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25 Novembre 2025 Roma – Rotary, Torino – Piano Nobile: Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

 

Si è svolta lo scorso 25 Novembre come designato, la consueta giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con risoluzione 54/134 del 17 Dicembre 1999.

In molti Stati come l’Italia, il colore esibito è il rosso e l’oggetto simbolo a rappresentare le vittime di violenza, sono le scarpe rosse allineate nelle piazze o in luoghi pubblici.

Nello stesso giorno si è avuto il via, con l’approvazione definitiva e all’unanimità, da parte della Camera dei Deputati della proposta di legge avente per oggetto l’introduzione del reato di “femminicidio” (A.C.2528, già approvata dal Senato a luglio con denominazione A.S.1433)

Non entriamo nel merito giuridico della questione, che sta creando forti contrapposizioni, divisioni e discussioni, proprio in quell’ambito che dovrà adottare tale provvedimento, magistratura e avvocatura, oltre che tra i cittadini a vari livelli.

Ma proprio a causa delle contrapposizioni e dei forti dubbi suscitati da apprezzabili tecnici della materia, invitiamo i lettori ad una attenta riflessione sul fatto che si sia avuta una cosi unanime approvazione. 

Deputati presenti e votanti 237, maggioranza 119, favorevoli 237, contrari 0.

Chiedersi dove fossero e come mai non si trovavano in aula i rimanenti 163 sui 400 deputati eletti, ricordiamo che prima del 2020 i deputati eletti erano 630 così come i senatori oggi 200, erano 315, lascia già presagire che forse di unanimità, vi è ben poco.

Approvazione “politico ideologica” con annessa propaganda?

Fermo restando che la violenza e l’omicidio sono reati e devono essere puniti nel modo più aspro e duro, era proprio necessario istituire il reato di “femminicidio”?

Magari domani verrà istituito il reato di “maschicidio”?

Come anticipato, lasciamo la disquisizione giuridica a chi ha competenza, allegando in fondo i link per visionare la legge approvata.

Rileviamo tuttavia che in questa giornata designata, sono state molte le manifestazioni celebrative svoltesi a vario titolo da Istituzioni ed associazioni.

Indicativa, otre che interessante quella svoltasi a Torino, al Piano Nobile di Via della Consolata.

Convegno organizzato da UDIRE, Uomini e Donne in Rete e UGL Piemonte, con il patrocinio della Consulta Femminile della Regione Piemonte dal titolo “Donne, Libertà e Rinascita 2025”, un appuntamento che ha riunito professionisti, rappresentanti delle istituzioni, giuristi, psicologi, accademici e figure del mondo culturale provenienti da tutta Italia.

E’ interessante rilevare su “Biella Racconta News” come in un contesto istituzionale, è stato possibile affrontare il tema della violenza in tutte le sue manifestazioni, senza preconcetti né semplificazioni.

Se da un lato è stato ribadito con unanime fermezza il dramma della violenza contro le donne, dall’altro si è scelto di dare voce anche alle altre forme di violenza troppo spesso taciute.

Uomini accusati ingiustamente tramite falso Codice Rosso, bambini coinvolti nei conflitti familiari, anziani e i nonni vittime crescenti di abusi, trascuratezza e alienazione parentale.

Un ampliamento di prospettiva che non contrappone e non svilisce alcuna battaglia, ma riconosce che ogni vittima merita ascolto, tutela e dignità.

Significativa e particolare attenzione ha suscitato l’intervento della scrittrice biellese Alessia Zuppicchiatti, che ha presentato il suo libro “Io ti odio”, definito da molti partecipanti come un’opera necessaria e coraggiosa.

La Zuppicchiatti ha affrontato un tema raramente discusso pubblicamente: la violenza subita dagli uomini attraverso false accuse, in particolare nell’ambito del Codice Rosso. Un fenomeno che pur minoritario rispetto ai casi di violenza sulle donne registra numeri in crescita ma spesso taciuti o minimizzati e che non tengono in considerazione tutti i casi non denunciati, spesso per vergogna.

E’ di questi giorni la confessione di Belen, noto personaggio del Gossip che ha dichiarato di aver menato tutti i suoi fidanzati e, a detta della stessa, quello che ne ha preso di più è stato De Martino.

Sempre nel suo intervento, la Zuppicchiatti ha ricordato il ruolo dei nonni, spesso colpiti da alienazione parentale e da un sistema che tende a nascondere numeri e responsabilità: «I dati ci sono, sono forti, e continuano a crescere. Bisogna uscire dalla narrativa comoda e avere il coraggio di dire che la violenza colpisce tutti. E soprattutto occorre ripartire dall’educazione civica, dall’educazione nelle scuole e nelle famiglie. Smettiamola di fare gli struzzi: voltarsi dall’altra parte non ferma la violenza.»

Parole accolte con attenzione e sostegno dai partecipanti, che hanno portato alla luce una realtà complessa, spesso ignorata nel dibattito pubblico.

Un evento che ha avuto il coraggio di affrontare anche ciò che solitamente resta sotto traccia, per restituire verità e dignità a tutte le persone coinvolte riconoscendo tutte le vittime e non solo alcune.

E’ così infatti che si può costruire una società più giusta, più consapevole e più libera.

Anche il Rotary Club Monterotondo-Mentana, ha voluto affrontare un incontro Webinar sul tema “DONNE CONTRO LA VIOLENZA: SPEZZARE IL SILENZIO, PRIMA CHE SPEZZI LA VITA”, evidenziando così la sensibilità ad un problema di forte attualità ed in piena drammatica crescita.

