Casal Selce, canta che ti passa…

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Nella sezione dei ragazzi della terza pagina pubblichiamo la cronistoria della manifestazione di casal selce contro il biodigestore realizzata dai ragazzi stessi.

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Nel pomeriggio della giornata di Sabato, 13 settembre 2025, si è svolta nel quartiere Casal Selce di Roma, una manifestazione organizzata dai residenti contro il biodigestore che il sindaco Gualtieri e l’attuale giunta, ha progettato di costruire nella zona da sempre considerata un’area sottoposta a vincoli paesaggistici, oltre che designata come zona agricolo-residenziale e non industriale.

Sono anni, dicono i cittadini, che Casal Selce in collaborazione con il quartiere di Massimina lotta contro la volontà imperante di voler trasformare i loro quartieri in zone industriali senza pensare alle ripercussioni sulla qualità della vita dei residenti.

Ricordiamo che nella zona di Massimina (limitrofa alla zona Casal Selce, rispettivamente una a Sud ed una a Nord della via Aurelia che le separa) è presente la famosa discarica di Malagrotta, ormai teoricamente chiusa e in via di bonifica.

Costruire quindi un biodigestore nello stesso posto significa designare quell’area come una zona di scarto della città, dove i rifiuti di tutti possono essere smaltiti incontrollatamente e deliberatamente, per di più come se non vi fossero residenti.

Sono proprio quest’ultimi invece che intendono ricordare all’amministrazione che quando si mette mano al territorio ovest oltre il GRA della capitale, non si sta parlando delle steppe aride e disabitate, ma di un quartiere densamente popolato di una delle città più importanti d’Europa.

Il corteo, partito dallo slargo di fronte a via Cognetti de Martis e giunto nella piazza dinanzi alla Chiesa di Casal Selce, è stato molto partecipato sia nella sua sfilata per le strade ma anche quando, una volta giunto a destinazione, vi sono stati vari interventi da parte di rappresentanti della popolazione.

 Non sono mancati, come ovvio gli interventi di alcuni esponenti delle realtà politiche territoriali.

Dai vari interventi, si potrebbe evidenziare un “sottile” filo di impreparazione, non ascolto e improvvisazione che fa sorgere molte domande sull’importanza che questa amministrazione dà alla tutela della sicurezza sanitaria dei propri cittadini, specialmente riguardo le periferie urbane.

Tra i vari interventi alcuni riescono a muovere di più le coscienze di chi ascolta.

Così, un residente di Massimina, ha chiesto come mai ad oggi, a Malagrotta siano stati inviati i militari per sorvegliare e verificare la bonifica e come mai quest’ultimi siano stati dotati di Maschere Antigas?

Forse, continua la riflessione del cittadino, le autorità sanno che a Malagrotta continuano ad essere emanati gas tossici? Ma non dovrebbe essere un’area già bonificata? 

Per i residenti non si fa nulla? Niente maschere antigas? Niente campagne mediche preventive? Si pensa però a spendere soldi per costruire stabili polifunzionali per la collettività e bonificare fiumi non più balneabili?

Questo messaggio di accusa verso il Sindaco, la dice lunga sul monito che gli abitanti di Casal Selce intendono lanciare.

   Sempre secondo l’intervenuto, gli abitanti di Casal Selce rischiano di trovarsi in una situazione ancora più grave di Massimina per varie cause anche logistiche, tra le quali: il grande traffico di camion della spazzatura fonte di disagi per la mobilità, il rischio esplosione a cui sono soggetti gli impianti dei biodigestori, esplosioni che impatterebbero ripercuotendosi gravemente su abitazioni e famiglie, ed il rischio dell’esalazione dei gas che i rifiuti rilasciano nell’aria, proprio come succede a Malagrotta, con la probabilità di causare tumori e malattie respiratorie gravi.

Tra gli altri, interessanti i quesiti posti dai partecipanti, due risultano particolarmente centrati: il primo riguarda il fatto che l’impianto sarà gestito da Acea.

Ricordiamo che i rifiuti della capitale sono ritirati AMA, quindi, secondo i cittadini, non si capisce con chiarezza come questi due macro-enti della capitale possano relazionarsi riguardo allo smaltimento dei rifiuti.

Nasce forse un conflitto di interessi?

Il secondo quesito sembrerebbe essere di tipo legale.

I cittadini ricordano che si sta ancora aspettando una Sentenza del Consiglio di Stato sulla “Questione Romana” del biodigestore.

Questo dimostrerebbe che, il sindaco abbia deciso di procedere all’espropriazione di terreni agricoli ai contadini della zona, ed all’avviamento quindi dei lavori ancor prima della sentenza.

A questo si aggiunge, poi, che all’estero, in particolare in Inghilterra, i biodigestori sono costruiti ad almeno 5 chilometri dai centri abitati, onde evitare ripercussioni fisiche per i residenti.

A Roma invece?

Si procede a costruire nelle case del popolo.

C’è chi grida allo scandalo, chi al menefreghismo, chi alla necessità di prendere dei fondi PNRR solo per poterci guadagnare sopra, chi alla volontà di togliere i poteri straordinari al Sindaco e chi invece sostiene che tutto sia fatto per pura cattiveria personale verso un quartiere di non-elettori della giunta Gualtieri.

Il clima registrato sembra assai concitato, ma i dubbi sono molti e la certezza negli astanti sembra essere una sola: a Casal Selce si sta consumando un sopruso nei confronti della popolazione e del territorio da parte delle autorità competenti che davanti ai propri progetti “green”, non sappiamo se si parla di green ambientale o del green come colore del contante, non ci si ferma davanti a nulla, meno che meno davanti alla salute dei  cittadini.

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