Cordoglio selettivo e silenzi strategici: l’Italia osserva l’omicidio di Charlie Kirk

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Il 10 settembre 2025, Charlie Kirk, noto attivista conservatore americano, è stato ucciso a colpi di fucile mentre parlava all’Università della Utah Valley. Il presunto assassino, Tyler Robinson, è stato arrestato.

In Italia, la vicenda ha offerto una cartolina perfetta della politica nazionale: da una parte la destra pronta a scendere in campo con proclami, tweet e comunicati; dall’altra, la sinistra che ha scelto il silenzio, trasformando l’assenza di commenti in un’espressione di eleganza civica… o di opportunismo misurato.

Giorgia Meloni non si è fatta attendere: ha definito l’omicidio “un atto atroce, una ferita profonda per la democrazia” e ha espresso cordoglio alla famiglia Kirk e alla comunità conservatrice americana.

Ha stigmatizzato i commenti minimizzanti di alcuni esponenti della sinistra e denunciato la diffusione di un’immagine di Kirk a testa in giù con la scritta “-1”, definendola un esempio lampante del clima di intolleranza crescente: “Non ci facciamo intimidire”.

Erika Kirk, moglie del compianto Charlie, ha espresso un dolore profondo ma anche una determinazione granitica: “Se pensavate che la missione di mio marito fosse potente prima, non avete idea di cosa avete appena scatenato in tutto il Paese.”

Ha promesso che il movimento di Charlie non morirà e che il tour universitario “The American Comeback Tour” continuerà, con la voce del marito pronta a risuonare più forte che mai.

Il presunto assassino viveva con un partner transgender e le autorità stanno ancora cercando di capire le motivazioni dell’attacco.

Ma, al di là dei dettagli investigativi, la vicenda ha già prodotto un insegnamento chiaro: in Italia, il cordoglio può essere calibrato secondo appartenenza politica, e il silenzio della sinistra sembra l’unico vero tratto comune tra tragedie diverse, come se la vita di un conservatore americano fosse un’eccezione alla regola.

Il messaggio finale, evidente e pungente, arriva da Erika Kirk e dalla fermezza di Meloni: la morte di una persona non dovrebbe diventare un gioco di opportunismo politico.

Eppure, osservando il panorama italiano, sembra che ci siano sempre alcuni pronti a trasformare la tragedia in un’opportunità per esercitare il proprio silenzio selettivo o per marcare la distanza ideologica.

Il cordoglio calibrato, il silenzio misurato e la retorica conveniente ci ricordano, con amarezza e un sottile sarcasmo, che in certi casi la coerenza morale sembra più rara della giustizia stessa.

La vita e la libertà di espressione, a quanto pare, restano valori universali… ma solo per chi sa reclamarli con voce forte e chiara.

 

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