Camelot: Faletti e Lembo ospiti di Francesco Capo.

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Appuntamento: Camelot, mercoledì 22 ottobre 2025, ore 21:30, Radio Roma TV (canale 14 nel Lazio; informazioni e streaming sui canali ufficiali). Conduce Francesco Capo. Ospiti: Corrado Faletti ed Ettore Lembo.

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“Camelot” ospita Corrado Faletti ed Ettore Lembo: alle 21:30 su Radio Roma TV una serata dedicata al coraggio del giornalismo

Questa sera, mercoledì 22 ottobre 2025, alle ore 21:30, Corrado Faletti ed Ettore Lembo saranno ospiti di Francesco Capo nella trasmissione Camelot in onda su Radio Roma Television (canale 14 del digitale terrestre nel Lazio, in streaming sui canali dell’emittente). L’appuntamento si inserisce nella consueta collocazione serale del programma, che il palinsesto di Radio Roma segnala proprio nella fascia 21:30–23:00 dei mercoledì.

Francesco Capo e Radio Roma

Camelot è un format di tavola rotonda ideato e condotto da Francesco Capo, giornalista d’inchiesta che ha costruito la reputazione del programma come spazio di confronto serrato ma argomentato, con l’obiettivo dichiarato di “cercare la verità” su temi di attualità e interesse pubblico. Nel corso delle stagioni, la trasmissione ha affrontato dossier complessi, chiamando al dialogo esperti, amministratori, accademici e operatori sociali, e confermandosi uno dei luoghi più riconoscibili della programmazione di Radio Roma TV. La stessa rete presenta Camelot come un appuntamento fisso del mercoledì sera, nel segno di una linea editoriale attenta all’approfondimento civico e all’accessibilità televisiva regionale.

Il baricentro della puntata: il libro Ne uccideva più la penna che la spada

Al centro dell’incontro di stasera vi sarà il volume Ne uccideva più la penna che la spada, testo che, già dal titolo, evoca la tradizione italiana del giornalismo come “coscienza critica” della democrazia. Il progetto editoriale si colloca nella scia dei lavori che interrogano il potere della parola pubblica: non solo cronaca, ma un esercizio di responsabilità intellettuale che rilegge casi, linguaggi e pratiche dell’informazione, misurandone gli effetti nella sfera sociale. La penna, metafora della scrittura, diventa qui strumento di resistenza civile: quando le istituzioni arrancano o la conversazione pubblica si appiattisce in slogan, la qualità dell’argomentare – fonti, metodo, verifica – è ciò che argina la deriva del dibattito e restituisce ai cittadini un quadro comprensibile e controllabile. In questa chiave, il libro non è un “pamphlet” di occasione, ma un laboratorio di metodo: invita a separare fatti da narrazioni, a distinguere i “frame” retorici dai dati, e a riconoscere il valore dei limiti autoimposti dal rigore (cui il giornalismo è tenuto se vuole essere, oltre che libero, anche credibile).

Faletti e Lembo: due firme, una stessa etica del controllo pubblico

Corrado Faletti, pedagogista e giornalista, è noto per la direzione di Betapress e per un’attività pluridecennale che coniuga formazione, divulgazione e indagine civica. La sua traiettoria professionale – dalla direzione responsabile all’impegno formativo – testimonia un’idea di stampa come servizio pubblico: non mera produzione di contenuti, ma costruzione di competenze interpretative nella cittadinanza.

Ettore Lembo, giornalista pubblicista e opinionista, affianca all’esperienza redazionale una scrittura militante che interroga politiche sociali, governance locale e sfera dei diritti. La sua pagina autoriale su Betapress documenta un lavoro di inchiesta e commento che si muove tra cronaca e analisi, con attenzione alla vita concreta dei territori.

Insieme, Faletti e Lembo rappresentano due declinazioni complementari di un medesimo ethos professionale: indipendenza, verificabilità, responsabilità verso i lettori. Nel loro impegno ricorre una pedagogia della notizia che potremmo riassumere in tre atti: 1) contestualizzare, cioè storicizzare eventi e parole; 2) documentare, cioè far parlare dossier e atti; 3) deliberare, cioè trarre conseguenze argomentate senza indulgere al sensazionalismo. È questo, del resto, il filo rosso della produzione del network Betapress, divenuto negli anni un archivio di analisi e reportage che privilegiano lo scavo sulle parole d’ordine del presente.

Perché questa puntata conta

L’incontro a Camelot offre un contesto ideale per discutere il valore sociale del giornalismo oggi. In un sistema informativo polarizzato, dove l’“economia dell’attenzione” premia la rapidità più della cura, l’accoppiata libro–trasmissione disegna un percorso virtuoso: dal testo lungo – che restituisce profondità, complessità, bibliografia – allo spazio televisivo – che può ampliare il pubblico, mettendo in scena la dialettica fra tesi, confutazioni, repliche. Se l’“opinione” ha diritto di cittadinanza nell’agorà, è altrettanto vero che essa diventa conoscenza pubblica solo quando si lascia misurare da fatti controllabili. Il contributo atteso da Faletti e Lembo è precisamente questo: dimostrare che il dissenso può essere metodico e che la critica, per incidere, ha bisogno di proporre, oltre che denunciare.

La tradizione di Camelot: confronto, rigore, pluralismo

Le stagioni passate hanno mostrato come Camelot sappia accogliere voci differenti senza cadere nell’equidistanza di comodo: la figura del conduttore, Francesco Capo, funge da regia discorsiva che chiede approfondimenti, verifica citazioni, incalza gli ospiti sulle fonti. È un’impostazione coerente con la mission del programma – “una tavola rotonda per la verità” – e con la linea di Radio Roma, che negli ultimi anni ha rafforzato gli spazi di approfondimento civico nella prima serata del mercoledì.

Radio Roma

Oltre la serata: una chiamata alla partecipazione informata

L’auspicio è che la puntata di stasera non si esaurisca nell’ora e mezza televisiva, ma diventi traccia di lavoro per scuole, associazioni, redazioni locali. Ne uccideva più la penna che la spada può essere adottato come testo-laboratorio nei percorsi di educazione civica e media literacy: analisi dei generi giornalistici, esercitazioni sulla verifica delle fonti, simulazioni di conferenze stampa, lettura critica delle metriche digitali. La televisione – spesso accusata di semplificare – può al contrario, quando ben usata, aprire porte: indirizzi, materiali, bibliografie, inviti a leggere prima di commentare, a discutere prima di giudicare.

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