Crescita che difficilmente potrà essere fermata con l’inasprimento delle pene, i dati sembrano confermarlo, se prima non si cerca di individuarne le cause che generano questi atti di violenza che troppo spesso si evolvono in omicidi veri e propri.

Tema che ha visto una prevalenza di donne partecipanti, molte delle quali avvocati e facente parte di associazione di donne.

Molto interessante l’obiettivo posto: “Tutti gli anni, per il 25 novembre, sentiamo come un dovere, ma anche come una responsabilità umana e professionale, quello di fermarci a riflettere, insieme, sul drammatico problema della violenza contro le donne. Ogni volta che ci incontriamo per parlarne, sappiamo che lo facciamo non solo per denunciare, ma soprattutto per riconfermare la nostra speranza e il nostro impegno concreto al cambiamento. Ci rivolgiamo agli assistenti sociali, agli educatori, agli psicologi, agli operatori del territorio, perché crediamo nel loro ruolo insostituibile. Sono spesso loro, infatti, a trovarsi accanto alle donne che vivono situazioni di violenza, a sostenerle nel silenzio e nella paura, a ricostruire insieme a loro percorsi di fiducia, di autonomia, di rinascita. Tuttavia, oggi, sappiamo che non basta curare le ferite: dobbiamo avere il coraggio di guardare anche agli uomini che agiscono violenza, non solo per punire, ma per responsabilizzare, educare, accompagnare verso un cambiamento profondo e reale. Percorsi terapeutici, educativi e psicologici possono aiutare a trasformare la rabbia in consapevolezza, il controllo in empatia, la paura in dialogo. Solo così potremo costruire una società capace di generare relazioni basate sul rispetto, sulla reciprocità e sull’uguaglianza.”

Le relazioni prodotte dai vari relatori, molto tecnici e qualificati, hanno certamente evidenziato un quadro assai complesso, cercando delle soluzioni preventive individuali ai fenomeni di violenza, tralasciando quei fattori ambientali, educativi e sociali, ma anche economici, che spesso influiscono sui comportamenti e che generano violenza, in questo caso specifico, contro le donne.

Tutto questo ha involontariamente generato un increscioso e quanto mai non corretta individuazione nell’uomo, come maschio violento per assunto.

Il voler riportare il dialogo ad un reale e giusto equilibrio tra uomo/donna, equilibrio che forse non è mai esistito ma che deve essere trovato, adducendo che anche gli uomini subiscono violenza da parte delle donne, ha innescato in alcune partecipanti, una reazione di contrapposizione.

Comprensibile lo scontro dialettico di chi difende la donna senza se e senza ma, piuttosto che con il buon senso, se consideriamo una ideologica visione di cui non entriamo nel merito. Si potrebbe dedurre infatti che non era l’equilibrio che si cercava da parte di qualcuno, ma l’approvazione del proprio pensiero che fa parte di un pensiero unico.

Quel pensiero unico che in maniera propagandistica sembra trasparire dalla narrazione dell’approvazione della legge sul “femminicidio” considerata all’unanimità, come abbiamo evidenziato sopra.

Interessante poi l’intervento del Prof. Matteo Villanova, Neuropsichiatra, Direttore del Master in Educazione affettiva e sessuale per l’infanzia, l’adolescenza e la genitorialità, Università di Roma Tre: “Educazione sentimentale”.

Anche in questo caso, alle affermazioni scientifiche del Professore, sono state rivolte critiche quando ha affermato, in maniera realistica, che oggi la mamma non fa più la mamma.

Le conclusioni del Professore, che proviamo a riportare in maniera semplice, sono state dure e meritano un’attenta riflessione.

Infatti ha lasciato intendere che la trasformazione dell’umanità va verso la “femminilizzazione”; la donna non ha più bisogno dell’uomo, essendo autosufficiente in tutto e nella riproduzione, l’uomo servirà solo come produttore. Una società quindi dove la donna è tutto.  

Un’ipotesi che potrebbe essere intesa anche come provocazione, anche se assai pericolosa, dal momento che i segnali sembrano realmente andare in quella direzione, ma che non tiene conto di altri fattori.

Motivo per cui è l’equilibrio che bisogna cercare e non, come qualcuno vorrebbe, passare da un fattore dominante all’altro.

Le celebrazioni di rito, istituzionali e non, che hanno riempito la giornata del 25 Novembre, con tante frasi formali, pronunciate da esponenti di vario genere, banalizzano spesso fenomeni e malesseri della Nostra Società più o meno civile.

Sono invece queste piccole, ma concrete realtà come queste descritte, che dovrebbero dare ai politici e non solo, gli spunti di una attenta valutazione per potere svolgere il ruolo cui sono chiamati a svolgere.

Invece si legifera senza conoscenza, preparazione, studio e visione di un futuro, ma inseguendo le emergenze e “punendo”.

Due modi diversi ma reali di approcciare un tema importante come la difesa dell’essere umano dall’essere umano.

 

   

 

Dossier del Senato:

Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime

https://documenti.camera.it/leg19/dossier/Pdf/gi0076c.pdf

 

CAMERA DEI DEPUTATI —DISEGNO DI LEGGE APPROVATO DAL SENATO DELLA REPUBBLICA il 23 luglio 2025 (v. stampato Senato n. 1433)

https://www.giurisprudenzapenale.com/wp-content/uploads/2025/07/leg.19.pdl_.camera.2528.19PDL0154530.pdf

 

Dogospia /Belen

https://m.dagospia.com/cronache/bufera-belen-rodriguez-belve-confessa-aver-picchiato-i-suoi-compagni-a-452333

Le dinamiche di potere affettivo e la violenza intra-relazionale

Uomini uccisi da donne: silenzi, disuguaglianze e una verità scomoda

 


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