Il Consenso Scritto Prima del Sesso: Romanticismo Notarile
Nel grande panorama delle proposte legislative più improbabili e allo stesso tempo teatrali, spicca l’idea del consenso sessuale scritto. Sì, avete capito bene: un modulo da compilare, firmare e possibilmente timbrare, prima di qualsiasi incontro intimo. Non più sguardi complici, non più carezze eloquenti: oggi l’amore si esprime in carta bollata, perché nulla è più romantico di un atto notarile.
Immaginate la scena: due persone, cuori in subbuglio, occhi che si incontrano, sospiri che si intrecciano… ma prima di ogni gesto, estraggono il modulo ufficiale. “Data? Luogo? Tipo di attività? Durata stimata? Firma del testimone?” chiede lui, sollevando la penna come se fosse una spada. Lei annuisce, cercando di non ridere mentre cerca di trovare lo spazio per la propria firma tra le clausole legali. La passione, a quanto pare, ha bisogno di regolamenti precisi, procedure dettagliate e archiviazione digitale. La spontaneità è sopravvalutata, il brivido dell’imprevisto un lusso obsoleto.
E così, mentre la cena a lume di candela diventa un esercizio di compilazione burocratica, lui legge ad alta voce le opzioni: “Preferenza per il contatto fisico: abbraccio, bacio, carezza… sì o no? Allegare eventuali note aggiuntive se si desidera variare la scelta durante l’incontro.” Lei annuisce, segnando con precisione meticolosa, e intanto entrambi si chiedono se un testimone sarebbe davvero necessario, e se il notaio di turno accetterebbe di firmare anche un ‘modulo di consenso alternativo’.
La presunta utilità preventiva del modulo è altrettanto affascinante quanto discutibile. L’argomento principale a favore è che possa proteggere le vittime di violenza sessuale. Ecco il paradosso: la maggior parte delle aggressioni avviene in contesti di coercizione, abuso di potere o violenza fisica e psicologica, dove nessun foglio firmato ha il minimo potere. Un documento non ferma un aggressore e non tutela la vittima; rischia solo di generare una rassicurante illusione di sicurezza. La protezione reale passa per educazione, cultura del rispetto e comunicazione, non per procedure notarili.
Ma torniamo ai nostri protagonisti: dopo la compilazione del modulo, lei solleva lo sguardo e dice, con un filo di sarcasmo: “Vuoi firmare anche la clausola di recesso? Sai, in caso di ripensamento improvviso.” Lui sorride, ma controlla che la voce legale sia presente: “Assolutamente. Meglio predisporre anche l’appendice di aggiornamento digitale, così il consenso può essere modificato in tempo reale.”
Ogni gesto diventa così un atto burocratico: carezze intervallate da spunte su checkbox, sospiri tradotti in note a margine, baci che richiedono approvazione notarile. Il romanticismo si trasforma in teatro dell’assurdo, e la spontaneità diventa quasi un crimine amministrativo. L’idea che l’intimità possa essere regolata come una pratica notarile è poetica nella sua surrealtà.
Eppure il consenso scritto è presentato come simbolo di tutela. Vuole ricordare l’importanza del rispetto reciproco, ma lo fa con tale artificiosità da risultare comico. È come se la forma supplisse alla sostanza, come se un atto burocratico potesse sostituire il dialogo, la comunicazione e l’attenzione reale ai desideri dell’altro. L’amore e il rispetto non si misurano in firme o timbri, ma nella capacità di ascoltare, comprendere e riconoscere l’autonomia dell’altro.
Immaginate le conseguenze: inviti romantici sostituiti da allegati PDF, colazioni a letto interrotte da protocolli di verifica, carezze registrate come pratiche d’ufficio. Ogni incontro rischia di trasformarsi in un’esercitazione notarile. Eppure, sorprendentemente, questa proposta viene presentata come misura seria, persino necessaria. L’ironia è inevitabile: in un mondo dove ogni emozione deve essere regolata da leggi e moduli, il romanticismo stesso diventa esercizio di precisione burocratica.
In definitiva, il consenso scritto prima del sesso è affascinante sul piano concettuale, irresistibile nella sua teatralità, ma scarsamente utile nella pratica. Non può sostituire educazione, comunicazione e cultura del rispetto, strumenti reali per prevenire la violenza di genere. La vera protezione nasce dal dialogo, dall’ascolto e dalla formazione, non da un modulo compilato alla vigilia di un incontro intimo. E mentre attendiamo il momento in cui il Parlamento renderà ufficiale la burocrazia dell’amore, possiamo solo augurarci che i cuori continuino a battere per passione, senza dover chiedere permesso a un documento notarile. Perché l’amore resta, e resterà sempre, un’arte umana, non una pratica amministrativa.
Fonti:
Proposta di legge 1693 Boldrini: Modifica dell’articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso
Proposta di legge 2271 Amorese: Introduzione del requisito del consenso informato dell’esercente la responsabilità genitoriale per la partecipazione dello studente minorenne ad attività scolastiche vertenti su materie di natura sessuale, affettiva o etica
La “boldrinata” del giorno: ci vuole il consenso scritto della donna prima di un rapporto sessuale
Violenza sessuale: la proposta di legge della deputata Laura Boldrini e il tema del consenso
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