Quando l’intestino parla al cervello: nuove speranze per l’autismo

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Immaginate un bambino che non riesce a trovare le parole per esprimere ciò che prova, che si chiude nel silenzio mentre il mondo intorno a lui si muove troppo in fretta. Per anni, l’autismo è rimasto un mistero biologico.

Oggi, però, un campo di ricerca nuovo e affascinante accende una luce: il microbiota intestinale.

Sì, proprio l’insieme dei batteri che vivono nel nostro intestino.

Secondo una recente ricerca tutta italiana, pubblicata su Frontiers in Microbiology, lo studio del microbioma potrebbe offrire nuove chiavi di lettura sulla fisiopatologia dell’autismo.

La scienza ha identificato un asse potente tra cervello e intestino, capace di influenzare emozioni, comportamenti e perfino lo sviluppo neurologico.

I batteri intestinali producono molecole che interagiscono con il sistema nervoso centrale, modulano l’infiammazione e influenzano la produzione di neurotrasmettitori.

Nel caso dell’autismo, questa interazione è ancora più interessante: si stima che circa il 70 % dei bambini con disturbo dello spettro autistico presenti disturbi gastrointestinali, spesso cronici.

Ma sono conseguenza del disturbo o concause del suo sviluppo?

Lo studio condotto da un team italiano ha analizzato il microbiota intestinale di bambini con autismo confrontandolo con quello di bambini neurotipici.

I risultati sono stati sorprendenti: nei bambini con autismo il microbiota risultava meno diversificato e caratterizzato da un’eccessiva presenza di alcuni ceppi batterici.

Questi squilibri potrebbero non essere solo una conseguenza del comportamento alimentare selettivo, ma anche una parte integrante del quadro clinico.

Comprendere questi pattern — spiegano i ricercatori — potrebbe aprire la strada a strategie di intervento personalizzate.

La speranza si chiama psicobiotica, la branca della scienza che studia l’effetto dei probiotici sulla mente.

In modelli animali, ad esempio, il ceppo Limosilactobacillus reuteri ha migliorato i comportamenti sociali in topi con tratti autistici.

Tuttavia, i risultati negli esseri umani sono ancora preliminari: uno studio clinico ha mostrato miglioramenti solo parziali in bambini con autismo.

Più promettente è il caso del Lactobacillus plantarum PS128, un probiotico studiato in Asia e in Europa, che ha mostrato effetti positivi su ansia, iperattività e comportamenti ripetitivi in alcuni soggetti con disturbo dello spettro autistico.

Nonostante gli entusiasmi, è giusto essere cauti.

Non sappiamo ancora se la disbiosi intestinale sia una causa, una conseguenza o semplicemente un fenomeno parallelo all’autismo.

I campioni studiati sono spesso ridotti, e le variabili individuali — dieta, stile di vita, genetica — sono difficili da isolare.

Eppure, il percorso è tracciato: modulare il microbiota potrebbe diventare un giorno un complemento alle terapie comportamentali, nonché una nuova frontiera per comprendere la neurodiversità.

Per molte famiglie, questo significa una cosa semplice: speranza.

Una speranza concreta, radicata nella scienza, ma anche nella possibilità che il corpo e la mente non siano mondi separati, ma parti di un unico, profondo dialogo.

Un dialogo che, forse, parte proprio dalla pancia.

 

 

 

Fonti

Studiare il microbiota per far luce sulla fisiopatologia di autismo, Microbioma.it, 2024
https://microbioma.it/neuroscienze/studiare-il-microbiota-per-far-luce-sulla-fisiopatologia-di-autismo

Il microbioma intestinale e il cervello, NatrixLab.it
https://www.natrixlab.it/microbiota-intestinale-e-autismo

Vuong HE et al., The Microbiome and Host Behavior, Annual Review of Neuroscience, 2017

Shaaban SY et al., The role of probiotics in children with ASD: a randomized double-blind study, World Journal of Pediatrics, 2018

Liu YW et al., Psychotropic effects of Lactobacillus plantarum PS128 in boys with autism spectrum disorder: a randomized, double-blind trial, Nutrients, 2019

¿Está relacionado el autismo con la microbiota?, El País Ciencia, 21 giugno 2025
https://elpais.com/ciencia/las-cientificas-responden/2025-06-21/esta-relacionado-el-autismo-con-la-microbiota.html

 

 

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