino SI, Vaccino NO, Vaccino BOOM!

I Vaccini Panacea di tutti i mali… ma ricordiamoci che da poveri ci si ammala di più…